3 CONCORSO INTERNAZIONALE CASTELLO DI PANICALE PREMIO ANITA BELLESCHI GRIFONI

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1 3 CONCORSO INTERNAZIONALE CASTELLO DI PANICALE PREMIO ANITA BELLESCHI GRIFONI CIBO NOSTRUM Grano, Vite ed Olio Patrimonio del Mediterraneo Articolo 1 Il Gal Trasimeno Orvietano e la Pro Loco di Panicale, nell ambito della terza mostra - mercato internazionale del Ricamo e del Merletto Fili in Trama organizza per l'anno 2015/2016 la 3 edizione del Concorso Internazionale Castello di Panicale Premio Anita Belleschi Grifoni dal tema: Cibo Nostrum Grano, Vite ed Olio Patrimonio del Mediterraneo Scopo del presente concorso è la valorizzazione e la salvaguardia delle Arti Applicate Femminili nonché la tutela, promozione e valorizzazione della cultura e dell'arte nel settore del ricamo e del merletto e del tessile in generale. Articolo 2 Il Concorso è aperto a tutte le Scuole e/o Associazioni che hanno come finalità primaria la conservazione e la promozione delle attività legate al ricamo e al merletto. Potranno altresì partecipare privati professionisti, dilettanti e amatori del settore in genere. Il concorso è diviso in due sezioni una per tutte le tecniche tranne ARS PANICALENSIS e l altra è una sezione solo per ARS PANICALENSIS. Articolo 3 1

2 Il lavoro oggetto del concorso deve rispondere ai seguenti criteri di esecuzione: Misure : un pannello di misure massimo 40 cm di diametro se è rotondo o di lato lungo se è rettangolare o quadrato. Esecuzione: varie tecniche di ricamo / merletto / pittura, oppure tecnica mista. Colori: bianco /écru / nero / oro /argento / colori pastello. Tessuti: lino, bisso, mussola, batista, tulle, organza, seta. Cotoni: seta, lino, cotone, filo metallizzato. Articolo 4 Qualora si intendesse usare altri materiali, la scelta va sottoposta alla Presidenza dell Associazione per l autorizzazione. A tal fine si prega di chiamare il numero telefonico 0578/ oppure di comunicare la scelta mediante mail al seguente indirizzo: galto@galto.info francesca_caproni@libero.it prolocopanicale@gmail.com Articolo 5 I lavori dovranno essere inviati entro e non oltre il 31 gennaio 2016 mediante plico raccomandato con A.R. intestato a: GAL TRASIMENO ORVIETANO Piazza Gramsci, Città della Pieve (PG) oppure PRO LOCO DI PANICALE Piazza Umberto I, Panicale (PG). A tal fine farà fede la data dell'ufficio postale accettante. Prima della data di spedizione dei lavori, è opportuno effettuare l iscrizione al concorso tramite telefono, al numero: , o ai seguenti indirizzi mail: galto@galto.info francesca_caproni@libero.it prolocopanicale@gmail.com Articolo 6 Al lavoro deve essere allegata la scheda identificativa con i dati del partecipante (sia ideatore che esecutore), i criteri di esecuzione del progetto, il materiale. Insieme al lavoro dovrà essere allegato il disegno/progetto utilizzato per la realizzazione dell opera. 2

3 Articolo 7 Tutti i lavori che partecipano al concorso saranno esposti in occasione delle premiazioni che si terranno il giorno sabato 8 marzo 2016, periodo nel quale saranno organizzati altri eventi rispetto al tema della promozione e valorizzazione del merletto e del ricamo e delle arti tessili in genere. Pertanto l invio del materiale è da intendersi quale liberatoria dell'autore, all'esposizione al pubblico dello stesso. Articolo 8 La Giuria si riunirà a Panicale, il 20 febbraio 2016 presso La Scuola del Tulle ex Chiesa del Rosario. Articolo 9 I criteri utilizzati per la valutazione del materiale saranno: l'originalità del progetto, la difficoltà di realizzazione, la tecnica impiegata, il materiale utilizzato, la precisione nell'esecuzione, l'effetto estetico complessivo.ciascun giurato avrà a disposizione un massimo di dieci punti; il vincitore sarà colui/colei che avrà totalizzato il massimo del punteggio. Saranno premiati i primi tre classificati. Articolo 10 Articolo 11 Le spese di invio dei lavori sono a carico dei partecipanti, chi desiderasse la restituzione del materiale inviato deve dichiararlo al momento della consegna del lavoro, i pezzi di cui non si richiede la restituzione verranno conservati presso la sede della Scuola e dovranno essere reclamati entro l'anno corrente. Articolo 12 Ogni concorrente sarà responsabile e sarà Sua cura provvedere a Sue spese all Assicurazione contro furti o danneggiamenti delle opere per il periodo dell esposizione, l organizzazione NON risponde di eventuali danni o furti delle opere stesse. 3

