3. Tecniche di raccolta degli invertebrati dei prati

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1 3.Tecniche di raccolta 3. Tecniche di raccolta degli invertebrati dei prati Leonardo Latella La grande diversità di gruppi animali che frequentano i prati e le loro differenti preferenze ecologiche ed etologiche, costringono chi si trova a dover effettuare delle catture a mettere in atto strategie e a utilizzare metodiche e strumentazioni diverse a seconda dei casi. In questo capitolo sono riportate le tecniche più comunemente utilizzate per il prelievo di esemplari in natura. Le raccolte possono essere mirate ad alcuni gruppi o alcune specie di particolare interesse ecologico o tassonomico, si utilizzeranno allora strumenti di raccolta diretti come retini o aspiratori. Questo tipo di ricerche possono essere effettuate nel caso di invertebrati di facile cattura a vista (ragni, emitteri, ortotteri, alcuni coleotteri e farfalle) e di cui si voglia conoscere la presenza in un determinato ambiente. In questo caso gli esemplari possono essere osservati e poi rilasciati o, se necessario per l identificazione e lo studio, appositamente conservati. Nel caso di animali di ridotte dimensioni, di difficile reperibilità (alcuni omotteri, piccoli coleotteri, lepidotteri notturni, ditteri, alcuni imenotteri) o di ricerche che vogliano prendere in considerazione la composizione delle comunità, si dovranno utilizzare sistemi indiretti di cattura come trappole a intercettazione, luminose o cromotropiche. Retino da farfalle Per la cattura di esemplari che volano, come i lepidotteri, i ditteri e gli imenotteri o che spiccano lunghi balzi planati, come alcuni ortotteri, lo strumento più classico è il retino da farfalle. Si tratta di un cerchio di fil di ferro di almeno 2 mm di diametro, con apertura di cm di diametro, a cui è fissata una rete 31

2 Quaderni, 4/1 - La fauna dei prati Fig Retini da farfalle con manici di diversa lunghezza (Foto di L. Latella). leggera, in tulle o materiale simile, lunga almeno tre volte l apertura del retino (quindi metri). La lunghezza tanto superiore al diametro di apertura serve a consentire di ripiegare la rete sull imboccatura per evitare all insetto di uscire (Fig. 3.1). La rete e il suo telaio devono essere poi montati su un bastone, di lunghezza variabile e possibilmente telescopico. Retino da sfalcio Questo tipo di retino serve a catturare gli invertebrati che vivono sui fiori e sugli steli delle piante (ragni, ortotteri, emitteri, coleotteri e altri). Consiste in un cerchio di metallo robusto, di circa cm di diametro, al quale è assicurato un sacco di tela, preferibilmente bianco. Il tutto montato su un bastone, corto e resistente (Fig. 3.2). Si utilizza falciando la vegetazione con movimenti, rapidi e decisi, effettuati alternativamente in avanti e indietro. Ogni 5-6 passaggi sulla vegetazione bisogna controllare il contenuto del sacco e poi svuotarlo del materiale vegetale e degli esemplari che non interessano. Retino a pinza Particolare retino utilizzato prevalentemente per la cattura di quegli esemplari che si trovano nei rovi o nei cespugli, difficilmente raggiungibili con gli altri tipi 32

