CORSO BASE SULLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO D. Lgs n 81 / 2008 MODULO 2: INCENDIO
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1 Liceo Scientifico Bertrand Russell Cles (Tn) CORSO BASE SULLA SALUTE E SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO D. Lgs n 81 / 2008 MODULO 2: INCENDIO
2 LA COMBUSTIONE È una reazione chimica sufficientemente rapida di una sostanza combustibile con un comburente che dà luogo allo sviluppo di calore, fiamma, gas, fumo e luce.
3 TRIANGOLO DELLA COMBUSTIONE
4 PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE GAS DI COMBUSTIONE: sono quei prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono la temperatura ambiente di riferimento di circa 15. Nella stragrande maggioranza dei casi, la mortalità per incendio è da attribuire all inalazione di questi gas che producono danni biologici per ANOSSIA o per TOSSICITA. FIAMME: sono costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatisi in un incendio. FUMI: sono formati da piccolissime particelle solide (aerosol) e/o liquide (nebbie o vapori). Le particelle solide sono sostanze incombuste che rendono il fumo di colore scuro. Le particelle liquide sono vapore d acqua che al di sotto dei 100 C condensa dando luogo a fumo color bianco. CALORE: è la causa principale della propagazione degli incendi.
5 SORGENTI D INNESCO ACCENSIONE DIRETTA: correnti d aria calda generate da un incendio e diffuse attraverso un vano scala o altri collegamenti verticali negli edifici. ATTRITO: urti, malfunzionamento di parti meccaniche AUTOCOMBUSTIONE: cumuli di carbone, segatura imbevuta di olio di lino, polveri di ferro o nichel, fermentazione di vegetali.
6 IL FUOCO LE CONDIZIONI NECESSARIE PER AVERE UN INCENDIO SONO: 1. PRESENZA DEL COMBUSTIBILE 2. PRESENZA DEL COMBURENTE 3. PRESENZA DI UNA SORGENTE DI CALORE Pertanto solo la contemporanea presenza di questi tre elementi dà luogo all incendio, di conseguenza al mancare di almeno uno di essi l incendio si spegne. PER SPEGNERE UN INCENDIO SI PUO RICORRERE A TRE SISTEMI: 1. ESAURIMENTO COMBUSTIBILE 2. SOFFOCAMENTO 3. RAFFREDDAMENTO Normalmente si utilizza una combinazione delle operazioni di esaurimento del combustibile, soffocamento e raffreddamento.
7 CLASSIFICAZIONE DEGLI INCENDI 1 ) CLASSE A: incendi di materiali solidi 2 ) CLASSE B: incendi di liquidi infiammabili 3 ) CLASSE C: incendi di gas infiammabili 4) CLASSE D: incendi di metalli combustibili
8 SOSTANZE ESTINGUENTI ACQUA: è consigliata per incidenti di combustibili solidi con esclusioni delle sostanze incompatibili quali SODIO e POTASSIO che a contatto con l acqua liberano idrogeno e carburi che invece liberano acetilene. Non e adatta su impianti e apparecchi in tensione.
9 SOSTANZA ESTINGUENTI SCHIUMA: è un agente estinguente costituito da una soluzione in acqua di un liquido schiumogeno più aria. L azione estinguente delle schiume avviene per separazione del combustibile dal comburente e per raffreddamento. Non va bene su parti in tensione in quanto contiene acqua. Sono disponibili diversi tipi di schiumogeni che vanno impiegati in relazione al tipo di combustibile.
10 SOSTANZE ESTINGUENTI Polveri: sono adatte per incendi di classe A, B, C, mentre per incendi di classe D devono essere utilizzate polveri speciali. Gas: sono generalmente costituiti dall anidride carbonica e l azoto.
