STORIA E IDENTITÀ DI GENERE

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1 Indice LEGENDA CULTURA, CIVILTÀ E RELIGIOSITÀ POTERI E CONFLITTI ECONOMIA, DEMOGRAFIA E SOCIETÀ IDEOLOGIE E PROGETTI POLITICI STORIA E IDENTITÀ DI GENERE PERCORSI DI STORIA LOCALE PERCORSI DI STORIA EUROPEA CONTRASTI POLITICI UNITÀ I Il Medioevo 2 1 Potere e strutture politiche nel Medioevo europeo Le condizioni materiali dell Europa, La nascita del sistema feudale, Il Sacro romano impero, 7 VISTO DA VICINO: La propaganda politica nell Alto Medioevo, L Impero germanico e il regno di Francia, 10 Documenti: Iretaumaturghi in Francia, La regalità sacra in Inghilterra, 12 Documenti: I re taumaturghi in Inghilterra, 12 Battaglie che hanno fatto la Storia: Hastings, 14 ottobre 1066, La lotta per le investiture, 15 Documenti: Il Dictatus papae di Gregorio VII, Lo scontro con l imperatore Enrico IV, 17 sguardo d insieme: Papato e impero, 19 2 Le rivoluzioni economiche del Basso Medioevo Crescita della popolazione e carestie, Le innovazioni agricole dall XI al XIII secolo, 21 sguardo d insieme: Sopravvivere: demografia, clima e malattie tra XI e XVII secolo, La prima crociata, 24 sguardo d insieme: Il movimento crociato, La rivoluzione commerciale del Medioevo, L attività delle città marinare italiane, La rinascita delle città, I comuni in Italia, 32 Documenti: Giudizio di un vescovo tedesco sui comuni italiani, La lotta politica all interno dei comuni, 34 IX 3 Dall impero alle monarchie nazionali Federico I di Svevia, 36 Battaglie che hanno fatto la Storia: Legnano, 29 maggio 1176, Innocenzo III, La crociata contro Costantinopoli, Il contrasto tra Inghilterra e Francia, 42 Battaglie che hanno fatto la Storia: Bouvines, 27 luglio 1214, Le conseguenze di Bouvines in Francia, 44 sguardo d insieme: Le monarchie nazionali tra il 1000 e il 1500, Le conseguenze di Bouvines in Inghilterra, 46 Documenti: La Magna Charta Libertatum, La nascita del Parlamento, Le conseguenze di Bouvines nel Sacro impero romano germanico, La concezione politica di Federico II, Sconfitta e morte di Federico II, 52 RADICI DEL PRESENTE: Modernità: un concetto sfuggente, 54 4 Aspetti della religiosità medievale Malessere religioso nel XII secolo, La povertà come sfida per la fede, I catari e il problema del male, I catari e il problema della salvezza, La lotta contro l eresia, 58 Documenti: Miseria della condizione umana, Nuove forme di religiosità, San Domenico e san Francesco, Il Cantico delle creature, 62 Documenti: Il cantico di frate sole, Lo scontro tra spirituali e conventuali, 64 VISTO DA VICINO: La nascita delle università, La vittoria dei conventuali, 66 VISTO DA VICINO: Donne e religiosità nell Europa del Basso Medioevo, 67 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 68 1 Caratteri fondamentali del feudalesimo,68 2 I progressi agricoli del Basso Medioevo, 69 3 Radici e caratteri del movimento crociato nell XI secolo,70 4 Il grande successo francese a Bouvines, 72 5 Regalità sacra e regalità feudale in Inghilterra, 73 6 Fe-

2 derico II: lo scontro con il papato e con i comuni italiani,74 7 La fede dei laici cristiani intorno al Duecento, 75 8 L eresia catara e la crociata contro gli albigesi, 77 Ipertesto 1 La civiltà delle buone maniere 78 Cortesia e civiltà, 78 Documenti: Le maniere cortesi a tavola, 79 Comportarsi bene a tavola, 80 I bisogni elementari dell essere umano,81 Documenti: La celebrazione della guerra e del combattimento, 82 Il controllo dell aggressività,84 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Naturalezza e disinvoltura verso la sessualità nel Medioevo, 85 2 Medioevo: una diversa sensibilità, rispetto alla nostra, 86 Ipertesto 2 L aldilà medievale 88 Il cristianesimo e la vita dopo la morte, 88 Documenti: Il riposo dei dannati, 89 La Navigazione di san Brandano, 89 Documenti: San Brandano arriva all isola dell inferno, 91 Dante e l escatologia islamica, 92 La nascita del purgatorio, 94 Documenti: La condanna degli usurai nella predicazione medievale, 94 Il giudizio di Dante su mercanti e usurai, 96 La disputa sulla perfetta beatitudine, 97 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 L escatologia islamica come probabile fonte della Divina Commedia, 99 2 La nascita del concetto di purgatorio, 101 X Avvio graduale al saggio breve Lo sviluppo economico dell Europa nel XII secolo 102 Mappa di sintesi 105 online Ipertesto A Cavalleria e letteratura La Chanson de Roland,1 I trovatori provenzali e l amor cortese,2 Funzione pedagogica dell amor cortese,3 I romanzi cortesi di Chrétien de Troyes, 4 Chrétien de Troyes e l amore, 5 Residui di miti celtici nella letteratura medievale, 6 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La vita cortese nel XII secolo, 7 2 L amor cortese, 8 3 La letteratura cavalleresca tra realtà e finzione, 10 UNITÀ II L autunno del Medioevo La crisi politica dell Occidente medievale Bonifacio VIII e Filippo il Bello, Il giubileo del 1300, Bonifacio VIII e la bolla Unam sanctam, 110 Documenti: La bolla Unam sanctam, La regalità sacra e taumaturgica, La concezione politica di Dante, 113 Documenti: Il ruolo dell imperatore secondo Dante, Dante e il papato, Papato e impero nel Trecento, 117 VISTO DA VICINO: La concezione ascendente del potere, La crisi demografica e la grande peste Il ritorno della carestia, L epidemia del , 120 VISTO DA VICINO: La peste in Europa, Gli effetti della peste in Europa, Le conseguenze economiche della peste, Rivolte sociali, nelle città e nelle campagne, 124 Documenti: La rivolta contadina inglese del 1381, Le conseguenze della peste sulla mentalità collettiva La peste come punizione dei peccati umani, La Vergine e i santi, 127 Documenti: Immagine negativa del Divino, La ricerca di un capro espiatorio, 129 Documenti: Ostilità antiebraica a Vienna nel 1349, Gli inizi della caccia alle streghe, 131 Documenti: La misoginia e la caccia alle streghe, 131

3 4 Principati, monarchie e imperi nel Trecento e nel Quattrocento Il progetto di Cola di Rienzo, Il passaggio dai comuni alle signorie, 134 VISTO DA VICINO: Le signorie: i casi di Milano e Firenze, Principi e condottieri, La politica dei principi italiani, Il Grande scisma, 138 Documenti: Il concilio al di sopra del papa, La guerra dei Cent anni, Francia e Inghilterra nel Quattrocento, L espansione dell impero ottomano, 144 Documenti: La conquista di Costantinopoli, 145 Battaglie che hanno fatto la Storia: Kosovopolje, 28 giugno 1389, 146 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI Filippo il Bello e Bonifacio VIII, ll Trecento in controluce, Le dimensioni del disastro demografico negli anni , Profilo di Cola di Rienzo, Dal comune alla signoria, Il tumulto dei ciompi, La danza macabra, I nemici della cristianità: usurai, streghe ed ebrei,156 9 La donna come capro espiatorio, Guaritrici, madri e bambini neonati nell Europa medievale, La nuova guerra nell Italia del Trecento e del Quattrocento, Profetesse e visionarie nel Tardo Medioevo, 161 Ipertesto 1 Epopea dei mercanti e ideali cavallereschi nel Decameron 163 Le novelle, la cornice, la peste, 163 Ser Ciappelletto e il mondo dei mercanti, 164 Documenti: L etica di un mercante, 165 Non solo Medioevo, 165 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La mentalità dei grandi mercanti, La ragion di mercatura nel Decameron, La crisi della religiosità medievale nel Decameron, 170 Avvio graduale al saggio breve Le città italiane nel Tardo Medioevo 172 Mappa di sintesi 175 online Ipertesto A Il processo ai cavalieri templari La nascita dell ordine,1 Documenti: San Bernardo difende l operato dei cavalieri templari,2 Espansione e declino dell ordine, 3 Lecalunnieeilprocesso,4 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Le accuse contro i cavalieri templari, 5 Ipertesto B L Asia orientale tra leggende e storia Alessandro e il prete Gianni,1 Documenti: Le meraviglie dell Asia,2 Gengis Khan,3 I tartari all attacco dell Europa, 4 La lotta tra mongoli e musulmani, 5 Ibn Taymiyya: la polemica contro i falsi musulmani, 7 Documenti: Ibn Taymiyya contro i mongoli, 8 La dinastia Yuan in Cina, 9 Marco Polo e Il Milione, 10 Documenti: La ricchezza del gran khan,11 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 I tartari e le ali del diavolo,12 2 Il giurista islamico Ibn Taymiyya, 14 3 Missionari e mercanti europei nell impero mongolo, 15 XI UNITÀ III L Europa alla conquista del mondo Il grande commercio nel xv secolo Le potenze marinare della fine del Trecento, Venezia al vertice della sua potenza, 179 E SE Venezia avesse riconquistato Costantinopoli?, I portoghesi nelle Indie, L impero coloniale portoghese, Anversa e i Fugger, 185 sguardo d insieme: Viaggi, scoperte, profitti, 185

4 2 Le grandi potenze europee alla fine del XV secolo Le ambizioni del regno di Francia, L Italia e la pace di Lodi, 188 RADICI DEL PRESENTE: La nascita della guerra moderna, Carlo VIII e Savonarola, 192 sguardo d insieme: La nascita dei principali Stati d Europa, 192 VISTO DA VICINO: La comparsa della sifilide, La nascita della potenza spagnola, Il Nuovo Mondo: dalle Indie all America Il progetto di Colombo, Il viaggio di Colombo, 197 Documenti: Le prime notizie in Europa, Le reazioni in Europa, 200 Documenti: Copernico, sulla scoperta dell America, Una catastrofe demografica L impatto con le malattie europee, 203 Documenti: Le violenze degli spagnoli, La conquista del Messico, La conquista dell impero degli inca e dello Yucatán, 207 Documenti: Il Requerimiento, Il dibattito in Spagna sul diritto di conquista, La posizione di Bartolomé de Las Casas, Il tracollo demografico, 212 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI La grandezza di Venezia, Il ruolo dello Stato nell economia di Venezia, Le ragioni storiche dell espansione marittima portoghese, Savonarola a Firenze, Castiglia, Aragona, Spagna, La supremazia militare spagnola in America, 219 XII Ipertesto 1 Ebrei e moriscos: civiltà sconfitte nella Spagna del Cinquecento 220 Le conversioni forzate e i ghetti, 220 Imarrani, 221 Documenti: L ordinanza di Toledo, 221 L espulsione degli ebrei dal regno di Spagna, 222 Documenti: La partenza degli ebrei spagnoli, 223 I moriscos, 223 Il problema storico dell intolleranza spagnola, 224 RIFERIMENTI STORIO- GRAFICI 1 L espulsione degli ebrei spagnoli, La lotta contro i moriscos nella Spagna del XVI secolo, Il dibattito relativo all eliminazione dei moriscos, 229 Avvio graduale al saggio breve La crisi demografica dell America dopo l arrivo degli europei 230 Mappa di sintesi 233 online Ipertesto A Perché la Cina non ha scoperto l America? Precocità e limiti dello sviluppo cinese, 1 I viaggi oltremare, 1 Il problema storico del ripiegamento cinese, 2 Il problema storico della supremazia europea, 3 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La cultura cinese di fronte all artiglieria europea, 5 2 Unità cinese e frammentazione europea, 7 Ipertesto B Le civiltà precolombiane Caratteri e limiti tecnologici, 1 Le prime civiltà dell America centrale, 2 Le origini degli aztechi, 4 L impero azteco, 5 Sacrifici per mantenere l ordine cosmico, 6 Apogeo e limiti dell impero azteco, 7 Documenti: Il sovrano ideale azteco, 8 La civiltà degli inca in Perù, 9 L impero degli inca, 10 RIFERIMENTI STORIO- GRAFICI 1 I sacrifici umani nella cultura azteca, 11 2 Gli aztechi e la guerra, 12 3 L impero inca, 14 Percorsi distoria locale La conquista turca di Otranto La città di Otranto nel Quattrocento,1 L attacco dei turchi,2 La riscossa cristiana,3 La tradizione degli 800 martiri, 5 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 L eccidio di Otranto, tra violenza politica e guerra santa, 7 2 Le ragioni della neutralità di Venezia, 9

5 UNITÀ IV L età di Lutero e di Carlo V Umanesimo e Rinascimento in Italia Medioevo, Rinascimento, Riforma, L imitazione di Roma, Rinascimento e religione, Erasmo da Rotterdam, 241 Documenti: La polemica contro la religiosità popolare, 241 Documenti: La polemica contro il papato, 242 Documenti: La dignità dell uomo, Le grandi potenze nel XVI secolo Carlo V d Asburgo, L ideologia imperiale di Carlo V, Lo scontro tra Francia e Spagna, 249 Battaglie che hanno fatto la Storia: Pavia, 24 febbraio 1525, L impero turco nei primi decenni del Cinquecento, 252 VISTO DA VICINO: I costi della guerra, La Riforma protestante in Germania La teologia di Martin Lutero, La polemica contro le indulgenze e il purgatorio, 256 Documenti: Le tesi sulle indulgenze, Il principio della sola Scrittura, 259 Documenti: Il ripudio del sacramento dell ordine, 259 RADICI DEL PRESENTE: Lutero: un uomo moderno?, L espansione della Riforma in Europa Il successo di Lutero in Germania, 262 Documenti: Carlo V di fronte a Lutero, La rivolta dei contadini tedeschi, 264 Documenti: Lutero contro i contadini, La Riforma e il distacco dell Inghilterra da Roma, 266 sguardo d insieme: Cattolicesimo, anglicanesimo e puritanesimo nell Inghilterra del Cinquecento, CarloVelaGermania luterana, Il fallimento dei progetti imperiali, 270 sguardo d insieme: I nemici del regno di Spagna nel Cinquecento e nel Seicento, 273 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI Il senso della colpa e del peccato nel Cinquecento, L elezione imperiale di Carlo V, La cultura militare medievale e la frode, Il sacco di Roma e la mentalità cristiana negli anni Trenta del XVI secolo, Propaganda anticlericale e uso delle immagini nei primi anni della Riforma, Il dibattito storiografico sulle cause della Riforma, Confessione, purgatorio e fede all inizio del Cinquecento, La posizione politica di Lutero, L isola di Utopia, 283 XIII Ipertesto 1 Millenarismo e Riforma radicale nel Cinquecento 285 Il millennio imminente, 285 Il modello di Norman Cohn, 286 I taboriti boemi, 288 Documenti: Proclama millenaristico, 289 Thomas Müntzer, 290 Documenti: Il comunismo taborita, 290 Gli anabattisti di Münster, 291 Documenti: Esaltazione della comunione dei beni, 292 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 I dodici articoli dei contadini tedeschi: la rivoluzione dell uomo comune, Le condizioni ottimali per l insorgenza dei gruppi millenaristi, 294 Avvio graduale al saggio breve Stampa, Umanesimo e Riforma 296 Mappa di sintesi 299 online Ipertesto A L impero russo La Russia di Kiev, 1 La Russia di Novgorod e l invasione mongola, 2 Contrasti religiosi nel XV secolo, 3 La Terza Roma di Ivan il Terribile,5 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Il dibattito politico, in Russia, alla fine del Quattrocento, 7 2 Il mito della Terza Roma, 8

6 UNITÀ V L età di Calvino e Filippo II Lo sviluppo demografico nel Cinquecento La rinnovata crescita della popolazione, La crescita della produzione di cereali, Il commercio dei grani, 305 VISTO DA VICINO: Povertà, banditismo e vagabondaggio, Il grano del Nord, 308 VISTO DA VICINO: Lerecinzioni in Inghilterra, L argento americano elarivoluzione dei prezzi L arrivo in Europa dell argento americano, La circolazione dell argento americano, Il secolo dei genovesi, La rivoluzione dei prezzi, Il calvinismo e il Concilio di Trento Giovanni Calvino, 316 Documenti: L antisemitismo di Lutero, La teologia di Giovanni Calvino, 318 Documenti: La dottrina della predestinazione, La capacità di espansione del calvinismo, 320 Documenti: La morale calvinista, L ordine dei gesuiti, Il Concilio di Trento, I sacramenti, la Scrittura e la tradizione, La riforma morale del clero, Il tribunale dell Inquisizione, La repressione dell eresia, 330 XIV 4 Filippo II e i suoi nemici Grandezza e limiti della potenza spagnola, La guerra nel Mediterraneo, La battaglia di Lepanto, 333 RADICI DEL PRESENTE: Occidente e islam, La rivolta nei Paesi Bassi, L indipendenza delle Province del Nord, 337 sguardo d insieme: Ideologie e potere nel XVI secolo, 339 Documenti: Atto di abiura, La concezione calvinista del potere, 340 Documenti: La posizione politica di Calvino, 341 Documenti: La posizione politica di John Knox, La spedizione contro l Inghilterra, L Inghilterra della regina Elisabetta I, 345 E SE L esercito di Filippo II fosse sbarcato in Inghilterra?, Le guerre di religione in Francia, Le tesi dei calvinisti radicali, 350 Documenti: Il patto tra re e popolo, La fine delle guerre di religione in Francia, 352 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI Il ruolo dell argento nel commercio con l Oriente, La rivoluzione dei prezzi, Calvino, Lutero e l ansia di fronte alla maestà di Dio, Progetti di Riforma cattolica e di Controriforma nell Italia del Cinquecento, L attività del Sant Uffizio in Italia,360 6 I problemi finanziari di Filippo II, Galere e galeazze alla battaglia di Lepanto, I Paesi Bassi contro lo Stato moderno, La discussione sul diritto alla ribellione nel Tardo Cinquecento, 365 Percorsi distoria locale La Riforma in Italia e il caso di Modena 366 La diffusione delle idee protestanti, 366 La novità del Beneficio di Cristo, 368 Documenti: Il beneficio di Cristo, 368 Giovanni Morone, 370 Documenti: La linea cattolica intransigente, 370 Il caso modenese, 371 Donne ed eresia nel ducato di Modena, 372 RIFERIMENTI STORIO- GRAFICI 1 Il cardinale Giovanni Morone, tra Modena e l Europa,373 2 Modena, città heretica marza, Donne, eresia e inquisizione a Modena nella seconda metà del Cinquecento, 376 Avvio graduale al saggio breve Riforma e alfabetizzazione 378 Mappa di sintesi 381 online Ipertesto A Il mito dell età dell oro e del Paese di Cuccagna L età dell oro, 1 Documenti: Il ritorno di Astrea, 2 La mitologia politica elisabettiana, 2 IlmitodelPaesedi Cuccagna,4 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Il mito dell età dell oro nel Roman de la Rose,6 2 Il Paese di Cuccagna, 7 3 CuccagnaeUtopiaaconfronto,8 Ipertesto B Antisemitismo e letteratura in Inghilterra L accusa di omicidio rituale, 1 Letteratura e teatro veicoli di antisemitismo, 2 Documenti: La Passione di Cristo, 4

