REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ARPAS. Dipartimento Meteoclimatico Servizio Meteorologico

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1 REGIONE AUTÒNOMA DE SARDIGNA REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA ARPAS Dipartimento Meteoclimatico Servizio Meteorologico Analisi agrometeorologica e climatologica della Sardegna Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre settembre 2013 Febbraio 2014

2 INDICE 1. INTRODUZIONE ANALISI DELLE PRECIPITAZIONI Andamento complessivo dell annata Precipitazioni mensili e stagionali Precipitazioni giornaliere ANALISI DELLE TEMPERATURE Temperature medie annuali Temperature medie dei singoli mesi Indicatori di condizioni termiche particolari Giorni di gelo Notti tropicali Giornate estive Temperature critiche e permanenza delle temperature orarie LA MAREGGIATA DEL MARZO La situazione meteorologica generale La situazione meteomarina nel Canale di Sardegna e nel Golfo di Cagliari ELABORAZIONI AGROMETEOROLOGICHE SPECIFICHE Evapotraspirazione e bilancio idro-climatico Indice di precipitazione standardizzata SPI Bilancio idrico dei suoli Sommatorie termiche Fabbisogno di freddo Wind chill index (WCI) Temperature humidity index (THI) Heat Waves Onde di calore Heat index ANALISI AGROMETEOROLOGICA /89

3 La presente analisi si basa principalmente sui dati della rete meteorologica dell ARPAS. Alcune parti dell Analisi utilizzano anche i dati provenienti dalle seguenti reti: Sistema Globale di Osservazioni e Monitoraggio (Servizio Meteorologico dell Aeronautica Militare e Ente Nazionale Assistenza al Volo); Agenzia Regionale per il Distretto Idrografico della Sardegna (rete dell ex-servizio Idrografico); C.R.A. - Unità di Ricerca per la Climatologia e la Meteorologia applicate all Agricoltura (rete dell ex-ucea); AGRIS Sardegna - Agenzia regionale per la ricerca in agricoltura; Comune di Orgosolo; Università di Sassari (Dipartimento di Scienze Agronomiche e Genetica Vegetale Agraria); Provincia del Medio Campidano (rete dell ex-comunità Montana del Monte Linas); ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale; ECMWF Centro Europeo per le Previsioni Meteorologiche a Medio Termine. L analisi agrometeorologica è stata realizzata utilizzando anche le informazioni fornite dalle Agenzie regionali AGRIS e LAORE. A cura di Michele Fiori Alessandro Delitala Ilaria Peana Hanno collaborato Giuliano Fois, Simona Canu, Andrea Motroni, Paolo Capece, Paolo Boi, Giuseppe Bianco Realizzazione grafica Salvatorina Sechi Si ringraziano tutti i colleghi del Dipartimento Meteoclimatico che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione del presente rapporto. ARPAS Dipartimento Meteoclimatico Viale Porto Torres 119, Sassari tel fax dipartimento.imc@arpa.sardegna.it dipartimento.imc@pec.arpa.sardegna.it 3/89

4 1. INTRODUZIONE La presente analisi esamina l andamento dell annata ottobre 2012 settembre 2013 dal punto di vista climatologico, agrometeorologico e biometeorologico. Le precipitazioni del sono state molto abbondanti ed eccezionalmente frequenti. I cumulati di precipitazione, infatti, risultano un po ovunque superiori alla media climatologia del trentennio , tanto da essere i più elevati dal Il numero medio di giorni piovosi, invece, è più elevato dal ed è il terzo più elevato in assoluto 1, con valori di pochissimo inferiori a quelli del e del Analizzando i sotto-periodi, infine, si conferma la netta ripresa delle piogge di gennaio-aprile che risultano le più elevate da decenni. Le temperature minime dell annata risultano sostanzialmente in linea con la media , mentre le temperature massime risultano leggermente inferiori alla media di quel periodo. Riguardo agl indicatori termici definiti dall IPCC, l annata mostra un numero basso di giorni di gelo, un numero molto elevato di notti tropicali e un numero di giornate estive superiore alla media. Tra gli eventi meteorologici notevoli, si segnala che nel mese di marzo il Golfo di Cagliari è stato investito da un eccezionale mareggiata da Scirocco (sud-est) con onde alte sino a 5 m. Dal punto di vista agrometeorologico si possono evidenziare incrementi di disponibilità idrica rispetto alla media di riferimento particolarmente nel primo trimestre del 2013 (ad eccezione del versante orientale dell Isola nel mese di gennaio) e poi nel mese di maggio. L indice SPI su 3 mesi indica per il primo trimestre nel settore Nord-occidentale valori corrispondenti al Molto umido (1.5 2) fino a raggiungere nel Sassarese e nel Logudoro valori nella classe Estremamente umido (> 2). Le sommatorie termiche calcolate per l intero periodo in esame in generale hanno presentato valori inferiori alla media su quasi tutto il territorio regionale e per entrambe le soglie termiche considerate (0 e 10 C). La frequenza e l abbondanza delle piogge ha determinato conseguenze sul comparto agricolo: in particolare, nel bimestre febbraio-marzo i terreni pesanti e gli allagamenti diffusi hanno ostacolato e ritardato le operazioni tipiche del periodo e limitato il pascolamento del bestiame; nel caso delle ortive si sono registrati veri e propri danni per le condizioni di saturazione dei suoli, sotto forma di ingiallimenti, necrosi e marciumi (in particolare nella bassa Valle del Coghinas). Le intense precipitazioni di maggio (soprattutto nel settore centro-settentrionale) possono avere causato ritardi negli sfalci delle foraggere e problemi durante il processo di fienagione in campo, ed ostacolato le operazioni di semina e l avvio del ciclo colturale per le specie ortive, foraggere e cerealicole primaverili-estive. Sono state evidenziate, inoltre, anomalie fenologiche e problematiche fitosanitarie in numerose aree viticole. L'andamento meteorologico dal mese di agosto e la forte presenza di infestazioni di mosca delle olive hanno infine condizionato le produzioni nel settore olivicolo. Dal punto di vista biometeorologico, gli indici di stress da freddo WCI e da caldo THI, relativi al bestiame di interesse zootecnico, hanno fatto registrare valori generalmente più critici della media sia in inverno che in estate, rispettivamente. Per quanto riguarda la salute umana, l Heat Index che stima il disagio in condizioni di caldo-afoso ha invece mostrato per il periodo maggio-settembre valori generalmente in linea con la media, ad eccezione di alcune aree del settore occidentale che hanno presentato valori lievemente più critici. Da un punto di vista metodologico, infine, si segnala che a partire dalla presente relazione lo studio della variabilità di lungo periodo e il confronto mese per mese con la climatologia userà come riferimento la normale climatologica oppure, se ciò non è possibile, il periodo Per un analisi più dettagliata delle condizioni registrate nei diversi mesi si rimanda alla consultazione dei riepiloghi mensili climatologici ed agrometeorologici, pubblicati sul sito del Dipartimento Meteoclimatico dell ARPA Sardegna all indirizzo: 1 L analisi del numero di giorni piovosi parte dal /89

