D ADDAZIO GIUSEPPE ( ) Pittore

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1 D ADDAZIO GIUSEPPE ( ) Pittore un pensiero senza mezzi termini, esatto e implacabilmente vero. (Remo Brindisi) Giuseppe D Addazio nasce a Penne nel Qui, dopo aver frequentato le scuole elementari e medie, si iscrive presso la Scuola d Arte della città. Nel 1950, diplomatosi, si trasferisce a Firenze per frequentare l Istituto e il Magistero d Arte. A partire dal 1952 inizia la sua carriera di docente ricoprendo la prima cattedra nell Istituto Statale d Arte di Enna. In questo periodo già intensa è la sua attività artistica, partecipa, infatti, alla II Nazionale d Arte Sacra di Caltanissetta e alla I e III Regionale di Arte Moderna di Enna. Nel 1955 torna nella sua amata Penne per insegnare nell Istituto Statale d Arte, dove coltiva ottimi rapporti con gli esponenti dell ambiente didattico ed artistico. È così che entra in contatto con Fernando Di Nicola e Nicola Tonelli e crea con essi un filone espressivo, concentrato sulla produzione di sculture e dipinti, denominato Ferro Arte. Il movimento riscuote successo in Italia e all estero, ricevendo Giuseppe D Addazio, Ecce Beethoven, 1980, collezione privata La Bilancia

2 numerosi premi tra cui una medaglia d oro alla Mostra Internazionale dell Artigianato e due medaglie d oro alla Fiera dell Artigianato di Roma. Dal 1967 D Addazio è protagonista in numerose importanti mostre abruzzesi: il Premio Penne, il Premio Vasto, il Premio Avezzano, il Premio Michetti di Francavilla al Mare. Giuseppe D Addazio, Il Pescatore, collezione privata La Bilancia Tappa importante di questo percorso artistico è il 1970, anno in cui Giuseppe realizza una serie di venti cartelle con dieci serigrafie, firmate e numerate, rappresentanti figure umane e vegetali. Le opere vengono presentate da un entusiasta Remo Brindisi, che non risparmia parole di elogio per l artista pennese. Una delle cartelle sarà poi offerta in omaggio al Presidente della Repubblica Sandro Pertini, nel 1978, in occasione del XVI Congresso Nazionale dei Giornalisti. Non sono molti i documenti a disposizione per una ricostruzione precisa del percorso artistico di Giuseppe D Addazio; un ruolo fondamentale in tal senso è stato svolto dall amico Fernando Di Nicola, che ha avuto cura di raccogliere e conservare quanto rimasto del materiale sull artista pennese, da altri abbandonato in un vecchio fondaco. Un ulteriore ostacolo in tale ricostruzione è costituito dalla quasi totale assenza di date sulle opere di D Addazio. Difficoltà a parte, è comunque possibile percepire l assenza, nella storia artistica del pittore abruzzese, di una particolare pressione che lo spinga verso un

3 processo di cambiamento delle tematiche delle sue opere, che ruoteranno attorno all arte sacra, al pastore o ai fossili. Durante la fine degli anni 50 Giuseppe sperimenta una fase informale a proposito della quale afferma Mario Bologna: è il soggetto a calarsi nell oggetto, a investirlo con un desiderio di contagio purificatore, con una febbre Giuseppe D Addazio, Pastori, collezione privata D Alberto conoscitiva che sfalda la natura alla ricerca di un uomo perduto. Emblematica è la denominazione della produzione di questo periodo: Natura Viva. Nel pieno degli anni 60 l artista si concede sperimentazioni nuove che però non cambiano radicalmente la sua poetica espressiva. Nei dipinti compaiono i pescatori, i contadini e i pastori, come accade nelle due opere più rappresentative di questa fase, Cucitrice e Pescatore. Riguardo alla Cucitrice, afferma ancora il Bologna: D Addazio ha rappresentato nelle mani, dagli snodi solo disegnati, la fatica di afferrare l inafferrabile, l impercettibile nucleo del suo progetto poetico, perché ancora lontano. La fase successiva è quella del ciclo dei Reperti, che attraversa gli anni 70. Il termine sta ad indicare la volontà di un viaggio nel passato, di una ricognizione delle proprie origini, identificate con le pietre, dalla quale si faccia ripartire una nuova era. Le opere di questo periodo (Dolmen, Cattedrale, Sogno d archeologo, Nel giardino dei reperti) sembra vogliano essere un analisi del reale, della materia, attraverso una scomposizione della sostanza naturale che permetta di raggiungere gli elementi da cui tutto ha origine.

4 Nel corso degli anni 80 la prospettiva artistica di D Addazio cambia ulteriormente, il reperto non è più la pietra ma l uomo stesso, come accade nelle due opere Rocce della Vergine e Ecce Beethoven, Giuseppe D Addazio, Selci, collezione privata D Alberto in cui è l uomo a fondersi con la materia rocciosa. Degne di nota sono certo anche le opere dedicate a tematiche religiose, che mostrano un interessante aspetto della personalità artistica di D Addazio. Così Vincenzo Amadio commenta un bozzetto raffigurante il volto di una Madonna: C è nell immagine l animo di Peppino, con il suo amore per la madre terrena e per quella celeste, la sua delicatezza, l estrema sensibilità che gli anni non poterono appannare, il riflesso di squisita interiorità, l espressività di una fede, riscoperta nell età adulta e fonte della sua ultima produzione artistica un bozzetto quello di D Addazio che ha tradotto, nei termini accessibili ai semplici, ciòche i teologi con tanta difficoltà tentano di far comprendere: Maria è Vergine Madre. Le opere che si conservano di D Addazio sono nel Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Penne, nella sede dell Archeoclub di palazzo Gaudiosi e in una sala a lui dedicata del ristorante la Bilancia di Loreto Aprutino. Giuseppe D Addazio muore a Penne il 18 giugno del 1987.

5 Opere principali Paesaggio n.2 Stazione e Bidoni Bivacco pastorale Cucitrice Pescatore, 1967 Dolmen, 1972 Mare Cattedrale Sogno d archeologo Nel giardino dei reperti Ecce Beethoven, 1980 Rocce della Vergine, 1986 Madonna, 1965 Cristo, 1965 Giuseppe D Addazio, Che ne sarà del mare, olio su tela, 1974