7 L ebreo di Malta, 4 Documenti: Barabba, l ebreo di Marlowe, 5 Il mercante di Venezia, 6 Normalità e diversità a confronto, 7 La contrapposizione tra Belmonte e Venezia, 8 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La genesi dell accusa di omicidio rituale, 9 2 La genesi del Mercante di Venezia, 11 UNITÀ VI Il secolo dei soldati e dei mercanti Le grandi potenze nel Seicento I contrasti religiosi all interno dell impero, L inizio del conflitto, Gustavo Adolfo di Svezia, La guerra tra Spagna e Olanda, Le difficoltà della Spagna, La fase francese e la pace di Westfalia, 391 Battaglie che hanno fatto la Storia: Rocroi, 19 maggio 1643, La Francia di Mazzarino, L egemonia economica dell Olanda Le basi della supremazia olandese, Il commercio olandese in Europa, Il commercio con l Oriente e la potenza navale, 397 Documenti: La Compagnia delle Indie Orientali, 398 Documenti: La superiorità delle navi olandesi, Lo scontro con portoghesi e inglesi, Calvinismo e capitalismo Il concetto di economia-mondo, I mercanti olandesi e il calvinismo, La tolleranza religiosa, L Italia nel Seicento La situazione politica italiana nel Seicento, L Italia dal primato alla crisi, L economia italiana alla ricerca di nuovi equilibri, 410 XV RIFERIMENTI STORIOGRAFICI L ideologia politica della Spagna nel Seicento,413 2 Carestia e cattivi raccolti in Spagna, La nuova Europa uscita dalla pace di Westfalia, Le rivolte contadine nella Francia del Seicento, I fondamenti economici della potenza olandese, 417 Ipertesto 1 Guerra e soldati nel XVII secolo 419 Il secolo del soldato, 419 Maurizio di Nassau e Raimondo Montecuccoli, 421 Fortezze ed eserciti permanenti, 422 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La sorte del soldato: un mestiere sempre più rischioso, Soldati e organizzazione militare nel Seicento, 424 Avvio graduale al saggio breve Il capitalismo e le sue regole 426 Mappa di sintesi 429 Ipertesto A Il disagio dell abbondanza: religione e ricchezza nell Olanda del Seicento Il rifiuto della teocrazia calvinista, 1 L Olanda come nuovo Israele, 2 Documenti: Un invettiva polemica contro i peccatori, 4 Il timore del giudizio di Dio, 4 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Calvinismo e identità nazionale olandese, 6 2 La balena arenata e i presagi del giudizio divino, 8 Percorsi distoria locale online Masaniello e la rivolta napoletana Sforzi e problemi della monarchia spagnola, 1 Nobili e gabelle, 2 La rivolta di Masaniello, 4 Documenti: La rivolta narrata dal viceré, 5 La rivolta contro la monarchia spagnola, 6 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Religione, rituali e rivoluzione, 8 2 Il nuovo concetto di fedeltà, 10 3 Un giudizio storiografico sulla rivolta: fu un occasione perduta?, 11

8 UNITÀ VII Il Seicento dei poveri e delle streghe Galileo e la nuova mentalità scientifica La rivoluzione copernicana, 432 Documenti: Il disagio di fronte al nuovo modello cosmologico, Il rapporto tra nuova scienza e Sacra Scrittura, La condanna del copernicanesimo, Il nuovo metodo scientifico, 435 Documenti: Fede e scienza nel pensiero di Galilei, Carestia, peste e miseria Il ritorno della carestia, 438 Documenti: La carestia del 1629 nel territorio di Bergamo, La nascita di una nuova mentalità, 440 Documenti: La peste come castigo di Dio, Gli ufficiali di Sanità, 442 VISTO DA VICINO: Trecento e Seicento: due crisi a confronto, 444 Documenti: Misure in tempo di peste (1630), La mortalità infantile, Matrimonio e controllo della natalità, La società di fronte ai poveri Le nuove regole per l assistenza ai poveri, La reclusione dei poveri, 450 Documenti: La reclusione dei mendicanti di Parigi,451 RADICI DEL PRESENTE:Dalla casa di reclusione al lager, La caccia alle streghe La repressione della stregoneria, 454 Documenti: Il sabba delle streghe, Il ruolo della tortura, 455 Documenti: L Inquisizione romana di fronte alla stregoneria, La fine dei processi per stregoneria, La cristianizzazione delle campagne, La pastorale della paura, 459 XVI RIFERIMENTI STORIOGRAFICI Il processo a Galileo, tra politica e teologia, Le reazioni degli intellettuali europei, di fronte al copernicanesimo, Le magistrature di Sanità nell Italia del Seicento, La paura dei poveri, Lecasedireclusioneperipoveri, La strega come modello cristiano negativo, Geografia e storia della caccia alle streghe, Ignoranza religiosa e sopravvivenza di usanze pagane, 470 Ipertesto 1 Poveri e vagabondi nella letteratura europea 471 Povertà e letteratura in Spagna, 471 Documenti: Ritratto di due giovani picari, 472 Picari, vagabondi e prostitute, 473 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Grimmelshausen e la vagabonda Coraggio, 474 Avvio graduale al saggio breve La nascita di una nuova mentalità nel Seicento 476 Mappa di sintesi 479 online Ipertesto A Clausura e santità femminile in contesto cattolico La Riforma cattolica dei conventi femminili, 1 Sensi di colpa e trasgressioni, 2 Possessioni diaboliche, 3 Sante, mistiche e anoressiche, 4 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Spazi e tempi della clausura, 5 2 Gli scandali delle monache francesi possedute dal demonio, 6 3 Le sante anoressiche tra psicologia e storia, 8 Percorsi distoria locale Inquisizione e stregoneria a Siena tra Cinquecento e Seicento La caccia alle streghe in Italia, 1 L Inquisizione romana a Siena, 2 Sabba e maleficio, 4 Un confronto tra Siena e l Inghilterra, 4 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Camilla, la levatrice strega, 6 2 Lastregaeil processo di personalizzazione della colpa, 7

9 UNITÀ VIII La Rivoluzione inglese L Inghilterra prima della Rivoluzione Lo sviluppo di Londra e del commercio, La situazione sociale delle campagne, La Chiesa di Stato, Presbiteriani, congregazionalisti e settari, Il conflitto tra re e Parlamento La politica di Carlo I, Lo scontro con il Parlamento, La New Model Army, ILivellatori La questione della tolleranza religiosa, 493 Battaglie che hanno fatto la Storia: Naseby, 14 giugno 1645, 494 Documenti: In difesa della tolleranza religiosa, I dibattiti di Putney, 496 Documenti: Il problema del suffragio universale ai dibattiti di Putney, L esecuzione del re, 498 Documenti: Il processo contro Carlo I: l arringa finale del presidente del Tribunale, La dittatura di Cromwell Il progetto costituzionale dei Livellatori, 502 Documenti: Il Patto del popolo nella versione del 1649, Gerrard Winstanley e i Diggers, Il protettorato di Cromwell, 505 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI L Inghilterra del Cinquecento e del Seicento, Le donne durante la Rivoluzione inglese, I caratteri della New Model Army, Le origini del Patto del popolo, Il radicalismo sociale e religioso di Gerrard Winstanley, 512 XVII Ipertesto 1 Rivoluzione, matrimonio e identità di genere 514 Puritanesimo e matrimonio, 514 Puritanesimo e vita coniugale, 515 Documenti: Milton in difesa della libertà di stampa, 516 I settari e il libero amore, 517 Documenti: I Ranters vistidaunloro avversario, 517 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 I puritani e la vita matrimoniale, al di là dei luoghi comuni, Milton, il matrimonio e il divorzio, 520 Avvio graduale al saggio breve Scontro politico e lotta contro l Anticristo 522 Mappa di sintesi 525 online Ipertesto A Calvinismo, rivoluzione e radicalismo politico La nascita graduale della terminologia politica moderna, 1 Calvinismo e rivoluzione, 2 Ugonotti e puritani a confronto,4 Documenti: Il radicalismo politico e religioso dei puritani,4 Verso la rivoluzione,6 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Calvinismo e moderna mentalità critica, 7 2 Calvinismo, liberalismo e politica radicale, 9 Ipertesto B I puritani inglesi nel Nuovo Mondo Le colonie inglesi in Nord America, 1 La conquista dei territori indiani, 2 La mentalità puritana, 4 L insediamento puritano di Salem, 6 La caccia alle streghe di Salem, 7 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 Ipuritani inglesi e la guerra, 8 2 Individuo e comunità secondo la mentalità puritana, 10 Indice dei nomi 526

10 Il secolo e dei 382 Il Seicento fu un secolo di guerre. La più dura e cruenta di tutte si verificò in Germania, tra il 1618 e il 1648 (guerra dei Trent anni). Anche se l epicentro fu il Sacro romano impero, tutte le grandi potenze furono coinvolte. I principali Paesi protestanti (Danimarca, Svezia e Olanda) lottarono duramente contro l imperatore e la Spagna. Questi ultimi furono però avversati anche dalla Francia, cattolica, guidata dal cardinale Richelieu. Nell immagine un dipinto che raffigura la battaglia della Montagna Bianca (alle porte di Praga) del 1620, uno dei primi scontri della guerra dei Trent anni. Mentre infuriava la guerra dei Trent anni, l Olanda raggiunse il vertice della sua potenza economica. I mercanti di Amsterdam importavano canna da zucchero, spezie, cereali, legname, ferro, che poi rivendevano in tutta l Europa, insieme ai loro prodotti (tessuti e pesce salato, ad esempio). Le navi olandesi battevano tutti i mari, trasportando merci provenienti dall America, dall Asia orientale, dalla Polonia e dal Nord Europa. Nell immagine Jacob Martensen, mercante della Compagnia delle Indie, e sua moglie in un dipinto di Albert Cuyp, metà XVII secolo (Amsterdam, Rijksmuseum). Sullo sfondo il porto di Batavia. UN EUROPA A DUE VELOCITÀ Quale fu il principale evento politico che dominò la scena nel Seicento? Senza dubbio la guerra dei Trent anni ( ), l ultima guerra di religione, che vide contrapposte le potenze cattoliche (Spagna e Impero) agli Stati protestanti (Danimarca, Svezia e Stati tedeschi luterani). La Francia fu un eccezione: pur essendo un Paese cattolico, intervenne contro la Spagna e l Impero per scongiurare il rischio di restare accerchiata. La pace di Westfalia (1648), che pose fine al conflitto, sancì l esistenza di un Europa ormai pluralista sul piano religioso: in Germania, oltre al luteranesimo, anche il calvinismo ottenne diritto di cittadinanza. Inoltre, la Germania vide sancita la propria divisione in centinaia di Stati, grandi e piccoli, destinata a durare fino al E che cosa cambiò dal punto di vista economico? Sul piano economico nacque nel Seicento un Europa a due velocità. Da un lato si ebbe il declino dell area mediterranea, dall altro ci fu la rapida crescita degli olandesi: Amsterdam diventò il centrocommerciale e finanziario dell Europa.Aisuoiabi-

11 dei soldati mercanti UNITÀ VI Amsterdam divenne il centro di un vastissimo sistema economico. Intere regioni erano subordinate agli interessi economici dei mercanti olandesi: questo tipo di commercio finiva inevitabilmente per creare una divisione tra Stati ricchi ed avanzati, fornitori di merci e di servizi pregiati, e Paesi arretrati (le periferie), che disponevano di materie prime e di prodotti a basso costo. Nell immagine un dipinto di Jacob Isaacsz che raffigura Amsterdam verso la fine del XVII secolo. L Italia fu una delle regioni più colpite dalla fioritura del commercio olandese e nei secoli XVI e XVII si impoverì progressivamente. Venezia e l intera area del Mediterraneo cessarono di avere un ruolo significativo nel commercio con l Asia, perché il baricentro dei traffici si spostò verso l Atlantico. Altri fattori, quali la guerra dei Trent anni, che ridusse la domanda di beni da parte del fiorente mercato tedesco, e l epidemia di peste, che intorno al 1630 colpì la penisola, contribuirono ad accentuare il declino italiano. Nell immagine la peste del 1630 a Milano: i crudeli supplizi inflitti a persone accusate di aver moltiplicato la peste con unguenti in una stampa popolare. 383 tanti l Olanda offre pane e burro in abbondanza, e, per chi può permetterselo, arrivano anche le pellicce della Russia, lo zucchero dei Caraibi, le spezie delle Indie, le porcellane della Cina, i tappeti e i tulipani della Turchia. Esiste un legame tra protestantesimo e capitalismo? Difficile sostenerlo, dal momento che la maggior parte dei mercanti e dei capitalisti olandesi, pur essendo ufficialmente riformata, appare legata ad una spiritualità umanistica e razionale. Inrealtà,essitrovanoinErasmo da Rotterdam, e non tanto in Calvino, il proprio ispiratore più vero e autentico. sommario TESTO 1. Le grandi potenze nel Seicento 2. L egemonia economica dell Olanda 3. Calvinismo ecapitalismo 4. L Italia nel Seicento IPERTESTO 1. Guerra esoldati nel XVII secolo IPERTESTO online A. Il disagio dell abbondanza: religione e ricchezza nell Olanda del Seicento PERCORSI DI STORIA LOCALE online Masaniello ela rivolta napoletana

12 POTERI E CONFLITTI 1 Le grandi potenze nel Seicento UNITÀ VI 384 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI La guerra tedesca link La pace di Augusta (pag. 270) Ritratto dell imperatore Mattia d Asburgo, dipinto del XVII secolo di autore anonimo. 1.1 I contrasti religiosi all interno dell impero Nel Seicento, le principali potenze europee furono per interi decenni in lotta tra loro. Lo scontro più importante fu la cosiddetta guerra dei Trent anni ( ), un conflitto gigantesco e complesso che coinvolse quasi tutti gli Stati del continente, ma ebbe il proprio tragico epicentro in Germania, al punto che i contemporanei, spesso, lo definirono «la guerra tedesca». Qui, all inizio del XVII secolo, i principali fattori di tensione erano i beni ecclesiastici; la pace d Augusta del 1555 aveva reso legittimi i numerosi espropri effettuati a danno della Chiesa dai principi divenuti protestanti. Quindi, si era stabilito che non dovessero essere restituiti al clero i beni secolarizzati (cioè confiscati) prima del Dopo questa data, però, non avrebbero dovuto più verificarsi confische o passaggi di alcun genere. Inoltre, la clausola denominata reservatum ecclesiasticum dichiarava che i principi ecclesiastici cattolici in caso di conversione alla Riforma avrebbero dovuto rinunciare ai propri benefici (cioè alle terre), cosa che non era avvenuta nella Germania settentrionale, dove vari vescovi si erano convertiti, ma avevano conservato il loro principato. Nel 1608, al confine con la Baviera esplose il caso di Donauwörth, una città-stato a maggioranza protestante, in cui la pace d Augusta aveva permesso la presenza di un prestigioso monastero cattolico. Quando i monaci chiesero di poter organizzare una processione, e il governo protestante della città negò il consenso, l abate si rivolse all imperatore Rodolfo II d Asburgo ( ), il quale ordinò al duca Massimiliano di Baviera (cattolico) di entrare in città per punire i protestanti. Era un precedente pericoloso, che fu accolto molto male dai riformati, già allarmati dal fatto che, dopo la tregua stipulata con i turchi nel 1606 (e quindi libero dal pericolo musulmano), l imperatore avrebbe potuto riprendere una politica aggressiva contro i propri avversari religiosi interni, per riportare l unità della fede nell area tedesca. Per contrastare ciò, nel 1608 fu fondata una lega degli Stati protestanti (Unione evangelica), guidati dal Palatinato (un principato, la cui capitale era Heidelberg). La risposta degli avversari venne nel 1609: una lega cattolica, guidata da Massimiliano di Baviera e sostenuta finanziariamente dal papa. A partire dal 1612, il nuovo imperatore Mattia d Asburgo si fece promotore della Controriforma nelle proprie terre ereditarie (ad esempio, il ducato d Austria). I problemi iniziarono a sorgere quando la nuova politica fu estesa anche alla Boemia (di cui Mattia era re); infatti, sebbene la pace di Augusta del 1555 avesse affermato che i sudditi di uno Stato avrebbero dovuto tutti seguire la fede del loro principe (cuius regio, eius religio), il protestantesimo si era ampiamente diffuso a Praga e nel resto della Boemia, al punto che, nel 1609, per evitare la guerra civile era stato necessario concedere ampia tolleranza alla religione riformata.

13 1.2 L inizio del conflitto Mattia regnò fino al 1619, quando venne sostituito da FerdinandoII( ). Entrambi erano ferventi cattolici (Ferdinando II era stato allievo dei gesuiti) e pertanto determinati a ridurre all obbedienza i nobili che, nei territori asburgici, si erano convertiti al protestantesimo. Per di più in Boemia (di cui Ferdinando era già re fin dal 1617) la fede più diffusa era il calvinismo, che non aveva ricevuto alcun riconoscimento dalla pace di Augusta. La Boemia divenne pertanto il laboratorio della confessionalizzazione asburgica, cioè dell azione controriformistica condotta dagli Asburgo e finalizzata a riportare i loro territori e, in prospettiva, l intera Germania all omogeneità religiosa. Nell inverno , Ferdinando impose una rigida censura su tutte le opere stampate a Praga e impedì ai non cattolici l accesso alle principali cariche pubbliche. Temendo che queste misure fossero l inizio di una campagna diretta a estirpare il protestantesimo dalla Boemia, i nobili cechi si ribellarono al sovrano. La provocatoria risposta riformata ebbe inizio il 23 maggio 1618, con la defenestrazione di Praga: due delegati imperiali, infatti, furono letteralmente buttati fuori da una finestra del palazzo reale. La corona di Boemia fu offerta a vari principi europei nemici degli Asburgo e infine accettata dal calvinista Federico V del Palatinato (ottobre 1619), che assunse la guida dell Unione evangelica. Per reprimere la rivolta boema, l Impero fu soccorso dall aiuto finanziario del papato e da quello militare della Spagna. La decisione di quest ultima di intervenire nella guerra nacque prima di tutto dalla convinzione che la casa d Austria fosse l unico vero alleato della monarchia spagnola; si tenga presente, infatti, che il governo di Madrid si considerò sempre come l alfiere e il campione della fede cattolica, di fronte agli eretici protestanti e agli infedeli musulmani. Forte dell appoggio spagnolo, Ferdinando II, con un esercito di circa uomini, si diresse verso Praga, che fu riconquistata nel 1620 (dopo la battaglia della Montagna Bianca, dell 8 novembre); a capo dell esercito imperiale stava il conte fiammingo Tilly. Ventisette nobili protestanti cechi furono giustiziati, mentre le loro terre furono vendute ai cattolici, che si arricchirono notevolmente; tra questi speculatori, troviamo anche Albrecht von Wallenstein, che acquisì 50 possedimenti, li organizzò in un ducato denominato Friedland e divenne governatore di Praga. A quel punto, la crisi coinvolse tutti i maggiori Stati tedeschi, in quanto i principi cattolici si schierarono con l imperatore, quelli protestanti con i ribelli boemi e con Federico V del Palatinato. Quando, a fianco dei riformati, nel 1625 scese in campo anche il re di Danimarca, l imperatore si trovò in gravi difficoltà a reclutare un esercito capace di sostenere l invasione danese; pertanto, autorizzò Wallenstein ad arruolare un nuovo tipo di milizia mercenaria. Fino a quel momento, le truppe erano state pagate in denaro da parte del sovrano che le utilizzava; la novità del sistema introdotto da Wallenstein consisté nel fatto che tutti gli oneri per il sostentamento dell esercito imperiale furono addossati alle terre che esso di volta in volta attraversava. Ogni villaggio e ogni città che l esercito imperiale incontrò sulla sua strada fu costretto a piegarsi a questo sistema dellecontribuzioni. A volte, fu istituito un sistema di preav- Imperatori cattolici ferventi Rivolta dei nobili cechi RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 1 pag. 413 Wenceslas Broczik, La defenestrazione di Praga, dipinto del XIX secolo. CAPITOLO Le grandi potenze nel Seicento

