4. ANALISI IDROLOGICHE, IDROCHIMICHE, ECOLOGICHE E DI QUALITA DI DUE STAZIONI NEL CORDEVOLE E NEL BIOIS

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1 4. ANALISI IDROLOGICHE, IDROCHIMICHE, ECOLOGICHE E DI QUALITA DI DUE STAZIONI NEL CORDEVOLE E NEL BIOIS 4.1 INTRODUZIONE Fin dalle sue origini l'uomo ha stabilito uno strettissimo rapporto con i fiumi. I fiumi sono stati fondamentali per l evoluzione della civiltà, dai fiumi prendiamo acqua, cibo, energia, li utilizziamo come vie di comunicazione e di scambio. «Il Nilo allaga l'egitto e dopo averlo tenuto sommerso per un intera estate, se ne allontana e lascia il terreno, cosi ammorbidito e concimato, pronto per la semina. La Mesopotamia deve la sua fertilità all'eufrate che si può dire introduca ogni anno in quella regione nuovi campi coltivabili. L'Indo, il più grande di tutti i fiumi, non si limita ad ammorbidire e a concimare i campi con le sue acque, ma provvede anche a seminarli, se è vero che, a quanto si dice, trascina con sé gran quantità di semi di cereali. Quanto grande è la benevolenza della natura poiché quanto numerosi, quanto vari e quanto allettanti prodotti produce, e non in un'unica stagione dell'anno perché noi potessimo gustarne sempre il perenne rinnovamento.» 2 Tuttora i corpi idrici superficiali svolgono molte funzioni essenziali per l uomo e non solo: - risorsa (irrigazione, energia, ecc.); - ambiente di vita (nicchia ecologica); - regolazione del clima; - ciclo dei nutrienti; - decomposizione ed il riciclo dei rifiuti organici; - controllo dell inquinamento con processi quali la depurazione; - regolazione del ciclo dell acqua; - corridoio ecologico; - servizi definiti culturali (luogo di lavoro e d incontro); - via di comunicazione. I corsi d acqua quindi, come ogni corpo idrico del resto, non vanno visti solo in funzione dell uomo e come sua risorsa, essi infatti sostengono la vita di svariate specie animali e vegetali e costituiscono un sistema complesso ove hanno sede interscambi continui tra le acque stesse, i sedimenti, il suolo e l aria, che consentono la funzionalità di un corpo idrico come fosse un organismo vivente secondo proprie specifiche leggi. Questi importanti ecosistemi, però, al giorno d oggi sono aggrediti da una pressione crescente. Negli ultimi decenni, infatti, in molti paesi industrializzati, i fiumi sono stati utilizzati quali recettori degli scarichi delle attività antropiche. La conseguente perturbazione degli ecosistemi fluviali ne evidenzia uno sfruttamento incompatibile con la conservazione. La funzionalità intrinseca dei corpi idrici consente loro, in una certa misura, di tollerare apporti di sostanze chimiche naturali e sintetiche e modificazioni delle condizioni fisiche e morfologiche, quasi metabolizzando le alterazioni subite e ripristinando le condizioni che garantiscono un pieno recupero. Tuttavia, il superamento di certe soglie di alterazione compromette queste capacità in modo irreversibile e determina uno scadere dello stato di qualità ambientale del corpo idrico, che si traduce in minore capacità di autodepurazione, diminuzione o 2 Cicerone, De Natura deorum Libro II,

2 alterazione della biodiversità locale e generale, minore disponibilità della risorsa per la vita degli ecosistemi associati e per gli usi necessari all uomo. La bassa qualità dei corpi idrici si può quindi tradurre in una condizione di pericolosità per la salute dell uomo e delle specie viventi, a causa della presenza di molecole e microrganismi con effetti tossici (nei confronti dell uomo) ed ecotossici (nei confronti degli ecosistemi in generale). E quindi necessario considerare i fiumi non come un semplice corpo idrico, ma come un complesso ecosistema, ed il suo studio deve essere tale da coinvolgere tutte le dimensioni dell ambiente che possono avere un influenza, più o meno diretta, sulle caratteristiche di qualità, e quindi di funzionalità, del compartimento idrico (secondo un analisi Multivariata). Tale è stato l approccio seguito nell analisi dei fiumi svolta nel seminario di Falcade, volto ad analizzare le caratteristiche di qualità, e quindi di funzionalità, del compartimento idrico. Risulta necessario, per applicare correttamente le procedure di analisi e per avanzare qualsiasi premessa o conclusione sugli studi effettuati, un approfondita conoscenza della morfologia e delle dinamiche fluviali. Il manuale APAT IFF, Indice di funzionalità fluviale integra una buona premessa di ecologia fluviale. Nei successivi capitoli saranno riassunti, per ogni tipologia di analisi, i principali aspetti biologici, chimici e morfologici di base necessari nell applicazione e comprensione degli indici. 4.2 STRUMENTI DI TUTELA DELLE ACQUE: CENNI DI DIRITTO DELL AMBIENTE Il 10 maggio del 1976 la Legge Merli (319/1976) ha introdotto le prime norme a tutela delle acque dall'inquinamento. La legge nacque per tutelare l acqua, però dava importanza agli scarichi anziché ai corpi recettori e si fondava esclusivamente sul rispetto dei limiti tabellari. Successivamente però è apparso evidente che la verifica della contaminazione ambientale basata unicamente su una contabilità chimica non offriva sufficienti garanzie di protezione degli ecosistemi acquatici. Il Decreto Legislativo 11 maggio 1999, n. 152, aggiornato con il D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 258 (che recepisce le direttive 91/271/CEE trattamento delle acque reflue urbane e 91/676/CEE protezione delle acque dall inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole ), sostanzialmente comporta l abrogazione delle normative precedenti (Merli, acque da potabilizzare, di balneazione, idonee alla vita dei pesci, destinate alla vita dei molluschi,...) e delega alle Regioni il compito di identificare, per ciascun corpo idrico, la classe di qualità di appartenenza, in funzione di un monitoraggio e della classificazione delle acque in funzione di precisi obiettivi di qualità ambientale. Nota importante è che la nuova legge prevede un integrazione dei classici parametri chimici e batteriologici (LIM) con la valutazione biologica (IBE) come spiegato nel capitolo successivo. La Direttiva Comunitaria 2000/60/CE istituisce un quadro per la protezione delle acque superficiali interne, costiere, di transizione e sotterranee e pone, come scopo, all art. 1, la protezione ed il miglioramento degli ecosistemi acquatici e prevede, nell Allegato V, l analisi degli ecosistemi fluviali con rilevamenti dello stato delle cenosi acquatiche ed in particolare dei macroinvertebrati bentonici, della fauna ittica e della flora acquatica. Infine, il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, abroga il precedente D.Lgs. 152/99. Si tratta, come i fatti hanno successivamente dimostrato, di un decreto destinato ad introdurre modifiche profonde alla legislazione ambientale, ma che, nei tre anni successivi all emanazione, ha già ricevuto vari cambiamenti, non disgiunti dagli orientamenti politici. 85

