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2 LOD SRL Spin off universitario LOD Laboratorio Olfattometria Dinamica DOC. N RT-211/13 LOD. Rev.00 Data: 16 Dicembre 2013 CLIENTE OGGETTO ASP ASTI Servizi Pubblici Spa Misura della concentrazione di odore e valutazione numerica della dispersione IMPIANTO Depuratore comunale di Asti (AT) LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 2 di 44

3 Premessa L Azienda Asti Servizi Pubblici Spa gestisce un impianto di depurazione acque comunali sito nel Comune di Asti presso cui il LOD ha effettuato un indagine olfattometrica in data 10 ottobre L obiettivo dello studio è la valutazione dell impatto olfattivo originato dall impianto. Lo studio è stato condotto in 2 step: effettuazione dell indagine olfattometrica secondo il metodo illustrato dalla norma UNI EN 13725:2004; applicazione di un modello di dispersione sul territorio circostante utilizzando come input i dati dell indagine olfattometrica condotta. L impatto olfattivo sul territorio circostante è stato calcolato applicando il modello di stato dell arte CALPUFF, consigliato da US EPA per la valutazione della qualità dell aria. I risultati del modello sono stati successivamente rielaborati in modo da individuare sulla mappa della zona limitrofa all impianto le regioni soggette all impatto olfattivo, secondo quanto riportato nell Allegato 1 del D.g.r. della Lombardia del 15 Febbraio 2012 n. IX/3018 Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno e nella Linea Guida dell Agenzia Ambientale del Regno Unito (UK-EA) IPPC-H4 Draft - Odours (Environmental Agency, Bristol, 2002). Seppur a livello nazionale non esistano al giorno d oggi limiti per le emissioni odorigene, quantificare la concentrazione di odore emessa è di fondamentale importanza per un impianto al fine di conoscere l impatto olfattivo che lo stesso provoca sul territorio circostante. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 3 di 44

4 Indice 1 Introduzione Descrizione dell impianto Indagine olfattometrica Campionamento Analisi in camera olfattometrica Analisi in camera olfattometrica Considerazioni sui risultati Individuazione dello scenario e descrizione della metodologia numerica Introduzione Definizione dello scenario Descrizione del modello di dispersione CALPUFF Caratteristiche del puff e concentrazioni al suolo Elaborazione dei risultati Dati di input del modello Dati meteorologici Analisi preliminare dei dati meteorologici e anemometrici Esame dei dati cartografici e dell uso del suolo Recettori sensibili Sorgenti emissive Risultati Bibliografia...40 Allegato 1: materiali e metodi per l indagine olfattometrica...41 Allegato 2: Calcolo del 98 percentile...44 LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 4 di 44

5 1 Introduzione L obiettivo dello studio è la valutazione dell impatto olfattivo originato dall impianto. Lo studio è stato condotto in 2 step: effettuazione dell indagine olfattometrica secondo il metodo illustrato dalla norma UNI EN 13725:2004; applicazione di un modello di dispersione sul territorio circostante utilizzando come input i dati dell indagine olfattometrica condotta. Il modello utilizzato per la simulazione è CALPUFF, consigliato da US EPA per la valutazione della qualità dell aria. Ai fini dell applicazione modellistica, le emissioni considerate sono di tipo puntuale ed ubicate in corrispondenza delle diverse sorgenti odorigene. Per la concentrazione di odore in aria ambiente non vi sono limiti di riferimento a livello nazionale. Le autorizzazioni rilasciate al gestore dello stabilimento e ad oggi vigenti non fissano limiti di esposizione sul territorio all'odore emesso. Per valutare l'accettabilità dell'esposizione olfattiva sul territorio conseguente alle emissioni di odore del sito in esame si possono considerare i seguenti riferimenti: la citata D.G.R. Lombardia n. IX/3018; le linee guida dell'agenzia Ambientale del Regno Unito (UK-EA) "H4. Odour Management" (Environment Agency, United Kingdom, Bristol, marzo 2011). Le linee guida UK-EA assumono come livello indicativo di riferimento per "moderately offensive odours" la concentrazione di odore di 3 ou E /m 3, espressa come 98 percentile. Le linee guida contenute nella citata D.G.R. Lombardia, invece, non fissano un valore limite unico per l'esposizione olfattiva, ma richiedono che i risultati delle simulazioni di dispersione siano confrontati con tre livelli di esposizione: 1 ou E /m 3, 3 ou E /m 3 e 5 ou E /m 3, espressi come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore. Per induzione si considera allora che: per livelli di esposizione olfattiva inferiori ad 1 ou E /m 3 come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore l'impatto olfattivo è da giudicare accettabile (o trascurabile); per livelli di esposizione olfattiva superiori a 5 ou E /m 3 come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore l'impatto olfattivo è da giudicare non accettabile o non tollerabile; i livelli di esposizione olfattiva intermedi (1 5 ou E /m 3 ) costituiscono una "fascia di valutazione" all'interno della quale l'accettabilità dell'impatto deve essere valutata caso per caso, in relazione, per esempio, alla numerosità della popolazione esposta (in termini di densità abitativa) e alla destinazione d'uso prevalente (agricola, industriale, commerciale, residenziale) del territorio. Tali criteri sono adottati allora nel commento dei risultati della simulazione. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 5 di 44

6 2 Descrizione dell impianto Il depuratore in esame (cfr. Figura 1) è stato dimensionato per servire ab. eq. e può gestire una portata massima fino a m 3 /h. Figura 1: vista dall alto del depuratore di Asti (AT). L impianto di depurazione è composto principalmente dalla linea acqua e linea fanghi. Linea acque Pozzi di raccolta liquami Grigliatura grossolana Sollevamento a coclea Grigliatura fine Disabbiatura disoleatura Ripartitore fognario Vasca denitro Ossidazione fanghi attivi Sedimentazione finale Filtro a sabbia e carbone Trattamento u.v. Uscita liquami LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 6 di 44

7 Linea fanghi Fanghi secondari Pre ispessitore Digestore anaerobico Digestore anaerobico a freddo Post ispessitore Nastro pressa o centrifughe Figura 2: pianta dell impianto di depurazione LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 7 di 44