4 Panicale, 29 agosto 2015 Il Presidente del Gal Trasimeno Orvietano Massimo Tiracorrendo Per l organizzazione Il Direttore del Gal Trasimeno - Orvietano Francesca Caproni Il responsabile del coordinamento Mostra Mercato e del concorso Marco Mannarelli La responsabile del gruppo di lavoro della Pro-Loco di Panicale Luigina Natazzi 4

5 SCHEDA IDENTIFICATIVA Da allegare al lavoro insieme al disegno/progetto DATI DELL'IDEATORE DEL PROGETTO Nome Cognome Residenza DATI DELL'ESECUTORE DEL LAVORO Nome Cognome Residenza LE COMUNICAZIONI RELATIVE AL CONCORSO DOVRANNO PERVENIRE Indirizzo Telefono TITOLO DEL LAVORO TECNICA DI ESECUZIONE FILATI UTILIZZATI 5

6 PUNTI IMPIEGATI TESSUTI BREVE DESCRIZIONE Dichiaro e sottoscrivo sotto la mia personale responsabilità di esonerare l organizzazione da qualsiasi responsabilità per danneggiamento o furto dell opera inviata per il concorso e per la successiva esposizione alla Mostra. Data Firma 6

7 Il Tema della seconda edizione del Concorso Internazionale Castello di Panicale Premio Anita Belleschi Grifoni Grano, Vite ed Olio Patrimonio del Mediterraneo CIBO NOSTRUM GRANO- VITE- OLIVO PATRIMONIO del MEDITERRANEO Il Mediterraneo finisce là dove finisce l'ulivo (Fernand Braudel) Come asserivano già i romani il grano, l'olio di oliva ed il vino sono la triade fondamentale dell'alimentazione mediterranea, tanto da essere definite piante di civiltà. L'ulivo, da sempre considerata pianta sacra, è presente nella mitologia Greca come dono fatto dalla dea Atena agli uomini. Dal punto di vista storico è plausibile ipotizzare che l'ulivo sia stato introdotto nelle regioni del Mare Nostrum dall'asia Minore. I reperti archeologici ed i testi religiosi, attestano l'esistenza della pratica dell'ulivocultura in questa zona già 6000 anni fa. Nel Mediterraneo l'ulivo ha trovato le condizioni morfologiche e climatiche per attecchire. La sua coltivazione si è diffusa ed è diventata una colonna portante dell'economia locale soprattutto grazie alle colonizzazione greca e all'opera unificatrice dell'impero Romano. La produzione dell'olio d'oliva ha alle spalle secoli di storia e fa parte del patrimonio culturale delle popolazioni mediterranee fin da quando queste hanno iniziato a dedicarsi all'ulivocoltura. L'olio d'oliva, nel passato, oltre che come condimento era ampiamente utilizzato per l'iluminazione e, in misura minore, come composto per la preparazione di prodotti cosmetici o unguenti emollienti. L olivo, ed il suo frutto, l olio, hanno un ruolo essenziale nelle credenze popolari e nelle pratiche rituali dell Asia occidentale e dell Europa meridionale. Simbolo di pace e di clemenza già prima che fosse conosciuta la colomba biblica con il ramoscello d olivo. L olio sacralizzato dalle tradizioni religiose, ed in primis in quella cristiana, presentandosi sotto la forma di sacro crisma (cresima, unzione degli infermi, ordinazione dei religiosi, consacrazione delle 7