3 Il decreto 152/2006 è suddiviso in 6 parti costituite da 318 articoli, dove la parte terza è quella dedicata a norme in materia di difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall inquinamento e di gestione delle risorse idriche e quindi nostro oggetto si studio ed analisi. E importante sottolineare che il D.Lgs. 152/06 non differisce sostanzialmente dal D.Lgs. 152/99 e quindi, per la valutazione dei corsi d acqua e per le analisi di nostro interesse, possono essere consultati entrambi indifferentemente. In particolare abbiamo notato che la lettura edl D.Lgs. 152/99 risulta maggiormente comprensibile rispetto al più recente 152/06 e quindi, spesso, è stato preferito consultare il vecchio decreto rispetto al nuovo. 4.3 CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI L entrata in vigore del D.Lgs. n.152/99 e successive modifiche (D.Lgs. n.258/00, D.Lgs. n. 152/2006) ha introdotto un nuovo sistema di classificazione, basato sulla definizione di tre stati di qualità del corpo idrico: lo stato chimico, lo stato ecologico, e lo stato ambientale STATO CHIMICO «Lo stato chimico è definito in base alla presenza di sostanze chimiche pericolose. Ai fini della prima classificazione, la valutazione dello stato chimico dei corpi idrici superficiali è effettuata in base ai valori soglia riportate nella direttiva 76/464/CEE e nelle direttive da essa derivate, nelle parti riguardanti gli obiettivi di qualità nonché nell Allegato 2 sezione B; nel caso per gli stessi parametri siano riportati valori diversi, deve essere considerato il più restrittivo.» STATO ECOLOGICO «Lo stato ecologico dei corpi idrici superficiali è l espressione della complessità degli ecosistemi acquatici, e della natura fisica e chimica delle acque e dei sedimenti, delle caratteristiche del flusso idrico e della struttura fisica del corpo idrico, considerando comunque prioritario lo stato degli elementi biotici dell ecosistema.» 4 Per una valutazione dello stato ecologico viene utilizzato l indice biotico esteso (IBE). La classificazione dello stato ecologico viene effettuata incrociando il dato risultante dai macrodescrittori con il risultato dell IBE, attribuendo alla sezione in esame o al tratto da essa rappresentato il risultato peggiore tra quelli derivati dalle valutazioni relative ad IBE e macrodescrittori. A questo si aggiungono, nell Allegato 2 (2.A.1) alla parte terza (tutela delle acque) dell Allegato al D.Lgs. 152/2006, gli elementi qualitativi per la classificazione dello stato ecologico dei fiumi, che sono: 1. elementi biologici: - composizione ed abbondanza della flora acquatica - composizione ed abbondanza dei macroinvertebrati bentonici - composizione, abbondanza e struttura di età della fauna ittica 3 Allegato D.Lgs. 152/99. 4 Allegato D.Lgs. 152/99. 86

4 2. elementi idromorfologici a sostegno degli elementi biologici: - regime ideologico - massa e dinamica del flusso idrico - connessione col corpo idrico sotterraneo - continuità fluviale - condizioni morfologiche variazione della profondità e della larghezza del fiume - struttura e substrato dell alveo - struttura della zona riparia 3. elementi chimici e chimicofisici a sostegno degli elementi biologici: - elementi generali - condizioni termiche - condizioni di ossigenazione - salinità - stato di acidificazione - condizione dei nutrienti 4. inquinanti specifici: - inquinamento da tutte le sostanze prioritarie di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico inquinamento da altre sostanze di cui è stato accertato lo scarico nel corpo idrico in quantità significative STATO AMBIENTALE «Lo stato ambientale è definito in relazione al grado di scostamento rispetto alle condizioni di un corpo idrico di riferimento 5.» 6 Lo stato ambientale di un corpo idrico superficiale è definito sulla base del suo stato ecologico (IBE e macrodescrittori) e del suo stato chimico (presenza di inquinanti chimici inorganici e organici nei valori espressi dalle normative). Nostro compito è quello di classificare e confrontare lo stato ambientale di due corsi d acqua, Cordevole e Bios, nelle stazioni analizzate attraverso indici chimici (macrodescrittori), biologici (IBE e studio della popolazione ittica) e morfologici (IFF). 5 Corpo idrico di riferimento: Il corpo idrico di riferimento è quello con caratteristiche biologiche, idromorfologiche, e fisico- chimiche tipiche di un corpo idrico relativamente immune da impatti antropici e sono individuati, anche in via teorica, in ogni bacino idrografico. 5 Allegato D.Lgs. 152/99. 87

5 4.4 L ESPERIENZA E LE ANALISI SU CAMPO E IN LABORATORIO INQUADRAMENTO DEI TORRENTI CORDEVOLE E BIOIS Fig Reticolo Idrografico del Veneto, modificato con dettaglio della provincia bellunese. Tratto da Il torrente Cordevole (Cordeol o Cordol in ladino) è il maggiore affluente del Fiume Piave ed è interamente compreso nella provincia di Belluno. Percorre tutta la vallata Agordina, nel primo tratto viene anche chiamato "Ru de Pordu". Nasce infatti dal Passo Pordoi nel Comune di Livinallongo del Col di Lana-Fodom (1919m s.l.m.) e confluisce nel Piave in prossimità di Mel (275m s.l.m.) dopo un percorso di circa 70 km e un dislivello di 1700m circa. Ad Alleghe forma l'omonimo lago (generatosi da una frana del monte Piz nel 1771 e ora sbarrato da una diga artificiale). Prosegue quindi il suo corso verso Cencenighe Agordino, dove riceve il Biois e forma il lago del Ghirlo. Il Cordevole è definito corso d acqua significativo ai sensi del D.Lgs 152/2006. Abbiamo effettuato le analisi, per il Cordevole, presso la stazione situata poco a monte di Cencenighe Agordino (BL), località Avoscan (circa 800 m s.l.m.). La stazione da noi scelta corrisponde alla stazione numero 61, presente nel piano poliennale di monitoraggio biologico delle acque fluenti e lacustri della provincia di Belluno. Il Torrente Biois - che da il nome alla Valle in cui scorre - attraversa i paesi di Falcade, Canale d'agordo, Vallada Agordina e Cencenighe dove si immette nel Torrente Cordevole. Nasce in Trentino da tre rami, l'uno presso la Cima di Costabella, gli altri sul Sasso di Valfredda, sopra il Passo San Pellegrino. 88

