Le Avventure di Philippe Gratin

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1 Le Avventure di Philippe Gratin Philippe Gratin detto PG è il più grande ladro di opere d arte rubate del mondo. Agisce per amore dell arte; quando un capolavoro sparisce lui interviene: si mette sulle tracce dei malfattori, persone all apparenza rispettabili, abilmente si introduce nelle loro case, recupera gli oggetti rubati e li restituisce ai musei. Dalle casseforti ben fornite dei collezionisti disonesti preleva solo il denaro sufficiente a finanziare le sue imprese. Non un soldo in più. A causa di questo strano modo di agire è ricercato dalla polizia di tutto il mondo, mentre i direttori dei più importanti musei del pianeta non esitano a ricorrere ai suoi servizi discreti e gratuiti, quando la polizia non sa che pesci pigliare. PG vive a Parigi in un lussuoso appartamento sul retro di un lavasecco a gettoni.

2 Renzo Mosca cambia canale illustrato da Fabio Magnasciutti 2001 Edizioni Lapis Tutti i diritti riservati Seconda edizione: aprile 2006 Edizioni Lapis Via Francesco Ferrara, Roma tel: lapis@edizionilapis.it ISBN Finito di stampare nel mese di aprile 2006 presso Grafica Nappa (Aversa) Edizioni Lapis

3 I PERSONAGGI: Philippe Gratin: raffinato intenditore di opere d arte, inafferrabile ladro di capolavori rubati che lui recupera per restituirli ai musei. Priscilla: bionda, svampita, irresistibile. Ma sa rendersi utile. È l affascinante fidanzata di PG. La banda di PG: Lucien Luciern: amico fraterno di PG. I suoi Bovari del bernese, squadra di enormi ratti addestrati gli danno un sacco di soddisfazioni. Gerardino Atomix: genio scientifico del gruppo, sa tutto di fisica e computers, ma con le ragazze Hivanò Scartezzini: mente brillante, occhio d aquila, capace di decisioni fulminee. Quasi sempre giuste. Lan Pion: sarebbe una spia eccellente ed un palo insostituibile per la banda. Se solo ci vedesse almeno un pochino. Nicolao Forzarmati: due metri per centocinquantachili. Se volete farlo felice invitatelo a cena. O a una scazzottata. Mariel e Johann: nipotini olandesi di Priscilla. Jerome: squalo tigre, dodici metri di lunghezza, disturbi psichici da esaurimento nervoso. Ha un conto aperto con PG e la sua banda. Rudolph Maalander: ricchissimo e disonesto, discende da un antica famiglia di avventurieri ladri e malfattori. E si vede! Nean Der Thaal: antiquario, esperto della Real Casa d Olanda. Complice del Maalander. Christian Delerne alias mille altri nomi: ladro internazionale di gioielli e opere d arte. Socio del Maalander. Inafferrabile. Monsieur Profiterol Conte di Saint Honoré: ricco collezionista disonesto di opere d arte e nemico storico di Philippe Gratin. Otto Wafer: Direttore del Rijksmuseum, il grande Museo di Stato di Amsterdam. Scapolo senza speranza. Soffre di incubi terribili. Olof Van Der Kanal: Ispettore Capo, carattere permaloso, facile all ira. Detesta i giornalisti. Aloisius Beck: investigatore delle Assicurazioni Tulip. Tipo sveglio. Jaspers e Zampoon: vice dell Ispettore Capo. Due giganteschi pasticcioni. Clarissa: capigliatura rossa, occhiali, carina. Ingenua, si fida del suo principale, l infido Nean Der Thaal. Hieronimus Menkel: il Pifferaio Magico. Una volta almeno. Adesso, dopo qualche secolo di inattività è piuttosto imbranato. Signorina Henke: severa maestra di Johann. 4 5

4 Priscilla racconta favole e PG dà buoni consigli E poi, zia Priscilla? chiese Mariel commossa, con gli occhi sgranati e luccicanti, mentre il fratellino urlava: Che forza questo Pifferaio, si potrà fare lo stesso con le maestre della nostra città? e lottava con la sua spada a laser contro draghi immaginari sul soffitto della camera. Poi l uomo scomparve dalla città di Hamelin e nessuno più lo rivide rispose Priscilla chiudendo il grande volume illustrato. E i bambini? Non rividero mai più la mamma? e già gli occhi della piccola brillavano di pianto. Certo che la rividero. La rividero la mattina dopo, quando si svegliarono e si ritrovarono nel loro letto, nella loro cameretta. Era stato solo un incubo, un brutto sogno. Solo un sogno, piccola mia. Dormi adesso. Buonanotte. E i topi? Anche i topi sono tornati a scassinare le cantine, a svuotare i magazzini di formaggi, a mordere i gatti e a spaventare le maestre, vero? domandò il bambino pieno di speranza. Questo non si sa, Johann. Di sicuro qualche topo si salvò, bestie di una razza speciale, grandi, grossi e fortissimi. A loro la musica del Pifferaio metteva appetito, figuratevi. Ma questa è un altra storia 6 7

