contro per l'ottemperanza

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1 Page 1 of 9 N /2012 REG.PROV.COLL. N /2012 REG.RIC. R E P U B B L I C A I T A L I A N A IN NOME DEL POPOLO ITALIANO Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte (Sezione Seconda) ha pronunciato la presente SENTENZA sul ricorso numero di registro generale 608 del 2012, proposto da: -OMISSIS-, rappresentata e difesa dagli avv.ti Nadia Tecchiati e Alberto Cappellaro, con domicilio eletto presso lo studio della prima in Torino, corso Re Umberto, 64; contro Ministero della Salute, in persona del Ministro p.t., non costituito in giudizio; per l'ottemperanza della sentenza del Tribunale di Torino - sez. lavoro n. 1319/09, emessa nel procedimento N. RGL. 317/09, depositata il 23/3/09, non impugnata nei termini di legge e passata in giudicato. Visti il ricorso e i relativi allegati; Viste le memorie difensive;

2 Page 2 of 9 Visto l 'art. 114 cod. proc. amm.; Visti tutti gli atti della causa; Relatore nella camera di consiglio del giorno 26 settembre 2012 la dott.ssa Manuela Sinigoi e uditi per le parti i difensori come specificato nel verbale; Considerato che: - con sentenza 23 marzo 2009 n. 1319, il Tribunale Ordinario di Torino Sezione Lavoro condannava il Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali a rivalutare per intero, secondo il tasso annuale di inflazione programmata, prevista dall art. 2, primo comma, L. 210/92, i ratei liquidati alla ricorrente (che ha contratto, a seguito di emotrasfusioni, epatite cd. post-trasfusionale e che è stata, di conseguenza, indennizzata ai sensi della l. 210 del 1992) a far tempo dal 1/11/07 in avanti, oltre interessi al tasso legale dalle singole scadenze al saldo ; - l accoglimento del ricorso proposto dalla ricorrente era, in sostanza, determinato dalla sostanziale adesione del Giudicante ad un certo orientamento della Corte di Cassazione (cfr. sent. n del 28 luglio 2005), secondo il quale l indennizzo riconosciuto ai soggetti danneggiati da epatiti post-trasfusionali consta di due componenti, ovvero da un importo fisso ex lege e dall indennità integrativa speciale di cui alla legge n. 324 del 1959, componenti da ritenersi entrambe rivalutabili secondo il tasso di inflazione programmata. E ciò in quanto solo la rivalutazione di entrambe le

3 Page 3 of 9 suddette componenti consente di adeguare il valore della prestazione alle esigenze di vita del danneggiato, in conformità al precetto di cui all art. 38 secondo comma della Costituzione ; - la sentenza passava in giudicato ed era inizialmente regolarmente eseguita, con liquidazione a favore della ricorrente degli arretrati dall 1/11/2007 al 30/6/2009 a titolo di rivalutazione dell indennità integrativa speciale sull indennizzo spettante alla medesima; - dal 1 luglio 2009 al 31 maggio 2010 l Ente erogatore, corrispondeva, inoltre, alla ricorrente l importo mensile adeguato, compreso di indennizzo ed indennità integrativa speciale (entrambe le voci rivalutate secondo le tabelle in uso); - a decorrere da tale ultima data veniva, tuttavia, interrotto l adeguamento mensile a titolo di rivalutazione dell I.I.S. in conseguenza dell entrata in vigore delle disposizioni cui ai commi 13 e 14 dell art. 11 del D.L. 78/2010, ai sensi delle quali Il comma 2 dell'articolo 2 della legge 25 febbraio 1992, n. 210 e successive modificazioni si interpreta nel senso che la somma corrispondente all'importo dell'indennità integrativa speciale non è rivalutata secondo il tasso d'inflazione e fermo restando gli effetti esplicati da sentenze passate in giudicato, per i periodi da esse definiti, a partire dalla data di entrata in vigore del presente decreto cessa l'efficacia di provvedimenti emanati al fine di rivalutare la somma di cui al comma 13, in forza di un titolo esecutivo. Sono fatti salvi gli effetti prodottisi fino alla data di entrata in vigore del presente