6 La valle, come il torrente, si estende, per 20 km, dal Passo di San Pellegrino (1919 m s.l.m.) fino a Cencenighe Agordino (773m s.l.m.) dove confluisce nella Val Cordevole. Anche questo torrente attraversa importanti centri urbani con un altrettanto, se non maggiore, tasso di turismo rispetto al torrente Cordevole. Il Biois è definito come corso d acqua di rilevante interesse ambientale o potenzialmente influente su corsi d acqua significativi ai sensi del D.Lgs 152/2006. La stazione del piano poliennale di monitoraggio più vicina è la numero 63 (la stazione è posta in prossimità del campeggio in località La Mora). Fig. 4.2 Stazioni ARPAV del bacino del Cordevole. Tratto da Fig. 4.3 Stazioni ARPAV del bacino del Biois. Tratto da 89

7 Le principali informazioni sui bacini sono riassunte in Tab Tab. 4.1 Informazioni sul bacino dei due torrenti. Tratto dal Piano straordinario triennale interventi di difesa idrogeologica - Elenco corsi d'acqua della rete idrografica regionale. Torrente Lunghezza totale Bacino Idrografico Distretto Idrografico Biois 14,56 Km 134,9 Km 2 Piave - Livenza - Sile Cordevole 78,92 Km 867,77 Km 2 Piave - Livenza - Sile LA PORTATA Il primo parametro dei fiumi misurato è la portata, un indicatore di stato che misura il volume d acqua (metri cubi) che attraversa una data sezione di un corso d acqua nell unità di tempo (secondo). In particolare la Portata si ricava dall equazione [1]: Q = v x A [1] Dove: Q = Portata v = Velocità della corrente A = Sezione trasversale L indicatore è fondamentale per gli scopi relativi alla difesa del suolo, alla tutela delle acque e all'approvvigionamento. La misura sistematica delle portate del corso d acqua riveste un ruolo fondamentale poiché consente di: - valutare la capacità di risposta di un bacino a un evento meteorico; - determinare la quantità di risorsa disponibile nel periodo, necessaria alla valutazione del bilancio idrologico; - definire i parametri qualitativi del corso (come indicato nel D.Lgs. 152/06 e nella Direttiva Quadro 2000/60/CE). La misura della portata del torrente Cordevole è stata eseguita il giorno 21/07/2009 alle ore Tale dato è fondamentale essendo la portata di un qualsiasi corso d acqua molto variabile nell arco dell anno. Si possono distinguere, infatti, tre principali tipologie di regimi di portata: minima (o di magra), media e massima (o di piena). In particolare, ci sono due periodi principali di magra che corrispondono alla stagione estiva (mesi di Luglio, Agosto e Settembre) ed a quella invernale (mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio). Ovviamente questi valori sono indicativi ma ci permettono di intuire che la portata potrà essere minore del valore di media per la stazione considerata. La normativa italiana vigente obbliga al raggiungimento di obiettivi ambientali specifici per i corsi d acqua anche in termini quantitativi (es. deflusso minimo vitale). L indicatore contribuisce al raggiungimento degli obiettivi fissati dal D.Lgs. 152/06. Le norme di riferimento relative alla conoscenza del territorio sono la L 183/89, ora ricompresa nel D.Lgs. 152/06, e la L 267/98. 90

8 Fig. 4.4 Foto della misurazione del transetto per il calcolo della portata, torrente Cordevole. Una misura accurata della portata in una sezione di un corso d'acqua è un'attività molto onerosa, poiché richiede personale altamente specializzato, apparecchiature specifiche e il contestuale rilievo topografico della sezione. Per tale motivo è stato preferito stimare le portate attraverso le misure delle altezze idrometriche, convertendo queste ultime nel corrispondente valore di portata. Come indicato dall equazione [1] per misurare sperimentalmente la portata è necessario conoscere la velocità della corrente (v) e la sezione trasversale (A). Per effettuare la misurazione abbiamo utilizzato una cordella metrica (Fig. 4.4) ed un mulinello idrometrico tarato collegato ad un counter digitale (Fig. 4.5). La misurazione in campo è stata effettuata dal personale della Bioprogramm che ci ha seguito durante tutti i rilevamenti. Il procedimento è semplice ma caratterizzato da un errore notevole. Una volta individuata la sezione trasversale da misurare (il più regolare possibile) si fissa, agli estremi del transetto, la cordella metrica. Il transetto viene quindi suddiviso in un numero opportuno di sottosezioni alla distanza di 1 m l una dall altra e per ogni cella ottenuta si procederà a misurare i valori di tirante idrico (utile a ricavare il valore della sezione trasversale) e di velocità del flusso. La velocità è misurata con il mulinello idrometrico con elica di 12 cm posto controcorrente che trasmette il numero di giri al counter elettronico. La velocità media di un corso d acqua si ha al 60% di profondità, ma il metodo ISO Standardizzato prevede 3 misurazioni per ogni sezione: al pelo dell acqua, a metà e in prossimità del fondo. E evidente che all aumentare del numero di celle, aumentano le misurazioni che contribuiscono a determinare la portata, conseguentemente ci sarà una riduzione dell errore. A causa dello scarso numero di misure effettuate, è stato stimato un errore del 15-18% per i valori del tirante idrico e di 4-5% per i valori di velocità. 91

9 Fig. 4.5 Foto del mulinello idrometrico tarato, collegato al counter digitale, per la misurazione di portata. Tab. 4.2 Dati rilevati per il calcolo della portata del torrente Cordevole Misurazione Distanza dalla riva (m) Profondità (m) Velocità stimata (m/s) 1 0,00 0,00 0,00 2 1,00 0,16 0,11 3 2,00 0,15 0,36 4 4,00 0,32 0,44 5 6,00 0,55 0,48 6 8,00 0,52 0, ,00 0,34 0, ,00 0,26 0, ,00 0,23 0, ,00 0,36 0, ,00 0,30 0, ,00 0,00 0,00 I dati rilevati sono espressi in Tab. 4.2 e in Fig I dati raccolti in campo sono stati elaborati dal personale della Bioprogramm, tuttavia non sono stati pervenuti al momento della stampa della Relazione. 92

