STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI (modulo 1 e 2)

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1 STORIA DELLE TEORICHE TEATRALI (modulo 1 e 2) Il corso sarà dedicato all esplorazione critica del contributo metodologico e concettuale delle teoriche teatrali al pensiero moderno, da Aristotele fino ai nostri giorni. i Anziché un approccio classico-storiografico i indagheremo i metodi delle nuove scienze dello spettacolo : sociologia, antropologia, teoria della performance, studi culturali, li semiologia, i psicoanalisi i teorica, marxismo brechtiano, postfemminismo e postcolonialismo. L apertura interdisciplinare contribuirà a mettere a fuoco status e ruolo del paradigma teatrale, dai tempi classici alla nostra contemporaneità.

2 la necessità di interpretare t le teoriche teatrali t in contesto; legare le teoriche con il teatro t classico e contemporaneo su cui sono basate; analizzare i loro contesti ti narrativi i e i contesti ti sociali; misurare la distanza tra fantasia narrativa e interpretazione teorica; il divario i e l'interrelazione l i tra il mondo dei testi teatrali e il mondo delle teoriche.

3 Modulo 1 1. Introduzione del corso, metodi di lavoro, cos è la storia delle teoriche teatrali, t le sue radici; 2. Aristofane, Le rane; 3. Aittl Aristotele, Poetica, introduzione; i 4. Video e commenti: Ajax, Peter Sellars; 5. Aristotele, Poetica, seconda parte; 6. Video e commenti: Edipo re di P.P. Pasolini; 7. Teoriche romane e tardo classiche; 8. Teoriche del rinascimento italiano; 9. Teoriche del classicismo francese; 10. Video e commenti: Fedra di P. Cherau; 11. Lessing e la nuova tragedia borghese; 12. Video e commenti: Emilia Gallotti di M. Thalheimer; 13. Teoriche dell'ottocento; 14. Video e commenti: Dr Faustus, di Strehler;

4 Bibliografia: Aristofane, Le rane, introduzione e traduzione di Guido Paduano, BUR, 1998; Aristotele, Poetica, introduzione di Diego Lanza, Rizzoli, 2007; Marvin Carlson, Teorie del teatro. Panorama storico e critico, Il Mulino, 1997, vari capitoli, pp ; Giorgo Agamben, Poesis epraxis praxis, in L uomo senza contenuto, Quodlibet, 2005, pp

5 Narratori greci Omero, Odissea: credibilità Erodoto: varietà: «Il mio compito e di raccontare ciò che dice la gente, ma non sono affatto obbligato a crederci». Platone, Il simposio: pluralità delle voci struttura del discorso indiretto impresa competitiva (agon): Socrate Apollodoro Glauco Aristodemo Socrate Diotima ascoltatori. i t d S t Di ti t i

6 Aristotele t collega strettamente tt t la tragedia con l'epopea, trovando gli stessi elementi in ambedue. Se immaginiamo l'epopea omerica non come dei versi sulla pagina, ma come era conosciuta dai greci, cioè come una serie di narrazione e discorsi declamati, quasi recitati, sia dai ragazzi a scuola, sia dal rapsodo alla festa, l'affinità tra essa e il dramma diventa più evidente. Le caratteristiche ti sono ben evidenti nell Iliade: d il concetto degli esseri umani, eroici e umili; intervento degli dei nella vita umana; la dignità dell'uomo e la sua impotenza, che contribuiscono a farla considerare una delle più grandi tragedie. La preparazione migliore alla tragedia greca è la lettura dei due poemi omerici: la combinazione della rapida narrazione con il contrasto del discorso e della replica ci prepara alla struttura tt ra delle tragedie.

7 Tensioni, disordini, interrogativi: è stato detto che la struttura stessa della tragedia in cui le azioni degli eroi vengono ripresentate e punite davanti a un gruppo, il coro rispecchia la particolarità della posizione narrativa di questo genere letterario, così come la città-stato affronta il passato mitico e lo rimette in discussione.

