IL FEUDALESIMO SIGNIFICATO. ELEMENTI FONDAMENTALI DEL FEUDALESIMO. BENEFICIO VASSALLAGGIO IMMUNITÀ IL RUOLO DELLA CHIESA NELL ORDINAMENTO FEUDALE.
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- Giuseppina Miele
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1 IL FEUDALESIMO SIGNIFICATO. ELEMENTI FONDAMENTALI DEL FEUDALESIMO. BENEFICIO VASSALLAGGIO IMMUNITÀ IL RUOLO DELLA CHIESA NELL ORDINAMENTO FEUDALE. STRUTTURA DELLA SOCIETÀ FEUDALE. LA PROLIFERAZIONE DEI FEUDI E L ANARCHIA FEUDALE. L INCASTELLAMENTO. IL SISTEMA CURTENSE. LE CONDIZIONI DI VITA NELLE CAMPAGNE.
2 SIGNIFICATO. Il termine feudalesimo deriva da feudo (dal franco feohu, che significava bene o bestiame ), che indicava i beni regalati da un capo ai suoi guerrieri in cambio di servizi che gli avevano resi. In seguito con il termine feudalesimo indicò il sistema politico e sociale che si consolidò progressivamente in Europa nell alto Medioevo quando esigenze militari e politiche spinsero i sovrani ad instaurare legami personali con i principali guerrieri, nobili ed ecclesiastici del proprio regno in modo da ottenerne l obbedienza e delegare loro funzioni amministrative. TORNA GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DEL FEUDALESIMO Gli elementi fondamentali e costitutivi del feudalesimo furono tre: il beneficio; il vassallaggio; e l immunità. IL BENEFICIO. L istituto del beneficio era regolamentato dal contratto di concessione. In sostanza il re o un nobile assegnava un territorio ad un suo fedele (vassallo) affinché potesse vivere con la rendita di quel terreno. In cambio, chi riceveva il beneficio assicurava al signore o al re il suo sostegno militare. Inoltre il vassallo doveva svolgere una serie di servizi che venivano elencati nel contratto di concessione. Alla morte del vassallo il feudo, ritornava in possesso del signore o del re che l aveva concesso, anche se spesso il beneficio veniva rinnovato agli eredi del defunto. Con il passare del tempo si manifestò sempre più la tendenza a trasformare i benefici da privilegi personali e non trasmissibili a privilegi ereditabili dai successori del beneficato. L eredità del feudo fu prima applicata ai feudi maggiori e successivamente (dopo violentissime lotte contro i feudatari maggiori) anche ai feudi minori. TORNA
3 IL VASSALLAGGIO. La concessione del beneficio veniva sancita con il vassallaggio, una solenne cerimonia chiamata omaggio feudale, che rappresentava al tempo stesso un atto politico e religioso. Tale cerimonia rappresentava l omaggio del vassallo al signore e avveniva in pubblico, in presenza cioè di persone in grado di testimoniare gli obblighi di subordinazione e protezione che venivano contratti. Parole e gesti erano ritualizzati e servivano a testimoniare il legame personale che si instaurava tra signore e beneficiato nonché la sottomissione e la fedeltà di quest ultimo al signore. Il beneficato s inginocchiava davanti al signore con le mani giunte, il signore le prendeva stringendole in segno di protezione e di difesa (immixtio manum). Il beneficato giurava fedeltà al signore estendendo la mano sul Vangelo o su oggetti sacri, e dichiarava di essere un vassus, un vassallo, cioè un dipendente del suo signore. Al giuramento seguiva l investitura. Il signore consegnava al vassallo un simbolo del feudo da lui concesso, per esempio uno scettro, un insegna, un bastone, una zolla erbosa, un guanto, un anello. Il vincolo così consacrato non poteva essere violato: sul vassallo che veniva meno agli obblighi assunti si riversava la riprovazione collettiva e lo si bollava con il marchio ignominioso di fellone ; ugualmente riprovevole era un signore che non rispettava gli impegni presi nei confronti del vassallo. TORNA
4 L IMMUNITÀ. Le immunità esentavano il vassallo da alcuni obblighi fiscali, militari ecc.. oppure al contrario attribuivano specifici privilegi, come quello di amministrare la giustizia, di battere moneta, di imporre vari tributi. Le immunità si moltiplicarono e si stratificarono nel corso del medioevo in un sistema estremamente complesso, al punto tale che addirittura nell età moderna un signore terriero o un monastero o una sede vescovile vantava una serie di privilegi la cui origine si perdeva nel tempo. TORNA IL RUOLO DELLA CHIESA NELL ORDINAMENTO FEUDALE. Gli imperatori concessero beni e privilegi anche agli uomini di Chiesa, ai conventi e alle abbazie. In particolare, furono nominati molti vescovi-conti, cui veniva affidato un territorio con tutte le prerogative che spettavano ad un feudatario. Il vantaggio per gli imperatori era evidente: gli ecclesiastici non potevano avere eredi, quindi alla loro