lucidi della lezione di Nicola Dusi del 26/05/03

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1 Università degli Studi di Roma La Sapienza Corso di laurea in Teorie e pratiche dell'antropologia a.a. 2002/2003 modulo ANTROPOLOGIA E SEMIOTICA docente Vincenzo Cannada Bartoli lucidi della lezione di Nicola Dusi del 26/05/03 documento pubblicato il 5/6/2003 sul sito del Dipartimento di Studi glottoantropologici e Discipline musicali <

2 2 Vladimir PROPP, Morfologia della fiaba, Einaudi 1966 [1928] morfologia della favola: descrizione secondo le parti componenti e le loro relazioni reciproche con il tutto (permette la comparabilità). Per l'analisi della favola è importante CHE COSA fanno i personaggi, e non chi fa e come fa (problemi accessori). FUNZIONE: "l'operato d'un personaggio determinato dal punto di vista del suo significato per lo svolgimento della vicenda narrativa" p.27 ''LEGGI della favola per PROPP: 1. Le parti componenti fondamentali, gli elementi costanti, stabili della favola sono le funzioni dei personaggi, 2. il numero delle funzioni è limitato (es. favole di magia) 3. la loro successione è sempre identica 4. tutte le favole di magia hanno struttura monotipica (constano di funzioni identiche): indice dei 'tipi' fondato su precisi 'tratti distintivi strutturali' Propp: "molte funzioni si riuniscono logicamente in 'sfere' determinate, che nel complesso corrispondono agli esecutori e rappresentano quindi sfere d'azione" (p.85) 1) sfera d'azione dell'antagonista 2) sfera d'azione del donatore (procacciatore) 3) sfera d'azione dell'aiutante 4) sfera d'azione della principessa (personaggio cercato) e del re 5) sfera d'azione del mandante 6) sfera d'azione dell'eroe 7) sfera d'azione del falso eroe (oltre a questi SETTE personaggi vi sono quelli per i raccordi o i traditori) 1. la sfera d'azione corrisponde esattamente al personaggio 2. un solo personaggio abbraccia più sfere d'azione 3. una sola sfera d'azione è ripartita tra più personaggi FUNZIONI 1. Allontanamento 2. Divieto 3. Infrazione 4. Investigazione 5. Delazione 6. Tranello 7. Connivenza 8. Danneggiamento O Mancanza 9. Mediazione 10. Inizio Della Reazione 11. Partenza 12. Comparsa Del Donatore 13. Reazione Dell eroe 14. Conseguimento Del Mezzo Magico 15. Trasferimento Nello Spazio 16. Lotta 17. Marchiatura 18. Vittoria 19. Rimozione Della Mancanza 20. Ritorno 21. Persecuzione, Inseguimento 22. Salvataggio 23. Arrivo In Incognito 24. Pretese Infondate 25. Compito Difficile 26. Adempimento 27. Identificazione 28. Smascheramento 29. Trasfigurazione 30. Punizione 31. Nozze 2

3 3 La grammatica narrativa di Greimas NARRATIVITÀ: processo orientato di trasformazione di uno o più Soggetti rintracciabile in qualsiasi testo STRUTTURE NARRATIVE livello profondo del percorso generativo del senso : due diversi strati: - LIVELLO PIÙ ASTRATTO e fondamentale, liv. delle categorie di valori articolate nel quadrato semiotico: è già un abbozzo di racconto (relazioni di contrarietà, contraddizione, presupposizione tra termini) - LIVELLO PIÙ CONCRETO e antropomorfico dei concatenamenti delle azioni (schema narrativo e programmi narrativi): le operazioni di negazione e affermazione, congiunzione e disgiunzione, divengono operazioni di trasformazione di stati narrativi. RACCONTO: una successione di stati e di loro trasformazioni, orientata al raggiungimento di uno stato finale, in cui il valore posto viene finalmente raggiunto. STATO: relazione di congiunzione o di disgiunzione tra due attanti narrativi, un Soggetto e un Oggetto: Congiunzione = S O Disgiunzione = S O TRASFORMAZIONI: il passaggio da una congiunzione a una disgiunzione, o viceversa. Trasformazione disgiuntiva = (S O)! (S O) Trasformazione congiuntiva = (S O)! (S O) (I) SOGGETTO e OGGETTO non sono individui ma termini che esistono e si definiscono solo nella loro relazione. Sono ATTANTI (coloro che compiono o subiscono l'atto): non è solo riferito a esseri umani, ma anche a animali, oggetti o concetti. Gli attanti sono elementi sintattici in un determinato racconto (soggetto/oggetto; destinante/destinatario). (II) due tipi di SOGGETTO: - un SOGGETTO OPERATORE, che mette in atto le trasformazioni - un SOGGETTO DI STATO, che è congiunto o disgiunto dall Oggetto (III) L OGGETTO materiale o umano non è importante di per sé, ma per il valore che in esso vi è inscritto. L Oggetto è sempre un OGGETTO DI VALORE: un valore più o meno concreto o astratto. (IV) ATTANTI presenti al livello delle strutture narrative NON sono i personaggi veri e propri di un racconto o ATTORI a livello delle strutture discorsive. - ad ogni Attante (A) può corrispondere un attore (a): A = a -un attore può personificare due o più Attanti: a = A'+A''+A''' - un Attante può essere rappresentato da più attori:a= a'+a''+ a''' STRUTTURA di un racconto: l insieme delle operazioni che un Soggetto operatore mette in atto per fare in modo che il Soggetto di stato possa esser congiunto (o disgiunto) con il suo Oggetto di valore: cioè l'insieme dei PROGRAMMI NARRATIVI (o PN) 3

