La guerra del Vietnam

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1 La guerra del Vietnam Scala temporale La guerra del Vietnam si svolge nel periodo compreso tra il 1964 e il Antefatto Le cause della guerra del Vietnam risalgono al 1945, (l anno della fine dalla seconda guerra mondiale). Il Vietnam fu sotto il dominio della Francia dal 1887 fino al La Francia finanziariamente era sostenuta dagli Stati Uniti. Gli Accordi di Ginevra decretati il 27 aprile 1954 stabilivano che le colonie francesi e gli alleati americani sconfitti precedentemente con la guerra di Indocina dovevano liberare il territorio vietnamita permettendo l indipendenza del medesimo oltre che alla Cambogia e il Laos. Il Vietnam Diviso Nel 1954 al Vietnam inoltre venne riconosciuta la suddivisione in due stati: Il Vietnam del Nord e il Vietnam del Sud. Il Vietnam del Nord aveva come capitale Hanoi ed era identificato da una repubblica democratica sotto il controllo di Ho Chin Minh. Il Vietnam del Sud aveva come capitale Saigon era guidato da Ngo Dinh Diem ma sotto il controllo degli Stati Uniti. (Il presidente degli Stati Uniti nel 1954 fu Dwight Eisenhower). Gli Accordi di Ginevra

2 del 1954 prevedevano nel 1956 delle libere elezioni per la riunificazione del paese, ma che non furono rispettate. Dwight Eisenhower aveva puntato l attenzione sul Vietnam del Sud per un possibile campo di battaglia su cui ambientare la Guerra Fredda. Il Vietnam controllato Le future elezioni vietnamite previste dagli Accordi di Ginevra avrebbero visto la vittoria del partito comunista di Ho Chin Minh e quindi anche la perdita del controllo statunitense al sud del paese (nel Vietnam del Sud). Il clima politico del Vietnam era caratterizzato da tensioni interne dovute al fatto che i vietnamiti avrebbero desiderato l indipendenza totale dagli americani e quindi anche l unificazione del nord con il sud. I vietnamiti del nord infatti erano sostenuti dall Unione Sovietica e dalla repubblica Popolare Cinese. Tutto questo in piena Guerra Fredda avrebbe significato un ulteriore vittoria del Comunismo. Gli Stati Uniti con a capo Eisenhower instaurarono una dittatura militare filo-americano nel Vietnam del sud, finanziata economicamente e militarmente. Il regime militare aveva l obiettivo di reprimere la guerriglia dei vietcong (vietnamiti rossi). I vietcong erano i sudvietnamiti filo-comunisti sostenuti dall Unione Sovietica derivanti dal Vietnam del Nord.

3 Gli inizi della guerra Nel 1962 il presidente americano John Fitzgerald Kennedy aumentò l impegno militare in Vietnam ma non ottenendo niente. L anno successivo l esercito vietnamita organizzò un violento colpo di stato. Venne ucciso Ngo Dihn Diem ( che era a capo del Vietnam del sud) e una giunta militare filocomunista prese il potere al suo posto. Diem fu assassinato nel 1963 durante il colpo di stato appoggiato dagli americani. Dopo circa tre settimane venne ucciso (a colpi di fucili) J. F. Kennedy a Dallas in Texas, il 22 Novembre 1963, fu il trentacinquesimo presidente degli Stati Uniti. Lyndon B. Johnson lo sostituisce come presidente e a seguito nel 1964 gli Usa iniziano i bombardamenti arerei sul Vietnam del Nord dando il via alla guerra. Il coinvolgimento degli Stati Uniti A differenza delle guerre convenzionali, in Vietnam non esistevano fronti definiti. Dai primi anni Sessanta, anche truppe regolari nordvietnamite cominciarono a infiltrarsi in territorio sudvietnamita a sostegno dei guerriglieri vietcong, mentre URSS e Cina inviavano rifornimenti ad Hanoi attraverso il cosiddetto sentiero di Ho Chi Minh

