Banca dati delle piante endemiche italiane: protologhi e loci classici
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1 Banca dati delle piante endemiche italiane: protologhi e loci classici Nicodemo Passalacqua, Enrico Banfi & Gabriele Galasso In ogni territorio geografico, tra le piante spontanee che costituiscono la flora e strutturano la vegetazione esistono di norma alcune specie la cui prerogativa, oltre al fatto di essere autoctone, è quella dell esclusività, vale a dire che al mondo esse esistono unicamente entro i confini del territorio in esame; con un aggettivo preso in prestito dall epidemiologia medica, queste specie si qualificano endemiche. Il complesso delle specie endemiche costituisce l endemismo, fonte centrale d informazione biogeografica per qualsiasi territorio. Il numero complessivo degli endemiti (taxa endemici o entità endemiche) varia con l estensione, la complessità strutturale e la posizione geografica del territorio e il parametro che meglio esprime il grado di bioautenticità del medesimo è il tasso di endemismo, cioè la frazione (percentuale) rappresentata dalle entità endemiche rispetto al totale della flora autoctona (indigena), con esclusione delle piante alloctone (esotiche invasive, naturalizzate e casuali). Mettendo a confronto, a titolo d esempio, due territori di estensione paragonabile come la Sicilia e la Lombardia, il tasso endemico della prima è circa 0,1 (10%), mentre nella seconda supera di poco lo 0,007 (0,7%). Se però guardiamo all intero territorio nazionale, l Italia possiede un tasso endemico di 0,184 (18,4%), che, confrontato con il resto dell Europa, colloca il nostro paese in una posizione di punta assieme alla penisola iberica e alla regione balcanica. Data la posizione di privilegio della componente endemica quale elemento della biodiversità autenticante il territorio, ai fini del progetto di una banca dati dei protologhi (protologo = prima pubblicazione del nome di una specie e qualunque elemento ad essa associata: descrizione, illustrazioni, dati geografici, commenti ecc.) e dei loci classici (locus classicus: luogo di scoperta di una nuova specie, cioè la/e località indicata/e nel protologo) della flora italiana si è ritenuta prioritaria l informazione concernente le piante esclusive del nostro territorio nazionale, demandando la restante raccolta dati a una seconda fase per le autoctone esodemiche (non endemiche) e a una terza fase per le alloctone. Mentre per le varie piante esistono numerosi cataloghi più o meno dettagliati e precisi di nomi scientifici e dati A sinistra: Campanula sabatia De Not.: specie endemica di Liguria e Piemonte, descritta nel 1844 per Capo Noli. (Foto: Daniela Longo, www. A destra: Cerastium utriense Barberis: specie endemica di Liguria e Piemonte, descritta nel 1988 per il Monte Tobbio. (Foto: Daniela Longo, www. 33
2 Primula albenensis Banfi & Ferl.: specie endemica di Lombardia, descritta nel 1993 per il Monte Alben. (Foto: Pierfranco Arrigoni, www. distributivi (es. di numeri cromosomici (es. e gallerie fotografiche (es. actaplantarum.org/), le notizie strettamente tassonomiche, quali il luogo in cui sono state scoperte e descritte o il campione d erbario di riferimento (tipo), non sono attualmente facilmente reperibili. Si è quindi deciso di iniziare a raccogliere questo tipo di informazioni per le piante più tipiche del territorio nazionale, appunto le piante endemiche, puntando alle località geografiche in cui sono state descritte (loci classici) e, di conseguenza, alla verifica puntuale dei nomi scientifici e dei luoghi in cui sono stati pubblicati. I nomi delle piante sono spesso legati a descrizioni sommarie, non di rado insufficienti, per cui conoscere i luoghi in cui trovare una popolazione e/o dei campioni d erbario di riferimento per ciascuna specie diventa un punto nodale. Questo lavoro è di fondamentale importanza per una corretta conoscenza della biodiversità nazionale e per la sua conservazione, in quanto solo attraverso una precisa definizione di cosa ciascun nome comprende della realtà naturale è possibile sapere quali specie ci sono, dove si trovano e quale valore hanno. Arenaria huteri A.Kern.: specie endemica del Triveneto, descritta nel 1872 per la Val Cimoliana. (Foto: Adriano Bruna, www. 34
