DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI FUNZIONE VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI N. 50/VAA DEL 13/05/2014

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1 1 DECRETO DEL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI FUNZIONE VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI N. DEL 13/05/2014 Oggetto: D.Lgs. 152/2006; L.R. 3/2012. Ditta: ELANTAS Italia S.r.l., Ascoli Piceno (AP). Giudizio positivo di compatibilità ambientale con prescrizioni e rilascio modifica sostanziale AIA VISTA la domanda di avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale ai sensi dell art. 12 della L.R. 3/2012 e di modifica sostanziale dell impianto chimico ai sensi dell art. 29-nonies, comma 2 del D.Lgs. 152/2006, con richiesta di dell art. 5 della L.R. 3/2012 relativa al coordinamento e semplificazione dei procedimenti, presentata dalla società ELANTAS Italia S.r.l. in data 09/08/2013 ed acquisita al prot. n del 28/08/2013; VISTA la comunicazione di modifica non sostanziale depositata in data 09/08/2013 dalla società ELANTAS Italia S.r.l. ai sensi dell art. 29-nonies, comma 1 del D.Lgs. 152/2006 ed acquisita al prot. n del 28/08/2014; VISTO il documento istruttorio riportato in calce al presente decreto, dal quale si rileva la necessità di adottare il presente atto; RITENUTO, per i motivi riportati nel predetto documento istruttorio e che vengono condivisi, di emanare il presente decreto; VISTO l articolo 16-bis della legge regionale 15 ottobre 2001, n. 20; VISTA la D.G.R. n. 78 del 27 gennaio 2014 con la quale sono state individuate, nell ambito del Gabinetto del Presidente, della Segreteria Generale e dei Servizi, le posizioni dirigenziali individuali e di funzione e sono stati assegnati i relativi incarichi dirigenziali; - D E C R E T A - 1. DI DARE ATTO che non sono pervenute osservazioni o memorie scritte nel corso del procedimento; 2. DI ESPRIMERE giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi dell art. 12 e seguenti della L.R. 3/2012, in relazione al progetto per la modifica dell impianto chimico integrato (attività di cui al punto 1, lett. u dell Allegato A1 della L.R. 3/2012), nel Comune di Ascoli Piceno, Via Mutilati e Invalidi del Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo, presentato dalla ditta ELANTAS Italia S.r.l., con sede legale in Collecchio (PR), Strada Antolini, 1 con le prescrizioni indicate all allegato B

2 2 Quadro Prescrittivo punto 6.1 Prescrizioni VIA, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 3. DI RILASCIARE l'autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della Direttiva 2010/75/UE e del D.Lgs. 152/2006, art. 29-nonies, comma 2, alla ditta ELANTAS Italia S.r.l., con sede legale in Collecchio (PR), Strada Antolini, 1 ed impianto in Ascoli Piceno, Via Mutilati e Invalidi del Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo per la modifica dell impianto ed esercizio dell attività di cui al punto 4.1b) dell allegato VIII alla parte II del D.Lgs. 152/2006, come da progetto allegato alla domanda presentata, con le prescrizioni indicate all allegato B Quadro Prescrittivo punto 6.2 Prescrizioni AIA, che costituisce parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 4. DI DARE ATTO che il presente provvedimento sostituisce tutte le condizioni e le prescrizioni di cui al decreto di Autorizzazione integrata ambientale n. 17/VAA del 13/02/2012 a far data dalla sua ricezione da parte del gestore dell impianto; 5. DI IMPORRE il rispetto delle condizioni (valori limite, frequenza di controlli e metodiche analitiche di controllo) e prescrizioni contenute negli allegati B (Quadro Prescrittivo), C (Piano di monitoraggio e controllo ante e post operam) che formano parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 6. DI IMPORRE al gestore l adeguamento, la gestione dell impianto ed il rispetto delle raccomandazioni per il miglioramento delle prestazioni ambientali contenute nel presente atto entro i termini proposti nella domanda e indicati negli allegati B (Quadro Prescrittivo), C (Piano di monitoraggio e controllo ante e post operam) che formano parte integrante e sostanziale del presente provvedimento; 7. DI RIPORTARE all allegato D le Prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di incidente rilevante ai sensi dell art. 8 del D.Lgs 334/99, modificato dal D.Lgs 238/05, come disposto dall art. 29-sexies, comma 8 del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 46/2014; 8. DI STABILIRE che il gestore dell impianto deve provvedere all effettuazione dei seguenti adempimenti: a) comunicazione e verifica della messa in esercizio della parte modificata dell impianto - Il gestore dell impianto prima di dare attuazione e a quanto previsto al punto 6.2 del Quadro Prescrittivo dell allegato B al presente provvedimento ne dà comunicazione all autorità competente come previsto all art. 29-decies, comma 1 D.Lgs. 152/2006; - il gestore dell impianto, entro trenta giorni dall effettuazione di ciascun intervento di adeguamento di cui all Allegato B, comunica all Autorità Competente la data di conclusione dei lavori; - la medesima comunicazione deve essere inoltre effettuata non oltre trenta giorni dopo l adeguamento complessivo dell impianto; b) verifica dell adeguamento - entro tre mesi dalla comunicazione di cui alla precedente lettera a), il gestore effettua i controlli sull intero impianto prescritti nell Allegato C del presente decreto, comunicando preventivamente all Autorità Competente, al Comune di Ascoli Piceno ed all ARPAM la data di effettuazione, e trasmette, agli stessi Enti, gli esiti entro i successivi 60 giorni, allegando i relativi certificati analitici firmati da un tecnico abilitato; c) gestione dell impianto - dalla data di messa a regime dell impianto sono vigenti, a tutti gli effetti, i valori limite e le prescrizioni citate al punto 5;

3 3 - in qualsiasi caso non si devono provocare fenomeni di inquinamento tali da peggiorare significativamente l attuale situazione ambientale e i sistemi di contenimento delle emissioni devono essere mantenuti in continua efficienza; - la formazione di emissioni diffuse deve essere ridotta e contenuta il più possibile adottando le misure in linea con le migliori tecniche disponibili o altre tecniche qualora più efficaci; d) fasi critiche della gestione dell impianto - sono esclusi dall obbligo del rispetto dei valori limite i periodi di funzionamento durante le fasi critiche di avvio e di arresto dell impianto, qualora previste; contestualmente alla comunicazione di messa in esercizio, il gestore comunica i parametri che determinano l inizio e la fine delle fasi critiche, i valori limite di emissione attesi in tali fasi tenuto conto delle cautele volte al massimo contenimento delle emissioni, e le modalità di gestione delle fasi stesse; e) controlli e monitoraggio - a decorrere dalla data di ricevimento del presente provvedimento, il gestore effettua autonomi controlli all impianto nelle più gravose condizioni d esercizio, come indicato nell Allegato C, secondo le modalità e con la frequenza ivi riportate. Entro il 31 dicembre di ogni anno, il gestore dell impianto deve inviare all Autorità Competente, al Comune di Ascoli Piceno e all ARPAM, un calendario dei controlli programmati all impianto relativamente all anno solare successivo, con le modalità indicate all allegato C. Eventuali variazioni a tale calendario dovranno essere comunicate tempestivamente agli stessi enti; - il gestore è tenuto ad inviare le comunicazioni relative ai monitoraggi all Autorità Competente, al Comune di Ascoli Piceno e all ARPAM con frequenza annuale allegando i relativi certificati di analisi firmati da un tecnico competente in materia, entro il 30 maggio di ogni anno, con le modalità indicate all allegato C che costituisce parte integrante del presente provvedimento; f) altre prescrizioni generali relative ai controlli - il gestore dell impianto deve fornire all autorità ispettiva l assistenza necessaria per lo svolgimento delle ispezioni, il prelievo di campioni, la raccolta di informazioni e qualsiasi altra operazione inerente al controllo del rispetto delle prescrizioni imposte; - il gestore è in ogni caso obbligato a realizzare tutte le opere che consentano l esecuzione di ispezioni e campionamenti degli effluenti gassosi e liquidi, nonché prelievi di materiali vari da magazzini, depositi e stoccaggi di rifiuti; - in particolare, per il controllo delle emissioni in atmosfera, il gestore dovrà realizzare un foro di prelievo in posizione idonea e resa accessibile al personale addetto ai controlli, secondo le norme di sicurezza e igiene del lavoro vigenti; i condotti di scarico dovranno altresì essere realizzati in modo da consentire la migliore dispersione dell'effluente gassoso nell'atmosfera, secondo le prescrizioni stabilite da eventuali norme in materia, tenuto conto che, sotto il profilo tecnico è opportuno che il punto di emissione risulti almeno 1 metro più elevato rispetto agli edifici presenti nel raggio di 10 metri ed alle aperture di locali abitati nel raggio di 50 metri; - se non diversamente specificato nel presente decreto, gli autocontrolli di cui agli allegati allo stesso devono essere eseguiti nel rispetto della normativa vigente; g) inquinamento del suolo alla cessazione dell attività - all atto della cessazione definitiva delle attività, ove ne ricorrano i presupposti, il sito su cui insiste l impianto deve essere ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale, tenendo conto delle potenziali fonti permanenti di inquinamento del terreno e degli eventi accidentali che si dovessero manifestare durante l esercizio ai sensi dell art. 22 della direttiva 2010/75/UE e riportate al punto (emissioni al suolo e acque sotterranee) dell Allegato B Quadro Prescrittivo;