5 Buonanotte zia, domani ci racconti un altra fiaba? Promesso. Dormite adesso. Priscilla spense la luce, chiuse la porta e scese da basso. Alzato il ricevitore fece un numero internazionale. A Parigi, in una mansarda di Rue Lavasec con vista sull Arco di Trionfo, il telefono cominciò a squillare. Ma nessuno rispose. Era notte a Parigi. La piazza antistante il Centro Pompidou, l enorme esposizione permanente d arte contemporanea, era ancora gremita di suonatori ambulanti, giocolieri e ragazzi che come al solito fanno tardi. I turisti si attardano nei caffè e nei ristoranti aperti. Ma il grande edificio di ferro, vetro e cemento che ospita il Museo d Arte Moderna appariva buio e silenzioso, come una fabbrica chiusa per le ferie. Le note di Douce France si sono spente nell aria. Un gruppo di turisti americani mi ha applaudito con entusiasmo. Ho fatto un leggero inchino ed ho intascato le monete sparse sul velluto rosso della custodia della mia chitarra. Grazie, signore e signori! Buonanotte! ed ho riposto lo strumento. Mi sono allontanato, infilandomi nel cono buio della fiancata del Museo. Nessuno in vista. Mi sono liberato della parrucca, dei baffetti alla D Artagnan e del nasone posticcio che facevano di me un cantautore da strada. Dal sottofondo della custodia ho estratto i miei strumenti di lavoro. Dieci secondi. La porta corazzata delle scale antincendio si è aperta con un gemito. 8 Sono entrato. Salite due rampe di scale mi sono trovato davanti all ingresso del Museo d Arte Moderna: deserto, illuminato, silenzioso. Dieci secondi. Ero dentro. Il bello cominciava adesso. Avevo già disattivato il sistema d allarme dotato di telecamere a circuito chiuso, collegato al Commissariato di Polizia di rue de Rivoli, inserendo una cassetta preregistrata che mostrava l interno del Museo del tutto deserto e tranquillo. Ora camminavo verso le sale dove erano esposti capolavori dei grandi maestri del 900. Sostai davanti alla prima sala. Due minuscole spie erano accese in alto e rosseggiavano ad intermittenza: un allarme volumetrico e un rilevatore di fonti di rumore. Oltrepassando la soglia della prima sala, il semplice spostamento d aria nel locale avrebbe fatto scattare un secondo allarme nel comando di polizia. Così come il minimo rumore. Estrassi dal taschino interno del mio abito da sera un visore elettronico e lo accesi: la spia luminosa mi diede la lunghezza d onda sulla quale operavano i due antifurto. Fu un gioco ingannarli con falsi impulsi elettronici. Potevo entrare nei grandi saloni senza problemi, mettermi a ballare o cantare a squarciagola. Mi accontentai di sorridere. Ora si trattava di scegliere il quadro da portare via. Beninteso ogni opera era a sua volta protetta da diversi sistemi d allarme che non conoscevo e che avrei dovuto annientare. Ero indeciso. Un Matisse, un Picasso, un Modigliani, cosa potevo prendere? 9

6 Oppure un Salvador Dalì, con i suoi strani orologi molli che sgocciolavano dai rami degli alberi? Alla fine decisi per uno stupendo Picasso del periodo blu, un bambino con un costume da pagliaccio. Sfiorando con i miei guanti gialli la cornice scoprii i fili dei sensori. Avevo appena messo fuori uso quel rudimentale sistema di difesa quando qualcosa cominciò a vibrare nel taschino della mia giacca. Il mio telefono cellulare! Ero convinto d averlo spento. Fortunatamente avevo escluso la suoneria. Senza perdere la calma, operando con velocità e precisione, accecai le cellule fotoelettriche supplementari, tolsi il quadro dal muro, lo appoggiai delicatamente a terra, contro la parete, pescai il telefonino dalla tasca. Chi è? mormorai a voce bassa. Sono io tesoro! Perché a casa non risponde nessuno? La voce squillante di Priscilla si diffondeva per tutta la sala. Perché sto lavorando, cara. E tu non dovresti chiamarmi sul lavoro. Cosa rubi di bello questa volta? Pensavo a un Picasso del periodo blu, una vera rarità. Perfetto, lo vedo bene sulla parete bianca del salotto. La cornice com è? Un giallo brillante andrebbe benissimo. Ascolta amore mio, non possiamo mettere un Picasso rubato in salotto, non si fa! E comunque io non rubo. Io recupero opere d arte rubate e le rimetto a posto! Piuttosto, c è qualcosa che posso fare per te? Avrei bisogno di qualche bella storia. Storia? Sì, favole, leggende, belle storie da raccontare ai miei 10 nipoti prima di farli dormire. Sai, sono un po a corto Ci penso e ti richiamo, gioia mia. Baci. Chiusi la conversazione. Ripresi in mano il quadro. Le luci nella sala si accesero. Il Direttore del Museo d Arte Moderna, Monsieur Vincent e il Capo della Sorveglianza Monsieur Lardon entrarono, seguiti da alcuni uomini in uniforme. I loro visi mostravano evidenti i segni di un grande sbigottimento. Incredibile, Monsieur Gratin. Ci siete riuscito in il Direttore guardò il cronometro che aveva in mano in tre minuti esatti! E senza che nessun allarme scattasse. Un vero prodigio di abilità. Allora, cosa avete da dire? Innanzitutto vi rammento il nostro accordo. State tranquillo, signore, la Polizia non saprà mai che ci siamo rivolti a voi. Sappiamo che fra voi e loro non corre buon sangue per certe false accuse che vi hanno coinvolto in situazioni spiacevoli, così come siamo convinti della vostra innocenza e buona fede. Altrimenti non ci saremmo rivolti a voi! Ma diteci, siamo curiosi! Mi avete assunto come consulente privato perché scoprissi i difetti del vostro sistema di sicurezza. Bene, posso dire che è ottimo, Monsieur Vincent, ma presenta delle falle. Per rendere il Museo assolutamente sicuro è necessario cambiare alcune cose. Tanto per cominciare le porte antincendio si aprono con uno stuzzicadenti e la sorveglianza delle telecamere si può superare troppo facilmente 11

