Gli alunni della Classe 4 D PRAGA - LADISPOLI UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL'AMICIZIA

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1 Gli alunni della Classe 4 D PRAGA - LADISPOLI UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL'AMICIZIA

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3 Con le sue ali delicate accarezzò i due bambini che la ringraziarono di cuore e promisero che non avrebbero mai catturato una farfalla in vita loro. Improvvisamente si ritrovarono in un meraviglioso paesaggio di foglie gialle, rossicce e marroni; solo qualcuna era rimasta attaccata ai rami degli alberi. Juliane e Marco si sedettero per riprendere fiato e si rilassarono ammirando quel bellissimo posto. Ad un certo punto sentirono muovere qualcosa sotto le foglie: una piccola palla nera con tanti aculei apparve ai loro occhi. Il loro cuore cominciò a battere forte forte, non avevano mai visto un animale simile. Ma la vocina della palla li rassicurò che non gli avrebbe mai fatto del male e li incoraggiò ad avvicinarsi ad un raggio di luce. I bambini capirono che si stavano avvicinando verso la libertà così entrarono e furono travolti da una luce abbagliante che li portò nel fantastico mondo di Mirò in mezzo a strane e coloratissime forme di animali. Tra quelle forme Marco riconobbe molti uccelli e uno di questi gli ricordò un loro compagno che si colorava sempre un occhio nero e l altro giallo, pronto ad aiutare chi si trovava in difficoltà. L uccello, con in testa due piume nere e dritte si avvicinò: - Siete quasi liberi vi rimane l ultimo ostacolo: superare il lungo serpente nero con la testa rosa che impedisce il vostro passaggio. Non ce la faremo mai il serpente ci divorerà urlò disperata Juliane! Allora lo strano uccello che ai bambini ricordava sempre più il loro amico, li invitò a salire sulle sue ali. Aggrappate ai suoi ciuffi neri superarono l ostacolo e finalmente si ritrovarono liberi fuori dal museo. Ad accoglierli c erano il custode e i genitori in pensiero per loro. Juliane e Marco avevano imparato a rispettare i quadri e soprattutto avevano capito che gli amici se veri ti aiutano sempre. 8 UN VIAGGIO ALLA SCOPERTA DELL'AMICIZIA Juliane e Marco si ritrovarono improvvisamente catapultati dentro alla scena del quadro che stavano osservando. Non sapevano come potesse essere successa una cosa del genere, però sapevano chi era il colpevole di tutto ciò: lo strano custode di quella stanza del museo. Avete detto che i quadri non vi dicono niente, vi ho sentiti disse loro il custode, che adesso vedevano piccolo e lontano, quasi un fantasma nel cielo. Ebbene ora scoprirete che i quadri parlano. Eccome! Se volete uscire dal labirinto in cui vi ho rinchiusi, sarete costretti a parlare coi personaggi dei quadri. Fra loro ci saranno veri amici che vi aiuteranno e falsi amici che cercheranno di mettervi fuori strada. Dovete ascoltare bene tutti e cercare di capire quali sono i veri amici e quali no. Solo così troverete la porta, l unica porta che vi permetterà di passare di quadro in quadro, fino all uscita Di quadro in quadro?! Ma che sta dicendo? Ci faccia uscire! esclamò Juliane. Ma chi è lei e quanti quadri dovremmo attraversare? chiese invece Marco. Quella strana e inquietante situazione spaventava un po i due bambini, che però cercavano coraggiosamente di controllare la loro paura. Io sono il custode dei quadri, e anche un mago rispose l uomo. Se saprete riconoscere i veri amici, le porte saranno solo sette. Io vi aspetterò all uscita del labirinto. La figura del custode scomparve e i due bambini si ritrovarono soli dentro il quadro. Per la prima volta si guardarono intorno 1

4 Si ritrovarono nel campo di girasoli di Wan Gogh che meraviglia! Rimasero incantati dai colori giallo e arancione che brillavano sotto il cielo azzurro e da uno spaventapasseri che aveva uno sguardo triste e severo. Lo spaventapasseri, nonostante il suo sguardo, era un amico sincero e fidato per i girasoli, ma non per i corvi neri spaventati e allontanati dalla severità dei suoi occhi. Juliane e Marco lo osservavano immobili e pieni di curiosità. C era un grande silenzio intorno a loro, ma non mostravano di avere paura di lui Che cosa ci fate nel mio campo a disturbare il mio lavoro? disse con voce burbera Non avete paura di me? Continuò minaccioso Ci troviamo qui non per nostro volere, ma perché uno strano guardiano del museo ci ha intrappolati e siamo alla ricerca della via d uscita risposero timidamente i due bambini. Improvvisamente lo spaventapasseri cominciò a raccontare che i suoi occhi erano ormai da molto tempo tristi da quando non aveva più nessuno a cui raccontare le cose belle che vedeva: le nuvole rosa nel cielo, i bei tramonti colorati, i bambini che si rincorrevano tra i prati facendo capriole o lunghe passeggiate. Le sue giornate non erano mai noiose persino il vento gli faceva compagnia. Gli abitanti di quel posto si erano trasferiti a lavorare nelle fabbriche della città e avevano abbandonato la campagna. I due amici erano commossi nell ascoltare il suo racconto e gli promisero di tornare se trovavano la via d uscita. Lo spaventapasseri allora, già grado, sussurrò loro: - Seguite la prima fila dei girasoli e troverete la strada per farli uscire da qui. Proprio in quel momento si avvicinò un tenero cagnolino. Juliane lo accarezzò dicendogli : - Ti va di fare un po di compagnia a questo spaventapasseri? Il cagnolino scodinzolò gioioso: anche lui cercava un pò di compagnia. Così abbaiò festoso e si acquattò ai piedi dello spaventapasseri. 2 7

