Unità Pastorale S. Agata - S. Ilario

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1 Unità Pastorale S. Agata - S. Ilario Dammi le persone; i beni prendili per te. Gen 14, 21 Educatori alla scuola di Don Bosco Da mihi animas è una scelta di campo che consiste nel condurre i ragazzi ad un bene più grande partendo da quello che sono oggi. L educatore sa che Dio ha per loro un sogno e che spetta a lui creare le condizioni perché ciascuno lo possa scoprire. L educatore sa che ci sono di mezzo le anime, cioè la vita intera delle persone, chiamate ad essere felici nel tempo e nell eternità e niente di meno di questo.

2 Primo passo: VOCAZIONE Gesù vide un uomo, chiamato Matteo, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì. (Mt 9,9) DON BOSCO RACCONTA: Il sogno di nove anni A quell età ho fatto un sogno, che mi rimase profondamente impresso nella mente per tutta la vita. Nel sonno mi parve di essere vicino a casa in un cortile assai spazioso, dove c erano tanti ragazzi che si divertivano. Alcuni ridevano, altri giocavano, alcuni bestemmiavano. Sentendo quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo a loro e con pugni e grida cercavo di farli tacere. In quel momento apparve un uomo ben vestito. Mi chiamò per nome e mi disse:«non con le percosse ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Parlagli subito della bruttezza del peccato e della preziosità della virtù».confuso e spaventato risposi che io ero un povero ed ignorante ragazzo che non era in grado di parlare di religione. Intanto i ragazzi, smettendo di picchiarsi e di bestemmiare, si raccolsero tutti intorno a colui che parlava. Gli chiesi:«chi siete voi che mi comandate cose impossibili?» «Appunto perché tali cose ti sembrano impossibili, devi renderle possibili con l obbedienza e la scienza» «Dove, con quali mezzi potrò acquistare la scienza?» «Io ti darò la maestra» «Ma chi siete voi, che parlate in questo modo?» «Io sono il figlio di Colei, che tua madre ti ha insegnato a salutare tre volte al giorno.» Percepire la vita come vocazione è accettare che il nostro volto sia disegnato dalla mano di Dio e non una nostra invenzione. Solo su questa base si può essere educatori veri. Chi si affida a Dio per costruire la vita può, con coerenza, chiedere ai più piccoli di fare lo stesso. Sentiamoci dunque tutti in cammino e non degli arrivati ma, nello stesso tempo, non tiriamoci indietro quando c è da indicare la strada e proporre cose grandi. O Vergine Maria, madre di colui che si è fatto piccolo per i piccoli e ha amato noi uomini fino alla fine, aiutaci a compiere la sua volontà specialmente nella missione di educatori ed insegnaci ad essere per i ragazzi un segno del suo amore, in Lui trovino il senso della loro vita. Amen.

3 Secondo passo: TRA SOGNO E REALTÀ Gesù disse: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio». (Mc 10,14-15) DON BOSCO RACCONTA: ancora un sogno Mi pareva di essere nell antico oratorio nell ora della ricreazione. Era una scena tutta vita, tutta moto, tutta allegria. Chi correva, chi saltava, chi faceva saltare. In un luogo era radunato un gruppo di giovani che pendeva dal labbro di un prete il quale narrava una storiella...si cantava, si rideva da tutte parti e dovunque chierici e preti e intorno ad essi i giovani che schiamazzavano allegramente. Si vedeva che fra i giovani e gli educatori regnava la più grande cordialità e confidenza. Io era incantato a questo spettacolo e un giovane mi disse: «Veda: la familiarità porta amore, e l amore porta confidenza. Ciò è che apre i cuori e i giovani palesano tutto senza timore...diventano schietti in confessione e fuor di confessione e si prestano docili a tutto ciò che vuol comandare colui dal quale sono certi di essere amati». e la realtà Vidi l Oratorio e tutti voi che facevate ricreazione. Ma non udiva più grida di gioia e canti, non più vedeva quel moto, quella vita come nella prima scena. Negli atti e nel viso di molti giovani si leggeva una noia, una spossatezza, una musoneria, una diffidenza che faceva pena al mio cuore. Vidi è vero molti che correvano e giocavano con beata spensieratezza, ma ne vedevo non pochi altri star soli appoggiati ai pilastri in preda a pensieri sconfortanti...anche fra coloro che giuocavano ve ne erano alcuni così svogliati, che pareva non trovassero gusto nei divertimenti. Quanta svogliatezza in questa ricreazione. E di qui proviene la freddezza in tanti nell accostarsi ai Santi Sacramenti, la trascuranza della preghiera...lo star malvolentieri in un luogo ove la Divina Provvidenza li ricolma di ogni bene per il corpo, l anima, l intelletto. Di qui il non corrispondere alla loro vocazione; di qui le ingratitudini verso i Superiori; di qui i segreti e le mormorazioni, con tutte le altre deplorevoli conseguenze. Dalla lettera del 1884 di san Giovanni Bosco Possiamo chiederci a quale delle due descrizioni offerte da don Bosco assomiglia maggiormente la nostra realtà e il nostro comportamento. Madre diletta, concedici di guardarti incessantemente; concedici di ascoltarti sempre; vinci qualche durezza del nostro cuore e aiutaci a tracciare vie percorribili per migliorare là dove serve. Amen.

