4 GLI INQUINANTI MONITORATI DALLA RETE VALUTAZIONE DEI DATI 2004

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1 4 GLI INQUINANTI MONITORATI DALLA RETE VALUTAZIONE DEI DATI L atmosfera e gli inquinati atmosferici L atmosfera può essere considerata come un mantello che avvolge il nostro pianeta permettendo lo sviluppo e il mantenimento della vita sulla terra. In base all andamento della temperatura, dal suolo verso lo spazio interplanetario, l atmosfera viene suddivisa in involucri concentrici dette sfere (troposfera, stratosfera, mesosfera, termosfera, esosfera). La troposfera è la sfera più vicina alla crosta terrestre e si estende dalla superficie della terra fino a circa 10 km di quota. Essendo la parte più bassa e più densa dell atmosfera, in essa si trovano circa i ¾ dell intera massa gassosa atmosferica. La parola troposfera deriva dal greco τροπος che significa variazione, mutamento: all interno di questa sfera si trovano infatti le maggiori variazioni di pressione e temperatura (e, di conseguenza, di densità); essa contiene tutto il vapore acqueo ed è la sede dei cambiamenti meteorologici. La composizione chimica gassosa dell atmosfera anidra è riassunta nella Tab Tab. 3.1 Composizione Atmosferica Specie chimica % v/v 1 Azoto (N 2 ) 78,08 Ossigeno (O 2 ) 20,95 Argon (Ar) 0,93 Biossido di carbonio (CO 2 ) 0,037 Altri gas (Ne, He, CH 4, Kr, H 2, N 2 O, Xe ) tracce In atmosfera non sono presenti solo gas ma anche particelle solide: il particolato. Il particolato si può sostanzialmente suddividere in grossolano, fine (particelle con diametro inferiore a 2 µm) e ultrafine (diametro inferiore a 0,1 µm.). Generalmente si parla di inquinamento atmosferico se sono presenti sostanze a concentrazioni tali da essere superiori a quelle naturalmente presenti in aria e tali da poter produrre effetti nocivi diretti o potenziali sulla salute e sulla qualità della vita umana, animale e vegetale, sul paesaggio, sui materiali e le opere d arte. Questa alterazione della composizione dell atmosfera è il risultato di complessi fenomeni chimicofisici in competizione fra loro: alcuni fattori ne determinano l accumulo, altri la rimozione o la diluizione. Ad esempio la quantità e qualità di sostanze emesse in atmosfera da diverse tipologie di sorgenti (puntuali, lineari, diffuse) con diverse altezze e temperature di emissione, il grado di rimescolamento delle masse d aria e le reazioni chimiche, sono fra i principali fattori che producono la complessa distribuzione spaziale e temporale delle sostanze inquinanti immesse in atmosfera e poi rivelate dalla strumentazione della rete di monitoraggio. Le reazioni di trasformazione chimica atmosferica portano a distinguere gli inquinanti primari (direttamente emessi dalle sorgenti) da quelli secondari (prodotti in atmosfera anche a notevole distanza dalle sorgenti degli inquinanti primari). Gli inquinanti primari comprendono sia gas che particelle. Tra i gas si segnalano: i composti dell azoto (NO, NH 3 ); i composti dello zolfo (H 2 S, SO 2 ); i composti del carbonio (idrocarburi, CO); i composti alogenati (CFC, acidi alogenidrici). 1 Il simbolo % v/v significa percentuale calcolata rispetto ai volumi

2 Nell ecosistema urbano le più importanti sorgenti antropogeniche di questi gas sono il traffico veicolare, il riscaldamento domestico e, quando presenti, le emissioni industriali. Le particelle solide primarie hanno diverse origini. Quelle più sottili sono generate principalmente da processi di combustione, mentre quelle più grossolane da azioni meccaniche come l usura dei pneumatici, dei freni e del manto stradale oppure il risollevamento in atmosfera del particolato precedentemente depositato. Le polveri possono essere anche di origine naturale come ad esempio le sabbie, le polveri delle eruzioni vulcaniche, i pollini e le spore, i sali marini. I principali inquinanti secondari di tipo gassoso sono il biossido di azoto (NO 2 ) e l ozono (O 3 ) troposferico. Entrambi i gas sono prodotti da un complesso sistema di reazioni fotochimiche e costituiscono i componenti principali del famigerato smog fotochimico. Il particolato secondario può derivare da reazioni chimiche che coinvolgono inquinanti gassosi sia primari che secondari. I più noti processi sono la trasformazione di SO 2 in solfati, di NO 2 in nitrati e di NH 3 in ammonio e dei composti organici in agglomerati particellari organici. 4.2 Valutazione dei dati 2004 Nei paragrafi seguenti i dati di concentrazione di tutti gli inquinanti sono riferiti alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K, mentre la concentrazione del PM 10 è riferita alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 273 K, come richiesto dalle normative in vigore Ossidi di azoto (NOx) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori di ossidi di azoto sono 4: Parco Marecchia, Via Flaminia, Via Abete, Riccione. Caratteristiche generali. Esistono numerose specie chimiche di ossidi di azoto: Ossido di diazoto N 2 O; Ossido di azoto NO; Triossido di diazoto N 2 O 3 ; Biossido di azoto NO 2 ; Tetrossido di diazoto N 2 O 4 ; Pentossido di diazoto N 2 O 5 ; ma la specie di maggior interesse dal punto di vista della salute umana e dell ambiente è senza dubbio il biossido di azoto. WHO (World Health Organization) oltre a definire l importanza di NO 2 sotto il profilo sanitario, ne sottolinea anche quella dal punto di vista ambientale: (a) NO 2 assorbe la radiazione solare influenzando la trasparenza e visibilità atmosferica; (b) per lo stesso motivo, come assorbitore di radiazione visibile, potrebbe avere un potenziale ruolo nella variazione di clima globale nel caso la concentrazione diventasse abbastanza elevata; (c) essendo una molecola radicalica e fortemente ossidante, contribuisce a determinare il potere ossidante della troposfera e le concentrazioni delle altre specie radicaliche atmosferiche (incluso OH) e, infine, (d) gioca una funzione chiave nel determinare la concentrazione di O 3 troposferico in quanto la fotolisi di NO 2 è lo stadio di inizio della formazione fotochimica di O 3. Come è già stato detto, NO 2 è un inquinante secondario che deriva da NO.

