La polarizzazione dello sviluppo economico

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1 La polarizzazione dello sviluppo economico Povertà e Disuguaglianza Andrea F. Presbitero a.presbitero@univpm.it Pagina web: Dipartimento di Economia Università Politecnica delle Marche Corso di Economia dello Sviluppo

2 1 Introduzione Motivazioni Una precisazione metodologica Una prospettiva di lungo periodo 2 Lo sviluppo: reddito, salute e istruzione Trend e differenze internazionali Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto 3 Povertà Definizioni e misure della povertà Evoluzione della povertà: Lo sviluppo umano 4 La disuguaglianza mondiale Tre concetti di disuguaglianza mondiale Divergenza o convergenza? Disuguaglianza e crescita

3 Motivazioni Polarizzazione dello sviluppo Kuznets ha messo in luce una serie di fatti stilizzati: uno di questi riguarda la limitata diffusione territoriale dello sviluppo economico. Ciò avviene nonostante le economie siano in comunicazione tra loro e questa comunicazione sia sempre più facile e meno costosa. Il divario tra Paesi ricchi e Paesi poveri è imputabile al processo di sviluppo economico ed è iniziato con l avvento della rivoluzione industriale. I diversi percorsi di crescita e sviluppo hanno portato a enormi disuguaglianze nella distribuzione del reddito e della ricchezza tra Nazioni. L 1% più ricco del mondo possiede tanto reddito quanto il 57% più povero e il reddito del 5% della popolazione più ricca è 114 volte quello del 5% dei Paesi più poveri.

4 Motivazioni Reddito pro capite 1992

5 Motivazioni Reddito pro capite 1999

6 Motivazioni Reddito pro capite 2007

7 Motivazioni Un mondo ineguale Popolazione Reddito Regno Unito Top Top Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, 2007.

8 Una precisazione metodologica La Parità di Poteri di Acquisto Per confrontare i redditi tra Paesi (o individui) dobbiamo poterli esprimere in una valuta comune; Una prima soluzione è la conversione in un unica valuta (il dollaro): possiamo confrontare gli individui in termini del loro potere d acquisto internazionale; Va però tenuto in considerazione che il livello dei prezzi differisce tra Paesi: si convertono allora i redditi in valuta nazionale utilizzando i tassi di cambio PPA, calcolati tenendo in considerazione i diversi livelli dei prezzi tra Nazioni. In questo modo si ha una migliore comprensione del benessere delle persone (i redditi dei Paesi poveri ricevono una spinta verso l alto).

9 Una precisazione metodologica Burgernomics: l indice BigMac Il BigMac Index considera un Big Mac come l unico bene del paniere di riferimento per fare confronti internazionali sui poteri di acquisto in 120 Paesi dove opera MacDonald. La PPA che ne deriva è il tasso a cui il prezzo in dollari di un hamburger è lo stesso in ogni paese. Prezzo del Big Mac Paese Valuta USD PPA Tasso sotto(-)/sopra(+) locale di cambio valutazione vs USD USA USD Cina Yuan % Area euro % Giappone Yen % Inghilterra % Svizzera F % Svezia Kr % Indonesia R % Messico Peso % Argentina Peso % Note: Dollari per euro; Dollari per sterline. Tassi di cambio ufficiali al 2 luglio Fonte: The Economist.

10 Una prospettiva di lungo periodo Why Are Some So Rich and Others So Poor? Capire perchè alcune regioni del mondo siano ricche ed altre estremamente povere è una delle domande fondamentali in economia. Fino al XIX secolo le differenze erano piuttosto contenute. A partire dal 1870 (indicato generalmente come discrimine) l Europa continentale, le sue colonie (USA) e il Giappone hanno iniziato a crescere a tassi decisamente superiori agli altri Paesi. Il vantaggio dell arretratezza (Gerschenkron, 1962) sembra essere un fenomeno piuttosto raro: nei Paesi poveri ci possono essere sia le condizioni per fenomeni di crescita esplosiva, sia fattori implosivi che ostacolano la crescita.