10 Fig. 4.6 Batimetria della stazione sul torrente Cordevole DETERMINAZIONE DELLA QUALITA DEI CORSI D ACQUA «Ai fini della prima classificazione della qualità dei corsi d acqua vanno eseguite determinazioni sulla matrice acquosa e sul biota; qualora ne ricorra la necessità, così come indicato successivamente nei punti relativi agli specifici corpi idrici, tali determinazioni possono essere integrate da indagini sui sedimenti e da test di tossicità.» 7 Queste determinazioni si ottengono tramite analisi chimiche, analisi della fauna ittica e dallo studio di indici: come IBE (indice biotico esteso) e IFF (indice di funzionalità fluviale) ANALISI ATTRAVERSO GLI INDICI DI QUALITÀ: IBE E IFF Uno dei modi più efficaci per indagare lo stato di salute di un ecosistema acquatico consiste nell osservare le sue componenti biologiche. L inquinamento e le alterazioni ecotossiche dell ambiente, infatti, influiscono sulle comunità biotiche sia direttamente sia indirettamente; pertanto, è possibile valutare l entità dei disturbi attraverso la risposta degli organismi. Gli indici maggiormente standardizzati e diffusi sul territorio sono l Indice Biotico Esteso (IBE) e l Indice di Funzionalità Fluviale (IFF). Gli indici derivano da una elaborazione delle risposte fornite dagli indicatori e risentono delle loro caratteristiche. I bioindicatori, coinvolgendo più livelli dell organizzazione biologica, si pongono infatti su gradi gerarchici diversi in un ambito di scala temporale ed attinenza ecologica: minore sarà il tempo di risposta di un indice e minore sarà la sua attinenza ecologica. Viceversa, avremo una maggiore attinenza ecologica all aumentare del tempo di risposta dell indice. 7 Allegato D.Lgs. 152/

11 Per questo si è scelto di affiancare l IBE, indice che fornisce valutazioni approfondite nel comparto indagato, all IFF, metodo di valutazione più sintetico che, allargando l orizzonte d indagine, analizza l insieme di processi coinvolti nelle dinamiche fluviali fisiche ed ecologiche IL PRINCIPIO DELL IBE L IBE è quindi un indice che rileva lo stato di qualità di un determinato tratto di corso d acqua corrente, integrando nel tempo gli effetti di differenti cause di alterazioni fisiche, chimiche, biologiche. Pertanto è un indice dotato di buona capacità di sintesi. L indice si basa sull analisi della struttura delle comunità di macroinvertebrati bentonici che vivono almeno una parte del loro ciclo biologico in acque dolci correnti, a contatto con i substrati di un corso d acqua. Lo scopo dell indice è quello di «[...] formulare diagnosi della qualità di ambienti di acque correnti sulla base delle modificazioni nella composizione delle comunità di macroinvertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisiche dell alveo bagnato.» 8 Le comunità di macroinvertebrati bentonici sono utilizzate da decenni come bioindicatori a lungo termine della salute di un ecosistema acquatico. La loro composizione dipende, infatti, da diversi fattori naturali come la disponibilità di habitat, la predazione, la capacità di competizione e di ricolonizzazione delle specie componenti, ma anche dalla frequenza e dal tipo di disturbi di origine antropica. Una delle caratteristiche più importanti delle comunità di macroinvertebrati è la capacità di rispondere in modo adeguato a differenti tipi di impatto, all inquinamento così come alle alterazioni tossiche del corpo idrico che, spesso, determinano un degrado anche maggiore rispetto all inquinamento. La struttura della comunità mostrerà, quindi, un certo grado di allontanamento da una condizione ottimale, tipica della comunità che colonizza il corpo idrico in condizioni di buona efficienza dell ecosistema. Un corso d'acqua non inquinato, quindi, è caratterizzato dalla presenza di specie sensibili all'inquinamento, in quello inquinato invece riusciranno a vivere solo le specie più resistenti. Quindi la biodiversità dei macroinvertebrati dipende direttamente dalla qualità dell'acqua e dalla diversità e qualità del substrato, cioè dallo stato più o meno naturale del corso d'acqua. Non essendo pensabile in una indagine con finalità pratiche di classificare gli organismi a livello di specie, si è stabilito un livello di determinazione sovraspecifico (genere o famiglia) definito per i vari gruppi e denominato Unità Sistematica (U.S.). In particolare i taxa considerati e il livello di determinazione tassonomica richiesti dall indice per definire le unità sistematiche sono indicati in Tab Ghetti P.F. (2001). 94

12 Tab. 4.3 Livelli di determinazione tassonomica per la definizione delle Unità Sistematiche. Gruppi faunistici Plecotteri Tricotteri Efemerotteri Coleotteri Odonati Ditteri Eterotteri Crostacei Gasteropodi Bivalvi Tricladi Irudinei Oligocheti Livelli di determinazione tassonomica per la definizione delle "Unità Sistematiche" Genere Famiglia Genere Famiglia Genere Famiglia Famiglia Famiglia Famiglia Famiglia Genere Genere Famiglia Altri taxa da considerare nel calcolo dell'ibe Sialidae (Megalotteri) Osmylydae (planipenni) Prostoma (Nemertini) Gordiidae (Nematofori) L indice, inoltre, richiede una precisa definizione della struttura di una determinata comunità (ricchezza in taxa), mentre non richiede la definizione della densità degli organismi, se non come stima di presenza minima (limiti di abbondanza). Si tratta quindi di valutare la ricchezza in taxa ed individuare i taxa più sensibili, come indicato in Tab Tab. 4.4 Tabella per il calcolo dell IBE. Gruppi faunistici che determinano con la loro presenza l'ingresso orizzontale in tabella Numero totale delle Unità Sistematiche costituenti la comunità Plecotteri presenti Più di una U.S * 14* (Leuctra ) Una sola U.S * Efemerotteri presenti Più di una U.S (Escludere Baetidae e Caenidae) Una sola U.S Tricotteri presenti Più di una U.S (Comprendere Baetidae e Caenidae) Una sola U.S Gammaridi e/o Atiidi e/o Palemonidi presenti Asellidi e/o Nifargidi presenti Oligocheti o Chironomidi presenti Tutte le U.S. sopra assenti Tutte le U.S. sopra assenti Tutte le U.S. sopra assenti Altri organismi presenti Tutte le U.S. sopra assenti

