Corte di Cassazione - copia non ufficiale

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1 Civile Sent. Sez. U Num Anno 2016 Presidente: RORDORF RENATO Relatore: MATERA LINA Data pubblicazione: 22/09/2016 SENTENZA sul ricorso proposto da: INZERILLO BIAGIO, MIRAGLIA MARIA, elettivamente domiciliati in ROMA, PIAZZALE DEGLI EROI 8, presso lo studio dell'avvocato LARA CARNEVALI, rappresentati e difesi dall'avvocato GUIDO CORSO, per delega a margine del ricorso; - ricorrenti -

2 contro PELLERITO FRANCESCO, INCARDONA NUNZIA, elettivamente domiciliati in ROMA, VIA PORTUENSE 104, presso la sig.ra ANTONIA DE ANGFT.TS, rappresentati e difesi dagli avvocati GIOVANNI IMMORDINO e GIUSEPPE IMMORDINO, per delega in calce al controricorso; - controricorrenti nonché contro COMUNE DI PARTINICO; - intimato - avverso la sentenza n. 207/2014 del CONSIGLIO DI GIUSTIZIA AMMINISTRATIVA PER LA REGIONE SICILIANA - PALERMO, depositata il 14/04/2014; udita la relazione della causa svolta nella pubblica udienza del 07/06/2016 dal Consigliere Dott. LINA MATERA; udito l'avvocato Giovanni IMMORDINO; udito il P.M. in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. LUIGI SALVATO, che ha concluso per il rigetto del ricorso. Ric n sez. SU - ud

3 SVOLGIMENTO DEL PROCESSO Pellerito Francesco e Incardona Nunzia impugnavano dinanzi al TAR della Sicilia la concessione edilizia n. 5\2012, rilasciata dal Comune di Partitico ad Inzerillo Biagio e Miraglia Maria, la precedente concessione edilizia n. 31\2011 e la concessione in sanatoria n. 76\2009, lamentando che l'inzerillo e la Miraglia, proprietari del fondo confinante con il terreno di loro proprietà, avevano realizzato un fabbricato in violazione delle norme sulle distanze; impugnavano, inoltre, il silenzio rigetto formatosi a seguito della presentazione dell'istanza di accesso ai documenti prot. n. 101 SI del , finalizzata ad ottenere tutta la documentazione concernente i titoli abilitativi rilasciati ai controinteressati. Resisteva il Comune di Partitico, eccependo, tra l'altro, l'irricevibilità del ricorso per tardività. Analoga eccezione veniva formulata dai controrinteressati, i quali eccepivano altresì il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo, controvertendosi nella materia delle distanze. Con sentenza n. 1835\2012 il TAR adito, disattese le eccezioni preliminari sollevate dai resistenti, accoglieva il ricorso, rilevando che, trovandosi il fabbricato a distanza inferiore ai 10 metri dal confine prescritta dalle n.t. attuazione del P.R.G., il medesimo non poteva essere sanato. 1

4 Avverso la predetta decisione proponevano appello Inzerillo Biagio e Miraglia Maria. Con sentenza in data il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia, ribadita l'infondatezza delle eccezioni di rito sollevate dagli appellanti, già affermata con ordinanza n. 514\2013, rigettava il gravame. Inzerillo Biagio e Miraglia Maria hanno proposto ricorso per cassazione avverso tale sentenza, sulla base di un unico motivo, con il quale hanno dedotto il difetto di giurisdizione del giudice amministrativo in relazione alla questione della legittimità della concessione in sanatoria del 2009, contestata nel ricorso introduttivo per l'esclusiva ragione della violazione delle norme sulle distanze. Pellerito Francesco e Incardona Nunzia hanno resistito con controricorso, mentre il Comune di Partitico non ha svolto attività difensive. In prossimità dell'udienza i ricorrenti hanno depositato una memoria. MOTIVI DELLA DECISIONE 1) I controricorrenti hanno eccepito in limine l'inammissibilità del ricorso, deducendo che la questione della giurisdizione è stata decisa dal Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia con ordinanza n. 514 del 2013; ordinanza che, a loro avviso, al di là del nomen di ordinanza, 2