4 Terzo passo: AMOREVOLEZZA Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sarei come bronzo che rimbomba o come cimbalo che strepita. E se avessi il dono della profezia, se conoscessi tutti i misteri e avessi tutta la conoscenza, se possedessi tanta fede da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sarei nulla. (1Cor 13,1-2) DON BOSCO RACCONTA Che cosa ci vuole dunque? Occorre che i ragazzi, essendo amati in quelle cose che loro piacciono col partecipare alle loro inclinazioni, imparino a veder l amore in quelle cose che naturalmente piacciono poco a loro; quali sono la disciplina. lo studio, la mortificazione di se stessi e queste cose imparino a far con amore. Quali sono le cause della situazione attuale?...come mettere mano a questa situazione? Se gli educatori amano ciò che piace ai giovani, i giovani ameranno ciò che piace ai responsabili. E a questo modo sarà facile la loro fatica. La causa del presente cambiamento nell oratorio è che un certo numero di giovani non ha confidenza nei superiori. Anticamente i cuori erano tutti aperti ai superiori, che i giovani amavano ed obbedivano prontamente. Ma ora i superiori sono considerati come superiori e non più come padri, fratelli ed amici, quindi sono temuti e poco amati. Perciò se si vuol fare un cuor solo ed un anima sola per amor di Gesù bisogna che si rompa quella fatale barriera della diffidenza e sottentri a questa la confidenza cordiale...chi vuole essere amato bisogna che faccia vedere che ama...chi sa di essere amato ama e chi è amato ottiene tutto specialmente dai giovani. Questa confidenza mette una corrente elettrica fra i giovani e gli educatori. I cuori si aprono e fanno conoscere i loro bisogni e palesano i loro difetti. Dalla lettera del 1884 di san Giovanni Bosco L educatore amorevole non solo vuol bene ai ragazzi, ma li fa sentire amati, fa percepire loro che è contento di essere lì, di sporcarsi le mani con loro. Un educatore che quando è in cortile o alle prese con un biliardino fa capire ai suoi ragazzi che in quel momento avrebbe altro di meglio da fare non è degno di questo nome e, per quanto si impegni per loro da mattina a sera, non potrà mai conquistare il loro cuore. O Madre dell AMORE aiutaci a riempire le nostre relazioni dell amore che il Figlio tuo ha messo nei nostri cuori e a manifestare con dolcezza la predilezione per i più piccoli. Amen.

5 Quarto passo: DA MIHI ANIMAS Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola». (Gv 10,27-30) DON BOSCO RACCONTA Domenico si recò nel mio studio per darsi, come egli diceva, interamente nelle mani dei suoi superiori. Il suo sguardo si posò subito su di un cartello, sopra cui a grossi caratteri sono scritte le seguenti parole che soleva ripetere S.Francesco di Sales: Da mihi animas, cetera tolle. Lesse attentamente, ed io desideravo che ne capisse il significato. Perciò l invitai, anzi l aiutai a tradurle e cavar questo senso: O Signore, datemi anime, e prendetevi tutte le altre cose. Egli pensò un momento e poi soggiunse: Ho capito: qui non si fa negozio di danaro, ma negozio di anime, ho capito; spero che anche l anima mia farà parte di questo commercio. (Tratto da Vita del giovanetto Savio Domenico) Nell azione educativa non c è niente di più importante che proporre risolutamente e ripetutamente l incontro con il Signore Gesù, perché diventi il criterio di ogni scelta e di ogni direzione e quindi il fine ultimo dell esistenza. Siamo chiamati come educatori dunque a valutare ciò che è fondamentale da ciò che è accessorio. Per don Bosco il Da mihi animas è il criterio fondamentale di ogni scelta educativa, altrimenti espresso anche con il famoso: Felici nel tempo e nell eternità. La conseguenza più immediata per un educatore cristiano consiste nel fare pulizia, fissando con determinazione il fine ultimo del proprio compito e aprendo gli orizzonti verso quell infinità di proposte di vita piena che possano realizzare questo obiettivo per se stesso e per i ragazzi che gli sono affidati. O Madre sostienici e infondi in noi l entusiasmo dell educare, la passione per la vita e tutto l amore possibile per annunciare il Vangelo. Per tua intercessione, chiediamo a tuo Figlio Gesù di togliere dalla nostra esistenza tutto ciò che è di peso e ci rallenta e di tenerci stretti nella sua mano. Con te vogliamo essere segni e portatori del suo messaggio di salvezza perché tutti siano felici nel tempo e nell eternità. Amen.

