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1 sa domu e Paxi Su Oddeu de Susu. Via Umberto I. Santadi. Carbonia Iglesias.

2 Recupero di immobile storico. Ex edificio rurale. Struttura in pietre e ladiri. Copertura in legno, canne di palude e tegole. Pavimenti in terra e cotto. Il recupero riguarda due edifici rurali, contigui, con corte comune e loggiato. Il recupero è stato svolto in tempi diversi. Nella presente descrizione le tempistiche non sono state tenute in considerazione. Le immagini illustrano materiali, situazioni, lavori o lavorazioni comuni ad entrambi gli edifici.

3 Intervento privato. Lavoro voluto e finanziato, a partire dall acquisizione dell immobile, da soggetto intenzionato ad operare una specifica azione di tutela. Gli attuali proprietari. I signori Pasci ed Atzeni, fortemente legati ad una cultura di valorizzazione del patrimonio culturale locale, si sono posti l obiettivo di recuperare il complesso abitativo rispettandone l antica struttura. La scelta, nelle singole attività, tra il restauro o il recupero, stata valutata, di volta in volta in base agli obiettivi, tenendo conto delle difficoltà, degli inconvenienti ed degli imprevisti, anche di natura economica.

4 Gli edifici risalgono ai primi insediamenti abitativi del XVIII secolo, quando il territorio di Santadi rifiorì con la ripresa delle attività legate all agricoltura ed alla pastorizia, le case sono parte del fronte residenziale che costituisce la via Umberto I.

5 La cortina in cui sono inseriti gli immobili, è una delle meglio conservate di Santadi relativamente alla possibilità di leggere, nella sua forma originaria, la tipologia del furriadroxius (insediamento matrice) in una fase di trasformazione a centro urbano.

6 Stato di fatto. Vista dalla via Umberto I.

7 Stato di fatto. Vista dalla via Umberto I.

8 Stato di fatto. Vista dalla via Umberto I.

9 Stato di fatto. Angolo tra la via Umberto I e la via S.Paolo.

10 La lettura della forma originaria dell edificato si è resa possibile per il fatto che la via Umberto I collega la piazza centrale del comune al bosco, oggi parco urbano, luogo dove non si è avuta espansione edilizia. Non ci sono stati pertanto nel tempo cambiamenti sostanziali della visione di insieme e neppure l inglobamento delle preesistenze in nuovi edificati, processo che se non cancella, nasconde o modifica sostanzialmente le tipologie originarie. Per tale ragione il recupero assume anche valore urbanistico e paesaggistico.

11 La prima parte delle immagini che seguono è il resoconto dello stato di fatto degli immobili, il loro livello di conservazione prima dei lavori; vuole inoltre costituire una memoria dei materiali e delle tecniche edilizie utilizzati agli inizi del secolo scorso nel Sulcis. La seconda parte è la documentazione delle metodologie applicate per il recupero a fini residenziali degli immobili.

12 Gli intonaci

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17 Vista dalla corte interna

18 Vista dalla corte interna

19 Anche per gli intonaci lo stato di fatto ha determinato la tipologia di intervento per la loro conservazione.

20 Alcuni particolari rappresentano l evoluzione del manufatto edilizio nel tempo in seguito a migliorie determinate dall uso. Davanzale in cementine.

21 Grata in ferro battuto ed ante in legno. Entrambi questi elementi sono successivi alla data di edificazione dell edificio.

22 Anche la porta su strada è un intervento successivo all epoca di realizzazione del manufatto edilizio. Uno degli indicatori che possono consentire l identificazione di interventi recenti è la finitura delle spalle e del voltino degli sfondati. Gli edifici di tale tipologia, erano generalmente realizzati senza strumenti di squadratura.

23 Elemento originario. Voltino in legno di ginepro. Serramento privo di vetro. Anta priva di telaio. Assenza di squadrature regolari negli intonaci.

24 Elemento originario. Gronda. Generalmente non presente negli edifici della stessa tipologia.

25 Elemento originario. Finestra con anta in legno.

26 Particolari dell anta.

27 Le fasi del recupero. La struttura edilizia. Demolizioni.

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30 Muratura in ladiri.

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33 Tutte le demolizioni sono state eseguite seguendo il principio di recuperare la maggior parte possibile dei materiali esistenti: tegole, piccola e grande orditura dei tetti, mattoni in ladiri,.

34 Materiali. Approvvigionamento delle canne di palude.

35 Corte interna sulla via San Paolo. Materiali recuperati. Texture della vecchia muratura a secco, consolidata in più punti, e sopraelevata con blocchetti in cemento. La muratura in blocchetti, tipica dei primi decenni del diciannovesimo secolo, costituisce per molte aree rurali, oggetto di studio circa l evoluzione dell edificato. Agli stessi anni risale un piccolo ampliamento nella corte interna, anch esso realizzato con blocchetti di cemento, che si è deciso di conservare per ragioni funzionali, sostituendo i blocchetti con materiali contemporanei adatti alla permanenza di persone, e compatibili con le metodologie edilizie tradizionali.

36 L ampliamento nella corte interna

37 Demolizione della copertura della parte aggiunta nella corte interna. In questa immagine è possibile leggere i due blocchi originari

38 Le fasi del recupero. Corte interna. Demolizione dei blocchetti in cemento.

39 Le fasi del recupero. Corte interna. Sostituzione dei blocchetti in cemento con laterizi forati isolanti per esterno.

40 Corte interna. Posa delle nuove travi in castagno.

41 Le fasi del recupero. La struttura edilizia. Ricostruzione degli archi in mattoni pieni.

42 I lavori sono stati eseguti seguendo tecniche e metodologie tradizionali. I materiali utilizzati sono quelli previsti per il restauro edilizio. Per le opere in muratura sono state impiegate malte a base di calce.