7 Jerome, lo squalo-tigre, arrotò i denti guardandosi intorno con aria disgustata. Aringhe, solo aringhe, nient altro che aringhe! In che razza di posto sono finito? Tutte a me succedono. Riassumendo: me ne stavo tranquillo nella mia bella piscina, in una villa di Parigi, proprietà di un certo nobile, conte di non so quali pasticcini, una faccenda fantastica, davvero! Non ci crederete, facevo la guardia ad un quadro incastonato sul fondo della piscina, niente di impegnativo, c era da mangiare a volontà e poco da lavorare. Una pacchia insomma. Poi una notte rumori, urla, gente che va e viene attorno alla mia vasca, qualcosa mi trapana il naso, un male cane, e poi giù a capofitto nelle fogne, con un gigantesco cavatappi di ferro piantato in mezzo agli occhi! E poi, e poi? Raccontala ancora, ci piace tanto! La famiglia di piccole anguille, le sue uniche amiche, lo ascoltava ad occhi spalancati. Beh, in qualche modo, rischiando di restarci secco per asfissia, arrivo alla fine delle fognature ed eccomi dalla padella alla brace: finisco dritto in un fiume con battelli illuminati e colorati su e giù e tutti a puntarmi i fari sul muso e a gridare: Aiuto, aiuto un pescecane nella Senna!. Vabbè, taglio la corda, via verso il mare. Facile, direte voi, 12 Jerome si aggira per i canali di Amsterdam uno squalo ha l istinto per queste cose. Istinto un corno. Nuota che ti nuota, non si arrivava mai, sembrava il labirinto, canali, dighe, porti e poi canali e barconi, battelli, chiuse. E come ti sei liberato di quella punta d acciaio che avevi sul naso? chiese la più piccola delle anguille. Carina. Una vera fortuna per lei, che a Jerome non piacessero le anguille. Alla fine ecco il mare. Mare? Una ghiacciaia, stretta e piena di correnti. Poco o niente da mangiare. Quattro colpi di coda e sono già dall altra parte, scogliere alte e bianche, quattro colpi di coda e rieccomi di qua, insomma un esaurimento. Per fortuna mi imbatto in un calamaro gigante. Aveva sbattuto contro un sommergibile. Una botta tremenda, da fargli perdere l orientamento. Mi chiede la strada. Aiutami a togliermi questo coso dal muso e vedrai che risolverò tutti i tuoi problemi, gli rispondo. Quello si attacca con tutte le sue braccia e gira e tira alla fine me lo stappa. Ero libero. Mi chiede la strada. Io mi guardo un poco in giro e poi Poi?!? Me lo mangio in un boccone. Così risolvo tutti i suoi problemi. Ed anche i miei visto che ero digiuno da un po. Le anguille sparirono. Tornarono dopo qualche momento, fermandosi un po più indietro. Infilo una via d acqua, un altra ed ecco, mi sono perso di nuovo. Nuota che ti nuota un mattino mi ritrovo in questo intrico di canali. Ci sto da mesi. E non sono capace di uscirne. Quella ferita sulla punta del naso ha ridotto le mie capacità di orientamento, le lenti a contatto le ho perse la famosa notte di cui vi dicevo. Posso essere leggermente nervoso? Ho un brutto carattere? Nooooo, tu un brutto carattere, quando mai?!? E adesso sono qui. Il re dei canali, lo spauracchio di 13

8 vecchiette e bambini. Vivo di elemosina, avanzi di aringhe e croste di formaggio, qualche ubriaco che cade in acqua, copertoni, biciclette, vasi di gerani e patate, patate, patate. Condite con salsa di mele. Odio le patate. Lo squalo tirò un rutto portentoso, facendo ribollire l acqua del canale come fosse una vasca ad idromassaggio. Storse la bocca con una smorfia nauseata. Ma so chi ringraziare per tutto questo

9 Bei tempi. Andati, purtroppo. Jasper Maalander, originario della città olandese di Hamelin si era arricchito rubando bestiame nel Nuovo Messico, ai tempi del glorioso West dei pistoleri e dei duelli al tramonto. Faceva anche da guida per le carovane che attraversavano le regioni popolate dai pellirossa Apaches. Salvo intascare il compenso e sparire, abbandonando i malcapitati in pieno territorio indiano. Il figlio Andreas Maalander aveva moltiplicato le fortune della famiglia ai tempi della corsa all oro. Più tardi la famiglia aveva dovuto emigrare in Sud Africa per certe truffe e conti in sospeso con la giustizia. Cose successe durante il proibizionismo, quando era vietato vendere alcolici nei bar. Le cisterne della sua ditta trasportavano whisky e birra al posto della benzina e rifornivano di nascosto i locali di mezza America. Gli affari fatti con Al Capone e altri gangster li aveva arricchiti al punto tale da permettere al nipote Bosel Maalander di comprarsi nel Transvaal, in Sud Africa, terre vaste come l Olanda, la lontana madrepatria, e concessioni perpetue per lo sfruttamento delle miniere di diamanti. Lì aveva vissuto con la sua famiglia, integrandosi con la numerosa colonia di emigranti olandesi, che da tempo vivevano in quella regione. 16 Rudolph Maalander ha ospiti nel suo palazzo Rudolph Maalander, ultimo discendente, erede del nome e della fortuna della famiglia bussò ad una porticina piuttosto malandata, guardandosi intorno per controllare che nessuno l avesse seguito. Passò nel retro di un ristorante senegalese, scese le scale, attraversò un corridoio semibuio. Nessuno. Scelse una grossa chiave da un mazzo, aprì una porta salì le scale e fu su un pianerottolo. Un montacarichi, di quelli addetti alla consegna della biancheria, lo aspettava. Entrò e premette il bottone verde. Arrivato al primo piano uscì e si trovò nell ampio ingresso di uno splendido palazzo settecentesco al centro di Amsterdam. Casa sua. Harold, il suo maggiordomo lo accolse. Prese in consegna il cappotto, il cappello, i guanti e si allontanò in silenzio. Rudolph adesso guardava i ritratti dei suoi avi con un misto di reverenza e riconoscenza. Gli avevano reso la vita comoda, eppure qualcosa gli rodeva dentro. Avevano fatto di lui un uomo rispettabile. Questo, per dirla tutta, gli stava sullo stomaco. Sognava l avventura, lui. Osservava il suo bisnonno, vestito da cacciatore di bufali, con il fucile Sharp a canna lunga, il cappello a falde larghe e lo sguardo intrepido, e si immaginava a cavallo, inseguito dai pellirosse che volevano il suo scalpo. Oppure, immobile davanti al ritratto del nonno Rudolph, riascoltava l ululato dei lupi nelle fredde terre del Klondike, nella gelida Alaska al tempo della corsa all oro, vedeva il fumo dei saloon, pieni di musica, liquori e belle donne, dove interi giacimenti d oro e fortune colossali passavano di mano in una notte, in una sola partita di poker. Poi la famiglia era diventata onesta. Ricchissimi industriali, i maggiori estrattori di diamanti del mondo, 17