4 4 9. DI STABILIRE che il Gestore trasmetta a questa struttura l integrazione della Certificazione antimafia presentata di cui all art. 89 del D.Lgs. 159/2011, per i soggetti individuati dall art. 85 del D.Lgs 159/2011 entro 31/07/2014; 10. DI STABILIRE che, in attuazione a quanto previsto all art. 29-sexies, comma 9septies del D.Lgs. 152/2006, dopo l emanazione dei decreti del Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare previsti nel medesimo articolo, la ditta dovrà provvedere alla presentazione della garanzia finanziaria; 11. DI DARE ATTO che la società ELANTAS Italia S.r.l. ha effettuato un versamento di importo pari ad 6.380,56 di cui 2.440,00 per gli oneri del procedimento di valutazione di impatto ambientale, come previsto all art. 7 della L.R. 3/2012, ed 3.940,56 per le spese istruttorie del procedimento di modifica sostanziale dell autorizzazione integrata ambientale in conformità ai criteri di cui alla D.G.R. n. 1547/2009; 12. DI DARE ATTO che ai fin della realizzazione ed esercizio della modifica non sostanziale acquisita al prot. n del 28/08/2013 la società ELANTAS Italia S.r.l. ha versato la somma di 1.200,00 secondo quanto disposto al punto 3.4 dell allegato I alla D.G.R. 1547/2009; 13. DI DARE ATTO che ai sensi dell art. 16, comma 6 della L.R. 3/2012 il progetto di modifica deve essere realizzato entro cinque anni dalla data di pubblicazione del presente provvedimento nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche; 14. DI DARE ATTO che, ai sensi dell art. 29-octies, comma 3, lett. a) del D.Lgs. n. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 46/2014, il presente provvedimento, efficace dalla data di notifica alla ditta, sarà riesaminato entro quattro anni dalla data di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell Unione Europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT riferite all attività principale dell installazione, oppure, in mancanza di tale pubblicazione, trascorsi dodici anni dal rilascio della presente autorizzazione ai sensi dell art. 29-octies, comma 9 del D.Lgs. 152/2006, poiché la Ditta è in possesso della certificazione UNI EN ISO Ai fini del riesame di cui all art. 29-octies, comma 3, lett. a) del D.Lgs. 152/2006 l Autorità competente trasmetterà comunicazione di avvio del procedimento con richiesta della documentazione di cui all art. 29-octies, comma 5 del D.Lgs. 152/2006. Nel caso di riesame di cui all art. 29-octies, comma 9, del D.Lgs. 152/2006 dell autorizzazione, il gestore, presenta all Autorità Competente apposita domanda corredata da un aggiornamento delle informazioni di cui all art. 29-ter, comma 1 del D.Lgs. n. 152/2006 entro il termine di dodici anni dal rilascio della presente autorizzazione; 15. DI PRECISARE che il presente provvedimento è comunque soggetto a riesame qualora si verifichi almeno una delle condizioni previste dall articolo 29-octies, comma 4, del D.Lgs. n. 152/2006; 16. DI DARE ATTO altresì che, ai sensi dell art. 29-nonies, comma 1, del D.Lgs. n. 152/2006, il gestore è tenuto a comunicare all Autorità Competente le modifiche progettate all impianto corredate dalla necessaria documentazione; 17. DI PREVVEDERE a trasmettere copia conforme del presente decreto alla ditta ELANTAS Italia S.r.l., al Comune di Ascoli Piceno, alla Provincia di Ascoli Piceno, all ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno e Direzione Tecnico Scientifica, al Comune di Maltignano, al PICENO CONSIND oltre che all Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto. L originale è trattenuto agli atti della P.F.; 18. SI DISPONE la messa a disposizione per la consultazione da parte del pubblico, previo accordo con il Servizio Infrastrutture, Trasporti ed Energia della Regione Marche P.F. Valutazioni ed

5 5 Autorizzazioni Ambientali, presso l Ufficio del Responsabile del procedimento sito in Via Tiziano, 44 -, della copia del presente provvedimento; 19. DI RAPPRESENTARE che ai sensi dell art. 3, comma 4 della Legge 07/08/1990, n. 241, che contro il presente provvedimento può essere proposto il ricorso giurisdizionale, di cui all art. 29 del Codice del processo amministrativo approvato con D.Lgs. 104/2010, al Tribunale Amministrativo Regionale entro 60 giorni dalla data di pubblicazione dello stesso nel Bollettino Ufficiale della Regione Marche come previsto dall art. 17, comma 2 della L.R. 3/2012. Si ricorda infine che può essere proposto ricorso straordinario al Capo dello Stato ai sensi del D.P.R. 24 novembre 1971, n entro il termine di centoventi giorni dalla data di notificazione, o comunicazione dell atto o da quando l interessato ne abbia avuto piena conoscenza; 20. DI PUBBLICARE per estratto il presente atto nel Bollettino Ufficiale della Regione e per intero sul sito web ( Ambientale.aspx ) dell autorità competente ai sensi dell art. 17, comma 1 della L.R. 03/2012. Si attesta inoltre che dal presente decreto non deriva, né può derivare, un impegno di spesa a carico della Regione. IL DIRIGENTE DELLA POSIZIONE DI FUNZIONE VALUTAZIONI ED AUTORIZZAZIONI AMBIENTALI E RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO (Dott. David Piccinini)

6 6 1. RIFERIMENTI NORMATIVI - DOCUMENTO ISTRUTTORIO - Direttiva 2010/75/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 novembre 2010 relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento); Regolamento (CE) n. 1272/2008 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele che modifica e abroga le direttive 67/548/CEE e 1999/45/CE e che reca modifica al regolamento (CE) n. 1907/2006; Regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE; D.Lgs. 4 marzo 2014, n. 46 Attuazione della direttiva /UE relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento; D.Lgs. 13 agosto 2010, n. 155 Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa ; D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, D.Lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 Codice dei beni culturali e del paesaggio, ai sensi dell'articolo 10 della legge 6 luglio 2002, n. 137 ; Decreto Legislativo 17 agosto 1999, n. 334 Attuazione della direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose ; Legge 26 ottobre 1995, n. 447 Legge quadro sull inquinamento acustico ; Regio Decreto 27 luglio 1934, n Testo unico delle leggi sanitarie ; D.P.C.M. 14 novembre 1997 Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore ; DPCM 1 marzo 1991 Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell ambiente esterno ; D.P.C.M. del 27 dicembre 1988 Norme tecniche per la redazione degli studi di impatto ambientale e la formulazione del giudizio di compatibilità di cui all art. 6 della L. 8 luglio 1986, n. 349 adottate ai sensi dell art. 3 del D.P.C.M. del 10 agosto 1988, n. 377 ; D.M. 24 aprile 2008 Modalità, anche contabili, e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59 ; D.M. 31 gennaio 2005 Emanazione di linee guida per l individuazione e l utilizzazione delle migliori tecniche disponibili, per le attività elencate nell allegato I del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 372 ; D.M. 09 agosto linee guida per l attuazione del sistema di gestione della sicurezza; L.R. 26 marzo 2012, n. 3 Disciplina regionale della valutazione di impatto ambientale (VIA) ; Delibera Amministrativa Consiglio Regionale 26 gennaio 2010, n. 145 Piano di tutela delle acque (PTA) decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 articolo 121; Delibera Amministrativa Consiglio Regionale 12 gennaio 2010, n. 143 Piano di risanamento e mantenimento della qualità dell aria ambiente ai sensi del decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351, articoli 8 e 9 ; Delibera Amministrativa Consiglio Regione Marche 29 gennaio 2008, 81 Piano stralcio di bacino per l assetto idrogeologico del Fiume Tronto (PAI); Delibera Amministrativa Consiglio Regione Marche 3 novembre 1989, 197 Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR) ; Delibera di Giunta Regionale 10 settembre 2012, n Piano di Tutela delle Acque (Deliberazione Amministrativa dell'assemblea Legislativa Regionale n. 145 del 26/01/2010), Norme Tecniche di Attuazione, art. 5 comma 3: aggiornamento ed implementazione sezione D - Norme Tecniche di Attuazione; D.G.R. 5 ottobre 2009, n Adeguamento ed integrazione delle tariffe ai sensi dell art. 9, comma 4