5 2. ANALISI DELLE PRECIPITAZIONI 2.1. Andamento complessivo dell annata La distribuzione spaziale delle piogge accumulate da ottobre 2012 a settembre 2013 evidenzia un chiaro andamento decrescente da nord-ovest a sud-est, modulato dall effetto della quota. Questa struttura è tipicamente associata ad un annata predominata dal cosiddetto regime nordoccidentale delle piogge della Sardegna. Come si evince dalla figura 1a, la struttura spaziale del campo di precipitazione mostra un massimo principale, con piogge tra i 1000 mm e i 1300 mm, posizionato tra il Marghine e il Montiferru, e due massimi secondari con valori tra i 1000 mm e i 1200 mm, rispettivamente sull alta Gallura e su Barbagia di Ollolai e Mandrolisai. Il resto della Sardegna centro-occidentale mostra delle precipitazioni generalmente comprese tra 700 mm e i 1000 mm, con valori un po più bassi tra la Nurra e una parte del Campidano. La situazione è completamente diversa sui versanti orientali e nella parte meridionale dell Isola. In quelle zone le piogge accumulate nei dodici mesi tra ottobre 2012 e settembre 2013 vanno dai 400 mm ai 600 mm, con valori di poco superiori nelle aree pedemontane e montane. Il confronto col clima (figura 1b) conferma tali affermazioni: sulla parte più orientale e meridionale della Sardegna le piogge sono state inferiori alla media, localmente anche sotto il 75% della climatologia; su tutto il resto della Sardegna, in particolare sulle province di Sassari e Oristano, esse hanno superato la media climatologica. La distribuzione decrescente da nord-ovest a sud-est caratterizza anche il numero dei giorni piovosi (figura 2). Nei versanti occidentali della Sardegna le piogge hanno interessato più di 100 giorni sulle aree collinari e montane, tra 90 e 100 su pianure e basse colline e tra 80 e 90 nell Alto Campidano. Sulla parte orientale e meridionale della Sardegna, invece, le piogge si sono distribuite su un numero di giorni compreso tra 70 e 80 giorni. Si è trattato ovunque di valori in linea o di poco superiori alla media climatologica dei giorni piovosi. Come mostrato dalla figura 3, la struttura del campo della precipitazione accumulata tra ottobre 2012 ed aprile 2013, cioè la cosiddetta stagione piovosa, risulta in ottimo accordo col cumulato dell annata intera, salvo una differenza di circa il 20% tra le due mappe. Il confronto ultrasecolare (figura 4) mostra che l annata è stata la più piovosa, in termini di cumulati, sin dal che fu un annata eccezionalmente piovosa. Se poi si considera che i pochi valori appena inferiori a quelli del si trovano tutti tra il 1964 e il 1972, si può concludere che i cumulati dell ultima annata sono stati notevolmente più elevati di quelli degli ultimi quattro decenni, cioè al limite dell eccezionalità. Sicuramente eccezionale è stato il numero di giorni piovosi, come si mostra in figura 5. Quello del , infatti, non è semplicemente il terzo valore più elevato dell intero periodo di riferimento (dal 1932 al 2013), ma anche un valore di pochissimo inferiore ai due massimi assoluti, cioè al numero di giorni piovosi del e del /89

6 Figura 1: Cumulato di precipitazione in Sardegna da ottobre 2012 a settembre 2013 (a) e rapporto tra il cumulato e la media climatologica (b). a b Figura 2: Numero di giorni piovosi da ottobre 2012 a settembre 2013 e rapporto tra il cumulato e la media climatologica. 6/89

7 Figura 3: Cumulato di precipitazione in Sardegna da ottobre 2012 ad aprile 2013 e rapporto tra il cumulato e la media climatologica. Figura 4: Cumulato di precipitazione in Sardegna nel periodo ottobre-settembre, dal 1874 al Indice Tendenza 2 1 indice anno 7/89

8 Figura 5: Numero di giorni piovosi in Sardegna nel periodo ottobre-settembre, dal 1932 al Indice Tendenza 2 1 indice anno La neve (figura 6) ha interessato in maniera estesa solo le zone di montagna. Su queste zone il manto nevoso è stato compatto per numero di giorni compreso tra 1 e 10; fanno eccezione le sole cime del Gennargentu che hanno avuto tra i 20 e i 50 giorni con copertura nevosa. Figura 6: Numero di giorni con copertura nevosa sulla base delle informazioni estratte dalle immagini del satellite MSG: quadrimestre dicembre-marzo. 8/89