3 Così, nel 2010, all interno del Gruppo di Ricerca Floristica della Società Botanica Italiana è sorta l idea di avviare questo progetto, in corso di realizzazione con le sole risorse interne degli istituti afferenti ai ricercatori coinvolti, senza sponsor né finanziamenti pubblici; la proposta è stata presentata durante una riunione del Gruppo ed è stata ampiamente accolta, tanto da costituire un team di lavoro ad hoc di 37 persone rappresentanti tutte le regioni italiane. Per quanto riguarda la prima fase si è proceduto al censimento degli endemiti italiani. Per la delimitazione del territorio italiano ci si è attenuti ai confini politici, con eventuale sconfinamento nella sole Corsica e Malta, mentre dall elenco sono state escluse le sottospecie dei generei Hieracium e Pilosella e diverse agamospecie di Taraxacum, in quanto ancora insufficientemente note sia sul piano sistematico sia su quello distributivo. Parallelamente sono stati individuati i dati da ricercare, si è predisposta la base per il lavoro informatico e a ogni collaboratore è stato assegnato un manipolo di specie. È stata realizzata una banca dati relazionale tramite la piattaforma Filemaker, alla quale è stato dato accesso personalizzato tramite il web. La banca dati è strutturata in 6 tabelle relative alle categorie di voci da inserire. La tabella centrale, Basionimo, contiene i campi relativi al nome scientifico [nome accettato, basionimo (il primo nome utilizzato per indicare una pianta, che successivamente può essere riutilizzato spostandolo ad altri generi -combinazione nuova-, in ranghi diversi -stato nuovo- o modificandolo per vari motivi -nome nuovo-), luogo di pubblicazione], ma anche il riferimento al compilatore della scheda; a questa tabella sono collegate le tabelle conteneti le informazioni specifiche di dettaglio, quali Sinonimi, con i sinonimi omotipici del nome accettato, Locus classicus, con le informazioni sulle località considerate di riferimento, e Typus, con le informazioni sui tipi; infine ci sono Diagnosi, contenente una scansione dei protologhi (descrizioni originali delle specie e sottospecie), e Bibliografia, in cui sono raccolti tutti i riferimenti bibliografici citati nelle altre schede. Per quanto riguarda i loci classici, le informazioni riporate riguardano, oltre alla dicitura per esteso e alle singole località geografiche, la fonte di provenienza del dato (s.l. = sine loco; protologo; tipo), l attendibilità della fonte, l attuale sussistenza dell entità, l eventuale inclusione del luogo in un area protetta, le coordinate geografiche e il loro grado di precisione. I tipi sono stati distinti, in base all International Code of Nomenclature for algae, fungi, and plantae ( main.php), in olotipo, isotipo, sintipo, lectotipo, neotipo ed epitipo; è stato riportato il cartellino del campione e l abbreviazione standard dell erbario in cui è conservato ( dove possibile, è stato anche indicato l autore della tipificazione e il luogo di pubblicazione della stessa. A sinistra: Santolina leucantha Bertol.: specie endemica di Toscana, descritta nel 1802 da Domenico Viviani, col nome illegittimo di Santolina pinnata, per le Alpi Apuane. (Foto: Giuliano Salvai, org). A destra: Cirsium alpislunae Brilli-Catt. & Gubellini: specie endemica di Emilia- Romagna, Toscana e Marche, descritta nel 1991 per l Alpe della Luna. (Foto: Leonardo Gubellini). 35