14 UNITÀ VI 386 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI LA PREVALENZA DELLA PARTE CATTOLICA ( , FASE BOEMA DELLA GUERRA DEI TRENT ANNI) Date Eventi 23 maggio 1618 Defenestrazione di Praga Ottobre 1619 Federico V del Palatinato diventa re di Boemia e guida dell Unione evangelica 20 dicembre 1620 Battaglia della Montagna Bianca: i cattolici sconfiggono i protestanti 1625 A fianco dei protestanti scende anche la Danimarca L imperatore incarica Albrecht von Wallenstein di formare un micidiale esercito di mercenari Giugno 1629 La libertà tedesca Il controllo del Baltico La Danimarca si ritira dal conflitto, i protestanti sono in svantaggio L imperatore emana l editto di restituzione: impone la religione cattolica nell Impero e restituisce alla Chiesa i beni precedentemente confiscati visi, lungo la linea di marcia delle truppe, per fare in modo che, all arrivo dell esercito, tutto fosse pronto; in genere, tuttavia, i soldati si davano al saccheggio più sfrenato, cosicché il passaggio delle truppe organizzate da Wallenstein ( soldati nel 1626, saliti a nel 1630) divenne una vera calamità per le comunità che dovettero subirlo. Il 7 giugno 1629, la Danimarca uscì dal conflitto. A quel punto, l imperatore Ferdinando II si sentì sufficientemente forte da emanare l editto di restituzione, costruito sulla base di una lettura restrittiva e filocattolica della pace di Augusta del Poiché la pace valeva solo per i firmatari della Confessione di Augusta,i calvinisti erano considerati eretici e banditi dall Impero; a Brema, a Magdeburgo e in altri sette vescovadi in Germania settentrionale, in nome del reservatum ecclesiasticum, occorreva che fosse restaurata la fede cattolica. Nell intero Paese, circa 500 conventi e monasteri furono restituiti alla Chiesa cattolica. Molti di questi beni religiosi, tuttavia, non tornarono ai vecchi proprietari (benedettini o cistercensi), ma furono assegnati ai gesuiti, ben più attivi nell azione antiprotestante. 1.3 Gustavo Adolfo di Svezia Anche molti principi cattolici guardarono all editto con preoccupazione, perché temevano che esso unito alla forza che l imperatore traeva dall esercito di Wallenstein fosse l inizio di un attacco in grande stile alla tradizionale autonomia degli Stati tedeschi e un primo passo in direzione dell egemonia cattolica. Nel 1630, Ferdinando fu costretto a cedere e l esercito fu sciolto, perché giudicato come una minaccia alla libertà tedesca, cioè ai diritti e alle prerogative dei principi, uno strumento capace di creare una monarchia o, peggio, una specie di dittatura militare. È significativo che, alla fine del 1629, sia stato un principe cattolico (l arcivescovo di Magonza, uno dei principi elettori) a chiedere la destituzione di Wallenstein. Questo fatto è segno che la nuova situazione allarmava tutti, al di là di ogni riflessione di natura confessionale. Il sogno di Ferdinando II, di poter procedere a una riorganizzazione dell Impero in senso centralistico e controriformistico, era già svanito prima dell intervento svedese, per ragioni interne al sistema imperiale tedesco. Resta il fatto che nel 1629, per la prima volta dopo secoli, l intera Germania era sottomessa all imperatore. Wallenstein, dal canto suo, coltivava un disegno quanto mai ambizioso; egli sognava un impero tedesco che, divenuto un unica vasta area economica e politica, fosse capace di porsi in posizione egemonica nel cuore dell Europa. Tale disegno, ovviamente, prevedeva poi che l Impero assumesse il completo dominio del mar Baltico, che nel Seicento era prevalentemente controllato, invece, dalle potenze protestanti. Per questo motivo, fu proprio il luterano re di Svezia Gustavo II Adolfo che, nell estate del 1630, intervenne per bloccare il progetto di Wallenstein. Il suo scopo principale non era di salvare la Riforma in Germania. La sua vera preoccupazione era che un impero forte, guidato da un sovrano dotato di un inedito potere decisionale, potesse interferire con gli interessi svedesi nel Baltico. L esercito del sovrano svedese era molto diverso da quello imperiale; siamo di fronte, infatti, al primo caso di coscrizione obbligatoria, poiché a ogni distretto del regno

15 era stato imposto di fornire un determinato contingente. Accanto a questa rivoluzione nel reclutamento, Gustavo Adolfo ne introdusse un altra, ancora più importante, nello schieramento tattico. Egli, infatti, potenziò ulteriormente il numero dei soldati che, nel quadrato, erano dotati di armi da fuoco; il quadrato stesso, nel contempo, fu decisamente snellito, col risultato che l unità fondamentale di combattimento guadagnò notevolmente in movimento e rapidità di manovra. Preoccupati per questa straordinaria potenza militare che calava sulla Germania, inizialmente i principi protestanti tedeschi non accolsero affatto Gustavo Adolfo come un liberatore, ma piuttosto guardarono a lui come a un intruso: anzi, come a un pericoloso aggressore. Tuttavia nell estate 1631, dopo il saccheggio di Magdeburgo da parte dei soldati imperiali, che provocarono vittime, i protestanti tedeschi capirono di non avere alternative: volenti o nolenti, dovettero schierarsi con il re di Svezia, che il 17 settembre 1631 sconfisse i cattolici a Breitenfeld; nel maggio 1632, Gustavo Adolfo entrò da trionfatore a Monaco di Baviera. Wallenstein fu immediatamente richiamato e nominato comandante supremo, con pieni poteri. Il 17 novembre 1632, i due eserciti si scontrarono a Lützen, ove morirono complessivamente uomini. Wallenstein si ritirò, ma il re di Svezia restò ucciso sul campo. Assunta la reggenza, fu il cancelliere svedese Axel Oxenstierna a proseguire la guerra, imponendo ai principi protestanti tedeschi di finanziarla. Wallenstein, cercando di approfittare della confusa situazione che si era creata, si sforzò di condurre una propria politica personale, negoziando la pace con la Svezia e con i protestanti: accusato di tradimento, fu ucciso il 25 febbraio Pochi mesi dopo, il 6 settembre, gli svedesi furono sgominati a Nördlingen dalle truppe imperiali e i principi protestanti dovettero firmare la pace di Praga (1635). LA FASE CENTRALE (O FASE SVEDESE) DELLA GUERRA DEI TRENT ANNI ( ) 1 IPERTESTO pag.419 Guerra e soldati nel XVII secolo Il secolo del soldato Maurizio di Nassau e Raimondo Montecuccoli Fortezze ed eserciti permanenti Ritratto di Gustavo Adolfo, re di Svezia dal CAPITOLO Le grandi potenze nel Seicento Date Estate 1630 Estate 1631 Eventi Gustavo II Adolfo di Svezia invade la Germania con esercito di soldati coscritti; i principi tedeschi protestanti lo considerano un pericoloso aggressore I principi tedeschi protestanti si schierano con la Svezia 17 settembre 1631 Battaglia di Breitenfeld: vittoria dell esercito protestante 17 novembre 1632 Battaglia di Lützen: vittoria dell esercito protestante; il re di Svezia muore 25 febbraio 1634 Omicidio di Wallenstein, accusato di tradimento per aver cercato la pace con i protestanti 6 settembre 1634 Battaglia di Nördlingen: le truppe imperiali sconfiggono gli svedesi Maggio 1635 Pace di Praga

16 UNITÀ VI 388 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI link La rivolta nei Paesi Bassi (pag. 336) link L organizzazione politica delle Province Unite (pag. 338) Dipinto che raffigura l esplosione di una nave spagnola attaccata da un veliero olandese nei pressi di Gibilterra nel Con questa azione gli olandesi volevano dimostrare di non temere la potenza spagnola, arrivando perfino ad affrontare il nemico nelle sue stesse acque territoriali. 1.4 La guerra tra Spagna eolanda La Spagna, come abbiamo visto, era intervenuta in Boemia a sostegno delle forze imperiali per reprimere la rivolta. Tuttavia, a fianco di questo problema, intorno al 1620 si profilò all orizzonte la ben più delicata questione olandese; la rivolta dei Paesi Bassi del 1566, in effetti, aveva portato alla nascita della Repubblicadelle Province Unite, nel Contro queste ultime, la Spagna aveva condotto per circa trent anni una dispendiosissima guerra; nel 1609 si era giunti a un armistizio che prevedeva una pausa di dodici anni. Alla scadenza di questa tregua, entrambe avrebbero deciso se intavolare negoziati, oppure riprendere il conflitto. Da parte spagnola, il problema principale consisteva nel fatto che la tregua del 1609 era stata conclusa a condizioni umilianti: gli spagnoli, ad esempio, avevano dovuto accettare di sbarrare la Schelda, cioè il fiume di Anversa, per garantire che il grande centro portuale fiammingo non avrebbe più cercato di risorgere quale concorrente di Amsterdam. Tutto ciò si diceva a Madrid aveva incrinato la credibilità e il prestigio della monarchia spagnola. Di conseguenza, allo scadere della tregua, nel 1621, sebbene la Spagna fosse già coinvolta nella guerra boema, si decise di aprire le ostilità anche sul fronte olandese. Si trattò di una decisione sofferta e ponderata, che non nasceva dall arrogante illusione di poter schiacciare l Olanda in breve tempo e con facilità. A Madrid tutti ricordavano bene le difficoltà incontrate dall esercito di Filippo II nell assediare le imprendibili città nemiche, mentre le navi olandesi disturbavano i collegamenti con la Spagna, o rapinavano i galeoni provenienti dall America, lasciando le truppe senza denaro o senza rifornimenti. Nel 1621, l obiettivo degli spagnoli era minimo: dopo alcune vittorie spettacolari, ottenere una pace più onorevole, capace di salvare la reputazione della monarchia. Tuttavia, sull altro versante, i margini di trattativa erano quanto mai ristretti, visto che, in Olanda, aveva preso il sopravvento la corrente favorevole allo scontro con la Spagna, sostenuta dai calvinisti più determinati e dalla casa d Orange. Tutti i sostenitori di una linea più moderata furono obbligati a dimettersi, a ritirarsi a vita privata o addirittura arrestati e condannati a morte.

17 1.5 Le difficoltà della Spagna A gestire la guerra contro l Olanda, preoccupato della reputazione della Spagna, fu soprattutto il ducadiolivares, che guidò il Paese come primo ministro dal 1622 al Oltre alle Province Unite, fu l Atlantico il grande teatro di questo scontro fra olandesi e spagnoli; per colpire il nemico nelle sue colonie americane, fu creata la Compagnia olandese delle Indie Occidentali, una società per azioni a fine commerciale finanziata soprattutto dai grandi mercanti olandesi che avevano aderito al calvinismo più estremista. Sebbene fosse modellata sulla gemella Compagnia delle Indie Orientali, creata nel 1602 per il grande commercio con l Estremo Oriente, il nuovo organismo si propose soprattutto di coordinare le operazioni di pirateria (a danno dei convogli che, dall America, portavano in Europa l argento delle miniere messicane e peruviane) e di conquistare terre in America, da cui fosse possibile importare canna da zucchero direttamente in Olanda. Nel 1628, il corsaro olandese Piet Heyn catturò l intera flotta spagnola di ritorno dall America, e si trattò dell unica volta che un impresa simile riuscì, nella lunga storia della pirateria atlantica. Per l Olanda, quella vittoria significò un favoloso bottino di 8 milioni di fiorini in argento, a cui vanno aggiunte altre ricchezze in oro, perle e sete; gli spagnoli, tuttavia, iniziarono a praticare anch essi la guerra di corsa, sia al largo di Dunkerque (un porto sulla Manica, da cui partirono molte incursioni contro i vascelli olandesi) sia nel Baltico. In questo settore, anzi, i successi dei corsari al soldo della Spagna furono tali che il prezzo del legname norvegese aumentò del 50 per cento tra il 1625 e il 1645, dal momento che la maggioranza delle lente navi cariche di tronchi fu intercettata e catturata. Nel 1642 fu catturato anche il convoglio che, dalla lontana Arcangelo (sul Mar Bianco, nella Russia settentrionale), trasportava ad Amsterdam pellicce di zibellino, ambra, ferro e altre merci tipicamente nordiche. AMERICA DEL NORD Compagnia olandese delle Indie Occidentali le parole Guerra di corsa Con questa espressione si indica un tipo di combattimento che ebbe luogo sugli oceani tra la metà del XVI secolo e la fine del XVII. I comandanti delle navi da corsa erano formalmente autorizzati dal governo del proprio Paese ad attaccare e depredare le navi dei Paesi avversari. In cambio dovevano versare alla Corona la metà del bottino. ASIA link La Compagnia olandese delle Indie Orientali (pag. 397) I DOMINI SPAGNOLI E OLANDESI NEL XVII SECOLO CAPITOLO Le grandi potenze nel Seicento AFRICA OCEANO PACIFICO OCEANO PACIFICO AMERICA DEL SUD OCEANO ATLANTICO OCEANO INDIANO Compagnia olandese delle Indie Orientali Domini spagnoli Rotte spagnole Domini olandesi Rotte olandesi

18 UNITÀ VI 390 RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 2 pag. 414 online PERCORSI di storia locale Masaniello e la rivolta napoletana Sforzi e problemi della monarchia spagnola Nobili e gabelle La rivolta di Masaniello La rivolta contro la monarchia spagnola Per entrambi i contendenti, dunque, i costi della guerra risultarono, alla lunga, eccessivi rispetto agli interessi in gioco; come era già accaduto a più riprese in passato, il governo spagnolo si trovò sommerso dai debiti e per due volte (nel 1627 e nel 1647) arrivò alla bancarotta, rifiutandosi di rimborsare i prestiti che i grandi finanzieri stranieri (soprattutto genovesi) avevano fornito alla Corona. Per racimolare denaro fu necessario aumentare le imposte in tutti i territori dell Impero; per di più, questo provvedimento fu spesso preso senza consultare gli organismi rappresentativi locali, che per tradizione avevano il diritto di discutere con il re l entità del prelievo fiscale. Si creò così un profondo malcontento, che accomunava sia i ceti subalterni (schiacciati dalle imposte e dai cattivi raccolti) sia le élite nobiliari, offese da quelli che consideravano soprusi e gravi violazioni delle usanze consuetudinarie; anzi, in Catalogna (1640), in Portogallo (1640) e a Napoli ( ) si arrivò alla ribellione apertanei confrontidel governospagnolo. Qui la rivolta iniziò il 7 luglio, guidata, all inizio, da un pescivendolo analfabeta noto come Masaniello. I ribelli riuscirono a ottenere l annullamento delle tasse più gravose da parte del viceré spagnolo e un amnistia generale. Masaniello fu assassinato dieci giorni dopo l inizio della sommossa; la rivolta, tuttavia, proseguì per circa nove mesi e venne definitivamente schiacciata il 5 aprile È vero che, in un primo tempo, i rivoltosi cercavano di presentarsi come fedeli sudditi del re, ostili solo ai funzionari locali, come rivela il grido di battaglia degli insorti napoletani: «Viva il re, abbasso il malgoverno». Tuttavia, non appena le truppe spagnole cercarono di riportare i ribelli all obbedienza, in genere si fece il passo in direzione della proclamazione dell indipendenza. E se a Napoli e in Catalogna la Spagna riuscì infine a schiacciare la rivolta, la repressione non ebbe successo in Portogallo, che tornò a essere uno Stato indipendente. IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro, La rivolta di Masaniello, 1647.

19 1.6 La fase francese e la pace di Westfalia Dal 1624 al 1642, la Francia fu retta con saldezza dal cardinale Richelieu, il quale aveva un fortissimo senso dello Stato e degli interessi della monarchia francese. Intorno al 1625, l alto prelato francese intuì lucidamente che una vittoria congiunta degli Asburgo di Spagna e d Austria avrebbe condannato la Francia a diventare un loro satellite; Richelieu, pertanto, riteneva che la partecipazione francese alla guerra tedesca fosse indispensabile. D altra parte, egli incontrò numerosi ostacoli sul suo cammino. A corte, infatti, la regina e numerosi altri personaggi influenti ritenevano che fosse assolutamente immorale, per uno Stato cattolico come la Francia, schierarsi al fianco di potenze protestanti come l Olanda e la Danimarca. Oltretutto, nel 1625 esplose una rivolta degli ugonotti francesi, insofferenti del fatto di dover prestare obbedienza a un sovrano cattolico. Per il cardinale ministro, l eliminazione di questa rivolta divenne una priorità assoluta: non poteva certo permettersi di entrare in guerra a fianco dei protestanti tedeschi e olandesi, e, contemporaneamente, in patria, dover combattere gli ugonotti. Così, venne posto un formidabile assedio alla principale roccaforte calvinista, la città marinara di La Rochelle, sull Atlantico. Essa fu espugnata nel 1628, dopo che più di degli assediati erano morti di fame o durante i combattimenti; al momento della resa, tuttavia, Richelieu vietò che la città fosse saccheggiata dai soldati del re e promise agli 8000 ugonotti superstiti piena libertà di culto, in cambio della loro fedeltà alla Corona. Sia in po- PROBLEMI E DIFFICOLTÀ DELLA FRANCIA NEL SEICENTO Difficoltà in politica estera La Francia è uno stato cattolico, guidato da un cardinale MA il suo principale avversario storico è la Spagna (cattolica) Situazione religiosa Il cattolicesimo è la religione ufficiale della Francia MA vi è un importante presenza calvinista (ugonotti) Difficoltà in politica interna Richelieu vorrebbe farguerraallaspagna MA i calvinisti francesi si ribellano al loro sovrano cattolico CAPITOLO i personaggi Richelieu Armand-Jean du Plessis de Richelieu ( ) proveniva da una famiglia nobile che voleva, inizialmente, destinarlo alla carriera militare, ma che decise poi di avviarlo a quella ecclesiastica. Nel 1622 fu nominato cardinale e, dal 1624, governò a fianco del debole Luigi XIII (figlio di Enrico IV), che non era in grado di dominare i disordini che sconvolgevano la Francia. Richelieu, in breve, prese il sopravvento sul re e creò una forma di dittatura personale, posta però al servizio della Corona. Egli riuscì a realizzare tre obiettivi: la rovina del protestantesimo in Francia; la riduzione dei privilegi della nobiltà, che venne sottomessa al re, con lo scopo di creare una monarchia assoluta; la lotta contro la casa d Austria. Armand-Jean de Richelieu, ritratto da Philippe de Champaigne, XVII secolo (Parigi, Louvre). Le grandi potenze nel Seicento STRATEGIE DI RICHELIEU Riportare all obbedienza gli ugonotti francesi Superare l opposizione della regina e dei nobili cattolici Dichiarare guerra alle potenze cattoliche, per impedire un egemonia spagnola in Europa

20 UNITÀ VI L EUROPA DOPO LA PACE DI WESTFALIA (1648) OCEANO ATLANTICO REGNO REGNO DI Madrid Lisbona PORTOGALLO DI REGNO DI SCOZIA REGNO DI REGNO SVEZIA REGNO D'IRLANDA DI DANIMARCA D'INGHILTERRA Amburgo Londra PROVINCE UNITE Osnabrück SPAGNA Algeri Parigi REGNO DI FRANCIA Mare del Nord Torino REGNO DI NORVEGIA WESTFALIA IMPERO ROMANO GERMANICO SVIZZERA AUSTRIA Milano Venezia Genova STATO D.CHIESA REGNO BOEMIA Repubblica di Venezia Roma REGNO REGNO DI DI Napoli SARDEGNA NAPOLI Palermo Tunisi REGNO DI SICILIA UNGHERIA Mar Mediterraneo D.TO DI PRUSSIA Belgrado Riga REGNO DI POLONIA IMPERO OTTOMANO Kiev IMPERO RUSSO Mosca UCRAINA Costantinopoli STATI BERBERI Creta Cipro Mar Nero Territori e confini dell'impero romano germanico Territori degli Asburgo di Spagna Territori degli Asburgo d'austria Impero ottomano Territori della Repubblica di Venezia 392 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Date Ottobre 1635 litica interna che in campo internazionale, pur essendo un cardinale cattolico, Richelieu mostrò dunque di voler essere, soprattutto, il degno erede di Bodin e di Enrico IV. Nell ottobre 1635, fu possibile il pieno coinvolgimento nella guerra dei Trent anni. L esercito francese colse il suo più brillante successo nel 1643, a Rocroi, nelle Ardenne, contro le truppe spagnole. I contendenti, però, erano sempre più esausti e provati da decenni di guerra. Pertanto, nelle due città tedesche di Münster e Osnabrück, dal 1644 si iniziarono a intavolare negoziati per porre fine ai vari conflitti che dilaniavano l Europa. Il risultato delle trattative fu la cosiddetta pace di Westfalia (la regione in cui si trovano le due città appena nominate) del 1648, che rappresentò un evento decisivo nella storia politica europea. In primo luogo, il trattato segnò la fine completa del disegno di chi come Wallenstein avrebbe voluto trasformare la Germania in una grande potenza politicamente unita; a ognuno dei trecento e più Stati che facevano parte dell Impero, infatti, fu concessa la LA FASE FRANCESE ( ) Eventi La Francia entra nel conflitto contro la Spagna e l Impero, al fianco dell Olanda e della Svezia 1643 ARocroi i francesi sconfiggono gli spagnoli 1644 Iniziano le trattative di pace nelle città tedesche di Münster-Osnabrück 1648 Pace di Westfalia più completa sovranità, con il risultato che il potere dell imperatore fu limitato ai soli possedimentidella casa d Austria.Sul piano religioso, il principio del cuius regio, eius religio fu esteso anche al calvinismo; d altro canto, va subito precisato che, nei principali Stati tedeschi, il crollo demografico (provocato dai saccheggi, dalle carestie e dalle epidemie) era stato talmente drastico che i sovrani concessero ai propri sudditi ampia tolleranza religiosa.