13 Legenda Tab 4.4: : nelle comunità in cui Leuctra è presente come unico taxon di Plecotteri e sono contemporaneamente assenti gli Efemerotteri (o tutt al più presenti Baetidae e Canidae), Leuctra deve essere considerata al livello deitricotteri per definire l entrata orizzontale in tabella; : per la definizione dell ingresso orizzontale in tabella le famiglie Baetidae e Caenidae vengono considerate a livello dei Tricotteri; - : giudizio dubbio, per errore di campionamento, per presenza di organismi di drift non scartati dal computo, per ambiente non colonizzato adeguatamente, per tipologia non valutabile con l' I.B.E. (es. sorgenti, acque di scioglimento di nevai, acque ferme, zone deltizie, salmastre) *: questi valori di indice vengono raggiunti raramente nelle acque correnti italiane per cui occorre prestare attenzione, sia nell' evitare la somma di biotipologie (incremento artificioso della ricchezza in taxa), che nel valutare eventuali effetti prodotti dall' inquinamento, trattandosi di ambienti con elevata ricchezza in taxa. In ordinata sono riportati i gruppi faunistici necessari per lo studio dell IBE in ordine, dall alto verso il basso, di sensibilità ai fattori di alterazione ambientale. In ascissa, invece, vengono indicate il numero di unità sistematiche rilevate relative ad ogni valore di IBE. La presenza di taxa più esigenti, in termini di qualità, e la ricchezza totale in taxa della comunità, definiscono il valore dell indice che è espresso per convenzione con un numero intero entro una scala discreta, esprimendo un giudizio di qualità basato sulla modificazione qualitativa della comunità campionata. La scala con cui si riportano i dati IBE va da 0 a 12 valori, raggruppati a loro volta in cinque classi di qualità da I, stato elevato, a V, stato pessimo. (Tab. 4.5) Tab. 4.5 Tabella per la conversione dei valori di IBE in classi di qualità. Classi di Qualità Valore IBE Giudizio Colore di riferimento Classe I Ambiente non alterato in modo sensibile Azzurro Classe II 8-9 Ambiente con moderati sintomi di alterazione Verde Classe III 6-7 Ambiente alterato Giallo Classe IV 4-5 Ambiente molto alterato Arancione Classe V Ambiente fortemente degradato Rosso L indice rispecchia in maniera adeguata le richieste provenienti dalla normative, D.Lgs. 152/06, tanto che è l indicatore biologico fondamentale e il parametro prioritario al fine della determinazione dello stato ecologico del sistema nonché standardizzato e diffuso su tutto il territorio Italiano PROTOCOLLO DI APPLICAZIONE DELL'IBE Le attività per l applicazione dell indice possono essere raggruppate in tre fasi principali: - -definizione degli obiettivi ed indagini preparatorie; - -campionamento e prima classificazione in campo, compilazione della scheda di rilevamento; - -controllo in laboratorio della classificazione dei taxa. E inoltre prevista la compilazione della scheda di rilevamento e registrazione dei dati in campo. 96

14 La scheda di campo è un ausilio per guidare e standardizzare i criteri di rilevamento dei dati ambientali ed è quindi fondamentale la compilazione con la massima cura. La strutture della scheda ed il suo dettaglio potranno ovviamente variare in relazione agli scopi dell indagine. Nel corso del Seminario a Falcade, infatti, abbiamo utilizzato delle schede di rilevamento forniteci dal personale della Bioprogramm. La prima fase dell'analisi consiste nell'individuazione degli obiettivi, che devono essere ben chiari al fine di organizzare il lavoro in modo opportuno. I corsi d'acqua prescelti, inoltre, vanno esaminati attentamente dal punto di vista della struttura del reticolo idrografico e del regime idrologico per poter localizzare adeguatamente i siti in cui verranno effettuati i prelievi. Il prelievo andrà infatti eseguito su un tratto del corso d acqua omogeneo e che più si avvicina alla tipologia prevalente di quella zona del corso d acqua. Questa fase prevede la compilazione della parte della scheda di rilevamento relativa alla localizzazione ed alle caratteristiche ambientali della stazione. La procedura di campionamento in campo rappresenta la fase più importante e delicata dell'indagine. Il campionamento, in quanto tale, deve essere rappresentativo della sezione del corso d acqua analizzato in modo da poter ricostruire la reale composizione della comunità bentonica (per i metodi di campionamento si rimanda ai capitoli successivi). Le unità sistematiche rilevate e le abbondanze relative verranno annotate nella scheda di rilevamento che va inizialmente compilata in via provvisoria e successivamente ricontrollata in laboratorio I campioni raccolti, infatti, vanno successivamente trasferiti in laboratorio, per poterli esaminare più in dettaglio mediante il microscopio PROCEDURA E STRUMENTI DI CAMPIONAMENTO DELL IBE 9 Il campionamento va effettuato lungo un transetto obliquo che attraversa completamente l alveo bagnato nella direzione di risalita del corso d acqua, cercando di indagare in tutti quei sotto habitat che possono essere presenti (raschi, pozze, zone a corrente meno elevata...) E preferibile evitare il campionamento durante o subito dopo eventi di piena o di secca estrema (per consentire la completa ricolonizzazione dei substrati) o nel caso siano presenti impedimenti a causa di fattori ambientali nella stima dell estensione relativa degli habitat. In quest ultimo caso, se il campionamento viene effettuato egualmente, è possibile segnalare sulla Scheda che il campionamento è avvenuto in condizioni non ottimali per la corretta quantificazione della presenza dei diversi microhabitat. Utilizzando il retino immanicato si opera controcorrente lungo il transetto obliquo setacciando il fondo, rimuovendo sassi o ciottoli al fine di dislocare gli organismi dal fondale e da altre strutture che possono costituire un habitat per i macroinvertebrati (alghe, tronchi o altro materiale sommerso). Si può procedere, per smuovere il fondo, sia utilizzando i piedi, sia utilizzando le mani. Il retino immanicato consiste di un telaio di 25x20cm (oppure 25x25cm) che sostiene una rete a 21 maglie per centimetro lineare e profondità di 80 cm. La rete convoglia il materiale alzato dal fondo dell alveo in una bottiglia di plexiglass svitabile. (Fig. 4.7) Gli individui raccolti con la rete vengono trasferiti in vaschette e quindi si procede allo smistamento e alla stima delle abbondanze dei diversi taxa. 9 Per maggiori informazioni suolle modalità e le attrezzature di campionamento si rimanda alla normativa UNI EN 27828:1996: Qualità dell acqua Guida al campionamento di macroinvertebrati bentonici mediante retino manuale. 97