4 Vicia giacominiana Segelb.: specie endemica di Puglia, descritta nel 1968 per Porto Badisco. (Foto: Piero Medagli). Il Museo di Storia Naturale di Milano ha partecipato, nelle persone di Gabriele Galasso e dell ex Direttore e responsabile della Sezione di Botanica Enrico Banfi, alla compilazione di circa 100 schede, relative perlopiù a piante endemiche di Lombardia e territori limitrofi o a specie appartenenti alla famiglia delle Poaceae (graminacee). In alcuni casi la ricerca dei protologhi ha incontrato difficoltà relativamente al fatto che questi sono pubblicati su volumi o periodici non posseduti da alcuna biblioteca italiana. All inizio del 2014 si è conclusa l implementazione del data-base, nel quale risultano oggi censite entità endemiche del territorio italiano, di cui 971 sono attualmente considerate a livello di specie e 400 a livello di sottopecie, ma originariamente descritte come specie, 116 come sottospecie, 115 come varietà, 2 come sottovarietà, 17 come forme e 7 come ibridi. Le famiglie maggiormente rappresentate sono Asteraceae (311), Plumbaginaceae (117), Caryophyllaceae (96), Orchidaceae (95), Fabaceae (81) e Brassicaceae (77), mentre i generi con il maggior numero di entità sono Limonium (100), Centaurea (74), Ophrys (71) e Hieracium (67). Sono state individuate le diagnosi originali di tutte le entità indagate e la maggior parte dei tipi: 877 olotipi, 286 lectotipi, 17 neotipi e 11 epitipi, oltre a 464 isotipi, 27 sintipi e 119 paratipi. Per quanto riguarda i loci classici, 57 entità sono senza locus, cioè senza indicazioni di località nella descrizione originale e senza tipificazione, mentre 24 hanno loci erronei indicati nella diagnosi originale (e di queste, 9 non hanno ancora un locus attendibile). Per le restanti entità sono stati rintracciati uno o più loci, prevalentemente derivati dal protologo (1.632), ma desunti anche dai tipi (152) o dai dati di letteratura (207). Per la seconda fase, appena avviata, è stato costituito un comitato editoriale composto dal Consiglio Direttivo del Gruppo di Ricerca Floristica della Società Botanica Italiana (Simonetta Peccenini, Gabriele Galasso, Gianniantonio Domina, Lorenzo Peruzzi e Fabrizio Bartolucci), dal gestore della banca dati (Nicodemo Passalacqua) e dal Presidente della Società Botanica Italiana (Francesco Raimondo), il cui compito è quello di vagliare e ordinare le informazioni fornite sulla base di standard internazionali. In particolare, il museo sta eseguendo una verifica dei protologhi assieme alla revisione della nomenclatura secondo le norme dell International Code of Nomenclature for 36
5 algae, fungi, and plantae ( e inoltre provvede alla standardizzazione delle citazioni (autori e luoghi di pubblicazione) in base all International Plant Name Index (ipni: Si tratta di una verifica non meramente formale, la cui necessità è stata resa congrua da numerosi casi di errore, perlopiù tramandati in modo acritico, rilevati nelle liste ufficiali nazionali e internazionali; fra questi: nomi illegittimi o non validamente pubblicati, nomi già pubblicati in precedenza (riferimento sbagliato), nomi da attribuire ad autori diversi da quelli indicati, alterazioni dello spelling, correzioni ortografiche, nomi prioritari rispetto a quelli indicati. Tali incongruenze emergono unicamente attraverso la ricerca delle pubblicazioni originali relative ai singoli taxa e l analisi approfondita dei relativi protologhi. Un ruolo preminente è svolto dagli erbari delle istituzioni pubbliche e dalle biblioteche specialistiche, come nel caso del Museo di Storia Naturale di Milano, le cui collezioni svolgono la funzione di archivio ex-situ del patrimonio naturalistico territoriale, vere e proprie banche dell ambiente. Si prevede di pubblicare un catalogo cartaceo entro la fine del 2014 e di realizzare un sito web per la consultazione on-line entro il Desmazeria pignattii Brullo & Pavone: specie endemica di Sicilia, descritta nel 1985 per Sampieri. (Foto: Severino Costalonga, www. actaplantarum. org). 37
6 38 Ferula arrigonii Bocchieri: specie endemica di Sardegna, descritta nel 1988 per l Isola Serpentara. (Foto: Enrico Banfi).
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