4 che toccava anche i vicini stati del Laos e della Cambogia. La guerra prese il via nella prima settimana di agosto del 1964, quando a un attacco nordvietnamita ad alcune unità navali americane ancorate nel golfo del Tonchino, il presidente Lyndon Johnson rispose ordinando il bombardamento di obiettivi militari nel Vietnam del Nord. La pratica dei bombardamenti a tappeto divenne sistematica a partire dal febbraio del 1965; contemporaneamente continuava a incrementarsi il contingente americano nel Vietnam del Sud, che alla fine dell'anno, contava oltre uomini. Nel dicembre del 1965 Johnson sospese i bombardamenti per avviare delle trattative di pace; poichè non vi fu alcun esito, ordinò la ripresa delle incursioni, che giunsero a interessare la stessa Hanoi e il vicino porto di Haiphong. Ugualmente senza esito furono le trattative nel giugno del 1967 con il premier sovietico Kosygin perché si facesse promotore di una tregua tra le parti. Dopo l'annuncio di un ulteriore rafforzamento della presenza militare statunitense in Vietnam (che nel 1968 contava oltre soldati), nel novembre del 1967 il Pentagono comunicò per la prima volta il numero dei caduti dall'inizio delle battaglie: morti. Il dato scosse fortemente l'opinione pubblica americana e generò una crescente richiesta di porre fine al conflitto. L'offensiva del Tet In questo contesto, nel corso della campagna invernale del lo stratega nordvietnamita generale Vô Nguyen (soprannominato "Giap") lanciò una vasta azione offensiva (conosciuta come "offensiva del Tet", dal nome del capodanno secondo il calendario vietnamita), costituita da una serie di attacchi coordinati su più di cento obiettivi civili. Militarmente la campagna si risolse in un insuccesso, ma ebbe devastanti effetti psicologici sul morale delle truppe statunitensi e soprattutto dell'opinione pubblica: gran parte dei cittadini americani era ormai giunta a convincersi che non fosse possibile vincere la guerra. Il 31 marzo 1968 il presidente Johnson annunciò la sospensione dei bombardamenti. In maggio, presto estesi anche ai rappresentanti del governo di Saigon e dei vietcong,

5 si aprirono a Parigi i colloqui tra Stati Uniti e Vietnam del Nord, che tuttavia si arenarono alcuni mesi dopo. La "vietnamizzazione" del conflitto Nel 1969 il successore di Johnson, Richard Nixon, annunciò un programma di progressivo disimpegno militare degli USA in funzione di una vietnamizzazione del conflitto. Né l'effettivo avvio del programma né la morte del presidente nordvietnamita Ho Chi Minh (3 settembre 1969) contribuirono a sbloccare la situazione di stallo in cui versavano i colloqui di Parigi, dove i delegati nordvietnamiti ponevano come condizione indispensabile al raggiungimento della pace il ritiro totale delle forze statunitensi. Nel frattempo, in tutti gli Stati Uniti il movimento di protesta e di opposizione alla guerra cresceva costantemente, alimentato dalle notizie delle atrocità commesse dai militari americani in Vietnam, nonché dalla pubblicazione dei cosiddetti Pentagon Papers (Carte del Pentagono), documenti riservati riguardanti la gestione della campagna vietnamita e dei negoziati di pace, che produssero grande scalpore. Il 25 gennaio 1972 il presidente Nixon mise a punto un nuovo piano di pace, che prevedeva anche nuove elezioni presidenziali nel Vietnam del Sud. In risposta, Hanoi richiese le immediate dimissioni del presidente Van Thieu, e promise il rilascio dei prigionieri statunitensi se gli USA avessero ritirato il proprio appoggio al regime sudvietnamita. Nel marzo del 1972 i negoziati di pace furono interrotti. Seguì una pesante offensiva nordvietnamita, alla quale gli Stati Uniti reagirono con la ripresa dei bombardamenti sul territorio nemico (i primi a partire dal 1967) e minando i principali porti del Vietnam del Nord.

6 La ripresa delle trattative Nella seconda metà del 1972 a Parigi furono avviate nuove trattative fra il segretario di stato americano Henry Kissinger e il delegato nordvietnamita Le Duc Tho. Per la prima volta si intravide uno spiraglio quando i comunisti manifestarono l'intenzione di accettare un piano di pace che separava gli accordi militari da quelli politici, abbandonando la richiesta di un governo di coalizione nel Vietnam del Sud e concordando con la richiesta americana di discutere anche della situazione nel Laos e in Cambogia. Il piano messo a punto da Kissinger venne tuttavia osteggiato da Van Thieu: alla vigilia della firma degli accordi, da molte parti ritenuta ormai certa, i colloqui furono improvvisamente interrotti il 16 dicembre. Il giorno seguente Nixon ordinò il bombardamento di Hanoi e Haiphong, la più devastante azione bellica aerea della storia, destinata a provocare un fortissimo sconcerto nell'opinione pubblica americana e internazionale. Malgrado i bombardamenti, i governi di Washington e Hanoi sembravano entrambi intenzionati a salvaguardare i progressi ottenuti nell'ambito dei negoziati. Con l'inizio del nuovo anno ripresero i colloqui a Parigi e, considerati gli esiti positivi dei primi incontri, Nixon dispose la sospensione di tutte le operazioni belliche nel Vietnam del Nord. La sera del 23 gennaio 1973 il presidente americano annunciò che era stato finalmente raggiunto l'accordo per il cessate il fuoco, che prevedeva anche il ritiro di tutte le forze statunitensi e alleate entro sessanta giorni dalla firma, e il riconoscimento della zona di demarcazione lungo il 17 parallelo soltanto come "frontiera provvisoria e non politica o territoriale".