15 Fig. 4.7 Retino immanicato per il protocollo IBE. Vengono quindi riportate le Unità Sistematiche rinvenute a livello di famiglia o genere (come indicato in Tab Per ogni Unità Sistematica va riportata l indicazione del numero di presenze e dell abbondanza (I = presente; L = abbondante; U = dominante). Inoltre per ciascun taxon è richiesto un numero minimo di presenze nel campione per poter considerare l organismo catturato come rappresentativo del popolamento locale (come indicato da schede tecniche nei manuali per la compilazione dell indice IBE) al di sotto di questo numero minimo, l organismo catturato viene considerato di drift. Per la maggior parte dei taxa, sarà possibile effettuare la stima finale dell abbondanza direttamente in campo, mentre per alcuni organismi, quelli che richiedono controlli o approfondimenti tassonomici, sarà necessaria una verifica in laboratorio. Per questo motivo tutti i campioni prelevati e analizzati vanno conservati sotto alcool al 70% in modo da essere ancora ben visibili al momento dell attività di laboratorio. Con i definitivi dati di laboratorio si procederà al calcolo dell IBE e l indice di qualità CENNI DEI PRINCIPALI ORGANISMI RILEVATI I macroinvertebrati bentonici sono principalmente larve o ninfe di insetti ed insetti adulti (Plecotteri, Efemerotteri, Tricotteri, Odonati, Ditteri, Megalotteri, Lepidotteri, Coleotteri, Emitteri ed Eterotteri) ma anche altri gruppi come Gateropodi, Bibalvi, Tricladi, Nematodi, Oligocheti, Irudinei e Crostacei. Dalla lettura della Tab 4.4, risulta chiaro che Plecotteri, Efemerotteri e Tricotteri sono gli ordini di insetti che giocano un ruolo di maggiore importanza per il calcolo dell IBE in quanto più sensibili alle alterazioni ambientali. Gli altri ordini e gruppi che, per risposta alle perturbazioni o per diffusione, contribuiscono in maniera particolarmente rilevante al numero totale di unità sistematiche sono Ditteri e Coleotteri (Insetti) e Oligocheti (Anellidi). Verranno di seguito riassunte alcune caratteristiche morfologiche e tassonomiche dei principali gruppi ed ordini di macroinvertebrati. Per una conoscenza approfondita della tassonomia si rimanda ad un manuale specializzato Provincia Autonoma di Trento: sezione sperimentale agraria forestale (1988). 98

16 11 I Plecotteri sono un ordine di insetti emimetaboli (a metamorfosi graduale), di medie o grandi dimensioni, con larve acquatiche. Lo stadio adulto è breve mentre lo stato larvale può durare da pochi mesi ad alcuni anni. Le larve dei Plecotteri sono le più sensibili alle alterazioni ambientali e sono tipicamente associate alle acque correnti fredde e ben ossigenate dei torrenti montani. I principali caratteri per il riconoscimento sono la taglia (da pochi millimetri a qualche centimetro), il corpo molle e leggermente appiattito, le antenne lunghe e fine, due unghie per tarso e due lunghi cerci caudali. Il capo ha due occhi composti laterali e tre ocelli dorsali. Possiedono generalmente una colorazione scura, marrone e gialla assai sbiadita che si confonde con lo sfondo dell ambiente in cui vivono. Gli Efemerotteri Sono anch essi emimetaboli e si trovano più spesso nelle acque chiare, correnti o calme. Le larve sono, di solito, erbivore, si nutrono di detrito di piante o di alghe (detrititivori ed erbivori) e occasionalmente carnivore predatrici. Le dimensioni sono relativamente piccole e il corpo termina con due lunghi cerci filamentosi e spesso, ma non sempre, con un filamento mediano (paracerco). La respirazione avviene con branchie addominali fogliacee. La breve vita degli adulti e preceduta da uno sviluppo larvale molto più lungo, che ha la durata media di un anno. I caratteri per il riconoscimento sistematico sono generalmente antenne corte, cerci caduali e la presenza di astucci alari. I Tricotteri sono insetti olometaboli (dove cioè sviluppo da giovane ad adulto non è caratterizzato da graduali modificazioni, ma da tre ben distinti stadi: larva, pupa e adulto) e vivono in acque abbastanza calme, ma anche dove la corrente è più veloce. Le larve dei tricotteri sono diffuse in tutti gli ambienti di acque dolci e rappresentano di solito i macroinvertebrati presenti con la maggiore biomassa. Molte larve di tricotteri si costruiscono, con l aiuto di una particolare secrezione corporea, un astuccio composto di pietruzze e frammenti di vario materiale. Questo astuccio protegge l estremità molle del corpo. L addome è lungo e provvisto di filamenti isolati o a ciuffi (trachiobranchie); dalla sua estremità partono due corte appendici. I Ditteri sono anch essi insetti olometaboli. La maggior parte delle larve dei Ditteri vive in ambiente acquatico, all'interno di substrati organici in decomposizione, all'interno di altri organismi. Ne risulta quindi una struttura abbastanza semplificata, caratterizzata dall assenza di zampe, anche se talvolta, specie nelle larve acquatiche, sono presenti appendici per il movimento (pseudopodi). I Coleotteri sono insetti olometaboli presenti negli ambienti acquatici sia allo stadio larvale che allo studio adulto. Le larve presentano capo ben differenziato, zampe toraciche articolate, occhi semplici e assenza di pigopodi. La respirazione avviene tramite tracheobranchie (rettali o addominali) Gli adulti invece sono riconoscibile per le antenne coriacee e per l astuccio alare protettivo. 11 Tutte le figure di questa pagina sono state tratte da Franzoi, P. (2009). 99

17 ESPOSIZIONE DEI RISULTATI DELL INDICE IBE E COMMENTI Dalla lettura delle analisi di campo e laboratorio si può quindi arrivare ad una valore di IBE per la stazione indagata. Verranno successivamente sintetizzati, confrontati e commentati i risultati ottenuti dall analisi delle comunità macrobentoniche 12. Per il torrente Cordevole i risultati ottenuti dall analisi della stazione sono riportati in Tab. 4.6, mentre per il Biois sono in Tab Tab. 4.6 Dati rilevati relativi alla comunità macrobentonica del torrente Cordevole il Gruppi tassonomici Abbondanza Num. min presenze Tot. U.S. valide Plecotteri Leuctra 10+ 6/8 Protonemura 4 4/6 2 Baetis 8 8 Efemerotteri Ecdyonurus 5 4/6 3 Ephemerella 6 6 Limnephilidae 6 2 Tricotteri Hydropsychidae 4 6 Rhyacophilidae Hydroptilidae 1 2 Coleotteri Elmidae Chironomidae 6 8 Ditteri Limoniidae Simuliidae 9 8 Gasteropodi Gyraulus Tricladi Dugesiidae Oligocheti Lunbricidae 1 1 Tubificidae Tot. U.S. valide 14 Valore IBE 9 Classe di qualità II Tab. 4.7 Dati rilevati relativi alla comunità macrobentonica del torrente Biois il Gruppi tassonomici Abbondanza Num. min presenze Tot. U.S. valide Plecotteri Leuctra 10+ 6/8 Protonemura 8 4/6 2 Baetis 8 8 Efemerotteri Ecdyonurus 4 4/6 3 Rithrogena 4 4/6 Tricotteri Rhyacophilidae Coleotteri Elmidae Athericidae 2 2 Ditteri Limoniidae Simuliidae 8 8 Oligocheti Tubificidae Tot. U.S. valide 11 Valore IBE 9 Classe di qualità II 12 I dati relativi alla morfostruttura e funzionalità delle stazioni, relativi alla prima parte della scheda di campo, saranno analizzati in dettaglio nei successivi capitoli sull IFF, in quanto la sezione del corso d acqua analizzato per il calcolo dell IBE è compresa in quella analizzata per il calcolo dell IFF. 100

