Breve storia dell Egitto antico

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1 Breve storia dell Egitto antico a cura di gb69prof

2 breve storia dell Egitto antico Non abbiamo fonti storiche che ci permettono di fotografare la nascita del regno egiziano, per questo motivo dobbiamo affidarci sia alla tradizione, sia al lavoro degli archeologi. L'archeologia: La formazione dell'egitto, come regno unitario, ha sicuramente avuto avvio con l'esigenza di sfruttare le risorse del Nilo in un modo più sistematico. Vennero, così, edificati villaggi sempre più grandi, ed essi, un po' alla volta, si riunirono in organismi unitari, sotto il comando di "principi" locali. Ad un ceto punto di questo processo, assistiamo alla formazione di uno stato unitario. La tradizione: Esistevano due regni, uno del Basso Egitto (nord) e un altro dell'alto Egitto (sud). Questi due regni furono unificati dal primo faraone, Menes. L'Antico Regno ( a.c.): La capitale del regno in principio fu Tinis, successivamente fu portata a Menfi, nel Nord dell'egitto, all'imbocco del delta del Nilo. Il territorio venne diviso in province, che venivano amministrate da governatori nominati direttamente dal faraone. In questa fase il regno iniziò la sua espansione nel Sinai, in Libano e in Nubia. La conquista di nuovi territori portò anche alla formazione di una nuova classe sociale: gli schiavi. In questa fase vennero innalzate le prime piramidi, la più antica fu quella di Zoser, una costruzione a gradoni, costruita interamente in pietra. Successivamente, il sito per la costruzione delle piramidi fu spostato a Gizah. Qui troviamo le piramidi più famose, fra cui quella di Cheope. Le piramidi venivano costruite sulla riva sinistra del Nilo, simbolo della morte, in quando ad occidente tramonta il sole. Il declino dell'antico regno si ebbe quando il potere del faraone si indebolì. Ad approfittarne furono i funzionari locali, che riuscirono a trasmettere la loro carica ai figli, quando invece precedentemente era il faraone ad assegnarla. Il regno, di fatto, subì una regressione, portando, così, l'egitto ad una situazione simile a quella precedente la sua unità. Il Medio Regno ( a.c.): è l'epoca classica della civiltà egizia. i faraoni ripresero l'espansione del regno, ma questa volta solo a sud verso la Nubia ed a est. In particolare modo, ad est gli egizi dovettero affrontare regni altrettanto organizzati come i Babilonesi, gli Assiri e gli Hittiti. Questa fase della storia egizia iniziò il suo declino quando il potere dei faraoni venne indebolito dai "principi". Inoltre il regno dovette subire l'invasione di popoli di origine semita, gli Hyksos. Gli Hyksos non costruirono uno stato unitario, ma ogni capo- 1

3 guerriero dominava su una parte del territorio. Il regno egiziano fu così diviso in tre parti: a nord, dominavano gli Hyksos, a sud i territori restarono in mano a principi egiziani, in Nubia sotto governanti locali. Il Nuovo Regno ( a.c.): Il re di Tebe, Kamose, iniziò una guerra di liberazione intorno al 1570 a.c.. Quando il regno egiziano fu di nuovo riunificato, la capitale fu spostata a Tebe (oggi Luxor), lungo il corso meridionale del Nilo, quindi in un'area meno esposta alle invasioni straniere. I sovrani di questo periodo non costruirono più piramidi, le tombe dei faraoni vennero scavate nella roccia e fu creata una città dei morti, la Valle dei Re. Qui si formò una vera e propria industria per la sepoltura e i suoi riti sacri, infatti vi abitavano sacerdoti, imbalsamatori, artisti e operai che erano addetti ai riti sacri e alla manutenzione delle tombe. In quest'epoca visse anche il faraone Amenofi IV, che cercò di sottrarre il potere ai numerosi sacerdoti egizi. Ma la sua azione riformatrice si arrestò con la sua morte. In questo periodo storico gli Egiziani ebbero due grandi nemici: gli Ittiti e i cosiddetti "popoli del mare". Dopo numerose guerre e la famosa battaglia di Quadesh (1274), si giunse ad un accordo con gli Ittiti: gli Egizi avrebbero dominato l'oriente fino alla Palestina e parte della Fenicia, gli Ittiti la parte restante. Dopo l'invasione dei popoli del mare, il regno egizio si indebolì notevolmente: i sacerdoti aumentarono il loro potere a discapito di quello del faraone, si susseguirono numerose carestie, vennero persi definitivamente tutti i possedimenti asiatici, emersero altri popoli che costruirono stati in Palestina e nel Medio Oriente (Ebrei, Assiri, Fenici). Così, dopo l'anno 1000 a.c. l'egitto, pur mantenendo l'indipendenza, cessò di essere una grande potenza. 2