10 d accordo, ma onesti. Fino a poco tempo prima, quando l azienda era passata a lui. Gli pesava quella patina di rispettabilità, gli toglieva il respiro. Sapeva cosa fare. Passò nello studio. Sprofondati in comode poltrone di cuoio, stavano Nean Der Thaal, antiquario ed esperto d arte della Real Casa d Olanda e Christian Delerne, alias Jannis Katafis, alias sei o sette altre cose, ricercato per furti d arte e di gioielli in tutto il globo. Si alzarono in segno di rispetto. Lieto di vedervi. Strette di mano. Era impossibile non notare il preziosissimo orologio d oro massiccio di Rudolph Maalander, tempestato di brillanti su tutta la cassa del quadrante, e soprattutto l anello nel quale stava incastonato un diamante grosso come una pallina da golf. Mandava lampi accecanti. Sedettero attorno al grande tavolo di mogano che campeggiava al centro della stanza. Verrò al punto. Come sapete mio padre mi ha lasciato un patrimonio inestimabile. Io stesso non so quanto possiedo. Ma la cosa a cui tengo di più è certamente la collezione di quadri dei maestri fiamminghi. Erano del nonno, grande intenditore e collezionista appassionato. La provenienza di queste splendide tele è sempre stata oggetto di discussione. Chi dice comprate sottocosto a famiglie andate in rovina, chi dice vinte al gioco, chi semplicemente rubate. Mio padre voleva restituirle, farne un museo da aprire al pubblico. Non ce l ha fatta, per fortuna. Il cielo lo ha chiamato a sé prima che mettesse in atto l insano proposito. Io non lo farò. Anzi, ho deciso di ampliare la collezione con qualcosa di speciale: la Ronda di notte di Rembrandt. Non è in vendita! l antiquario, nonché esperto d ar- 18 te della Regina aveva pigolato più che parlato. L altro si era limitato a fischiare tra i denti. Mica voglio comprarla! È finito il tempo della rispettabilità e della beneficenza. La famiglia Maalander torna alle origini. Semplicemente me la prendo e la uso per i miei interessi. Come ai bei tempi, quando l oro non c era bisogno di scavarlo, si trovava bell e pronto sulle diligenze e nelle banche! E voi mi aiuterete nell impresa. Siete i migliori nel vostro campo. Facciamo questo colpo e vi prometto che guadagnerete tanto da non sapere come spendere tutti i vostri soldi. Allora, avete qualcosa per me? Qui c è tutta la mappa dei sistemi d allarme del Museo l antiquario Nean Der Thaal aveva srotolato un fascio di fogli l ho fotocopiata direttamente nell ufficio del Direttore del Rijksmuseum. Sono di casa là. Sarà uno scherzo disattivarli. Secondo i miei calcoli dovremmo farcela in tre minuti si intromise Christian Delerne, alias Chissachi. È il tempo necessario all arrivo delle volanti di Polizia, se qualcosa dovesse andare storto. Ma andrà tutto benissimo. Rudolph Maalander osservava amorevolmente le linee colorate dei tracciati degli allarmi. Sì, andrà tutto benissimo, ne sono sicuro! 19

11 Il Direttore del Rijksmuseum, il grande Museo di Stato di Amsterdam, l Artmeister Otto Wafer aveva avuto una giornata difficile, come può essere quella in cui ti tirano giù dal letto con le uniche parole che non vorresti mai sentire: È sparita la Ronda di notte! Si era precipitato al Museo praticamente in pigiama e ciabatte e il disastro stava davanti a lui sotto forma di una immensa parete vuota e di una massiccia cornice orfana della tela. Era sparito il grande quadro che raffigurava la Compagnia degli Archibugieri del comandante Cocq, i soldati coperti di corazze lucenti e armati del lungo fucile, i portatori di lance, i suonatori di tamburi. Ed era scomparsa la misteriosa fanciulla bionda in abito bianco e oro, dall aria smarrita, circondata dai soldati. In quei giorni l ala del Museo dove era avvenuto il furto era chiusa al pubblico, per un restauro necessario alla preparazione di una grande mostra su Rembrandt. La Regina d Olanda avrebbe dovuto inaugurare la mostra davanti alle televisioni di tutto il mondo fra quindici giorni. E proprio il quadro più famoso del pittore olandese non era più al suo posto. 20 Incubo n 1 Che giornata orrenda! E adesso, dopo numerose camomille e tisane rilassanti, dormiva l Artmeister Otto Wafer. Dormiva e sognava. Un incubo terribile. La Regina d Olanda in persona veniva a visitare il Museo, tutto era pronto, fanfare, picchetto d onore, tappeto rosso. L amata sovrana scendeva dalla carrozza, lui le si faceva incontro con un inchino e in quel mentre si accorgeva d essere in mutande. Si guardava intorno sgomento, nessuno pareva farci caso, lui camminava a fianco della Regina, con le sue gambe magre e pelose frustate dal vento gelido, salivano gli scaloni, entravano nella grande sala che ospita la Ronda di notte. Sul muro l immensa parete era vuota. La Regina osservava con interesse la parete bianca, la cornice, poi passava in un altra sala. A quel punto, dopo aver ammirato altri capolavori, si avviava all uscita. Lui, sempre in mutande, l accompagnava alla carrozza. Squilli di trombe. Si chinava a baciarle la mano e lei gli sussurrava: Mancano i nasi e si allontanava. Solo allora l Artmeister si era svegliato in un mare di sudore freddo nella sua cameretta da scapolo, nel suo appartamento da scapolo nel quartiere di Solingen, il quartiere degli scapoli senza speranza. 21