21 Battaglie che hanno fatto la Storia Rocroi, 19 maggio 1643 Nella prima metà del Seicento, i reggimenti dell esercito spagnolo erano considerati la migliore fanteria del mondo. Questi reparti comprendevano in genere 3000 uomini ed erano organizzati secondo il principio del tercio, percuiunterzodelletruppeera composto da uomini armati di picca, mentre i due terzi restanti erano formati da archibugieri. Durante la guerra dei Trent anni, Rocroi era una piazzaforte francese assediata dagli spagnoli ( uomini); per liberare la fortezza, i francesi inviarono un esercito di uomini guidato dal giovanissimo (22 anni) duca d Enghien (più tardi chiamato principe di Condé). La battaglia iniziò con uno scontro di cavalleria: daentrambele parti, però, i soldati a cavallo erano ormai armati di pistole. Avuta la meglio sul nemico, la cavalleria francese riuscì ad aggirare l esercito avversario e a prenderlo alle spalle. I fanti spagnoli rifiutarono di arrendersi e respinsero ben quattro cariche dei cavalieri nemici; infine, furono spazzati via da un brutale fuoco di artiglieria, sparato da cannoni portati a distanza estremamente ravvicinata dei quadrati spagnoli. Circa 8000 fanti spagnoli restarono sul campo, mentre altri 7000 furono catturati. I francesi ebbero comunque circa 4000 morti, e questo prova la tenacia della resistenza spagnola. La disfatta di Rocroi mise in luce il principale punto di debolezza del tercio spagnolo: la lentezzaneimovimenti.la potenza crescente dei cannoni, delle pistoleedei fucili stava trasformando la guerra da scontro tra uomini in lotta in cui i materiali e le macchine, sia pur lentamente, stavano assumendo il primato assoluto. Rocroi Falconetto, cannone di piccolo calibro trainato da unità di fanteria o di cavalleria. CAPITOLO Le grandi potenze nel Seicento Al centro di questo dipinto il duca d Enghien, futuro principe di Condé, alla battaglia di Rocroi.

22 UNITÀ VI 394 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 3 pag. 415 RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 4 pag. 416 Philippe de Champaigne, Il cardinale Mazzarino. «Chi mai ha più voglia commenta Giorgio Spini tra i principi tedeschi, di costringere i propri sudditi ad emigrare per motivi religiosi, dato lo spopolamento generale in cui versa il Paese? Se mai, vi sarà qualcuno che farà il contrario, che garantirà cioè franchigie religiose speciali, a chi venga ad abitare nei suoi Stati!». Il papato cercò invano di opporsi alla situazione di tolleranza di fatto che venne a crearsi in Germania, e pertanto proclamò i trattati della pace di Westfalia invalidi e nulli; le stesse potenze cattoliche, tuttavia, accolsero con freddezza e indifferenza le proteste della Chiesa: nessuno, ormai, aveva più né l intenzione né la forza di combattere guerre per motivi religiosi. In questo contesto, si spiega anche la decisione spagnola di riconoscere ufficialmente l esistenza della Repubblica delle Province Unite, come Stato libero e sovrano, e di intraprendere con essa regolari relazioni commerciali. Per la Spagna, tuttavia, la guerra finì davvero solo nel 1659, quando firmò con la Francia la pace dei Pirenei. 1.7 La Francia di Mazzarino Nonostante le numerose vittorie, il successore di Richelieu alla guida della Francia in qualità di primo ministro il cardinale italiano Giulio Mazzarino ( ) si trovò di fronte ai medesimi problemi che assillavano la monarchia di Madrid. La guerra divorava tutte le risorse del regno, rendendo indispensabile un aumento della tassazione e del prelievo fiscale che tra il 1620 e il 1650 aumentò di circa sei volte. In varie regioni del regno, ciò provocò l esplosione di ribellioni e di sommosse,che a volte furono pure fiammate di collera contadina, disorganizzate e prive di sbocchi, ma in certi casi furono guidate da grandi e potenti figure dell alta nobiltà. L episodio più famoso di quest ultimo tipo di ribellione fu denominato Fronda (dal francese fronde, fionda) e si verificò negli anni , quando i rivoltosi cacciarono da Parigi il giovane re Luigi XIV e il primo ministro, mettendo in pericolo non solo il potere di Mazzarino, ma la stessa monarchia. Non si voleva si faccia attenzione instaurare una repubblica ed eliminare la monarchia; i nobili che guidavano il moto, però, avrebbero voluto condizionare potentemente il potere del sovrano, cioè impedirgli di essere l arbitro unico e assoluto della vita politica del regno. Sebbene costretto, in un primo momento, ad abbandonare Parigi, il cardinale italiano riuscì tuttavia a sconfiggere i propri avversari nel 1653 e a rientrare da trionfatore nella capitale. Va ribadito, tuttavia, che la vittoria non fu tanto di Mazzarino, nella sua qualità di ministro e di uomo di Stato; il significato storico della sconfitta della Fronda, piuttosto, consiste nella definitiva disfatta delle aspirazioni dell aristocrazia francese, che voleva condividere col re la gestione dello Stato. Intorno alla metà del Seicento, i nobili di Francia potevano ancora pensare di riuscire a limitare il potere del loro sovrano, allo stesso modo in cui diversi secoli prima i baroni inglesi avevano imposto al re d Inghilterra la Magna Charta Libertatum. Dopo la sconfitta della Fronda, la Francia si avviò, invece, nella direzione dello sviluppo incontrastato dell assolutismo regio, che nell azione di governo di Luigi XIV ( ) avrebbe trovato la propria espressione più completa e dispotica.

23 2 L egemonia economica dell Olanda ECONOMIA, DEMOGRAFIA E SOCIETÀ 2.1 Le basi della supremazia olandese Esaminando la guerra dei Trent anni, abbiamo incontrato alcuni esempi della prosperità e della potenza commerciale di Amsterdam e dell Olanda, che a partire dal 1620 divennero il centro vitale dell economia europea; fino ad allora, diverse città del Nord Europa (Bruges e Anversa) e della regione mediterranea (Genova e Venezia) si erano disputate la leadership, cioè avevano tentato in vari modi di far gravitare intorno a sé l asse del grande commercio e della finanza internazionali. Fino al 1620 circa, il Sud dell Europa, cioè l area legata al Mediterraneo, aveva sostanzialmente diretto il gioco, mentre il Nord aveva dovuto costantemente rincorrere. Dal XVII secolo, la situazione si capovolse: le aree economicamente più prospere e dinamiche furono quelle affacciatesull Atlantico, nella parte settentrionale del Vecchio Mondo. E si trattò, questa volta, di un mutamento definitivo e irreversibile: quando Amsterdam, intorno al 1750, perse il proprio predominio, l egemonia passò a Londra e all Inghilterra, cioè a un altro Paese nordico e atlantico, che fin dalla metà del Seicento aveva tentato di strappare agli olandesi la loro supremazia marittima, commerciale e finanziaria. Solo con estrema lentezza i contemporanei si accorsero del fatto che la piccola Olanda si avviava, passo dopo passo, al dominio economico del mondo; in effetti, all i- Crisi del mondo mediterraneo CAPITOLO Olanda, la più potente delle Province Unite, è raffigurata come un leone rampante armato di spada in questa mappa del cartografo Nicholas Vissher del 1648, decorata con una cornice che in alto illustra i costumi tipici di contadini, nobili e mercanti olandesi e ai lati le maggiori città olandesi. L egemonia economica dell Olanda

24 UNITÀ VI 396 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Attività umili, ma vantaggiose Navi-fabbrica Industria tessile nizio, la ricchezza olandese poggiò su attività relativamente povere e poco spettacolari, seguendo un percorso analogo a quello di Venezia, che prima di lanciarsi nel grande commercio con l Oriente si era arricchita vendendo nell entroterra il sale ricavato dalle acque dell Adriatico. Per l Olanda, fu la pescadelle aringhe nel Mare del Nord, al largo delle coste inglesi, l attività di base che permise di raccogliere quei capitali che poi, in un secondo momento, sarebbero stati investiti in attività sempre più lucrose e ramificate nello spazio. Fin dal Quattrocento, i marinai olandesi avevano costruito il cosiddetto haringbuis, un tipo particolare di battello capace di tirare una grande rete a strascico. Nel contempo, i larghi ponti dell haringbuis permettevano di procedere alla pulitura e alla salatura immediata del pesce. La creazione di questa nave-fabbrica permise alle imbarcazioni di allontanarsi sempre più dalle spiagge olandesi, cioè di restare fuori dai porti per sei-otto settimane, mentre altre navi più piccole e veloci tornavano periodicamente a terra con il prodotto già salato e stivato negli appositi barili, pronto per la vendita. La pesca delle aringhe era chiamata la grande pesca; intorno alla metà del Seicento, infatti, ogni anno vi prendevano parte circa 1500 battelli, per un totale di pescatori e barili di pesce. A fianco di questa pesca ve ne erano altre, di minore entità; al largo dell Islanda, ad esempio, si pescava il merluzzo, mentre in tutti i mari del Nord, a partire dal 1585 (allorché appresero la tecnica dell arpionamento), gli olandesi divennero eccellenti cacciatori di balene. Nel solo 1697, 128 vascelli partirono dai porti olandesi, per dedicarsi a questa lucrosa attività, e riuscirono a uccidere 1255 cetacei, da cui si ottennero barili di grasso, destinato a uso industriale. 2.2 Il commercio olandese in Europa Quanto ricavato nella grande pesca e nelle altre attività di minore entità veniva rivenduto in tutta l Europa, ma soprattutto trovava collocazione nelle regioni che si affacciavano sul Baltico, insieme ai prodotti dell industria tessile, fiorente soprattutto nella zona di Leida. Noti con il nome inglese di new draperies, questi tessuti poco elaborati e poco costosi erano acquistati soprattutto dalle popolazioni povere della Germania e del Nord Europa. In cambio, gli olandesi si rifornivano nelle terre che si affacciavano sul Baltico di tutte le materie prime che esse tradizionalmente offrivano: cereali (nelle regioni tedesche e polacche), legname (in Scandinavia) e altri materiali essenziali per la costruzione di navi e di vele. La possibilità di importaresenza difficoltà grandi quantità dicereali liberò l agricoltura olandese dall esigenza di coltivarli, sciogliendola da quello che ovunque in Europa era il compito primario del settore agricolo: provvedere alla sopravvivenza della popola- Mare I PUNTI DI FORZA DELL ECONOMIA OLANDESE Agricoltura e allevamento Commercio Industria Pesca delle aringhe Piante per la produzione di coloranti Grano dal Baltico Produzione e rifinitura di tessuti Caccia alle balene Tulipani e frutteti Spezie dall Oriente Cantieri navali Pesca del merluzzo Bovini Canna da zucchero dall America Raffinazione dello zucchero

25 zione. In Olanda, agli agricoltori fu possibile specializzarsi nella produzione delle piante industriali quali il lino, la canapa e il luppolo, che si rivelarono particolarmente redditizie. Soprattutto, però, i contadini olandesi divennero i principali produttori di piante utili per la produzione di coloranti: ciò permise loro di acquistare new draperies inglesi bianche, a prezzo stracciato, per poi rivenderle colorate e rifinite a prezzi molto più elevati. Ottimi profitti garantiva la coltivazione dei tulipani, un prodotto di lusso originario della Turchia, che restò sempre un piacere aristocratico nelle sue varietà più pregiate, anche se dal 1630 i tipi più ordinari divennero accessibili all uomo comune. L agricoltura olandese si specializzò anche nell allevamento intensivo dei bovini (da cui ricavare latte e carne) e nella coltivazione di frutteti. Ciò garantì agli olandesi per tutto il Seicento una situazione alimentare straordinariamente prospera, se confrontata con quelle degli altri Paesi europei, arricchita anche dall arrivo di prodotti esotici, quali la canna da zucchero, proveniente dall America, di cui gli olandesi divennero i principali raffinatori. L arrivo massiccio e costante di cereali dal Baltico fece di Amsterdam il maggiorecentro di distribuzione granaria di tutta l Europa, compreso il regno di Spagna, che nei momenti di carestia più critici dovette ricorrere a fornitori di quella medesima Olanda che, sul piano politico e militare, costituiva il suo più pericoloso avversario. Per via del tutto pacifica, l Olanda riuscì a compiere una notevole e metodica opera di drenaggio di argento spagnolo, che poi veniva investito in svariate e lucrose attività. Analogamente, fu il commercio dei grani ad aprire alle navi olandesi le porte del Mediterraneo: a partire dal , in quest area furono effettuate regolari spedizioni di granaglie, cui seguirono, dal 1610, anche invii di tessuti e altri manufatti, capaci di far concorrenza sui mercati del Levante ai prodotti italiani o veneziani. Infine, le relazioni con l impero turco divennero regolari e consistenti, con il risultato che l Olanda surclassò completamente Venezia nell importazione in Europa di prodotti di lusso provenienti dal Medio Oriente, imponendosi come protagonista del grande commercio internazionale. 2.3 Il commercio con l Oriente e la potenza navale Oltre ai veneziani, i principali antagonisti economici degli olandesi furono i portoghesi. Nel 1580, Filippo II aveva imposto al Portogallo la dominazione spagnola. Gli olandesi videro in tale unione un eccellente pretesto per attaccare ipossedimentiportoghesi in Asia e in America. L offensiva più riuscita avvenne in Oriente, ove la concorrenza olandese iniziò in modo relativamente pacifico; tuttavia, man mano che si resero conto della debolezza dell avversario, gli olandesi si fecero sempre più decisi a prendere, nella terra delle spezie, il posto dei portoghesi. Questa determinazione trovò, dal 1602, un eccellente strumento operativo nella Compagnia delle Indie Orientali, una società per azioni finanziata dai maggiori mercanti olandesi e dunque dotata di enormi capitali, capace di organizzare la costruzione, in Asia, di un vero impero commerciale. Le principali basi portoghesi furono conquistate con una lenta operazione, che ebbe i suoi momenti più significativi nel 1605 (allorché fu espugnata la fortezza di Ambon, nelle isole Molucche, allora dette Isole delle Spezie) e nel 1641, quando fu presa Malacca (importante passaggio marittimo sull Oceano Indiano). Dalla metà del Seicento, gli olandesi restaronogli unici importatori di spezie in Occidente. Forti di questo regime di monopolio, riuscirono a indirizzare l economia di intere regioni dell Asia; come già aveva fatto Venezia nei suoi possedimenti del Mediterraneo, in alcune regioni si impose un vero regime di monocoltura. In diverse isole, tutta la terra coltivabile fu adibita alla produzione di spezie pregiate, destinate all esportazione verso l Europa, al punto che queste stesse località si trovarono nella necessità di dover dipendere dall esterno persino per le loro necessità alimentari più immediate. Un nuovo tipo di agricoltura RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 5 pag. 417 L argento spagnolo nelle casse degli olandesi link L impero commerciale portoghese in Asia (pag. 184) Monopolio dell importazione delle spezie CAPITOLO L egemonia economica dell Olanda

26 UNITÀ VI 398 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Noli marittimi a basso costo Una flotta imponente Poiché i manufatti europei, fino al Settecento inoltrato, non furono apprezzati dagli orientali, l acquisto delle spezie e di tutti gli altri prodotti orientali andava pagato in argento. Per frenare questo drenaggio di metallo prezioso verso est, gli olandesi si introdussero come mediatori all interno delle varie economie asiatiche, offrendo i loro servizi di esperti e affidabili trasportatori di merci. Un operazione simile fu condotta dagli olandesi anche in Europa, e il basso costo con cui noleggiavano le loro imbarcazioni contribuì a sua volta a trasformare l Olanda nella principale potenza economica del Seicento. Le navi olandesi erano prodotte in maniera industriale, nel senso che i cantieri procedevano alla produzione di modelli standardizzati e facevano uso di tutte le risorse tecniche a loro disposizione (dalle segherie a vento alle grandi gru, capaci di spostare il legname). In tal modo, gli olandesi riuscirono a contenere al massimo il costo di produzione delle navi; se a questo si aggiunge che i loro marinai erano in grado di governare le navi con equipaggi ridotti sul piano numerico e che il vitto a bordo (pur eccellente quanto ad apporto calorico) era in genere più frugale di quello consumato dai marinai (e dagli ufficiali) di altri Paesi, ben si comprende come la flotta mercantile olandese si sia imposta, nel corso del Seicento, come la signora incontrastata dei traffici marittimi. Come nota lo storico Immanuel Wallerstein, «la flotta olandese dominò il trasporto mondiale di merci del XVII secolo. Essa crebbe di dieci volte dal 1500 al Nel 1670, gli olandesi trasportavano un tonnellaggio di tre volte superiore a quello inglese, e più del tonnellaggio di Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna e Germania insieme». In cifre assolute, secondo fonti francesi, la potenza marittima olandese, nel 1669, assommava a circa 6000 navi e marinai. La Compagnia delle Indie Orientali Nel 1718, un resoconto pubblicato ad Amsterdam offrì un immagine straordinariamente completa ed efficace della Compagnia delle Indie Orientali: si trattava di una vera grande potenza, fortissima anche sul piano militare. La Compagnia fu poi sciolta nel Gli olandesi si procurarono tutte queste merci [le spezie] per lungo tempo a Lisbona, dove quelle si trovavano in abbondanza; se non che, essendo stata unita nel 1580 la corona del Portogallo a quella di Castiglia, le persecuzioni che seguirono contro di loro negli stati sotto la dominazione di Filippo II, li obbligarono ad abbandonare questo commercio, e furon causa che essi iniziassero la ricerca per loro conto nelle Indie di quelle mercanzie che erano abituati a prendere dai portoghesi. [ ] Agli inizi niente contribuì tanto al loro buon successo quanto l accoglienza favorevole che ricevettero presso diversi principi indiani, nemici segreti dei portoghesi. Poiché l orgoglio di questi, la loro tirannia, lo zelo indiscreto dei loro missionari avevano suscitato contro i portoghesi un gran numero di nemici, che da lungo tempo attendevano soltanto l occasione per dichiararsi contro di loro. Un inglese (questa testimonianza non può essere sospetta) dice che gli olandesi mantennero una condotta molto prudente, e non fecero nulla contro gli indiani, ai quali non hanno mai imposto contribuzioni, come facevano i portoghesi, contentandosi di stabilire il loro commercio sulla rovina di quello portoghese. Varie compagnie olandesi commerciarono separatamente con le Indie fino all anno 1602, quando gli Stati Generali giudicarono opportuno di unirle insieme affinché fossero in grado di resistere agli attacchi degli spagnoli e dei portoghesi e di attaccarli a loro volta, se fosse stato necessario. Fu da queste diverse compagnie che fu creata la Compagnia Generale delle Indie Orientali, che, sola, poteva navigare per la durata di venti anni al di là del Capo di Buona Speranza e dello Stretto di Magellano. Il suo patrimonio, che fu di circa fiorini, è stato così ben amministrato da questi abili mercanti, che hanno distrutto il grande impero e il grande commercio di cui i portoghesi godevano nelle Indie, tanto che si sono impadroniti dell uno e dell altro e vi hanno fondato uno stato la cui potenza può essere paragonata a quella della loro repubblica in Europa. [ ] La Compagnia olandese per mantenere il suo commercio nelle Indie Orientali, conservarsi tutti i territori, tutte le piazze e tutti gli uffici o stabilimenti che vi possiede mantiene cen-

27 Rotte olandesi Porti sotto controllo olandese GIAPPONE IL DOMINIO DELLE COMPAGNIE COMMERCIALI OLANDESI IN ORIENTE DOPO IL 1600 Aden Ormuz CINA Amoy Chinsura Canton Zeelandia Diu INDIA Calcutta Macao Bombay Goa Cochin Madras Negapatam Ayutthaya Manila OCEANO PACIFICO Madagascar Mauritius OCEANO Colombo INDIANO Malacca ARCIPELAGO MALESE Stretto della Sonda da Amsterdam a Batavia Ambon Macassar Isole delle spezie (Molucche) Batavia Timor AUSTRALIA ancora sconosciuta nel 1713, tranne per il contorno generale della costa occidentale Capo di Buona Speranza documenti CAPITOLO tottanta navi da trenta fino a sessanta cannoni e tiene al suo soldo più di venticinquemila uomini, ufficiali, soldati e marinai. Mantiene in tutte le Indie dodicimila uomini di truppe regolari, ma in ogni piazza dove vi è guarnigione olandese vi sono sempre molte persone del paese [mercenari indigeni, n.d.r.] che portano le armi e che assumono il comando quando bisogna battersi. Si pretende che in questi vari paesi, la Compagnia abbia, oltre le sue truppe regolari, più di centomila uomini che sappiano maneggiare il fucile. [ ] La Compagnia in tempo di guerra aumenta le sue armate di mare e di terra, e può facilmente, oltre le sue navi ordinarie, armarne ancora quaranta delle più grandi. Vi è più d una testa coronata in Europa che stenterebbe a fare lo stesso. Tuttavia tutta la così grande potenza che questa famosa Compagnia ha nelle Indie, non è altro che l opera d un piccolo numero di sessanta abili e grossi mercanti, fermi e costanti nelle loro imprese e ai quali non manca niente per essere dei veri e propri sovrani se non l indipendenza dagli Stati Generali: fuori di ciò, questa celebre compagnia è considerata come sovrana ed assoluta, sia in Olanda che dappertutto, poiché essa nomina i magistrati, gli ammiragli, i generali tutti, i governatori. Essa invia e riceve ambasciatori di re e principi sovrani, fa la pace e la guerra quando le aggrada, rende giustizia e ha istituito degli ufficiali per renderla sovranamente e in ultima istanza a suo nome, punisce i crimini e li assolve, dà ricompense degne della grandezza dei re, fonda numerose colonie, costruisce molte fortezze, arruola truppe, mantiene armate e grosse guarnigioni, equipaggia flotte navali in guerra e fa battere moneta. È facile vedere da tutti questi dettagli che il commercio delle Indie dà degli immensi guadagni alla Compagnia, poiché, oltre le ripartizioni che si fanno ogni anno agli azionisti, provvede a tutte le spese esorbitanti che è obbligata a fare nelle Indie e nell Europa, per il pagamento di tutti i suoi ufficiali, direttori, commessi ed impiegati, soldati e marinai, fortificazioni e munizioni di tutte le sue piazze e ad un infinità di altre spese per la costruzione, nolo e approvvigionamento di moltissime navi e di altri bastimenti, per il mantenimento e l aumento delle sue forze marittime. F. GAETA, P.VILLANI, Documenti e testimonianze, 1.I grandi problemi della storia medioevale e moderna nei testi originali e nelle interpretazioni critiche, Principato, Milano 1980, pp Quali eventi politici spinsero gli olandesi a ricercare per conto loro, in Oriente, le spezie? Quale potenza europea, in Oriente, fu eliminata dalla scena politica ed economica, a seguito del successo degli olandesi? L egemonia economica dell Olanda

