DESCRIZIONE GEOSITO 29: FORRA DI CORCHIANO E CORSO DEL RIO FRATTA
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- Lucio Fontana
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1 DESCRIZIONE GEOSITO 29: FORRA DI CORCHIANO E CORSO DEL RIO FRATTA A) DESCRIZIONE GEOLOGICA, NATURALISTICA E PAESAGGISTICA DEL GEOSITO Il geosito, di carattere areale, ricade nel bacino del Rio Fratta, affluente di destra del Fiume Tevere, nel Distretto Vulcanico Vicano. Il corso del Rio Fratta costituisce un tipico esempio di forra: l azione erosiva delle acque ha tagliato le potenti coltri dell Ignimbrite C, appartenente alla terza fase della storia eruttiva del vulcano di Vico, fino a riportare a giorno, nel tratto finale, il substrato delle vulcaniti, costituito da sabbie e conglomerati poligenici pleistocenici (Calabriano Superiore). Il torrente confluisce nel Fiume Tevere attraversando inoltre le alluvioni terrazzate oloceniche. Gli elementi geologici che caratterizzano il geosito sono essenzialmente gli imponenti costoni tufacei della forra nei pressi dell abitato di Corchiano e il contatto delle vulcaniti con il substrato sedimentario nella parte terminale del corso d acqua. Nell assetto idrogeologico dell acquifero vulcanico cimino-vicano, il Rio Fratta è considerato un emergenza lineare da circa 2 km a monte di Corchiano fino quasi alla confluenza con il Tevere. L azione delle acque nei secoli ha portato alla formazione di avvallamenti, dapprima lungo le fessurazioni della facies scoriacea dell ignimbrite, dall aspetto tipico di un tufo litoide di colore rossastro, poi negli strati incoerenti di pomici e pozzolana, che ne costituiscono la base (Area 1 nello stralcio topografico). L erosione fluviale in questi ultimi strati ha proseguito più rapidamente che non nella roccia litoide causando il crollo dell Ignimbrite C sovrastante (Foto 1). Si è così venuto a formare il tipico paesaggio di forra con costoni tufacei sub-verticali. La potenza di questi affioramenti è molto variabile. Sulla sponda sinistra del Rio Fratta, 500 m ad ovest del centro storico, lo spessore dell Ignimbrite C si riduce ad una decina di metri, per superare i 50 m in corrispondenza dello sperone di Porta Furba. Due chilometri ad est del centro storico, tra il ponte di S. Egidio e la Madonna del Soccorso, il banco tufaceo torna ad assottigliarsi (Area 1 nello stralcio topografico e Foto 2). Agli affioramenti naturali si aggiungono le sezioni nel tufo scavate dell uomo sin dai tempi dei Falischi. Tagliate e cunicoli per la regimazione delle acque si trovano presso S. Egidio, presso il Ponte della Spigliara e in località Cavaccia (Area 1 nello stralcio topografico e Foto 3-7). 1
2 Foto 1. Fenomeni di crollo dei costoni tufacei lungo la forra. Foto 2. Costone tufaceo sotto il paese di Corchiano. 2
3 Foto 3 7. Vedute di tagliate e cunicoli nei pressi di Corchiano, scavati nell Ignimbrite C. Circa 4 km più a valle del centro storico di Corchiano, la valle del Fratta interseca i depositi conglomeratici del Pleistocene (Area 2 nello stralcio topografico). I tributari che si uniscono al Fratta in questa zona (Fosso delle Tavole, Fosso delle Rote) nella stagione estiva presentano un deflusso in sub-alveo, testimoniato da sporadiche pozze in cui si può osservare il movimento delle acque (Foto 8). Prima della confluenza con il Tevere, il Rio Fratta scorre lungo una imponente parete costituita da sabbie e conglomerati (Foto 10) all altezza dell ormai dismessa stazione di sollevamento dell acquedotto di Magliano Sabina. 3
4 Foto 8. Deflusso in sub-alveo nel Fosso delle Rote, prima della confluenza con il Rio Fratta. Foto 9. Banco sabbioso-conglomeratico vicino alla confluenza del Rio Fratta con il Tevere. Foto 10. Stazione di sollevamento dell acquedotto di Magliano Sabina. 4