11 Una prospettiva di lungo periodo Divergenza tra i redditi pro capite (1) PIL pro capite USA (2) PIL pro capite del paese più povero (3) Rapporto (1)/(2) (4) Reddito medio dei 17 Paesi avanzati (5) Reddito medio dei PVS (6) Rapporto (4)/(5) (7) Dev.St. del log del PIL pro capite (8) Dev.St. del PIL pro capite (9) Distanza media dal leader Note: Pritchett, I valori del PIL sono espressi in PPA (Fonte: PWT). : ipotesi, : Etiopia, : Chad

12 Una prospettiva di lungo periodo Aumento della disuguaglianza Fonte: Branko Milanovic, World Apart, 2005 Inizialmente il reddito di un individuo dipendeva più dalla classe di appartenenza che dal luogo di nascita, mentre dalla metà del Novecento è il luogo ad essere determinante. Dagli anni Cinquanta si è assistito ad un aumento della disparità interna ai Paesi.

13 Una prospettiva di lungo periodo L economia mondiale: un quadro di sintesi Periodi Ascesa relativa Declino relativo USA (++); Giappone (+) Europa, Russia (-); Cina, India e Africa (- -); Brasile (- - -) USA, Russia (++), Asia (no Giappone) (- -); Brasile (+++) Cina e India (- - -) Giappone, Sud Corea, Taiwan, Hong Kong, Singapore, USA, Africa (- -); Europa (no UK) (+++); Russia, Est Europa, Brasile (++) India (- - -) Giappone, Est Asia, India, Africa (- - -); Brasile (-); Cina (+++); Europa (++); USA (+) dal 1989 Russia e Est Europa (- - -) Est Asia, India, Cina (+++); USA (++); Africa, Russia, parte dell Est dal 1992/3 alcuni Paesi ex comunisti Europa (- - -) e, meno, Giappone Area Mondo 1, ,9 1,2 2,0 USA 1,8 1,6 2,4 1,4 2,8 Europa 1,3 0,8 4,1 1,8 1,7 Russia (URSS) 0,9 1,8 3,4-1,4-2,4 Giappone 1,5 0,9 8,0 3,0 0,6 Cina 0,6-0,3 2,9 5,2 6,8 India 0,4-0,3 1,6 2,4 4,4 Brasile 0,3 1,9 3,8 0,9 2,0 Africa 0,4 1,0 2,0-0,1 0,4 Fonte: V. Valli, L Europa e l economia mondiale, 2002.

14 Trend e differenze internazionali La polarizzazione dello sviluppo PIL pro capite, Popolazione PPP (constant 2000) totale Classificazione per reddito High income High income: OECD Middle income Low income Classificazione geografica Latin America & Caribbean Middle East & North Africa Sub-Saharan Africa South Asia , East Asia & Pacific Europe & Central Asia European Monetary Union World Note: World Development Indicators 2006

15 Trend e differenze internazionali Reddito e popolazione (1) Nei Paesi ad alto reddito vive meno di un quinto della popolazione mondiale, ma il reddito pro capite, misurato in parità di potere d acquisto, è oltre tre volte superiore alla media mondiale. Oltre il 30% della popolazione mondiale vive in Paesi poveri (con un aumento dal 31% nel 1980 al 37% nel 2004), ed il loro reddito nel 2004 era un quarto di quello medio mondiale e solo il 7,4% di quello dei Paesi ricchi. Dal 1980 al 2004 la popolazione mondiale è aumentata di oltre il 40%, con gli incrementi maggiori concentrati nei Paesi poveri, mentre il reddito pro capite è crescito di oltre il 50%. I paesi a medio reddito sono quelli che hanno registrato la maggiore crescita del PIL pro capite, a fronte di una crescita della popolazione abbastanza in linea con il trend globale.

16 Trend e differenze internazionali Reddito e popolazione (2) La suddivisione geografica mette in luce la grande crescita economica registratasi in Asia (+373% nell Est asiatico e +128% in Sud Asia) e la crescita negativa dell Africa Sub Sahariana (-7%). In termini relativi, il reddito dei paesi africani è passato dall essere il 35% di quello mondiale nel 1980 al 22% nel 2004, mentre l inverso si è verificato in Asia, dove si è passato da una quota di circa il 20% al 32% in Sud Asia e al 60% nell Asia dell Est. I Paesi dell America Latina sono passati dall essere più ricchi della media mondiale a più poveri, sebbene il reddito reale pro capite sia cresciuto. Le quote di popolazione sono rimaste piuttosto costanti nel tempo, sebbene ci sia stato un aumento della quota di popolazione africana a fronte di una diminuzione di quella residente in Europa.