7 Le conseguenze negative del termine del conflitto Alla fine di marzo il ritiro del contingente americano (eccetto quello che presidiava la capitale Saigon) era pressoché completato. Nonostante Nixon assicurasse al presidente sudvietnamita Van Thieu un nuovo intervento in caso di violazione del trattato, il proseguimento della guerra in Vietnam non era più politicamente sostenibile, anche considerando la precaria situazione personale del presidente, coinvolto nello scandalo Watergate. Nel 1974 vi fu un'escalation dei combattimenti tra i due antagonisti vietnamiti. In dicembre i nordvietnamiti lanciarono l'offensiva finale conquistando numerose città importanti: Saigon cadde il 30 aprile 1975 e la Repubblica del Vietnam del Sud si arrese incondizionatamente al governo provvisorio rivoluzionario. Il 2 luglio 1976 venne proclamata la riunificazione dei due Vietnam sotto il nome di Repubblica socialista del Vietnam. La guerra del Vietnam segnò un punto di svolta nella storia della guerra convenzionale moderna. Fu infatti essenzialmente una guerra di popolo, data l'impossibilità di distinguere i guerriglieri dai civili non combattenti; la popolazione vietnamita ne fu così la vittima principale, soffrendo perdite pesantissime. L'uso estensivo del napalm decimò migliaia di civili, mentre l'impiego di defolianti causò una massiccia distruzione del manto vegetale del paese, con gravissimi danni ecologici e all'agricoltura. Il conflitto provocò tra i vietnamiti più di due milioni di morti, tre milioni di feriti e dodici milioni di profughi. Da parte loro gli Stati Uniti lamentarono morti, circa feriti e un colpo irreparabile alla propria immagine, che ebbe pesanti conseguenze sull'evoluzione della Guerra Fredda. Fonti : Libri storia,

8 Scala temporale Guerra di Corea La guerra in Corea iniziò nel 1950 fino al 1953 La situazione Grazie alla resa del Giappone (1945) la Corea era riuscita a riconquistare un periodo di pace, allo stesso tempo però era venuta a trovarsi in una duplice occupazione: a nord da parte delle truppe sovietiche, a sud da parte delle truppe statunitensi. A causa di questa occupazione, la Corea si suddivise in due stati: A sud: la Repubblica di Corea; A nord: la Repubblica popolare di Corea. Questa situazione provocò numerosi scontri di frontiera, il 25 giugno 1950 i nordcoreani varcarono il 38 parallelo (confine tra le due zone di occupazione sovietica e americana). In seguito a questo (27 giugno) il consiglio di Sicurezza dell'onu stabilì un'azione militare contro gli aggressori. Durante le votazioni, il presidente Truman affermava: Ecco l'invasione comunista. L'attacco contro la Corea mette in chiaro al di là di ogni dubbio, che il comunismo ha ormai superato lo stadio dell'impiego di misure sovversive per conquistare le Nazioni indipendenti e che userà da ora l'invasione armata e la guerra. Lo scontro armato 1950

9 Nella notte del 25 giugno 1950 la Corea del nord aprì il fuoco per preparare l'attacco di circa uomini diretto verso Seoul. L'ONU convocò il consiglio di Sicurezza con il tentativo di far sospendere le operazioni, questo tentativo fallì, l'aiuto venne quindi offerto al paese attaccato (Corea del sud). Agli Stati Uniti si affiancarono 17 paesi aderenti all'onu, tra cui Gran Bretagna, Australia, Canada e Turchia, con lo scopo di rallentare l'avanzata nemica verso la Corea del sud. La Cina fino a quel momento rimase neutrale, preannunciando il suo intervento nel caso in cui le truppe avessero superato il 38 parallelo e minacciato il confine cinese All'inizio del 1951 il fronte si stabilizzò, nel frattempo MacArthur bombardò le basi nemiche nel territorio cinese (si dichiarò più volte favorevole all'utilizzo delle armi nucleari). Il presidente americano Harry Truman fino a quel momento aveva appoggiato la guerra di MacArthur, nel timore di un allargamento del conflitto preferì sostituirlo con Matthew B. Ridgway, iniziando pochi mesi dopo le trattative fra le parti per una conclusione concordata del conflitto. Trattato di pace Tra giugno e luglio del 1953 a Panmunjeom venne firmato un armistizio durato ben 45 anni. L'edificio dove venne firmato l'armistizio si trova nella linea di demarcazione militare che corre attraverso la zona demilitarizzata.

10 Anche il tavolo attorno al quale si riunirono le due parti è diviso dalla linea di confine. Il costo della guerra 1,319,000 americani prestarono servizio nel teatro coreano, tra questi 33,629 non fecero più ritorno e altri 105,785 soldati americani rimasero feriti. L'esercito sudista ebbe 415,000 morti e 429,000 feriti. Il Commonwhealth, Gran bretagna, Canada, Australia e Nuova Zelanda ebbero 1,263 morti e 4,817 feriti. Belgio, Colombia, Etiopia, Filippine, Francia, Grecia, Olanda, Thailandia e Turchia ebbero circa 1,800 morti e 7,000 feriti. Fonti: vqhzsjzobdk/tbiiixshbvi/aaaaaaaaayq/uijkgg5k5gy/s1600/il%2b38 %2Bparallelo.jpg

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