Piano Triennale di prevenzione della corruzione e dell illegalità

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1 Piano Triennale di prevenzione della corruzione e dell illegalità Triennio Allegato a delibera G.C. n. 25 DEL

2 Indice ART. 1 Premessa Pag. 3 ART. 2 Soggetti responsabili. pag. 4 ART. 3 Attività sensibili alla corruzione. pag. 5 ART. 4 Controllo a carattere sociale e Trasparenza. pag. 6 ART. 5 Misure di prevenzione. pag. 7 ART. 6 Misure di contrasto: pag ) I controlli 6.2) La trasparenza 6.3) Rotazione dei Dirigenti e del Personale addetto alle aree a rischio corruzione. 6.4) Formazione del Personale addetto alle aree a rischio corruzione. ART. 7 Altre misure di contrasto. pag. 15 ART. 8 I compiti del Responsabile della prevenzione della pag. 16 corruzione ART. 9 I compiti dei dirigenti pag. 17 ART. 10 I compiti dei dipendenti pag. 18 ART. 11 Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti pag. 19 ART. 12 Compiti dell Organismo Indipendente di Valutazione pag. 19 Disposizioni Finali pag. 20

3 Art. 1 Premessa La legge 6 novembre 2012, n.190, con cui sono state approvate le Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell illegalità nella Pubblica Amministrazione prevede, tra l altro, la predisposizione di un Piano Nazionale Anticorruzione (P.N.A.) nonché, a cura delle singole Amministrazioni, di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (P.T.P.C.). Il P.N.A. è stato approvato dalla C.I.V.I.T., ora A.N.A.C.- Autorità Nazionale Anticorruzione, con deliberazione n.72/ ) Il piano triennale di prevenzione della corruzione, si prefigge i seguenti obiettivi: Ridurre le opportunità che favoriscono i casi di corruzione. Aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione. Stabilire interventi organizzativi volti a prevenire il rischio corruzione. Creare un collegamento tra corruzione trasparenza performance nell ottica di una più ampia gestione del rischio istituzionale. 2) Il piano della prevenzione della corruzione: - evidenzia, tra le attività maggiormente sensibili, non soltanto generalmente quelle di cui all articolo 1, comma sedicesimo, della Legge n. 190/2012, ma anche quelle successivamente elencate all art 3; - assicura gli interventi organizzativi destinati a prevenire il rischio di corruzione e di illegalità sulla base della considerazione del diverso livello di esposizione degli uffici a tale rischio; -prevede la selezione e formazione dei dipendenti chiamati a operare in settori particolarmente esposti alla corruzione, al fine di garantirne l idoneità, morale ed operativa; - prevede, negli stessi settori, la rotazione di dirigenti e funzionari. 3) Il Programma triennale per la trasparenza e l integrità, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n.375 del , costituisce appendice del presente Piano triennale per la prevenzione della corruzione. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

4 Art. 2 Soggetti responsabili I soggetti che concorrono alla prevenzione della corruzione all interno dell Ente sono: 1) Il Responsabile della prevenzione della corruzione e dell illegalità previsto dalla Legge n.190/2012 provvede a: - redigere la proposta del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e dell Illegalità; - sottoporre il Piano all approvazione dell organo di indirizzo politico; - vigila sul funzionamento e sull attuazione del Piano; - propone, di concerto con i dirigenti, modifiche al piano in relazione a cambiamenti normativi e/o organizzativi o che, comunque, si rendano necessarie per migliorane l efficacia; - propone forme di integrazione e coordinamento con il Piano della Trasparenza e il Piano della Performance. 2) La Giunta Comunale approva, su proposta del responsabile della prevenzione della corruzione e dell illegalità, entro il 31 gennaio, di ogni anno e qualora vi sia la necessità di apportare modifiche e/o integrazioni, il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e dell Illegalità. 3) I Dirigenti sono i referenti per la corruzione di ciascuna struttura di riferimento e devono : - individuare, tra le attività di propria competenza, quelle più esposte al rischio corruzione; - applicare le misure di contrasto previste nel piano; - garantire la rotazione del personale addetto alle aree di rischio; -adottare misure che garantiscano il rispetto delle norme del codice di comportamento dei dipendenti nonché delle prescrizioni contenute nel piano triennale; -monitorare la gestione dei beni e delle risorse strumentali assegnati ai servizi, nonché vigilare sul loro corretto uso da parte del personale dipendente; 4) l Organismo Indipendente di Valutazione che svolge i compiti propri connessi alla trasparenza amministrativa, esprime parere sul Codice di comportamento adottato dall Amministrazione; Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