17 Trend e differenze internazionali La polarizzazione dello sviluppo Diffusione Tasso Aspettativa Istruzione HIV di mortalità di vita (anni) Classificazione per reddito High income High income: OECD Middle income Low income Classificazione geografica Latin America & Caribbean Middle East & North Africa Sub-Saharan Africa South Asia East Asia & Pacific Europe & Central Asia European Monetary Union World Note: World Development Indicators Diffusione HIV relativo all percentuale di popolazione tra 15 e 49 anni; Tassi di mortalità sotto i 5 anni (per 1.000); Istruzione come tasso di completamento della scuola primaria.

18 Trend e differenze internazionali Salute e istruzione (1) I tassi di istruzione evidenziano un significativo ritardo dei Paesi più poveri, concentrato prevalentemente in Sud Asia e, soprattutto, in Africa. Il Sud Est asiatico mostra, invece, i risultati migliori. I dati sulla diffusione del virus HIV mettono in luce come questo sia un problema drammatico per i Paesi poveri ed, in particolar modo, per l Africa Sub Sahariana. Indicazioni simili emergono dai tassi di mortalità e dall aspettativa di vita. Secondo questi due indicatori, anche nell Asia del Sud le condizioni sanitarie sono peggiori rispetto alla media mondiale.

19 Trend e differenze internazionali Salute e istruzione (2) La dinamica dei tassi di mortalità evidenzia una diffusa riduzione (-34%), concentrata soprattutto nei Paesi a reddito medio alto (-60% in America Latina, Medio Oriente, Nord Africa e -70% nell area Euro), mentre scarsi sono stati i progressi nell Africa Sub Sahariana (-15%). Un quadro ancora più drammatico emerge dall analisi dell aspettativa di vita, aumentata in tutte le regioni, tranne che nell Africa Sub Sahariana, dove è diminuita di due anni: la differenza tra l aspettativa di vita nei Paesi europei più ricchi e in quelli africani più poveri è aumentata da 25 anni nel 1980 a 33 anni nel 2004.

20 Sao Tome Solomon Islands Grenada St Vincent & G Belize Trinidad & Tobago <1 Trend e differenze internazionali Reddito e salute Health Children dying before age 5 per 1000 live births (log) Low income countries Middle income countries High income countries 3 Iceland Singapore Japan Sweden Slovenia Finland 4 Norway Czech Republic Cyprus Spain Italy France Belgium Denmark 5 Portugal Austria Greece Germany Malta Switzerland New Z. 6 Ireland Australia Cuba Croatia Israel Canada Netherlands UK Luxemburg South 7 Lithuania Estonia Korea Chile U. Arab 8 Emirates Poland Hungary Slovakia Brunei 10 USA Belarus Malaysia Bahrain Barbados Kuwait Costa Rica Sri Lanka Latvia Macedonia Bahamas Bosnia Bulgaria St Lucia Oman Mauritius Syria Ukraine Serbia Uruguay Argentina Albania Romania Venezuela Colombia Jamaica 20 Fiji Libya Qatar Palestine Russia China Tonga Thailand Paraguay Tunisia Mexico Jordan Panama Vietnam Ecuador El Salvador Saudi Arabia Population (millions) Peru 30 Philippines Armenia Brazil Vanuatu Dominican R. Lebanon Egypt Cape Verde 1 Nicaragua Samoa Iran Turkey Indonesia Suriname Algeria Honduras Morocco Guatemala 100 Mongolia Georgia Maldives 50 North Korea Namibia Guyana Uzbekistan Kyrgyzstan India South Africa 70 Nepal Comoros Bolivia Eritrea Bangladesh Timor-L. Kazakhstan Regions 80 Lesotho Laos Sudan Bhutan Americas Azerbaijan Papua N.G. Gabon 100 Arab states Ghana Bhutan Myanmar Yemen Turkmenistan Tajikistan Kenya Congo Rep Asia & Pacific Gambia Pakistan Haiti Djibouti Botswana Burundi Madagascar Zimbabwe Mauritania Iraq Europe Uganda Togo Cambodia Ethiopia Senegal Sub-Saharan Africa Benin Cameroon Swaziland Mozambique Guinea Zambia Data for 2004 Malawi Burkina Faso Rwanda Sources: World Bank & UNICEF 200 Guinea- Central Chad Gapminder estimates in italic Somalia Ivory Bissau A.R. Coast Equatorial hans.rosling@ki.se Mali Nigeria Angola Guinea Liberia Niger Afghanistan Sierra Leone Money Gross National Income per capita, in US dollar, exchange rate (log)