4 Page 4 of 9 decreto ; -con raccomandata in data 24 gennaio 2011 la ricorrente chiedeva l adeguamento integrale dei ratei maturati dopo il 31 maggio 2010; - le norme invocate a sostegno della disposta interruzione dell adeguamento cessavano retroattivamente di avere efficacia con effetto su tutti i rapporti, quale quello in questione, non esauriti in forza della sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale n. 293 del 2011, che ne dichiarava l illegittimità costituzionale per irragionevole disparità di trattamento proprio in quanto negavano la rivalutazione annuale sulla componente diretta a coprire la maggior parte dell indennizzo stesso, con la conseguenza, tra l altro, che soltanto questo rimane esposto alla progressiva erosione derivante dalla svalutazione ; - non avendo il Ministero provveduto, successivamente a tale pronuncia, a corrispondere alla ricorrente gli arretrati non liquidati a titolo di rivalutazione dell I.I.S. dal 1 giugno 2010 (incluso), la medesima proponeva ricorso a questo Tribunale Amministrativo Regionale ai sensi dell art. 112 e ss. c.p.a., al fine di ottenere l esecuzione della citata sentenza del Giudice del Lavoro di Torino e, nello specifico, chiedeva ordinarsi al Ministero intimato di: a) conformarsi al giudicato e, quindi, adeguare annualmente e per intero, sulla base del tasso d inflazione programmato, l indennizzo percepito dalla medesima ai sensi della legge 210/92, inclusa la componente determinata con riferimento all indennità integrativa

5 Page 5 of 9 speciale; b) corrispondere alla stessa gli arretrati non percepiti sui ratei liquidati successivamente al 31 maggio 2010 e fino alla data della sentenza che definisce il presente giudizio, oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo; - il Ministero della Salute non si costituiva in giudizio; Considerato che il giudizio va definito con sentenza resa in forma semplificata, ai sensi dell art. 114, comma 3, c.p.a.; Ritenuto che debba riconoscersi la pienezza del diritto, rivendicato dalla ricorrente, alla rivalutazione dell indennità integrativa speciale di cui trattasi, dato che, come già evidenziato, le anzidette norme del decreto-legge n. 78/2010 hanno cessato retroattivamente di avere efficacia con effetto su tutti i rapporti, quale quello in questione, non esauriti in forza della sopravvenuta sentenza della Corte Costituzionale n. 293 del 2011, che ne ha dichiarato l illegittimità costituzionale per irragionevole disparità di trattamento (C.d.S., III, 14 marzo 2012, n. 1433); Ritenuto, invero, che, in base al combinato disposto dell'art. 136 della Costituzione e dell'art. 30 della legge , n. 87, la pronuncia di illegittimità costituzionale di una norma di legge determina la cessazione della sua efficacia erga omnes ed impedisce, dopo la pubblicazione della sentenza, che essa possa essere applicata ai rapporti, in relazione ai quali la norma dichiarata incostituzionale risulti comunque rilevante;