8 3 Indagine olfattometrica L indagine olfattometrica si compone di: Prelievo dei campioni alle sorgenti emissive; Analisi in camera olfattometrica con olfattometro ed esaminatori selezionati; Elaborazione statistica dei risultati. Queste fasi sono descritte nel dettaglio nella norma UNI EN 13725:2004 Qualità dell aria Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica. La norma, infatti, specifica un metodo per la determinazione oggettiva della concentrazione di odore di un campione gassoso utilizzando l olfattometria dinamica con esaminatori umani e la portata di odore emessa da sorgenti puntiformi, sorgenti superficiali con flusso indotto e sorgenti areali senza flusso indotto. A livello nazionale, la Linea guida per la caratterizzazione, l analisi e l autorizzazione delle emissioni gassose in atmosfera delle attività ad impatto odorigeno della Regione Lombardia nell allegato 2 Campionamento Olfattometrico riporta le specifiche strategie di campionamento dell odore. Definisce inoltre che lo scopo del campionamento è di: [ ] ottenere informazioni rappresentative sulle caratteristiche tipiche di una sorgente attraverso il prelievo di opportune frazioni di volume dell effluente. Nel seguito illustreremo le varie fasi del lavoro. 3.1 Campionamento I campioni sono stati prelevati nella giornata del 10 ottobre In particolare, stati prelevati attraverso pompa a vuoto: Il campione 1, nel condotto di adduzione al biofiltro proveniente dalla linea fanghi (Figura 3); Figura 3: prelievo del campione 1. I campioni 2, 3,4 e 5, sulla superficie del biofiltro (Figura 4) secondo il seguente schema a griglia (Figura 5); LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 8 di 44

9 Figura 4: griglia di prelievo sul biofiltro. Figura 5: punto di prelievo sulla superficie del biofiltro. Sono stati prelevati inoltre, attraverso sistema wind tunnel e pompa a vuoto: Il campione 6, sulla vasca di sedimentazione (Figura 6); LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 9 di 44

10 Figura 6: prelievo del campione 6. Il campione 7, sulla vasca di ossidazione (Figura 7); Figura 7: prelievo del campione 7. Il campione 8, sulla vasca di denitrificazione (Figura 8); Figura 8: prelievo del campione 8. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 10 di 44

11 Il campione 9, vasca dissabbiatura-disoleatura (Figura 9); Figura 9: prelievo del campione 9. Il campione 10, sul materiale grigliato raccolto all interno del cassone (Figura 10). Figura 10: prelievo del campione 10. Sono stati prelevati tramite pompa a vuoto i seguenti campioni: Il campione 11, a monte del filtro con sali di alluminio (Figura 11) LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 11 di 44

12 Figura 11: prelievo del campione 11 Il campione 12, a valle del filtro con sali di alluminio, E2 (Figura 12) Figura 12: prelievo del campione 12 LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 12 di 44

13 3.2 Analisi in camera olfattometrica Nella giornata successiva al campionamento, i campioni olfattometrici sono stati analizzati dal gruppo di prova secondo i requisiti della norma UNI EN E stato utilizzato un Olfattometro Mod. T O7 dove sono operative quattro postazioni che contemporaneamente permettono agli esaminatori la relativa misurazione. Sono stati utilizzati degli esaminatori che hanno identificato il numero necessario a far giungere l odore alla soglia di odore. Figura 13: analisi in camera olfattometrica. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 13 di 44

14 3.3 Risultati In Tabella 1 sono riportati i risultati delle analisi olfattometriche. Tabella 1: concentrazione di odore per i campioni prelevati sorgente puntuale sorgente areale attiva sorgente areale attiva sorgente areale attiva sorgente areale attiva sorgente areale passiva sorgente areale passiva sorgente areale passiva sorgente areale passiva sorgente areale passiva sorgente puntuale sorgente puntuale Tipologia emissione Ora prelievo T ( C) U rel. (%) V (m/s) c od (ou E /m 3 ) monte biofiltro valle biofiltro P valle biofiltro P valle biofiltro P valle biofiltro P vasca sedimentazione vasca ossidazione vasca denitrificazione vasca dissabbiaturadisoleatura grigliato monte filtro Sali di alluminio valle filtro Sali di alluminio (E2) Considerazioni sui risultati Relativamente ai parametri fisici riscontrati sul letto del biofiltro, si rileva un umidità dell effluente in uscita dal letto filtrante superiore al 95% tranne che per il punto P2 (93,7%) ed una temperatura dell effluente che si aggira sui 19 C. Tali valori sono in linea con quanto riportato dalla letteratura di settore per il corretto funzionamento di questi presidi ambientali (Linee guida per il monitoraggio delle emissioni gassose provenienti dagli impianti di compostaggio e bioessicazione della Regione Abruzzo). Relativamente alla temperatura dell effluente, essa risulta in linea con quelle riportate dalla letteratura per garantire la vitalità dei batteri (15 40 C). Di seguito sono riportati i valori della concentrazione di odore a monte e la media geometrica 1 per quanto riguarda i campioni prelevati a valle del presidio ambientale di abbattimento. 1 Ricordiamo che il valore media geometrica c od riportato in tabella è dato dalla formula: C = n C C i C n LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 14 di 44

15 Si evidenzia che il campione denominato monte biofiltro non rappresenta un emissione, ma è stato prelevato all interno di condotti al fine di determinare l efficienza di abbattimento del presidio ambientale installato a trattamento degli effluenti. L efficienza di abbattimento (η od ), espressa in percentuale, di ogni sistema ambientale composto da biofiltro, è stata calcolata utilizzando come linea guida il paragrafo 9.4 della normativa europea UNI EN Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica : dove C od,crude è la media geometrica della concentrazione di odore del bianco di riferimento (monte del presidio ambientale installato) e C od,clean è la concentrazione di odore misurata all emissione finale (valle del presidio ambientale installato. Tabella 2: concentrazione di odore dei campioni a monte del biofiltro e media geometrica dei campioni a valle del biofiltro Tipologia emissione c od (ou E /m 3 ) Media geometrica c od (ou E /m 3 ) Efficienza (%) 1 monte biofiltro valle biofiltro P valle biofiltro P valle biofiltro P % come previsto dalla norma UNI EN 13725, dove n è il numero di campioni prelevati e C i il valore di concentrazione di odore misurato per il campione i-esimo. Questo perché l intensità si riferisce alle intensità percepite della sensazione di odore. L intensità aumenta in funzione della concentrazione. Questa interdipendenza può essere descritta come una funzione logaritmica derivata in via teorica secondo Weber e Fechner. Dal punto di vista matematico, quindi, la media aritmetica di logaritmi è pari alla media geometrica, secondo la formula: log Z ITE 1 L log Z ITE * Z ITE *... L = = log( ΠZ ITE ) L L Dove: Z ITE è pari alla concentrazione di odore (la sensibilità olfattiva è ripartita normalmente con il logaritmo degli indici di diluizione e quindi anche con il logaritmo delle concentrazioni presenti all uscita dall olfattometro) L è il numero di risposte ottenute. La media geometrica viene utilizzata per rappresentare un set di misure di concentrazione di odore in quanto risulta essere più rappresentativa dell intensità olfattiva media riferita alle stesse misure. Questo aspetto dipende dal fatto che l intensità è funzione logaritmica della concentrazione di odore, ovvero I = log (C). A partire da questa considerazione, dovendo determinare il valore di concentrazione relativo all intensità media, in termini matematici si ha: 1 n 1 log C = logc i = log Ci n n n da cui: 1 n C = n C... i = C1 C2 C3 Cn n che non è altro che la definizione di media geometrica. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 15 di 44