21 *4"" $" 0 %# * $0 ' "!! 6 # ", $ $" " +# Trend e differenze internazionali Reddito e istruzione!" # #!%7. " # - /"7!)" $ ) 1" -# % 5 $# / #! #" % )" * " #. $ $ $23+' # * ()" * #' - # $ 7 ) +" + )!" %)"!# (#" ( # % ( -* ( $ ( 0%# ##' %#!) #" $# "" # - #" $# $ #" $" " & (# $% # -.# (# # / / # %&&&&&& %&&&&&&& %&&&&&&&& %&&&&&&&&& &'(()*# + # *## ),,( ++# *## ),,-. /&0" / #' * +"# 1 "# -#" * # 1# - ) +# $ +# " %# $! " "#$%

22 Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto Una grande divergenza A partire dagli anni Sessanta si è riscontrata un impressionante divergenza tra due macro regioni: l Est asiatico e l Africa Sub Sahariana. I Paesi asiatici hanno realizzato quello che è stato definito l East Asian Miracle (Banca Mondiale, 1993), mentre le nazioni africane hanno vissuto la Africa s Growth Tragedy (Easterly e Levine, 1997). Pur partendo da condizioni iniziali simili sia in termini di reddito sia di altri indicatori di sviluppo, il diverso processo di crescita ha determinato differenze estreme in: 1 PIL pro capite 2 livelli sanitari e di istruzione 3 diffusione ed estensione di povertà e disuguaglianza

23 Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto Alcuni dati Fonte: Penn World Tables 6.1, Heston, Summer e Aten, Ad inizio periodo il PIL pro capite dei 10 Paesi asiatici era solo del 30% superiore rispetto a quello dei 40 Paesi dell Africa Sub Sahariana. Nel 2000 questa differenza era 4.6 Dal 1960 al 2000, Taiwan è cresciuta ad un tasso annuo del 6.4%, mentre la Repubblica Democratica del Congo ha registrato un tasso medio pari a -3.2%. In termini di reddito, Taiwan è passata da un PIL pro capite di 1430$ a 18730$, mentre il Congo da 980$ a 320$.

24 Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto East Asian Miracle Libero mercato Una possibile spiegazione (Banca Mondiale) del successo asiatico è riconducibile agli aumenti di produttività dovuti a: 1 limitato intervento governativo 2 stabilità macroeconomica 3 apertura al commercio internazionale 4 competizione ed investimenti in capitale umano Approcci alternativi Young (1993) e Krugman (1994) attribuiscono una maggiore importanza all accumulazione di fattori produttivi ed alla riallocazione delle risorse; Altri autori sottolineano un vantaggio iniziale in termini di istruzione e distribuzione della ricchezza; I revisionisti evidenziano l intervento fondamentale dello stato per la costruzione di infrastrutture, per l accesso al credito ed ai mercati internazionali.

25 Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto Africa s Growth Tragedy Dai risultati empirici si osserva che i Paesi africani crescono meno, anche una volta tenute in condiderazione tutte le determinanti classiche della crescita economica. Le possibili determinanti della mancata crescita nell Africa Sub Sahariana sono: 1 differenze etno linguistiche (Easterly e Levine, 1997); 2 fattori geografici legati al clima ed alla fertilità del suolo e 3 fattori istituzionali (legati all esperianza coloniale) e politiche economiche.

26 Africa e Sud Est asiatico: esperienze a confronto Africa vs Asia L apertura al commercio estero è indicata come uno dei motivi della divergenza tra le due aree: si è calcolato che i Paesi africani avrebbero potuto raggiungere tassi di crescita del 4.3% se avessero adottato le politiche seguite in Asia. Anche le differenze etno linguistiche spiegano parte (0.8%) del differenziale di crescita (3.4%). La divergenza verificatasi negli ultimi 50 anni è un problema di buone vs cattive politiche: le geografia non è un destino e buone istituzioni possono attenuare i vincoli geografici. Quello che rimane da capire è quali siano le determinanti della qualità delle istituzioni.