28 UNITÀ VI 400 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI La superiorità delle navi olandesi Nel 1696, una relazione stesa in Francia cercò di individuare le ragioni per cui le navi olandesi risultavano migliori e più convenienti di quelle fabbricate negli altri Paesi d Europa. Gli olandesi navigano quasi esclusivamente per il commercio con mercantili che fanno scortare in tempo di guerra da fregate [navi da combattimento, n.d.r.] armate. Sono grandi vascelli con enormi stive capaci di contenere molte mercanzie, brutti velieri in verità, ma in grado, nonostante la costruzione molto pesante, di resistere meglio al mare, e per i quali non occorrono tanti uomini equipaggiati [necessari per formare l equipaggio, n.d.r.] come per gli altri vascelli. I francesi sono costretti a mettere quattro o cinque uomini di equipaggio sulle navi da venti a trenta tonnellate per farle navigare, mentre gli olandesi ne mettono al massimo due o tre; su una nave dalle centocinquanta alle duecento tonnellate, i francesi mettono dieci o dodici uomini, gli olandesi sette o otto. I francesi mettono diciotto, venti o anche venticinque uomini su una nave di duecentocinquanta, trecento o quattrocento tonnellate, gli olandesi ne mettono dodici, sedici o al massimo diciotto. Il marinaio francese riceve 12, 16, 18 o 20 lire di salario al mese, mentre l olandese si accontenta di lire, e gli ufficiali in proporzione. Per il vitto dei marinai francesi occorrono pane, vino, biscotto di puro frumento, che sia bello bianco, carne fresca e salata, merluzzo, aringa, uova, burro, piselli e fave; quando mangiano pesce, bisogna che sia condito, e inoltre lo vogliono solo nei giorni di magro [nei giorni in cui la Chiesa cattolica vietava di mangiare carne, n.d.r.]. Gli olandesi si accontentano di birra, pane e biscotto di segala spesso molto nero, ma di sapore eccellente, di formaggio, uova, burro, un po di carne salata, piselli e semola, e mangiano molto pesce secco non condito, tutti i giorni, senza distinzione tra i magri e i grassi [anche nei giorni in cui le autorità religiose consentirebbero il consumo di carne, n.d.r.], il che costa molto meno della carne; i francesi, di temperamento più caldo e attivo, fanno quattro pasti; gli olandesi, più freddi, ne fanno due o al massimo tre. I francesi fabbricano le navi in legno di quercia inchiavardato di ferro, il che costa molto; la maggior parte delle navi olandesi, e soprattutto quelle che navigano non lontano dalla Francia, sono fatte di abete e inchiavardate in legno, e, benché grandi il doppio, costano, a costruirle, la metà delle nostre. Anche il sartiame costa meno, e inoltre sono più vicini al Nord, dal quale traggono il ferro, le aringhe, la canapa per i cavi e le gomene, che fabbricano essi stessi, così come la tela per le vele. F. BRAUDEL, Civiltà materiale, economia e capitalismo (secoli XV-XVIII), III. I tempi del mondo, Einaudi, Torino 1982, pp , trad. it. C. VIVANTI documenti Nell individuazione delle ragioni della superiorità navale olandese, metti in evidenza i seguenti aspetti: a) qualità e costi delle costruzioni navali; b) numero di marinai che costituivano l equipaggio; c) salario e vitto dei marinai. Abraham Storck, Il porto di Amsterdam, dipinto del XVII secolo.

29 2.4 Lo scontro con portoghesi e inglesi A partire dal 1623, l Olanda cercò di espellere i portoghesi anche dal Brasile, ove essi avevano trapiantato la coltura della canna da zucchero; questa veniva coltivata in grandi piantagioni, lavorate da schiavi neri che gli stessi portoghesi importavano dall Africa. Pertanto, l offensiva degli olandesi si diresse contemporaneamente in due direzioni: da un lato essi tentarono di sottomettere le ricche regioni saccarifere del Nord-Est, mentre dall altro occuparono le basi che, sulla costa della Guinea, permettevano di rifornirsi di schiavi africani. Sebbene sia difficilissimo, in questo campo, fornire stime precise, secondo alcuni studiosi, durante il periodo , nelle zone del Brasile che erano passate sotto il controllo olandese, furono sbarcati più di schiavi. L occupazione delle zone produttrici di zucchero diede un eccezionale impulso all industria della raffinazione di tale prodotto in Olanda, al punto che la sola Amsterdam ospitò ben venticinque raffinerie. Il dominioolandese in Brasile, tuttavia, non fu mai stabile esolido; i portoghesi, infatti, restarono padroni dell interno del Paese e condussero una costante opera di guerriglia finalizzata a cacciare i nuovi arrivati. La conservazione del Brasile finì per inghiottire più denaro di quanto non ne producesse lo zucchero, cosicché l Olanda abbandonò quel lontano Paese nel Tale sconfitta non significò la fine della presenza economica olandese in America, in quanto il fabbisogno dell industria di raffineria aveva spinto a impiantare nuove piantagioni in varie isole dei Caraibi, tra cui ricordiamo le Barbados, controllate dall Inghilterra, ove nel 1651 si contavano schiavi i luoghi Brasile I primi europei a toccare il Brasile furono i portoghesi, nel Il nuovo dominio, tuttavia, fu a lungo trascurato e non valorizzato. Nel 1567, venne sventato un tentativo di infiltrazione da parte di un gruppo di ugonotti francesi e il luogo in cui essi si erano insediati venne ribattezzato Rio de Janeiro. Il vero sviluppo del Paese iniziò verso la fine del Cinquecento con l introduzione della canna da zucchero. Il numerodellepiantagionipassò da 30 (nel 1576) a 76 (nel 1584) a 180 (intorno al 1625). Di qui l interesse degli olandesi e la loro decisione di conquistare il Paese, in modo da inserirlo nella periferia del vasto circuito commerciale che ruotava intorno ad Amsterdam. Il tentativo di impadronirsi del Brasile Schiavi neri dediti a diverse attività in una piantagione di canna da zucchero in Brasile. Circa la metà degli schiavi lavorava nei campi: bisognava dissodare la terra, seminare e tagliare la canna da zucchero. Il resto della schiavitù si occupava della macinazione, della raffinazione, del trasporto e della vendita al mercato. Alcuni schiavi lavoravano poi nella casa del padrone o come artigiani. CAPITOLO L egemonia economica dell Olanda

30 UNITÀ VI 402 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Una fabbrica olandese nel golfo del Bengala, in Asia, dipinto del 1665 (Amsterdam, Rijksmuseum). neri impiegatinella produzione saccarifera. Intorno alla metà del Seicento malgrado lo scacco subito in Brasile si può parlare di una vera e propria egemonia olandese nel commercio mondiale; resisi conto di tale supremazia, i governi dei vari Stati europei cominciarono a cercare dei rimedi e degli strumenti capaci di difendere le proprie economie nazionali. Tra i provvedimenti più efficaci dobbiamo ricordare i cosiddetti atti di navigazione, emanati a più riprese (a partire dal 1651) dal Parlamento inglese. Con questi decreti, si voleva colpire l eccezionale capacità olandese di accaparrarsi la maggior parte dei noli marittimi e si tentò di dare impulso alla produzione cantieristica britannica. Il Parlamento, pertanto, ordinò che le merci importate in Inghilterra fossero trasportate esclusivamente su navi inglesi o su navi del paese di produzione delle merci stesse. A questa provocazione degli inglesi, gli olandesi risposero con la guerra, che esplose a due riprese, nel 1652 e nel ; mentre il primo conflitto si risolse con la sconfitta olandese, il secondo vide la flotta delle Province Unite saccheggiare numerosi porti sulla costa inglese, compresi quelli alla foce del Tamigi. Nel 1667, pertanto, si arrivò ad una pace di compromesso (trattato di Breda), con la quale gli inglesi accettarono che almeno le merci prodotte in Germania e indirizzate dai mercanti tedeschi ai porti delle Province Unite potessero essere importate in Inghilterra dalle navi olandesi; i diversi atti di navigazione emanati a partire dal 1651, però, restarono in vigore. Senz altro, il declino della potenza commerciale ed economica olandese era ancora lontano; le guerre degli anni 1652 e , tuttavia, segnarono una svolta importante, nel senso che videro per la prima volta profilarsi all orizzonte una grande potenza l Inghilterra, appunto capace di rivaleggiare con l Olanda e di insidiarne l egemonia nel campo del grande commercio internazionale. L OLANDA CONTRO LE ALTRE POTENZE EUROPEE Date Spagna Portogallo Inghilterra 1566 Inizio della rivolta dei Paesi Bassi 1580 Filippo II di Spagna, re del Portogallo 1581 Indipendenza delle Province Unite 1602 La fondazione olandese della Compagnia delle Indie Orientali danneggia economicamente il Portogallo TreguatraSpagnaeProvinceUnite Guerra tra Spagna e Province Unite Occupazione olandese del Brasile Atti di navigazione

31 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 [ ] Si dava per scontato che Dio intrattenesse con la dinastia asburgica una relazione in qualche modo speciale. L ideologia politica Egli donava forza e vittoria al sovrano che lo onorava; ma della Spagna nel Seicento sapeva anche punire con la disfatta i peccati del Il principale obiettivo politico della Spagna monarca, come Filippo IV dovette amaramente scoprire. nel Seicento era la difesa della propria reputazione di grande potenza. Nel contempo, il re di Spagna si assunse il com- NessunodubitavacheilrediSpagna derivasse direttamente da Dio la pito di difendere la fede cattolica contro gli eretici riformati. Costretta a sua autorità, ma questa non si manifestava nelle particolari forme combattere su troppi fronti, la monarchia spagnola uscì dissangua- cheinaltrepartid Europasiera invece soliti associare al favore ta dalla guerra dei Trent anni. divino. Il re di Spagna, per esempio, non possedeva virtù taumaturgiche: gli Spagnoli malati si indirizzavano a Parigi, non a Madrid, per venire sanati dalla scrofola. In Castiglia, inoltre, la cerimonia dell incoronazione era caduta in desuetudine fin dal L erede al trono riceveva semplicemente l omaggio dovuto al sovrano; per Su quali basi ideologiche giustificava la propria esistenza l impero conosciuto come la Monarchia spagnola? V era in primo luogo il sentimento di una missione globale da compiere, concepita in termini sia religiosi che dinastici. Le pretese universalistiche erano tradizionalmente appannaggio [prerogativa, caratteristica tipica, n.d.r.] del Sacro Romano Impero, retto da un ramo cadetto [minore, collaterale, n.d.r.] della casa d Austria. Ma di fatto l autentico impero globale era la Monarquia española, che poteva a buon diritto presentarsi come la maggior potenza planetaria. Agli uomini che ressero le sorti della Spagna nel XVI secolo sembrava chiaro che solo lo speciale favore di Dio aveva permesso al loro sovrano di conquistare e reggere un impero quale non si era mai visto, l impero sul quale non tramontava mai il sole. La promozione della causa di Dio diveniva così la giustificazione ultima del predominio spagnolo e dell egemonia della Casa d Austria. Il sovrano di Madrid aveva dunque una missione da adempiere: preservare, difendere ed estendere la fede cattolica, agendo di concerto con il ramo austriaco della dinastia come il braccio armato della Chiesa di Roma. Se questa missione fosse stata portata avanti con l impegno e la dedizione necessarie, il mondo sarebbe vissuto in ordinata tranquillità assaporando gli innumerevoli benefici della pax hispanica. La Spagna asburgica trovò la propria ragion d essere in questa idea di una missione provvidenziale, ergendosi contro eretici e infedeli a difesa della causa cattolica. Tale convinzione viene ribadita lungo i secoli XVI e XVII in un ampia letteratura di stampo apologetico, di cui la Politica Española di Juan de Salazar del 1610 rappresenta un esempio particolarmente stringente. «Il fondamento principale di questo alto edificio, le cinghie e gli assi grazie a cui questa grande macchina si muove, non stanno nei dettami dell empio Machiavelli che gli atei chiamano ragion di Stato, ma nella religione e nell operare al servizio di Dio». L idea di missione universale si accompagnava alla stretta identificazione fra trono e altare: il sovrano spagnolo era l alfiere della causa di Dio sulla Terra. Ritratto a cavallo del sovrano spagnolo Filippo IV, che regnò dal 1621 al celebrare l avvenuta intronizzazione ci si limitava a levare in alto le bandiere e a proclamare ufficialmente i titoli e i diritti del nuovo re. Tutto questo sembrava suggerire una certa confidenza con l idea che la Monarchia di Spagna, così come si concretava nella successione dei legittimi sovrani, esistesse per decreto e volontà dell Onnipotente. Diventava meno imperioso il bisogno tanto forte in altri paesi d Europa di rinforzare l autorità del sovrano attraverso la moltiplicazione dei simboli visibili della regia maestà. Ancora verso la fine del XVI secolo, in effetti, i re di Spagna non sembrano disporre di un trono ufficiale, di uno scettro, di una corona. Non dovrebbe sorprendere, a questo punto, se i ritratti dei monarchi spagnoli del Cinque e Seicento appaiono privi di elaborati riferimenti simbolici, in netto contrasto con quanto avviene nell ambito delle corti europee di minore importanza. [ ] Là dove la maestà sovrana appare certa oltre ogni dubbio come appunto nel caso della Spagna asburgica ci si può permettere di minimizzare a bella posta le parvenze esteriori di questo potere, e non si sente la necessità di adornare la figura del monarca di una complicata serie di ornamenti dal significato allegorico. Tale studiata semplicità può ben considerarsi come la forma più sottile di propaganda politica.? J.H. ELLIOT, La Spagna e il suo mondo , Einaudi, Torino 1996, pp Qual era la missione del sovrano di Spagna a cavallo tra i secoli XVI e XVII? Spiega l espressione «Si dava per scontato che Dio intrattenesse con la dinastia asburgica una relazione in qualche modo speciale». UNITÀ VI 413 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI

32 UNITÀ VI 414 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI 2 Carestia e cattivi raccolti in Spagna In Spagna, i primi gravi segnali di difficoltà apparvero negli anni Novanta del XVI secolo. Mentre i cattivi raccolti si moltiplicavano, si rese necessario importare quantità sempre crescenti di derrate alimentari, con gravi ripercussioni sull economia nazionale. La scarsità di capitali e l eccessiva imposizione fiscale furono due delle cause che provocarono in Spagna la crisi economica dell ultimo decennio del Cinquecento e entrambe furono, a loro volta, il frutto dell imperialismo di Filippo II. Tuttavia ci fu anche una terza causa, della quale non si può far responsabile il re: una successione di cattivi raccolti, che afflisse allora tutta l Europa occidentale. Tutto lascia credere che nell ultimo decennio del secolo XVI si avesse una variazione di clima, forse causata da un calo temporaneo dell energia solare, che rese più bassa la temperatura media dell estate e ritardò e rese più scarsi i raccolti (sia di cereali, sia di uva, sia di olive) ovunque. Nelle città della Vecchia Castiglia tutte e tre le cause suddette carenza di capitali, fiscalità eccessiva e cattivi raccolti incisero in maniera sempre più pesante a partire dal Nei primi mesi di quell anno, il Consiglio della città di Palencia (prendiamo una città a caso, per portare un esempio) non sapeva che pesci prendere poiché le imposte addossate alla città erano cresciute del 40 per cento e non vedeva in che modo raccogliere ed esigere le imposte così aumentate. Poi già all inizio del mese di ottobre ogni altra questione passò in secondo piano davanti alla necessità di importare da fuori grano e vino per supplire ai vuoti di derrate prodotti da un raccolto spaventosamente scarso. E sebbene le cose andassero un po meglio nel 1596, il peggio tornò nel 1597; e poi nell inverno il gelo colpì tutte le viti e danneggiò il grano già seminato. Il raccolto del 1598 o meglio, quanto restava allora da raccogliere dopo tante calamità andò definitivamente in malora a causa «di una tempesta che ha colpito con violenza mai vista le campagne che circondano questa città». Palencia andò man mano riempiendosi di contadini affamati, che si portavano in città attirati dalle magre razioni distribuite dai granai municipali. Ma si arrivò a tale saturazione che in agosto fu deciso di espellere tutti gli immigrati e di sbarrare le porte della città affinché altra gente non venisse a cercarvi rifugio. In settembre le informazioni pervenute al Consiglio raccontavano che alle porte della città c era in folla della povera gente che morivadifame,mapoichélescorteeranosìenobastanti a tenere in vita i cittadini, il Consiglio tenne fermo il divieto di ammettere entro le mura chi cittadino non era. La prudenza del Consiglio trovò poi conforto nelle voci che si stava diffondendo dalla costa cantabrica in direzione sud un epidemia di peste, la quale spazzava via a migliaia nel suo cammino le vittime stremate dall inedia. Pare che la grande epidemia di peste degli anni abbia fatto in Castiglia vittime e cioè abbia portato via quasi il 10 per cento dell intera popolazione. A Palencia, dove il censimento del 1589 aveva contato abitanti, dieci anni dopo ne restavano solo 5100 e cioè nell arco di un decennio si era avuta una caduta verticale che aveva più che dimezzato la consistenza demografica della città. A Valladolid, una città che contava circa abitanti, le autorità cittadine compilarono una lista nera di tutte le località che si sapeva essere state raggiunte dall epidemia di peste, ma questo provvedimento e altri ancora deliberati per tenere sotto controllo il contagio (tra i provvedimenti adottati ci fu quello di mutare il pubblico postribolo in un locale aggiuntivo per ospitarvi i malati) non esentarono la popolazione dal pagare un terribile scotto: solo nel 1599 si è calcolato che fossero ben 6600 i cittadini di Valladolid portati via dal morbo e cioè la città perdette quell anno quasi un quinto dei suoi abitanti. A sua volta Segovia, che aveva abitanti, durante la peste ne perdette E si noti: Segovia, Valladolid o Palencia non costituirono casi isolati; tutta la Spagna negli ultimi anni del Cinquecento si pensa che sia stata colpita da una gravissima crisi demografica. Il re non poteva di certo nascondersi la realtà di simili fatti. Egli si aggirava ancora per i suoi regni (nel 1592 fece un giro per la Vecchia Castiglia e poté vedere con i suoi occhi lo stato di decadenza in cui erano precipitate Burgos, Valladolid e il resto del paese) e i suoi ministri gli inviavano lettere con cui attiravano la sua attenzione sulla desolazione e lo spopolamento della Spagna. Per esempio, nel febbraio del 1591, il segretario Mateo Vazquez scrisse al sovrano lamentando che nella Castiglia «la popolazione sta calando e sta calando ad un ritmo tale che molte persone attendibili venute da varie parti di questi regni vanno dicendo che c è da meravigliarsi se nei villaggi più piccoli si incontra ancora qualcuno. Così andando le cose, l agricoltura avrà presto un crollo C è da temere che qui tutto crolli di colpo a causa della mancanza di fondi». [ ] Eppure, pur in mezzo alle sue pene, il re capì che una politica di limitazioni e di minori impegni nel settore marittimo (quella che Vazquez e altri gli raccomandavano) non era quella giusta. «Capisco che la vostra è una buona intenzione disse al suo segretario (e cappellano) ma questi non sono impegni che si possono lasciar cadere». Gli impegni che il re si era assunto all esterno non potevano essere lasciati cadere perché «la questione religiosa che vi è implicita ha la priorità su tutto». Questo doveva essere il ritornello continuamente ripetuto da Filippo nell ultimo decennio del secolo. G. PARKER, Un solo re, un solo impero. Filippo II di Spagna, il Mulino, Bologna 1985, pp , trad. it. J. CATALANO? Quali effetti demografici ebbe sulla popolazione della Spagna l epidemia del ? Come reagirono le autorità spagnole di fronte alla gravità della situazione? Le autorità spagnole cessarono le loro dispendiose imprese militari, in tempo di peste e crisi demografica? Spiega la tua risposta.