18 Come si può osservare dai valori rilevati in Tab. 4.6 e 4.7, risulta che entrambi i corsi d acqua sono in un buono stato di salute con pochi segni di alterazione ambientale. Questo poteva facilmente essere previsto tramite l analisi della posizione geografica delle stazioni. La prima, nel Torrente Cordevole, è situata a valle di un importante centro urbano come Alleghe ma la presenza dell omonimo lago può fungere da depuratore artificiale. Se infatti, generalmente, la presenza di una diga genera importanti alterazioni allo stato del corso d acqua (agendo a grande scala sulla portata e a piccola scala sugli ecosistemi circostanti) può anche avere ripercussioni positive perché, rallentando il flusso dell acqua, permette la deposizione di determinati inquinanti. Se poi la gestione della diga è condotta in modo da razionalizzare la disponibilità di risorsa (ad esempio, permettendo un deflusso minimo vitale) allora è facile ottenere, a valle, un buon stato ecologico. La stazione del Biois, invece, è situata a monte di tutti i centri urbani. Per questo motivo non sono evidenti segni evidenti di alterazione. Purtroppo non è possibile confrontare i dati da noi ottenuti in alcun modo se non con i risultati degli altri gruppi che hanno svolto assieme a noi le analisi. Non ci è stato possibile, infatti, ottenere i valori di IBE per le nostre stazioni da nessun organo competente. A questo proposito, ci è stato riferito che «[ ] I vertici dirigenziali di questa Provincia non hanno ritenuto né ritengono tuttora rilevante, anzi economicamente non conforme, proseguire nelle indagini di monitoraggio delle acque provinciali [ ].» 13 Purtroppo gli unici valori di IBE forniti dall ARPAV, sono riferiti a stazioni non pertinenti a quelle da noi analizzate. Come già accennato in precedenza e come richiesto dal D.Lgs. 152/99 e dal successivo D.Lgs. 152/2006 il valore di IBE deve essere integrato a quello dei macrodescrittori chimici per ottenere una stima dello Stato Ecologico. Per questo si rimanda al capitolo , per l analisi del SECA e dello stato ambientale IL PRINCIPIO DEL METODO DELL IFF L indice di funzionalità fluviale (IFF) deriva dal RCE-I (Riparian Channel Enviromental Inventary, Peterson, Svezia, 1992) ed è uno strumento di valutazione ecosistematica di un qualsiasi ambiente fluviale. Il RCE-I nacque come strumento di raccolta di informazioni dello stato ecologico del corso d acqua al fine di avere un quadro generale degli alvei e delle fasce riparie svedesi. Tale metodo fù applicato nel territorio italiano per la prima volta in Trentino (Siligardi, Maiolini) nel Negli ultimi due decenni l indice ha subito progressivi cambiamenti sia per adattarsi alla morfoecologia del territorio italiano, sia per venire incontro alle richieste sempre maggiori di valutazione di qualità dei corsi d acqua, che ne permisero una rapida diffusione. Nel 1998 è stato adottato il nome Indice di Funzionalità Fluviale e nel 2004 è stata eseguita l ultima significativa revisione da parta del Ministero dell Ambiente e di APAT al fine di adeguare l indice alle indicazioni della direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE. L obiettivo dell IFF è quindi quello di «Rilevare lo stato complessivo dell ambiente fluviale e valutare la sua funzionalità.» 14 La procedura da seguire per il raggiungimento degli obiettivi prevede un integrazione dei fattori biotici e abiotici dell ecosistema acquatico e di quello terrestre ad esso collegato. 13 Guglielmo Russino: coordinatore del progetto Capo Ufficio Tutela e Valorizzazione delle Risorse Idriche (Provincia di Belluno), mail APAT (2007). 101

19 E importate notare come questo allargamento dell orizzonte d indagine rispetto all IBE o all analisi dei macrodescrittori, permetta di valutare la capacità di autoregolazione e di auto depurazione, specificando anche come ambienti acquatico e terrestre siano fortemente collegati e dipendenti tra di loro. Il concetto di funzionalità, infatti, è strettamente legato alla capacità del corso d acqua di svolgere il proprio ruolo all interno dell ecosistema e quindi di collaborare con tutte le situazioni biotiche e abiotiche che lo circondano. Attraverso l applicazione dell indice si riesce ad effettuare un indagine conoscitiva sugli ecosistemi acquatici rilevandone lo stato di salute, l impatto di determinate opere o di interventi di risanamento. E importante ricordare che, mentre i metodi chimici e microbiologici limitano il loro campo di indagine all acqua fluente, gli indici biotici (IBE) lo estendono all alveo bagnato, l IFF analizza l intero sistema fluviale. Bisogna perciò considerare l'iff non come un metodo alternativo a quello chimico o biologico, ma complementare a questo, in grado di fornire una conoscenza più approfondita del sistema fluviale. Si tratta dunque di un importante indice di sintesi che riesce a non entrare in conflitto con gli altri indici - o metodi - che analizzano un numero più limitato di aspetti e/o di comparti ambientali, operando su un diverso livello gerarchico. Per questo il metodo in questione fornisce informazioni che possono differire, anche sensibilmente, da quelle fornite dagli altri indicatori di qualità APPLICAZIONE DELL IFF L'applicazione dell'indice di Funzionalità Fluviale, non prevede l'uso di attrezzature sofisticate, ma soltanto la compilazione di una scheda tecnica. La scheda IFF si compone di 14 domande, relativamente a tratti omogenei, per ciascuna delle due sponde, per ogni tratto in esame si deve scegliere una sola delle quattro risposte predefinite, che è caratterizzata da un peso numerico. La necessità di distinguere le due diverse sponde risiede nel fatto che esse possono presentare caratteri molto differenti e quindi contribuire in modo completamente diverso al grado di funzionalità del tratto analizzato. Ad ogni tratto omogeneo viene quindi assegnato un valore complessivo, ottenuto dalla somma dei valori delle 14 domande. Il giudizio di funzionalità viene espresso in nove classi rappresentate da cromaticità diverse (Tab. 4.8). Tab. 4.8 Livelli di funzionalità e relativo giudizio con colori di riferimento. Valore di IFF Livello di funzionalità Giudizio di funzionalità Colore I Ottimo I - II Ottimo - Buono II Buono II - III Buono - Mediocre III Mediocre III - IV Mediocre -Scadente IV Scadente IV - V Scadente - Pessimo V Pessimo 102