5 I due compagni d avventura avevano freddo: tremavano come foglie al vento; tutto intorno a loro era ghiacciato, persino i rami degli abeti sembravano ghiaccioli. Non riuscivano né a parlare né a muoversi. Un passerotto in cerca di cibo li vide e pensò come aiutarli: si ricordò che una volta anche lui fu aiutato dalle mani tenere e pietose di due bambini. Con il suo becco gli dava pizzichi sulle mani e sulla testa cercando di non farli addormentare e con un flebile cinguettio li invitò a seguirlo. Gli altri animaletti del bosco innevato uscirono dalle loro tane e vedendo la scena si affrettarono ad aiutarli. Presto presto riscaldiamo quei due poveri bambini con il nostro fiato, gridò uno scoiattolo assonnato che si era affacciato dalla sua tana. Tutti insieme riuscirono così a condurre Juliane e Marco lontano dal quel gelido paesaggio. I due amici ormai fuori pericolo ringraziarono gli animaletti. Ogni qual volta incontreremo un qualsiasi animale in difficoltà lo aiuteremo. Promisero con gratitudine. L ambiente ora era diverso: al posto dei candidi abeti ghiacciati, c era un magnifico campo di grano d orato di Gauguin Paul. Notarono due donne di altri tempi vestite con gonne lunghe e in testa candide cuffie. Alla loro sinistra troneggiava un antico casolare e tutt intorno si intravvedevano ampie distese di prati verdi. Si avvicinarono a loro le due donne e come due tenere nonne li invitarono ad entrare nel casolare per mangiare qualcosa e riposare. Mentre camminavano sentirono una vocina: - State attenti, non vi fidate se entrerete in quella casa non uscirete più. Era una farfallina dalle ali colorate. Juliane e Marco si fermarono e fecero una riflessione: fin ora quasi sempre li avevano aiutati piccoli animali e anche in questo caso si fidarono di un animaletto. Così corsero, allontanandosi dalle due donne seguirono il volo della farfalla. 6 3

6 Juliane e Marco li salutarono pieni di gioia e andarono via. Cammina cammina si fece notte e si ritrovarono in un campo buoi e misterioso con esserini che si accendevano e si spengevano. I bambini tentarono di afferrarli, ma non ci riuscivano assumevano diverse forme nell aria: erano le lucciole. Tra di loro ce n era una che sembrava si volesse far prendere. Infatti si poggiò sulla mano di Juliane. I bambini raccontarono all animaletto che stavano cercando la strada per tornare a casa. L albero che stava dietro di loro si offrì di aiutarli e li invitò a rifugiarsi sotto la sua grande chioma per trascorrere la notte al sicuro. Ma la lucciola si affrettò e all orecchio di Marco disse: - Non ascoltare i consigli dell albero, è un albero cattivo e chi va sotto si lui rimarrà imprigionato per sempre. I bambini si guardarono perplessi: quale consiglio seguire? Proprio in quel momento la lucciola si alzò in volo lasciando una bellissima scia luminosa e Marco senza pensarci due volte prese per mano Juliane e la seguirono. Capirono che si stavano avvicinando verso la via d uscita, salutarono l amica lucciola e si ritrovarono in un altro quadro. Davanti a loro c era un grande cavallo blu con una stella bianca sulla fronte; aveva zampe lunghe e robuste, la criniera folta e un po spettinata. Sbatteva continuamente gli zoccoli sul terreno come se volesse dire qualcosa. I due bambini avevano paura di lui e certamente pensavano che non li avrebbe mai aiutati. Soprattutto il colore blu del suo mantello incuteva loro paura. Il cavallo invece si avvicinò lentamente, si inchinò, nitrì facendo capire ai due bambini di salire sulla sua groppa. Juliane e Marco si fidarono e lo cavalcarono. Camminarono per un bel po fino a quando giunsero dinanzi ad una enorme porta di ghiaccio. All improvviso la porta si aprì i due bambini entrarono mentre il cavallo li salutò con un lungo nitrito e trotterellando tornò dal suo padroncino. 4 5