5 5) L Ufficio Procedimenti Disciplinari che provvede ai compiti di propria competenza nei procedimenti disciplinari; 6) I Dipendenti dell ente che partecipano ai processi di gestione dei rischi, osservano le misure contenute nel Piano, segnalano le situazioni di illecito al proprio Responsabile. Art. 3. Attività sensibili alla corruzione. Sono classificate come sensibili alla corruzione quelle attività nell ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione e precisamente: 1) le concessioni e l erogazioni di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari, nonché attribuzione di vantaggi economici di qualunque genere a Persone ed Enti, pubblici e privati; 2) le attività oggetto di autorizzazione; 3) le attività oggetto di concessione; 4) le attività sanzionatorie; 5) le procedure nelle quali si sceglie il contraente per l affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione prescelta ai sensi del Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture; 6) il conferimento di incarichi; 7) l accesso ai servizi inteso come verifica di requisiti di ammissibilità e il loro perdurare nel tempo; 8) i concorsi e le prove selettive per l assunzione del Personale, nonché le progressioni di carriera; 9) flussi finanziari e pagamenti in genere; 10) le attività svolte sulla base di autocertificazione e soggette a controllo; 11) il rilascio di documenti (certificazioni) che presuppongono la verifica del possesso di titoli del richiedente; 12) il controllo sull'attività edilizia privata, condono edilizio e sportello attività produttive; 13) controlli ambientali; Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

6 14) pianificazione urbanistica: strumenti urbanistici e di pianificazione di iniziativa privata; 15) attività di accertamento, di verifica della elusione ed evasione fiscale; 16) attività nelle quali si sceglie il contraente nelle procedure di alienazione e/o concessione di beni; 17) gli affidamenti di lavori di somma urgenza; Sono altresì soggette a monitoraggio ai fini della prevenzione della corruzione: - le materie in generale oggetto di incompatibilità e inconferibilità; - le situazioni di conflitto, anche potenziale, di interessi che pregiudichino l esercizio imparziale delle funzioni attribuite da parte dei dipendenti; - i rapporti tra l Amministrazione Comunale ed i soggetti che con la stessa stipulano contratti o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela, di affinità, di amicizia, di relazione sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i Dirigenti, gli Amministratori e i Dipendenti del Comune. - le materie oggetto del Codice di Comportamento dei dipendenti; - le retribuzioni dei Dirigenti; - la Trasparenza e le materie oggetto di informazioni rilevanti con le relative modalità di pubblicazione. Art. 4. Controllo a carattere sociale e Trasparenza. Mediante la pubblicazione delle informazioni nel Sito Web dell Ente si realizza il sistema fondamentale per il Controllo a carattere sociale delle decisioni nelle materie sensibili alla corruzione e disciplinate dal presente Piano. Tali informazioni devono essere rese in formato aperto e liberamente consultabile in quanto la Trasparenza si configura come una posizione giuridica di obbligo per la P.A. e di diritto per Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