9 2.2. Precipitazioni mensili e stagionali La distribuzione spaziale del cumulato mensile di precipitazione di ottobre 2012 (figura 7) è stata molto disomogenea tra le diverse aree dell'isola, anche confrontando stazioni vicine. Ciò è dovuto al carattere prevalentemente convettivo delle piogge di questo mese. I cumulati mensili più alti sono stati quelli del Logudoro, del Marghine, della Planargia, del Montiferru e della Barbagia, con valori sino ai 200 mm. Risultano di poco inferiori le piogge della Gallura che hanno superato i 150 mm. I valori più bassi, infine, si sono avuti sulla costa orientale, tra i 30 mm ed i 50 mm. Conseguentemente anche il rapporto tra il cumulato mensile e la media climatica è estremamente disomogeneo e decresce da più di 2 nelle aree con maggiori precipitazioni a circa 0.5 in quelle meno piovose. Il numero di giorni piovosi va da 5-6 della Sardegna meridionale, lievemente inferiore alla media climatologica, a circa 10 della Sardegna centrale e settentrionale. Figura 7: Precipitazioni del mese di ottobre Sulla costa orientale e sulle province meridionali della Sardegna, i cumulati di precipitazione di novembre sono stati tra i 50 mm e i 70 mm (figura 8). Sul resto dell Isola le piogge hanno superato gli 80 mm, arrivando sino a 130 mm in Alta Gallura e a 160 mm su Montiferru e Marghine. Quasi ovunque tratta di valori in linea con la media mensile, tranne che sulla Gallura e sulla Costa occidentale della Sardegna i cui cumulati risultano decisamente superiori alla media. Le piogge si sono distribuite su un numero di giorni che va da 6-7 sulla costa occidentale sino a 12 su Montiferru e Marghine. Si tratta di valori in linea o di poco superiori alla media. 9/89

10 Figura 8: Precipitazioni del mese di novembre Dicembre 2012 è stato poco piovoso. I cumulati mensili hanno spaziato dai mm della Sardegna centrale, dell'iglesiente e di parte della Gallura, a meno di 20 mm della Sardegna sud-orientale (figura 9). Il confronto con i cumulati climatologici mostra che si tratta di valori corrispondenti al 60% della media per le aree più piovose, mentre scendono al 20% nella Sardegna Sud-orientale. I giorni piovosi del mese vanno da 2-3 sulla Sardegna sud-orientale a 11 sulle zone del Gennargentu e su parte della Gallura. Nel complesso le piogge dell ultimo trimestre del 2012 sono in linea con la normale climatologica ; ciò sta a indicare che il surplus di precipitazioni di ottobre ha compensato il deficit di precipitazioni di dicembre. Come si può osservare dalla figura 10, dall inizio del nuovo secolo le piogge di questo trimestre mostrano un alternanza di annate molto piovose e di annate in linea con la media o di poco inferiori. 10/89

11 Figura 9: Precipitazioni del mese di dicembre Figura 10: Cumulato di precipitazione in Sardegna nel periodo ottobre-dicembre, dal 1932 al indice tendenza indice anno Le precipitazioni di gennaio 2013 hanno interessato la Sardegna in maniera molto diversa tra il Nord- Ovest, su cui sono state eccezionalmente abbondanti, e il Sud-Est, sul quale sono state scarse (figura 11). I cumulati di precipitazioni di Baronia, Ogliastra e Sarrabus sono stati inferiori a 50 mm, mentre quelli 11/89

12 del resto della Sardegna orientale e meridionale risultano tra i 50 mm e i 100 mm. Per contro i cumulati della parte centro-occidentale e nordoccidentale e dell Isola hanno superato i 100 mm, con valori superiori a 150 mm e punte di oltre 200 mm tra Logudoro, Meilogu, Planargia e Marghine. Questi valori si sono distribuiti su un numero di giorni che va dai 5-6 della costa centro-orientale sino gli oltre 15 giorni dei versanti occidentali dell Isola. Sulla Sardegna centrale e occidentale questi cumulati risultano superiori alla media climatologica anche sino al triplo (nel Sassarese). Sulla Sardegna orientale e meridionale, invece, si tratta di valori in linea o inferiori alla media climatologica Considerazioni simili possono essere fatte per il confronto tra il numero di giorni piovosi e la media. Gran parte delle piogge si è distribuito tra la seconda e la terza decade del mese, mentre nella prima le precipitazioni sono state molto limitate. È interessante rilevare che il campo di precipitazione della seconda e della terza decade è molto simile, sia come struttura spaziale sia come valori. In ambo i casi, infatti, le piogge mostrano un netto andamento decrescente da nord-ovest a sud-est con cumulati che hanno superato i 150 mm su alcune parti del Nord-Ovest dell Isola. Figura 11: Precipitazioni del mese di gennaio Come nel precedente, i cumulati mensili di pioggia di febbraio sono stati scarsi sulla Sardegna Sudorientale e molto abbondanti su quella occidentale (figura 12). Essi, infatti, spaziavano dai mm della costa sud-orientale, che corrispondono a meno dell 80% della media climatica, ai 140 mm dell'iglesiente e della Gallura settentrionale (corrispondenti a circa il doppio della media), per arrivare ai 12/89

13 200 mm circa della Sardegna centrale e dell'alto Oristanese (corrispondenti a circa 3 volte la media climatica). Una distribuzione spaziale simile si è avuta per il numero di giorni di pioggia: meno di 10 sulla costa sudorientale (corrispondente a circa 1.5 volte la media); circa 15 sulla Sardegna centrale (circa il doppio della media); sulla Sardegna Nord-occidentale (corrispondente a circa 2.5 volte la media). La stessa distribuzione spaziale dei cumulati, con piogge meno abbondanti sul settore Sud-orientale, si è mantenuta in ciascuna delle tre decadi del mese che hanno contribuito in modo quasi uguale al cumulato mensile. Figura 12: Precipitazioni del mese di febbraio Il mese di marzo è stato caratterizzato da abbondanti precipitazioni su tutta l Isola (figura 13). Ovunque sono stati superati gli mm, ma su diverse zone è stato registrato molto di più: su parte della Gallura si sono registrati circa 180 mm, corrispondenti a 2.5 volte la media climatologica; sul Montiferru si sono totalizzati circa 200 mm, corrispondenti a 2.6 volte la media climatica; nella zona del Gennargentu si sono raggiunti circa 250 mm, quasi 3 volte la media climatica. In questo mese si è interrotto anche il periodo secco sulla costa sud-orientale che durava tutto l'autunno e l'inverno. Le piogge hanno interessato tutte e tre le decadi del mese: più abbondanti nella prima decade e più contenute nell ultima; il settore orientale, in particolare, ha mostrato le maggiori differenze tra la prima e la terza decade. Il numero di giorni piovosi è compreso quasi ovunque tra 12 e 18, salvo la costa orientale dove ne sono stati totalizzati circa 10. Anche questi dati vanno da 1.5 a 2 volte la media climatica. 13/89