12 La posta, signore. La segretaria lasciò il pacco di lettere sulla scrivania. Otto Wafer la guardò allontanarsi e chiudere la porta. Le solite seccature. Segnalazioni di guasti, luci da riparare, allarmi da mettere in ordine. Pubblicità. Si pulì accuratamente gli occhiali da miope e riprese la corrispondenza. Una busta arancione attirò la sua attenzione. Era indirizzata a lui personalmente e la scrittura era leggermente inclinata e tondeggiante, tipica scrittura femminile, pensò lui, incuriosito. L aprì con una specie di batticuore di cui si meravigliò per primo. Un biglietto. UN NASO AL GIORNO LEVA IL POLIZIOTTO DI TORNO. Rimase immobile per alcuni istanti. Non c era altro. O forse sì, qualcosa, un pezzettino di carta in un angolo della busta la rovesciò e un francobollo di stoffa volteggiò e planò sul ripiano della scrivania. Fu con orrore, con incredulità, fu con sgomento che indovinò: un frammento della tela scomparsa. Un naso accuratamente ritagliato. Urlando si era svegliato ed era caduto dalla poltrona del suo ufficio, al piano terra del Rijksmuseum, dove un colpo di sonno l aveva sorpreso davanti a rapporti della Polizia, 22 Incubo n 2 pratiche assicurative e mille altre seccature. Sulla sua scrivania stava la lettera arancione, ma conteneva solo il biglietto minatorio. Niente nasi, per ora. Respirò profondamente. La segretaria arrivò correndo. Lui si rialzò prontamente, fece segno che non era nulla, lei lo guardò preoccupata, poi si ritirò. Otto Wafer camminò lentamente fino alla finestra che dava sul Singelgracht, il grande canale che circondava il centro storico della città. Proprio davanti a lui, la via d acqua curvava verso destra, descrivendo un ampio arco. Lontano, nelle giornate limpide, si potevano ammirare le guglie del Duomo e di altre cattedrali sparse nel paesaggio urbano. Un paesaggio. Un fiume che scorreva lento, le guglie delle cattedrali, i monumenti di pietra che si riflettevano nell acqua. Un paesaggio che gli ricordava altre città, Praga, Budapest, Venezia, no, cercò di essere più preciso, quell ansa del fiume, gli alberi, le chiese, ecco che c era: Londra, Parigi! E con il nome delle città francese si ricordò quello di una persona ben precisa. E subito seppe cosa doveva fare. 23

13 La telecamera inquadrò in uno spietato primo piano un ometto smilzo, di circa quarant anni, dall aria afflitta, vestito con un completo grigio perfettamente in tinta con la sua faccia. Decine di giornalisti gli piantarono decine di microfoni pericolosamente vicino alla bocca, uno gli si infilò direttamente in una narice. Artmeister Otto Wafer, cosa può dirci del furto della Ronda di notte? È vero che i ladri sono penetrati dal tetto, approfittando delle impalcature che coprono la facciata del Museo, usate per il restauro? Perché gli allarmi non hanno funzionato? Perché i guardiani non guardavano? Perché lei è scapolo e non vive con la mamma? Perché ha una faccia così? L intervistato sembrò vacillare sotto la raffica di domande, alcune delle quali, bisogna dirlo, erano davvero poco cortesi. Sul come è successo può rispondere solo la Polizia, c è un indagine in corso, se ne occupa l Ispettore Capo Olof Van Der Kanal, che tutti conoscete. Ma i guardiani, cosa facevano? Sono stati narcotizzati con il gas. Il povero Direttore del Museo si guardava disperata- 24 Intervista alla televisione: Otto Wafer lancia un appello mente in giro, cercando una via di fuga, ma la selva di microfoni lo circondava. Ha un idea di chi possa essere stato? È forse l azione di una banda terroristica? È vero che avete ricevuto una domanda di riscatto? Il dipinto era assicurato? E per quale somma? Perché lei non è nemmeno fidanzato? Quelle orecchie a sventola sono proprio sue o sono una trovata pubblicitaria? Al momento non abbiamo nessuna idea di chi siano gli esecutori o i mandanti. Sono però fermamente convinto che riusciremo a recuperare il dipinto in tempo per l inaugurazione del Museo restaurato. Non ci saranno ritardi e la nostra graziosa Sovrana potrà Fu il caos. Come può affermare questo! Perché è così sicuro? Avete già una pista? C è una taglia sugli autori del furto? È insetticida l odore che si sente o il suo dopobarba? Otto Wafer accusò il colpo: barcollò, boccheggiando come se avesse preso un pestone sul mignolo, si aggrappò ai microfoni, si rimise dritto. Guardò fisso nella telecamera e lasciò cadere queste parole: C è una persona che ci può aiutare a risolvere il caso. Una persona sola con la quale sto cercando di mettermi in contatto. So che in questo momento mi sta ascoltando. So anche che per taluni malintesi è costretto a vivere ritirato, sotto copertura. Voglio dire pubblicamente che sono un suo estimatore ed ho piena fiducia in lui. Desidero che si metta in contatto con me e aspetto sue notizie. Signori, buongiorno! E con una insospettabile agilità scattò via, evitando la folla dei giornalisti. Prima che questi si riprendessero dalla sorpresa aveva risalito la scalinata e si era già barricato nel suo ufficio al piano rialzato del Rijksmuseum. 25