7 i cittadini; diritto non solo di apprendere dati e informazioni, ma anche di estrarli, estrapolarli e rielaborarli per farne diverso e ulteriore utilizzo. Sono oggetto di pubblicazione, secondo criteri di facile accessibilità, completezza e semplicità di consultazione, nel rispetto delle disposizioni in materia di segreto di Stato, di segreto d ufficio e di protezione dei dati personali: - almeno un indirizzo di posta elettronica certificata cui il cittadino possa rivolgersi per trasmettere istanze e ricevere informazioni; - le informazioni relative alle attività indicate dal presente Piano per le quali risulta maggiore il rischio di corruzione. Art. 5. Misure di prevenzione. 1. Con cadenza semestrale, a decorrere dal primo gennaio di ciascun anno, i Dirigenti comunicano al Responsabile della prevenzione un report indicante, per le attività a rischio afferenti il settore di competenza: - il numero dei procedimenti per i quali non sono stati rispettati i tempi di conclusione dei procedimenti e la percentuale rispetto al totale dei procedimenti istruiti nel periodo di riferimento; - la segnalazione dei procedimenti per i quali non è stato rispettato l'ordine cronologico di trattazione. 2. Il Responsabile della prevenzione e della corruzione, entro un mese dall'acquisizione dei report da parte dei referenti di ciascun settore, pubblica sul sito istituzionale dell'ente i risultati del monitoraggio effettuato. 3. Con riferimento alla disciplina delle incompatibilità e degli incarichi esterni al personale dirigenziale e non dirigenziale dell ente si fa espresso rinvio all art.53 del D.Lgs.n.165/2001 e ss.mm.ii.. Ogni dirigente deve tempestivamente comunicare al Dirigente del Settore Personale ogni incarico conferito, ricevuto o autorizzato, anche a titolo gratuito. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

8 4. Con riferimento alle disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi dirigenziali e di responsabilità amministrativa di vertice di cui al D. Lgs. n. 39/2013, il Dirigente del Settore Personale è tenuto a verificare l inesistenza ed il mancato insorgere delle situazioni previste dal predetto decreto, segnalando tempestivamente i casi di possibile violazione al responsabile della Prevenzione della Corruzione. Il Dirigente del Settore Personale adotta idoneo modello esemplificativo di autodichiarazione, così come previsto dall art. 20 del D. Lgs. 39/2013, per le finalità ivi indicate che dovrà essere firmata da tutti i Dirigenti al momento della stipula del contratto e, comunque, annualmente, entro 30 giorni dal momento dell approvazione del Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione. Il modello di autodichiarazione dovrà inoltre essere compilato, firmato e conservato nel fascicolo del procedimento, dai dipendenti che: - facciano parte, anche con compiti di segreteria, di Commissioni per l accesso o la selezione a pubblici impieghi; - siano assegnati, anche con funzioni direttive, agli uffici preposti alla gestione delle risorse finanziarie, all acquisizione di beni, servizi e forniture, nonché alla concessione o alla erogazione di sovvenzioni, contributi, sussidi, ausili finanziari o attribuzioni di vantaggi economici a soggetti pubblici e privati; - facciano parte delle Commissioni per la scelta del contraente per l affidamento di lavori,forniture e servizi. Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione, conseguentemente alla eventuale segnalazione, provvederà ad attivare il procedimento di contestazione e a darne celere comunicazione alle autorità competenti. 5. Ogni dipendente, all atto dell assegnazione all ufficio, è tenuto ad informare per iscritto il proprio Dirigente di tutti i rapporti diretti ed indiretti di collaborazione con soggetti privati in qualunque modo retribuiti, in atto, ovvero relativi agli ultimi tre anni, specificando: -se il coniuge o i conviventi abbiano ancora rapporti finanziari con il soggetto con cui ha avuto i predetti rapporti di collaborazione; Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