16 Tipologia emissione c od (ou E /m 3 ) 5 valle biofiltro P4 290 Media geometrica c od (ou E /m 3 ) Efficienza (%) In figura 14 riportiamo in grafico (Figura 14) i valori di concentrazione misurati presso il biofiltro a trattamento degli effluenti della linea fanghi. Figura 14: concentrazione di odore dei campioni misurati preso il biofiltro Come si può notare, il campione prelevato a monte del biofiltro rivela una concentrazione di odore pari a 630 ou E /m 3 mentre i campioni prelevati a valle del biofiltro mostrano un valor medio pari a 130 ou E /m 3, con un efficienza percentuale di abbattimento dell odore per il presidio installato pari all 80%. La portata di odore complessiva del intero presidio ambientale biologico è stata calcolata tenendo in considerazione la portata volumetrica del condotto di adduzione al biofiltro stesso. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 16 di 44

17 Tabella 3: portate specifiche e portate di odore per le sorgenti areali passive monitorate. Tipologia emissione media geometrica valle biofiltro Portata condotto adduzione (Nm 3 /h) c od (ou E /m 3 ) Portata di odore (ou E /s) Di seguito riportiamo in grafico (Figura 15) i valori di concentrazione di odore misurati presso le sorgenti odorigene passive monitorate. Figura 15: concentrazione odore delle sorgenti areali passive. Per i campioni corrispondenti a superfici areali passive, sulla base dei valori di concentrazione di odore e di portata dell effluente insufflato all interno della cappa dinamica wind tunnel, sono stati calcolati i valori di portata specifica e portata di odore corrispondenti, riportati in Tabella 4. I calcoli sono stati effettuati secondo quanto riportato al paragrafo dell Allegato 2 della Deliberazione Giunta Regionale 15 febbraio 2012 n. IX/3018, Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno della Regione Lombardia. Nel dettaglio: Per la valutazione dell OER (Odour Emission Rate, portata di odore) è necessario passare attraverso il calcolo di un altro parametro significativo, ossia il flusso specifico di odore (SOER Specific Odour Emission Rate), espresso in unità odorimetriche emesse per unità di superficie e di tempo (oue/m 2 /s) LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 17 di 44

18 SOER = flusso specifico di odore (ou E /m 2 /s) Q effl = portata volumetrica di aria uscente dalla cappa (m 3 /s) c od = concentrazione di odore misurata (ou E /m 3 ) A base = area di base della cappa (m 2 ). Infine, per calcolare l OER è sufficiente moltiplicare il SOER per la superficie emissiva, i.e. la superficie totale della sorgente considerata: OER = portata di odore (ou E /s) SOER = flusso specifico di odore (ou E /m 2 /s) A emiss = superficie emissiva (m 2 ). Tipologia emissione Tabella 4: portate specifiche e portate di odore per le sorgenti areali passive monitorate. Portata insufflata (l/h) Superficie emissiva (m 2 ) c od (ou E /m 3 ) Portata specifica di odore (ou E /m 2 s) Portata di odore (ou E /s) 6 vasca sedimentazione , vasca ossidazione , vasca denitrificazione , vasca dissabbiaturadisoleatura , grigliato ,28 3 In Figura 16 riportiamo in grafico valori di concentrazione misurati a monte ed a valle del presidio ambientale a filtro di sali di alluminio a trattamento degli effluenti relativi al sollevamento a coclea della linea acque. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 18 di 44

19 Figura 16: concentrazione di odore a monte ed a valle del filtro a sali di alluminio Ricordiamo che i risultati della presente indagine olfattometrica rappresentano l input per il modello di dispersione dell odore. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 19 di 44

20 4 Individuazione dello scenario e descrizione della metodologia numerica 4.1 Introduzione La valutazione della dispersione dell odore è stato realizzato mediante il modello di dispersione CALPUFF. Esso appartiene alla tipologia di modelli descritti al della linea guida RTI CTN_ACE 4/2001 "Linee guida per la selezione e l'applicazione dei modelli di dispersione atmosferica per la valutazione della qualità dell'aria", Agenzia Nazionale per la Protezione dell'ambiente, Centro Tematico Nazionale Aria Clima Emissioni, Il modello di dispersione CALPUFF, nel modo in cui è impiegato nell'ambito dello studio di impatto in discussione, è classificabile nella tipologia 2 della scheda 9 della norma UNI 10796:2000 "Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi - Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici", ma ha alcune caratteristiche avanzate tali da classificarlo nella tipologia 3 della medesima scheda 9. CALPUFF è uno dei preferred models adottati ufficialmente da US EPA per la stima della qualità dell'aria (Appendix W to Part 51 - Guideline on Air Quality Models. Federal Register, Vol. 68, No. 72, Tuesday, April 15, 2003 / Rules and Regulations). In base all'esperienza maturata in seno a LOD srl, CALPUFF è risultato essere particolarmente adatto per la simulazione della dispersione di odori su scala locale. I modelli di dispersione utilizzano complicati algoritmi per simulare il trasporto e le cinetiche degli inquinanti negli strati inferiori dell'atmosfera maggiormente interessati all'inquinamento. Per conseguire tale obiettivo, i modelli necessitano di dati di ingresso suddivisibili nelle seguenti categorie: dati meteorologici: anemologia, temperatura e umidità dell'aria, stabilità atmosferica; dati cartografici: orografia, cartografia, uso del suolo: dati emissivi: caratteristiche geometriche e localizzazione delle sorgenti emissive, concentrazione dell odore e flusso di massa. La scelta del modello viene effettuata spesso in base alle caratteristiche dello scenario, definito come l'insieme degli elementi che caratterizzano una specifica applicazione. Sulla base delle linee guida riportate nella norma UNI 10796:2000 (Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici) uno scenario può essere descritto sulla base di cinque elementi: scala spaziale: dominio di calcolo per la dispersione. Si possono distinguere applicazioni a microscala (fino 1 km), a scala locale (fino a km), a mesoscala (fino a km) e a grande scala (fino a km); indice temporale: applicazioni a breve periodo (da pochi minuti ad alcuni giorni) e a lungo periodo (periodi stagionali ed annuali) e modelli previsionali a breve-medio termine (da un'ora fino ad una settimana); ambito territoriale: si distinguono applicazioni su sito semplice (pianeggiante, caratteristiche territoriali omogenee) o su sito complesso (orografia complessa, caratteristiche territoriali disomogenee); tipologie di sorgenti : puntiformi, aerali o lineari; specie simulata: odori. La definizione precisa dello scenario è un requisito fondamentale per la corretta applicazione dei modelli di dispersione: essa nasce dalla precisa individuazione degli obiettivi LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 20 di 44