3 La concentrazione di NO 2 in atmosfera, in un dato luogo e in un dato momento, dipende dunque dalle velocità di immissione di NO 2 e del reagente NO, dalle velocità di conversione di NO in NO 2 e di NO 2 in NO 3 - e dalla meteorologia. In natura NO viene prodotto dalle scariche elettriche atmosferiche, dagli incendi, dalle emissioni vulcaniche e dai batteri del suolo. Le emissioni antropogeniche sono dovute all uso dei combustibili in generale (trasporti, produzione di elettricità e riscaldamento) e alle attività industriali. NO si forma sempre quando viene usata l aria come comburente ad alta temperatura; l ulteriore ossidazione di NO durante la combustione produce NO 2 (di solito in quantità non superiore al 5% degli NOx primari emessi). NO 2 è sempre presente nei gas di scarico delle automobili ed in particolare dei grossi autoveicoli diesel. La concentrazione di NOx negli scarichi è elevata in condizioni di traffico veloce e motore ad alto numero di giri, bassa in decelerazione e motore al minimo. Effetti sulla salute. WHO indica che NO 2 è responsabile sia di effetti acuti che cronici a carico dell apparato respiratorio, effetti che risultano più evidenti in categorie sensibili, come ad esempio gli asmatici. Nella documentazione ufficiale viene riportato 560 µg/m 3 (0,3 ppm) come livello più basso capace di generare un disturbo della funzionalità polmonare in un individuo asmatico sottoposto ad esercizi fisici intermittenti e per una esposizione di 30 minuti. Per quanto riguarda NO occorrono concentrazioni più alte per riscontrare gli stessi effetti. Sulla base di questi dati sperimentali, WHO propone per NO 2 un limite di 200 µg/m 3 come valore orario; il valore guida annuale è di 40 µg/m 3. Questi valori sono stati recepiti a livello europeo dalla Direttiva 99/30/CEE e a cascata dalla legislazione italiana nel DM 60/02. Nella tabella successiva (Tab ) sono indicati: I valori limite per la protezione della salute umana per il biossido di azoto, i margini di tolleranza, le modalità di riduzione di tale margine e la data alla quale i valori limite devono essere raggiunti Il valore limite per la protezione della vegetazione per gli ossidi di azoto e la data in cui tale valore deve essere raggiunto La soglia di allarme per il biossido di azoto

4 Tab Parametri richiesti dal DM 60/02 per gli ossidi di azoto [µg/m 3 ] Periodo di mediazione Entrata in vigore (19/7/99) Dal 01/01/01 Dal 01/01/02 Dal 01/01/03 Valore limite aumentato del margine di tolleranza Dal 01/01/04 Dal 01/1/10 valore limite Valore limite orario per la protezione della salute umana Valore limite annuale per la protezione della salute umana Valore limite annuale per protezione della vegetazione Soglia di allarme 1 ora Anno civile Anno civile Anno civile 300 (come NO 2 da non superare più di 18 volte l'anno) 60 (come NO 2 ) (come NO X ) 400 (misurati per tre ore consecutive in una area di almeno 100 km 2 oppure in una intera zona o un intero agglomerato) Fino alla data entro la quale devono essere raggiunti i valori limite (anno 2010), restano in vigore i valori limite fissati dal DPCM 28/03/83 e dal DPR 203/88. Analisi degli ossidi di azoto durante l anno 2004 Nella tabella sono riassunte le elaborazioni relative all ultimo triennio previste dalla legislazione precedente al DM 60/02 (DPCM 28/03/83; DPR 203/88; DM 15/04/94; DM 25/11/94). I valori del 50 percentile delle medie orarie annuali, per la stazione di Via Flaminia e il triennio 02-04, hanno superato la soglia del valore guida (50 µg/m 3 ) previsto dall allegato II del DPR 203/88, per tutti gli anni. Sempre relativamente all ultimo triennio non si sono verificati invece superamenti del valore limite (200 µg/m 3 ) e del valore guida (135 µg/m 3 ) del 98 percentile delle medie orarie annuali, né del livello di attenzione (200 µg/m 3 ) per il valore medio orario (DPCM 28/03/1983; DM 15/04/1994). Il DM60 prende in considerazione invece il valore medio annuale (i valori di riferimento sono riportati in Tab ). Tab Biossido di azoto (NO 2 ): concentrazioni medie orarie (µg/m 3 ) Stazioni 01/01/ /12/ /01/ /12/ /01/ /12/2004 Media D.S. Max Media D.S. Max Media D.S. Max Marecchia Abete Flaminia Riccione

5 Nei grafici successivi (Fig ) sono mostrati gli andamenti dei valori orari registrati durante l anno civile 2004 nelle quattro stazioni fisse di monitoraggio. Non è mai stato superato il valore limite orario aumentato del margine di tolleranza previsto per l anno 2004 dal DM 60/02, pari a 260 µg/m 3. In Fig viene riportata graficamente la media oraria urbana, calcolata come valore medio di ogni media oraria delle tre stazioni poste sul territorio comunale riminese. Fig Andamenti orari della concentrazione di NO 2 misurata nella stazione di Marecchia. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K

6 Fig Andamenti orari della concentrazione di NO 2 misurata nella stazione di Abete. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K. Fig Andamenti orari della concentrazione di NO 2 misurata nella stazione di Flaminia. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K.

7 Fig Andamenti orari della concentrazione di NO 2 misurata nella stazione di Riccione. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K. Fig Andamenti orari della concentrazione di NO 2 come media urbana. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K. Nella Fig sono mostrati i valori medi mensili calcolati per ognuna delle quattro stazioni di monitoraggio. Come già era possibile notare dal confronto delle Figg , le concentrazioni di

8 NO 2 per Via Flaminia si mantengono costantemente più elevate durante tutto l anno. Nella tabella successiva (Tab ) sono riassunti i dati numerici del grafico di Fig Fra le quattro stazioni poste sul territorio provinciale, solo Via Flaminia supera il valore medio annuale limite (VL), anche maggiorato del margine di tolleranza (MT) per il 2004 (VL+MT=52 µg/m 3 per il DM 60/02). Inoltre si può notare che, relativamente ad ogni stazione, i valori medi mensili più alti si rilevano nei mesi invernali, periodi nei quali l altezza di rimescolamento è inferiore. Fig Andamenti mensili della concentrazione di NO 2 nelle quattro stazioni di misura. Le concentrazioni sono riferite alla pressione di 101,3 kpa e alla temperatura di 293 K.