6 Page 6 of 9 Ritenuto, in definitiva, che una volta cassate dall ordinamento sia la disposizione di legge che negava con valenza di norma interpretativa la possibilità di rivalutare la componente dell indennizzo de quo corrispondente all indennità integrativa speciale sia la disposizione diretta a regolare gli effetti intertemporali della norma interpretativa, in disparte la considerazione che il diritto alla contestata rivalutazione trova ormai fondamento nella stessa norma di legge attributiva del beneficio così come interpretata dalla stessa Corte costituzionale, con tutta evidenza non sussiste alcun ostacolo al pieno dispiegarsi anche per il futuro dell efficacia del provvedimento giurisdizionale definitivo oggetto del presente giudizio di ottemperanza, alla luce del principio, per cui nei rapporti di durata l autorità della cosa giudicata, quale pronuncia con accertamento su una fattispecie attuale ma con conseguenze destinate ad esplicarsi anche per il futuro e cioè per tutta la durata del rapporto, trova il solo limite di una sopravvenienza di fatto o di diritto (sopravvenienza nel caso di specie ormai come s è visto cassata dall ordinamento ), che muti il contenuto materiale del rapporto o ne modifichi il regolamento (Cass., III, 6 dicembre 2007, n ; C.d.S. n. 1433/2012 cit.); Ritenuto, conseguentemente, che il ricorso per l ottemperanza della sentenza del Tribunale Ordinario di Torino Sezione Lavoro 23 marzo 2009, n sia fondato e vada accolto;

7 Page 7 of 9 Ritenuto, conseguentemente, necessario fissare un congruo termine alla pubblica amministrazione per ottemperare, nei sensi richiesti dalla ricorrente, al giudicato formatosi, da fissarsi in trenta giorni dalla comunicazione in via amministrativa ovvero, se anteriore, dalla notificazione della presente sentenza, decorsi i quali dovrà provvedere, senza ulteriore indugio, il commissario ad acta, che, già in questa sede, si nomina ai sensi dell art. 114, comma 4, lett. d), c.p.a. nella persona del Dirigente dell Ufficio X della Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro del Ministero dell Economia e delle Finanze o in quella di un funzionario dallo stesso designato, con autorizzazione a presentare la richiesta di liquidazione del compenso al termine dell esecuzione dell incarico; Ritenuto che le spese di lite seguano l ordinario criterio della soccombenza e vadano liquidate come indicato in dispositivo, con distrazione, ai sensi dell art. 93 c.p.c., in favore dell avv. Alberto Cappellaro, che ha dichiarato d averle anticipate; P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte, Sezione II, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo accoglie e, per l effetto: a) ordina al Ministero della Salute, in persona del Ministro p.t., di conformarsi al giudicato della sentenza del Tribunale Ordinario di Torino Sezione Lavoro 23 marzo 2009, n e, quindi, adeguare annualmente e per intero, sulla base del tasso d inflazione

8 Page 8 of 9 programmato, l indennizzo percepito dalla ricorrente ai sensi della legge 210/92, inclusa la componente determinata con riferimento all indennità integrativa speciale; b) ordina, inoltre, al Ministero di corrispondere alla medesima ricorrente gli arretrati non percepiti sui ratei liquidati successivamente al 31 maggio 2010 e fino alla data della sentenza che definisce il presente giudizio, oltre interessi legali dalle singole scadenze al saldo; c) nomina sin d ora, per il caso di protratta inottemperanza da parte del Ministero intimato, il commissario ad acta nella persona del Dirigente dell Ufficio X della Direzione Centrale dei Servizi del Tesoro del Ministero dell Economia e delle Finanze o di un funzionario dallo stesso designato, con autorizzazione a presentare la richiesta di liquidazione del compenso al termine dell esecuzione dell incarico; Condanna il Ministero intimato al pagamento delle spese processuali a favore della ricorrente, che vengono liquidate in complessivi Euro 1.500,00, comprensivi di diritti, onorari e spese generali, oltre IVA e CPA come per legge. Dispone che l importo su indicato venga distratto a favore dell avv. Alberto Cappellaro. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall Autorità

9 Page 9 of 9 amministrativa. Così deciso in Torino nella camera di consiglio del giorno 26 settembre 2012 con l'intervento dei magistrati: Vincenzo Salamone, Presidente Ofelia Fratamico, Referendario Manuela Sinigoi, Referendario, Estensore L'ESTENSORE IL PRESIDENTE DEPOSITATA IN SEGRETERIA Il IL SEGRETARIO (Art. 89, co. 3, cod. proc. amm.)