21 dello studio modellistico opportunamente adattati allo specifico contesto nel quale esso viene applicato. I modelli di dispersione possono venire classificati in base al sistema di riferimento rispetto al quale vengono scritte e risolte le equazioni di conservazione della massa. Se il riferimento è solidale con l'emissione, il modello viene detto lagrangiano, mentre se è solidale con il dominio di calcolo viene detto euleriano. In CALPUFF, l'emissione continua viene approssimata come una successione di rilasci discreti di forma sferica detti puff e per ognuna di queste unità viene scritta e risolta l'equazione di conservazione della massa: per tali motivi, CALPUFF viene definito modello lagrangiano a puff. CALPUFF è inoltre in grado di operare con condizioni meteorologiche ed emissive non stazionarie, con campo di vento tridimensionale, in siti con orografie complesse e con inquinanti reattivi. 4.2 Definizione dello scenario Entrando nello specifico del caso oggetto di studio, è possibile individuare i seguenti elementi rappresentativi dello scenario in cui avverrà la simulazione numerica: Scala spaziale: Indice temporale: Ambito territoriale: Sorgente: Specie simulata: L'applicazione del modello riguarda la valutazione dell'impatto su un territorio in prossimità dell impianto: per tale ragione la scala di riferimento sarà di tipo locale, limitata a qualche chilometro in linea d'aria attorno al sito. La simulazione valuta la dispersione per un periodo di un anno solare: in questo modo sarà possibile valutare il contributo stagionale dei venti e della meteorologia sulla dispersione. Nella simulazione è stato considerato l anno Il sito su cui verrà applicato il modello si trova nel comune di Asti (AT) e presenta un'orografia semplice, caratterizzata dalla presenza del letto del fiume Tanaro. Un'ulteriore descrizione dei dati orografici è presentata nel paragrafo 4.2. Ai fini del modello verranno considerate sorgenti areali: la modellizzazione dei punti emissivi è stata condotta in relazione alle indagini olfattometriche condotte ed alle caratteristiche tecniche dell impianto. Ulteriori approfondimenti sono riportati nel paragrafo 4.3. La valutazione dell'impatto riguarda l emissione di odore. Ulteriori approfondimenti sono riportati nel paragrafo 4.3. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 21 di 44

22 4.3 Descrizione del modello di dispersione CALPUFF Le equazioni per ogni puff sono determinate a partire dal campo di moto del vento. I dati per la definizione del campo di moto sono stati forniti dall Arpa Piemonte come dato in input per il modello di dispersione in formato ISC3 (singola stazione meteo). Lo schema di funzionamento del modello CALPUFF è riportato in Figura 17. ISC3MET FILE (dati vento,temperatura, classi stabilità,ecc.. CALPUFF Archivio Emissioni Campo di concentrazione Figura 17: schema di funzionamento del modello di dispersione CALPUFF Utilizzando una singola stazione meteo, CALPUFF assegna il valore orario di ogni variabile presente nel file ISCMET.DAT a tutti i punti della griglia di calcolo, creando un campo spazialmente uniforme. Tuttavia, il modello non presuppone che le condizioni meteorologiche siano di tipo stazionario, consentendo perciò di simulare le traiettorie dei puff curvilinee, le condizioni di dispersione e la stabilità atmosferica variabile su più ore ecc Caratteristiche del puff e concentrazioni al suolo Ogni puff emesso dalle sorgenti in esame può essere descritto mediante: una massa della sostanza simulata Q k, contenuta al suo interno; un baricentro (o centroide) che individua la sua posizione nello spazio; una condizione iniziale di moto, funzione della temperatura e della velocità allo sbocco dell emissione; una dimensione spaziale che varierà durante il moto del puff a causa dei fenomeni diffusivi e di turbolenza Dopo il suo rilascio in atmosfera, ogni puff subisce l azione del campo di vento tridimensionale che ne fa variare la posizione e ne determina il trasporto: il suo percorso sarà dunque regolato da direzione ed intensità dei venti locali. Durante tale percorso, ogni puff è inoltre soggetto a fenomeni diffusivi e turbolenti che ne faranno variare la dimensione. In particolare, i vortici di media e piccola dimensione, generati a livello dello strato limite planetario, vengono inglobati all interno del puff facendone aumentare la dimensione e, nel contempo, diminuendone la concentrazione di odore. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 22 di 44

23 Figura 18: dispersione di un pennacchio rappresentato come somma di emissioni discrete. Il vento ne determina il trasporto e le turbolenze su scala locale ne fanno variare la dimensione. La concentrazione al suolo viene calcolata in corrispondenza ad alcuni recettori discreti. La ricaduta dell odore al suolo viene calcolata in CALPUFF sommando il contributo di ogni singolo puff su alcuni generici punti dello spazio denominati recettori. Fissando un sistema di riferimento cartesiano centrato nel pacchetto emesso, la posizione del generico recettore è identificata dalle due coordinate d c e d a, che rappresentano rispettivamente la distanza trasversale e longitudinale rispetto alla direzione del vento. La concentrazione C della specie simulata in un generico recettore a distanza (d c,d a ) dal puff è descritta dall equazione: dove il termine g è definito dalla: con: 2 2 Q k d a d c C = g exp exp 2 2 2πσ xσ y 2σ x 2σ y 2 g = exp 2πσ z n= ( H + 2nh) 2 C è la concentrazione di odore al suolo; Q k è la massa della sostanza simulata del generico puff k; σ x, σ y e σ z sono i coefficienti di dispersione rispettivamente lungo la direzione del vento, la sua perpendicolare orizzontale e la sua perpendicolare verticale; g è il contributo verticale della dispersione; H e è la quota del baricentro del puff; h è l altezza di rimescolamento. e 2σ 2 z LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 23 di 44