7 7 del decreto Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 24 aprile 2008 modalità anche contabili e tariffe da applicare in relazione alle istruttorie ed ai controlli previsti dal decreto legislativo 18 febbraio 2005, n. 59. D.G.R. 21 dicembre 2004, n Linee guida generali per l attuazione della legge regionale sulla VIA ; D.G.R. 6 luglio 2004 n Modifiche ed integrazioni alla modulistica per la presentazione delle domande di Autorizzazione Integrata Ambientale, di cui alle D.G.R. n. 1480/2002 e D.G.R. n. 447/2003 ; D.G.R. 1 aprile 2003 n. 447 Approvazione della procedura per l'istruttoria della domanda di autorizzazione integrata ambientale e dei criteri per la valutazione delle migliori tecniche disponibili ; D.G.R. 24 ottobre 1994, n DPR n. 203/88 - DPCM (GU n.171/89) - LR n. 8/85 - Determinazione del criterio generale di valutazione per nuovi impianti, modifiche sostanziali e trasferimenti di impianti, ai fini dell'istruttoria e dell'autorizzazione ai sensi del DPR n. 203/88; Deliberazione del Consiglio Provinciale 16 luglio 2010, n. 29 Proposta di deliberazione presentata dal Gruppo PDL e MAP in merito a Adozione, ai sensi della L.R. 34/92, art. 25, comma 2, dello schema della variante normativa comportante la modifica all art. 21 delle NTA del PTC vigente e all art. 22 delle NTA del PTC adottato definitivamente con D.C.C. 90 del 06/09/2007 concernenti valori naturalisticovegetazionali nelle aree agricole ; Deliberazione del Consiglio Provinciale 6 settembre 2007, n. 90 Piano territoriale di Coordinamento Provinciale ; Deliberazione del Consiglio Comunale del 21 febbraio 2006, n. 11 Piano di Zonizzazione Acustica del territorio comunale di Ascoli Piceno ; Delibera Giunta Comunale 30 settembre 2009, n. 99 Avvio delle procedure di concertazione per la progettazione del nuovo piano regolatore generale della città in adeguamento al piano paesisitco ambientale regionale ; Delibera Consorzio per l Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell Aso e del Tesino Ascoli Piceno del 31 marzo 2005, n. 10/CG/05 NTA della variante al piano regolatore delle aree produttive dell agglomerato di Ascoli Piceno e Maltignano ; Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency February 2009; Reference Document on Best Available Techniques in the Production of Polymers August 2007; Reference Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals August 2006; Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage July 2006; Reference Document on Economics and Cross-Media Effects July 2006; Reference Document on Best Available Techniques in the Large Volume Organic Chemical Industry - February 2003; Reference Document on Monitoring of emissions to air and water - final draft October 2013 Reference Document for the Large Combustion Plants - Draft 1 (June 2013); Reference Document for Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management Systems in the Chemical Sector - Draft 2 20 July MOTIVAZIONE DELL ISTRUTTORIA PROCEDIMENTO: V A00454 A00455 CODICE ATTIVITA VIA Allegato A1, lett. u), punto 1 L.R. 3/2012: Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie attività produttive funzionalmente connesse tra di loro: per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (progetti non inclusi nell allegato II del D.Lgs 152/2006) CODICE ATTIVITA AIA: Allegato VIII,, parte II D.Lgs 152/2006 punto 4.1 lett. b): Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi,

8 8 chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi DITTA: ELANTAS Italia S.r.l. COMUNE: Ascoli Piceno PROVINCIA: Ascoli Piceno PARTITA IVA/ CODICE FISCALE: COORDINATE GAUSS BOAGA: E N 2.1. Iter del procedimento La società Elantas Deatech S.r.l. ha ottenuto in data 07/04/2010 il rilascio dell autorizzazione integrata ambientale con decreto del Dirigente della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali n. 37/VAA_08 per l esercizio, presso lo stabilimento di Ascoli Piceno (AP), Via Mutilati e Invalidi del Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo, dell attività di fabbricazione di prodotti chimici organici di base come previsto all allegato I, punto 4.1b) del D.Lgs. 59/05. Con decreto n. 17/VAA del 13/02/2012, a seguito di apposita comunicazione si disponeva un aggiornamento delle condizioni dell autorizzazione integrata ambientale a seguito di modifica non sostanziale all impianto e si dava atto della variazione del gestore da Elantas Deatech S.r.l. ad ELANTAS Italia S.r.l. con sede legale in Collecchio (PR), Strada Antolini, 1. Con la nota del 08/08/2013, depositata presso gli uffici della scrivente Autorità competente in data 09/08/2013 ed acquisita al prot. n del 28/08/2013, la ELANTAS Italia S.r.l. presentava richiesta di avvio dei procedimenti di valutazione di impatto ambientale ai sensi dell art. 12 della L.R. 3/2012 e di modifica sostanziale ai sensi dell art. 29-nonies, comma 2 del D.Lgs. 152/2006 per la modifica all impianto chimico integrato sito in Ascoli Piceno, Via Mutilati e Invalidi del Lavoro, 35, Zona Industriale Campolungo con richiesta di dell art. 5 della L.R. 3/2012 per il coordinamento e la semplificazione dei procedimenti. La documentazione progettuale allegata alla domanda e pubblicata sul sito web dell Autorità competente, consta di: 1. Domanda di VIA; 2. domanda di AIA; 3. elenco documentazione; 4. elenco degli allegati alla domanda di AIA; 5. copia dell annuncio sul quotidiano Il Messaggero del 08/08/2013; 6. autocertificazione antimafia del direttore dello stabilimento; 7. copia documento dell amministratore delegato della ELANTAS Italia S.r.l.; 8. foglio di calcolo delle spese istruttorie AIA; 9. copia bonifico spese istruttoria VIA/AIA; 10. copia del preliminare di compravendita di un immobile; 11. dichiarazione sostitutiva dell atto di notorietà con la quale si dichiara la disponibilità delle porzioni di terreno che riguarderanno il progetto di modifica all impianto; 12. copia documento del direttore dello stabilimento; 13. GEN.01 Studio di Impatto Ambientale; 14. GEN.02 Sintesi non tecnica; 15. GEN. 03 Sovrapposizione mappa catastale e planimetria impianto; 16. GEN.04 Visura ordinaria camera di commercio; 17. GEN.05 Certificato di assetto territoriale; 18. GEN. 06 Relazione di verifica tecnica compatibilità PAI; 19. GEN.07 Progetto frazionamento; 20. GEN. 08 Schede IPPC; 21. GEN.09 Allegato alle schede IPPC; 22. GEN.10 Piano di monitoraggio e controllo;