morte l imperatore era certo di rientrare in possesso del feudo. Nel corso del Medioevo la Chiesa acquistò un enorme patrimonio terriero, e a parte i territori italiani controllati direttamente dal papa, le abbazie e i conventi sparsi in tutta Europa ricevevano di frequente lasciti testamentari e donazioni. Inoltre, molti piccoli proprietari, oppressi dai feudatari, preferivano consegnare la loro terra alla Chiesa, mantenendone l usufrutto e ottenendo in cambio protezione. In conseguenza di tutto ciò gli ecclesiastici furono sempre più coinvolti in interessi mondani e politici e cedettero sempre più spesso alla corruzione. La missione spirituale passò in secondo piano rispetto alla brama di accumulare ricchezze e potenza e si diffuse ampiamente la simonia (cioè la compravendita di dignità e di poteri ecclesiastici). TORNA
5 STRUTTURA DELLA SOCIETÀ FEUDALE. A partire dal secolo X circa la società feudale divenne più articolata. I grandi feudatari, infatti, presero l abitudine di cedere l usufrutto di parte della loro terra a persone fedeli, con la stessa procedura seguita nei loro confronti dell imperatore. A loro volta questi concedettero benefici ai loro fedeli. Si creò così una piramide in cima alla quale stava l imperatore e poi, di seguito, i vassalli che avevano il beneficio direttamente da lui, quelli che l avevano ricevuto dai vassalli e quanti erano stati beneficiati da questi ultimi. Gli artigiani costituivano una classe intermedia tra i due estremi del feudatario e dei servi della gleba. Con il loro lavoro rendevano il feudo quasi autosufficiente, erano: falegnami, fabbri, tessitori, e si dedicavano anche alla piccola industria, stabilendo commerci limitati con altri feudi. In fondo alla piramide stavano i contadini, veri servi della gleba, che non potevano allontanarsi dalla terra e praticare altri mestieri. Non avevano alcun diritto ed erano soggetti ad ogni arbitrio da parte del loro signore. Verso la fine del X secolo e più ancora nel secolo XI, per influsso della rinascita economica delle città, cominciarono a manifestarsi fughe di servi verso i nuovi centri urbani e numerose affrancazioni. TORNA
6 LA PROLIFERAZIONE DEI FEUDI E L ANARCHIA FEUDALE. L eccessiva frammentazione del territorio spesso creò delle entità territoriali dai contorni sfuggenti e mutevoli, disposte l una dentro l altra in un groviglio intricato di relazioni non di rado vaghe e mal definite. C era il caso di vassalli che dipendevano da più signori (fino a diverse decine), oppure di feudi inglobati in un territorio più vasto senza che tra i rispettivi signori ci fossero rapporti di vassallaggio. C erano inoltre signori che possedevano terre e servi in zone il cui controllo militare era assicurato da un altro signore e così via. Fu così che si venne a creare l anarchia feudale ed una sovrapposizione di poteri, nella quale ogni feudatario si comportava come il sovrano di un piccolo regno indipendente. I vassalli, sulla carta, continuavano ad essere i detentori del potere legittimo, ma il controllo effettivo del territorio a livello locale stava nelle mani di numerosissimi soggetti: feudatari minori, proprietari terrieri, signorotti locali, che spesso agivano in concorrenza fra loro. Accadeva di frequente infatti che all interno di uno stesso territorio risiedessero persone sottoposte alla giurisdizione di più signori, i quali prima o poi entravano in contrasto tra loro, generando situazioni di perenne conflittualità, che limitarono fortemente il potere dell imperatore ed il valore delle leggi. TORNA
7 L INCASTELLAMENTO. Tra il IX ed il X secolo l Europa fu investita da un ondata migratoria di popoli seminomadi (Ungari, Normanni, Saraceni, Vichinghi). Poiché i sovrani non erano in grado di assicurare la difesa dei propri territori, i grandi signori e le popolazioni contadine che da essi dipendevano cominciarono spontaneamente ad iniziative di autodifesa. Mentre i rapporti con il potere centrale diventavano sempre più deboli e sporadici, i signori organizzavano la loro resistenza e innalzando ovunque castelli e fortezze che sono ancora oggi il simbolo del mondo medievale. Feudatari sia laici che ecclesiastici per rendere più sicuro il loro territorio dalle periodiche invasioni o scorrerie, diedero vita a piccoli centri fortificati, collocati in posizioni strategiche, ben definibili, come la vetta di un colle, l imbocco di una valle, ecc Il castello serviva non solo a proteggere il signore, la sua famiglia e gli abitanti del villaggio, ma fu anche un centro di interscambio economico e di