24 Figura 19: proiezione del puff sul piano di un generico recettore La massa di odore Q k del generico puff k può essere calcolata a partire dal tasso di emissione. Supponendo che l emissione sia costante con tasso di emissione pari a q e che nell intervallo di tempo t 2 -t 1 siano stati emessi N puff, si può scrivere la seguente equazione: Q k ( t ) q t = N 2 1 Nel corso del tempo, la massa della specie simulata Q k del generico puff può variare a causa di alcuni fenomeni che ne determinano l impoverimento. Con la deposizione umida le sostanze simulate possono venire inglobate all interno delle particelle aerodisperse nelle nubi, nella pioggia e nella neve con successivo trasferimento al suolo mediante precipitazione. La deposizione secca si verifica invece in assenza di umidità ed il trasferimento al suolo avviene per sedimentazione o per impatto. Infine alcune specie possono andare incontro in atmosfera a reazioni chimiche con conseguente trasformazione della sostanza in uno o più composti diversi. 4.4 Elaborazione dei risultati Per l elaborazione e la valutazione dei risultati, è stati preso come documento di riferimento l Allegato 1 del D.G.R. Lombardia. I valori evidenziati sulla mappe di isoconcentrazioni che sono prodotte seguono quanto indicato dalla regione Lombardia. Ricordiamo che il D.G.R. Lombardia non riporta limiti, ma questi saranno fissati decorsi tre anni dalla adozione delle presenti linee guida in termini di presenza odorigena caratteristici a seconda della vocazione del territorio regionale, evidenziando comunque che a: 1 ou E /m 3 il 50 % della popolazione percepisce odore; 3 ou E /m 3 l 85% della popolazione percepisce odore; 5 ou E /m 3 il 90 95% della popolazione percepisce odore. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 24 di 44

25 In allegato al D.G.R. Lombardia vi sono anche i Requisiti degli studi di impatto olfattivo mediante simulazione di dispersione (allegato 1) i quali presentano anche i criteri di selezione dei dati di input e le modalità di presentazione dei risultati. L approccio modellistico suggerito dalla normativa prevede: Svolgimento di una simulazione della durata di un anno; Calcolo delle concentrazioni medie orarie per tutto l anno tenendo conto delle diverse frequenze di funzionamento dell impianto; Calcolo del livello di picco d odore della durata di 3 secondi (tempo di un respiro). Questo valore viene ricostruito a partire dal valore medio orario utilizzando un rapporto tra valore medio e valore di picco, denominato peak to mean ratio. Questo rapporto dipende dal tipo di sorgente (elevata o areale). In base a studi di letteratura per la tipologia di sorgente modellata viene assunto un valore di peak to mean ratio pari a 2,3 (Manuale APAT: Metodi di misura delle emissioni olfattive); Calcolo del 98 percentile della distribuzione annua, che viene utilizzato per quantificare l accettabilità dell esposizione all odore da parte della popolazione. Il 98 percentile rappresenta il valore che non viene superato più del 2% del tempo di durata della simulazione. In questo caso significa che non si supererà il valore corrispondente al 98 percentile per 175 ore in un anno. Il calcolo del 98 percentile viene effettuato per ogni recettore della griglia computazionale secondo il procedimento riportato in Allegato 2; Confronto dei valori calcolati dal modello con i valori previsti dal DGR della Regione Lombardia; Rappresentazione dei risultati tramite curve di isoconcentrazione. Le curve di isoconcentrazione ottenute sono state sovrapposte quindi alla carta tecnica regionale, per poter apprezzare meglio l impatto odorigeno sul territorio. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 25 di 44

26 4.5 Dati di input del modello Il modello di dispersione necessita di dati di input relativi alle condizioni meteorologiche, orografiche ed allo scenario emissivo. Tali dati vanno esaminati attentamente per: valutare se sono sufficienti a descrivere la dispersione delle sostanze simulate; effettuare opportune semplificazioni che facilitino le operazioni di calcolo; comprendere ed interpretare in seguito i risultati ottenuti Dati meteorologici I dati meteorologici utilizzati per la simulazione sono stati forniti dall Arpa Piemonte, in particolare i campi di vento e temperatura sono stati prodotti mediante l'utilizzo di un modello diagnostico mass-consistent, mentre i campi dei parametri di turbolenza dello strato limite planetario sono stati ottenuti con un processore di turbolenza diagnostico basato sulla teoria di similarità di Monin-Obukhov e su metodi di bilancio energetico superficiale. Le simulazioni sono state condotte su un dominio avente risoluzione orizzontale di 4 km. Tali dati, riportati con cadenza oraria e relativi all anno 2012, sono stati rielaborati in formato ISCMET, nello specifico: o o o o o o Velocità del vento a 10 metri di quota [m/s]; Direzione vento verso cui spira il vento flusso [gradi N]; Temperatura dell aria [K]; Classi di stabilità di Pasquill Gifford; Rural mixing height [m]; Urban mixing height [m]. I dati anemometrici e meteorologici risultano adeguati a descrivere correttamente la situazione climatica della zona; pertanto, possiamo dedurre il comportamento atteso per la dispersione già dall analisi condotta in fase preliminare. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 26 di 44

27 4.5.2 Analisi preliminare dei dati meteorologici e anemometrici Come si può osservare dall analisi della rosa dei venti riportata in Figura 20, il vento ha soffiato principalmente dal quadrante Sud-Ovest, con maggior frequenza dalla direzione Ovest-Sud-Ovest. Tale risultato permette di affermare in prima battuta che gli odori dell impianto tenderanno a disperdersi prevalentemente in direzione Nord-Est rispetto all area dove è insediato. Figura 20: rosa dei venti riferita alla stazione meteorologica considerata: la coordinata radiale (lunghezza del settore circolare) rappresenta la frequenza, il colore dei cunei indica l intensità del vento. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 27 di 44

