Traccia n. 13 Parere di diritto civile (Dott.ssa Paola Volpe)

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1 Traccia n. 13 Parere di diritto civile (Dott.ssa Paola Volpe) R. Z. si reca da un legale ed espone quanto segue: la Alfa edizioni ha proceduto alla pubblicazione di fotografie che lo ritraevano. Le fotografie ritraevano l'attore R.Z. in piazza di Spagna, a Roma, nel contesto di un articolo che pubblicizzava una nuovo prodotto commerciale della Gamma s.p.a. Tuttavia, le fotografie pubblicate sulla rivista in questione vengono utilizzate per promuovere un prodotto commerciale diverso appartenente ad altra azienda con cui egli non ha mai avuto alcun rapporto. Il legale, premessi brevi cenni sul diritto all'immagine, rediga motivato parere evidenziando tutte le poste risarcitorie emergenti nel caso di specie. Svolgimento La vicenda delineata dalla presente traccia investe l importante tematica dei diritti della personalità, con particolare riguardo al diritto all immagine. Per diritto all immagine della persona s intende il diritto di ogni individuo a che la propria immagine non venga divulgata, esposta o pubblicata senza il suo consenso e fuori dei casi consentiti dalla legge, pur senza pregiudizio al decoro o alla reputazione. Si tratta di un primario diritto della persona che trova la sua disciplina positiva nell articolo 10 del codice civile e nella legge sul diritto d autore (legge 22 aprile 1941, n. 633), agli articoli 96 e 97. A ben vedere, il Codice Civile, all art. 10, si limita a predisporre una tutela contro l abuso dell immagine altrui, imponendo il risarcimento dei danni e la cessazione dell abuso da parte di colui che espone o pubblica l immagine fuori dei casi consentiti dalla legge o con pregiudizio al decoro ed alla reputazione della persona stessa o dei congiunti. Tale disposizione deve essere integrata con gli articoli 96 e 97 della legge n. 633 del 1941, i quali si pongono tra loro in termini di regola-eccezione. Infatti, la legge sul diritto d autore, all articolo 96, individua nel consenso dell interessato l elemento che esime dalla responsabilità civile il soggetto che espone, riproduce o mette in commercio l immagine altrui. Il successivo articolo 97, tuttavia, prevede che si possa prescindere dal consenso nei casi in cui ciò sia giustificato da motivi di notorietà del personaggio ritratto; dall ufficio pubblico ricoperto; dagli scopi scientifici, didattici e culturali nella divulgazione; dalla

2 necessità di giustizia o di polizia o dal collegamento a fatti, avvenimenti o cerimonie d interesse pubblico o svoltisi in pubblico. La ratio giustificatrice della norma è chiara: in questi casi, l eccezione alla regola del consenso è motivata da esigenze superiori rispetto alla tutela del diritto all immagine, aventi parimenti fondamento costituzionale. Giova, a questo punto, fare delle precisazioni sulle eccezioni tassative e da applicare in maniera restrittiva previste dall articolo 97. In particolare, la notorietà della persona comporta che l immagine possa essere divulgata senza consenso purchè sussistano precise condizioni: innanzitutto, un interesse pubblico ad una più completa informazione e conoscenza della persona; in secondo luogo, deve esserci una finalità di natura culturale che sia esclusiva o, quantomeno, nettamente prevalente sullo scopo di lucro. Altra ipotesi è quella concernente la copertura di un pubblico ufficio: si fa riferimento a qualsiasi funzione pubblica, seppur temporanea. In tal caso, il consenso non è necessario purchè l immagine divulgata si colleghi non occasionalmente alla funzione espletata. La quarta eccezione è costituita dalle necessità di giustizia e di polizia. Al riguardo, giova evidenziare che l articolo 114, comma 6-bis, c.p.p. prevede il divieto di pubblicazione dell immagine di chi sia sottoposto all uso di manette o ad altro mezzo di coercizione fisica, senza il suo consenso. Ne consegue che, in tale ipotesi, la scelta di cosa divulgare andrà effettuata con una certa attenzione: ad esempio, la trasmissione televisiva delle immagini della deposizione di un teste in un processo penale, nonostante l opposizione dello stesso, non è giustificata; viceversa, è legittima la produzione in giudizio di fotografie di una persona estranea al processo al solo scopo di dimostrare l infedeltà del coniuge. L ultima eccezione concerne gli avvenimenti d interesse pubblico: in tal caso, l immagine non deve essere avulsa dal contesto in cui è stata ripresa e non va utilizzata in maniera tendenziosa e scorretta. Fatta questa premessa di carattere generale sul diritto all immagine, occorre evidenziare che, nel caso in esame, le fotografie dell attore R.Z. sono state pubblicate dalla Alfa edizioni per promuovere un prodotto commerciale diverso da quello pattuito ed appartenente ad un azienda con la quale egli non ha mai avuto alcun rapporto.