9 9 23. EMI.01 Piano di gestione solventi anno 2012; 24. EMI.02 Indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato di qualità dell aria; 25. EMI.03 Relazione previsionale di impatto atmosferico; 26. ACU.01 Valutazione previsionale di impatto acustico; 27. CEM.01 Valutazione previsionale elettromagnetica; 28. GEO.01 Relazione geologica; 29. GEO.02 Relazione ambientale; 30. GEO.03 Analisi piezometri 2012; 31. PRG.01 Relazione progettuale; 32. PRG.02 Lay-out stabilimento stato ante; 33. PRG.03 Lay-out stabilimento stato post; 34. PLN.01-a Planimetria delle emissioni in atmosfera stato ante; 35. PLN.01-p Planimetria delle emissioni in atmosfera stato post; 36. PLN.02-a Planimetria degli scarichi idrici e dell approvvigionamento stato ante; 37. PLN.02-p Planimetria degli scarichi idrici e dell approvvigionamento stato post; 38. PLN.03-a Planimetria delle cabine e linee elettriche stato ante; 39. PLN.03-p Planimetria delle cabine e linee elettriche stato post; 40. PLN.04-a Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti stato ante; 41. PLN.04-p Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti stato post; 42. PLN.05-a Planimetria aree deposito temporaneo rifiuti stato ante; 43. PLN.05-p Planimetria aree deposito temporaneo rifiuti stato post; Con nota depositata in data 09/08/2013 ed acquisita al prot del 28/08/2013 la ELANTAS Italia S.r.l. comunicava anche una modifica non sostanziale all impianto relativa alla sostituzione di una caldaia industriale con allegata: 44. una relazione previsionale degli impatti ambientali del complesso IPPC a modifica avvenuta; 45. una relazione tecnica illustrante le modifiche. Con del 23/09/2013, acquisita al prot. n del 25/09/2013 la ditta inviava inoltre: 46. copia del bonifico delle spese istruttorie per la modifica non sostanziale di importo pari ad 1.200,00. Con nota depositata in data 13/02/2014 ed acquisita al prot. n del 13/02/2014 la ditta depositava le seguenti integrazioni alla documentazione: 47. n. 1 CD-ROM; 48. elenco documentazione; 49. GEN.01 Studio di impatto ambientale (rev.01 gen-2014); 50. GEN.10 Piano di monitoraggio e controllo (rev.01 gen-2014); 51. GEN.11 Relazione integrativa (rev. 0 gen-2014); 52. GEN.12 Relazione REACH (rev. 0 gen-2014); 53. GEN.13 Piano di dismissione impianto (rev. 0 gen-2014); 54. GEN.14 Addendum relazione tecnica di compatibilità idraulica (rev. 0 gen-2014); 55. GEN.15 Proposta indagine della matrice terreno in relazione alle emissioni in atmosfera (rev. 0 gen- 2014); 56. GEN.16 Documentazione comitato tecnico regionale (n. 578 del 27/01/2014) (rev. 0 gen-2014); 57. GEN.17 Relazione di riferimento (rev. 0 gen-2014); 58. EMI.03 Relazione previsionale di impatto atmosferico (rev.01 gen-2014); 59. EMI.04 Integrazione alla relazione EMI.02 indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato di qualità dell aria (rev. 0 gen-2014); 60. GEO.04 Certificati analitici terreni e acque sotterranee (rev. 0 gen-2014); 61. PLN.02-p Planimetria degli scarichi idrici e dell approvvigionamento stato post (rev.3 gen-2014); 62. PRG.04 Relazione tecnica impianto raccolta e trattamento acque (rev. 0 gen-2014). Con nota depositata in data 28/02/2014 ed acquisita al prot. n del 03/03/2014 la ELANTAS Italia S.r.l. inviava le seguenti integrazioni spontanee alla documentazione:

10 Tabella 6: quadro riassuntivo emissioni in atmosfera in sostituzione della stessa tabella di cui all allegato GEN.01 Studio di impatto ambientale rev. 01 gen-2014; 64. GEN.08 Schede IPPC (rev. 1 gen-2014); 65. GEN.18 Relazione tecnica ambientale di valutazione integrata dell inquinamento (rev. 0 feb -2014). Con PEC DEL 15/04/2014, acquisita al prot. n del 17/04/2014, la ditta depositava: 66. Chiarimenti sul sistema di separazione e gestione acque di scarico; 67. EMI.03 relazione previsionale di impatto atmosferico (rev. 2 apr-2014); 68. EMI.04 integrazioni alla relazione EMI.02 Indagine di campo finalizzata al monitoraggio dello stato della qualità dell aria (rev. 1 apr-2014). Con nota del 15/04/2014, acquisita al prot. n del 17/04/2014, la ditta inviava in formato cartaceo gli stessi elaborati di cui ai nn. 66, 67 e 68 e 69. Una planimetria della rete idrica stato riformato. Con nota del 17/04/2014, acquisita al prot. n del 18/04/2014, la ditta depositava inoltre: 70. Piano di monitoraggio e controllo post operam. Al procedimento coordinato di VIA ed AIA sono stati applicati: il D.Lgs 152/2006, la L.R. 3/2012 (ad eccezione delle parti dichiarate costituzionalmente illegittime dalla Sentenza della Corte Costituzionale n. 93/2013) per ciò che attiene alla procedura di VIA. Inoltre, a seguito dell entrata in vigore del D.Lgs. 46/2014, di modifica al D.Lgs. 152/2006 che recepisce la Direttiva 2010/75/UE, il presente provvedimento è adeguato a quanto disposto con il D.Lgs. 46/2014, in particolare per ciò che attiene alle prescrizioni e condizioni tecniche di esercizio. Con riferimento alle spese istruttorie la società ELANTAS Italia S.r.l. ha versato la somma di 6.380, 56, di cui per l istruttoria del procedimento di valutazione di impatto ambientale ed i restanti 3.940,56 per le spese istruttorie del procedimento di modifica sostanziale dell autorizzazione integrata ambientale. I calcoli effettuati dalla ditta sono risultati conformi ai criteri di cui alla L.R. 3/2012 ed alla D.G.R. 1547/2009. La ditta ha altresì versato la somma di in allegato alla comunicazione di modifica non sostanziale acquisita al prot del 28/08/2013. Il proponente ha effettuato gli adempimenti previsti dall articolo 24, commi 1, 2 e 3 del D.Lgs. 152/2006, e dall articolo 29-quater, comma 3 del D.Lgs. 152/2006, in adempimento al disposto dell art. 10, comma 2 del D.Lgs. 152/2006, provvedendo alla pubblicazione dell annuncio sul quotidiano locale Il Messaggero del 08/08/2013 al fine di garantire la partecipazione del pubblico ad entrambi i procedimenti amministrativi. L Autorità competente ha provveduto alla pubblicazione della documentazione depositata sul sito web: entale/tabid/86/ctl/dettaglio/mid/626/impianto/33/ditta/176/id_proc/1162/tipo/via/directory/v00 503/Default.aspx. Con la nota prot del 06/09/2013 si comunicava alla ditta e agli enti interessati l avvio del procedimento con indicazione dell autorità competente, della persona del responsabile del procedimento dei termini e delle fasi dello stesso, nonché dell ufficio designato per il deposito dei documenti e per la consultazione degli stessi da parte del pubblico, con richiesta dei contributi istruttori necessari alla conclusione del procedimento stesso. Con la stessa nota si fissava la data del tavolo tecnico (10/10/2013) alla quale avrebbero partecipato gli enti interessati per la discussione delle problematiche del progetto e richiesta integrazioni e si individuavano i compiti in termini di pareri, nullaosta, contributi istruttori o prescrizioni dei soggetti che sarebbero intervenuti alla conferenza dei servizi.