9 Tab Biossido di azoto (NO 2 ): concentrazioni medie mensili ed annuali [µg/m 3 ] Marecchia Riccione Abete Flaminia Media gen Media feb Media mar Media apr Media mag Media giu Media lug Media ago Media set Media ott Media nov Media dic Media annuale Il valore limite annuale per la protezione della salute umana è 40 [µg/m 3 ] Il valore limite maggiorato del margine di tolleranza per il 2004 è 52 [µg/m 3 ] Il DM 60/02 regolamenta anche i valori limite per la protezione della vegetazione. A tale scopo occorre considerare NOx espressa in µg/m 3 (somma di NO e NO 2 ) e valutare la media sull anno civile. Gli andamenti mensili sono rappresentati graficamente nelle figure seguenti (Figg ). Nei grafici sono anche riportati il valore limite annuale di riferimento (linea rossa) e il valore medio annuale misurato nella stazione (linea blu). Fig Valore limite annuale per la protezione della vegetazione (linea rossa) e valore medio annuale (linea blu), registrato nella stazione di Marecchia nell anno Nel grafico sono riportati anche gli andamenti mensili

10 Fig Valore limite annuale per la protezione della vegetazione (linea rossa) e valore medio annuale (linea blu), registrato nella stazione di Abete nell anno Nel grafico sono riportati anche gli andamenti mensili Fig Valore limite annuale per la protezione della vegetazione (linea rossa) e valore medio annuale (linea blu), registrato nella stazione di Flaminia nell anno Nel grafico sono riportati anche gli andamenti mensili

11 Fig Valore limite annuale per la protezione della vegetazione (linea rossa) e valore medio annuale (linea blu), registrato nella stazione di Riccione nell anno Nel grafico sono riportati anche gli andamenti mensili I grafici evidenziano che i valori più elevati sono stati registrati nella stazione di via Flaminia. Nelle figure seguenti (Figg ) sono riportati graficamente i dati relativi agli andamenti orari del giorno-tipo per NO e NO 2. La stazione di via Flaminia (tipo C), caratterizzata da traffico intenso, presenta concentrazioni di NO 2 più elevate relativamente alle altre stazioni e per qualunque intervallo orario. I picchi di massima concentrazione, si verificano nelle ore serali; valori di forte intensità relativa si registrano anche al mattino. Per quanto riguarda le concentrazioni di NO 2, Flaminia presenta il massimo di concentrazione nell intervallo orario dalle ore 18:00 alle 19:00; Abete (tibo B) dalle 21,00 alle 22,00, Marecchia (tipo A) dalle 22:00 alle 23:00. Il picco serale di concentrazione si sposta da Flaminia a Marecchia, nell arco di 3-4 ore. Riccione (tipo C) sembra avere un comportamento intermedio a Marecchia e Abete, sia come valori di concentrazione, sia come periodo di registrazione del valore di picco, che si registra dalle ore 21:00 alle 22:00. Di seguito ai grafici viene riportata una tabella (Tab ) di correlazione fra i giornitipo feriali delle diverse stazioni per quanto riguarda il parametro NO 2.

12 Fig Andamento orario di concentrazione per NO e NO 2 registrati nella stazione di Marecchia. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo (ad es:9 corrisponde all intervallo orario dalle ore 8:00 alle ore 9:00). Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno.

13 Fig Andamento orario di concentrazione per NO e NO 2 registrati nella stazione di Abete. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo (ad es:9 corrisponde all intervallo orario dalle ore 8:00 alle ore 9:00). Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno.

14 Fig Andamento orario di concentrazione per NO e NO 2 registrati nella stazione di Abete. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo(ad es.: 9 corrisponde all intervallo orario dalle ore 8:00 alle ore 9:00). Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno.

15 Fig Andamento orario di concentrazione per NO e NO 2 registrati nella stazione di Riccione. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo (ad es.: 9 corrisponde all intervallo orario dalle ore 8:00 alle ore 9:00). Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno. Tab Correlazione di Pearson tra i valori orari del giorno-tipo feriale nelle stazioni della Provincia di Rimini che misurano il biossido di azoto. Valori vicino a uno indicano comportamenti simili. NO 2 feriale 2004 Marecchia Abete Flaminia Riccione Marecchia 1,000 0,920 0,372 0,921 Abete 1,000 0,601 0,986 Flaminia 1,000 0,634 Riccione 1,000