20 La compilazione richiede un'ottima conoscenza dell'ecologia fluviale e delle dinamiche funzionali ad essa correlate, da parte di chi lo impiega. Infatti sebbene la scheda IFF permetta di rilevare oggettivamente le caratteristiche fluviali in esame, la sua compilazione richiede una lettura critica dell ambiente e una forte capacità di riflessione sulle informazioni ricavate. L osservazione del corso d acqua in campo deve essere preceduta da una preliminare conoscenza dell ambiente indagato, così da avere un quadro generale dell idromorfologia fluviale e dell ultimo stato di qualità ecologica rilevato per il tratto da analizzare. Il contenuto della scheda non può comprendere tutta la casistica esistente nella realtà, in quanto ha lo scopo primario di inquadrarla, secondo un criterio di valutazione predefinito, e può essere suddiviso in 4 gruppi funzionali: - domande 1-4: riguardano le condizioni vegetazionali delle rive e del territorio circostante al corso d acqua ed analizzano le diverse tipologie strutturali che influenzano l ambiente fluviale, come, ad esempio, l uso del territorio o l ampiezza della zona riparia naturale; - domande 5-6: si riferiscono alla ampiezza relativa dell alveo bagnato e alla struttura fisica e morfologica delle rive, per le informazioni che esse forniscono sulle caratteristiche idrauliche; - domande 7-11: considerano la struttura dell alveo, con l individuazione delle tipologie che favoriscono la diversita ambientale e la capacita di autodepurazione di un corso d acqua; - domande 12-14: rilevano le caratteristiche biologiche, attraverso l analisi strutturale delle comunita Macrobentonica e Macrofitica e della conformazione del detrito. Alle risposte sono assegnati pesi numerici raggruppati in 4 classi (con peso minimo 1 e massimo 30) che esprimono le differenze funzionali tra le singole risposte. Il valore di IFF, ottenuto sommando i punteggi parziali relativi ad ogni domanda, può assumere un valore minimo di 14 e uno massimo di ESPOSIZIONE DEI RISULTATI I risultati ottenuti per le due stazioni sono quindi sintetizzate nella seguente Tab. 4.9, mentre i punteggi nel dettaglio sono illustrati nelle Fig. 4.8 e 4.9. Tab. 4.9 Sintesi dei valori di funzionalità ottenuti per le stazioni analizzate. Cordevole Biois Sponda Dx Sx Dx Sx Punteggio Totale Livello di Funzionalità III II - III II II Giudizio Mediocre Buono - Mediocre Buono Buono Colore 103

21 Fig. 4.8 Stazione della compilazione delle schede IFF sul torrente Cordevole. Fig. 4.9 Stazione della compilazione delle schede IFF sul torrente Biois. 104

22 Fig Schede teniche per l IFF compilate per la stazione sul Cordevole il

23 Fig Schede teniche per l IFF compilate per la stazione sul Biois il

24 Le stazioni analizzate si estendevano entrambe per un tratto di circa 100 m lungo le sponde. La posizione geografica delle stazioni è la medesima di IBE e macrodescrittori. Come si può notare (da Tab. 4.9, Fig e 4.11) il Torrente Cordevole presenta uno stato di fuzionalità minore rispetto al Biois. La ragione è probabilmente dovuta alla maggiore presenza di centri urbani per la stazione di Avoscan che, oltretutto, era situata presso una strada (proprio sulla sponda destra del torrente che, infatti, risulta di funzionalità minore). Infine si può notare come la lettura della scheda di campo compilata possa essere un buon riassunto della morfologia della stazione analizzata. Se letta in tutte le sue domande, infatti, fornisce le principali informazioni della morfologia e delle dinamiche fluviali della stazione analizzata. Nella compilazione dell indice IFF abbiamo riscontrato difficoltà soprattutto a livello lessicale. Molti termini specifici, infatti, sono stati un impedimento alla comprensione non solo delle opportunità di risposta ma anche delle domande stesse. Un altra difficoltà è stata riscontrata nella determinazione delle risposte. Le diverse alternative si mostrano infatti molto rigide ed è stato necessario adattare l effettiva osservazione alla risposta che le si avvicinava maggiormente. Spesso quindi si sono venute a sovrapporre opinioni discordanti, risoltesi in seguito ad attente analisi. Sicuramente una maggiore conoscenza del metodo e una maggiore esperienza di applicazione avrebbe permesso dei risultati maggiormente attendibili in tempi minori ANALISI CHIMICHE Lo stato di salute delle acque di un fiume può essere valutato anche in base alle sue caratteristiche chimico-fisiche, per mezzo dell analisi dei macrodescrittori. Nell acqua infatti, si possono trovare disciolte varie sostanze, provenienti dall atmosfera e dal substrato su cui scorre il fiume; di conseguenza, fiumi distinti, ma anche diversi tratti dello stesso corpo idrico, possono avere rilevanti differenze tra loro negli aspetti chimici e fisici, dipendenti dall insieme delle caratteristiche geo-morfologiche del bacino, dal clima, dall altitudine, dall interazione bioticaabiotica e dalle varie dinamiche presenti. Nell Esercitazione in campo di Falcade sono stati misurati alcuni dei parametri chimico-fisici più significativi (temperatura, ph, conducibilità specifica) e le concentrazioni delle sostanze disciolte più importanti (ossigeno, ammoniaca, nitriti, nitrati, fosfati, solfati e cloruri) per identificare un eventuale stato di inquinamento di origine urbana e/o agricola nelle aree fluviali oggetto di studio. Tuttavia, non è sempre facile stabilire fino a che punto il quantitativo di una determinata sostanza è da ritenersi background naturale e quando invece sia da considerare come inquinante METODOLOGIE D ANALISI CHIMICHE La stazione di campionamento scelta per il Cordevole è stata situata ad Avoscan, una frazione di Cencenighe, mentre per il Biois è stata localizzata vicino a Ponte della Sega, Falcade. Come anticipato prima, si noterà che il posizionamento del luogo di campionamento avrà una grande influenza sui valori raccolti. Per motivi di tempo ognuno dei sei gruppi ha raccolto, per ciascuna stazione, una sola serie di dati. A causa di ciò, bisogna sottolineare che la puntualità dei prelievi eseguiti, nello spazio e nel tempo, diminuisce la rappresentatività dei dati ottenuti; un corretto metodo scientifico, infatti, si basa sulla ripetizione delle misure, per ridurre al minimo l influenza degli errori casuali. Il fine didattico di questa esercitazione, comunque, giustifica le scelte fatte. Per valutare la correttezza dei nostri risultati, li confronteremo con i dati rilevati nelle Esercitazioni in campo a Falcade, dal 1994 al 2008, e i dati dell anno 2008 forniti dall ARPAV. 107

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