4 4 Programmi Narrativi: di congiunzione o di disgiunzione PN di congiunzione = S 1 :::::[(S 2 Ov)! (S 2 Ov)] PN di disgiunzione = S 1 ::::::[(S 2 Ov)! (S 2 Ov)] PN = programma narrativo S 1 = Soggetto operatore S 2 = Soggetto di stato = disgiunzione = congiunzione Ov = Oggetto di valore ::::::::= trasformazione narrativa! = passaggio di stato ruolo (funzione) attanziale: posizione dell'attante nella narrazione + investimento modale modalità: competenze del sogg. che permettono il suo fare attore: luogo di manifestazione di strutture discorsive e narrative: insieme di almeno un ruolo attanziale e almeno un ruolo tematico. valore: consente sia la determinazione del soggetto sia la selezione dell oggetto (tra i molti possibili): rende possibile la loro l esistenza semiotica soggetto: tende verso un valore che si trova investito in un oggetto uno stesso valore si può investire in oggetti diversi oggetto di valore (o oggetto-valore): un oggetto in cui si investe il valore semantico e narrativo che definisce il soggetto stesso (come il lessema Ov è conoscibile solo grazie alle sue determinazioni e alle sue differenze) narratività: processo che conduce il sogg. alla realizzazione (congiunzione coll oggetto-valore) VALORI: virtuali, attuali (disgiunzione con il sogg.), realizzati (congiunzione) - descrittivi: soggettivi (legati all essere); oggettivi (legati all avere) - modali (volere, dovere, sapere, potere) MODI DI CIRCOLAZIONE DEI VALORI IN UN UNIVERSO SEMANTICO CHIUSO trasferimento da un soggetto all altro (opposizione e scontro tra soggetto e antisoggetto): si dà realizzazione o virtualizzazione, riflessa o transitiva, in quattro casi di scambio di valori con modificazioni per i soggetti: - appropriazione - attribuzione - rinuncia - spoliazione raggruppando le funzioni di Propp, Greimas propone il contratto, la prova e il dono come i tre sintagmi a più alta ricorrenza nelle strutture del racconto: contratto: forma di accordo tra due soggetti (per regolare la circolazione degli oggetti; p.e. scambio o dono reciproco); ma può essere implicito, oppure unilaterale (p.e. solo con il contro-dono si avrà il premio; oppure il divieto) dono: attribuzione + rinuncia prova: appropriazione + spoliazione (relazione intersogg. polemica) es. Eden: dono+divieto (contratto)---infrazione (prova)---punizione (sanzione) 4