16 4.2.2 Monossido di carbonio (CO) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori automatici di monossido di carbonio sono quattro: Parco Marecchia, Via Flaminia, Via Abete, Riccione. Caratteristiche generali. Il monossido di carbonio è un gas inodore, insapore ed incolore, poco solubile in acqua, che si produce nelle reazioni di combustione in difetto di ossigeno dei composti contenenti carbonio. In eccesso di ossigeno la combustione procede invece con la formazione di biossido di carbonio, composto non velenoso. WHO indica che le emissioni di CO in atmosfera sono da ascrivere per un 60% alle attività umane e per il restante 40% dai processi naturali. La principale sorgente antropogenica di questo inquinante in ambito urbano è la combustione della benzina nel motore a scoppio, nel quale non si riesce ad ottenere la condizione ottimale per la completa ossidazione del carbonio. A differenza degli ossidi di azoto, per il CO le massime emissioni dal motore si verificano in condizioni di motore al minimo, in decelerazione e in fase di avviamento a freddo, piuttosto che in accelerazione o in condizioni di alto numero di giri. Risulta dunque particolarmente insidiosa la condizione di traffico lento e fermate ai semafori nelle giornate caratterizzate da bassa ventilazione. Nelle aree urbane la concentrazione di CO dipende dalla densità di popolazione degli autoveicoli, dalla topografia e dalle condizioni meteorologiche; nelle strade la concentrazione di questo inquinante varia molto in funzione della distanza dal traffico, mantenendosi più alta dal lato sottovento del canyon stradale e smorzandosi velocemente dal suolo verso l alto. Le concentrazioni di fondo a livello planetario sono tra 0.06 e 0.14 mg/m 3 ( ppb). Negli ambienti caratterizzati da traffico urbano tipici delle grandi città Europee, le concentrazioni medie su otto ore sono generalmente inferiori a 20 mg/m 3 (17 ppm), con picchi di breve durata sotto i 60 mg/m 3 (53 ppm). I valori di qualità dell aria ottenuti dalle stazioni fisse di rilevamento sono rappresentativi delle esposizioni relative ai periodi lunghi, come ad esempio gli intervalli di otto ore, invece che delle esposizioni intense ma di breve durata. Effetti sulla salute. Il CO viene assorbito negli alveoli polmonari ed entra nel sangue associato all emoglobina. Esso è un veleno in quanto si lega irreversibilmente all emoglobina producendo un complesso molto stabile (la carbossiemoglobina, COHb) e quindi impedendo il naturale trasporto di ossigeno per la respirazione cellulare (l affinità della emoglobina per il CO è superiore di volte quella per l ossigeno). WHO ha stimato un livello pari al 2.5% di COHb nel sangue umano come limite per la protezione della salute, tenendo conto dei gruppi a rischio (persone con disturbi coronarici, feti di donne incinte non fumatrici). Questo valore, relativamente ad una popolazione sottoposta a sforzo fisico lieve o moderato, una volta tradotta in termini di concentrazioni ambientali, genera i seguenti valori guida: 100 mg/m 3 (90 ppm) per 15 minuti; 60 mg/m 3 (50 ppm) per 30 minuti; 30 mg/m 3 (25 ppm) per 1 ora; 10 mg/m 3 (10 ppm) per 8 ore. Il valore limite da confrontare con le concentrazioni registrate nelle stazioni fisse di monitoraggio è riportato nel DM 60/02 (a recepimento della direttiva europea 1999/30/CE). In tale decreto si fa riferimento alle concentrazioni massime su periodi di

17 otto ore, con valore limite di 10 mg/m 3 ; per l anno 2004 tale limite è addizionato di un margine di tolleranza di 4 mg/m 3 (per un totale di 12 mg/m 3 ). La legislazione precedente (abrogata dal DM 60/02) definiva il livello orario di attenzione pari a 15 mg/m 3 e di allarme pari a 30 mg/m 3 (DM 15/04/94) e un limite massimo di accettabilità (DPCM 28/03/83) su otto ore pari a 10 mg/m 3 e pari a 40 mg/m 3 su un ora (Tab ). Tab Parametri richiesti dal DM 60/02 per il monossido di carbonio [mg/m 3 ] Valore limite per la protezione della salute umana Periodo di mediazione Entrata in vigore (13/12/2000) Dal 01/01/03 Dal 01/01/04 Dal 01/01/05 Valore limite aumentato del margine di tolleranza Valore limite Media massima giornaliera su 8 ore Per confrontare i valori limite con i dati misurati nell anno 2004, si rimanda alle figure che mostrano il valore massimo delle medie su otto ore per ogni giorno dell anno. Analisi del monossido di carbonio durante l anno 2004 Nella Provincia di Rimini il CO non presenta criticità di rilievo. Come evidenziato nei grafici seguenti (Figg ), i limiti che definiscono gli standard di qualità non sono mai stati raggiunti (al massimo si registra un episodio con concentrazione pari al 50% del valore limite per il 2005 della media mobile su otto ore, in un solo sito durante l arco dell anno). Flaminia sembra essere interessata da valori leggermente più alti, relativamente alle rimanenti stazioni. Ovviamente non sono mai stati superati i livelli di attenzione e di allarme orari previsti dalla normativa del 1994 in nessuna delle stazioni (Tab ). Tab Valori medi annuali Stazione Valore medio annuale [mg/m 3 ] Abete 1.0 Flaminia 1.3 Marecchia 0.7 Media Urbana Rimini 1.0 Riccione 0.6

18 Fig CO - Massimi giornalieri delle medie su otto ore - Marecchia. Fig CO - Massimi giornalieri delle medie su otto ore - Abete.

19 Fig CO - Massimi giornalieri delle medie su otto ore - via Flaminia. Fig CO - Massimi giornalieri delle medie su otto ore - Riccione. I dati relativi alla media urbana di Rimini (Fig ) sono stati calcolati mediando i valori orari delle tre stazioni presenti sul territorio comunale.

20 Fig Valori medi orari Media urbana di Rimini. Analizzando i dati orari (in Fig ) si può notare come ci sia un leggero effetto di diluizione dell inquinante nel periodo estivo, nonostante il carico turistico. Questo effetto è sostanzialmente dovuto alla più elevata altezza di rimescolamento che caratterizza il periodo estivo. Nei grafici seguenti (Figg ) sono riportati i dati relativi agli andamenti orari del giorno-tipo. La stazione di via Flaminia, rispetto alle altre, presenta i valori più elevati di concentrazione per ogni intervallo orario, anche se, come abbiamo detto, i valori sono molto al di sotto dei limiti di legge per ogni stazione. Come già visto per NO 2, la concentrazione si alza al mattino e alla sera, con i picchi massimi nelle ore serali, sebbene in questo caso, diversamente dal precedente, non si abbia una grossa differenza relativa fra il valore minimo e quello massimo durante l arco della giornata. Flaminia ha il suo massimo nell intervallo dalle 18:00 alle 19:00; il massimo di Abete avviene tra le 19:00 e le 20:00. Marecchia ha il massimo 20:00 alle 21:00. Riccione ha il massimo dalle 19:00 alle 20:00; il suo andamento temporale risulta anche in questo caso più simile alle stazioni di Marecchia ed Abete rispetto a Flaminia. Di seguito ai grafici viene riportata una tabella (Tab ) di correlazione fra i giorni-tipo feriali delle diverse stazioni.

21 Fig Andamento orario di concentrazione per CO registrato nella stazione di Marecchia. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno. Fig Andamento orario di concentrazione per CO registrato nella stazione di Abete. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno.