11 11 In data 10/10/2013 si è svolto il tavolo tecnico presso la sede dell ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno. Erano presenti alla riunione i seguenti Enti: Regione Marche (Autorità competente); ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli, il Comune di Ascoli Piceno, il Comune di Maltignano, la Provincia di Ascoli Piceno e l Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto. Nel corso della riunione si sono analizzati i punti di forza e le criticità del progetto e si sono concordate le integrazioni alla documentazione da richiedere alla ditta. Il Piceno Consind con nota del 09/10/2013, acquisita al prot. n del 22/10/2013, trasmetteva il parere tecnico rilasciato dal gestore Picena Depur Soc. Coop. a r.l. dell impianto recettore finale denominato Campolungo di proprietà consortile. Si sono quindi riscontrati la regolarità formale della domanda di autorizzazione e l assolvimento degli adempimenti di legge da parte dell impresa. Non sono pervenute osservazioni o memorie scritte. Con nota prot. n del 23/10/2013 si chiedevano alla società istante integrazioni alla documentazione. La ditta depositava in data 13/02/2014 integrazioni alla documentazione acquisite al prot. n del 13/02/2014. Tale documentazione è stata pubblicata sul sito web dell Autorità competente. In conformità a quanto disposto all art. 14, comma 2 della L.R. 3/2012 e all 29-quater, comma 5 del D.Lgs. 152/2006, l Autorità competente, con la nota prot. n del 20/02/2014, convocava una conferenza dei servizi da tenersi presso la sede della Regione Marche in data 18/03/2014. In data 28/02/2014 la ditta depositava integrazioni spontanee alla documentazione tecnica, acquisita al prot. n del 03/03/2014. Tale documentazione è stata pubblicata sul sito web dell Autorità competente. Con la nota prot. n del 06/03/2014 si comunicava ai soggetti convocati alla conferenza il deposito e la pubblicazione di tale documentazione per l espressione dei contributi istruttori e/o pareri di competenza. Alla conferenza del 18/03/2014, è intervenuta la sola Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto oltre che la ditta. Si dà comunque atto che il Piceno Condsind ha trasmesso il parere del gestore dell impianto di depurazione consortile di Campolungo. L ARPAM Direzione Tecnico Scientifica ha invece anticipato una bozza del parere sul Piano di Monitoraggio e Controllo. In sede di conferenza la ditta ha brevemente illustrato il progetto, l Autorità competente ha esposto i risultati dell istruttoria condotta di valutazione di impatto ambientale e di autorizzazione integrata ambientale riservandosi di esprimere definitivamente il parere di competenza all acquisizione del contributo istruttorio dell ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno. In data 25/03/2014 si è svolto il sopralluogo presso lo stabilimento della ditta ELANTAS Italia S.r.l. Successivamente alla Conferenza dei Servizi sono pervenuti i seguenti contributi istruttori/pareri: in data 20/03/2014 ed acquisito al prot. n del 24/03/2014 il contributo istruttorio sul PMC dell Arpam Direzione Tecnico Scientifica; in data 27/03/2014, acquisita al prot. n del 31/03/2014, il contributo istruttorio dell Autorità di Bacino; in data 28/03/2014, acquisita al prot. n del 07/04/2014 il parere del Sindaco del Comune di Ascoli Piceno; in data 18/04/2014 acquisite al prot. n del 29/04/2014, le valutazioni tecnico-ambientali dell ARPAM Dipartimento di Ascoli Piceno.

12 12 3. CONTRIBUTI ISTRUTTORI 3.1 Il Piceno Consind con nota del 17/03/2014, acquisita al prot. n del 24/03/2014, depositava il parere rilasciato dal gestore dell impianto di depurazione consortile di Campolungo ai sensi dell art. 30 del Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche approvato con delibera D.A.C.R. n. 145 del 26/10/2010 e modificata con D.G.R. 1849/2010. Detto Ente rilasciava parere tecnico positivo purché: il gestore rispetti i valori limite per lo scarico in fognatura per i parametri della tabella 3 e della tabella 5 dell allegato 5 alla parte terza del D.Lgs. 152/2006. Si chiedeva altresì all Autorità competente di prescrivere al gestore la segnalazione tempestiva di: qualsiasi variazione dovesse intervenire alle caratteristiche qualitative delle acque reflue in conseguenza del modificarsi del ciclo produttivo o delle materie prime utilizzate; qualsiasi immissione anomala in fognatura di natura accidentale che potrebbe pregiudicare il regolare deflusso della rete fognaria o l efficienza depurativa dell impianto di trattamento di Campolungo o cagionare rischi di inquinamento ambientale o per la salute dell uomo; ogni eventuale variazione della rete fognaria interna. Con il suddetto parere si chiedeva inoltre di essere messi a conoscenza dei risultati analitici relativi al Piano di Monitoraggio e Controllo dello scarico della ditta in modo da migliorare il grado di conoscenza della qualità delle acque reflue immesse in fognatura consortile. 3.2 L Arpam Direzione Tecnico Scientifica con la bozza di parere sul Piano di Monitoraggio e Controllo inviato il giorno della conferenza dei servizi chiedeva di integrare quanto proposto dall azienda nella documentazione tecnica depositata indicando la frequenza annuale per il monitoraggio delle emissioni in atmosfera da effettuarsi secondo le metodiche analitiche riportate nell allegato C3 del Decreto Regionale del Dirigente della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali n. 8 del 26/01/2012. Tale parere è stato poi formalmente inviato con prot. ARPAM n del 20/03/2014 ed acquisito al prot. n del 24/03/2014. Con nota del 27/03/2014, acquisita al prot. n del 31/03/2014, l Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto formulava le seguenti osservazioni a titolo di contributo istruttorio. Le modifiche proposte dalla Elantas Italia S.r.l. risultano ammissibili ai sensi dell art. 11 delle Norme Tecniche di Attuazione del piano stralcio di bacino per l assetto idrogeologico del fiume Tronto vigente. Dalla documentazione prodotta risulta inoltre che non è variata la capacità produttiva nominale già autorizzata, non saranno realizzati nuovi volumi edilizi ed il nuovo parco serbatoi non determina nuova volumetria edilizia chiusa in grado di ostacolare il regolare deflusso delle acque. Si ritiene comunque necessario un approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del fiume Tronto oltre all eventuale monitoraggio degli stessi come già fatto rilevare in sede di conferenza dei servizi. Il Sindaco del Comune di Ascoli Piceno con nota del 28/03/2014, acquisita al prot. n del 07/04/2014, esprimeva parere favorevole ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 alla modifica proposta dalla società ELANTAS Italia S.r.l. facendo proprie le prescrizioni relative al Piano di Monitoraggio e Controllo di cui al parere ARPAM sopra riportato e concordando con le richieste formulate dall Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto circa l approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del Fiume Tronto nonché dell eventuale monitoraggio degli stessi. L ARPAM Dipartimento di Ascoli Piceno depositava, in data 18/04/2014, le valutazioni tecnicoambientali favorevoli alla realizzazione del progetto, acquisite al prot. n del 29/04/2014.

13 13 Pertanto, con l acquisizione dei contributi istruttori e dei pareri delle Amministrazioni coinvolte nei procedimenti VIA e AIA, l Autorità competente può procedere alla formulazione degli esiti conclusivi relativi alle procedure suddette, nel rispetto della propedeuticità tra il procedimento VIA e quello AIA. 4. ESITO DELL ISTRUTTORIA VIA E AIA L istruttoria tecnica dell Autorità competente è stata effettuata sulla base: della documentazione prodotta dall azienda; dei contributi istruttori di cui all art. 14, comma 2 della L.R. 3/2012 acquisiti da: ARPAM Dipartimento Provinciale di Ascoli Piceno, Comune di Ascoli Piceno, Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto; delle prescrizioni di cui agli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 da parte del Sindaco del Comune di Ascoli Piceno, come previsto dall art. 29-quater, comma 7 del D.Lgs. 152/2006; del parere sul Piano di Monitoraggio e Controllo inviato da ARPAM Direzione Tecnico Scientifica, come previsto dall art. 29-quater, comma 7del D.Lgs. 152/2006; del parere obbligatorio e vincolante del Piceno Consind previsto dall art. 30 del Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche approvato con delibera DACR n.145 del 26/01/2010, modificata con D.G.R. 1849/2010 All esito dell istruttoria VIA che ha condotto alla redazione della valutazione di cui all allegato A del presente provvedimento, che costituisce parte sostanziale e integrante del decreto e al quale si rimanda per le motivazioni del presente atto, si propone di ESPRIMERE giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi e per gli effetti degli artt. 15 e 16 della L.R. n. 3/2012, per il progetto presentato dalla ditta ELANTAS Italia S.r.l. relativo alla modifica ed esercizio di un impianto chimico, nel rispetto delle seguenti prescrizioni riportate nell Allegato B, che formano parte integrante e sostanziale del presente decreto: PRESCRIZIONI IN FASE DI CANTIERE Stoccaggio di materiale e materie prime 1) Devono essere realizzate aree cordonate e impermeabili per lo stoccaggio di carburanti e di oli lubrificanti; Risorse idriche sotterranee 2) le attività connesse devono essere svolte in modo da escludere la possibilità che si verifichino contatti fra acque percolanti e sostanze inquinanti o materiali da costruzione. Non è possibile effettuare il lavaggio degli impianti con spandimento dei reflui sul terreno. Rumore 3) In fase di esercizio del cantiere devono essere adottati i seguenti accorgimenti: dovrà essere comunque richiesta l autorizzazione in deroga al Comune per le attività rumorose temporanee, che potrà prevedere limitazioni d orario e/o altri accorgimenti procedurali per limitare il disturbo. Aria 4) Si devono adottare le misure di mitigazione, di tipo operativo, al fine di limitare l impatto determinato durante le fasi di scotico e scavo dovuto alle emissioni diffuse: Rifiuti Stoccaggio dei Rifiuti in deposito temporaneo