28 Figura 21: distribuzione di frequenza dell intensità del vento nell anno considerato per la simulazione (2012) Per quanto riguarda l intensità dei venti, dal grafico della distribuzione di frequenza delle intensità riportato in Figura 21 si può notare come l intensità prevalente appartenga alla classe 1,0-2,0 m/s (registrata nel 42,3% del tempo). Si è assistito principalmente a venti di intensità limitata e in buona percentuale (12,7% dei rilevamenti), sono stati registrati episodi di calma di vento (velocità < 0,5 m/s). (a) Primavera (b) Estate (c) Autunno (d) Inverno LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 28 di 44

29 Figura 22: rose dei venti riferite alla stazione meteo per la stagione (a) primaverile, (b) estiva, (c) autunnale e (d) invernale: la coordinata radiale (lunghezza del settore circolare) rappresenta la frequenza Analizzando la distribuzione della direzione dei venti e le rose dei venti su base stagionale (Figura 22), si può osservare che: Durante la primavera e l estate, si registra una maggiore variabilità nella direzione del vento. Le direzioni prevalenti in primavera sono Ovest-Sud-Ovest mentre in estate Sud-Sud-Est; Nelle stagioni invernali ed autunnali si nota la quasi totale scomparsa del contributo dei venti proveniente dal settore Est con un aumento delle frequenze dal settore Ovest. La Figura 23 rappresenta la distribuzione delle velocità del vento durante le varie stagioni. Si può notare che in primavera ed in estate si registra la maggiore variabilità delle classi dell intensità del vento. In tutto il periodo considerato le velocità più frequenti appartengono ai venti di classe di intensità 1,0 2,0 m/s con valori che si aggirano tra il 35% e il 45%; In quasi tutti i periodi dell anno la seconda classe più registrata è stata quella compresa tra 0,5 e 1,0 m/s; Nel periodo invernale ed autunnale si assiste ad un aumento della frequenza relativa alle calme di vento (<0,5 m/s) con valori che raggiungono il 14% del tempo. (a) Primavera (b) Estate LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 29 di 44

30 (c) Autunno (d) Inverno Figura 23: distribuzione delle velocità del vento nelle varie stagioni. In Figura 24 è riportata la distribuzione giornaliera delle direzioni del vento, in base alla quale risulta che nelle ore notturne sono molto frequenti le direzioni Ovest e Sud-Ovest mentre nelle ore diurne aumenta la frequenza dei venti provenienti dai quadranti Nord-Est e Sud-Est. Figura 24: Distribuzione oraria delle direzioni del vento nell anno 2012 La Figura 25 mostra la distribuzione oraria delle classi di stabilità atmosferica; si osserva che le classi instabili (A, B e C) sono presenti nelle ore diurne, mentre le classi stabili (E e F) sono presenti nelle ore notturne. La classe Neutra D, indipendente dalla radiazione solare, è presente in tutte le ore del giorno. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 30 di 44

31 Figura 25: Distribuzione oraria delle classi di stabilità nell anno 2012 In Figura 26 si riporta il grafico riassuntivo dei valori di temperatura massimi (rosso), medi (blu) e minimi (verde) valutati per ogni mese. Figura 26: grafico delle temperature mensili LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 31 di 44

32 4.5.3 Esame dei dati cartografici e dell uso del suolo Il modello di dispersione CALPUFF permette di tenere contro degli effetti indotti dall orografia del territorio sulla dispersione. L informazione sull orografia viene introdotta tramite una matrice di quote altimetriche del terreno e di usi del suolo nel dominio spaziale. Nel caso oggetto di studio si vuole valutare la dispersione di odore su scala locale. Si è deciso, pertanto, di operare con una griglia di calcolo di 3 km x 3 km e con un passo di griglia di 100 metri. La griglia di calcolo delimita una zona ad orografia semplice caratterizzata dalla presenza del letto del fiume Tanaro. Tale porzione di territorio include parzialmente il centro abitato di Asti a Nord (cfr. Figura 27). Figura 27: CTR della zona in esame con evidenziato il sito dell impianto. L altitudine del terreno varia da circa 102 metri s.l.m. a 134 metri s.l.m. zona Nord-Ovest del dominio. L orografia può essere semplice data la variazione poco significativa delle quote altimetriche. In Figura 28 si riporta l orografia del terreno utilizzato per la griglia di calcolo. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 32 di 44

33 Figura 28: Altimetria del terreno nella griglia di calcolo. L origine della griglia è situata in basso a sinistra e corrisponde alle coordinate (437,328 km E 4969,582 km N) espresse in coordinate UTM-WGS84 come richiesto nel D.G.R. Lombardia Recettori sensibili Secondo il D.G.R. Lombardia, i recettori sensibili vanno posti in modo da comprendere le abitazioni o i locali ad uso collettivo più prossimi all impianto, anche se isolati e tutti i centri abitati in un raggio di qualche chilometro. Per lo studio sono stati considerati un totale di cinque recettori sensibili posizionati nelle località più vicine all impianto (cfr. Figura 29). Recettore A: Scuole materne Giulio De Benedetti ; Recettore B: Prime unità abitative a Nord dell impianto; Recettore C: Prime unità abitative a Nord-Est dell impianto; Recettore D: Prime unità abitative a Sud dell impianto; Recettore E: Scuole elementari e direzioni didattiche Anna Frank. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 33 di 44

34 Figura 29: recettori sensibili disposti sulla CTR del dominio di studio. Tali recettori permettono di valutare puntualmente la ricaduta dell odore sul territorio, quantificando il valore riferito al 98% percentile delle concentrazioni di odore simulate. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 34 di 44

35 4.6 Sorgenti emissive A seguito della campagna olfattometrica condotta presso il sito e descritta nel paragrafo 3 sono stati individuati i valori di concentrazione delle emissioni utili a definire i dati di input dell applicazione modellistica. In particolare sono state monitorate le seguenti emissioni odorigene: n campione Tabella 5: concentrazione di odore per le sorgenti odorigene monitorate. Tipologia emissione c od (ou E /m 3 ) Portata di odore (ou E /s) 6 vasca sedimentazione vasca ossidazione vasca denitrificazione vasca dissabbiatura-disoleatura grigliato ,3,4,5 media geometrica valle biofiltro valle filtro a sali di alluminio Per quanto riguarda i calcoli sulle portate di odore si fa riferimento al paragrafo 3.4. Secondo quanto riportato nell Allegato 1 della D.G.R. Lombardia, Nello scenario emissivo da impiegare nelle simulazioni per la stima dell'impatto olfattivo devono essere considerate tutte le emissioni dell'impianto oggetto dello studio (convogliate, diffuse o fuggitive) per le quali la portata di odore sia maggiore di 500 ou E /s, ad eccezione delle sorgenti per le quali, quale che sia la portata volumetrica emessa, la concentrazione di odore massima sia inferiore a 80 ou E /m 3. Tipologia emissione vasche sedimentazione vasca ossidazione vasche denitrificazione vasca dissabbiatura-disoleatura grigliato media geometrica valle biofiltro valle filtro Sali di alluminio Tabella 6: sorgenti odorigene considerate nel modello Da considerare nel modello Si No Si No No No No Note portata di odore inferiore alle 500 ou E /s portata di odore inferiore alle 500 ou E /s portata di odore inferiore alle 500 ou E /s portata di odore inferiore alle 500 ou E /s concentrazione odore inferiore alle 80 LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 35 di 44