43 Una trave di ginepro di notevoli dimensioni e di forma arcuata, preesistente, è stata rimossa, pulita, trattata con prodotti adatti alla sua conservazione, e reinserita nella posizione originaria.

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45 Recupero di travi in ginepro preesistenti rimosse, pulite, trattate e reinserite nella loro posizione originaria.

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47 Messa in opera delle nuove travi in castagno in sostituzione di quelle non più riutilizzabili.

48 Ricostruzione della copertura. Posa degli arcarecci in ginepro.

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51 Copertura. Messa in opera delle canne di palude. Anche in questo caso la lavorazione è di tipo tradizionale. Sugli arcarecci sono state appoggiate le canne, che costituiscono una sorta di stuoia sulla quale verranno posizionati i successivi strati della copertura.

52 Le canne sono affiancate e legate tra loro ad una canna detta maestra. Lo spago impiegato per tale legatura era in passato realizzata intrecciando fibre ricavate dalle foglie della palma nana (Chamaerops humilis) nota come pianta di San Pietro, una specie tipica della macchia mediterranea, e comune in Sardegna dove può allontanarsi dalle coste e risalire le prime pendici dei rilievi montuosi.

53 Nel tempo la produzione di spago di palma nana è andata quasi scomparendo. Attualmente le legature più vicine a quelle tradizionali, per le coperture in canne, sono effettuate con corde in fibra naturale quali rafia, canapa o sisal.

54 Nella vista dall interno è possibile leggere il metodo di posa delle canne in una sequenza: travicello, canna madre, travicello.

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60 I recuperi a fine residenziale sono soggetti a tutte le normative previste per legge, tra le quali quelle relative al contenimento energetico.

61 In passato, sopra le canne da palude, venivano posate direttamente le tegole, cementandole alla stuoia con la calce. Oggi si procede per strati di materiali diversi.

62 Il primo strato è costituito dal massetto di calce. Quest ultimo riporta negli interni la stessa situazione visiva di un solaio tradizionale, ma a differenza di quest ultimo garantisce una migliore chiusura di ogni interstizio tra canna e canna e tra canne e muri.

63 Isolamento termico e acustico. Sopra il massetto in calce si posiziona lo strato isolante. Nel caso specifico si è scelto di utilizzare pannelli in sughero, materiale presente sul territorio e previsto dalla bio-architettura, ma nel Sulcis e in moltissime aree della Sardegna è possibile usare anche altri isolanti naturali, tra i quali la paglia e la lana di pecora.

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65 Si realizza una superficie sulla quale è possibile procedere con modalità diverse: costruire un ulteriore massetto chiudendo l isolante in un sandwich di calce, oppure stendere l impermeabilizzazione direttamente sul sughero, come è stato fatto in questo caso.

66 Impermeabilizzazione. Sopra i pannelli di sughero viene posizionata una guaina impermeabilizzante. Il mercato offre diversi tipi di guaina con diverse peculiarità. Nel presente caso la scelta è ricaduta su una guaina catramata di alto spessore, retinata, ardesiata per favorire l ancoraggio delle tegole, autovulcanizzante.

67 Sopra la guaina il tetto è ultimato con tegole in coppi sardi, posati in modo tradizionale utilizzando malta di calce.

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69 L aumento di spessore del tetto determina il suo innalzamento. Per evitare la lettura di tale spessore dall esterno, cosa che comporterebbe l immediato riconoscimento di una variante strutturale della tipologia tradizionale, si interrompe l isolamento sulla muratura esistente, facendo uscire da questa solo le tegole e le parti aggettanti preesistenti.

70 Le parti rialzate sono successivamente intonacate con malta di calce, mantenendo continuità nelle forme e nell uso dei materiali.

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72 In alcune situazioni il mantenimento della forma preesistente richiede accorgimenti particolari.

73 Coronamento di testata su via San Paolo.

74 Si rende necessario posizionare parti che non servono alla struttura, ma alla ricostruzione della forma. Nella foto i terminali delle travi sono riproposti sopra l isolamento al fine di non leggerne lo spessore.

75 Ricostruita la chiusura inferiore dello sbalzo con travetti di ginepro.

76 Raffronto prima e dopo il rifacimento della copertura su via San Paolo.

77 Nuova copertura. Particolare della gronda e dei coppi aggettanti.

78 Interni. Intradosso sofitto in canne a lavori del tetto ultimati.

79 Interni a lavori ultimati. Una delle coperture.

80 Interni a lavori ultimati. Arco in mattoni e copertura.

81 Restauro del camino.

82 Interni a lavori ultimati. Il camino.

83 Adeguamento delle aperture alle nuove funzioni. Posizionamento di telaio di porta recuperata. Voltini in travicelli di ginepro.

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85 Interni a lavori ultimati. Una nicchia.

86 Pavimento in cotto sardo esistente.

87 Pavimento in cotto sardo esistente.

88 Pavimento in cotto sardo esistente.

89 Esterni a lavori ultimati. Prospetto finito a calce prima della tinteggiatura.

90 Esterni a lavori ultimati. Prospetti tinteggiati con calce e pigmenti colorati.

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93 Immagini a lavori ultimati. Interni.

94 Immagini a lavori ultimati. Interni.

95 Esterni a lavori ultimati

96 La corte interna.

97 La corte interna.

98 La corte interna.

99 La corte interna.

100 La corte interna.

101 La corte interna.

102 La corte interna.

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