6 Quinto passo: INVOCARE MARIA Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: «Non hanno vino». E Gesù le rispose: «Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora». Sua madre disse ai servitori: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». (Gv 2,1-5) DON BOSCO RACCONTA Il bisogno oggi universalmente sentito di invocare Maria non è particolare, ma generale; non ci sono semplicemente tiepidi da infervorare, peccatori da convertire, innocenti da conservare. Queste cose sono sempre utili in ogni luogo, presso qualsiasi persona. Ma è la stessa Chiesa che è assalita. È assalita nelle sue funzioni, nelle sue istituzioni, nel suo Capo, nella dottrina, nella disciplina. Ed è appunto per guadagnarsi una speciale protezione del Cielo che si ricorre a Maria, come Madre di tutti, in tutto il mondo! La Santa Vergine ci aiuti tutti a vivere attaccati alla fede e ci ottenga la grazia di perseverare nel servire Dio in terra per poterla poi un giorno raggiungere nel Regno della gloria in cielo. (Tratto da Le meraviglie della Madre di Dio) Maria è una presenza costante e pervasiva nella vita di don Bosco. E lecito ammettere che senza Maria non si capisce don Bosco. Ha fatto tutto lei!, mormorò poco prima di morire commosso fino alle lacrime, riguardando le proporzioni della sua opera. Don Bosco onora in Maria l origine della sua stessa vocazione, invoca la sua protezione dalle insidie del male per i suoi ragazzi e la Chiesa tutta contempla in lei l esempio perfetto di purezza e obbedienza alla volontà di Dio. O Maria, Vergine potente, tu Madre della Chiesa; tu ausiliatrice dei cristiani; tu madre forte che sai abbracciare e proteggere rimani sempre con noi, non ci lasciare mai e orienta la nostra vocazione. Al termine della nostra vita, desideriamo guardare indietro e scorgere fra le mille trame della nostra esistenza il tuo potente aiuto. Amen.

7 Kyrie eleison Christe eleison Christe audi nos Christe exaudi nos Mater boni Consilii Mater Creatoris Mater Salvatoris Stella matutina Salus infirmorum Refugium peccatorum Pater de Coelis, Deus miserere nobis Fili Redemptor mundi, Deus miserere nobis Virgo prudentissima Virgo veneranda Virgo praedicanda Consolatrix afflictorum Auxilium Christianorum Regina Angelorum Spiritus Sancte, Deus miserere nobis Sancta Trinitas, unus Deus miserere nobis. Sancta Maria Sancta Dei Genitrix Sancta Virgo virginum Mater Christi Mater Ecclesiaeis Mater divinae gratiae Mater purissima Mater castissima Mater inviolata Mater intemerata Mater amabilis Mater admirabilis Virgo potens Virgo clemens Virgo fidelis Speculum iustitiae Sedes Sapientiae Causa nostrae laetitiae Vas spirituale, Vas onorabile Vas insigne devotionis Rosa mystica Turris davidica Turris eburnea Domus aurea Foederis arca Ianua Coeli Regina Patriarcharum Regina Prophetarum Regina Apostolorum Regina Martyrum Regina Confessorum Regina Virginum Regina Sanctorum omnium Regina sine labe originali concepta Regina in Coelum assumpta Regina sacratissimi Rosarii Regina familiae Regina pacis. Agnus Dei qui tollis peccata mundi parce nobis, Domine exaudi nos, Domine miserere nobis.

8 Orazione finale: IL MIO SÌ Io sono creato per realizzare un progetto per cui nessun altro è creato. Io occupo un posto mio nei consigli di Dio, nel mondo di Dio: un posto da nessun altro occupato. Poco importa che sia ricco, povero disprezzato o stimato dagli uomini: Dio mi conosce e mi chiama per nome. Egli mi ha affidato un lavoro che non ha affidato a nessun altro. Io ho la mia missione. In qualche modo sono necessario ai suoi intenti, tanto necessario al mio posto quanto un arcangelo al suo. Dio non mi ha creato inutilmente. Io farò del bene, farò il suo lavoro: sarò un angelo di pace, un predicatore della verità nel posto che Dio mi ha assegnato anche senza che io lo sappia purché segua i suoi comandamenti e lo serva nella mia vocazione. John Henry Newman Regina coeli, laetare, alleluia: Quia quem meruisti portare, alleluia, Resurrexit, sicut dixit, alleluia. Ora pro nobis Deum, alleluia.