27 Definizioni e misure della povertà Un mondo per tutti? Il mondo in cui viviamo è allo stesso tempo notevolmente comodo e assolutamente povero. (... ) La contemporanea presenza di opulenza e agonia nel mondo che abitiamo rende difficile evitare interrogativi fondamentali sull accettabilità etica dell organizzazione sociale prevalente e sui nostri valori, la loro rilevanza e la loro portata. Amartya Sen, Globalizzazione e Libertà, 2002

28 Definizioni e misure della povertà L estensione della povertà Le stime della Banca Mondiale riportano che nel 2001 oltre un miliardo e cento milioni di persone vivevano con meno di un dollaro al giorno, mentre erano 2,7 miliardi quelle che vivevano con meno di 2 dollari al giorno. Questi numeri sono inferiori rispetto a stime precedenti, ma sono pur sempre altissimi: sebbene qualche progresso sia stato raggiunto, molto rimane ancora da fare per ridurre la povertà. Si sono registrati miglioramenti anche nell accesso a cure mediche di base (la mortalità infantile nei Paesi a basso e medio reddito è diminuita dall 86 al 60 per mille dal 1980 al 2002) e all istruzione (sia per gli uomini che per le donne). Rimangono tuttavia grandi disparità geografiche: la riduzione della povertà è stata guidata dalla crescita della Cina e del Sud Est asiatico, ma nelle economie in transizione e, soprattutto, in Africa la povertà è aumentata nelle ultime due decadi.

29 Definizioni e misure della povertà Che cosa è la povertà (1) La povertà è un fenomeno multidimensionale, non legato unicamente al reddito, ma anche ad una serie di altri fattori, quali salute, istruzione, libertà ecc. Lo Human Development Report del 1997 definisce lo sviluppo umano come di un processo di ampliamento di scelte, mentre indica con il termine povertà la situazione in cui le opportunità e le scelte più indispensabili per lo sviluppo umano sono negate. Lo HDR stabilisce tre diversi modi di definire la povertà: 1 Income poverty 2 Basic Needs 3 Capability

30 Definizioni e misure della povertà Che cosa è la povertà (2) Non è semplice misurare concetti piuttosto astratti come l assenza di sicurezza personale, di libertà politica, di possibilità di partecipare ai processi decisionali. Una distinzione chiave riguarda le definizioni di povertà assoluta (Rowentree) relativa (Townsend). Gli indicatori più usati, perciò, fanno riferimento esclusivamente al reddito e misurano la povertà in termini assoluti. Lo HDR utilizza linee di povertà relative: in questo caso la soglia è fissata come percentuale solitamente il 50% del reddito o della spesa media pro capite.

31 Definizioni e misure della povertà Come misurare la povertà Il problema maggiore è definire una soglia al di sotto del quale un individuo può essere definito povero. Il passo successivo consiste nel misurare la povertà. Tra i diversi indicatori, i due più semplici e utilizzati sono: 1 HeadCount Ratio, che misura la percentuale di popolazione (N) che vive al di sotto della soglia di povertà (P): HCR = N i=1 i y i < P 2 Poverty Gap Ratio, che fornisce un idea più precisa del grado di intensità della povertà: PGR = N y i <P (P y i ) Nm (1) (2) 3 dove y i è il reddito dell individuo i esimo e m il reddito medio. Nelle ricerche internazionali la soglia di povertà è generalmente fissata ad 1$ (o 2$) al giorno in PPA.

32 Evoluzione della povertà: Popolazione che vive con meno di 1$ al giorno: Region East Asia & Pacific China Europe & Central Asia Latin America & Caribbean Middle East & North Africa South Asia Sub Saharan Africa Total 1,482 1,277 1,171 1,218 1,208 1,097 1,096 1,089 Excluding China Note: Banca Mondiale, World Development Indicators

33 Evoluzione della povertà: Popolazione che vive con meno di 2$ al giorno: Region East Asia & Pacific 1,170 1,109 1,028 1,116 1, China Europe & Central Asia Latin America & Caribbean Middle East & North Africa South Asia ,005 1,029 1,039 1,064 Sub-Saharan Africa Total 2,450 2,480 2,478 2,654 2,764 2,674 2,739 2,735 Excluding China 1,574 1,666 1,747 1,829 1,961 2,024 2,111 2,142 Note: Banca Mondiale, World Development Indicators

34 Evoluzione della povertà: La povertà nel mondo: HeadCount Ratio Poverty Gap Ratio Poverty Headcount Index Poverty Gap Index East Asia and Pacific Europe and Central Asia East Asia and Pacific Europe and Central Asia Latin American and Caribbean Middle East and North Africa Latin American and Caribbean Middle East and North Africa South Asia Sub Saharan Africa South Asia Sub Saharan Africa Fonte: PovcalNet, 2007 Fonte: PovcalNet, 2007

35 Evoluzione della povertà: Alcuni commenti (1) Si osserva un declino nell HCR di circa lo 0.8% per anno nel periodo , con un progresso minore nel caso della soglia fissata a 2$. Il numero di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno è infatti diminuito (ma la proiezione al 2015 rimane di oltre 800 milioni di persone), mentre è aumentato quello di chi vive con meno di 2$ al giorno. La Cina ha un peso notevole nel determinare i trend mondiali: la sua esclusione dimezza la riduzione ottenuta negli HCR. Esistono marcate differenze regionali: 1 declino deciso della povertà nell Est asiatico 2 Aumento nell Est Europa e nell Asia Centrale (miglioramento dopo il 2000) 3 Aumento del numero (e percentuale) di poveri in SSA, con un miglioramento negli ultimi anni.

