Ritorno a casa. Quando il passato diventa presente e futuro

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1 Ritorno a casa Quando il passato diventa presente e futuro

2 Ogni riferimento a fatti realmente accaduti o luoghi e/o a persone realmente esistenti è da ritenersi puramente casuale.

3 Maura Serra RITORNO A CASA Quando il passato diventa presente e futuro Romanzo

4 Copyright 2015 Maura Serra Tutti i diritti riservati

5 Al mio papà.

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7 Premessa Il sole era sorto da molte ore ormai. Faceva freddo quella sera, ma a Pietro e Annabelle non importava: erano seduti in macchina, sotto le stelle, a guardare il panorama che li circondava e a parlare di libri come facevano quasi ogni volta che si incontravano. Avevano molte cose in comune, parlavano di tutto e raramente si trovavano in disaccordo. Pietro le aveva fatto scoprire autori che non conosceva e lei non vedeva l ora di leggere i racconti di cui lui le parlava; era bellissimo ascoltarlo mentre le raccontava dei libri che aveva letto, ma d altronde era bello fare qualsiasi cosa con lui. Stavano passando dei giorni stupendi insieme. Annabelle iniziava ad affezionarsi a lui, ma sapeva che presto sarebbe finita: lui sarebbe andato via da lì appena finite le vacanze di Natale, e lei sarebbe andata all università molto presto. La loro non era una storia destinata a durare, ma quella sera non ci voleva pensare, voleva solo perdersi nelle parole di Pietro e dimenticare tutto il resto. «Dovresti davvero leggere Sulla strada di Kerouac, è un libro molto bello, un pochino complesso magari, ti confesso che ogni tanto mi sono perso nelle sue descrizioni, ma vale davvero la pena.» le stava dicendo Pietro mentre le prendeva la mano tra le sue e la guardava intensamente con i suoi grandi occhi scuri. «Lo leggerò sicuramente.» rispose lei alzando gli occhi per guardarlo. Si perdeva nel suo sguardo ogni volta che lo osservava. Lui le raccontò ancora del libro, esprimendole tutte le sue impressioni e lei lo ascoltava incantata. Quando parlava con Pietro le sembrava di aver trovato la sua anima gemella; quando lui la guardava il resto del mondo spariva, quello che stava 7

8 iniziando a provare andava oltre una semplice avventura di qualche giorno; stava pensando a questo quando lui la riaccompagnò a casa, ormai ne era certa, si stava innamorando di lui. 8

9 1 Stava iniziando a nevicare, forse quell anno sarebbe stato un bianco Natale, proprio come piaceva ad Annabelle. Da quando era bambina amava le feste natalizie, le decorazioni, l albero, il panettone e il pandoro, fare regali e vedere l espressione felice delle persone che li ricevevano. Mancavano tre settimane a Natale e stava proprio pensando ai regali che doveva ancora comprare mentre guardava fuori dalla grande finestra del suo ufficio; stava lavorando a un progetto importante e si era presa una piccola pausa per schiarirsi la mente e proprio in quell istante aveva iniziato a nevicare, portando i suoi pensieri ai regali di Natale; ma in quel momento non aveva tempo per pensarci, doveva rimettersi a lavoro, quel progetto sarebbe stato il primo diamante della sua carriera. Annabelle Rinaldi era una grafica pubblicitaria, lavorava alla Graphic Corporation da cinque anni e a soli ventinove era una delle migliori a New York. Molte aziende importanti si rivolgevano a lei per il lancio di nuovi prodotti, il suo talento si stava imponendo anche a Los Angeles e San Francisco e molte aziende della Costa Occidentale volevano lavorare con lei. Ma nonostante la sua bravura non si era mai montata la testa: era una ragazza con i piedi per terra, amava le cose semplici e conduceva una vita molto modesta. Non era stato facile inserirsi in un azienda dove la maggior parte dei suoi colleghi erano uomini. Fu difficile farsi apprezzare come grafica, in lei vedevano solo una bella ragazza con i capelli castani e gli occhi neri, un bel fisico da guardare quando passava e nient altro. Inizialmente non si rendevano conto che in lei c era molto di più, che era brava nel suo lavoro e aveva molto talento e molta creatività; lei nonostante tutto non si fece intimidire da questi pregiudizi e con il tempo dimostrò a tutti quanto fosse brava, 9

10 conquistando la loro stima e il loro rispetto. Molti dei suoi colleghi le chiedevano spesso consigli per i loro progetti: avevano capito quanto fosse brava quella giovane donna e volevano il suo aiuto sempre più spesso. Annabelle guardò i disegni che aveva davanti e si rimise subito a lavoro: i pensieri sul Natale potevano aspettare, l azienda che aveva fatto affidamento su di lei invece no. Lavorò sodo tutta la mattina. Il progetto era quasi finito, doveva apportare alcune modifiche ma doveva fare alcune ricerche prima le faceva spesso, si informava sempre sulle vecchie pubblicità che avevano utilizzato le aziende che la contattavano perché non voleva rischiare di proporre qualcosa che avevano già visto e che avrebbero potuto scartare: voleva che si sentissero unici e speciali, e in genere riusciva sempre nel suo intento. Annabelle non amava quelle pubblicità tutte uguali, che venivano riproposte anno dopo anno solo con qualche miglioria, ma che in fondo non avevano niente di innovativo rispetto a quella precedente. Lei cercava sempre di trovare qualcosa di nuovo, di diverso, qualcosa che potesse attirare l attenzione di tutte le persone, ricche o povere, e che le invogliasse a comprare il prodotto. Era per questo motivo che in tanti volevano lavorare con lei: molte aziende le avevano chiesto di rilanciare prodotti che erano sul mercato da molti anni e che non venivano più considerati dalla gente e lei era sempre riuscita a soddisfare le loro richieste. Stava sfogliando degli appunti che aveva preso nel corso delle sue ricerche quando la sua segretaria entrò nella stanza. «Signorina Rinaldi.» Susy era entrata senza bussare perché Annabelle le aveva sempre detto di entrare tranquillamente se era da sola: non voleva che la sua segretaria avesse paura di lei o si sentisse in soggezione, voleva che ci fosse un clima rilassato e sereno, secondo lei era il modo migliore per lavorare. «Dimmi Susy.» «La signora Miller ha chiamato, vorrebbe vederla nel suo ufficio appena possibile.» «Richiamala, dille che sarò da lei tra venti minuti, devo terminare una cosa.» Susy fece sì con la testa e uscì, lasciando Annabelle al suo lavoro. 10