14 Figura 13: Precipitazioni del mese di marzo Le piogge di aprile hanno interessato in primo luogo una fascia vasta centrale estesa dalle Barbagia sino alla Gallura e all Anglona, con precipitazioni comprese tra 60 mm e 100 mm (figura 14). Nel resto dell Isola si osservano cumulati di pioggia progressivamente decrescenti dal centro alle coste, sino a valori inferiori a 40 mm su Sarrabus, Basso Campidano e parte del Sulcis-Iglesiente. Nella Sardegna centrosettentrionale queste piogge risultano in linea o superiori alla climatologia sino 1.5 volte quel valore. Nel Sud dell Isola, invece, le piogge risultano leggermente deficitarie. Gli eventi si sono distribuiti su un numero di giorni compreso tra 8 e 12, in linea o poco al di sopra della media stagionale. 14/89

15 Figura 14: Precipitazioni del mese di aprile Figura 15: Cumulato di precipitazione in Sardegna nel periodo gennaio-aprile dal 1932 al indice tendenza indice q anno Complessivamente le piogge del quadrimestre gennaio-aprile sono state superiori alla media. Il confronto con gli ultimi ottanta anni (figura 15) mostra che si è trattato del cumulato più elevato dal L esame della variabilità di lungo periodo mostra tre fasi ben distinte: un sessantennio ( ) caratterizzato da un alternanza di stagioni secche e piovose, senza apparenti trend; poco più di un 15/89

16 decennio ( ) con precipitazioni progressivamente decrescenti, culminate nel gennaio-aprile 2001 che è stato il più secco in assoluto; l ultimo periodo, iniziato nel 2002, che ha visto le piogge del quadrimestre crescere progressivamente sino al Le precipitazioni di maggio mostrano un chiaro andamento crescente da sud a nord-ovest (figura 16). Lungo la costa meridionale, infatti, si sono registrate piogge inferiori a 20 mm; nel resto della Sardegna meridionale e lungo tutta la costa orientale le piogge risultano comprese tra 20 mm e 40 mm; nel Nord- Ovest dell Isola le precipitazioni hanno superato i 40 mm, con punte sino ad oltre 80 mm nel Logudoro e nella Barbagia di Ollolai. Al centro e nel Nord-Ovest della Sardegna i valori di precipitazione risultano superiori alla media , arrivando quasi al doppio della media. Lungo la costa orientale e nella Sardegna meridionale le piogge sono state deficitarie, raggiungendo valori sino alla metà della media climatologica. Le piogge si sono distribuite su un numero di giorni che va da 4 (sulla Sardegna meridionale) a 14 (sul Nord-Ovest). Nella parte meridionale dell Isola il numero di giorni piovosi è in linea con la media; nel centro-nord è piovuto più spesso della media, con una frequenza che, nelle province di Sassari e di Olbia-Tempio, va dal doppio al triplo della media climatologica. Figura 16: Precipitazioni del mese di maggio Giugno 2013 è stato un mese secco. I cumulati mensili sono stati quasi ovunque inferiori a 10 mm, corrispondenti a meno della metà delle medie climatologiche (figura 17). Sul Gennargentu e nelle aree circostanti, nonché su parte dell Iglesiente sono stati registrati cumulati compresi tra 10 mm e 20 mm, anche in questo caso al di sotto della climatologia. Le precipitazioni si sono concentrate prevalentemente 16/89

17 nella prima decade del mese. Altrettanto basso è stato il numero di giorni piovosi: quasi ovunque infatti si sono avuti 1 o 2 giorni, anche in questo caso equivalenti a circa la metà della climatologia. Figura 17: Precipitazioni del mese di giugno Nella parte centrale del mese di luglio le zone interne della Sardegna sono state interessate da rovesci e temporali. Il carattere esclusivamente convettivo della precipitazione di questo mese ha avuto come conseguenza una distribuzione spaziale estremamente disomogenea: in molte località, soprattutto costiere, i cumulati mensili sono stati nulli, mentre in altre hanno raggiunto valori notevoli, come a Giave con 96.8 mm che corrispondono a circa 10 volte la media climatica, Villanova Strisaili con 88.6 mm pari a quasi 7 volte la media, Orani con 72.0 mm corrispondenti a 19 volte la media e Sadali con 65.4 mm pari a circa 3.6 volte la media. I cumulati più alti sono stati quelli dei rilievi, in particolare del Gennargentu, del Marghine e del Goceano (figura 18). Le piogge si sono concentrate nelle prime due decadi del mese. L estrema disomogeneità spaziale si osserva anche nel numero di giorni piovosi: in molte località, in prevalenza costiere, sono stati zero; in altre sono arrivati sino a 6 o 7. 17/89