33 3 La nuova Europa uscita dalla pace di Westfalia Secondo lo studioso francese Michel Foucault, l ampia tolleranza religiosa concessa dai principi tedeschi ai loro sudditi nonfuilsolotrattoinnovativodellepacidiwestfalia.asuogiudizio, i trattati del 1648 posero fine alla concezione universalistica medievale e introdussero l idea secondo cui l Europa era un sistema di Stati in costante concorrenza tra loro. Di qui la necessità di conservare un sostanziale equilibrio tra le grandi potenze: solo bilanciando le forze dei vari soggetti sarebbe stato possibile garantire la pace sul continente. Quando i diplomatici, gli ambasciatori che negoziavano il trattato di Westfalia, ricevevano istruzioni dal loro governo, avevano la raccomandazione esplicita di fare in modo che le nuove linee di frontiera, le nuove delimitazioni degli stati, i nuovi rapporti da stabilire tra gli stati tedeschi e l impero, le zone di influenza della Francia, della Svezia, dell Austria obbedissero a un principio: mantenere un certo equilibrio tra i diversi stati dell Europa. In primo luogo, che cos è l Europa? All inizio o nella prima metà del XVII secolo, l idea di Europa è assolutamente nuova. Innanzi tutto, è un unità che non ha più la vocazione universalistica che poteva avere, ad esempio, il cristianesimo. Per definizione, la vocazione del cristianesimo mirava a ricoprire il mondo intero; l Europa, invece, è una costruzione geografica che all epoca, ad esempio, non comprende la Russia e comprende l Inghilterra solo in modo molto ambiguo, dato che l Inghilterra non era effettivamente parte in causa nel trattato di Westfalia. L Europa è pertanto una costruzione geografica ben delimitata, e senza universalità. Secondariamente, l Europa non è una forma gerarchica di stati più o meno subordinati gli uni agli altri che culminerebbe in una formula ultima e unica, vale a dire l impero. Ogni sovrano [ ] è un imperatore nel suo regno, e in ogni caso questo vale per i sovrani principali; in fondo non vi è nulla che indichi in uno di essi la superiorità sugli altri, facendo dell Europa una sorta di insieme unico. L Europa è fondamentalmente plurale. [ ] È questo il pensiero che si è formato alla fine del XVI secolo e all inizio del XVII secolo e che si cristallizzerà verso la metà del secolo con la firma dei trattati, dando luogo a una realtà storica da cui non siamo ancora usciti. Questa è l Europa. Secondo punto, la bilancia. Che cos è la bilancia d Europa? La parola latina è tutina Europae. Laparola bilancia è impiegata in svariati sensi nei testi dell epoca. Secondo i vari paesi, le varie politiche e i vari periodi, la bilancia d Europa significa in primo luogo l impossibilità per lo stato più forte di imporre la sua legge a un altro stato. La bilancia d Europa sarà cioè conservata se si fa in modo che la differenza tra lo stato più forte e gli altri non sia tale che lo stato più forte possa imporre la propria legge a tutti gli altri. Limitazione, quindi, del divario tra il più forte e gli altri. Secondo punto, la bilancia europea, l equilibrio europeo è stato concepito come risultato di un numero limitato di stati più forti: l eguaglianza tra essi sarà mantenuta in modo che ognuno degli stati più forti potrà impedire che un altro si avvantaggi e finisca per prevalere. In altri termini, costituzione di un aristocrazia di stati, di un aristocrazia egualitaria che prenderà la forma, ad esempio, di una parità di forze tra Inghilterra, Austria, Francia e Spagna. Con una simile quadriglia, è chiaro che nessuno dei quattro paesi potrà avvantaggiarsi considerevolmente sugli altri, visto che, se ciò accadesse, gli altri tre reagirebbero per impedirlo. [ ] Limitazione assoluta della forza dei più forti, pareggiamento dei più forti, possibilità di combinarsi I firmatari della pace di Westfalia raffigurati in un dipinto del XVII secolo. UNITÀ VI 415 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI

34 UNITÀ VI 416 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI dei più deboli contro i più forti: ecco le tre forme concepite e immaginate per costituire l equilibrio europeo, la bilancia dell Europa. Capite che con queste procedure differenti, invece di una sorta di escatologia assoluta, che fisserebbe in un impero, in una monarchia universale, il punto di compimento della storia, abbiamo qualcosa che si potrebbe definire un escatologia relativa, precaria e fragile, ma verso cui bisogna tendere realmente: questa fragile escatologia è la pace. È la pace universale, una pace che è relativamente universale e relativamente definitiva, certo, ma non ci si aspetta più che questa pace sognata giunga da una supremazia unitaria e definitivamente incontestata come quella dell impero o della Chiesa. Tale pace universale e relativamente universale, definitiva ma relativamente definitiva, ci si aspetta invece che giunga da una pluralità di stati, impossibilitati a produrre effetti preponderanti e unici di dominazione. Non è più dall unità che scaturisce la pace, ma dalla non-unità, dalla pluralità mantenuta come tale. È evidente che ora si è in una prospettiva storica, ma anche in una forma della tecnica diplomatica molto diversa rispetto al Medioevo, in cui ci si attendeva la pace dalla Chiesa dato che essa rappresentava la potenza unica e unificante. Ora invece ci si aspetta la pace dagli stati stessi e dalla loro pluralità. [ ] Non bisogna dimenticare che l Europa, in quanto entità giuridico-politica e sistema di sicurezza diplomatica e politica, è il giogo che i paesi più potenti d Europa hanno imposto alla Germania ogni qualvolta hanno tentato di farle dimenticare il sogno dell imperatore assopito, che si tratti di Carlo Magno o di Barbarossa o di quell ometto che è bruciato tra il suo cane e la sua amante una sera di maggio [Hitler, che in realtà si suicidò il 30 aprile (non maggio) 1945, n.d.r.] nei locali della cancelleria. L Europa è la maniera per far dimenticare l impero alla Germania. E se l imperatore effettivamente non si risveglia mai [allusione ad una leggenda molto cara ai tedeschi, secondo cui Carlo Magno e/o il Barbarossa non sono morti, ma dormono; il loro risveglio provocherà l arrivo della pace universale e la liberazione del mondo da tutti i malvagi, n.d.r.], non c è da stupirsi che la Germania alzi la testa a volte e dica: «Io sono l Europa, perché voi avete voluto che io sia l Europa». Lo dice proprio a quelli che hanno voluto che essa non fosse altro che l Europa, vale a dire all imperialismo francese, alla dominazione inglese e all espansionismo russo. Si è voluto sostituire il desiderio di impero, in Germania, con l obbligo dell Europa. «Non importa, risponde la Germania perché sarà l Europa il mio impero. È giusto che sia l Europa il mio impero dice la Germania perché voi avete creato l Europa solo per imporre alla Germania la dominazione dell Inghilterra, della Francia e della Russia». M. FOUCAULT, Sicurezza, territorio, popolazione. Corso al Collège de France ( ), Feltrinelli, Milano 2005, pp , trad. it. P. NAPOLI? Spiega l affermazione «Non è più dall unità che scaturisce la pace, ma dalla non-unità, dalla pluralità mantenuta come tale», mettendo in risalto la differenza tra la concezione impostasi nel Seicento e quella medievale (si pensi, ad esempio, a Dante). 4 Le rivolte contadine nella Francia del Seicento Decisa a impedire la vittoria delle armi spagnole, la Francia condusse una guerra lunga e costosa contro la monarchia di Madrid. Il peso economico del conflitto, però, ricadeva soprattutto sui contadini, che a più riprese, nelle varie regioni della Francia, si ribellarono contro il fisco. Le rivolte dei contadini francesi del Seicento assunsero un estensione e una gravità ancora più drammatiche di quelle di altre regioni. [ ] Durante il governo del cardinale Richelieu e nei decenni successivi divennero un fenomeno endemico [cronico, ineliminabile, n.d.r.]: si calcola che nell antica Aquitania [Francia centrale e meridionale, n.d.r.],frail1593eil1707visiano state un quattro-cinquecento insurrezioni di contadini. Il motivo principale di tali rivolte era l esasperazione prodotta dagli aggravi fiscali, conseguenti alla politica di guerre, voluta da Richelieu e proseguita da Mazzarino e da Luigi XIV. Si calcola che la spesa statale sia salita da un equivalente di 192 tonnellate di argento nel , cioè sotto Enrico IV, a quello di 810 tonnellate nel Da sola, l imposta diretta o taille passò da meno di diciassette milioni di lire tornesi nel 1614 a quasi cinquantasette milioni nel La percentuale delle spese militari restò quasi sempre attorno al 70 per cento delle uscite statali fra il 1618 e il 1648, cioè durante la maggior parte della guerra dei Trent anni. Insopportabile in particolare era questo onere per vaste zone dell antica Aquitania, dove vigeva un agricoltura di sussistenza o quasi, con poco smercio di prodotti e quindi scarsa possibilità di procurarsi denaro liquido per pagare le imposte: e ciò spiega perchéquestaareasiastatacosìturbolenta.anchenelresto della Francia, tuttavia, la crescita dello sforzo guerresco della monarchia andò di pari passo con quello delle sollevazioni popolari. Tra le più gravi di queste ultime vi fu la rivolta del maggio 1642 nella Guyenne, in cui migliaia di armati minacciarono di impadronirsi di Cahors e furono dispersi solo dall intervento dell esercito. Ma sommosse contro il fisco scoppiarono anche in città, oltre che in campagna; per esempio ad Amiens nel 1626, cioè dall area dell antica Aquitania e coinvolgendo anche artigiani e borghesi anziché contadini soltanto. Più grave ancora si fece la situazione dopo l intervento della monarchia francese nella guerra dei Trent anni [1635, n.d.r.]. La crescita vertiginosa delle esazioni fiscali determinò una sorta di guerra civile vera e propria nell area esplosiva dell Aquitania, con la rivolta dei Croquants [pezzenti, n.d.r.] attorno Angoulême nel Fu richiesto l intervento dell esercito e furono fatte alcune concessioni per calmare gli animi. Ma la bufera riprese ancora più violenta nella primavera-estate del L insurrezione si estese su un quarto, o forse un terzo del territorio francese, cioè a una vastissima zona di sud-ovest delimitata approssimativamente dal corso della Garonna e da quello della Loira: dunque un area più vasta di quella della famosa jacquerie del secolo XIV.[ ]Seguìpoiuna seriedicondanneamorteoallagaleraeallacortedi

35 Louis Le Nain, Pasto dei contadini, 1642 (Parigi, Museo del Louvre). Luigi XIII ci si poté forse illudere di aver schiacciato col terrore il moto popolare. Viceversa, la guerra dei Trent anni continuò a dissanguare finanziariamente la Francia e la rivolta contro il fisco tornò ad esplodere ancora più violenta di prima nel Stavolta il teatro dell insurrezione fu la Normandia, a cominciare dalla zona di Avranches. Gli insorti affermarono di avere come loro capo un personaggio misterioso, Jean-va-nus-pieds, ed emisero proclami incendiari, chiamando anche Parigi a unirsi alla rivolta. [ ] Sull interpretazione da darsi a questi eventi si è avuto un dibattito importante fra lo storico sovietico B.E. Porshnev [ ] e il francese R. Mousnier [ ]. Porshnev, attenendosi al modello dell opera di Engels sulla rivolta dei contadini [nel 1525, in Germania, n.d.r.] vedeva nelle rivolte francesi dell epoca di Richelieu una lotta di classe fra i contadini e la nobiltà agraria. Rimproverando alla storiografia «borghese» di avere minimizzato tendenziosamente la portata di questi movimenti, Porshnev affermava che essi crearono una situazione di cui era possibile l esito in senso rivoluzionario, specie se Parigi avesse aderito all invito rivoltole di unirsi all insurrezione. Se rivoluzione non vi fu, la colpa storica fu della borghesia, che preferì il blocco d ordine con la nobiltà. Mousnier nega questa interpretazione ricordando quante volte gli insorti ebbero come capi locali preti, piccoli nobili, artigiani e come spesso ambienti cittadini e borghesi mostrassero complicità più o meno aperte con la rivolta. In realtà si trattò soprattutto di moti contro il fisco, il cui peso ricadeva principalmente sui contadini, ma dava noia anche ai borghesi. La politica di guerra di Richelieu era sgradita in vasti ambienti e l apparato statale era troppo primitivo per impedire che ogni tanto la collera popolare esplodesse. Ricerche più recenti hanno insistito sulle tensioni che la politica fiscale della monarchia creava con le comunità e le forze locali in genere, cui toccava rispondere solidalmente del pagamento dell imposta. Ciò poteva determinare momenti di vera e propria guerra civile fra potere centrale e realtà periferiche. È stato sottolineato inoltre il fatto che le insurrezioni non conseguirono alcun risultato, benché coinvolgessero migliaia di persone, perché erano prive di un programma politico, all infuori di un odio verso la fiscalità in genere, e di quelle salde direttive ideologiche che, insieme a quadri [leader, esponenti capaci di elaborare e portare avanti coerentemente proposte e progetti di rinnovamento politico o sociale, n.d.r.]digrande valore, assicurarono il successo della rivoluzione puritana in Inghilterra. G. SPINI, Le origini del socialismo. Da Utopia alla bandiera rossa, Einaudi, Torino 1992, pp ? 5 Quali sono le opinioni degli storici B.E. Porshnev e R. Mousnier a riguardo delle rivolte contadine del Seicento? Per quale motivo le insurrezioni non ottennero alcun risultato? I fondamenti economici della potenza olandese La forza del capitalismo olandese consisteva nella capacità di Amsterdam e delle Province Unite di fondere insieme numerose e complementari attività: la pesca, la manifattura tessile, l industria cantieristica, il commercio dei cereali e quello di pregiati beni coloniali, provenienti sia dall Oriente (sete, spezie, tappeti, tulipani ecc.), sia dall America (tabacco e zucchero). Dato che il terreno era particolarmente poco adatto all agricoltura di aratura, si poteva con maggiore facilità aumentare la produzione volgendosi a prodotti industriali qualiillino,lacanapa,illuppolino,l orticoltura,lacoltivazione di alberi da frutto e l importantissima produzione delle tinte di cui gli olandesi nel XVI e XVII secolo erano i coltivatori più avanzati del mondo, con poca concorrenza. Insieme con l orticoltura e i raccolti tradizionali, si ebbe un incremento considerevole dell allevamento del bestiame. Ciò che in parte rese possibile questa concentrazione di prodotti industriali fu la notevole importazione di grano, che non fu un fatto marginale. De Vries calcola che a metà del XVII secolo metà degli abitanti delle province olandesi, Utrecht, Friesland, Groningen, si nutrivano con grano importato. L altro fattore che vi contribuì fu il miglioramento delle tecniche agricole la sparizione dell incolto, la coltivazione ad essa collegata del foraggio secco, la coltivazione a filari, l uso di strumenti semplici e non costosi, e raccolti abbondanti grazie ad una fertilizzazione massiccia e ad un lavoro molto accurato in aree ristrette. La semina di graminacee e la fertilizzazione sistematica permisero anche mandrie più numerose e maggiori quantità di latte. Tutta questa agricoltura intensiva determinò e fu nutrita da una crescente urbanizzazione ed industrializzazione. A metà del XVII secolo moltissime città avevano concesso ad alcuni individui di raccogliere gli scarti industriali, quali la cenere, e di venderli e spedirli agli agricoltori. Non fa meraviglia che Romano definisca il periodo che va UNITÀ VI 417 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI

36 Una piazza di Amsterdam in un dipinto del XVII secolo. UNITÀ VI 418 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI circa dal 1590 al 1670 «il secolo agricolo olandese», a confronto con il XVI secolo agricolo europeo. Il divario si allargò poiché gli olandesi divennero ancora più efficienti e le tecniche agricole di gran parte del resto d Europa rimasero relativamente ferme. Le Province Unite non erano solamente il produttore agricolo leader di quel tempo; erano anche, al tempo stesso, il principale produttore di beni industriali. È stato versato tanto inchiostro per spiegare perché l Olanda non si industrializzò, che noi tendiamo a trascurare il fatto che invece lo fece. Va a merito di Charles Wilson la sua insistenza su questo punto in tutto il suo ampio corpo di opere sui Paesi Bassi. Il progresso industriale si osserva in primo luogo nel settore tessile, quello tradizionalmente trainante. L Olanda settentrionale cominciò intorno al 1560 a trarre profitto dal flusso di profughi verso il nord determinato dalla rivoluzione olandese. La produzione tessile si concentrò a Leiden, dove ebbero inizio le new draperies (ad es. i fustagni) per le quali divenne in seguito famosa l Inghilterra. Per un periodo di cento anni la produzione industriale aumentò, raggiungendo il culmine nel 1660 circa. (Un indice calcolato per il 1664 è 545, fatto 100 il 1584 e 108 il 1795) [ ] La seconda grande industria dei primi tempi moderni era l ingegneria navale, ed anche in questo campo la supremazia delle Province Unite è cosa nota. Meno noto ma fondamentale per un analisi chiara il fatto che l industria navale olandese era di dimensioni moderne, fortemente tendente a metodi standardizzati, ripetitivi. Era altamente meccanizzata ed usava molti espedienti pratici segherie a vento, alimentatori per seghe, carrucole e taglie, grandi gru per spostare il legname tutti strumenti che accrescevano la produttività. È sorprendente il legame con un complesso industriale-commerciale. Vi erano ad Amsterdam una serie di industrie sussidiarie funi, forni, forniture per navi, la costruzione di strumenti nautici e carte marine. Per costruire le navi, era necessario il legno in grande quantità. Si calcola che una nave da guerra richiedesse 2000 querce che dovevano essere invecchiate per un secolo in modo che il legno non si spaccasse troppo facilmente; e 2000 querce richiedevano allora 50 acri di terreno boscoso. Una fonte primaria di questo legname era il Baltico ed un motivo importante per cui gli olandesi si accaparrarono questo commercio fu la loro efficienza nella produzione tessile. La conseguenza fu naturalmente l efficienza nella costruzione navale, che fu il motivo principale per cui gli olandesi poterono dominare il mondo commerciale. [ ] L Olanda era un centro importante di raffinazione dello zucchero, almeno fino Si ebbe un notevole boom delle distillerie a partire dal 1600 circa e che durò tutto il secolo. Altre industrie presenti erano quelle della carta; le segherie; la produzione di libri; l industria dei materiali per costruire case, che si espanse intorno al 1500 ed era ancora ragionevolmente prospera nel XVIII secolo; terracotte; fabbriche di tabacco [ ]. La conferma di questa vitalità si può trovare nei dati sul movimento della popolazione e l urbanizzazione. È risaputo che vi fu una notevole migrazione, in particolare di artigiani e cittadini, dal sud al nord del paese, soprattutto da Anversa ad Amsterdam e Leiden nel tardo XVI secolo. Nel 1622, il 60% della popolazione delle Province Unite erano cittadini; e di questi, tre quarti vivevano in città con più di abitanti. La popolazione di Amsterdam quadruplicò da abitanti nel 1600 a nel 1650 ed ebbe la funzione di vero crogiuolo, trasformando fiamminghi, valloni, tedeschi, ebrei portoghesi e tedeschi ed ugonotti francesi in veri olandesi.? I. WALLERSTEIN, Il sistema mondiale dell economia moderna, II. Il mercantilismo e il consolidamento dell economia-mondo europea , il Mulino, Bologna 1978, pp , trad. it. G. PANZIERI, D.PANZIERI Spiega l espressione «il secolo agricolo olandese». Quali vantaggi portava all industria cantieristica olandese l uso di metodi standardizzati? In quale percentuale gli olandesi vivevano nei centri urbani? A tuo giudizio, si trattava di una percentuale superiore o inferiore a quella dei francesi?