3 3.Tecniche di raccolta Fig Il retino da sfalcio (Foto di N. Verdari). di retini. Si tratta di due telai quadrati (di circa 10 cm di lato) che si trovano all estremità di una lunga pinza. Su di uno è montata una piccola rete, simile a quella dei retini da farfalle, con una pancia di una decina di centimetri, sull altro la rete è tesa a formare un coperchio. Aspiratore Per la raccolta degli esemplari di più piccole dimensioni, direttamente dalle piante, dal terreno, o più comunemente dal retino da sfalcio, si può far uso di un aspiratore (Fig. 3.3). Questo è composto da un barattolo o provetta su cui sono inseriti due tubi di gomma, con lunghezza diversa. Aspirando l aria da tubicino più lungo, il piccolo animale, a cui è stato avvicinato il tubo più corto, viene risucchiato all interno del barattolo. Un accorgimento spesso utile è quello di apporre una garza all imboccatura del tubo da cui si aspira per evitare che gli insetti aspirati finiscano all interno della nostra bocca. Trappola Malaise Questo tipo di trappola, come anche quella a finestra, sono classificate come strumenti a intercettazione. Si tratta infatti di barriere che vengono poste lungo le traiettorie di insetti con spiccate attitudini al volo. Nel caso della Malaise, si tratta di 33

4 Quaderni, 4/1 - La fauna dei prati Fig Un modello di aspiratore (Foto di L. Latella). una struttura che sfrutta la tendenza degli insetti volatori a superare gli ostacoli spostandosi verso l alto. Dall aspetto di una tenda campeggio di una volta, è composta da un telo trapezoidale, perpendicolare al suolo, dalla cui sommità (che corrisponde al lato obliquo) si dipartono due lembi che formano una sorta di tetto e, dal lato corto verticale, altri due corti teli a formare una sorta di breve parete. Sulla parte superiore della trappola, dove tendono a concentrarsi gli insetti, si trova una bottiglia, riempita di alcool, in cui cascano e vengono conservati gli artropodi (Fig. 3.4) Fig Trappola Malaise (Foto di L. Latella). 34

5 3.Tecniche di raccolta Trappola a finestra Anche questa trappola funziona intercettando il volo degli insetti ed è costituita da due pannelli di plexiglass intersecati perpendicolarmente e la cui base è inserita in un imbuto con un vaso riempito di alcool. Gli insetti che, durante il volo, sbattono contro il plexiglass, cadono poi nell imbuto e quindi nel barattolo sottostante. Per evitare la fuga degli insetti che non cascano immediatamente in seguito alla collisione, sulla parte superiore dei fogli di plexiglass, può essere inserito un ulteriore imbuto (con il foro di uscita chiuso). Questo può anche essere utilizzato per agganciare alla trappola alla fune di sostegno (Fig. 3.5) Fig Trappola a finestra (Foto di L. Latella). Trappole cromotropiche Si tratta di piattini gialli (talvolta bianchi o verdi), montati su dei pali infissi nel terreno, cosparsi di vischio o riempiti con altro liquido conservante, e collocati nei prati. Lo scopo di queste trappole è di imitare i fiori attraendo gli insetti che normalmente li frequentano (eterotteri, coleotteri, imenotteri, ditteri) e che rimangono poi intrappolati nella colla. Il raggio d azione ridotto delle trappole cromatotropiche, costringe al posizionamento di un numero elevato di esse all interno dello stesso prato. 35

6 Quaderni, 4/1 - La fauna dei prati Trappole luminose e caccia al lume Molti insetti sono attratti da fonti luminose notturne. Sfruttando questo particolare comportamento, sono state ideate delle trappole luninose, consistenti in un secchio contenente un imbuto e un vaso di alcool su cui sono montati due pannelli di plexiglass montati come per le trappole a finestra e una lampada a luce ultravioletta o fluorescente. Gli insetti attratti dalla luce urteranno nei pannelli cadendo nel sottostante imbuto e poi nel vaso con il liquido conservante. Analogo tipo di catture si possono effettuare utilizzando un telo bianco, teso tra due sostegni, di fronte al quale è posizionata una lampada. In questo caso non si tratta di una trappola poichè gli insetti si poseranno sul telo, attratti dalla luce, solo momentaneamente per poi volar via quando questa sarà spenta. Questo sistema permette di selezionare gli esemplari da prelevare ma richiede la presenza costante di un operatore (Fig. 3.6). Fig Telo e lampade per la caccia notturna (Foto di L. Latella). 36