LA PRINCIPESSA ARCOBALENO

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2 FRANCA DADÀ LA PRINCIPESSA ARCOBALENO Illustrazioni di Carla Cavazzola Jacqueline Monica Magi Edizioni Fairy Tale 2013

3 LA PRINCIPESSA ARCOBALENO C era una volta una bellissima valle, con tanti prati verdi bagnati da freschi e limpidi ruscelli. E proprio al centro della valle si ergeva un villaggio formato di piccole casette tutte colorate contornate da giardini sempre in fiore. Era il regno del Re degli aquiloni. Il Re governava saggiamente non solo il regno ma anche la sua adorata famiglia. E lì in quell oasi di pace viveva la principessa Arcobaleno, figlia del Re, con le sorelle maggiori. Ogni giorno le principesse scorrazzavano felici per i prati facendo volare gli aquiloni. Un brutto giorno, mentre le principesse stavano giocando, una nera carrozza comparve vicino a loro ed una mano enorme le afferrò gettandole dentro la carrozza, per poi fuggire via. La Strega Malasorte aveva colpito un altra volta, fermamente decisa come era a distruggere la pace che ogni giorno dipingeva di colori il regno degli aquiloni, e che per lei era diventata un ossessione.

4 Tutte quelle strette di mano, quegli scambi di doni, gli incroci di bulbi per creare nuovi fiori sempre più belli. Tutto ciò era troppo abbagliante per il nero vetro dei suoi occhi. Per questo aveva incaricato un suo inserviente di rapire le principesse. Era sicura che pur di riavere le sue adorate figlie il Re si sarebbe arreso alle sue richieste e avrebbe permesso ai rovi colmi di spine di soffocare i suoi meravigliosi prati. Fece così condurre le principesse in un castello segreto nascosto dalle montagne. Le due principesse maggiori accettarono la loro sorte con rassegnazione, grazie al loro carattere remissivo ed ubbidiente, mentre la principessa Arcobaleno non sopportava quell ingiustizia, e pur essendo piccola era molto coraggiosa. Chiese hai suoi rapitori il perché di quella separazione dai suoi amati genitori. Ma a nulla valsero le sue richieste. Il soggiorno in quell austero castello era molto triste anche per le principesse più grandi.

5 La mancanza dell affetto dei loro genitori era un vuoto incolmabile. Solo in parte riuscivano a consolarsi a vicenda rievocando i tanti giorni felici trascorsi nella Valle degli Aquiloni. Esse erano talmente buone ed ubbidienti che le custodi del castello non potevano fare a meno di ricambiare la loro gentilezza. Per la piccola principessa Arcobaleno invece non era così. Qualunque cosa facesse o dicesse era sempre fraintesa perché, tra le custodi, si era nascosta una schiava della Strega con lo scopo ben preciso di distruggere la piccola Arcobaleno per impedire che i suoi poteri prendessero forza, e diventasse una rivale troppo pericolosa per il regno della maga Malasorte.

6 Iniziò dunque l opera di distruzione nei confronti della piccola. Ogni giorno veniva incolpata di marachelle che lei non aveva commesso, e per castigo la obbligavano ad attraversare sotterranei bui infestati di rettili che attentavano ai suoi piedini per spaventarla. Il tocco finale fu quando la Strega scoprì che la mano sinistra di Arcobaleno iniziava già a dare i primi segni della sua magia,quindi occorreva fermarla in tempo, altrimenti da adulta quella sua magica mano sinistra nessuno avrebbe più potuto impedire di dipingere cieli sempre azzurri, notti colme di stelle e tanti allegri ruscelli con pesci colorati che nuotavano contro corrente.

7 Per bloccare la magica mano la Strega le infilò un guanto di ghiaccio, e alle sue orecchie le sussurrava in continuazione: «Devi odiare questa mano perché non è tua ma appartiene a me, grande Maga Malasorte». La principessa però non riusciva proprio ad odiare la piccola manina, e di nascosto, quando nessuno vedeva, lei la liberava dal guanto di ghiaccio e la baciava, incoraggiandola e invitandola a non perdere le speranze, perché un giorno nessuno avrebbe potuto fermare il suo potere. La Principessa Arcobaleno riuscì a resistere ad ogni angheria che subiva ogni giorno e così la forza nella sua mano invece di spegnersi aumentava sempre più, e con essa anche i suoi poteri. Ogni volta che cadeva nella disperazione e nello sconforto, le bastava guardare il cielo ed una luce appariva per consolarla e confortarla. Ogni estate venivano concessi alle principesse dei periodi di libertà per tornare nel Regno degli Aquiloni. In quelle occasioni esse potevano rigenerarsi correndo all aria aperta e nuotare nei fiumi, anche se