9 -se tali rapporti siano intercorsi o intercorrano con soggetti che abbiano interessi in attività o decisioni inerenti all ufficio, limitatamente alle pratiche a lui affidate. Art. 6. Misure di contrasto Per le attività indicate all art. 3 del presente Piano sono individuate le seguenti regole per l attuazione della legalità o integrità, e le misure minime di contrasto per la prevenzione del rischio corruzione: 6.1. I controlli Misure di contrasto: I controlli MISURA FREQUENZA REPORT Controllo di Semestrale gestione Controllo di regolarità amministrativa Controllo di regolarità contabile Controllo equilibri finanziari Semestrale Semestrale Semestrale RESPONSABILE Servizio Controlli Interni Dirigente Servizi Finanziari Servizio Controlli Interni Dirigente Settore Risorse umane Servizio Controlli Interni Dirigente Settore Risorse umane Dirigente Servizi Finanziari NOTE Il monitoraggio delle attività individuate dal presente piano, quali quelle a più alto rischio di corruzione, avviene con l applicazione di indicatori di misurazione dell efficacia ed efficienza (economicità e produttività) Secondo quanto disciplinato dal Regolamento dei Controlli interni Secondo quanto disciplinato dal Regolamento dei Controlli interni Secondo quanto disciplinato dal Regolamento dei Controlli interni Controllo della Trimestrale Tutti i Dirigenti Secondo quanto Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

10 qualità dei servizi disciplinato dal Regolamento dei Controlli interni Controllo strategico Annuale OIV Verifica conclusiva in sede di approvazione della relazione Controllo società non quotate/partecipate ed organi gestionali esterni Accesso telematico a dati, documenti e procedimenti Controllo composizione Delle commissioni di gara e di concorso Controllo a campione (min. 10%) delle Dichiarazioni sostitutive Verifica dei tempi di rilascio delle autorizzazioni, abilitazioni, concessioni Compilazione vademecum dell azione del pubblico ufficiale Semestrale Costante In occasione della nomina della commissione Semestrale Semestrale Informazione annuale Tutti i Dirigenti Tutti i Dirigenti Presidente Commissione Ufficio Personale Tutti i Dirigenti Referenti Tutti i Dirigenti Ufficio Controlli Interni Responsabile Anticorruzione Referenti Tutti i Dirigenti sulla Performance La verifica riguarda inoltre qualsiasi altro provvedimento o atto in sintonia con le tempistiche previste da norme di legge, regolamentari ecc. Nel vademecum viene Identificato, per le attività a rischio corruzione, il procedimento amministrativo ed i tempi procedimentali. Per ciascun procedimento deve redigersi la lista delle operazioni da eseguirsi che deve necessariamente contenere, per ciascuna fase procedimentale: Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

11 - le norme da rispettare; - il responsabile unico del procedimento; - i tempi di ciascuna fase del procedimento e i tempi di conclusione del procedimento; - gli schemi (modulistica) tipo già pubblicati nel sito dell Ente, nell apposita sezione Amministrazione Trasparente Ogni Dirigente verifica periodicamente la corretta esecuzione dei regolamenti, protocolli e procedimenti disciplinanti le decisioni nelle attività a rischio corruzione con obbligo di eliminare le anomalie riscontrate e informare il responsabile della prevenzione della corruzione della corretta esecuzione della lista e delle azioni di correzioni delle anomalie. 6.2) La trasparenza Misure di contrasto: La trasparenza MISURA Adozione e pubblicazione FREQUENZA REPORT Annuale RESPONSABILE REPORT Responsabile Trasparenza NOTE Già previsto nel Regolamento Trasparenza adottato con delib. G.C. n Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

12 Piano Triennale per la Trasparenza Adozione e pubblicazione del Codice di comportamento dei dipendenti Pubblicazione dati stato patrimoniale Amministratori Accesso telematico a dati, documenti e procedimenti Organizzazione Giornate della Trasparenza Annuale Annuale Costante Annuale Responsabile Trasparenza Dirigente Settore Risorse Umane Responsabile trasparenza Ufficio Trasparenza Tutti i Dirigenti Referenti Responsabile trasparenza Ufficio Trasparenza Referenti 375/2013 Già previsto nel Regolamento Trasparenza adottato con delib. G.C. n 375/2013 Già previsto nel Regolamento Trasparenza adottato con delib. G.C. n 375/2013 Pubblicazione delle informazioni relative alle attività indicate nell art. 3 del presente Piano tra le quali è più elevato il rischio di corruzione La corrispondenza tra il Comune e il cittadino/utente deve avvenire, ove possibile, mediante p.e.c. Pubblicazione degli indirizzi di posta elettronica assegnati nell Ente Annuale Costante Aggiornamento costante Dirigenti Referenti Tutti i Dirigenti Referenti Responsabile anticorruzione Dirigenti A tali indirizzi il cittadino può rivolgersi per trasmettere istanze ai sensi dell'articolo 38 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