14 14 5) Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo impianto di trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari, dovrà essere individuata un area dedicata al deposito temporaneo dei rifiuti di cantiere appositamente segnalata. Una volta individuata tale area, il gestore deve inviare apposita planimetria di tale deposito temporaneo all AC. PRESCRIZIONI GENERALI 6) I nuovi serbatoi di stoccaggio dovranno essere idoneamente ancorati alla base ed in grado di sopportare i carichi riportati al loro interno, in considerazione dell amplificazione sismica. Nella verifica della base (fondazione) si dovrà tener conto della spinta idrodinamica dell acqua proveniente sia dal basso che frontalmente (isotropa), onde evitare lo scalzamento al piede o l effetto sinfonamento ; 7) L intero parco stoccaggi dovrà essere delimitato da bacini di contenimento costituiti da muri in cemento armato atti a contenere l eventuale sversamento del volume maggiore che può derivare o dal sistema di stoccaggio di maggior volume o da un 1/3 del volume totale del materiale immagazzinato nei silos. I suddetti bacini dovranno resistere alle sollecitazioni provenienti dallo sversamento interno, dal cedimento di un serbatoio e da un eventuale pressione derivanti dall acqua di esondazione; 8) Nelle verifiche che la Ditta effettuerà per i nuovi serbatoi dovrà tener conto della spinta idrodinamica dell acqua di un eventuale esondazione del fiume Tronto, per l altezza di 1000 mt, aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3 mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec. Ai bacini esistenti dovranno essere effettuate le verifiche statistiche con la metodologia riportata nell elaborato GEN 06. MONITORAGGI Area esondabile (argine) 9) L azienda dovrà proporre all Autorità Competente entro 120 giorni dal rilascio dell Autorizzazione Integrata Ambientale un piano di monitoraggio delle condizioni dell Argine sulla sponda nord del Fiume Tronto realizzato a protezione dell area sulla quale sorge lo stabilimento della società. L esecuzione di tale piano prevedrà un attività iniziale di verifica della stabilità dell Argine stesso ed il monitoraggio annuale, o comunque dopo ogni evento naturale di magnitudo anomala, dello stato dell argine stesso. Il piano di monitoraggio dovrà essere condiviso con l Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto, col Consorzio per l Industrializzazione delle Valli del Tronto, dell Aso e del Tesino - Piceno Consind, con il Comune di Ascoli Piceno e potrà essere realizzato con il preventivo benestare della Provincia di Ascoli Piceno. A seguito dei monitoraggi proposti, in caso di evidenza di anomalie dello stato dell argine, l azienda dovrà provvedere ad avvisare immediatamente tutti gli enti sopracitati per le azioni di competenza;. Atmosfera 10) Una volta avviato l impianto, l azienda dovrà iniziare entro i successivi 90 giorni, una campagna sulla qualità dell aria, al fine di verificare che i valori di concentrazione relativi alle specie di inquinanti emesse, non subiscano incrementi maggiori di quelli previsti in sede progettuale. La campagna di misura dovrà essere rappresentativa di un anno e dovrà riguardare almeno le frazioni PM10 e PM2,5, COV, NOx. Le modalità di svolgimento della campagna dovranno essere concordati con l Autorità Competente; 11) La Ditta dovrà effettuare ogni due anni dall avvio dell impianto, una campagna di misura che quantifichi, nei punti di maggior ricaduta al suolo (identificati nell elaborato GEN 15), la

15 15 concentrazione degli inquinanti peculiari dell impianto nel terreno. Le modalità di svolgimento della campagna e la tipologia dei parametri monitorati dovranno essere concordati con l Autorità Competente. Inquinamento acustico e campi elettromagnetici 12) Entro tre mesi dalla messa a regime dell impianto modificato, dovrà essere fornita una apposita relazione tecnica, redatta da un tecnico competente in acustica, relativa alla situazione post operam che contenga gli esiti delle misurazioni sia della rumorosità ambientale (ditta regolarmente in funzione considerando l attività di tutta l azienda compresi i nuovi impianti) sia della rumorosità residua (azienda completamente ferma), nei periodi di riferimento notturno e diurno, al confine dell azienda e in corrispondenza dei recettori più vicini all impianto. Tale relazione dovrà contenere il confronto con i limiti di emissione e immissione assoluta e differenziale e, in caso di superamento dei limiti, dovrà anche contenere un opportuno piano di adeguamento finalizzato al rientro nei limiti. 13) Una volta avviato l impianto, l azienda dovrà effettuare entro i successivi 90 giorni, una campagna dei livelli dei campi elettromagnetici generati dall attività produttiva L istruttoria tecnica AIA è stata effettuata sulla base della documentazione depositata dalla ditta visti i principi di cui all art. 6, comma 16 del D.Lgs. n. 152/2006, dei Criteri per la valutazione delle migliori tecniche disponibili adottati dalla Regione Marche con D.G.R. n. 447/2003 e del Reference Document on Best Available Techniques for Energy Efficiency February 2009; del Reference Document on Best Available Techniques in the Production of Polymers August 2007; del Reference Document on Best Available Techniques for the Manufacture of Organic Fine Chemicals August 2006;del Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage July 2006; del Reference Document on Economics and Cross-Media Effects July 2006; del Reference Document on Best Available Techniques in the Large Volume Organic Chemical Industry - February 2003; del Reference Document on Monitoring of emissions to air and water - final draft October 2013; del Reference Document for the Large Combustion Plants - Draft 1 (June 2013) e del Reference Document for Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management Systems in the Chemical Sector - Draft 2 20 July 2011 in cui sono specificate le BAT applicabili alla tipologia di attività svolta dall Impresa istante. L istruttoria ha condotto alla redazione della valutazione di cui all allegato A (Rapporto Istruttorio Integrato) del presente provvedimento che costituisce parte integrante e sostanziale del decreto. L esito dell istruttoria effettuata, all allegato A al presente decreto nella quale sono individuate le Migliori Tecniche Disponibili per il tipo di attività esercitata, ha evidenziato che l impianto migliorerà le proprie performances ambientali mediante l adozione delle seguenti tecniche non ancora applicate e riportate nell allegato B (paragrafo prescrizioni AIA): La Ditta si deve impegnare a trovare prodotti alternativi che possano andare a sostituire quei prodotti oggi in uso e che hanno preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute e/o ambiente. La Ditta deve inviare una relazione in tal senso annualmente tenendo informata l AC sui progressi e miglioramenti ottenuti anche in relazione al regolamento REACH; Effettuate le verifiche statiche ed eventualmente adeguare i bacini di contenimento esistenti, per resistere alle sollecitazioni provenienti dallo sversamento interno, dal cedimento di un serbatoio e da un eventuale pressione derivante dall acqua di esondazione, tenendo conto della spinta idrodinamica generata da un eventuale esondazione del fiume Tronto, di altezza 1,00 mt, aumentata del franco di 0,5 mt ed avente una velocità di 0,3 mt/sec aumentata di 0,2 mt/sec. (Capitoli 5 e 6 del documento GEN.14) entro dicembre 2015; Sistema di Gestione delle Acque di Scarico entro giugno 2016;

16 16 tali adeguamenti, coadiuvati da una corretta gestione ambientale di tutto l impianto produttivo, consentiranno l ottenimento di livelli d inquinamento compatibili con lo spirito della Direttiva IED. Pertanto, si propone di RILASCIARE l'autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi della Direttiva 2010/75/UE e del D.Lgs. 152/2006, come modificato dal D.Lgs. 46/2014, alla ditta Industrie ELANTAS Italia S.r.l., con sede legale in Collecchio (PR), Via Antolini, 1 ed impianto in Ascoli Piceno (AP), Zona Industriale Campolungo, 35 per l esercizio dell impianto, nel rispetto delle prescrizioni riportate nell Allegato B e C, che formano parte integrante e sostanziale del presente decreto. L istruttoria ha condotto alla redazione della valutazione di cui all allegato A del presente provvedimento che costituisce parte integrante del decreto e al quale si rimanda per le motivazioni del presente atto. Il presente provvedimento è stato predisposto sulla base dell istruttoria tecnica redatta da Vera Storoni e dell istruttoria amministrativa redatta da Francesca Assuigi con la supervisione della Posizione Organizzativa AIA Giuseppe Mariani. Il sottoscritto, considerato l esito dell istruttoria, propone l adozione del presente provvedimento. IL RESPONSABILE DEL PROCEDIMENTO (Geol. David Piccinini)