18 Figura 18: Precipitazioni del mese di luglio Per effetto dei numerosi temporali estivi che hanno interessato l Isola nel mese di agosto, il campo di precipitazione presenta tre elementi salienti: A) un insieme di massimi tra i 40 mm e i 60 mm, distribuiti in maniera irregolare sul territorio regionale; B) vaste aree a ridosso dei massimi con valori tra i 20 mm e i 40 mm; C) altre aree con cumulati inferiori ai 20 mm. Come sempre accade d estate, il confronto numerico con la media climatologica di agosto è poco significativa; da un punto di vista qualitativo, si può osservare che le piogge del mese sono in accordo con quelle tipiche di un agosto piovoso (figura 19). Il numero di giorni piovosi del mese va da 0-1 nelle fasce costiere, sino a 4 nelle zone di montagna della metà orientale dell Isola. Si tratta di valori sostanzialmente in linea con la climatologia Come nei due mesi precedenti, anche le precipitazioni totale di settembre mostrano una distribuzione molto irregolare all interno del territorio regionale, in conseguenza del fatto che sono state determinate da eventi temporaleschi di tipo sparso (figura 20). I cumulati risultano in prevalenza compresi tra i 20 mm e i 60 mm. Valori superiori a 60 mm, con punte oltre i 100 mm, si sono avuti in Gallura, in Ogliastra e nel Sulcis. Come prevedibile, anche il confronto col clima risulta molto diverso da una parte all altra dell Isola, con zone caratterizzate da piogge sotto la media alternate a zone con piogge superiori alla media distribuite in maniera molto irregolare. Il numero di giorni piovosi va da 3 a 9, generalmente in linea con la media climatologica. Gran parte delle piogge si è concentrato nella prima decade, mentre sono state quasi assenti nelle altre due, con la sola eccezione di un evento interessante in Gallura occorso durante la terza decade. 18/89

19 Figura 19: Precipitazioni del mese di agosto Figura 20: Precipitazioni del mese di settembre Nel complesso le piogge di maggio-settembre (figura 21) risultano in linea con la media trentennale del Tuttavia, mentre nella seconda parte del XX secolo le piogge di questo periodo sembravano 19/89

20 essere caratterizzate da un lieve trend crescente, dall inizio del XXI secolo non si osserva più alcun trend. Figura 21: Cumulato di precipitazione in Sardegna nel periodo maggio-settembre dal 1932 al indice tendenza indice anno 2.3. Precipitazioni giornaliere Le figura mostrano l accumulo progressivo delle precipitazioni da ottobre 2012 a settembre 2013 in sei stazioni campione di diverse aree della Sardegna, confrontate con l andamento tipico del Nella stazione di Decimomannu, rappresentativa del Cagliaritano, l accumulo delle piogge è rimasto in linea col clima per l intero periodo ottobre-settembre. Nelle stazioni della Sardegna Nord-occidentale e centrale (Olmedo, Palmas Arborea e Sadali) l accumulo delle piogge è stato in linea col clima sino al mese di gennaio, poi le abbondanti piogge di febbraio-aprile hanno portato l accumulo sino all 80 o 95 percentile; su tali livelli esse sono rimaste sino alla fine di settembre. Ad Orosei, rappresentativa della costa orientale, le piogge sono state deficitarie nel corso dell intera annata e solo la presenza di un singolo evento importante (93.4 mm tra l 1 e il 2 marzo) ha impedito che il bilancio complessivo risultasse ancora più critico. Infine a Luras, rappresentativa della Gallura, le piogge sono state sempre sovrabbondanti, sia per la presenza di eventi particolari, sia per un abbondanza di eventi piovosi tra ottobre 2012 e maggio /89

21 Figura 22: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Olmedo. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) Figura 23: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Luras. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) 21/89

22 Figura 24: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Orosei. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) Figura 25: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Palmas Arborea. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) 22/89

23 Figura 26: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Sadali. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) Figura. 27: Piogge giornaliere e cumulate - Stazione di Decimomannu. Piogge giornaliere (mm) Piogge giornaliere Piogge cumulate percentile 80 percentile Mediana 20 percentile 5 percentile Piogge cumulate ott-12 nov-12 dic-12 gen-13 feb-13 mar-13 apr-13 mag-13 giu-13 lug-13 ago-13 set Cumulati di pioggia (mm) 23/89

24 3. ANALISI DELLE TEMPERATURE 3.1. Temperature medie annuali La media delle temperature massime dell annata (figura 28a) sta al di sopra dei 20 C su tutte le aree costiere, nelle pianure e nelle vallate dell entroterra; all interno di queste zone, i valori risultano a loro volta più elevati nel Campidano e sulla costa orientale dell Isola. Nelle aree collinari le medie delle massime risultano tra i 16 C e i 20 C, mentre nelle zone di montagna le minime sono inferiori ai 15 C, con limiti inferiori intorno a 10 C sulle cime del Gennargentu e del Limbara. Le temperature risultano entro ±0.3 C dalla media periodo di riferimento ( ) lungo le coste, nelle pianure e nelle aree collinari; la presenza di un lieve effetto est-ovest fa sì che la costa occidentale dell Isola risulti lievemente più calda della media, mentre il resto della Sardegna risulta lievemente più fredda della media. Il confronto col risulta invece negativo nelle aree di montagna, sulle quali le anomalie di temperatura massima risultano tra -0.3 C e -0.6 C oppure tra -0.6 C e -1.0 C, come è il caso del Gennargentu (figura 28b). Figura 28: Media annuale delle temperature massime (a) ed anomalia rispetto alla media (b). a b Le medie delle temperature minime (figura 29a) mostrano l effetto combinato della quota e della distanza dal mare. Sul Gennargentu le medie delle temperature minime vanno da 1 C a 4 C; nelle aree collinari e nelle pianure interne le minime dell anno vanno da 5 C a 12 C; lungo le coste le medie delle minime sono superiori ai 12 C, con un limite superiore intorno ai 15 C nella costa Sud-occidentale. Rispetto al periodo , le minime di ottobre-settembre (figura 29b) risultano entro ±0.3 C dalla media con un leggero effetto decrescente con la quota, per cui le zone pedemontane e montane risultano lievemente più fredde della media mentre le aree pianeggianti risultano lievemente più calde della media. 24/89

25 La figura 30 mostra l anomalia media di temperatura massima del rispetto alla normale climatologica , confrontata coi 140 anni precedenti 2. L analisi ultrasecolare conferma che il è stato più caldo della media, ma tale anomalia è in accordo col trend del riscaldamento globale che in Sardegna dall inizio del XXI secolo si è assestato intorno a C. Figura 29: Media annuale delle temperature minime (a) ed anomalia rispetto alla media (b). a b 2 Per ragioni tecniche il confronto con gli ultimi 140 anni precedenti si limita alla temperatura massima. 25/89