13 Pubblicazione, con riferimento ai procedimenti di scelta del contraente per l'affidamento di lavori, forniture e servizi, anche con riferimento alla modalità di selezione e prescelta ai sensi del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n.163, nei propri siti web istituzionali, in formato digitale standard aperto: - la struttura proponente; - l'oggetto del bando; - l'elenco degli operatori invitati a presentare offerte; - l'aggiudicatario; - l'importo di aggiudicazione; - i tempi di completamento dell'opera, servizio o fornitura; - l'importo delle somme liquidate. Entro 31 gennaio di ogni anno per le informazioni relative all anno precedente Tutti i Dirigenti Referenti dicembre 2000, n.445, e successive modificazioni, e ricevere informazioni circa i provvedimenti e i procedimenti amministrativi che lo riguardano. Le informazioni sono pubblicate in tabelle riassuntive rese liberamente scaricabili in un formato digitale standard aperto che consenta di analizzare e rielaborare, anche a fini statistici, i dati informatici Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

14 6.3) Rotazione dei Dirigenti e del Personale addetto alle aree a rischio corruzione Dirigenti: E previsto l incarico esclusivo ai Dirigenti per la direzione dei settori, escludendo il Segretario Generale in quanto Responsabile della prevenzione alla corruzione. Tale regola trova la sola eccezione per quanto riguarda il servizio Affari Generali e l Ufficio Legale. E prevista la rotazione ogni tre anni dei dirigenti in misura non inferiore a due unità, con esclusione delle figure infungibili. La rotazione, da disporsi mediante decreto del Sindaco, in sede di prima applicazione decorrerà dall anno Dipendenti: E prevista la rotazione ogni tre anni e con decorrenza dall anno 2015 dei dipendenti che costituiscono le figure apicali (di categoria giuridica D3 e/o D1) nei servizi particolarmente esposti al rischio di fenomeni di corruzione. La rotazione sarà disposta con atto del Dirigente se la rotazione interverrà tra uffici e/o servizi dello stesso Settore, ovvero se la rotazione interverrà tra uffici appartenenti a diversi Settori con decisione congiunta dei Dirigenti interessati. L atto di rotazione sarà sottoposto ai fini della sua efficacia al preventivo visto del Responsabile anticorruzione. La rotazione dei dipendenti interesserà la figura apicale del servizio ed eventualmente altre figure oggetto di valutazione specifica da parte del Dirigente del Settore di appartenenza del dipendente e in ogni caso il numero dei dipendenti non dovrà superare il 20% della dotazione organica del servizio, e comunque almeno una unità, al fine di non creare disfunzioni nell organizzazione. Si specifica che per l Avvocatura Comunale, in virtù della infungibilità che caratterizza i dipendenti in possesso della qualifica professionale costituente titolo per l iscrizione nell elenco speciale allegato all albo professionale la rotazione non potrà avvenire. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