5 5 SCHEMA NARRATIVO INVARIANTE NEI RACCONTI successione delle tre prove (o loro presupposizione): qualificante: acquisizione della competenza da parte del soggetto (appaiono aiutante e opponente, si acquisisce il mezzo magico, ecc.) decisiva: dimensione polemica del racconto (lotta con l antisoggetto) glorificante: il soggetto riceve un giudizio sul suo operato (positivo: premio o riconoscimento; negativo: punizione o disconoscimento) MODALITA' (i) Per attuare il programma di ricerca di Ov, per fare, il Soggetto deve essere abilitato a farlo. Per fare deve essere prima competente: deve innanzitutto doverlo o volerlo fare, e poi saperlo o poterlo fare. il processo narrativo viene modalizzato, a seconda della modalità con cui il Soggetto viene reso competente all azione (un Soggetto secondo il volere è diverso da un Soggetto secondo il dovere) modalità narrative:dovere e volere (virtualizzanti) potere e sapere (attualizzanti) in ogni racconto, per poter passare all atto, per operare cioè la trasformazione, S 1 deve acquisire prima un volere (o un dovere) e poi un potere (o un sapere, o entrambi). A seconda delle modalità acquisite (o non acquisite) la trasformazione avrà più o meno luogo, la congiunzione di S 2 con Ov sarà più o meno realizzata. (ii) Programma Narrativo di base: mira al congiungimento (o al disgiungimento) del Soggetto di stato con il valore inserito nell Oggetto al PN di base si uniscono più PN d uso: servono a S 1 per reperire le modalità necessarie (le competenze) attraverso le quali passare all atto. (iii) problema: come acquisisce S 1 la prima modalità? Come accade che un certo elemento del racconto divenga il Soggetto incaricato di svolgere l azione narrativa principale? si ipotizza un terzo attante, detto Destinante (De): conferisce a S 1 la prima modalità necessaria (il volere o il potere) per passare poi all azione (lo fa essere un S che mira al raggiungimento di un Ov). il Destinante (De) trasmette a S 1 i valori del quale è portatore. Il Destinante lascia sempre intravedere la possibilità di un universo altro, dal quale i valori provengono e dove probabilmente si ritornerà alla fine. In termini attanziali il Destinante è sia un mandante sia un giudice. SCHEMA NARRATIVO CANONICO modello a quattro tappe per ogni forma di narratività MOMENTI PRAGMATICI Performanza (far-essere): momento centrale di una struttura narrativa, l'atto che porta alla trasformazione narrativa (p.e. la funzione Lotta per Propp): azione (o serie di azioni) grazie a cui il Soggetto porta a termine il suo PN. Competenza (essere del fare): non è possibile fare una certa azione senza saperla o poterla fare. (p.e. nelle fiabe il Dono o la Prova): il Soggetto viene messo in condizione di passare all atto, possiede cioè l essere del fare. 5

6 6 MOMENTI COGNITIVI Manipolazione (far-fare), elemento iniziale di ogni racconto contratto tra il Destinante e il Soggetto Sanzione (essere dell essere), momento finale del racconto stesso in cui il Soggetto, operata la performanza, si ripresenta al cospetto del Destinante e sottopone il proprio operato al giudizio di quello. - positiva (corrisponde ai valori concordati nel contratto iniziale, l'eroe viene trasformato) - sanzione negativa (p.e. l'eroe torna all anonimato dei non-soggetti). (i) non tutti i momenti dello schema devono necessariamente esser presenti in un testo che si vuole interpretare come un racconto. (ii) la possibilità di ricostruire a partire da un momento dello schema tutti gli altri è data soltanto per presupposizione. (iii) lo schema narrativo va sempre raddoppiato. All interno di ogni racconto è infatti presente una struttura polemica dove si incrociano quanto meno due PN narrativi di base: quello del Soggetto della storia e quello del suo Anti-soggetto. Ci sono anche diverse prospettive valoriali: il senso si dà nel dissenso; le opposizioni semantiche si realizzano come contrasto di azioni. Alle strategie globali dei PN di base, si accompagnano tattiche locali dei cosiddetti PN di sostituzione, programmi paradigmatici allestiti per rimediare alle azioni dell altro (vere o presunte che siano) o per anticiparle (vere o presunte che siano). soggetti pragmatici che intraprendono dei programmi d azione, soggetti cognitivi che cercano di costruire l essere dell altro, soggetti simulacrali che vengo immaginati dall altro, soggetti di finzione che si danno a vedere all altro. La comunicazione non è soltanto un passaggio di informazioni tra un emittente e un destinatario puri, ma una vera e propria strategia complessa tra due attanti diversamente modalizzati, carichi di doveri, voleri, saperi e poteri. la dimensione strategica della narratività permette di: si usare i modelli e le categorie narrative anche per lo studio del linguaggio e della comunicazione. TRA SEMANTICA E PRAGMATICA Nel Trattato di semiotica generale Eco (1975) propone l ipotesi regolativa dell ENCICLOPEDIA per ancorare i processi di interpretazione: comprendere un testo correttamente significa ricostruire innanzitutto il formato della competenza enciclopedica che definisce il suo UNIVERSO DI DISCORSO in Lector in fabula (1979) si ricerca l intenzione del testo (intentio operis): più che alla intentio auctoris (l'insieme di strategie per la costruzione di un autore modello ) Eco la subordina alla costruzione del lettore modello (intentio lectoris) LETTORE MODELLO: "un insieme di condizioni di felicità, testualmente stabilite, che devono essere soddisfatte perché un testo sia pienamente attualizzato nel suo contenuto potenziale Per comprendere i limiti posti all interpretazione dal testo stesso, il lettore dovrà, cerca 6