37 Guerra e soldati nel XVII secolo Il secolo del soldato Nel 1641, il poeta e diplomatico ferrarese Fulvio Testi coniò una formula molto efficace, per descrivere il proprio tempo: «Questo è il secolo del soldato». In effetti, nel Seicento la guerra fu particolarmente presente e importante, nella vita delle società umane: anzi, divenne una specie di costante ineliminabile, che influenzò profondamente l economia e l andamento demografico di quasi tutte le principali regioni d Europa. Secondo lo storico americano Geoffrey Parker, in tutto il secolo vi furono sul continente solo quattro annidipace completa. Austria, impero turco e Svezia furono in guerra due anni su tre, la Spagna tre anni su quattro, la Polonia e la Russia quattro su cinque. In sintesi, siamo di fronte a una guerra onnipresente nel tempo e nello spazio, mentre ai diversi conflitti secondo le stime di Parker parteciparono in totale 12 milioni di soldati. Nel XVII secolo, solamente il regno di Svezia poggiava la propria forza militare su un efficace e metodico sistema di coscrizione obbligatoria: in pratica, ogni distretto era tenuto a fornire un soldato, ogni venti uomini di popolazione, oppure a versare il necessario per il mantenimento di un cavaliere. Dal 1620, il sistema fu irrigidito e ai vari distretti fu chiesto di mantenere (pagando equipaggiamento completo e nutrimento) un soldato ogni dieci abitanti. La ferma dei soldati svedesi durava vent anni; dunque, chi abbandonava i campi lo faceva per sempre e abbracciava in modo definitivo il mestiere delle armi, con il risultato che anche l esercito svedese era formato da professionisti. Il numero dei soldati, però, non fu mai molto elevato: al massimo, tre quarti dei quali fanti. Inoltre, in caso di conflitto prolungato, il Paese finiva per subire un drastico calo demografico (negli anni Trenta- Quaranta del Seicento, la Svezia perse un quinto della popolazione maschile per cause belliche). Dunque, anche i sovrani di Svezia furono costretti a reclutare mercenari, per non trovarsi con eserciti numericamente troppo inferiori a quelli dei loro avversari. L esercito svedese era l unico che possedeva una certa omogeneità nazionale. Tutti gli altri erano composti da elementi provenienti dai luoghi più disparati. La documentazione relativa a un reggimento bavarese, conservatasi fino a oggi, ci informa che nel 1644 il reparto era composto da uomini di ben 16 nazionalità diverse, compresi 14 soggetti turchi. RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 1 pag. 423 Professionisti della guerra Composizione internazionale degli eserciti Armatura utilizzata da un cavaliere spagnolo del Seicento. Guerra e soldati nel XVII secolo IPERTESTO 1 IPERTESTO 419

38 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI IPERTESTO Prigionieri e disertori La maggior parte di questi uomini era formata da volontari, arruolati per libera scelta. L espressione libera va intesa solo nel senso che essi non erano obbligati a prestare servizio a seguito di un esplicito ordine del loro governo, ma in realtà entrare nell esercito era l unica possibilità di sfuggire alle loro misere condizioni di vita. In genere, infatti, provenivano da regioni povere, oppure dai centri urbani, in tempi di crisi economica e disoccupazione di massa. I ranghi delle armate erano talvolta rinforzati con arruolamenti forzati di mendicanti e criminali (tranne, in Spagna, i colpevoli di delictos atroces), gruppi sociali ritenuti superflui e sacrificabili. Al momento dell arruolamento, la maggior parte delle reclute aveva tra i 20 ei24anni. A parte il caso svedese, solo raramente gli uomini combattevano al servizio del sovrano sotto cui erano nati. Anzi, era abbastanza frequente il caso di prigionieri che accettavano di cambiare bandiera e di combattere contro i signori che avevano servito fino a poco tempo prima. È possibile che, tra il 1635 e il 1644, abbiano combattuto per la Francia irlandesi; allo stesso modo, numerosi scozzesi furono inquadrati nell esercito svedese, mentre le forze spagnole erano formate da elementi castigliani, italiani, borgognoni e fiamminghi. Non ci meraviglia imparare, infine, che il numero dei disertori era spesso elevatissimo. Nel 1622, l esercito spagnolo che assediava Bergen-op-Zoom, in Brabante, perse per questa ragione quasi il 40% dei suoi soldati. In Francia, i responsabili dell organizzazione militare davano per scontato che, per riuscire a portare sul campo 1200 uomini, bisognava riuscire ad arruolarne almeno Jean Asselijn, La Battaglia di Lützen del 1632, dipinto del XVII secolo. La scena raffigura uno degli scontri più aspri della guerra dei Trent anni, dove trionfarono le forze protestanti guidate del re svedese Gustavo Adolfo (anche se egli morì in quella battaglia). Nel Seicento gli eserciti dei principali Paesi europei erano costituiti essenzialmente da professionisti.

39 Maurizio di Nassau e Raimondo Montecuccoli In Germania, la guerra vide numerosi scontri frontali e battaglie campali. In Olanda e in molti altri teatri, invece, essa spesso si trasformava in una serie interminabile di assedi. Il crescente prolungamento della durata degli scontri e dei conflitti spinse per primi gli spagnoli, di fatto il primo esercito permanente, a introdurre numerose novità organizzative, più tardi imitate anche dagli altri Paesi. Impegnati in una guerra senza fine contro gli olandesi, gli spagnoli introdussero il primo ospedale militare (creato a Malines, nelle Fiandre, nel 1585, e dotato di 330 posti letti e di 49 tra medici e infermieri) e il primo sistema di sostegno ai veterani e alle vedove di guerra. Il punto più debole dell armata spagnola era la logistica, o meglio la capacità di offrire alle truppe regolari rifornimenti (soprattutto di denaro). Gli olandesi, invece, per tutta la durata della guerra contro la Spagna ( ) furono capaci di rifornire le loro piazzeforti sia di viveri e munizioni, sia di denaro per le paghe. La più importante rivoluzione militare introdotta dagli olandesi, tuttavia, furono i nuovi schieramenti tattici concepiti da Maurizio di Nassau; comandante dell esercito delle Province Unite dal 1588 al 1625, egli snellì notevolmente il quadrato di fanteria e ne trasformò la natura e le principali caratteristiche. Al posto del lento meccanismo cinquecentesco, in cui i soldati erano schierati su file, il generale olandese introdusse reparti più agili, di appena 10 file; inoltre, mentre il quadrato classico era composto in prevalenza da picchieri, Maurizio elevò il numero dei moschettieri, cosicché i soldati dotati di arma da fuoco furono almeno la metà di quelli schierati. Dotati di armi della medesima lunghezza e dello stesso calibro, i tiratori furono addestrati a sparare in modo sincronizzato e in cadenza, con quello che fu chiamato fuoco continuo. Con un pizzico di esagerazione, le riforme di Maurizio di Nassau sono state definite «l industrializzazione del comportamento militare». In effetti, le doti principali del soldato divennero l ordine e l obbedienza: il soggetto combattente non era più un guerriero, un individuo dotato di destrezza o abilità, ma un congegno, un ingranaggio inserito in un meccanismocomplesso e razionalizzato, che doveva funzionare come un orologio. Il re di Svezia Gustavo Adolfo proseguì sulla via aperta da Maurizio nella riforma delle tecniche di combattimento. Dotati di moschetti più leggeri, i soldati presero a sparare in varie posizioni (a piedi e in ginocchio, ad esempio), garantendo un fuoco pressoché ininterrotto.leformazioni di moschettieri furono snellite ulteriormente (sei file invece di dieci), mentre i cannoni furono in genere di calibro più ridotto: più mobili, potevano sparare anche a mitraglia, a distanza ravvicinata, una decina di tiri in un ora. Assedi interminabili Problema dei rifornimenti Jakob De Gheyn, Moschettiere, incisione del XVII secolo (Vienna, Museo Storico dell Esercito). Il numero dei moschettieri nell esercito olandese fu aumentato da Maurizio di Nassau per dare più forza alle strategie d attacco dei suoi soldati. Guerra e soldati nel XVII secolo IPERTESTO 1 IPERTESTO 421

40 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI UNITÀ VI IPERTESTO 422 La guerra come scienza RIFERIMENTO STORIOGRAFICO 2 pag. 424 Ritratto di Sébastien Le Prestre de Vauban. Il nobile modenese Raimondo Montecuccoli fu il principale teorico militare del tardo Seicento. Nel 1670 scrisse Della guerra col Turco in Ungheria , meglio noto con il titolo di Aforismi dell arte bellica. Pubblicato all inizio del Settecento, fu celebrato dagli illuministi come il libro che aveva ridotto l arte della guerra «a forma di scienza». A suo giudizio, anche in tempo di pace occorreva possedere un robusto esercito permanente (pronto per la mobilitazione), mentre un efficace sistema di fortezze avrebbe garantito la sicurezza del Paese dalle aggressioni esterne e sarebbe stato una solida protezione dagli assalti improvvisi. In modo da garantire l efficienza della macchina militare, la finanza statale doveva essere sana. Fortezze ed eserciti permanenti Il principe fu chiamato da Montecuccoli a una precisa serie di responsabilità, da condividere (in tempo di guerra) solo con il comandante in capo. Queste due figure dovevano accentrare tutto il potere nelle loro mani; d altra parte, figlio di un epoca in cui l amministrazione dello Stato si faceva sempre più complessa, Montecuccoli si rese conto della necessità di un inevitabile divisione dellavoro, e quindi assegnò le responsabilità strettamente militari a un professionista, a un tecnico, senza il timore che il condottiero potesse assumere il potere (come temeva invece Machiavelli). L esercito permanente fu un importante fattore di stabilizzazione sociale, in quanto garantì un impiego stabile a una significativa frazione della nobiltà. Il discorso vale per la Francia, ma soprattutto per la Prussia. In questa regione della Germania del Nord, più che in ogni altro contesto, il più pericoloso nemico dell assolutismo l aristocrazia (gli Junker) fu trasformato in strumento della sua affermazione in quanto garantì un regolare rifornimento di ufficiali fedeli alla monarchia. Nel medesimo tempo, l avanzare della forza dello Stato fece arretrare gli imprenditori della guerra privati (tipo Wallenstein), sostituiti da una burocrazia direttamente dipendente dalla Corona, come gli intendenti delle armi creati da Richelieu nel Inoltre, anche se la presenza di stranieri scomparve solo gradualmente, la maggior parte degli eserciti permanenti fu costruita sul modello svedese, cioè fu basata sul principio della coscrizione, favorita (nel Settecento) dall incremento demografico, conseguenza della fine delle pestilenze e della regressione delle carestie. In Francia, al tempo del re Sole (Luigi XIV, salito al potere nel 1661) Sébastien Le Prestre de Vauban fu il principale organizzatore della cintura di fortificazioni che proteggeva il regno dalle invasioni nemiche. All inizio del Settecento ve n erano ben 300, con guarnigioni stabili per un totale di soldati. È chiaro che sistema delle fortezze e crescita dell esercito permanente erano due facce della stessa medaglia, cioè andavano di pari passo. Vauban fu promosso dal re al grado di maresciallo di Francia: segno del fatto che la guerra non poteva più far a meno degli ingegneri e tendeva a essere tecnica, più che impeto, coraggio e furia offensiva (i valori tipici della cavalleria). In tal modo, corpi altamente specializzati come l artiglieria e il genio (denominati armi dotte, perché gli ufficiali avevano bisogno di una formazione particolare) furono aperti anche ai giovani della borghesia disposti a studiare nelle apposite accademie: così, insieme alla razionalità scientifica, faceva il suo ingresso nell esercito anche la meritocrazia, destinata a scontrarsi coi privilegi della nascita nobiliare.

41 RIFERIMENTI STORIOGRAFICI 1 La sorte del soldato: un mestiere sempre più rischioso Le guerre del Seicento furono molto più sanguinose di quelle dell epoca precedente. Le armi da fuoco si fecero più numerose e precise, mentre la medicina militare non era ancora in grado di curare moltissime ferite. Inoltre, i soldati erano continuamente in movimento, cioè erano costretti a muoversi a piedi per centinaia di chilometri oppure ad affrontare le durezze del clima in condizioni assolutamente carenti. Nel 1601 l inglese Lord Mountjoy, vittorioso comandante della regina Elisabetta in Irlanda, permise ai nemici sconfitti di arruolarsi in eserciti stranieri: perché, a suo dire, «si è sempre visto che di costoro, una volta partiti per questo viaggio, più di tre su quattro non sono mai più tornati». Studi recenti hanno confermato questa sinistra statistica. Per esempio il distretto di Bygdea, nella Svezia settentrionale, fra il 1621 e il 1639 mandò a combattere in Polonia e in Germania 230 giovani, di cui 215 morirono colà e 5 tornarono a casa invalidi. Gli altri, dieci in tutto, erano ancora in servizio nel 1639, ma è improbabile che qualcuno di loro sia vissuto tanto da vedere la fine della guerra, nove anni dopo; dato che i 27 coscritti di Bygdea del 1638 morirono tutti, tranne uno, entro un anno dalla loro partenza per la Germania. L arruolamento, in effetti, era diventato una condanna a morte. Non fa meraviglia che i maschi adulti di Bygdea diminuissero del 40%, da 468 nel 1621 a 288 nel 1639; mentre l età dei coscritti si abbassava man mano, con l arruolamento di un numero crescente di adolescenti che partivano per non fare più ritorno. Dei soldati mandati all estero nel 1639 la metà avevano solo quindici anni, e tutti tranne due ne avevano meno di diciotto. Nel 1640 il numero delle famiglie del distretto con a capo una donna era aumentato di sette volte. Le perdite totali dell esercito svedese fra il 1621 e il 1632 sono state stimate in uomini; quelle fra il 1633 e la fine della guerra (1648) furono probabilmente almeno il doppio. Quest alta mortalità militare non era un esclusiva della Svezia. Si stima che in generale un soldato su quattro o cinque arruolati negli eserciti dell Europa barocca moriva ogni anno in servizio attivo, e la percentuale andò aumentando con l avanzare del secolo. Probabilmente soldati morirono durante la guerra dei Trent anni ( : una media di all anno) e durante la guerra di Successione spagnola ( : una media di all anno). Come spiegare cifre tanto alte? Una innovazione tattica importante del XVII secolo, che accrebbe il rischio di morte in combattimento, fu lo sviluppo incessante di armi da fuoco più efficaci. Già prima, naturalmente, esistevano cannoni, moschetti e pistole, ma di rado erano stati usati con effetti così micidiali. Dopo il 1600 i progressi della siderurgia permisero di ridurre il peso della maggior parte delle armi da fuoco, rendendone più agevole il trasporto e più preciso il tiro; il miglioramento dei congegni di sparo soprattutto l acciarino a pietra focaia, dal decennio le rese più sicure; e l invenzione della baionetta a incastro nel periodo permise di usare il moschetto come arma da punta e da taglio oltre che da sparo. Ma l innovazione principale nell uso delle armi da fuoco avvenne in campo tattico. Punto di partenza fu la riforma dell esercito olandese attuata da Maurizio di Nassau [figlio di Guglielmo di Orange, diresse la resistenza militare delle Province Unite contro la Spagna dal 1584 al 1609, n.d.r.]. Ispirandosi ai metodi di Roma imperiale e di Bisanzio [ ], Maurizio mutò l ordinamento di battaglia delle truppe. Invece delle falangi di 40 e 50 file frontali di picchieri usate nelle guerre del XVI secolo, schierò i suoi uomini su 10 sole file. La forza d urto delle sue formazioni, più piccole, derivava più dalla potenza di fuoco che dalle cariche dei picchieri. Non meno di metà dei soldati dell esercito di Maurizio erano moschettieri. Questi cambiamenti, apparentemente semplici, resero nondimeno necessarie profonde modifiche dell organizzazione militare. Da un lato, la ridotta profondità dello schieramento comportava la sua estensione in larghezza, esponendo un maggior numero di soldati alla prova del combattimento corpo a corpo e al fuoco nemico; dall altro, lo schieramento più esile esigeva da Michiel Jansz van Mierevelt, Ritratto di Maurizio di Nassau, dipinto del XVII secolo (Castello di Versailles). Guerra e soldati nel XVII secolo IPERTESTO 1 IPERTESTO 423

42 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI UNITÀ VI IPERTESTO 424? Spiega l espressione «sinistra statistica». Qual era la principale differenza tra il territorio su cui combatteva Maurizio di Nassau e quello di Gustavo Adolfo? Quali competenze possedeva la chirurgia militare del XVII secolo? ciascuno una disciplina e un coordinamento maggiore. Soprattutto, l esercito olandese perfezionò la tecnica del fuoco di fila: la prima linea scaricava simultaneamente i moschetti sul nemico, poi arretrava per ricaricare le armi mentre le altre nove linee prendevano man mano il suo posto, creando una grandine continua di fuoco. Ma compiere questa manovra di fronte al nemico richiedeva molto sangue freddo, un coordinamento perfetto e una grande padronanza di tutti i movimenti necessari. Perciò Maurizio reintrodusse le esercitazioni in uso nell esercito romano. L insistenza di Maurizio sulla precisione e l armonia in guerra rispecchiava la generale predilezione dell età barocca per le forme geometriche in architettura, nell equitazione, nella danza, nella pittura, nella scherma, in battaglia; e le sue idee furono largamente ammirate ed imitate. [ ] L allievo più eminente fu Gustavo Adolfo di Svezia. In un giro in Germania nel 1620 egli vide molte forme diverse di organizzazione militare e di fortificazioni, e lesse tutti i testi principali in materia. Al suo ritorno portò avanti le riforme di Maurizio, riducendo la profondità dello schieramento dei moschettieri nell esercito da dieci file a sei, e accrescendo la potenza di fuoco con l aggiunta di quattro cannoni leggeri per reggimento. [ ] La differenza principale fra le «rivoluzioni militari» svedese e olandese non era di tecnica ma di applicazione e di scala. Maurizio di Nassau combatteva di rado battaglie campali (e in tal caso il suo esercito raggiungeva a malapena i uomini), perché il territorio in cui operava era dominato da una rete di città fortificate che rendevano le battaglie non risolutive: bisognava pur sempre porre l assedio alle città. Gustavo, invece, operavainzonechepersettant anniopiùeranostaterisparmiatedallaguerraodaminaccedi guerra; dove, perciò, le città fortificate erano molto meno numerose (anche se, quando c erano, bisognava assediarle), e l esito di una battaglia poteva dare il controllo di un vasto territorio. La migliore pubblicità per il nuovo sistema militare fu la vittoria di Gustavo a Breitenfeld nel 1631, classico confronto fra l ordine di battaglia tradizionale, in uso dal tempo delle guerre d Italia del Rinascimento, e l ordine nuovo. Gli imperiali, composti prevalentemente da picchieri in formazioni di trenta file di cinquanta uomini ciascuna, affrontarono un esercito svedese disposto in formazioni di tre file di moschettieri e cinque di picchieri, con un numero doppio di cannoni. L artiglieria svedese poteva lanciare ogni sei minuti una palla di ferro di 9 kg alla distanza di 1700 metri; i moschettieri, che costituivano un po più della metà delle truppe di Gustavo, erano in grado di sparare salve ripetute di pallottole di piombo di circa 20 mm di diametro con notevole precisione fino a 50 metri, e con una precisione del 50% circa fino a 75 metri. Il risultato di questi vari sviluppi era la morte di un gran numero di soldati. I medici dell epoca erano in grado di curare molte ferite d arma bianca, ma non le fratture ossee provocate dalle palle di moschetto o di cannone. A Breitenfeld i morti furono 7600, più di un quinto degli imperiali sconfitti; con l avanzare del secolo, all aumento percentuale di moschettieri e cannoni corrispose l aumento delle perdite. G. PARKER, Il soldato, inr.villari, L uomo barocco, Laterza, Roma-Bari 1991, pp , trad. it. F. SALVATORELLI 2 Soldati e organizzazione militare nel Seicento Nel XVII secolo, la guerra divenne un operazione sempre più costosa e complessa, che coinvolgeva decine di migliaia di uomini, e quindi moltissime donne (mogli, concubine, prostitute) al seguito degli eserciti. Tutti costoro dovevano essere vestiti, nutriti e, nel caso dei combattenti, armati in modo adeguato. Allafinedellaguerra[deiTrent anni]l imperatoreconisuoialleatimantenevasottolearmi in Germania circa soldati, i suoi nemici Svezia, Francia e Assia-Kassel circa : una massa inimmaginabile di forze da combattimento e di problemi di rifornimento in un paese depauperato. La stragrande maggioranza di questi soldati erano mercenari liberi: uomini che si facevano arruolare in cambio di un acconto e del soldo. Definirli volontari è cosa discutibile, giacché la maggior parte di loro non aveva scelta: non c era altra occupazione con cui procurarsi cibo a sufficienza. La stessa sovrappopolazione o la stessa guerra spingevano gli uomini ad arruolarsi. A ciò si aggiungevano poi il desiderio d avventura e le vaghe speranze di bottino. [ ] I soldati parlavano molte lingue. La qualità degli ufficiali si vedeva perciò anche nell abilità linguistica. Non meno vario della loro provenienza era anche l abbigliamento dei mercenari: pur se spesso logori e sporchi, i loro indumenti spiccavano comunque rispetto a quelli indossati quotidianamente da contadini e artigiani. La standardizzazione degli abiti era pressoché impossibile, l uso di uniformi comuni rappresentava una totale eccezione, anche se si diffuse verso la fine della guerra. [...] Un soldato non pagava né imposte né dazi, l artigianato o il lavoro contadino erano ai suoi occhi attività indegne della sua condizione. A differenza che a tutti gli altri sudditi, al soldato era consentito praticare la caccia e portare armi. Ma la sua era una vita assai rischiosa: parecchi reggimenti avevano tassi di perdite superiori al 10 per cento al mese, causate