17 17 - ALLEGATI - (L allegato A Rapporto istruttorio integrato, parte del presente decreto, non è stato inserito per motivi di spazio nel sistema di pubblicazione adottato dalla Regione Marche, ma pubblicato nel sito web dell autorità competente ( bientale.aspx) all interno del decreto stesso e depositato in forma cartacea e consultabile presso gli uffici della P.F. Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali) ALLEGATO A: ALLEGATO B: ALLEGATO C: ALLEGATO D: Rapporto Istruttorio Coordinato Quadro Prescrittivo Piano di Monitoraggio e Controllo Prescrizioni ai fini della Prevenzione dei Rischi di Incidente Rilevante

18 18 ALLEGATO A (Rapporto Istruttorio Coordinato) (VIA-IED-SEVESO-REACH) ELANTAS Italia S.r.l. Zona Ind.le Campolungo, 35 Ascoli Piceno

19 19 Indice paragrafo ALLEGATO A (Rapporto istruttorio coordinato) Argomento Principale Pagina SCHEDA INFORMATIVA VIA/AIA 4 CAPACITA PRODUTTIVA 6 SINTESI DI PROCEDURA VIA/AIA 8 1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO 12 Valutazione in merito al Quadro Programmatico 26 2 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE 29 Valutazione in merito al Quadro Progettuale 55 3 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE 56 Valutazione in merito al Quadro Ambientale 93 4 CONTRIBUTI ISTRUTTORI 94 Esito Istruttoria di VIA 95 5 VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE 96 Stato di Applicazione delle BAT 97 ALLEGATO B 6 QUADRO PRESCRITTIVO 184 Prescrizioni VIA 184 Prescrizioni AIA 186 Esito Istruttoria di AIA 220 ALLEGATO C PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (Ante- 221 Modifica) PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO (Ante- 243 Modifica) ALLEGATO D PRESCRIZIONI SEVESO 271

20 20 Oggetto dell autorizzazione (Scheda informativa V.I.A./A.I.A.) Ragione Sociale ELANTAS Italia S.r.l. Partita IVA Sede legale Strada Antolini, Collecchio (PR) Zona Industriale Campolungo, Sede operativa Via Mutilati ed Invalidi del lavoro, n Ascoli Piceno (AP) Tipo di impianto Modifica di impianto esistente Codice attività VIA A1, lett. u), punto1 L.R. 3/2012 Codice attività IPPC All. VIII, punto 4.1 lett. b), parte II D.Lgs 152/2006 Tipologia attività Lett. u) punto 1: Impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie attività produttive funzionalmente connesse tra di loro: per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (progetti non inclusi nell allegato II del D.Lgs 152/2006) 4.1(b): Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici,

21 21 esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi. Coordinate Gauss-Boaga lat. N; long. E. Gestore Monni Giorgio Referente IPPC Mannozzi Luca Rappresentante legale Nastasi Antonino Impianti a Rischio di incidenti rilevanti Soggetto a notifica e Rapporto di sicurezza (art.8, D.Lgs 334/1999) Sistema di gestione ambientale ISO Misure amministrative riconducibili all impianto o parte di esso, ivi compresi i procedimenti in corso alla data della presente domanda Diffida del 13/05/2013 e risposta Ditta del 30/05/2013- Attività Tecnicamente connesse all attività IPPC Principale Riferimento rispetto Layout di Stabilimento Attività Dati dimensionali

22 22 Coperture su: U2, T, N, N1, T5, Pensilina, T6, T1, Tettoia, U1 Q H Y B1, M, M1, M2, M4, M5, M6, M7, M8, M9 Impianto fotovoltaico Cogeneratore alimentato a fonti rinnovabili da biomasse Centrale termica di stabilimento Post combustore termico Bacini di stoccaggio prodotti chimici organici K4, T1, T2, T4, T6, T7 Magazzini stoccaggio prodotti chimici organici Y5 Impianto Osmosi: produzione acqua per generazione vapore e reintegro anello acqua di raffreddamento dello stabilimento 816,52 kwp Energia elettrica ceduta alla rete: 950 kwe/h Vedi emissioni in atmosfera punti E2 ed E36 Vedi emissioni in atmosfera punto E1 Volume serbatoi: 3.135,5 m 3 Superficie magazzini: 9.006,5 m 2 Produzione acqua osmotizzata: 3,5 m 3 /h Capacità produttiva A seguito della modifica sostanziale in progetto la capacita produttiva nominale dell impianto, rimarrà invariata. Di conseguenza la capacità massima di produzione dell azienda è quella già autorizzata e riportata nella tabella seguente: CAPACITA NOMINALE DELL IMPIANTO/CONSUMO ton/anno di prodotti finiti (quantità stimata) ton/anno di solventi (quantità stimata) PRECEDENTI AUTORIZZAZIONI DELL IMPIANTO E NORME DI RIFERIMENTO Estremi atto Ente competente Data rilascio Data scadenza Note e considerazioni A.I.A. n.37/vaa_08 Aggiornamento A.I.A. n.17/vaa Regione Marche Regione Marche 07/04/ /04/ /02/ /04/2015

23 23 AUTORIZZAZIONI UTILI AI FINI DELL ISTRUTTORIA AIA Estremi atto Ente competente Data rilascio Data scadenza Note e considerazioni Certificato di Prevenzione Incendi Aggiornamento Pratica n prot Art. 12 D.Lgs. 387/2003: DDPF n. 12/EFR VV.F. Ascoli Piceno Regione Marche 14/09/ / /03/2012 Cert. N SQS 12/12/ /12/2015 Certificazione ISO 9001 e ISO Elantas Italia Srl ha presentato il primo aggiornamento quinquennale del Rapporto di Sicurezza al CTR Regionale in data 11/06/2012; la relativa istruttoria si è conclusa con verbale n. 578 del 27/01/2014 VV.F. DIR- MAR 27/01/2014 SGS Seveso Ministero Ispezionato ai sensi del D.Lgs 334/99 dal Ministero nel 12/2010 Licenza di esercizio Impianto Fotovoltaico IT00APE00436N Agenzia delle Dogane Licenza di esercizio Oli Minerali per usi Industriali IT00APY00241P Agenzia delle Dogane Registrazione secondo il Reg. n 1272/2008 REACH: ECHA 12/2010; 12/2012; 05/2013 Sintesi Procedura VIA/AIA

24 24 Passi Procedura Data Presentazione domanda 09/08/2013 Comunicazione avvio procedimento 06/09/2013 Pubblicazione su quotidiano Il Messaggero 08/08/2013 Osservazioni del pubblico/comune/altri Enti Non pervenute Tavolo tecnico 10/10/2013 Richiesta integrazioni e trasmissione osservazioni 23/10/2013 Deposito integrazioni 13/02/ /02/2014 Deposito contributo istruttorio ARPAM 29/04/2014 Deposito parere ARPAM Piano di Monitoraggio e Controllo 20/03/2014 Deposito prescrizioni Sindaco 07/04/2014 Deposito parere Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto 31/03/2014 Deposito parere PICENO CONSIND 24/03/2014 Conferenza dei servizi 18/03/2014