5 La forra del Rio Fratta è circondata da un esteso plateau ignimbritico, in corrispondenza del quale vi è una intensiva coltura del nocciolo. Sino a pochi anni or sono i terrazzamenti naturali sotto il paese venivano adibiti ad orti. B) DESCRIZIONE DEL RISCHIO DI DEGRADO Il rischio di degrado naturale è costituito dalle frane per crollo e ribaltamento, attive in diversi punti della forra. Il rischio di degrado antropico è rappresentato dall abbandono di rifiuti solidi dalla sommità dei costoni (documentati in più punti) e dallo sversamento di rifiuti liquidi in alveo. L istituzione del Monumento Naturale e il collettamento dei reflui urbani del centro storico ha notevolmente diminuito il degrado della forra e la contaminazione delle acque fluviali. C) DESCRIZIONE DEL GRADO DI INTERESSE Il geosito riveste interesse vulcanologico e geomorfologico per la chiara ed emblematica esposizione dell Ignimbrite C, geologico-applicato per i numerosi esempi di frana per crollo e ribaltamento dei costoni, stratigrafico per il contatto con le sabbie e conglomerati, idrogeologico per l emergenza lineare costituita dal Rio Fratta. Avvalorano il sito vestigia antiche e recenti, dalle cavernette abitate sin dall età della pietra, ai cunicoli e tagliate falische, fino ad esempi di archeologia industriale come la centrale elettrica Volsini, il mulino ad acqua sotto il centro storico, la stazione di sollevamento di Magliano Sabina. Il sistema forra riveste inoltre un interesse faunistico e botanico: il microclima che si viene a formare è caratterizzato da un gradiente termico opposto rispetto a quello esterno (la temperatura cresce con la quota anziché diminuire). Ciò è dovuto al tipico carattere di corridoio profondo e stretto delle forre che difficilmente permette alla radiazione solare di raggiungere il fondo. Inoltre l umidità causata dalle acque del fondovalle è nettamente superiore rispetto all esterno. L insieme di questi fattori genera sensibili variazioni microclimatiche a cui seguono adattamenti da parte della vegetazione. Il meccanismo è tipicamente a feedback, in quanto la presenza della vegetazione di forra favorisce l instaurarsi di condizioni d umidità elevata e la copertura diminuisce ulteriormente la quantità di radiazione al suolo. Queste proprietà ambientali influiscono notevolmente sulla biodiversità vegetale ed animale, che mostra adattamenti peculiari oltre che una notevole varietà. Non ultimo, il geosito riveste interesse archeologico per l antropizzazione dell area sin da epoca protostorica. D) RIFERIMENTI DOCUMENTALI BIBLIOGRAFICI Bertagnini A., Sbrana A. (1986) - Il vulcano di Vico: stratigrafia del complesso vulcanico e sequenze eruttive delle formazioni piroclastiche. Mem. Soc. Geol. It, 35, Locardi E. (1965) - Tipi di ignimbriti di magmi mediterranei. Le ignimbriti del vulcano di Vico. Atti Soc. Tosc. Sc. Nat., 72, Lotti F., Piscopo V., Prota A., Villa M., Vulcano G. (2001) - Corchiano e il Rio Fratta, Civiltà e Natura in un Paesaggio vicano. Comune di Corchiano. Mancini M., Girotti O., Cavinato G. P. (2001) Carta geologica della media valle del Tevere (Appennino centrale). CNR, Autorità di Bacino del Fiume Tevere e Università degli Studi La Sapienza, Roma. Mattias P. P., Ventriglia U. (1970) - La regione vulcanica dei monti Sabatini e Cimini. Mem. Soc. Geol. It., 9, Rellini U. (1920), Cavernette e Ripari preistorici nell Agro Falisco, in Monumenti Antichi dei Lincei XXVI, coll Sollevanti F. (1983) - Geologic, volcanologic and tectonic setting of the Vico-Cimino area, Italy. J. Volc. Geoth. Res., 17,
6 E) EVENTUALI COMMENTI E ANNOTAZIONI AGGIUNTIVE Nel tratto del Rio Fratta, che va dalla stazione ferroviaria di Corchiano fino a 500 m dopo la confluenza del fosso delle Pastine, è stato istituito il Monumento Naturale Forra di Corchiano. L intero geosito ricade nella fascia di rispetto dei corsi d acqua ed è definito paesaggio naturale dal Piano Territoriale Paesistico della Regione Lazio. 6
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