8 La tragedia era considerata un attività ità ludica. I cittadini i a cui veniva assegnato il ruolo di attori o che facevano parte del coro assumevano un'altra identità con le maschere: questo mutamento andava di pari passo con il fatto che essi recitavano nell'area sacra di Dioniso, il dio che fa superare i confini. Nonostante la dimensione politica, il teatro tragico non era l'assemblea democratica. I dibattiti e le discussioni i i che vengono messi in scena rappresentano in molteplici modi un'immagine distorta o opposta del contesto politico. Il coro, che apertamente incarna la saggezza tradizionale della comunità, è socialmente marginale, come lo sono gli altri personaggi «neutri», i portatori di notizie ( «messaggeri» ); gli attori recitano la parte di donne che si comportano con un'aggressività maggiore di quella maschile; gli dei compaiono a fianco dei mortali, ma allo stesso tempo non sono sottoposti alle stesse leggi morali.

9 Tragedie greche: Eschilo ( ) Euripide ( ) 406) 1. I Persiani, Alcesti, 2. I sette a Tebe, Medea, 3. Le Supplici, Ippolito, 4. Prometeo incatenato, Gli Eraclidi, 5. Orestea (Agamennone, Coefore, Andromaca, Eumenidi). Ecuba, Le Supplici, Sofocle ( ) Elettra, 1. Aiace, Le Troadi, 2. Antigone, Eracle 3. Trachinie, Ifigenia in Tauride 4. Edipo Re, Elena 5. Elettra, Ione 6. Filottete, Fenicie 7. Edipo a Colono. Oreste Ifigenia in Aulide Le Baccanti

10 Varie funzioni della tragedia greca: una cura/un rimedio piacevole per l'amore (pharmakon); funzione didattica; risvegliare le emozioni; Il giudizio i sulla forza emotiva della narrazione varia, in base al punto di vista morale-filosofico; capacita del logos di «mettere fine alla paura, allontanare il dolore, istillare la gioia, accrescere la pietà». (Gorgia) In Platone, Socrate, descrisse come «sbalorditivo», «stupefacente» l'effetto dei passi che abitualmente i rapsodi sceglievano: il verbo è ekpletto, che Aristofane aveva gia usato per dare un idea dell'impressione prodotta sul pubblico dal suo personaggio maestoso Eschilo (Le Rane). La diffidenza di Platone è controbilanciata dall'opinione di Aristotele, che riconosce alla narrazione tragica una funzione preziosa in quanto suscita un insieme di pietà e timore.

11 Aristofane, Le Rane (404 a.c.) Prima teoria di teatro (contesa tra due tipi di lingua poetica); Contesto tra Eschilo e Euripide nell Ade che deve dare la risposta su qual è il ruolo del poeta in una comunità; Euripide, prendendo per primo l'iniziativa, asserisce la propria superiorità sulla base della sua abilità professionale (v. 831). La parola chiave è technè, un concetto che rappresenta il significato moderno di tecnologia e arte. È richiesta la presenza di Dioniso per sistemare il problema, essendo il dio protettore della tragedia, la sua funzione potrebbe essere quella di un esperto nel mestiere in questione (v ): technè e i suoi derivati appaiano dieci volte in questo passo, collegati con il termine sophos impiegato i nel senso di «abile». A parte l'abilita, il compito principale del poeta è quello di educare. Espresso nei termini di «miglioramento degli abitanti della città» ( ), si riproduce in effetti un cliché che descrive il processo educativo, così come viene presentato da Socrate di Platone. Questa interpretazione della funzione di poeta è presentata, non sotto forma di una delle teorie dei filosofi sofisti, ma come una opinione condivisa da tutta la società, la quale proprio per questo tributa onori ai poeti.

12 La terminologia stilistica di Aristofane deriva dalla medicina i (942-43), 43) dalla falegnameria (799), dall'edilizia (801), dalla fabbricazione dei mattoni (800), dalla costruzione dei navi (824), come anche dell'armeria (818), e persino dagli animali. Quindi parlando della lingua di Euripide, egli preferisce usare termini i come tisane ed infusi i (942-43), 43) limature e rifiniture (819, 881, 902), squadrature e triangolazioni (956), mentre per Eschilo i termini usati sono: tronchi d albero (805, 907), tavole, travi e cunei di legno (842), bastioni (1004), elmi dalle alte creste (818) e tori dalla folta criniera (822, 925-6), etc.