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5 La geografia: il primo fattore di unificazione La conformazione fisica della regione dove nacque e si sviluppò la società e lo stato egiziano fu di primaria importanza. In un luogo desertico, la presenza di un grande fiume, il Nilo, fu sicuramente l'elemento più importante che permise la nascita di questa grande civiltà. Il Nilo, con le sue piene cicliche, permetteva alle terre limitrofe una straordinaria fertilità. L'agricoltura divenne l'elemento economico principale della regione e chi possedeva la terra, così, era ai vertici della società. Le piene non portavano solo ricchezza, ma anche distruzione e morte. Ecco quindi che occorreva creare un sistema di collaborazione non più confinato nei piccoli villaggi, ma esteso a gran parte del territorio del Nilo. La collaborazione, però, implica un sistema di relazioni gerarchiche abbastanza complesso, in cui ci sia un coordinamento fra le varie parti e un "capo" che le possa dirigere. Di qui la nascita di uno stato in cui le componenti sociali hanno tutte una funzione ben determinata e gerarchicamente verticistica. La conformazione fisica della regione egizia è sicuramente alla base della religiosità di questa civiltà. L'imprevedibilità della natura, pur nella sua regolarità, non era compresa, perché gli antichi egizi non possedevano adeguate conoscenze scientifiche. L'imprevedibilità crea incertezza e l'incertezza il bisogno di prevedere o addirittura allontanare gli imprevisti. Ecco quindi, che il popolo egizio si affidò proprio alla benignità degli dei per la loro sopravvivenza (un'inondazione poteva spazzare vite, poteva creare povertà e quindi morte certa per mancanza di cibo se il raccolto veniva distrutto o veniva compromesso). Parole-chiave Fertilità grazie alle piene del Nilo: l'importanza del possesso della terra Distruzione a causa delle piene: Per regolare le acque, gli Egizi costruirono canali, argini e dighe. Gli egizi si affidano agli dei per la loro sopravvivenza. Specializzazione del lavoro e classi sociali: i contadini coltivavano, gli artigiani costruivano arnesi per la coltivazione e la costruzione di canali, i soldati provvedevano alla loro difesa, i funzionari regolavano l'economia e provvedevano alla progettazione di opere, i sacerdoti si ingraziavano gli dei, i nobili erano proprietari di parti di terre, il faraone era il sommo proprietario e per la sua divinità gli altri dei egizi benedicevano i suoi territori. Metti in relazione queste parole chiavi, tenendo bene in mente la lezione introduttiva sullo studio della storia. 4

6 per chi vuole l'eccellenza: la storia del patriarca Giuseppe La storia biblica di Giuseppe ci offre uno squarcio su quel mondo, sulla sua società, sulla sua economia, sulle sue paure e il suo credo. Approfondisci questa storia e mettila in relazione con ciò che hai studiato. 5