22 Fig Andamento orario di concentrazione per CO registrato nella stazione di Flaminia. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno. Fig Andamento orario di concentrazione per CO registrato nella stazione di Riccione. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno. Tab Correlazione di Pearson tra i valori orari del giorno-tipo feriale nelle stazioni della Provincia di Rimini che misurano il monossido di carbonio. Valori vicino a uno indicano comportamenti simili. CO feriale 2004 Marecchia Abete Flaminia Riccione Marecchia 1,000 0,926 0,523 0,862 Abete 1,000 0,672 0,904 Flaminia 1,000 0,835 Riccione 1,000

23 4.2.3 Biossido di zolfo (SO 2 ) Siti di misura. Il biossido di zolfo viene misurato nella stazione di via Flaminia. Caratteristiche generali. Gli ossidi di zolfo che sono dispersi in atmosfera sono SO 2 (biossido di zolfo) e, in piccola parte, SO 3 (triossido di zolfo). La principale sorgente di questi composti deriva dalla combustione dei combustibili fossili contenenti zolfo utilizzati nelle centrali termoelettriche, nelle caldaie di riscaldamento domestiche e in processi di combustione industriale. Storicamente SO 2 e particolato, derivanti dalla combustione di carbone da riscaldamento, furono i principali componenti dell inquinamento urbano in gran parte del mondo (basti pensare alle grandi città del nord Europa come Londra, nella quale alla fine del XIX secolo fu coniato il termine smog da smoke e fog) e, assieme agli ossidi di azoto, il principale responsabile delle piogge acide (con formazione di acido solforoso e, a seguire, di acido solforico). Attualmente la presenza di questo composto in atmosfera è da attribuire alla combustione del gasolio per trazione (motore diesel) e riscaldamento. I valori registrati di biossido di zolfo, come è possibile notare dai grafici sotto riportati, sono di gran lunga inferiori ai valori limite di protezione della salute e questo è sostanzialmente dovuto alle politiche di utilizzo di carburanti a basso tenore di zolfo (BTZ 2, ULSD 3 ) per i motori diesel e alla metanizzazione del territorio per quanto riguarda il riscaldamento domestico. Effetti sulla salute. SO 2 è un forte irritante delle prime vie respiratorie e i principali effetti sulla salute riguardano la costrizione bronchiale, le naso-faringiti con alterazione del senso dell olfatto e del gusto. È possibile già avvertirne il caratteristico odore pungente alla concentrazione di 8 mg/m 3 (2.8 ppm). WHO riporta che a concentrazioni superiori di 28,6 mg/m 3 (10 ppm) l esposizione cronica comporta danni epiteliali e modificazioni tipiche alla bronchite cronica umana. L assorbimento di SO 2, da parte delle mucose del naso e del primo tratto respiratorio, avviene a causa della sua solubilità nei mezzi acquosi (a 15 C un volume di H 2 O dissolve 45 volumi di SO 2 ). L assorbimento è dipendente dalla concentrazione ed in letteratura è stato riportato che, alle concentrazioni ambientali oggi comunemente osservate, l assorbimento di SO 2 nelle prime vie respiratorie può considerarsi inefficace. Lo stesso autore riporta che gli effetti di SO 2 possono essere esaltati dalla presenza di particolato ultra-fine e umidità atmosferica a causa della formazione di un film di acido solforico sulla superficie delle particelle che ne veicolano il trasporto nelle zone profonde del polmone. Analisi del biossido di zolfo nell anno 2004 Nelle tabelle seguenti Tabb sono riportati i valori richiesti dalla legislazione per il biossido di zolfo. Dalla Tab si nota che i valori misurati dallo strumento posizionato nella stazione di via Flaminia sono molto al di sotto dei valori limite, anche come evidenziato dai grafici successivi (Figg ). Tab Parametri richiesti dal DM 60/02 per il biossido di zolfo [µg/m 3 ] Periodo mediazione Entrata vigore (19/7/99) in Dal 01/01/01 Dal 01/01/02 Dal 01/01/03 Dal 01/01/04 Dal 01/1/ ppm di zolfo ppm di zolfo

24 Valore limite orario per la protezione della salute umana 1 ora Valore limite aumentato del margine di tolleranza Valore limite 500 (da non superare più di 24 volte l'anno) Valore limite giornaliero per la protezione della salute umana Valore limite annuale per protezione degli ecosistemi Soglia di allarme 24 ore nessuno Anno civile inverno (1 ottobre - 31 marzo) (da non superare più di 3 volte nell'anno) 500 (misurati per tre ore consecutive in una area di almeno 100 km 2 oppure in una intera zona o un intero agglomerato) Tab Parametri statistici annuali e giornalieri di SO 2 [µg/m 3 ] secondo il DM 60/02 e legislazione precedente 2004 VL da non superare Media su anno civile 2 20 DM 60/02 per ecosistemi Media sull'inverno 2 20 DM 60/02 per ecosistemi ( / ) Mediana sui valori giornalieri inverno DPCM 28/03/83 e DPR 203/88 ( / ) 98 percentile DPCM 28/03/83 e DPR 203/88 (1-4-04/ ) Mediana (anno ecologico) 1 80 DPCM 28/03/83 e DPR 203/88 (1-4-04/ ) Max (anno ecologico) 7 (1-4-04/ ) Media delle medie di 24h 2 valore guida ( / ) DPR 203/88

25 Tab Parametri statistici dei dati orari di SO 2 [µg/m 3 ] relativi all anno 2004 Stazione Via Falminia Media 2004 Percentili Max Fig Protezione della salute umana. Valori giornalieri della concentrazione di SO 2 misurate nella stazione Via Flaminia.

26 Fig Protezione degli ecosistemi. Valori giornalieri della concentrazione di SO 2 misurate nella stazione Via Flaminia. Fig Valori massimi orari della concentrazione di SO 2 misurati nella stazione Via Flaminia.