15 6.4) Formazione del Personale addetto alle aree a rischio corruzione. L applicazione della Legge n.190/2012, necessita di percorsi formativi che sviluppino e migliorino le competenze individuali e la capacità del sistema organizzativo del Comune di assimilare una buona cultura della legalità traducendola nella quotidianità dei processi amministrativi e delle proprie azioni istituzionali. Entro il 30 settembre di ogni anno i Dirigenti trasmettono al Responsabile della prevenzione della corruzione e al Dirigente del Settore Personale gli elenchi dei nominativi dei dipendenti da includere nel Programma di formazione dell anno successivo con riferimento alle materie di rispettiva competenza ed inerenti alle attività maggiormente sensibili alla corruzione individuate nel presente Piano. Il Dirigente del Settore Personale predispone entro il 30 novembre di ogni anno il Piano annuale di Formazione dell anno successivo tenendo conto di eventuali integrazioni da parte del Responsabile della prevenzione della corruzione al fine di individuare ulteriori percorsi formativi per i dipendenti particolarmente esposti alla corruzione. Il Piano annuale di Formazione, sottoposto all approvazione del Responsabile della prevenzione della corruzione, entro il 31 dicembre di ogni anno viene trasmesso dal Dirigente del Settore Personale al Dirigente del Settore Risorse Finanziarie al fine di inserire nel bilancio di previsione dell anno successivo gli interventi di spesa necessari a consentirne l attuazione. Art. 7. Altre misure di contrasto. 1) Obbligo di astensione dei dipendenti comunali eventualmente interessati in occasione dell esercizio della propria attività. 2) Indizione, almeno sei mesi prima della scadenza, delle procedure di selezione secondo le modalità indicate dal D.lgs. 163/2006, dei contratti aventi per oggetto la fornitura dei beni e servizi, Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

16 3) Indicazione da parte di ogni Dirigente, entro il mese di marzo di ogni anno, delle forniture dei beni e servizi da appaltare nei successivi dodici mesi; 4) Coordinamento tra il sistema disciplinare e il codice di comportamento che miri a sanzionare il mancato rispetto delle misure indicate nel Piano anticorruzione. Art. 8. I compiti del Responsabile della prevenzione della corruzione Il Segretario Generale, quale Responsabile della prevenzione della corruzione, nominato con deliberazione di Giunta Comunale n.70 del : a) propone il piano triennale della prevenzione entro il 31 dicembre di ogni anno. La Giunta Comunale lo approva entro il 31 gennaio dell anno successivo. L adozione del Piano e i suoi aggiornamenti sono adeguatamente pubblicizzati dall Amministrazione sul sito internet ed intranet, nonché mediante segnalazione via mail personale a ciascun dipendente. Circa le ulteriori scadenze, si precisa che con comunicazione del pubblicata sul sito istituzionale avente ad oggetto: Relazione del Responsabile della prevenzione della corruzione Chiarimenti, il Dipartimento Funzione Pubblica ha reso noto che ai sensi dell art.1, comma 14, della L. n. 190 del 2012 il responsabile della prevenzione della corruzione entro il 15 dicembre di ogni anno deve redigere una relazione annuale, a consuntivo delle attività svolte nello stesso anno, sulla efficacia delle misure di prevenzione definite dal Piano. Questo documento, deve essere pubblicato sul sito istituzionale del Comune. Considerato che il primo Piano deve essere adottato il 31 gennaio 2014 il Responsabile della Prevenzione dovrà trasmettere la prima relazione entro il 31 gennaio 2015, in concomitanza con la comunicazione del Piano. Detta relazione, da proporre alla Giunta, deve contenere una relazione dettagliata sulle attività poste in essere da ciascun dirigente in merito alla attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità emanate dal Comune. La Giunta Comunale esamina le azioni di correzione del Piano proposte dal Responsabile a seguito delle criticità emerse. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