36 Le uniche due fonti emissive odorigena considerate nella simulazione sono: vasche di sedimentazione (evidenziate in giallo in Figura 30) vasche di denitrificazione (evidenziate in rosso in Figura 30). Figura 30: planimetria dell impianto con evidenziate le sorgenti odorigene considerate. Riportiamo in Tabella 9 le caratteristiche tecniche delle sorgenti areali passive considerate. Nella presente simulazione le sorgenti areali sono state simulate come sorgenti puntuali aventi un diametro equivalente inferiore ai 50 m. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 36 di 44

37 Tabella 7: sorgenti emissive areali considerate Emissione UTM E UTM N altezza Deq quota slm Portata odore per punto Vasca sedimentazione Vasca denitrificazione km km m m m oue/s S S S S D D Al fine di utilizzare un approccio cautelativo della situazione attuale si è deciso di considerare l emissione come continua e costante nell arco dell anno (8760 ore annue). LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 37 di 44

38 5 Risultati A seguito dell indagine olfattometrica condotta si possono trarre le seguenti conclusioni: I valori di concentrazione di odore rilevati presso le sorgenti areali passive variano da un minimo di 80 ou E /m 3 (rilevato presso la vasca di sedimentazione) ad un massimo di 370 ou E /m 3 (rilevato presso la vasca separazione olii,grassi e fango); Il presidio ambientale a trattamento degli effluenti della linea fanghi (biofiltro) presenta dei valori di concentrazione di odore inferiore al valore di 300 ou E /m 3 indicato come limite per i presidi di trattamento aeriformi installati presso gli impianti di compostaggio e riportato nella Deliberazione Giunta Regionale Regione Lombardia del 16 aprile n. 7/12764: Linee guida relative alla costruzione e all esercizio degli impianti di produzione di compost Secondo quanto descritto nella Deliberazione Giunta Regionale 15 febbraio 2012 n. IX/3018, Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno della Regione Lombardia, all Allegato 1 Requisiti degli studi di impatto olfattivo mediante simulazione di dispersione dove si afferma che Nello scenario emissivo da impiegare nelle simulazioni per la stima dell impatto olfattivo devono essere considerate tutte le emissioni dell impianto oggetto dello studio (convogliate, diffuse o fuggitive) per le quali la portata di odore sia maggiore di 500 unità odorimetriche al secondo (oue/s), ad eccezione delle sorgenti per le quali, quale che sia la portata volumetrica emessa, la concentrazione di odore massima sia inferiore a 80 oue/m 3 le uniche sorgenti odorigene emissive da considerare nel modello di dispersione sono le vascge di sedimentazione e le vascche di denitrificazione. In Figura 31 è riportata la mappa della dispersione dell odore in termini 98 percentile su base annua dei valori di picco orari di con evidenziati i valori corrispondenti a 1 e 3 ou E /m 3 come riportato dal DGR della Regione Lombardia (cfr. Allegato 2). Figura 31: mappa del 98 percentile su base annua dell unità di odore espresse in unità odorimetriche al metro cubo LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 38 di 44

39 Il modello rispecchia la meteorologia e l orografia del luogo, evidenziando come la zona maggiormente soggetta ad impatto olfattivo si sviluppi in direzione Nord-Est e tale zona risulta del poco abitata. In Tabella 10 sono riportati i valori riferiti al 98% percentile delle concentrazioni di odore in riferimento a tutti i recettori sensibili considerati. Tabella 8: Concentrazioni di odore rilevate ai recettori sensibili Recettori Posizione posizione 2 [km] 98% percentile [ou E /m 3 ] est nord A Ovest 438, ,291 0,15 B Nord 438, ,520 0,19 C Nord-Est 439, ,609 0,26 D Sud 438, ,605 0,21 E Nord-Ovest 438, ,635 0,06 Ricordiamo, come citato nell introduzione, che le linee guida contenute nella D.G.R. Lombardia non fissano un valore limite unico per l'esposizione olfattiva, ma richiedono che i risultati delle simulazioni di dispersione siano confrontati con tre livelli di esposizione: 1 ou E /m 3, 3 ou E /m 3 e 5 ou E /m 3, espressi come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore. Per induzione si considera allora che: per livelli di esposizione olfattiva inferiori ad 1 ou E /m 3 come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore l'impatto olfattivo è da giudicare accettabile (o trascurabile); per livelli di esposizione olfattiva superiori a 5 ou E /m 3 come 98 percentile delle concentrazioni orarie di picco di odore l'impatto olfattivo è da giudicare non accettabile o non tollerabile; i livelli di esposizione olfattiva intermedi (1 5 ou E /m 3 ) costituiscono una "fascia di valutazione" all'interno della quale l'accettabilità dell'impatto deve essere valutata caso per caso, in relazione, per esempio, alla numerosità della popolazione esposta (in termini di densità abitativa) e alla destinazione d'uso prevalente (agricola, industriale, commerciale, residenziale) del territorio. Dalla Tabella 10 si nota come, l impatto odorigeno sul territorio circostante risulti molto limitato e presso nessun recettore sensibile individuato ci sia il superamento della soglia di percezione pari a 1 ou E /m 3. Alla luce di quanto riportati nella D.G.R. Lombardia è possibile ritenere che l impatto olfattivo originato dall impianto sul territorio circostante sia trascurabile (o accettabile). 2 La posizione dei recettori sensibili è espressa in coordinate UTM-WGS84 come indicato nella D.G.R. Lombardia. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 39 di 44