26 Figura 30: Anomalia delle temperature massime della Sardegna dal 1880 al ,0 1,5 Tmax Tendenza 1,0 0,5 0,0 C -0, ,0-1,5-2,0 anno 3.2. Temperature medie dei singoli mesi La media mensile delle temperature minime di ottobre 2012 spazia tra i 5 C della sommità del Gennargentu e i 15 C delle coste meridionali dell'isola. Le anomalie, positive, risultano comprese tra +0.5 C e +1 C quasi ovunque. La media mensile delle temperature massime spazia tra i 15 C della cima del Gennargentu ed i 25 C delle pianure dell'interno. Anche in questo caso le anomalie sono positive e comprese tra +0.5 C e +1 C quasi ovunque. Il mese di novembre è stato eccezionalmente caldo. Le medie delle temperature massime vanno dai 12 C del Gennargentu, ai 18 C delle zone costiere, sino ai 20 C del Medio e Basso Campidano. Le medie delle minime sono state sui 4-6 C nelle zone di montagna, tra gli 8 C e i 12 C nelle colline e nelle pianure e superano i 12 C sulla costa occidentale e sulla costa meridionale della Sardegna. Si tratta di valori notevolmente superiori alla media, con anomalie tra +1 e +2 C sulla parte centrale ed occidentale dell Isola e superiori a +2 C (nei soli valori minimi) sul Sulcis-Iglesiente. La media mensile delle temperature massime di dicembre spazia dai 6 C della sommità del Gennargentu ai 15 C delle zone costiere e delle pianure. Il confronto con la media climatologica indica anomalie di circa +0.5 C. La media mensile delle temperature minime spazia dai -2 C della sommità del Gennargentu ai 10 C circa delle zone costiere. Questi valori sono lievemente inferiori alla media storica con anomalie tra 0 C e -1 C. Le temperature minime di gennaio 2013 vanno dagli 0 C del Gennargentu agli 8 C della costa centromeridionale della Sardegna. Le massime del mese vanno dagli 8 C delle aree montuose del Gennargentu e del Marghine-Goceano, sino ai 5 C del Campidano e di alcune fasce costiere. Si tratta di valori in linea con la media storica /89

27 Le temperature della prima decade risultano più elevate, rispetto alle due decadi successive. Ciò è particolarmente evidente nei valori massimi per i quali la differenza tra la media delle prima decade e la media della seconda è di circa 2 C. La media mensile delle temperature minime di febbraio spazia dai -6 C della sommità del Gennargentu ai +6 C delle coste meridionali (figura 31a). In questo caso le anomalie sono intorno a -1 C quasi ovunque. La media mensile delle temperature massime spazia dai +2 C circa della sommità del Gennargentu ai +14 C delle coste sud-orientali dell Isola. Il confronto con la media climatologica del periodo mostra anomalie comprese tra -1 e -2 C su quasi tutta la Sardegna. Osservando le medie delle tre decadi del mese si osserva che durante la prima decade sia le temperature minime che quelle massime risultavano lievemente più alte delle altre due di circa 2 C. La media mensile delle temperature minime di marzo varia dagli 0 C circa del Gennargentu ai 10 C circa delle coste meridionali dell Isola. Dal confronto con le medie climatologiche risultano anomalie positive tra +1 e +2 C su quasi tutta la Sardegna. La media mensile delle temperature massime è compresa tra 6 C circa del Gennargentu e 17 C circa del Campidano e delle zone costiere orientali e meridionali. In questo caso invece il confronto con la climatologia mostra anomalie negative intorno a -1 C su gran parte dell Isola. Osservando le temperature mediate su ciascuna decade del mese si vede che la seconda decade presenta valori più bassi, sia nelle minime che nelle massime. Le medie delle temperature minime di aprile vanno dai 2 C del Gennargentu ai circa 14 C della costa meridionale e delle isole di San Pietro e Sant Antioco. Le massime, invece, sono comprese tra i 15 C delle zone di montagna (Gennargentu e monti del Marghine-Goceano) e i 20 C del Campidano. Sia le minime sia le massime risultano leggermente superiori alla media. La media della temperatura massima di maggio ha superato i 20 C su gran parte della Sardegna, in particolare le pianure, le aree costiere e i fondovalle; in maniera analoga la media della temperatura minima di quei territori non è scesa sotto i 10 C. Nel Campidano e sulla costa orientale dell Isola, le medie delle massime risultano anche superiori ai 22 C. Nelle aree di montagna sia le massime sia le minime sono state più basse: le medie delle massime risultano tra i 12 C e i 16 C; le medie delle minime tra i 2 C e gli 8 C. Si tratta di valori eccezionalmente bassi per il mese di maggio, in particolare per quel che riguarda le temperature massime le cui anomalie medie sono state intorno a -3 C nel Nord-Ovest dell Isola e -1/-2 C nel resto del territorio regionale. Le tre decadi del mese mostrano un andamento decrescente in entrambi i valori di temperatura. Le medie mensili delle temperature minime di giugno spaziano dai 2 C circa della sommità del Gennargentu ai 18 C delle zone costiere meridionali. I valori risultano decisamente sotto media, con anomalie intorno a -2 C su gran parte dell Isola. Le medie mensili delle temperature massime spaziano dai 18 C della sommità del Gennargentu ai 28 C del medio Campidano e di qualche altra pianura dell'interno. Anche questi valori sono sotto media con anomalie di circa -2 C quasi ovunque. La seconda decade è stata la più calda, a causa dell'anticiclone nordafricano, con circa 2 C in più della terza e circa 4 C in più rispetto alla prima decade. 27/89