27 Anche per questo inquinante si può notare l effetto di diluizione per il periodo estivo, osservando il grafico dei valori medi giornalieri. Si notino i due picchi relativi al 18 e 19 marzo. Durante la notte di S. Giuseppe è tradizione riminese accendere i falò. La reazione di combustione crea immissioni atmosferiche che innalzano il valore di anidride solforosa al di sopra del livello, molto basso, normalmente misurato. Osservando l andamento della concentrazione del piombo (analizzato sui campioni di PTS), si osserva lo stesso fenomeno (cfr ). Nella figura seguente (Fig ) sono riportati graficamente i dati relativi agli andamenti orari del giorno-tipo. Fig Andamento orario di concentrazione per SO 2 registrato nella stazione di Flaminia. Gli intervalli orari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno Polveri totali sospese e polveri inalabili (PTS e PM10) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori automatici di polveri inalabili PM10 sono tre: Flaminia, Marecchia e Riccione. Le polveri totali sospese (PTS) vengono monitorate in maniera semiautomatica (sono prelevate da un campionatore automatico e determinate gravimetricamente in laboratorio da un operatore Arpa). I siti di misura per le PTS sono due: Flaminia e Abete. Caratteristiche generali. Il materiale particolato sospeso è una miscela complessa di sostanze organiche ed inorganiche che si presentano in fase liquida e solida con composizione chimica variabile in funzione della granulometria e, ovviamente, della sorgente che le ha prodotte. Le dimensioni delle particelle sospese variano in un intervallo che abbraccia ben quattro ordini di grandezza: da qualche nanometro a decine di micrometri. Le differenze chimico-fisiche più importanti rendono possibile una prima classificazione fra la frazione grossolana (particelle con diametro aerodinamico superiore a 2,5 µm) e quella fine (particelle con diametro aerodinamico uguale o inferiore a 2,5 µm (PM2,5). Questa differenziazione dipende sostanzialmente dalla diversa genesi delle polveri. Sebbene le polveri di granulometria inferiore possano essere generate per rottura delle particelle solide più grandi, questo processo richiede una energia sempre crescente al diminuire delle

28 dimensioni delle particelle, in maniera tale da essere praticamente proibita per dimensioni dell ordine di 1 µm. La classe di particelle fini contiene in massima parte le particelle secondarie (che sono i prodotti di alcune reazioni chimiche atmosferiche), e le particelle primarie prodotte dalle reazioni di combustione e dalla condensazione di sostanze altobollenti che derivano da svariati processi chimici di origine naturale o antropica. La classe di particelle più grandi è costituita da materiali crostali, materiale polverulento prodotto e/o risollevato da terra dal traffico, materiali in polvere prodotti da industrie. Sorgenti naturali di particelle grossolane possono essere le emissioni dei vulcani, le spore di muffa, i pollini, parti di insetti e di piante e, vicino alle coste, particelle prodotte dalla evaporazione di spray marino. Le diverse origini delle particelle si riflettono nella composizione chimica delle stesse: le polveri fini, ricche di particelle secondarie, sono composte sostanzialmente (80% p/p) da ioni nitrato, solfato, ammonio, carbonio organico ed elementare; di contro questi composti costituiscono solo il 10-20% della frazione grossolana la quale comprende, per un 50% della sua massa, alluminio, silicio, zolfo, potassio, calcio e ferro. È interessante notare come sia stata dimostrata sperimentalmente una più forte dipendenza della composizione chimica della frazione grossolana relativamente al sito di prelievo rispetto alla composizione della frazione fine; questo dato sperimentale è una riconferma della diversa genesi delle frazioni particellari. Effetti sulla salute. Il particolato viene spesso classificato secondo criteri sanitari. Gli effetti sanitari sono funzione della natura chimica e della granulometria delle particelle; da questa seconda caratteristica ne deriva una diversa capacità di queste di penetrare nell albero respiratorio e di causare dunque un danno per la salute umana (Fig ). La totalità delle particelle sospese viene chiamata PTS. Le particelle con dimensioni intorno ai 20 µm non penetrano nelle vie respiratorie, mentre riescono a farlo le particelle di dimensione inferiore. La frazione PM 10 (cioè aventi diametro aerodinamico pari o inferiore a 10 µm) è la frazione inalabile, chiamata anche frazione toracica, è stata identificata come un buon indicatore delle particelle correlate alla salute. L ulteriore frazione PM 2.5 è la frazione respirabile, ovvero quella che con maggiore probabilità può giungere alle vie respiratorie più profonde e produrre un danno effettivo. Gli studi sul PM 2.5 stanno confermando che quest'ultimo è un indicatore migliore del PM 10 per gli effetti sulla salute causati dalle polveri [WHO]. Recenti indagini mediche hanno dimostrato che le particelle ultrafini (PM 0,1 ) possono passare direttamente nel torrente sanguigno. I danni prodotti dalle particelle (e dalle sostanze da esse veicolate) sono relativi alla respirazione, ai polmoni (anche tumore), alle patologie cardiovascolari e alle alterazioni del sistema immunitario.

29 Fig Capacità di penetrazione del particolato atmosferico nell albero respiratorio. Analisi delle PTS nell anno 2004 Analizzando le polveri totali sospese per quanto riguarda l anno 2004, si può notare già dalla Tab che i valori misurati sono al di sotto di quelli previsti dalla legislazione. Il DM 60/02 non prevede la regolamentazione delle polveri totali sospese; in effetti questo indicatore non è altrettanto efficace rispetto al PM 10 nel rappresentare il rischio per la salute. Tab Valori di concentrazione di PTS relativi all anno 2004, confrontati con i limiti della legislazione antecedente al DM 60/02 DPCM 28/03/83 PTS Anno 2004 Media annuale Limite 98 percentile Limite Via Flaminia Via Abete Nei seguenti grafici (Figg ) sono riportati i valori giornalieri della concentrazione delle polveri totali aerodisperse registrate nelle stazioni di Flaminia e Abete.

30 Fig Andamento giornaliero di concentrazione per PTS registrato nella stazione di Flaminia. Fig Andamento giornaliero di concentrazione per PTS registrato nella stazione di Abete. Analisi del PM 10 nell anno 2004 Per il raggiungimento dei valori limite previsti per questo inquinante dal DM 60/02, sono previste all interno del decreto due fasi successive (Tab ). Per entrambe le fasi sono previsti dei valori limite, questi vengono inizialmente maggiorati da un margine di tolleranza che si riduce poi di anno in anno.