11 Diana Miller era l amministratore delegato della Graphic, ma era anche una delle più care amiche di Annabelle nonostante i quindici anni di differenza. Era stata il suo mentore quando aveva iniziato a lavorare nell agenzia e le era stata vicina nei momenti più difficili, spronandola a non mollare. Anche per lei non era stato facile inserirsi in quel campo molti anni prima, e diventare amministratore delegato era stato qualcosa per cui aveva faticato moltissimo: aveva dovuto ingoiare molti rospi, ma ci era riuscita contando solo sulle sue forze, e spronava Annabelle a fare lo stesso; credeva molto in lei e nelle sue capacità e si rendeva conto ogni giorno di quanto la sua bravura potesse far crescere la Graphic. Per questo motivo aveva parlato a suo favore con l intera amministrazione per darle una promozione, voleva che entrasse nel consiglio e diventasse una socia; anche se era ancora molto giovane i suoi progetti erano stati tra i più redditizi degli ultimi anni. Venti minuti dopo Annabelle stava bussando alla porta dell ufficio di Diana. «Entra pure, ti stavo aspettando.» Annabelle entrò e Diana la fece accomodare nel piccolo salottino del suo ufficio, le offrì del tè e dei biscottini e prima di parlare di lavoro le chiese come stava. «Bene grazie, ma non vedo l ora di concludere questo contratto e rilassarmi un pochino.» «Tu lavori troppo, lo sai?» scoppiarono a ridere entrambe. «Perché mi hai fatta chiamare? È successo qualcosa?» «No niente tranquilla, volevo sapere come stava andando il progetto. Questo contratto è davvero molto importante per la Graphic, potrebbe segnare una svolta non indifferente, molte cose potrebbero cambiare, per tutti.» «Lo so Diana, e ce la sto mettendo tutta, ho lavorato a questo progetto molto duramente. Domani andrà tutto bene.» Lo sperava davvero. Il giorno dopo ci sarebbe stata la riunione per presentare il progetto all azienda. «Ne sono convinta, non ho mai avuto dubbi sul tuo lavoro.» Annabelle sorrise, la fiducia che Diana provava per il suo lavoro le dava una punta di coraggio in più. «Ma ora raccontami un po cosa è successo in questo periodo nella tua vita, è tanto che non parliamo.» 11

12 Diana era stata via per qualche tempo per concludere dei contratti internazionali e valutare la possibilità di aprire una filiale della Graphic in Europa. «In realtà non c è niente di nuovo, la mia vita non è ricca di colpi di scena e di avventure emozionanti come la tua.» «Oh smettila, la mia vita non ha niente di speciale.» Annabelle rise, non la pensava nello stesso modo. «Sei sempre in giro per lavoro ma questo ti dà la possibilità di vedere posti meravigliosi che in molti vorrebbero visitare, hai una casa che farebbe invidia a chiunque, e i tuoi cavalli hanno vinto un sacco di corse importanti. Se dovessi raccontare a qualcuno le cose che fai penserebbero che mi sto inventando tutto.» Diana possedeva molti soldi. Aveva acquistato un appartamento vicino a Central Park e nel corso degli anni era riuscita ad acquistare quelli dei piani sopra e sotto il suo, e dopo mesi di lavoro aveva creato un appartamento con tre camere da letto, una biblioteca, una palestra, due saloni, una grande cucina e uno studio e ora stava pensando a come fare per inserire una piscina; possedeva delle stalle fuori città e due cavalli che aveva iscritto alle corse, e immancabilmente erano proprio loro a vincere. «Hai ragione forse qualcosa di speciale c è.» sorrise mangiando un cioccolatino. «Come vanno le cose con Tod?» le chiese tornando seria. Anche Annabelle smise di sorridere. Tod Brown era il suo ragazzo, era uno chef pluristellato e lavorava in un famoso ristorante di New York che si trovava vicino agli uffici della Graphic; era più grande di lei di cinque anni, ma la differenza non si sentiva. Avevano molto in comune, erano andati subito d accordo; si erano conosciuti per caso quando Annabelle aveva portato dei clienti al ristorante e loro avevano voluto fare i complimenti allo chef, così lui era uscito dalla cucina e quando aveva visto Annabelle non era più riuscito a levarle gli occhi di dosso. Aveva fatto di tutto per sapere chi era e come trovarla, le aveva mandato ogni giorno un mazzo di fiori in ufficio finché lei non aveva accettato di uscire con lui. Da quel giorno non si erano più lasciati: vivevano insieme da due anni ormai. Tod era un uomo brillante e molto creativo, amava il suo lavo- 12