40 6 Bibliografia Limiti emissivi e qualità dell aria "H4. Odour Management" (Environment Agency, United Kingdom, Bristol, marzo 2011). D.g.r. 15 Febbraio 2012 n. IX/3018 Determinazioni generali in merito alla caratterizzazione delle emissioni gassose in atmosfera derivanti da attività a forte impatto odorigeno, Regione Lombardia. Applicazione dei modelli di dispersione UNI 10796: 2000 Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici UNI 10964: 2001 Guida alla selezione dei modelli matematici per la previsione di impatto sulla qualità dell aria Emissioni olfattive ed olfattometria UNI EN 13725: 2004 Determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica F. Lucignano, L.Sinisi, M.Vizzi (2003) Metodi di misura delle emissioni olfattive Utilizzo CALPUFF J.S. Scire, D.G. Straimaitis, R.J. Yamartino (2000) A user s guide for CALMET meteorological model Version 5, Earth Tech J.S. Scire, D.G. Straimaitis, R.J. Yamartino (2000) A user s guide for CALPUFF dispersion model Version 5, Earth Tech LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 40 di 44

41 Allegato 1: Materiali e metodi per l indagine olfattometrica Il primo passo per la determinazione della concentrazione di odore è il prelievo di campioni rappresentativi delle sorgenti emissive. La norma UNI EN 13725:2004 afferma che il campionamento è un passaggio importante del processo di misurazione della concentrazione di odore di un effluente gassoso: esso incide sulla qualità e l affidabilità del risultato. Per raccogliere i campioni si ricorre al principio del polmone, come definito dalla norma, cioè un sacchetto di campionamento è collocato in un contenitore rigido e l aria è rimossa dal contenitore utilizzando una pompa a vuoto; la depressione nel contenitore fa sì che il sacchetto si riempia con un volume di campione pari a quello che è stato rimosso dal contenitore. Per la misura di concentrazione di odore nei condotti, quando temperatura e umidità dell emissione non presentano valori elevati, il prelievo è effettuato mediante l utilizzo di una pompa a vuoto, impiegata per far fluire l aria all interno di un sacchetto di Nalophan TM della capacità di 8 litri. Un tubo in Teflon collegato al sacchetto in Nalophan TM viene introdotto all interno dei camini, dalla bocchetta di campionamento normalmente usata per le analisi chimiche oppure dal punto di emissione stesso. I prelievi puntuali sono realizzati ad opportuna distanza da curve e raccordi dei condotti, al fine di prelevare i campioni in una situazione di flusso laminare. Per il prelievo di campioni dai camini con alti valori di temperatura (> 50 C) e/o umidità relativa (emissione prossima alla saturazione), è invece necessario utilizzare un apparecchiatura di prediluizione per riempire il sacchetto di Nalophan TM. Tale scelta è giustificata da quanto riportato nella norma UNI EN 13725:2004 per i procedimenti di campionamento (par ): la pre diluizione del flusso di gas odorigeni deve essere applicata quando vi è il rischio di condensa del campione, quando conservato in condizioni ambiente. La pre diluizione può essere applicata se il campione è molto caldo e dev essere raffreddato prima dell immissione nel contenitore di campioni. Il prediluitore diluisce l aria campionata con azoto utilizzando un rapporto di 1:3 o 1:12,5, a seconda delle scelte dell operatore. Per la misura della concentrazione e della portata di odore di superfici estese non emissive, ovvero le vasche o i cumuli, è impiegata una tecnica di campionamento che prevede l impiego di una cappa dinamica di tipo wind tunnel o galleria del vento a bassa velocità. Il sistema wind tunnel a bassa velocità è costituito da una bombola di Aria Zero (aria neutra), da un flussimetro e da una cappa dinamica tipo wind tunnel. Il flusso d aria da immettere nella cappa dinamica viene regolato tramite l impiego di un flussimetro. Riferendoci a studi condotti da Frechen (VDI 3880, Draft, Olfactometry Static sampling ), si sceglie di regolare il flusso in ingresso alla wind tunnel a 1,2 l/s. Il prelievo dei campioni dalla cappa dinamica è effettuato mediante una pompa a vuoto, impiegata per far fluire l aria all interno di un sacchetto di Nalophan TM della capacità di 8 litri. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 41 di 44

42 Figura 32: cappa di campionamento wind tunnel. Per la misura della concentrazione e del flusso di odore di superfici estese emissive (ad esempio su biofiltri), si utilizza una cappa statica di forma piramidale, con base di dimensioni pari a metri 1 x 1, con pareti in alluminio e camino di diametro 15 cm. La captazione dell aria odorigena dalla cappa avviene mediante l utilizzo di una pompa a vuoto introducendo un tubo in Teflon collegato al sacchetto in Nalophan TM per il prelievo all interno del camino della cappa stessa. I campioni prelevati vengono analizzati in camera olfattometrica entro trenta ore dal campionamento. In camera olfattometrica è presente un Olfattometro Mannebeck Mod. TO7, dove sono operative quattro postazioni che contemporaneamente permettono agli esaminatori la relativa misurazione. Gli esaminatori sono selezionati sulla base delle loro risposte ad una sostanza di riferimento (n butanolo in azoto), in modo da rappresentare l olfatto medio della popolazione, come illustrato nel paragrafo Selezione degli esaminatori in base alla variabilità e alla sensibilità individuali della norma UNI EN 13725:2004: Al fine di ottenere un sensore affidabile, composto di un gruppo di membri del gruppo di prova, si devono selezionare dalla popolazione generale degli esaminatori che abbiano qualità specifiche per fungere da membri del gruppo di prova. Per garantire la ripetibilità dei risultati, le loro risposte olfattive dovrebbero essere il più costanti possibile da un giorno all altro e nel corso della stessa giornata. Per garantire la ripetibilità del sensore, formato da un gruppo di prova composto dai singoli membri del gruppo di prova, la loro sensibilità olfattiva deve rientrare in un ampiezza di banda definita, molto più ristretta della variabilità all interno della popolazione. A questo scopo, gli esaminatori con una sensibilità specifica all odorante di riferimento n-butanolo sono selezionati per essere membri del gruppo di prova. Si devono raccogliere almeno 10 stime di soglia individuale per il gas di riferimento ai fini della selezione. I dati per ogni esaminatore devono essere raccolti nel corso di almeno 3 sessioni in giorni separati con una pausa di almeno un giorno tra le sessioni. LOD srl Laboratorio Olfattometria Dinamica Pagina 42 di 44

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