14 Riunione delle banda a Parigi Ora di chiusura nella lavanderia Ultra-Rapida di Rue Lavasec, a Parigi. Serrande abbassate. Ma dentro, nel retro del locale, luci accese e tensione allo spasimo. Sei persone. Uno parla, quattro ascoltano attente. Uno fa uno spuntino, ma non perde una parola, salvo quando lo sforzo di inghiottire un boccone troppo grosso gli chiude le orecchie. Abbiamo poco tempo. Dobbiamo agire in fretta e bene. Philippe Gratin fissò i suoi uomini. Uno sguardo duro e diretto vale più di mille parole, lo sapeva per esperienza. Atomix, Hivanò Scartezzini, Lucien Luciern e Nicolao Forzarmati sostennero la sua occhiata con fermezza. Per Lan Pion fu un po più difficile: oltre ad essere miope come alcune talpe messe insieme, una straordinaria forma di strabismo faceva sì che guardasse verso il capo fissando la parete sinistra ed un termosifone. Philippe fece finta di nulla e continuò. Un mio estimatore, oltre che amico carissimo, Otto Wafer, Direttore del Rijksmuseum di Amsterdam, ha bisogno di noi. Tutti avete sentito il suo appello. Non c è bisogno di 26 27

15 dire a chi stava rivolgendosi. Il pazzo che ha sottratto la Ronda di notte dal Rijksmuseum minaccia di spedirgli il naso di uno dei personaggi raffigurati sulla tela. E minaccia di proseguire con gli altri nasi, se le indagini continueranno. Non c è problema Capo, si parte, si trova il farabutto, Nicolao gli annoda le gambe attorno al collo, recuperiamo la tela e via, verso nuove avventure Se c era qualcosa che piaceva subito di Hivanò era la capacità di sintesi. Non è così semplice. La Regina andrà a visitare il dipinto prima che venga spedito in America, per una mostra. Fra dodici giorni. Bisogna recuperarlo e rimetterlo al suo posto per allora. Questi ladri sono disposti a tutto. Io non posso farmi vedere in giro, dopo la faccenda del Van Gogh, sostituito e restituito qui a Parigi e l affare della Maya desnuda 1, a Madrid. Pensano che sia stato io a fare lo scherzetto. Andrete voi da soli ad Amsterdam! Silenzio. Noi da soli, Capo? era stato un coro. Nicolao Forzarmati aveva rischiato di strozzarsi, per un boccone che gli era andato di traverso. Lan Pion sgranava gli occhi in ogni direzione, sbigottito. Gli altri parevano un poco perplessi. Era tempo, per un vero capo, di lavorare di fino sui cervelli dei suoi uomini. Ragazzi, voi siete il meglio del meglio, nel vostro campo. So di poter dormire sonni tranquilli. Un grande inventore, genio della matematica, uno stratega brillante, capace di guidare la squadra e di cavarsela nelle situazioni più difficili, un allevatore di animali straordinari e un uomo dall intelligenza pronta e acuta in modo inversamente proporzionale alla sua incredibile forza. Fatto. Eccoli lì, tutti contenti, orgogliosi e smaniosi di buttarsi nell avventura C. Comini - O. Minneci, Philippe Gratin e la Maya Desnuda, Roma, 2001, Edizioni Lapis Ed io? Accidenti, Lan Pion, il loro palo, strabico e miopissimo. Se n era dimenticato. Di te mi fido ciecamente, nel vero senso della parola, vecchio Lampy! Largo sorriso di felicità ed inchino orientale. Ma cosa faremo, come ci metteremo in contatto con te? Hivanò era come sempre pratico e sveglio. PG estrasse cinque buste bianche e le consegnò ai suoi uomini. Qui ci sono precise istruzioni per tutti. Ciascuno di voi svolgerà una parte di indagine. Silenziosi e micidiali come sommergibili! Poi mi farete avere un rapporto scritto sulla situazione. E tu? Lasciamo calmare un po le acque e poi vi raggiungerò. Comunque non sarete mai soli. In questo periodo Priscilla si trova proprio ad Amsterdam da sua sorella. Fa la baby sitter ai suoi nipotini. Sarà lei a fare da collegamento. In quel momento il telefono sul bancone trillò melodiosamente. Philippe alzò il ricevitore. Una voce squillante ed eccitata attraversò la cornetta, i suoi timpani e si sparse in tutta la stanza. Philippe, amore mio, hai trovato qualche bella fiaba? I bambini sono impazienti. Era l amata Priscilla. Ci sarebbe quella di Giovannino Senzapaura e dell Orco Sbudellone L Orco Sbudellone va benissimo, zio! E mettici pure qualche grosso topo, così, per divertimento Era Johann, il nipote di Priscilla, che non riusciva a frenare il suo entusiasmo. Allora ragazzi, in un paese chiamato Boscoscuro viveva un sarto di nome Giovannino 29