7 Una religione politeista il faraone: un dio in terra: Il faraone era il monarca assoluto dell'egitto, in sé racchiudeva sia il potere politico, sia il potere religioso. L'unione di questi due poteri in una sola persona si chiama teocrazia. Potere politico: Tutte le decisioni sia di politica interna (le decisioni prese all'interno di uno stato = come amministrarlo, le leggi interne, la tassazione), sia di politica estera (le decisioni prese nei confronti di altri stati = accordi commerciali, alleanze, guerre) erano di esclusiva competenza del sovrano. Ma il faraone non poteva certo gestire da solo uno stato così grande, quindi si serviva di altri uomini che lo consigliavano (nobili o membri della sua famiglia) o gestivano alcuni poteri in sua vece (visir). La decisione definitiva, però spettava sempre al sovrano. Potere religioso: Il faraone era considerato un dio in terra, e in quanto divinità visibile era anche il sommo sacerdote che presiedeva le più importanti cerimonie. Anche in questo caso, come per il potere politico, si serviva di aiutanti, i sacerdoti, che presiedevano le cerimonie religiose minori in sua vece. 6

8 La sua legittimazione di fronte sia all'aristocrazia sia di fronte al popolo era data proprio dall'essere considerato un dio in terra. Quindi le sue decisioni e la sua persona erano inviolabili. il potere dei sacerdoti: I sacerdoti facevano parte dell'apparato burocratico delle stato e avevano una precisa gerarchia. Prestavano servizio un trimestre all'anno e per il resto del tempo si mescolavano alla vita delle città. Rasati, depilati e circoncisi, vestiti di puro lino, tenuti a rifuggire da ogni contatto sessuale durante il servizio al tempio, esperti in teologia, gli uomini del clero potevano essere amministratori dei beni del faraone, profeti di un dio, scribi, astronomi che fissavano il momento delle cerimonie, specialisti nel riconoscere i giorni fausti o nefasti ed artisti. Il loro potere, come si vede, era grandissimo all'intero della società egizia. Infatti, potevano orientare le decisioni del sovrano, non solo in campo religioso, ma anche in quello economico e politico. l caso di Amenofi IV: il ridimensionamento del potere dei sacerdoti Dinastia: XVIII ( a.c.) Anni di regno: [ a.c.] Collocazione storica: Nuovo Regno a.c. Akhenaton (Amenofi IV) diede ordine di eliminare le immagini e i culti degli altri dei in tutto l'egitto (come le ricerche archeologiche ci mostrano), dando così segno di una completa rottura con il politeismo. Con questo egli enunciò i principi della sua nuova dottrina: Era consentito adorare un solo Dio Tutti gli idoli furono banditi, specie le raffigurazione di divinità con animali e le personificazioni del sole divino Tutti i rituali legati alla morte aboliti Nessun sacrificio di animali Universalità di culto Le sepolture effettuate senza beni materiali Abolizioni della magia e incantesimi 7

9 Monogamia (come egli stesso praticò) Tutte le rendite degli altri dèi egizi dovevano confluire ad un unico tesoro, quello del Dio unico ( In questo modo il sovrano cercò di ridimensionare il potere dei sacerdoti. Ma alla sua morte, la riforma politico-religiosa venne cancellata: la classe sacerdotale riprese il suo antico potere con la restaurazione della religione politeista. Tanti dei = tanti mediatori, quindi tanti sacerdoti. Metti in relazione questo fatto con ciò che hai studiato e fai delle supposizioni storiche 8