28 Le medie mensili delle temperature minime di luglio vanno dai 5 C circa della sommità del Gennargentu ai 22 C circa delle zone costiere meridionali dell Isola (figura 31b). Il confronto con la climatologia indica valori molto prossimi alla media. Nella prima decade i valori sono stati lievemente più bassi delle altre due. Le medie mensili delle temperature massime spaziano dai 22 C della cima del Gennargentu ai 35 C del medio Campidano. Anche questi valori risultano molto prossimi alla media climatologica quasi ovunque, salvo anomalie positive sulle coste occidentali e negative sul Gennargentu, queste ultime per la frequente nuvolosità pomeridiana in montagna. La seconda decade presentava valori lievemente più alti (di 1 C circa) delle altre due. Le temperature massime di agosto vanno dai C delle zone di montagna, ai C delle aree collinari interne e delle fasce costiere, sino ai C dell Interno della Sardegna, cioè il Campidano, l Iglesiente, la Valle del Tirso, la Piana di Ottana ed altre zone interne. Nella metà orientale della Sardegna questi valori risultano di poco superiori alla media climatologica; nella metà occidentale dell Isola, invece, l anomalia rispetto alla media è di circa +1 C. Le temperature minime del mese, invece, vanno dai C delle zone di montagna ai C dell intera fascia costiera centro-meridionale dell Isola. In questo caso si è trattato di valori sostanzialmente in linea con la climatologia. Le medie delle temperature massime di settembre vanno dai C delle aree di montagna sino ai C del Medio Campidano. Le minime vanno dai quasi 10 C del Gennargentu sino ai C delle zone costiere. Ambo i valori risultano in linea con le medie climatologiche Figura 31: Media delle temperature minime del mese più freddo (febbraio 2013) (a) e delle temperature massime del mese più caldo (agosto 2013) (b). a b 28/89

29 3.3. Indicatori di condizioni termiche particolari L analisi delle temperature estreme è effettuata attraverso l elaborazione di indici proposti dal CCL/CLIVAR Working Group on Climate Change Detection, basati sui valori minimi e massimi giornalieri, i giorni di gelo, le notti tropicali e i giorni estivi. Attraverso i dati a scala oraria si è inoltre compiuta una valutazione di maggior dettaglio basata sulla permanenza delle temperature orarie rispetto ad alcune soglie critiche, evidenziando i periodi con le maggiori anomalie Giorni di gelo I giorni di gelo sono le giornate con temperatura minima inferiore a 0 C. Essi sono un indicatore dell incidenza delle gelate nell arco dell annata. L analisi dell annata (figura 32) viene svolta su tutte le stazioni dell ARPAS, mentre l analisi della variabilità secolare (figura 35) viene svolta sulle sole stazioni che registrano un numero medio di 4 gelate per anno maggiore o uguale a quattro. La figura 32 mostra il numero di giorni di gelo dell annata. Si possono osservare valori tra i 35 e i 90 nella stazioni di montagna, valori tra i 10 e i 30 circa nelle stazioni collinari e di fondovalle, e valori sino a 10 in pianura o vicino alle coste. Nel bilancio dei giorni di gelo, oltre all effetto quota, è preponderante anche l effetto fondovalle. In molti fondovalle o in aree pianeggianti, infatti, si hanno spesso marcate diminuzioni di temperatura dovute all inversione termica notturna che è legata al raffreddamento radiativo tipico delle notti con cielo limpido e assenza di vento. Figura 32: Numero di giorni di gelo (Tmin < 0 C) registrati nell annata GAVOI VILLANOVA STRISAILI ILLORAI SADALI ARITZO BENETUTTI ORANI BITTI OLIENA DORGALI MOBILE MACOMER CHIARAMONTI DORGALI LANAITTO ATZARA BERCHIDDA OROSEI OLMEDO SCANO DI MONTIFERRO DORGALI FILITTA SINISCOLA DOLIANOVA GUASILA MURAVERA SARDARA MILIS VILLACIDRO AGLIENTU VALLEDORIA PUTIFIGARI SORSO Giorni gelo /89

30 L analisi della variabilità di lungo periodo non mostra dei veri e propri trend, né prendendo singolarmente le due stazioni campione nel periodo (figure 33-34) né esaminando la Sardegna nel suo complesso nel periodo (figura 35) 3. La figura 35, in particolare, mostra per ogni annata la media del rapporto tra il numero di giorni di gelo e la media del Il valore 1, dunque, indica un annata in linea con la media ; i valori sopra 1 indicano annate con più giorni di gelo rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni rispetto alla media. È interessante notare che l eccezionale ondata di freddo del febbraio 2012 è durata solo 15 giorni e, dunque, ha pesato solo in parte sul bilancio del 2011 (cioè quello relativo al novembre 2011 aprile 2012) che è stato invece dominato dai valori elevati del resto del periodo. Figura 33: Numero di giorni di gelo registrati nella stazione di Olmedo nelle annate recenti a partire da quella Numero di giorni di gelo I dati del periodo sono poco affidabili per questo tipo di analisi e devono quindi essere presi con cautela. 30/89

31 Figura 34: Numero di giorni di gelo registrati nella stazione di Dolianova nelle annate recenti a partire da quella Numero di giorni di gelo Figura 35: Percentuale del numero di giorni di gelo: numero di giorni con temperatura minima < 0 C da novembre ad aprile tra il 1929 e il 2012 (rispetto alla media ). Il valore 1 indica i valori nella media del periodo ,0 2,5 Fraz. Eventi Probabilità 2,0 indice 1,5 1, ,5 0,0 anno Correzione delle Tmin per il cambio di strumento: +0.8 C 31/89