16 Il Circo Gondrano era in città. Come consuetudine, prima dello spettacolo gli animali e i carri venivano fatti sfilare per le vie principali. Pagliacci, giocolieri, la banda che suonava allegre marcette. In testa i cammelli, al centro gli elefanti. Chiudeva il corteo un carrozzone che gettava coriandoli e confetti ai bambini. Una specie di armadio a quattro ante, vestito da Ercole, coperto di una pelliccia maculata, con una mano sollevava un bilanciere da cento chili e con l altra gettava manciate di caramelle e incitava a non mancare allo spettacolo della sera. Vedrete Mister Muscolo, l uomo più forte del sistema solare e i Bovari del bernese, i topi più grossi della Terra, sopravvissuti al diluvio universale. Faranno giochi e si mangeranno un quintale di formaggio olandese in dieci secondi netti! Vogliamo vederli! gridava la folla, i bambini in particolare. Un domatore, in frac e cilindro, con un bastone nero, si affacciò alla veranda del carrozzone. Venne avanti. Oooohhhh!!! mille bocche rimasero spalancate. 30 Arriva il Circo! Accanto a lui, reggendosi sulle zampe posteriori, un ratto enorme li fissava incuriosito. Il muso era bianco e gli occhi rossi e penetranti. Signore e signori, cari bambini, permettete di presentarmi. Sono Lucien, domatore di belve feroci. E questo è Albino, il capo della banda dei bernesi. Albino, da bravo, fai vedere qualcosa ai nostri piccoli amici. Oooohhhh!!! Lucien aveva estratto dal cilindro diversi pezzi di gruviera e li lanciava verso la bestia. Albino li prese al volo e cominciò a gettarli in aria e a riprenderli al volo, camminando sulle zampe posteriori, come un giocoliere con le palline. Bravo, magnifico, stupendo! Che classe! Ancora, ancora! Lucien frenò l entusiasmo: E non è tutto, signori, pronti per il gran finale! Il grosso topo si era fermato. Gettò il primo pezzo di formaggio altissimo, poi a gran velocità tutti gli altri, a formare una lunga fila che per un istante restò ferma, sospesa, prima di ricadere verso terra. Intanto aveva spalancato la bocca, vasta come una pentola. I pezzi di formaggio sparirono nella sua gola. Lo stupore e l entusiasmo erano alle stelle. Il domatore, molto soddisfatto, sorrise. Vi aspettiamo tutti questa sera! poi fece un inchino e si ritirò dietro la tenda, seguito dalla straordinaria bestiola. 31

17 Rapporto n 1 - Atomix Come da precise istruzioni, usando l ultra-computer al plasma, mi sono introdotto nei conti bancari dei dipendenti del Rijksmuseum. La prima volta devo avere fatto un po di confusione: mi sono trovato in mezzo ai programmi della difesa australiana. Sai quel piccolo incidente alle scorte di esplosivo dell esercito, stipato nel deserto centrale di quel lontano continente Lo so, è saltato tutto, ma nessuno si è fatto male, in fondo. Forse qualche canguro spaventato, qualche struzzo arrostito, niente di più. Bah, alla fine sono entrato nel sito giusto. Nulla di anomalo, nessuno spostamento significativo di denaro. Sono allora passato a tutte le persone che hanno a che fare con la Real Casa d Olanda in questioni d arte o di antiquariato: esperti, consulenti, compratori e fornitori. Consultando gli elenchi è stato facile stabilire che non vi erano movimenti sospetti sui conti correnti. Tutti tranne uno, quello dell antiquario Nean Der Thaal, consulente artistico di Sua Maestà la Regina, che semplicemente non appariva da nessuna parte. Ora, se sei l antiquario di Sua Maestà devi pur essere pagato, devi avere un conto da qualche parte

18 Qui la faccenda si è fatta più delicata. Un controllo incrociato sui ventitré milioni di conti esistenti nel Regno mi ha portato a scoprire che il suddetto antiquario ha un conto presso la Banca del Transvaal, di cui è proprietario Rudolph Maalander, il multimiliardario sudafricano, padrone, tra l altro della Diamanti Maalander & Figli, di cui si parla molto in questi giorni per i noti fatti. Il conto in questione, come altri, era però coperto da una blindatura elettronica che lo rendeva inavvicinabile ai curiosi. Mi ci son voluti ben sei minuti per aprirla ed entrare! Come ho letto l importo sono rimasto di pietra: cifre a nove zeri, mica bruscolini! E qui viene il bello: i soldi gli sono stati versati dallo stesso Maalander, attraverso un complicato giro che avrebbe messo fuori strada anche un computer dell ultima generazione. Qui ammetto di avere sbagliato alla fine, proprio quando stavo terminando il lavoro. Il fatto è che le tastiere di questi minicomputers sono talmente minuscole! Mi rendo conto che aver cancellato dalle memorie centrali delle banche qualche milione di conti provocherà problemi, ma si sa, a tutto c è rimedio. In fondo io ho solo un cervello umano e sono riuscito ad ottenere risultati importanti. Come dice quella malalingua di Hivanò, non sarò sempre capace di far tornare i conti, ma queste sfide non le perdo. Ho pensato di fare una capatina nel negozio di antiquariato del nostro tipo. Tutto regolare, in apparenza. Conversando con l impiegata, signorina Clarissa, essere veramente delizioso, ho buttato il discorso sul clamoroso furto della Ronda di notte. 34 La signorina Clarissa mi ha detto che anche il suo principale aveva voluto mandare una lettera di incoraggiamento al povero Direttore, l Artmeister Otto Wafer, incaricandola di preparare l indirizzo su una busta. Arancione. Interessante particolare, credo. A quel punto è arrivato il principale, ed io mi sono defilato, non prima di averle promesso una nuova visita al più presto, così tanto per chiacchierare un po. Clarissa si è mostrata entusiasta all idea. Il tutto, naturalmente nell interesse delle indagini che stiamo svolgendo. Spero di vederti presto. Ti saluto, Atomix. P.S. Clarissa ha un delizioso paio di occhialini tondi e una testa rossa come un tramonto di settembre! Ti saluto al quadrato!. 35