8 nuove chiese), in aggiunta all importanza gastronomica ed al suo alto costo, diventa in ambito subalterno un elemento cardine nel sistema delle tradizioni popolari. Io coltivai il grano, venerai il dio frumento in ogni valle del Nilo. Nessuno ha conosciuto fame o sete durante il mio regno (Iscrizione attribuita al faraone Amon-Emhat I) Nei poemi omerici l'espressione mangiatori di pane viene utilizzata come sinonimo di uomini: ciò è indicativo di come la coltura dei cereali e il loro uso in campo alimentare costituisse per gli antichi Greci un simbolo della conquista della civiltà ed un elemento distintivo nei confronti degli stranieri. La coltura del grano fu introdotta nel Mediterraneo dalla zona della Mezzaluna fertile: in questa Regione sono stati ritrovati grani di cereali risalenti a circa 8000 anni a.c. La coltura dei cereali costituisce un capitolo importante nella storia dell'agricoltura ed implica la costituzione di un nuovo rapporto delle popolazioni con il territorio all'insegna della stanzialità. Sulle rive del Mediterraneo, dalla Mesopotamia alle tavole di tutto il mondo il pane è stato il sigilo della cultura. Ha acompagnato viaggiatori, pellegrini e marinai. Il pane è anche un simbolo presente nella fede e nella preghiera. La tradizione lo ha inserito nel rito e nella liturgia, nella Bibbia è il corpo di Cristo, menzionato nel Corano e negli hadith islamici, gli ebrei lo consumano azzimo. Il pane è sicuramente più antico della scrittura e del libro e resterà forse un mistero dove e quando germogliò la prima spiga di grano. Secondo il libro della Genesi il faraone sognò delle spighe e del pane: Nel sogno c'erano tre canestri di pane bianco e sette spighe belle piene che venivano minacciate da quelle aride e rattrappite. Giuseppe lo ammoni' avvertendolo che dopo il periodo di abbondanza la terra sarebbe stata colpita da carestia e gli propose di far costruire dei granai pubblici per ammucchiare il grano e poter aver pane anche negli anni della fame. Il pane diventa parte del destino umano. Lo si ritrova in molte opere d'arte, dall'antico Egitto alla pop-art. I popoli del Mediterraneo cominciarono ad uscire dalle barbarie quando incominciarono a coltivare la vite... (Tucidide, V sec. a.c.) Le origini della viticoltura si perdono nella notte dei tempii e sono tutt'ora sconosciute. Per quanto riguarda il contesto mediterraneo le prime tracce di coltivazioni su vasta scala della vite sono attestate presso gli Egiziani intorno al 3000 a.c. La diffusione del vino nelle Regioni del Mediterraneo è però da attribuire soprattutto ai Fenici e ai Greci. Questi ultimi ebbero un ruolo significativo nel perfezionamento delle tecniche di produzione del vino e nella selezione dei vitigni migliori. La coltivazione della vite attecchi' in Italia già a partire dal II millennio a.c. e si radicò a tal punto nella Penisola che uno dei nomi con cui questa veniva chiamata era Enotria, cioè Terra del Vino. La prima vera globalizzazione della vite si ha a partire dal I sec. a.c. con i Romani, ai quali 8

9 va il merito di aver diffuso la vite e la cultura del vino in quasi tutta l'europa del loro tempo. Nel passato molto diffusa era la pratica di spargere in terra poche gocce di vino per presagire buona fortuna ed abbondanza, al contrario del versare accidentalmente olio e sale. Certo in base ad una spiegazione per così dire superficiale disperdere il sale come l olio del resto, significa disperdere sapienza, soprattutto quando di entrambi ce n erano poco, mentre il vino rimanda ai piaceri dionisiaci, baccanali, quindi allegria e spensieratezza. Che il vino porti fortuna è dimostrato nel libro V dell Eneide, quando la bella Didone, prima di offrire il vino agli ospiti ne versa un po sulla mensa. Andando ancora più indietro nel tempo incontriamo un costume che il filosofo greco Platone descrive nelle Leggi, relativo ai Traci e agli Sciiti, abitanti nei territori del mar Nero, che erano soliti versare del vino sui vestiti per ottenere fortuna e bellezza. Anche nelle libagioni in onore degli dei, nei culti e riti religiosi, si usava spargere vino, cioè si sprecava vino. Se oggi le moderne conoscenze ci consentono di ridurre a razionalità il processo chimico del tutto naturale che dall uva ci conduce al vino, nel passato prescientifico questo stesso processo è stato letto dall uomo come qualcosa carico di incognite e di insondabile mistero, al punto da far ritenere il vino un fluido prodigioso, di origine sovraumana, per questo impiegato spesso anche come medicamento. Proprio come il linguaggio l'alimentazione costiuisce una cerniera tra natura e cultura, essa appartiene ad entrambe, poiché articola funzioni fisiologiche a significati storici e culturali. Mangiare è un atto complesso. Nell'anno dell'expo abbiamo scelto un tema legato all'alimentazione, quella che culturalemte ci sentiamo più vicina, auspicando che come fu nell'antichità il Mediterraneo ritorni ad agevolare l'incontro e lo scambio tra differenti culture e le loro specifiche abitudini perchè il cibo nostrum sia redistribuito più equamente tra la gente del mondo. 9