32 3.3.2 Notti tropicali Le notti tropicali sono definite come le giornate con temperatura minima maggiore o uguale a 20 C. Questo indicatore serve ad evidenziare la maggiore o minore frequenza tra un anno e l altro di giornate caratterizzate da un modesto raffreddamento notturno. La figura 36 mostra il numero di notti tropicali dell annata. Il numero più elevato di eventi si osserva nelle zone costiere del Sud della Sardegna con oltre 45 eventi. Un numero di valori compreso tra 20 e 30 si rileva nelle altre aree costiere e nelle pianure. Decisamente modesto è invece il numero di notti tropicali nelle aree collinari e montane. La variabilità nelle due stazioni campione, Olmedo e Dolianova, è riportata nelle figure è non rileva trend significativi nel periodo La figura 39 mostra per ogni annata la media del rapporto tra il numero di notti tropicali e la media del Il valore 1 indicata un annata in linea con la normale climatologica ; i valori sopra 1 indicano annate con più giorni di gelo rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni della norma. La variabilità secolare permette di rilevare un aumento marcato delle notti tropicali nel periodo che va dalla metà degli anni 80 al 2003, ed un notevole numero di anni con notti tropicali nel decennio successivo. I questo contesto il 2013 appare come il terzo con più notti tropicali tra gli anni recenti, dopo il 2003 e il MURAVERA DOMUS DE MARIA PUTIFIGARI SASSARI S.A.R. VALLEDORIA SARDARA OROSEI GONNOSFANADIGA AGLIENTU SINISCOLA BITTI BERCHIDDA ARITZO OLIENA DOLIANOVA SIURGUS - DONIGALA OLMEDO MACOMER BONNANARO ILLORAI SADALI ATZARA CHIARAMONTI GAVOI ORANI CHILIVANI (UCEA) BENETUTTI Figura 36: Numero di notti tropicali (Tmin 20 C) registrate nell estate Notti tropicali I dati del decennio 1940 sono poco affidabili per questo tipo di analisi per cui devono essere presi con cautela. 32/89

33 Figura 37: Numero di notti tropicali registrate nella stazione di Olmedo nelle annate recenti a partire da quella Numero di notti tropicali ND ND ND ND: dato non disponibile. 33/89

34 Figura 38: Numero di notti tropicali registrate nella stazione di Dolianova nelle annate recenti a partire da quella Numero di notti tropicali ND ND ND ND: dato non disponibile. Figura 39: Percentuale del numero di notti tropicali: giorni con temperatura minima 20 C da aprile a ottobre tra il 1929 e il 2013 (rispetto alla media ). 2,5 2,0 Fraz. eventi Probabilità 1,5 indice 1, ,5 0,0 anno Il valore 1 indica i valori nella media del periodo /89

35 3.3.3 Giornate estive Le giornate estive sono le giornate con temperature maggiori o uguali a 30 C. Tale indicatore permette di evidenziare la maggiore o minore presenza di estremi di temperatura massima nell arco dell annata. Le giornate estive del 2013 (figura 40) sono state superiori ai 60 nelle zone interne e in alcune località del Sud dell Isola. Lungo le coste, per effetto della vicinanza al mare, e nelle aree pedemontane, per effetto della quota, le giornate estive stanno tra le 30 e poco più di 50. Nelle zone di montagna, infine, risultano tra 10 e 20. Se confrontati con gli ultimi 15 anni (figure 41-42), i valori delle due stazioni di riferimento, cioè Olmedo e Dolianova, non risultano particolarmente significative. La figura 43 mostra per ogni annata la media del rapporto tra il numero di giornate estive e la media del Il valore 1 indicata un annata in linea con la normale climatologica ; i valori sopra 1 indicano annate con più giorni di gelo rispetto alla media; i valori tra 0 e 1 indicano le annate con meno giorni della norma. Il confronto complessivo di lungo periodo, dunque, conferma il trend crescente di questo indicatore climatologico, in accordo con la teoria del riscaldamento globale. Il valore di sintesi del 2013 mostra che in Sardegna il numero delle giornate estive di quest anno è stato superiore del 25% rispetto alla media calcolata sul trentennio GONNOSFANADIGA ORANI OLIENA CHILIVANI (UCEA) BENETUTTI DOMUS DE MARIA BERCHIDDA CHIARAMONTI BONNANARO OLMEDO DOLIANOVA SARDARA SIURGUS - DONIGALA SINISCOLA ATZARA OROSEI AGLIENTU PUTIFIGARI MURAVERA VALLEDORIA MACOMER SASSARI S.A.R. SADALI GAVOI BITTI ARITZO ILLORAI Figura 40: Numero di giornate estive (Tmax 30 C) registrate nell anno Giornate estive /89

36 Figura 41: Numero di giornate estive registrate nella stazione di Olmedo nelle annate recenti a partire da quella Numero di giornate estive ND ND ND: dato non disponibile. Figura 42: Numero di giornate estive registrate nella stazione di Dolianova nelle annate recenti a partire da quella Numero di giornate estive /89

37 Figura 43: Percentuale del numero di giornate estive (rispetto alla media ): numero di giornate con temperatura massima 30 C da aprile a ottobre tra il 1929 e il ,0 Fraz. eventi Probabilità 1,5 1,0 indice ,5 0,0 anno Il valore 1 indica i valori nella media del periodo Temperature critiche e permanenza delle temperature orarie Il regime termico è stato analizzato anche attraverso la permanenza delle temperature orarie rispetto ad alcune soglie critiche. La durata dell esposizione a condizioni termiche critiche rappresenta infatti un importante causa di stress sugli organismi animali e vegetali. L analisi della stagione invernale mette in evidenza come in particolare nel mese di febbraio vi sia stata una persistenza di condizioni potenzialmente critiche sensibilmente superiore alla norma. La tabella 1 mostra come nel corso del mese nella maggior parte delle stazioni della rete ARPAS si siano raggiunte temperature negative, fino a superare i -10 C nelle stazioni di Gavoi e Illorai. L analisi del numero totale di ore con valori termici orari sotto le soglie di 0, -3, -5 C mostra nella maggior parte delle stazioni una persistenza delle condizioni critiche generalmente superiore rispetto agli anni recenti, in particolare rispetto alla soglia di 0 C. Di particolare rilievo le 32 ore complessive sotto i -5 C registrate nella stazione di Gavoi (833 m s.l.m.), 8 delle quali nello stesso giorno. 37/89

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