19 Alla Central Station di Amsterdam il TGV - treno ultra veloce - proveniente da Parigi, era in perfetto orario. I passeggeri scesero, quasi tutti con bagaglio a mano. Uno solo, elegantissimo e con l aria molto sostenuta, chiamò il facchino per farsi portare una serie di valigie in pregiatissima pelle di ornitorinco biondo di Sumatra. Camminando a testa alta, tagliava la folla quasi con fastidio. Una grossa berlina dai vetri a specchio lo attendeva all uscita. Salì e partirono. Passarono il centro con la zona dei vecchi canali, stretti e abitati dalle famiglie che vivono sui barconi e sulle chiatte, come fossero case galleggianti, con le tendine multicolori agli oblò e i vasi di geranio. Era sempre uno spettacolo affascinante e pieno di vita, ma il passeggero pareva immerso in altri pensieri. Si riscosse all improvviso quando furono in coda al semaforo sopra un ponticello che superava un canale secondario, di acqua bassa e verdastra piena d erbe. Spalancò lo sportello e scese di furia, affacciandosi al parapetto fino quasi a cadere di sotto. Si girò, corse all altra spalletta del ponte sempre pencolando pericolosamente in fuori e osservò ad occhi sbarrati qualcosa che nuotando pigramente si allontanava sul pelo dell acqua, 36 Toh! chi si rivede! infilando un canale laterale e scomparendo. Era scattato il verde. La macchina restava ferma, in attesa. Gli olandesi, che sono un popolo estremamente civile, attesero pazientemente parecchi secondi prima di osare un timido beep di clacson. Il passeggero si infilò nella vettura e la macchina ripartì di scatto. Attraversarono uno dei tanti ponti sul Singelgracht, il canale che chiude la città vecchia e furono davanti al Rijksmuseum. Rallentarono la corsa, costeggiarono l immenso edificio, un po tetro con la sua pietra grigia, i torrioni e i tetti neri, percorsero un tratto della strada che porta al Museo Van Gogh, quindi svoltarono a destra. La macchina si arrestò all ingresso di una palazzina immersa nel verde di un giardino, nascosto alla vista da una siepe alta e folta. L autista aprì con il telecomando quella che sembrava una normale porta di garage. Appena entrati nel seminterrato si trovarono in una specie di bunker, dalle spesse pareti di cemento armato. Al centro un grande tavolo, tutto intorno computer, telefoni, scaffali. Alle pareti cartine particolareggiate d Olanda e del mondo. Benvenuto nel mio rifugio segreto. Avete fatto buon viaggio? Grazie per esservi precipitato qui. Eccellente viaggio, grazie. Quando ho sentito l appello televisivo del Direttore del Museo, sono partito subito. Non c è un momento da perdere, dobbiamo operare bene e in fretta, signor Maalander! E Monsieur Profiterol, Conte di Saint Honoré strinse la mano al suo ospite sudafricano. 37

20 Onolevole signole, salute e che l anno del maiale che entla nella costellassione del topo le dia tanta felicità! Come dice il saggio cinese topo più maiale salà un anno niente male! Il viaggio è stato bello. Abbiamo passato i confini dell Olanda con il molto onolevole Cilco Gondlano un cilco glande, davvelo glande. Mi sono diveltito molto. Ho fatto l oloscopo cinese alle donne ai bambini. Tutti molto felici. Anch io salò molto felice e foltunato. Dicono che sia così quando si pestano le cacche pel la via. Amsteldam è una città molto pulita, è quasi impossibile che i molto onolevoli cani olandesi lascino licoldini in gilo. Eppule, in dieci minuti ho pestato le uniche due cacche lasciate in stlada. Questo è bene pel noi. Come dice il saggio cinese per evitale la cacca non finile nella possanghela, che ti spolchi e ti bagni pule. Seguendo le sue molto onolevoli istlussioni ho fatto visita a tutti i miei ottocento cugini che mandano avanti i listolanti cinesi e le tavole calde di questa città. Stanno tutti bene e la salutano molto lispettosamente. Ola, pel venile a noi, i miei ottocento cugini hanno 38 Rapporto n 2 - Lan Pion passato la voce: tutti i movimenti sospetti mi vengono subito segnalati. Così posso dile che è stato visto in gilo un tale che ha tanti nomi. L ultimo usato è Chlistian Delelne, famoso ladlo di gioielli e di quadli costosi. Come dice il saggio cinese chi ha tloppi nomi ha pochi cognomi, flase che non ho mai capito, ma fa lo stesso. Dicono che questo bel tipo abbia complato maschele antigas e altlo mateliale identico a quello usato la famosa notte al Museo. Così come è stato notato nei locali più malfamati dei qualtieli poco eleganti, pel cosi dile, una pelsona molto impoltante, che non dovlebbe mai tlovalsi lì: Ludolph Maalandel. Si dice che il poco onolevole milialdalio flequenti cattive compagnie, come il ladlo di cui dicevo. Come dice il saggio cinese, chi va con lo zoppo cammina più veloce di lui. E allola: che ci fa il Maalandel in cattiva compagnia? Combina guai, dico io. Coincidensse? Folse: Ma come diceva la vecchia saggia Agatha Chlistie, una coincidenssa è coincidenssa, due coincidensse sono due coincidensse, ma tle coincidensse è indissio. In attesa di nuove notissie, mi inchino e saluto lispettosamente il mio molto onolevole Capo. Lan Pion 39

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