31 Tab Parametri richiesti dal DM 60/02 per il PM 10 [µg/m 3 ] Fase 1: Valore limite giornaliero per la protezione della salute umana Valore limite annuale per protezione della salute umana Periodo di mediazione 24 ore Anno civile Entrata in vigore (19/7/99) Dal 01/01/01 Dal 01/01/02 Dal 01/01/03 Valore limite aumentato del margine di tolleranza Dal 01/01/04 Da ragg al 01/01/05 Valore limite (da non superare più di 35 volte l'anno) 48,0 46,4 44,8 43,2 41,6 40,0 Fase 2: Valore limite giornaliero per la protezione della salute umana Valore limite annuale per protezione della salute umana Periodo di mediazione 24 ore Dal 01/01/05 Dal 01/01/06 Dal 01/01/07 Dal 01/01/08 Valore limite aumentato del margine di tolleranza Dal Dal 01/01/09 01/01/10 Valore limite Da stabilire in base alla fase 1 50 (da non superare più di 7 volte l'anno) Anno civile Nei seguenti grafici (Figg ) sono riportati i valori giornalieri delle concentrazioni dei PM 10 registrate nelle stazioni di Flaminia, Marecchia e Riccione.

32 Fig Andamento giornaliero di concentrazione per il PM 10 registrato nella stazione di Flaminia. Fig Andamento giornaliero di concentrazione per il PM 10 registrato nella stazione di Marecchia. Fig Andamento giornaliero di concentrazione per il PM 10 registrato nella stazione di Riccione. N el seguente grafico (Fig ) sono riportati i valori giornalieri della concentrazione del PM 10 calcolata come media urbana per la Città di Rimini.

33 Fig Andamento giornaliero di concentrazione per il PM 10 calcolato come media urbana per la Città di Rimini. Nel seguente grafico (Fig ) sono riportati i valori medi mensili delle concentrazioni dei PM 10 calcolati per le stazioni di Flaminia, Marecchia e Riccione. Fig Andamento mensile delle concentrazioni per il PM 10 calcolati nelle stazioni di Flaminia, Marecchia e Riccione. Il valore per il mese di ottobre di Riccione è relativo ai dati disponibili (fino al 10/10/04) Per quanto riguarda l anno 2004, confrontando le concentrazioni rilevate per il PM10 relativamente al Valore limite giornaliero per la protezione della salute umana, si può notare dalle Tab e , che il numero di superamenti avvenuti, sia come media urbana per la Città di Rimini, sia per Riccione, sono in numero superiore a quelli previsti dalla legislazione. Se invece consideriamo il Valore limite annuale per la protezione della salute umana e confrontiamo i valori calcolati per il 2004 con quelli previsti dalla legislazione per il medesimo anno, riscontriamo che il limite è stato rispettato solo per quanto riguarda l ambito urbano di Rimini. In ogni caso, alla luce dei progressivi restringimenti dei margini di tolleranza, l eventuale conferma negli anni prossimi di dati analoghi a quelli rilevati durante il 2004, non consentiranno in futuro il rispetto dei limiti imposti dalla legislazione per il PM 10.

34 Tab Parametri statistici e numero dei superamenti per le polveri PM 10 durante l anno 2004 PM10 Anno 2003 Provincia di RN % Dati Validi Media annuale val min Percentili val max N sup. VL+MT Flaminia 98% Marecchia 84% Riccione* 63% Media Urbana Rimini 82% * (fino al 10/10/04) Nota: Per il calcolo del valore di PM 10 me dio urbano del Comun e di Rimini sono stati presi in considerazione i seguenti due criteri: 1. Nel caso fossero presenti entrambi i dati delle due stazioni del comune di Rimini è stata fatta la media dei due dati validi; 2. nel caso fosse presente un solo dato valido, il valore della media urbana è stato considerato come non disponibile. Alla base di questa scelta c è la considerazione del fatto che la stazione virtuale Media Urbana ha per valori giornalieri la media dei dati giornalieri di due stazioni di diversa tipologia: Marecchia è una stazione di fondo (tipo A) e Flaminia è una stazione ad alto tra ffico (tipo C). Tab N superamenti mensili del valore medio giornaliero per il PM10 durante l anno Marecchia Flaminia Riccione Gennaio Febbraio Marzo Aprile Maggio Giugno Luglio Agosto Settembre Ottobre Novembre 10 8 N. D. Dicembre 8 11 N. D. TOTALE (fino al ) Sebbene per questo tipo di inquin ate le concentrazioni as sumano in genere valori simili su ampie porzioni di territorio, è logico aspettarsi valori leggermente più alti in zone ad alto traffico veicolare rispetto a quelle destinate a parco o in ogni caso abbastanza lontane da strade di una certa importanza. Al contrario, come si era già constatato durante il 2003,

35 dall analisi dei valori di concentrazione rilevati per il PM 10 nelle diverse postazioni di misura è evidente un dato mediamente più basso per la stazione di Via Flaminia, rispetto alle altre dove viene rilevato l inquinante. L analizzatore installato in Via Flamina, basato sullo stesso principio di misura degli altri, ma con particolari costruttivi di tipo diverso, forniva valori affetti da una un errore sistematico con una sottostima finale dei dati. In funzione di questo, durante il mese di ottobre 2004, è stata intrapresa, per questo analizzatore, una azione volta all adeguamento della componentistica strumentale. Nel grafico riportato in figura è evidente il conseguente riallineamento dei dati rilevati nella postazione di misura dopo l upgrade dello strumento. Sui dati rilevati a Marecchia e Riccione, in particolari condizioni meteoclimatiche, si sono verificati episodi di sovrastime (non sistematiche). In particolare per la stazione di Riccione si è proceduto ad una analisi di questo fenomeno e il risultati sono riportati in dettaglio al Cap. di questo rapporto. Gli analizzatori di PM 10 presenti a Marecchia e Riccione eseguono un campionamento giornaliero, per cui non è possibile graficare l andamento orario dei valori. Nella stazione di Flaminia lo strumento rileva la concentrazione di PM 10 con cadenza bioraria. Questo ci permette di tracciare anche per questo inquinante una andamento tipico giornaliero. Come prevedibile, questo grafico evidenzia come l andamento delle concentrazione raggiunga i valori più alti nelle ore centrali della giornata, dove il traffico si presenta in maniera più intensa. La concentrazione mantiene valori mediamente più bassi nelle giornate di sabato e domenica. Nella figura seguente (Fig ) sono riportati graficamente i dati relativi agli andamenti biorari del giorno-tipo. Fig Andamento biorario di concentrazione per il PM10 registrato nella stazione di Flaminia. Gli intervalli biorari di misura vengono etichettati rispetto all ora finale dell intervallo stesso. Si fa riferimento all ora solare durante tutto l arco dell anno.