11 SOSTANZE ESTINGUENTI Idrocarburi Alogenati: sono efficaci su incendi che si verificano in ambienti chiusi scarsamente ventilati e producono un azione estinguente che non danneggia i materiali con cui vengono a contatto. Il loro utilizzo è stato recentemente limitato per la protezione della fascia di ozono stratosferico.
12 ESTINTORI PORTATILI: sono concepiti per essere utilizzati a mano ed hanno un peso che non può superare i 20 kg. Sono, inoltre, classificati in base alla loro capacità estinguente. CLASSE A: fuochi di solidi CLASSE B: fuochi di liquidi CLASSE C: fuochi di gas CLASSE D: fuochi di metalli Si può ritenere sufficiente disporre di un numero di estintori in modo che almeno uno di questi possa essere raggiunto con un percorso non superiore a 15 metri.
13 ESTINTORI TIPOLOGIE Estintori a CO2 classe B - C Estintore a polvere classe A B - C
14 CORRETTO USO DEGLI ESTINTORI
15 DINAMICA DI UN INCENDIO SI POSSONO DISTINGUERE 3 FASI: 1 ) FASE DI IGNIZIONE E DI PROPAGAZIONE 2 ) INCENDIO GENERALIZZATO (FLASHOVER) 3 ) ESTINZIONE
16 Incidente che avvenne il 4 marzo 2006, a Bully-les-Mines (Nord della Francia). L'incendio era divampato nella camera da letto (C). Due vigili del fuoco della squadra di attacco entrarono (A) in una prima sala, piena di fumo, ma senza calore. I due vigili del fuoco cercarono il focolaio senza trovarlo. Cercarono nell'altra stanza (B), ma senza successo: il fuoco, regolato dal comburente e poco visibile, si trovava dietro il letto (C). In questo stadio le finestre D ed E erano chiuse. I vigili, essendo in presenza di fumo leggero e nessuna presenza di calore, pensarono che l'incendio si fosse estinto da solo. Decisero quindi di aprire la finestra (D in fase 2) per aumentare la visibilità. Velocemente (2) il fumo diminuisce, la visibilità migliora, ma, anche, l'aria raggiunge il focolaio, che aumenta d'intensità (3). I vigili sentirono aumentare l'intensità del calore e videro delle luci arancioni al livello della porta. Mentre stanno avanzando verso il fuoco (B), l'incendio cresce e porta alla rottura della finestra della stanza (a vetro singolo di scarsa qualità - rottura E nella fase 4) e subito al flashover, perfettamente visibile sulla curva di rilascio di calore. Il fronte di fiamma attraversò la stanza dove erano i due vigili del fuoco, che devono la loro sopravvivenza al fatto che stavano utilizzando una lancia con una portata di 500 l / m con la quale hanno potuto autoproteggersi.
17 EFFETTI DELL INCENDIO SULL UOMO ANOSSIA (a causa della riduzione del tasso di O2 nell aria). AZIONE TOSSICA DEI FUMI RIDUZIONE DELLA VISIBILITA AZIONE TERMICA
18 PREVENZIONE INCENDI Il miglior progetto di sicurezza può essere vanificato da chi lavora nell ambiente, se non vengono applicate e tenute nella giusta considerazione le MISURE PRECAUZIONALI D ESERCIZIO.
19 MISURE PRECAUZIONALI DI ESERCIZIO 1 ) analisi delle cause di incendio più comuni. 2 ) informazione e formazione antincendi. 3 ) controllo degli ambienti di lavoro e delle attrezzature. 4 ) manutenzione ordinaria e straordinaria.
20 PREVENZIONE INCENDI 1 ) ridurre al minimo le occasioni d incendio. 2 ) stabilità delle strutture portanti per un tempo utile ad assicurare il soccorso agli occupanti. 3 ) la limitata produzione di fuoco e fumi all interno delle opere e la limitata propagazione del fuoco alle opere vicine. 4 ) la possibilità che gli occupanti lascino l opera indenni o che gli stessi siano soccorsi in altro modo. 5 ) la possibilità per le squadre di soccorso di operare in condizioni di sicurezza.