5 ha natura sostanziale di una sentenza parziale, che non ha costituito oggetto di riserva di impugnazione da parte degli odierni ricorrenti. L'eccezione deve essere disattesa. E invero, premesso che, al fine di stabilire se un provvedimento abbia natura di sentenza o di ordinanza, è decisiva non già la forma adottata ma il suo contenuto (cosiddetto principio della prevalenza della sostanza sulla forma), si osserva che al provvedimento emesso in data , con il quale il Consiglio di Giustizia Amministrativa per la Regione Sicilia ha provveduto per l'ulteriore corso del giudizio, disponendo la verificazione, tramite un funzionario dell'agenzia del Territorio di Palermo, di alcune circostanze rilevanti ai fini della decisione di merito, va riconosciuta la natura sostanziale, oltre che formale, di ordinanza. Non rileva, in contrario, il fatto che nella parte motiva del provvedimento, per giustificare l'opportunità di disporre la nomina del verificatore, il giudice abbia ritenuto infondate le questione di giurisdizione e le altre eccezioni di rito sollevate dai convenuti. L'espressa riserva "al definitivo" di ogni decisione "in rito", contenuta nel dispositivo del provvedimento di cui si discute, sta a confermare, infatti, come il giudice amministrativo abbia inteso emettere una mera ordinanza istruttoria, ritenendo di dover ancora pronunciare sulle eccezioni di rito sollevate dai convenuti. Trattandosi, pertanto, di un provvedimento di carattere meramente ordinatorio e istruttorio, come tale inidoneo a 3

6 pregiudicare la decisione della causa e non soggetto ai mezzi di impugnazione previsti per le sentenze, non può dubitarsi dell'ammissibilità del proposto ricorso ex art. 362 c.p.c. avverso la sentenza del , con la quale l'organo di giustizia amministrativa, pronunciando in via definitiva, ha ritenuto l'infondatezza della sollevata eccezione di giurisdizione, rinviando per relationem alle "considerazioni già espresse dal Collegio con l'ordinanza istruttoria n. 514\2013, che qui debbono intendersi puntualmente riportate". 2) Il ricorso è infondato. Queste Sezioni Unite hanno più volte avuto modo di affermare che, nelle controversie relative al rispetto delle distanze legali tra costruzioni, la giurisdizione del giudice ordinario presuppone che la lite si svolga tra privati, l'uno dei quali pretenda la reintegrazione del suo diritto di proprietà, che assume leso dalla costruzione eseguita dall'altro in violazione delle norme legislative o regolamentari in materia edilizia. In tal caso, il giudice ordinario, cui spetta la giurisdizione, vertendosi in tema di assunta violazione di un diritto soggettivo, può incidentalmente accertare l'eventuale illegittimità della concessione edilizia, al fine di disapplicarla. Se, invece, la controversia sia insorta tra il privato e la pubblica amministrazione, per avere il primo impugnato detta concessione al fine di ottenerne l'annullamento nei confronti della seconda, la giurisdizione spetta al giudice amministrativo (cfr. Cass. Sez. Un. 4

7 Cass. Sez. Un n. 8688; Cass. Sez. Un n. 9555; Cass. Sez. Un n ). Nella specie, Pellerito Francesco e Incardona Nunzia hanno impugnato la concessione in sanatoria rilasciata dal Comune di Partitico in favore di Inzerillo Biagio e Miraglia Maria, chiedendone l'annullamento. La controversia, pertanto, avendo ad oggetto l'impugnazione di un provvedimento di una pubblica amministrazione in materia edilizia, appartiene alla giurisdizione del giudice amministrativo. 3) Per le ragioni esposte il ricorso va rigettato, con conseguente condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese sostenute dai resistenti nel presente giudizio di legittimità, liquidate come da dispositivo. Ai sensi dell'art. 13 comma l quater del d.p.r. 115 del 2002, sussistono i presupposti per il versamento, da parte dei ricorrenti, dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma del comma l bis dello stesso art. 13. P.Q.M. La Corte rigetta il ricorso e condanna i ricorrenti al pagamento delle spese, che liquida in euro 3.200,00, di cui euro 200,00 per esborsi, oltre spese generali e accessori di legge. Ai sensi dell'art. 13 comma 1 quater del d.p.r. 115 del 2002, dà atto della sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte 5

8 dei ricorrenti, dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma del comma 1 bis dello stesso art. 13. Così deciso in Roma nella camera di consiglio del il Consigliere estensore