36 Evoluzione della povertà: Alcuni commenti (2) Dal 1984 al 2004 è cambiata drasticamente la composizione regionale della povertà. A inizio periodo il 44% dei poveri sotto la soglia di 1$ al giorno viveva nell Est asiatico (un terzo in Cina); Nel 2004 queste quote si sono ridotte al 17% ed al 13% A questa riduzione corrisponde un forte incremento nella quota del Sud asiatico (dal 35% al 46%) e, soprattutto dell Africa (dal 16% al 31%) Trend generale Se si escludono i progressi verificatesi in Cina, negli ultimi venti anni si è assistito ad una limitata riduzione della povertà. Tuttavia, dal 2000 si inizia ad osservare un trend decrescente nell andamento della povertà.

37 Lo sviluppo umano L indice di sviluppo umano (ISU HDI) La povertà non può essere valutata unicamente in termini monetari. Il PIL pro capite non attribuisce valore ad una serie di aspetti importanti, quali gli scambi non monetari, le risorse ambientali, i diritti umani, la libertà ecc. Per questo, le Nazioni Unite (UNDP) propongono un indice di sviluppo umano che tiene in considerazione: 1 longevità, misurata dalla speranza di vita alla nascita; 2 istruzione, misurata come tasso di alfabetizzazione adulto e tasso di iscrizione congiunto; 3 accesso alle risorse monetarie, misurato dal PIL pro capite. Esiste una buona correlazione tra il ranking ISU e quello ottenuto sulla base del PIL pro capite, sebbene, in alcuni casi, ci siano significative divergenze.

38 Lo sviluppo umano Popolazione che vive con meno di 2$ al giorno: HDI rank Country GDP Life expectancy Education GDP GDP rank index index index minus HDI rank 1 Norway 38, Iceland 33, Australia 30, Japan 29, United States 39, France 29, Italy 28, Hong Kong, China (SAR) 30, Argentina 13, Chile 10, United Arab Emirates 24, Albania 4, Saudi Arabia 13, Armenia 4, China 5, Uzbekistan 1, Equatorial Guinea 20, South Africa 11, India 3, Botswana 9, Tanzania, U. Rep. of Chad 2, Sierra Leone Niger Note: Human Dvelopment Report. GDP: PIL pro capite in PPA nel 2004

39 Tre concetti di disuguaglianza mondiale La disuguaglianza Se si considera la povertà in termini relativi, il concetto di povertà si avvicina a quello di disuguaglianza. La disuguaglianza è un fenomeno che interessa sia i Paesi poveri che quelli più ricchi, dove la globalizzazione ha accentuato la disparità dei redditi. Generalmente si è studiata la disuguaglianza tra Paesi per verificare l esistenza di un processo di convergenza tra le Nazioni. In realtà, è più interessante analizzare la disuguaglianza internazionale tra individui, per rendersi maggiormente conto delle differenza esistenti nella distribuzione del reddito mondiale. La disuguaglianza è importante poichè è legata alla crescita economica ed alla stabilità politica.

40 Tre concetti di disuguaglianza mondiale I diversi concetti di disuguaglianza internazionale Esistono tre diversi concetti di disuguaglianza a livello mondiale: 1 Disuguaglianza internazionale non ponderata. Il paese (con il suo reddito medio) è l unità di osservazione, a prescindere dalla sua dimensione 2 Disuguaglianza internazionale ponderata per la popolazione. Si assume una distribuzione del reddito perfettamente egualitaria all interno del paese. 3 Disuguaglianza internazionale tra gli individui. Il singolo individuo è l unità di analisi, a prescindere dai confini nazionali. Per l analisi del benessere individuale è essenziale far riferimento al concetto 3. La prima accezione, invece, è un utile strumento di analisi della convergenza tra Nazioni. L indicatore più diffuso di disuguaglianza è il coefficiente di Gini.