17 b) sottopone entro il 15 marzo di ogni anno, il rendiconto di attuazione del piano triennale della prevenzione dell anno precedente al controllo dell Organismo di valutazione per le attività di valutazione dei dirigenti. In sede di prima applicazione tale termine viene individuato al c) procede con proprio atto (per le attività individuate dal presente piano, quali a più alto rischio di corruzione) alle azioni correttive per l eliminazione delle criticità; d) approva il piano annuale di formazione. Art. 9. I compiti dei Dirigenti a) I dirigenti provvedono al monitoraggio continuo del rispetto dei tempi procedimentali di avvio e conclusione e alla tempestiva eliminazione delle anomalie con contestuale comunicazione al Responsabile dell Anticorruzione. b) I dirigenti hanno l obbligo di inserire nei bandi di gara le regole di legalità o integrità del presente piano della prevenzione della corruzione, prevedendo la sanzione della esclusione; c) I dirigenti procedono, almeno sei mesi prima della scadenza dei contratti aventi per oggetto la fornitura dei beni e servizi, alla indizione delle procedure di selezione secondo le modalità indicate dal D.lgs. 163/2006; d) I dirigenti pubblicano entro il 31 marzo di ogni anno sul sito istituzionale dell'ente le forniture dei beni e servizi e lavori da appaltare nei successivi dodici mesi. e) Ciascun dirigente propone, entro il 30 settembre di ogni anno, a valere per l anno successivo, il piano annuale di formazione del proprio settore, con esclusivo riferimento alle materie inerenti le attività a rischio di corruzione individuate nel presente piano; la proposta deve contenere: a) le materie oggetto di formazione; b) i dipendenti, i funzionari, i dirigenti che svolgono attività nell ambito delle materie sopra citate; f) Ciascun dirigente presenta entro il trenta ottobre di ogni anno, al Responsabile della prevenzione della corruzione, una relazione dettagliata sulle attività poste in merito alla Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

18 attuazione effettiva delle regole di legalità o integrità indicate nel presente piano nonché i rendiconti sui risultati realizzati, in esecuzione del piano triennale della prevenzione. g) I Dirigenti sono tenuti a fornire al Responsabile della prevenzione della corruzione, in qualsiasi momento lo richieda e comunque con cadenza semestrale a decorrere dall 1 gennaio di ciascun anno i report di cui all art. 5 del presente piano. Art. 10. I compiti dei Dipendenti. I dipendenti destinati a operare in settori e/o attività particolarmente esposti alla corruzione: a) attestano di essere a conoscenza del piano di prevenzione della corruzione e provvedono a svolgere le attività per la sua esecuzione; b) devono astenersi, ai sensi dell art. 6 bis legge 241/1990, in caso di conflitto di interessi, segnalando tempestivamente per iscritto ogni situazione di conflitto, anche potenziale. c) segnalano al Dirigente il mancato rispetto dei tempi procedimentali e di qualsiasi altra anomalia accertata, indicando, per ciascun procedimento nel quale i termini non sono stati rispettati, le motivazioni in fatto e in diritto di cui all art. 3 della legge 241/1990, che giustificano il ritardo. d) nel rispetto della disciplina del diritto di accesso ai documenti amministrativi di cui al capo V della legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, in materia di procedimento amministrativo, rendono accessibili, in ogni momento agli interessati, le informazioni relative ai provvedimenti e ai procedimenti amministrativi, ivi comprese quelle relative allo stato della procedura. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

19 Art. 11 Tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell art cc, il pubblico dipendente che denuncia all autorità giudiziaria o alla Corte dei Conti, ovvero riferisce al proprio Dirigente condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. L adozione di misure discriminatorie è segnalata al Dipartimento della Funzione Pubblica, per i provvedimenti di competenza, dall interessato o dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative nell amministrazione di appartenenza. Art. 12 Compiti dell Organismo Indipendente di Valutazione. L Organismo Indipendente di Valutazione verifica che la corresponsione della indennità di risultato dei dirigenti, con riferimento alle rispettive competenze, sia direttamente e proporzionalmente collegata alla attuazione del Piano triennale della prevenzione della corruzione e del Piano triennale per la trasparenza dell anno di riferimento. Inoltre l Organismo Indipendente di Valutazione verificherà che i Dirigenti prevedano tra gli obiettivi, da assegnare ai propri collaboratori, anche il perseguimento delle attività e azioni previste nel presente piano. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

20 Disposizioni Finali Il presente Piano, ad avvenuta pubblicazione, con nota del Responsabile della Prevenzione della Corruzione deve essere trasmesso: - alla CIVIT; - al Prefetto della Provincia di Foggia; - ai Dirigenti; - all Organo di Revisione Economico-Finanziario; - all Organismo Indipendente di Valutazione; - alle Rappresentanze Sindacali interne e Territoriali. Piano triennale di prevenzione della corruzione Triennio

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