8 la piccola Arcobaleno con le sue gambette faticava molto per riuscire a star dietro alle sorelle più grandi. Ma lei, con i suoi occhioni svegli non si arrendeva mai. Sapeva che doveva temprarsi alle prove più dure, e assaporava attimo per attimo quei brevi periodi di libertà. La sera poi era molto bello potersi addormentare serena nel suo lettino, e ancor più bello erano i baci e le carezze della buona notte dalla mamma. Il Re, con il suo sorriso sornione, orgoglioso pensava di aver generato tre figlie davvero forti e coraggiose. Purtroppo quei periodi di permessi passavano veloci e le piccole principesse erano costrette a tornare nel tetro castello, a dormire nelle fredde cellette. Ad ogni separazione la Regina si disperava con il Re, chiedendogli come era possibile che egli non riuscisse a liberare le bambine. Ma a nulla valevano le sue grida di dolore.

9 Il tempo passava, le stagioni si susseguivano, e le principesse crescevano divenendo delle bellissime fanciulle.

10 La Strega Malasorte era invecchiata non ricordava nemmeno lei il perché voleva ad ogni costo distruggere la Vallata degli Aquiloni, e persino i suoi poteri malefici erano scomparsi. Un bel giorno giunse al castello la carrozza del Re, deciso a riportare le principesse a casa per sempre. Tornate libere nel loro regno, le belle principesse furono nuovamente rapite al Re, ma questa volta con la gioia di tutti perché erano andate spose a dei principi valorosi e innamorati. Passarono altri anni e la piccola principessa Arcobaleno era divenuta Regina. Regnava con saggezza e tranquillità nel suo regno a fianco del suo Re e della sua principessina. Tuttavia un ombra di tristezza offuscava i regnanti, perché Arcobaleno soffriva molto per un pezzetto del suo cuore ancora surgelato. A nulla era servito consultare i più famosi Maghi di tutti i regni,essi provarono a sciogliere il ghiaccio con complicati filtri, ma niente da fare, il cuore di Arcobaleno non guariva.

11 Una notte come tante altre Arcobaleno non riusciva a dormire e ricordò tutte le durissime prove alle quali la strega cattiva l aveva sottoposta. Con rabbia ricordò il volto della sua carceriera. Poi un particolare la fece balzare dal letto. «Mi devo concentrare meglio sul volto della schiava» pensò. Richiuse gli occhi e guardò più attentamente e vide negli occhi della sua aguzzina una piccolissima stellina. «Ora ho capito cosa devo fare». Si alzò in fretta, chiamò l Aquila Fantasia e chiudendo gli occhi salì sulle sue ali, facendosi condurre nell antico e tetro castello

12 Ora lei era una Regina quindi non aveva più paura. Possedeva tutta la forza dei suoi poteri, e quella notte era riuscita a scorgere quel minuscolo particolare, che le aveva scoprire il mistero. Giunta al castello, Arcobaleno vide subito la schiava della strega e senza timore né incertezza, senza darle il tempo di riflettere, le corse incontro e la baciò. Meraviglia delle meraviglie..! Il naso della serva si accorciò, le sue labbra si colorarono di rosa, i suoi capelli si dipinsero d oro, i suoi occhi divennero di miele e il suo orrendo abito nero si dipinse di mille tonalità di colori, con tanti frutti profumati. Di fronte a questa metamorfosi, anche il pezzetto di cuore congelato di Arcobaleno si sciolse, ed egli iniziò a saltare felice finalmente libero. Cosa era accaduto? Arcobaleno ricordandosi di aver visto negli occhi della schiava una stellina aveva compreso che non si trattava di un essere malvagio, ma di un altra vittima della terribile Strega Malasorte che, con un suo

13 elaborato intruglio di erbe nere aveva ricavato un potente filtro gelido che ingerito raggiungeva il cuore e lo raggelava all istante. Il sangue che doveva ossigenare e nutrire tutti gli organi del corpo diventava un veleno che al suo passaggio faceva diventare tutto orrendo. In tal modo era riuscita a trasformare la fatina custode dei frutti del bosco in una perfida carceriera. E non solo, lei con il suo sangue infetto poteva contagiare chiunque toccava. Questo divertiva la crudele Maga: provocare una grande epidemia di cuori gelidi proprio lì, in quel luogo colmo di cuori sani affabili e buoni. E stava per riuscirci, facendo ammalare anche Arcobaleno. Ma per fortuna, pur se a distanza di molti anni, la piccola principessa Arcobaleno aveva scoperto il maligno incantesimo riuscendo così a sconfiggerlo. E soprattutto Arcobaleno scoprì che il suo cuore conteneva un potentissimo antidoto: una sorgente di amore inesauribile, un amore talmente potente da riuscire a sconfiggere non un solo dannoso incantesimo ma tanti, tanti altri.

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