41 Tre concetti di disuguaglianza mondiale I diversi concetti di disuguaglianza internazionale Disuguaglianza Disuguaglianza Vera non ponderata ponderata disuguaglianza Fonte dei data Contabilità nazionale Contabilità nazionale Indagini sulle famiglie Unità d osservazione Paese Paese (ponderato Individuo per la popolazione) Misura di benessere PIL (PNL) PIL (PNL) Reddito o spesa pro capite pro capite media disponibile Tasso di cambio Parità di Potere d Acquisto Disuguaglianza interna ai Paesi Ignorata Ignorata Inclusa Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, 2007.

42 Tre concetti di disuguaglianza mondiale L indice di Gini Il coefficiente di Gini è espresso come: Percentuale cumulata del reddito totale percepito 0,8 0,02 0,2 Retta di perfetta uguaglianza A 1/2 Gini Curva di Lorenz Percentuale cumulata degli individui percettori di reddito Il coefficiente di Gini e la curva di Lorenz B 0,9 G = N N µ N 2 y j y i (3) 2 i=1 j=1 dove µ è il reddito medio, N il numero di individui (paesi) e y 1 il reddito dell individuo (paese) i esimo. G varia tra 0 (perfetta uguaglianza) e 1 (l intero reddito va ad un solo individuo) Nel caso della seconda definizione, l indice diventa: G = 1 1 µ 2 N i=1 j=1 N y j y i p i p j (4)

43 Divergenza o convergenza? Disuguaglianza: aumento o diminuzione? Già confrontando le definizioni 1 e 2 di disuguaglianza appare evidente il motivo per cui i risultati relativi all andamento della disuguaglianza mondiale non siano univoci. Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, 2007.

44 Divergenza o convergenza? Concetto 1 Dal 1960 in poi i Paesi occidentali si sono distaccati e la disuguaglianza tra Nazioni è aumentata Classificando le Nazioni del mondo in quattro gruppi ricchi, contendenti, terzo e quarto mondo si nota che il primo gruppo includeva, nel 1960, 41 Paesi ma solo 31 nel 2000 (di cui unicamente 9 non occidentali e nessuno africano nè latinoamericano). L analisi dei Paesi contendenti mostra che dei 22 originari nel 1960, solo due sono entrati a far parte del gruppo dei ricchi (Singapore e Hong Kong), mentre tutti gli altri sono confluiti nel terzo e quarto mondo. Di conseguenza, i contendenti di oggi sono i Paesi ricchi non occidentali del 1960, mentre i contendenti del 1960 appartengono ora al terzo e quarto mondo (per instabilità politiche o transizioni).

45 Divergenza o convergenza? Quattro mondi Gruppo n paesi % pop. n paesi % pop. Primo mondo (Paesi ricchi) Secondo mondo (contendenti) Terzo mondo Quarto mondo Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, 2007.

46 Divergenza o convergenza? Lo spartiacque: La fine degli anni Settanta ha visto l aumentare del divario tra Paesi ricchi e terzo mondo: fino al 1978 il resto del mondo ha recuperato terreno nei confronti dell Occidente, mentre, nel periodo successivo, tutti i Paesi poveri (tranne l Asia) arretrano. Le possibili ragioni sono: 1 gli USA si trasformano in importatore netto di capitali (per finanziare i deficit di bilancio) con due conseguenze: 1 maggiori tassi di interesse reali (crisi del debito) e 2 minore flussi di capitale verso i PVS; 2 rallentamento della crescita nei Paesi sviluppati; 3 avvento di nuove tecnologie skill intensive; 4 shock petroliferi; Successivamente, il mutato clima politico riduce l attenzione e i capitali verso i PVS, penalizzati dalle regole del commercio internazionale

47 Divergenza o convergenza? Concetto 2 Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, Tra il 1965 e il 2000 l indice di Gini ponderato diminuisce da 55.7 a La ragione di questo decremento non è imputabile a dinamiche della popolazione, ma alla crescita di Cina ed India. Contrariamente a quanto accadeva prima, nell ultimo decennio l inclusione di Cina ed India riduce la disuguaglianza, poichè questi due Paesi non sono più tra quelli più poveri. Dal 1965 al 2000 il PIL pro capite cinese è cresciuto dal 13% al 60% della media mondiale.