43 A B C D più che dalle operazioni militari dalla peste, dal tifo e da altre malattie. Chi veniva ferito o si ammalava poteva far conto solo su se stesso. Di medici militari quasi non ce n erano, né esistevano lazzaretti, pensioni o case per invalidi. Al semplice lanzichenecco l ascesa sociale riusciva solo di rado: rappresentano una grossa eccezione Jan van Werth ( circa) o Peter Melander von Holzappel ( ), che addirittura entrò a far parte del collegio dei conti imperiali. Il soldato normale diventava comunque Rottmeister (capobanda, grado di sottufficiale) o Wachtmeister (brigadiere, maresciallo). I gradi superiori restavano per lo più spartiti fra la nobiltà e la borghesia urbana agiata. Gli ufficiali dovevano possedere un patrimonio o essere comunque solvibili, per poter provvedere all equipaggiamento delle proprie compagnie e reggimenti. E dovevano essere nati, avere le proprie origini e il proprio feudo in Germania, perché così avrebbero curato con maggior rigore la disciplina per non sollevare l uomo comune contro di sé. Quest ultimo era divenuto infatti un fattore di guerra: se lo si aveva contro, bisognava tenerne conto nella pianificazione delle campagne militari. Anche per questo i comandanti militari vennero integrati nei territori dei loro principi committenti [dei signori che attribuivano loro il comando, n.d.r.] grazie a concessioni feudali e proprietà immobiliari. Dovevano sentire il peso della corresponsabilità non soltanto verso i propri soldati, ma anche verso il paese e la popolazione. Per un esercito di uomini erano necessarie quantità enormi di armi, cibo e attrezzature, fino alla bandiera della compagnia, il simbolo più importante di ciascuna unità. Inoltre occorreva provvedere al vitto dei soldati: ogni giorno circa un chilo di pane a testa, mezzo chilo di carne e tre litri di birra. Partendo da questi valori teorici, rispetto ai quali si restava com è ovvio notevolmente più bassi, si può calcolare che per uomini ogni giorno bisognava sfornare 40 quintali di pane, macellare 200 quintali di carne, spillare litri di birra. Per far questo, occorrevano ogni giorno almeno 100 manzi e 2400 botticelle di vino da 50 litri. Ma poi dovevano mangiare anche i cavalli, e allo stesso modo i manzi che dovevano fornire la carne il giorno dopo. Che insieme a un esercito da campo muovessero capi di bestiame, era un fatto consueto e inevitabile. [ ] Era difficile superare i problemi logistici. Per ragioni legate al trasporto, gli eserciti erano costretti a muoversi nelle vicinanze dei fiumi, tanto più che avevano al seguito enormi quantità di salmerie [carri e animali da soma destinati al trasporto di materiali, n.d.r.] con tutto il peso che ciò comportava. In queste file si trovavano tutti i responsabili dei rifornimenti, ma anchedonne,bambini,concubine,serve,servielacchè,nonchémoltidéracines [uomini senza radici, vagabondi,n.d.r.] e molti invalidi, che sfruttavano questa opportunità di sopravvivenza. Tutti loro dovevano provvedere da soli al proprio sostentamento. Le salmerie rappresentavano una vera e propria calamità. La relativa immobilità e il valore materiale di un esercito funzionante costringevano a una tattica piuttosto dilatoria. G. SCHMIDT, La guerra dei Trent anni, il Mulino, Bologna 2008, pp , trad. it. B. FORINO Uniformi dell esercito francese nel periodo compreso tra il XVI eil XVII secolo: sono raffigurate rispettivamente le divise di un ufficiale generale di fanteria A,diun ingegnere militare B, di un ufficiale generale di cavalleria C ediun moschettiere D.? Spiega l espressione «standardizzazione degli abiti». Spiega l espressione secondo cui l uomo comune era divenuto un fattore di guerra. Erano possibili delle campagne-lampo, delle azioni fulminee capaci di vincere rapidamente una guerra? Motiva la tua risposta. Guerra e soldati nel XVII secolo IPERTESTO 1 IPERTESTO 425

44 UNITÀ VI 426 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Avvio graduale al saggio breve Il capitalismo e le sue regole Leggi attentamente i due testi proposti. Il primo brano esamina la natura del capitalismo: al centro di un sistema del genere sta una città o un territorio in cui regnano l abbondanza e un ampio margine di libertà per i singoli individui. All estrema periferia, invece, pochi privilegiati tengono in condizione servile grandi masse umane e l economia è tutta orientata a soddisfare le esigenze del centro. Il secondo brano, a questo proposito, illustra come nel Seicento, mentre la maggior parte degli europei soffriva la fame, gli olandesi avevano a propria disposizione una grande quantità di alimenti. I ricchi, addirittura, abusavano di zuccheri e di altri prodotti alimentari di lusso. Capitalismo e disuguaglianze delmondo L immagine del presente paesi ricchi, da un lato, e paesi sottosviluppati, dall altro è già una realtà, con le dovute differenze, tra il XV e il XVIII secolo. Naturalmente [ ] paesi ricchi e paesi poveri non sono restati immutabilmente gli stessi; la ruota ha girato. Le regole generali che governano il mondo non sono tuttavia mutate: la terra, strutturalmente, continua a dividersi tra privilegiati e non privilegiati. Esiste una specie di società a dimensioni mondiali, altrettanto gerarchizzata di una normale società e che rappresenta la sua immagine ingrandita, ma tuttavia riconoscibile. Microcosmo e macrocosmo sono costruiti sul medesimo intreccio, sono fatti della medesima stoffa. Perché? È ciò che tenterò di spiegare, non so ancora con quali risultati. [ ] Cominciamo dal vocabolario. È necessario utilizzare due termini: economia mondiale ed economia-mondo, di cui il secondo è più importante del primo. Per economia mondiale intendo l economia del mondo globalmente inteso, il «mercato di tutto l universo», come diceva già Sismondi. Per economia-mondo, termine che ho costruito a partire dall espressione tedesca Weltwirtschaft, intendo l economia di una parte del nostro pianeta, a condizione che essa formi una totalità, un insieme. [ ] Un economia-mondo si presenta sotto un triplice aspetto: 1. Occupa un dato spazio geografico: ha dunque dei limiti che la individuano e che variano, seppure con una certa lentezza. Di tanto in tanto, generalmente a lunghi intervalli, possono anche inevitabilmente prodursi delle rotture: ad esempio quella seguita alle grandi scoperte della fine del XV secolo; o quella del 1689, quando la Russia, grazie alla politica di Pietro il Grande, si aprì all economia europea. [ ] 2. Un economia-mondo presuppone sempre un polo, un centro, rappresentato da una città dominante: nel passato, da una città-stato, oggi da una capitale, vale a dire da una capitale economica (negli Stati Uniti, ad esempio, New York piuttosto che Washington). In una stessa economia-mondo, anche per periodi prolungati, possono coesistere due diversi centri: ad esempio, Roma ed Alessandria ai tempi di Augusto, Antonio e Cleopatra; Venezia e Genova ai tempi della Guerra di Chioggia ( ); Londra ed Amsterdam nel XVIII secolo, prima che l Olanda fosse definitivamente eliminata. Uno dei due centri finisce, di regola, per essere eliminato. Nel 1929, dopo qualche esitazione, il centro del mondo è passato definitivamente, e senza più ambiguità, da Londra a New York. 3. Ogni economia-mondo si divide in zone successive: il cuore, cioè il territorio attorno al centro, ad esempio le Province Unite (ma non tutte le Province Unite), durante il XVII secolo, quando Amsterdam domina il mondo; l Inghilterra (ma non tutta l Inghilterra), quando Londra, a partire dagli anni intorno al 1780, soppianta definitivamente Amsterdam. Poi vengono le aree intermedie, attorno al polo centrale. Infine il vasto territorio delle zone periferiche le quali, nella mappa della divisione del lavoro che caratterizza l economia-mondo, si trovano in una posizione subordinata e dipendente al di sotto del livello di una reale partecipazione. In queste aree marginali la vita degli uomini richiama sovente il purgatorio o addirittura l inferno. [ ] Splendore, ricchezza, gioia di vivere si sommano al centro dell economia-mondo, esprimono il pulsare della vita del suo cuore. Qui il sole della storia fa brillare i più vivi colori, qui prezzi e salari sono alti, la banca, le merci di lusso, le industrie ad alto profitto, l agricoltura capitalistica trovano il loro terreno naturale; qui si trova il punto di partenza e d arrivo dei traffici a lunga distanza, l afflusso dei metalli preziosi, della valuta pregiata e dei titoli di credito. Vi si respira un clima di modernità economica in anticipo sui tempi: il viaggiatore che osserva Venezia nel XV secolo, o Amsterdam nel XVII, o Londra nel XVIII, o New York oggi, ne è ben consapevole. Le tecniche più all avanguardia e più perfezionate sono di casa, insieme alla conoscenza scientifica di base che le accompagna. Il terreno è fertile di libertà che non sono né totalmente miti, né pienamente realtà. [...] Il tenore di vita si abbassa di un tono quando passiamo ai territori intermedi, vicini, concorrenti spesso riottosi ed emuli del centro. Qui troviamo pochi contadini liberi e, in generale, pochi uomini liberi, scambi imper-

45 fetti, organizzazioni bancarie e finanziarie incomplete, spesso controllate e dirette dall esterno, industrie relativamente tradizionali. Per quanto possa apparire elegante e raffinato il tenore di vita della Francia del XVIII secolo non è comparabile con quello dell Inghilterra. [ ] Ma come appare lontana la Francia quando si raggiungono le regioni periferiche! Prendiamo il 1650 come punto di riferimento: il centro del mondo è nella piccola Olanda, o meglio ad Amsterdam. Le zone intermedie o di secondo livello sono costituite dalla parte più attiva della restante Europa, cioè dai paesi del Baltico, dal Mare del Nord, dall Inghilterra, dalla Germania del Reno e dell Elba, dalla Francia, dal Portogallo, dalla Spagna, e dall Italia al Nord di Roma. Le regioni periferiche sono, a nord, la Scozia, l Irlanda, la Scandinavia; tutta l Europa centrale a est della linea Amburgo-Venezia; l Italia a sud di Roma Napoli, la Sicilia ed infine, oltre Atlantico, l America europeizzata che costituisce la periferia per eccellenza. Se si eccettua il Canada e le prime colonie inglesi in America, il nuovo mondo è interamente dominato dalla schiavitù; allo stesso modo la periferia dell Europa centrale, fino alla Polonia e oltre, è la zona del secondo servaggio: dopo essere pressoché scomparso, come scomparve in Occidente, il servaggio ricomparve infatti in queste regioni nel corso del XVI secolo. In breve, nel 1650 l economia-mondo europea appare come la risultante della giustapposizione e della coesistenza di diverse forme di società che vanno da quelle già capitalistiche, come l Olanda, a quelle basate sul servaggio o sulla schiavitù, situate ai livelli più bassi della scala gerarchica. Questa simultaneità, questo sincronismo ci obbligano a rimettere in discussione ancora una volta tutti i problemi. Il capitalismo vive, in effetti, di questa regolare suddivisione in piani verticali: le zone periferiche nutrono quelle intermedie e, soprattutto, le aree intorno al centro. Ma cos è il centro se non la punta estrema della piramide, la superstruttura capitalistica dell intera costruzione? E siccome esiste una reciprocità diprospettive, se il centro dipende dai rifornimenti della periferia, quest ultima, a sua volta, dipende dai bisogni del centro che le impone la sua legge. Dopo tutto è l Europa occidentale che ha trasferito reinventandole le forme dell antico modello della schiavitù nei territori del nuovo mondo e che ha indotto, per le esigenze della sua economia, il secondo servaggio nell Europa dell Est. Di qui prende rilievo l affermazione di Immanuel Wallerstein [storico americano contemporaneo, n.d.r.]: il capitalismo è una creazione dell ineguaglianza del mondo; perché possa svilupparsi gli è necessaria la connivenza [complicità, n.d.r.] dell economia internazionale. Il capitalismo è figlio dell organizzazione di uno spazio sicuramente smisurato. Non sarebbe divenuto così forte in uno spazio limitato, forse non si sarebbe sviluppato affatto, senza la possibilità di utilizzare il lavoro ancillare [servile, n.d.r.] di altri. F. BRAUDEL, La dinamica del capitalismo, il Mulino, Bologna 1988, pp , Abbondanza alimentare nell Olanda del Seicento L aringa era il pesce patriottico per eccellenza, la base della fortuna nazionale. Fu oggetto di un elogio in versi di Westerbaen, Lof van den Pekelharing (Lode all aringa in salamoia), e si vide riunita a questa poesia in un encomio pittorico da Joseph De Bray [il quadro è una natura morta: al centro sta una pergamena, con la poesia in questione, mentre a destra è disegnata, appunto, una grossa aringa, n.d.r.]. Nei libri didattici per l infanzia del Settecento, come l abbecedario di Swildens, l aringa era ancora indicata come l esempio delle grandi cose (e profitti) che possono nascere da umili origini. C erano invece alcuni cibi che i moralisti e soprattutto i predicatori calvinisti consideravano non solo biasimevoli, ma persino pericolosi. Si doveva diffidare delle spezie esotiche, soprattutto di quelle provenienti dalle Indie Orientali, come la cannella e il macis [noce moscata, n.d.r.], poiché la loro fragranza inebriante e le loro origini pagane (a differenza delle radici e degli ortaggi locali) potevano distogliere la popolazione dalla cucina casalinga e dalla semplice moralità. Le salse preparate per guarnire e condire cibi sani, carne e verdure, venivano denunciate con gli stessi termini usati per biasimare i cosmetici e le parrucche tinte. Ma il grande nemico, l instancabile amico di Satana, era lo zucchero. Introdotto nella Repubblica in quantità tali da ridurne il fattore costo e da permettergli di raggiungere le tavole della classe media, lo zucchero brasiliano accentuò la già forte passione olandese per i dolci e le ghiottonerie. Intorno agli anni quaranta del Seicento già più di cinquanta raffinerie operavano ad Amsterdam, e alle antiche golosità, cialde, frittelle e poffertjes, si poteva aggiungere zucchero in polvere oppure uno strato di caramello. Dolciumi e biscotti cotti senza aromi eccetto per un occasionale aggiunta di miele, o, per la cucina ricca, di zafferano ed anice potevano ora includere pezzettini di frutta candita o combinazioni fino ad allora sconosciute di zenzero orientale e melassa occidentale [proveniente dall America, n.d.r.]. I predicatori più vigilanti interpretarono questo culto del lekkerheid il desiderio ardente per i dolciumi come una minaccia morale di spaventose proporzioni. Il ministro del culto Belcampius si lamentò così: «I dolci e gli eccessi sono oggi cresciuti a tal punto che, se gli uomini non se ne vergognassero, fonderebbero un Accademia in cui mandare cuochi e pasticceri perché venga loro insegnato come eccellere nella preparazione di salse, spezie, dolciumi e confetture dai gusti deliziosi I palati sono diventati così esigenti oggigiorno che non v è quasi salsa che possa soddisfarli Gli uomini d oggi saluterebbero volentieri cuochi ed altri servi della loro gola con trombe e corone d alloro». UNITÀ VI 427 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI

46 UNITÀ VI 428 IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI Avvio graduale al saggio breve Se Belcampius avesse solo saputo quello che hanno scoperto Harvey e Sheldon Peck due dentisti statunitensi appassionati di musei avrebbe avuto la soddisfazione di vedere la dolcezza pagata col dolore. Infatti, secondo la ricerca scientifica condotta dai Peck sullo stato dei denti e delle gengive degli olandesi del diciassettesimo secolo, come appaiono dai ritratti del tempo, il contatto tra questi ingredienti appiccicosi ed i molari portò ad una vera e propria epidemia di carie e decalcificazioni. Rembrandt, concludono tristemente i due dentisti, era un «handicappato dentale» condannato a tormenti più atroci di quelli che un qualsiasi pastore calvinista avrebbe potuto immaginare. [ ] Per buona parte del Seicento, predicatori e scrittori moralizzanti non fecero distinzioni sociali nei loro attacchi alla corruzione dei costumi. Il loro assunto era che l abbondanza fosse un patrimonio comune anche se non egualmente distribuito, e che il ceto medio e il popolo, quasi allo stesso modo dell élite, dovessero essere messi in guardia contro i pericoli del bere e della gola prima di incorrere nell inevitabile scotto del peccato. C era qualcosa di vero in questo assunto? La maggioranza dei ventri olandesi era davvero così pingue come riportavano i visitatori stranieri? Non c era davvero nessuno che soffriva la fame, in Olanda? Mentre sarebbe un errore ritenere che tutte le città olandesi vivessero immerse in un aura di indisturbata tranquillità simile a quella dei quadri di Vermeer, è nondimeno vero che, prima degli anni novanta del Seicento, le vere e proprie sommosse per il pane o contro il fisco furono alquanto rare e molto intervallate. L indagine più recente sui disordini che divennero molto più comuni tra la fine del secolo e l inizio del successivo [fine Seicento, inizio Settecento, n.d.r.], ne riporta solo quattro a Leida e uno a Gouda, tutti nell anno di carestia Vi furono anche agitazioni nel 1628 e nel 1662, abbastanza gravi nella città di Den Bosch nel Brabante. Ma per la maggior parte questi conflitti erano più localizzati e sporadici che cronici. Vi furono certamente anni di grave penuria, soprattutto all inizio (il 1601 fu un anno difficile) e verso la fine del secolo. La depressione del decennio colpì tutti i settori dell economia. Ma nulla di questo altera sostanzialmente l impressione che l Olanda costituisse una sorprendente eccezione in un Europa assillata da penurie costanti, dalla forte perdita del potere d acquisto del salario e dalla violenza endemica nelle città e nelle campagne. [ ] Gli eccessi di penuria e disperazione cui la maggioranza schiacciante della popolazione europea del tempo fu ridotta da un infinita sequela di avversità sembrano davvero ignoti nella Repubblica olandese per buona parte del Secolo d oro. Questa situazione relativamente felice era dovuta soprattutto alla posizione cardine dell Olanda nel commercio del grano nel Seicento. Pur coltivandone poco essa stessa, la Repubblica, grazie al suo predominio sul Baltico, controllava in pratica tutta la produzione di frumento e segale in Polonia, nella Prussia orientale, nella Pomerania svedese ed in Livonia. Negli enormi silos di Amsterdam, Rotterdam e Middelburg poteva essere immagazzinata l eccedenza di un anno per provvedere ad eventuali carenze di produzioni del successivo. Come risultato, la fluttuazione dei prezzi era relativamente esigua, ad eccezione degli anni dopo il 1650, quando il coincidere di cattivi raccolti a est e i conflitti navali con l Inghilterra e la Scandinavia interruppe i normali rifornimenti. S. SCHAMA, La cultura olandese dell epoca d oro, Il Saggiatore, Milano 1988, pp , trad. it. V. SPERTI Operazione propedeutica di arricchimento del lessico Spiega il significato delle espressioni evidenziate nei due testi. Operazione di stesura del testo Di seguito vengono presentate diverse domande, rispondendo alle quali sarà possibile raccogliere le principali informazioni presenti nei due testi. Dopo aver risposto a ognuno di esse, potrai costruire una scaletta, e infine procedere alla stesura di un saggio breve. Il testo non deve superare le due pagine di foglio protocollo. Quali sono centro, area intermedia e periferia nell Europa del XVII secolo? Spiega l affermazione secondo cui «il capitalismo è una creazione dell ineguaglianza del mondo; perché possa svilupparsi gli è necessaria la connivenza dell economia». Quali cibi erano condannati come immorali dai predicatori calvinisti olandesi? Quali conseguenze negative provocò l eccesso di zuccheri? Che cosa distingue la situazione alimentare degli olandesi da quella sperimentata, nel Seicento, dalla maggior parte degli europei? In quali regioni erano coltivati i cereali consumati dagli olandesi nel Seicento?

47 MAPPA DI SINTESI Nel Seicento Guerra dei Trent anni ( ) Egemonia economica dell Olanda Crisi economica italiana Scontro tra cattolici e protestanti Amsterdam centro economico più importante Epidemia di peste UNITÀ VI 429 Pace di Westfalia (1648) Creazione della Compagnia delle Indie Orientali Concetto di economia-mondo Spostamento della produzione dalle città alle campagne IL SECOLO DEI SOLDATI E DEI MERCANTI

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