21 RESISTENZA AL FUOCO R: stabilità: attitudine di un elemento da costruzione a conservare la resistenza meccanica sotto l azione del fuoco. E: tenuta: attitudine di un elemento a non lasciare passare ne produrre fiamme, vapori o gas caldi. I: isolamento termico: attitudine di un elemento a ridurre la trasmissione del calore.
22 Decisione sul da farsi in caso di evacuazione Sulle decisioni da prendere influiscono diversi aspetti come: la familiarità che la persona ha con l ambiente; la possibilità di vedere personalmente le vie di fuga; il livello di differenziazione architettonica che lo aiuta nell orientamento; la presenza e l ubicazione di una segnaletica veramente percepibile; le esperienze passate di situazioni di emergenza. Sotto questo aspetto occorre ricordare la fondamentale importanza che hanno le esercitazioni e le simulazioni se condotte in modo attento e realistico; il ruolo e la responsabilità che si sente nei confronti degli altri;
23 Come si richiede un intervento d emergenza Comunicare con calma: Cognome, nome e qualifica. Da dove si telefona (località, scuola, indirizzo, numero di telefono). Tipo di emergenza, cosa sta succedendo e in quale locale. Se e quante persone sono coinvolte. Condizioni fisiche oggettive (cosciente si/no, danni e reazioni rilevabili) Ascoltare con attenzione le istruzioni e trasmettere le disposizioni ricevute
24 A chi si richiede un intervento di emergenza Vigili del Fuoco Emergenza Sanitaria Carabinieri 112
25 INCENDIO: NORME DI COMPORTAMENTO Le procedure sono differenziate tra i diversi tipi di insediamento (scuole, ospedali, uffici, aziende ecc ) Mantenere la calma. Prestare assistenza a chi si trova in difficoltà, se avete la garanzia di riuscire nell intento. Attenersi scrupolosamente a quanto previsto nei piani di emergenza. Evitare di trasmettere panico ad altre persone. Allontanarsi immediatamente secondo procedure. Non rientrare nell edificio fino a quando non vengono ripristinate le condizioni di normalità.
26 TERREMOTO: NORME DI COMPORTAMENTO Al verificarsi dell evento sismico: mantenere la calma e non scappare precipitosamente ma individuare posti sicuri, sia all'interno degli edifici sia all'aperto; se si è in luogo chiuso, cercare riparo nel vano di una porta inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave. Può proteggere da eventuali crolli; ripararsi sotto un tavolo o sotto un letto. È pericoloso stare vicino ai mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero cadere; non uscire sul balcone; chiudere i rubinetti del gas; aspettare che la scossa finisca prima di allontanarsi; scendere le scale lentamente e con attenzione, in quanto sono la parte più debole degli edifici, e non usare l'ascensore; all'aperto, allontanarsi da edifici, alberi, linee elettriche, cavalcavia; allontanarsi da impianti industriali; lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi.
27 NUBE TOSSICA: NORME DI COMPORTAMENTO chiudere immediatamente porte e finestre e disattivare eventuali sistemi di condizionamento dell'aria e di ventilazione predisporre l'immediata evacuazione dei locali seminterrati mantenere il personale e i visitatori all'interno dei locali di lavoro rimanere in attesa di istruzioni
28 PITTOGRAMMI Segnali che indicano la via di fuga e il punto di raccolta Segnali d obbligo specifico (D.P.I.) Segnali di dispositivi antincendio
29 PITTOGRAMMI: segnali prescrizione e segnali di divieto
30 PITTOGRAMMI: Segnali di avvertimento e salvataggio
31 PITTOGRAMMI: Segnali antincendio
32 PIANO DI EVACUAZIONE: PLANIMETRIE
33 PIANO DI EVACUAZIONE: PLANIMETRIE
34 PIANO DI EVACUAZIONE: PLANIMETRIE
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