3 È evidente che si tratta di una pubblicazione illecita, poiché sono stati superati i limiti oggettivi connessi alla concessione del consenso. Infatti, da un punto di vista oggettivo, il consenso è limitato al tempo, allo spazio ed alle finalità per le quali è stato dato. Sul punto, la Corte di Cassazione è stata chiara nell affermare che risultano illecite le pubblicazioni dei ritratti che violino i limiti soggettivi (in relazione ai soggetti in favore dei quali è prestato) o oggettivi (in riferimento alle modalità di divulgazione) che hanno condizionato la prestazione del consenso all utilizzo dell immagine (Cass., sez. I, 1 settembre 2008, n ). Pertanto, si può ritenere che, nel caso in esame, sia riscontrabile un abuso dell immagine di R.Z., il quale ha diritto al risarcimento per il danno subito, nonostante sia un personaggio noto. Infatti, anche se la notorietà costituisce un esimente ai fini della libera pubblicazione dell immagine altrui, questa, però, non consente lo sfruttamento a fini economici della stessa da parte di terzi senza il relativo consenso. Pare opportuno procedere ad una scomposizione analitica delle voci di danno in astratto suscettibili di ristoro. Innanzitutto, sarà risarcibile il danno patrimoniale, che deriva dal fatto che, con la pubblicazione non autorizzata, l autore dell illecito si è appropriato, indebitamente, di vantaggi economici che sarebbero spettati alla vittima. La domanda di risarcimento danni, tuttavia, nell ipotesi di pubblicazione dell immagine senza il consenso dell interessato, deve essere supportata da un adeguata dimostrazione circa la sussistenza di tale pregiudizio: prova che appare presupposto indispensabile affinchè il giudice possa procedere alla valutazione equitativa ex articolo 1226 del codice civile (Cass., 25 marzo 2003, n. 4366). Ciò nonostante, la Corte di Cassazione ha affermato che: In ogni caso, qualora non possano essere dimostrate specifiche voci di danno patrimoniale, la parte lesa può far valere il diritto al pagamento di una somma corrispondente al compenso che avrebbe presumibilmente richiesto per concedere il suo consenso alla pubblicazione (Cass., sez. III, 11 maggio 2010, n , Cass., sez. III, 16 maggio 2008, n ). Si parla, al riguardo, di prezzo del consenso : tale espressione indica quel quantum in grado di risarcire la vittima in misura equipollente al profitto che avrebbe presumibilmente ricavato dall utilizzazione in proprio della sua immagine.

4 È evidente, pertanto, che, sotto il profilo del danno patrimoniale, l ordinamento giuridico italiano riconduce ai fatti relativi all immagine della persona conseguenze differenti, a seconda che questa sia, o meno, qualificabile come nota. Ciò non significa che la diffusione non autorizzata a fini commerciali dell immagine di persona non nota possa ritenersi lecita, ma esclusivamente che la quantificazione della somma risarcibile è determinata dal prezzo dell immagine del soggetto e, quindi, proporzionale al suo grado di notorietà. Alle persone che godono di notorietà la giurisprudenza, infatti, suole corrispondere, a titolo di lucro cessante, il cosiddetto prezzo del consenso, il quale viene quantificato utilizzando come parametro i tariffari reperibili nel settore pubblicitario per prestazioni equivalenti. La liquidazione, tuttavia, potrebbe risultare semplificata nel caso in cui l utilizzazione illecita avesse, ad esempio, fatto naufragare le trattative volte alla conclusione di un accordo vantaggioso con un altro potenziale utilizzatore. Un agevolazione sul piano probatorio potrebbe derivare anche dalla precedente conclusione di negozi contenenti il consenso alla divulgazione dell immagine. Un significativo pregiudizio alle aspettative di profitto potrebbe altresì derivare dalla minore appetibilità dell immagine, il cui valore è strettamente connesso alla rarità ed alla parsimonia della sua divulgazione, a cui deve aggiungersi il pericolo di un eventuale accostamento a prodotti di scarsa qualità. In ogni caso, oltre al risarcimento del danno patrimoniale, il titolare di un immagine illecitamente diffusa ha altresì diritto al risarcimento del danno non patrimoniale, ai sensi dell articolo 2059 c.c., a prescindere dalla configurabilità di un reato. Infatti, il diritto all immagine rientra tra i diritti della personalità che, nei loro aspetti non patrimoniali, integrano diritti inviolabili della persona, la cui violazione attribuisce al titolare il diritto al risarcimento dei danni non patrimoniali. Si tratta, del resto, di un diritto costituzionalmente protetto (art. 2 Cost.), per il quale trova applicazione l ormai consolidato principio secondo il quale la relativa lesione non è soggetta al limite derivante dalla riserva di legge correlata all art. 185 cod. pen., e non presuppone la qualificabilità del fatto come reato, giacchè il rinvio di cui all art cod. civ. ben può essere riferito ( ) anche alle previsioni della Legge fondamentale, ove si consideri che il riconoscimento, nella Costituzione, dei diritti inviolabili inerenti alla persona non aventi natura economica, implicitamente, ma necessariamente, ne esige la

5 tutela, ed in tal modo configura un caso determinato dalla legge, al massimo livello, di riparazione del danno non patrimoniale (Cass., sez. III, 31 maggio 2003, n. 8828). È ammesso, pertanto, il risarcimento del danno esistenziale, che verrà liquidato in via equitativa sulla base della concreta entità del pregiudizio subito e della gravità dell elemento soggettivo dell autore del fatto. In conclusione, l attore R.Z. avrà diritto al risarcimento dei danni subiti per l abusivo sfruttamento della propria immagine. Tale risarcimento dovrà, tuttavia essere adeguatamente supportato dalla prova del pregiudizio sofferto, anche nel caso in cui lo stesso debba essere determinato dal giudice in via equitativa ex art c.c. Inoltre, sarà possibile chiedere al giudice, ai sensi dell articolo 10 del codice civile, la cessazione della pubblicazione delle immagini di R. Z., ed agire in via cautelare, ex art. 700 c.p.c., ai fini del sequestro delle riviste pubblicate.