36 4.2.5 Ozono (O 3 ) Siti di misura. Le stazioni della rete provinciale dotate di analizzatori automatici di ozono troposferico sono due: Parco Marecchia e Riccione. Caratteristiche generali. L ozono troposferico è sia di origine naturale che antropico; esso è un inquinante secondario di tipo fotochimico, ossia non viene emesso direttamente da una sorgente ma si produce in atmosfera a partire da precursori primari e dall azione della radiazione solare. I principali precursori dell ozono di origine antropica sono gli ossidi di azoto e le molecole incombuste di idrocarburi emessi dagli scarichi dei veicoli a combustione interna. Anche i solventi e altri composti organici volatili (COV) partecipano alla produzione di ozono. Affinché questo composto si formi a livello del suolo con velocità apprezzabili, devono essere soddisfatte alcune condizioni: a) le sorgenti dei precursori devono emettere alte quantità di ossido di azoto, idrocarburi ed altri COV (ad esempio una situazione di alto traffico cittadino); b) alta temperatura e irraggiamento solare; c) l aria deve rimanere relativamente ferma affinché i reagenti non siano diluiti. Le più alte concentrazioni di ozono si registrano nelle ore di massimo irraggiamento solare dei mesi estivi, proprio perché alcune delle reazioni per la produzione di questo inquinante hanno la radiazione come ingrediente fondamentale. L ozono è un composto altamente ossidante ed aggressivo e per questa sua natura chimica non permane a lungo in atmosfera, sebbene possa essere trasportato anche a grande distanza dalle masse d aria in movimento. In effetti, nelle aree urbane, dove è maggiore l inquinamento atmosferico, l ozono si forma e reagisce con elevata rapidità (i composti primari che partecipano alla sua formazione sono gli stessi che possono causarne una rapida distruzione). Se l ozono prodotto in area urbana viene rimosso fisicamente per trasporto verso aree suburbane e rurali, dove acquista un tempo di vita superiore a causa del minore inquinamento da NO, può accumularsi raggiungendo valori di concentrazione superiori a quelli urbani. C è inoltre da aggiungere che nelle aree caratterizzate da forte presenza di vegetazione vi è la produzione naturale di alcheni (pinene, limonene, isoprene) che sono fra i più reattivi precursori di ozono. Effetti sulla salute. L ozono è un gas tossico e molto aggressivo sia per le vie respiratorie che per gli occhi. I primi sintomi sono: irritazione delle mucose, tosse, fiato corto, mal di testa, dolore al petto. L esercizio fisico svolto all aperto nelle ore di massima concentrazione è uno dei maggiori fattori di rischio. Gli effetti sulla salute sono statisticamente significativi già alla concentrazione di 160 µg/m 3 per una esposizione di 7 ore in un gruppo di adulti sani che effettuano leggeri esercizi fisici (i soggetti maggiormente sensibili hanno manifestato un decremento della funzionalità respiratoria superiore al 10% già dopo 4-5 ore). Esposizioni controllate di 240 µg/m 3 su adulti sotto leggero sforzo e su bambini per 2 ore producono deficit respiratori. Alla concentrazione di 500 µg/m 3 è sufficiente un ora di esposizione [WHO]. Le categorie maggiormente sensibili sono gli anziani, i bambini (per una maggiore ritmo respiratorio e per il fatto che passano molte ore all aperto nelle ore più calde della giornata) e gli asmatici. Dal punto di vista ambientale si segnalano danni soprattutto alla flora e al patrimonio artistico. I danni provocati dall ozono alla vegetazione sono talmente ingenti che viene considerato attualmente una delle maggiori cause del declino delle foreste. Gli indicatori che compaiono nel bollettino quotidiano di qualità dell aria sono il valore massimo orario e il valore della massima media su otto ore. La legislazione italiana ha

37 emanato il DL 183 del 21/05/04 come recepimento della direttiva europea 2002/3/CE. Il DL 183 prevede valori bersaglio e obiettivi a lungo termine, soglie di informazione, di allarme, di protezione della salute, di protezione della vegetazione e delle foreste (Tab ). Tab Parametri richiesti dal DL 183 del 21/05/04 (recepimento della direttiva comunitaria 2002/3/CE [µg/m 3 ]) Periodo di mediazione Valore bersaglio per il 2010 Soglia di informazione Media di 1 ora 180 Soglia di allarme Media di 1 ora 240 Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana Obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione Protezione delle foreste Media massima giornaliera su 8 ore nell'arco dell'anno civile AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio a luglio AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 ora da aprile a settembre Beni Materiali 1 anno µg/mc h µg/mc h Valore bersaglio per la protezione della salute umana Valore bersaglio per la protezione della vegetazione Media massima giornaliera su 8 ore AOT40, calcolato sulla base dei valori di 1 ora da maggio a luglio 120 (da non superare più di 25 giorni per anno civile come media di 3 anni) µg/mc h (come media su 5 anni) Nota: Obiettivo a lungo termine: concentrazione di ozono nell'aria al di sotto della quale si ritengono improbabili, in base alle conoscenze scientifiche attuali, effetti nocivi diretti sulla salute e/o sull'ambiente nel suo complesso; Soglia di informazione: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana in caso di esposizione di breve durata per alcuni gruppi particolarmente sensibili della popolazione; Soglia di allarme: livello oltre il quale vi è un rischio per la salute umana di esposizione di breve durata della popolazione in generale; Valore bersaglio: livello fissato al fine di evitare a lungo termine effetti nocivi sulla salute umana e/o sull'ambiente nel suo complesso, da conseguirsi per quanto possibile entro un dato periodo di tempo. Analisi dell ozono durante l anno 2004 Nei grafici successivi (Figg ) sono state elaborate le medie massime giornaliere su 8 ore relative agli anni Nelle Tabb sono riportati i giorni nei quali è stato superato il valore di 120 µg/m 3. Nella Tab vengono riportati i superamenti dei valori medi orari e altri parametri statistici per il 2004.

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