8 vita sociale. Intorno ad esso sorsero borghi abitati con una vita autonoma ed in esso il popolo si rifugiava nel caso di attacchi esterni. Il castello divenne ben presto un simbolo di potere ed uno strumento mediante il quale estendere la propria autorità politica, amministrativa ed economica, non soltanto sui contadini direttamente dipendenti, ma anche su tutti i residenti nell area in cui si trovava la grande proprietà. Per questo i sovrani furono sempre piuttosto riluttanti a riconoscere il diritto di un vassallo a costruire castelli, perché essi rappresentavano l emblema di un potere che tendeva all autonomia. TORNA (Piero Angela) (Piero Angela 11:13 minuti) IL SISTEMA CURTENSE. L economia feudale si fondava sulla curtis, che rappresentava un modello di organizzazione della grande proprietà terriere. La curtis era divisa in due parti tra loro interdipendenti: La pars dominica, comprendeva le terre amministrate e gestite direttamente dal padrone (ne facevano parte: l abitazione signorile, gli alloggi dei servi, le stalle, le cantine, i magazzini, i laboratori artigianali, i ponti, i forni, ecc..). La pars massarica, l insieme dei piccoli poderi coltivati con una certa autonomia dai contadini, in cambio del pagamento di un canone in natura o in denaro e di alcune prestazioni lavorative gratuite corvées necessari per la conduzione della riserva. I signori esercitavano il diritto di prelevare pedaggi per l uso delle strade e dei ponti, di imporre agli abitanti le più disparate tasse e prestazioni di lavoro. Ad esempio, i contadini erano obbligati ad utilizzare, dietro
9 pagamento, il mulino, il frantoio, il forno di loro proprietà. Il ricavato di queste tasse serviva a mantenere i signori ed il loro seguito, a nutrirli, a vestirli, a garantire il lusso delle loro dimore e dei loro banchetti. I signori provvedevano alla difesa del territorio e all amministrazione della giustizia (arrestare e punire i malfattori, giudicare le liti). Spesso la giustizia signorile si affiancava a quella del vescovo: entrambe facevano riferimenti a leggi generali, valide per tutto il regno, a norme locali, e a consuetudini. Per risolvere i casi più incerti si ricorreva spesso ad un antica usanza germanica: l ordalia. I casi più frequenti erano: le accuse di adulterio, gli accertamenti di paternità e i delitti religiosi quali l eresia e la stregoneria. L'ordalia consisteva in una durissima prova fisica: tenere in mano un ferro infuocato, camminare su una piastra incandescente, immergere la mano nell acqua bollente, essere gettati in acqua (vedi immagine accanto), duelli (vedi sotto). Se il soggetto superava la prova era considerato innocente, diversamente colpevole. La curtis ospitava anche attività non agricole. Grazie alla presenza di lavoratori dei più diversi mestieri e pertanto la curtis rappresentava un unità produttiva che tendeva all auto sufficienza.
10 Gli elementi tipici della vita cittadina quali il commercio e la circolazione monetaria erano presenti, anche se in misura ridotta, come testimoniato dall esistenza di fiere e mercati locali. TORNA LE CONDIZIONI DI VITA NELLE CAMPAGNE. La condizione della popolazione contadina era assai precaria: era sufficiente un cattivo raccolto per creare situazioni di disagio e di fame. L agricoltura era caratterizzata da una bassa produttività (Rapporto fra la produzione ed il lavoro svolto per ottenerla), dovuta a diversi fattori: la forzatura delle colture (spesso praticate su terreni poco adatti ed in condizioni climatiche sfavorevoli); la scarsità di animali da allevamento (che non consentiva una concimazione adeguata dei campi con il loro sterco); il basso livello delle tecniche agricole (i contadini adoperavano attrezzi quasi sempre di legno perché il ferro era disponibile in piccole quantità). Le rese agricole (Rapporto tra quantità di cereali seminati e quantità di cereali raccolti) di conseguenze erano molto basse a causa del basso livello delle tecniche agrarie. Le eventuali eccedenze agricole (Parte del raccolto che risultava in più, che avanzava. Il contadino
11 destinava una parte del raccolto per sé e la sua famiglia ed un altra parte per la semina dell anno successivo; la restante parte, l eccedenza, la impiegava per procurarsi altri beni o per pagare le tasse) servivano ai contadini per procurarsi il denaro necessario per pagare il canone. Tuttavia, le popolazioni rurali riuscivano a mantenere livelli di sussistenza grazie all integrazione tra i settori produttivi agricolo e silvo-pastorale. Di fronte alla dura oppressione esercitata dai grandi proprietari, le forme di reazione più frequenti da parte dei contadini erano le rivolte, la fuga ed il banditismo. TORNA
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