10 Le curiosità il primo sciopero della storia di cui abbiamo notizia si verificò intorno al 1150 a.c. (alcune fonti parlano del 1165, altre del 1152), nell'antico Egitto. Durante il regno di Ramses III, gli operai del villaggio di Deir el-medinet, addetti alla costruzione dei templi di Tebe, incrociarono le braccia, al grido: Siamo già al 18 del mese e abbiamo fame! Il malcontento infatti era scoppiato per il ritardo della paga effettuata allora in derrate alimentari, cioè in grano, pesci, legumi e per la mancata consegna di unguenti necessari a proteggersi dal sole e dal clima secco del deserto. Di fronte alla protesta i funzionari del faraone tentarono di ricondurre alla ragione gli operai, facendo molte promesse, ma gli scioperanti avevano ormai varcato i recinti della tomba reale, e rimasero fermi per alcuni giorni. Gli scioperi terminarono solo quando il dovuto fu interamente consegnato. Da quel momento furono creati nuovi organi di controllo per assicurare la paga degli operai e per la prima volta, alcuni di loro ebbero l'incarico di controllare e distribuire le razioni. ( Dalla cronaca alla storia: cosa possiamo dedurre da questo fatto storico? la mummificazione: Gli imbalsamatori, che univano conoscenze di anatomia umana e chimica a rituali religiosi, dovevano agire con rapidità per evitare che il cadavere iniziasse a decomporsi a causa del clima caldo dell'egitto. Questo lavoro era affidato a specialisti che lavoravano in laboratori appositamente attrezzati, in prossimità del Nilo o di uno dei suoi canali (per i diversi lavaggi che subiva il corpo durante le diverse fasi del lavoro). Il completamento del processo di imbalsamazione richiedeva circa 70 giorni, circostanza che permetteva anche di completare la tomba del defunto. Il primo passo del processo consisteva nella rimozione dal corpo degli organi interni, la cui presenza avrebbe potuto accelerare il processo di putrefazione. Il cervello veniva rimosso dalla scatola cranica grazie ad uncini metallici inseriti attraverso le narici. Polmoni, stomaco ed intestini venivano rimossi attraverso un'incisione sull'addome. L'unico organo che non veniva rimosso era il cuore che veniva considerato la sede dell'anima. Gli organi interni rimossi venivano conservati all'interno di speciali vasi, detti vasi canopi, chiamati così da Canopo, una città sul delta del Nilo, aventi le fattezze dei quattro figli di Horus. Questi vasi venivano deposti nella tomba durante i riti funebri e consegnati con il defunto alla nuova vita eterna. Secondo le scritture, il cuore veniva poi pesato su una bilancia da Anubi, confrontandolo con una piuma, simbolo di "leggerezza dell'anima", quindi di 9

11 giustizia. Nel caso la piuma fosse stata più pesante del cuore, avrebbe garantito la vita eterna al possessore. In caso contrario, questi veniva dato in pasto all'essere ibrido Ammit detta la "Divoratrice". Essendo il cuore simbolo della vita, questo gesto rappresentava la morte eterna dell'individuo In epoca tarda anche gli organi interni subirono il processo di mummificazione e di avvolgimento con bende di tela per poi essere reintrodotti nell'addome ma i vasi canopi, anche se ormai privi di utilità pratica, continuarono ad essere deposti nelle tombe. Dopo l'asportazione degli organi, si procedeva alla disidratazione del corpo, immergendolo per un periodo di circa 40 giorni in natron, un sale di sodio esistente in natura che si depositava nelle pozze di esondazione del Nilo dopo il loro prosciugamento. Il corpo svuotato dagli organi veniva poi lavato con vino di palma che grazie al suo elevato tasso di alcool impediva lo sviluppo dei batteri decompositori. Dopo questa operazione nell'addome venivano introdotte bende impregnate di natron, pezzi di lino e segatura. Il corpo veniva poi ricoperto con lo stesso sale e infine unto con appositi oli balsamici (resine di conifere ed altre piante, cere d'api, oli aromatizzati ecc.). Al termine di questa fase il cadavere si presentava completamente disidratato seppur ancora riconoscibile. L'incisione addominale veniva allora coperta con una placca metallica detta l'occhio di Horo. Al termine di queste operazioni il corpo veniva strettamente avvolto con strisce di tela di lino spesso impregnate di resina; questo passaggio era molto importante sia per una durata lunga, sia per una buona presentazione del corpo. Sulle bende di tela venivano riportate formule magiche aventi lo scopo di proteggere il corpo e tra i vari strati del bendaggio venivano inseriti vari amuleti legati alla vita, come l'ankh, gli scarabei e il pilastro Djed. Alla mummificazione seguiva il funerale vero e proprio con la sistemazione del corpo nella tomba. Le cerimonie, e la tomba, variavano a seconda dello stato sociale del defunto, da semplici inumazioni nelle sabbie del deserto a sepolture in tombe riccamente decorate e dotate di preziosi corredi funebri. ( 10