48 Divergenza o convergenza? Cina, India e USA La riduzione della disuguaglianza nel periodo è interamente spiegata dall interazione tra India, Cina e USA. Al contrario, nel periodo successivo, le differenze tra questi tre Paesi (in aumento) non spiegano la riduzione nel coefficiente di Gini. E l avvicinarsi della Cina al mondo ricco a spiegare il trend decrescente della disuguaglianza. Parte di questo effetto è stato però controbilanciato dall aumento della distanza tra la Cina e i Paesi poveri (Nigeria, Pakistan, Bangladesh e Indonesia).

49 Divergenza o convergenza? Concetto 3 Il problema maggiore nel definire la vera disuguaglianza mondiale risiede nella disponibilità e nella comparabilità dei dati (indagini sulle famiglie). Esistono diverse stime, che forniscono risultati contrastanti. Ciononostante, l indice di Gini varia in un intervallo ristretto (62 68).

50 Divergenza o convergenza? Cosa significa un indice di Gini pari a 64 66? Percentuale di reddito che va al: Top Bottom Rapporto 5% (in PPA) 33% 0.20% % (in PPA) 50% 0.70% % (in USD) 45% 0.15% % (in USD) 67.50% 0.45% top countries 31, top countries 28, Fonte: Branko Milanovic, Mondi divisi, Mondadori, 2007.

51 Divergenza o convergenza? Le stime di Milanovic Milanovic calcola i valori della disugualianza mondiale in tre anni di riferimento (1988, 1993 e 1998) usando indagini sulle famiglie a livello nazionale. I risultati indicano che nel primo periodo la disuguaglianza è aumentata, mentre è diminuita nel secondo periodo. Nel 1998, comunque, la disuguaglianza (Gini = 64.2) era maggiore rispetto a inizio periodo (Gini = 61.9). Tra il 71% e l 83% della disuguaglianza è spiegata dalla componente between I fattori principali che hanno contribuito a determinare questi trend sono: 1 l aumento della disparità tra aree rurali asiatiche e Occidente (+, -); 2 la crescente distanza dei redditi tra zone rurali e urbane di Cina e India (+, +); 3 il declino dei redditi dell Europa orientale e dell ex URSS (+, 0). Infine, l Africa ha avuto un peso ridotto nell evoluzione della disuguaglianza internazionale.

52 Disuguaglianza e crescita Una curva a U rovesciata? Kuznets (1963), sulla base dei dati su 18 Paesi, suggerì l ipotesi che lo sviluppo economico sia inizialmente accompagnato da una disuguaglianza crescente. Tuttavia, all aumentare del benessere, le disparità nella distribuzione del reddito si attenuano. La limitazione principale di questo tipo di analisi è che deve confrontare Nazioni che si trovano in diversi stadi del processo di sviluppo, piuttosto che seguire l evoluzione della disuguaglianza di un singolo paese nel tempo. Non è possibile, perciò, tenere in considerazione l effetto di fenomeni strutturali tipici del Paese che potrebbero influenzare il livello di disuguaglianza. E il cosiddetto effetto America Latina, dato che buona parte delle osservazioni collocate intorno al massimo della curva a U rovesciata sono Paesi latinoamericani.

53 Disuguaglianza e crescita Il legame crescita disuguaglianza Ragioni teoriche L ipotesi di Kuznets, basata sul passaggio agricoltura industria (economia rurale urbana) e sulla successiva espansione della forza lavoro industriale. Il progresso tecnologico potrebbe essere non neutrale, ma skill bias, aumentando il wage gap tra lavoratori skilled e unskilled (premio dell istruzione). Risultati empirici La letteratura più recente non trova alcune nesso causale tra crescita e disuguaglianza: non c è un circolo virtuoso di crescita del reddito e riduzione della disuguaglianza. Anche la letteratura su SBTC e disuguaglianza non ottiene risultati univoci.

54 Disuguaglianza e crescita Il legame disuguaglianza crescita Ragioni teoriche Maggiore disuguaglianza potrebbe ridurre la crescita per diversi motivi: 1 instabilità socio politica; 2 vincoli finanziari all accesso all istruzione; 3 politiche redistributive che riducono l accumulazione di capitale. Al contrario, maggior disuguaglianza causerebbe maggiore crescita poichè: 1 il saggio marginale di risparmio è maggiore per i ricchi (Kaldor); 2 indivisibilità degli investimenti (in assenza di mercati dei capitali efficienti); 3 trade off efficienza equità. Risultati empirici Le politiche redistributive stimolano la crescita. La disuguaglianza nella distribuzione della terra ha un forte effetto negativo sulla crescita.

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