7 7 re il tema dominante, il topic del discorso in atto. Farà supposizioni su un abito, ossia "una certa regolarità di comportamento testuale", che permette di fissare le condizioni di coerenza di un testo. L isotopia, discorsiva o narrativa, viene quindi rilevata attraverso i vari topic, e si fonda su un incessante lavoro di interpretazione da parte del lettore (o dello spettatore): il topic è un fenomeno pragmatico mentre l'isotopia è un fenomeno semantico. Il topic è una ipotesi che dipende dall'iniziativa del lettore [...] Sulla base del topic il lettore decide di magnificare o narcotizzare le proprietà semantiche dei lessemi in gioco, stabilendo un livello di coerenza interpretativa, detta isotopia (ECO, Lector in fabula, p. 92) Il lavoro interpretativo fatto dal lettore, proprio come quello di un detective, è un'inferenza o meglio una ABDUZIONE: il disegno, il tentativo azzardato, di un sistema di regole di significazione alla luce delle quali un segno acquisterà il proprio significato Trovare un topic e seguire un isotopia, vuol dire riconoscere una serie di proposizioni come una coerente sequenza testuale (anche ad se ad una lettura o visione superficiale potrebbero apparire senza legame). Questo tipo di cooperazione del lettore limita il processo di semiosi potenzialmente infinita dell interpretazione alle strategie enunciative del testo ed al suo universo di discorso. due tipi di lettore modello che possono essere previsti da un testo: - lettore modello ingenuo: dà del testo un interpretazione semantica (senso letterale) - lettore modello critico: spiega il testo possa produrre quelle (o altre alternative) interpretazioni semantiche da P. Fabbri e G. Marrone, Semiotica in nuce I, Roma Meltemi 2000; A.J. Greimas, Del Senso II, Bompiani 1983; Greimas e Courtés, Semiotica. Dizionario ragionato della teoria del linguaggio, Firenze, La Casa Usher, 1979) ambiguità: la proprietà degli enunciati che presentano simultaneamente più letture o interpretazioni possibili (senza predominanza di una sull altra) (p. 30) procedure di disambiguazione: stabilire una lettura isotopa di una sequenza discorsiva (p.105) ISOTOPIA: la ricorrenza di una categoria o di un fascio di categorie semantiche ridondanti nel racconto (parziale diversa da globale: si mantiene qualunque sia l estensione del discorso) (p.187) configurazioni discorsive: insieme di figure isotope, micro-racconti con una propria organizzazione sintattica e semantica (struttura orientata) (anche configurazione modale o patemica) livello figurativo: sèmi figurativi (o esterocettivi) isotopie figurative: sottintendono le configurazioni discorsive (spazializzazione, temporalizzazione, attorializzazione) percorso figurativo: concatenazione isotopica di un tema dato 7

8 8 livello tematico: sèmi più astratti, intracettivi (temi, motivi) TEMA: disseminazione dei valori del livello profondo (semio-narrativo), in giunzione o disgiunzione con i soggetti (programmi narrativi) isotopie tematiche: livello più astratto del percorso generativo ESTENSIONE nel discorso = espansione (operazioni di conversione tra i diversi livelli del testo): varianti figurative (elasticità dei linguaggi) (isotopie parziali/totali) PLURI-ISOTOPIA: una figura unica all'origine dà luogo a sviluppi di significazione sovrapposti in un solo discorso PLURI-VARIANZA: la diversificazione figurativa, mantenuta e disciplinata dalla presenza implicita di un unico ruolo, non impedisce il conseguimento di una significazione comparabile, se non identica, in diversi discorsi manifestati (es. parabole; Greimas, Del Senso 2, 1983, p. 59) SEMI: TRATTI DISTINTIVI DEL CONTENUTO SEMEMI: UNITA' MINIMALI DI MANIFESTAZIONE SEMANTICA SEMI FIGURATIVI (ESTEROCETTIVI): esempio 'verticalità/orizzontalità' SEMI ASTRATTI (INTEROCETTIVI): es. categorie come: 'relazione/termine' SEMI TIMICI (PROPRIOCETTIVI): categoria 'euforia/disforia' ISOTOPIA RICORRENZA DI CATEGORIE SEMICHE ATTRAVERSO UN TESTO, PERMETTE LA DISAMBIGUAZIONE DI UN ENUNCIATO ISOTOPIA TEMATICA (RICORRE UN TEMA, PERCORSO ASTRATTO) ISOTOPIA FIGURATIVA (VARIANTI DISCORSIVE, PERCORSO CONCRETO) 8

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