25 25 PREMESSA L istruttoria per il rilascio del procedimento unico di VIA e AIA dell impianto in esame, è risultato abbastanza complesso sia per la tipologia e le dimensioni dell impianto, sia per la cospicua documentazione presentata dal Gestore aggiornata e integrata nel corso dell istruttoria stessa. La ELANTAS Italia S.r.l. opera nel campo della produzione di smalti isolanti per fili conduttori. Le vernici vengono prodotte mediante processi di reazione quali esterificazione, addizione e condensazione e tramite miscelazione di resine fenoliche, melamminiche, poliesteri, catalizzatori ed additivi. La Ditta, con sede impianto in Ascoli Piceno (AP), Zona Industriale Campolungo, 35, ha presentato in data 20/07/2006 domanda di A.I.A., acquisita con prot. n. S08/ del 20/07/2006, per l esercizio dell impianto chimico per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbosillici, esteri, acetati, eteri, perossidi (attività di cui al punto 4.1b) dell allegato VIII al D.Lgs. 152/2006). Il gestore ha ottenuto, con decreto n. 37/VAA_08 del 07/04/2010, l Autorizzazione Integrata Ambientale per l impianto esistente. Durante l esercizio dell impianto, la ditta comunicava la necessità di realizzare alcune modifiche non sostanziali che comportavano l aggiornamento dell Autorizzazione Integrata Ambientale in particolare: - l installazione di un piccolo impianto pilota da Laboratorio; - nuova piccola linea di produzione (resine fenoliche); - impianto di cogenerazione da fonti rinnovabili; - installazione pannelli fotovoltaici In conformità al disposto di cui all art. 29-nonies del D.Lgs. 152/06, con nota datata 15/07/2011, acquisita al prot. n. VAA/ del 29/08/2011, la Ditta depositava la comunicazione di tali progetti di modifica, compresa l istallazione di un impianto di cogenerazione automatizzato ad uso interno, alimentato ad olio vegetale con una potenza di 990 kwe, con creazione di un nuovo punto di emissione (E49). Con nota del 28/11/2011, acquisita al prot. n. VAA/ del 12/12/2011, la società ELANTAS Deatech S.r.l. comunicava la variazione della ragione sociale e della sede legale dal 31/12/2011, in ELANTAS ITALIA S.r.l. con sede legale in Collecchio (PR), via Antolini, 1, località Lemignano. Il gestore ha ottenuto l aggiornamento dell AIA n. 37/VAA_08 del 07/ con decreto n. 17 VAA_08 del 13/02/2012. Durante un incontro informale in data 13/06/2013, presso gli uffici dell Autorità Competente, la Ditta ha espresso la volontà di dare una nuova configurazione all impianto mantenendo a stessa capacità produttiva ma, razionalizzando i propri depositi, ampliando le proprie lavorazioni a seguito dei risultati del piccolo impianto pilota già autorizzato e creando anche un centro di ricerca europeo nel settore della chimica. In data 09/08/2013, acquisita al ns. prot. n del 28/08/2013, la Ditta ELANTAS Italia S.r.l. ha presentato istanza di avvio procedimento di Valutazione d impatto ambientale ai sensi dell art. 23 del D.Lgs 152/2006, parte Seconda e dell art. 12 della LR 3/2012 nonché domanda di Autorizzazione Integrata Ambientale per la modifica dell impianto chimico integrato. Tale modifica consiste :

26 26 1)ampliamento e spostamento delle aree di stoccaggio delle materie prime; 2)potenziamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo, riorganizzazione dei magazzini; 3) separazione delle linee fognarie interne e regimazione delle acque di prima pioggia (valore delle opere euro). L attività è assoggetta a procedura di VIA in quanto rientra nell Allegato A1, lettera u) punto 1) della L.R. 3/2012 (l ente competente è la Regione Marche): u) impianti chimici integrati, ossia impianti per la produzione su scala industriale, mediante processi di trasformazione chimica, di sostanze, in cui si trovano affiancate varie unità produttive funzionalmente connesse tra di loro: 1) per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (progetti non inclusi nell'allegato II del d.lgs. 152/2006). Il progetto si configura anche come modifica sostanziale (in quanto modifica soggetta a Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi della Delibera n del 05/10/2009) dell attività IPPC dell azienda, codificata al p.to 4.1b dell Allegato VIII alla parte seconda del D.Lgs. 152/2006 (l ente competente è la Regione Marche): 4.1b) Impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base come: idrocarburi ossigenati, segnatamente alcoli, aldeidi, chetoni, acidi carbossilici, esteri, acetati, eteri, perossidi, resine, epossidi. La ditta ha deciso di presentare domanda di V.I.A. e rilascio di modifica di Autorizzazione Integrata Ambientale come procedimento unico ai sensi dell art. 5 della L.R. 3/2012 (l Ente competente è la Regione Marche). L istruttoria di seguito esplicitata si basa: 1. sugli impegni assunti dal gestore con la compilazione e sottoscrizione della domanda, della modulistica e dei relativi allegati, nonché delle integrazioni successivamente richieste e inviate; 2. sulle dichiarazioni rese dal gestore nella documentazione presentata; 3. sulle ulteriori informazioni ricevute dal gestore per mezzo della domanda, della modulistica e degli allegati, nonché durante gli incontri avuti con il gestore; 4. sulla valutazione e sull attenta considerazione dei documenti esaminati; 5. sulle risultanze del sopralluogo; 6. sui contributi istruttori. Le tecniche proposte dal gestore, sono in larga parte riconducibili alle soluzioni proposte nei documenti tecnici comunitari e nelle LG ministeriali, ed applicate in modo da conseguire prestazioni ambientali in linea con tali MTD. Inoltre il gestore si impegna: 1. ad adottare le misure atte per evitare emissioni e comunque a ridurle, provenienti dalle attività oggetto dell autorizzazione nell aria, nell acqua e nel suolo, rumore, comprese le misure relative ai rifiuti in conformità a quanto previsto dall art. 179 del D.Lgs 152/06 e per conseguire un livello elevato di protezione nell ambiente nel suo complesso; 2. ad utilizzare l energia in modo efficace; 3. a prevedere le misure necessarie per prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze;

27 27 4. ad assicurare misure adeguate affinché sia evitato qualsiasi rischio di inquinamento al momento della cessazione definitiva dell attività dell impianto ed il sito stesso venga ripristinato ai sensi della normativa vigente in materia di bonifiche e ripristino ambientale; 5. a prevedere misure adeguate per lo stoccaggio delle materie prime, di sottoprodotti e rifiuti. Tutte le dichiarazioni rese dal Gestore, sotto la propria responsabilità, nella redazione della domanda ed in sede di integrazioni, chiarimenti e/o precisazioni sono vincolanti ai fini del presente decreto.

28 28 1.QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO Obiettivi e finalità dell opera ELANTAS Italia S.r.l. fornisce prodotti impiegati nei principali processi produttivi dell industria elettrica, elettronica, elettrotecnica e materiali per ingegneria, offrendo ai clienti del settore un immagine e un interfaccia unica. Il sito di Ascoli Piceno è specializzato nella formulazione e produzione di smalti elettro-isolanti per conduttori di rame e alluminio, destinati all industria elettrotecnica. Le modifiche oggetto del presente studio di impatto ambientale sono: 1. lo spostamento e l ampliamento delle aree di stoccaggio delle materie prime liquide: Nello specifico verranno eliminati dieci serbatoi metallici interrati attualmente presenti e verrà realizzata un altra zona di stoccaggio con serbatoi metallici fuori terra in un area adiacente all attuale proprietà di Elantas Italia Srl. Tale area verrà acquistata in parte dalla Elantas Italia S.r.l. (parte A) mentre per la restante parte (parte B) la Ditta ha un opzione di acquisto a titolo oneroso ; 2. il potenziamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo; in particolare esso occuperà dei nuovi locali all interno del sito produttivo e, inoltre, aumenterà il tipo di prove ed indagini che si effettueranno. 3. a seguito dello spostamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo tutte le emissioni relative al Laboratorio Chimico ed al Laboratorio Analitico Strumentale saranno convogliate al postcombustore E1, eliminando le singole emissioni attualmente presenti E24, E25, E26, E27, E28, E29, E30, E31, E32, E33, E34, E35, E47, E48; nel caso in cui il postcombustore sia fermo o fuori servizio (ad es: manutenzione programmata o disservizio) sono previsti due punti di emissioni in atmosfera con trattamento a carboni attivi (E60 ed E61). 4. la separazione della rete fognaria interna ed il trattamento acque di prima pioggia: Saranno presenti in azienda delle linee fognarie separate per quanto riguarda le acque civili, le acque industriali e le acque di pioggia. 1.2 Inquadramento geografico e classificazione catastale del sito Lo stabilimento è situato nel territorio del Comune di Ascoli Piceno, Località Zona industriale Campolungo, in prossimità del confine con il Comune di Maltignano corrispondente all asse fluviale del Fiume Tronto. L area è caratterizzata da un denso insediamento produttivo di tipo prevalentemente industriale con assenza di insediamenti civili residenziali. Lo stabilimento confina a Nord con la viabilità pubblica di comparto, ad Ovest con la Soc. PRECIFIL, a Sud con il fiume Tronto ed ad Est con la Soc. SAMP SPA. L area del progetto è individuabile nella Carta Tecnica Regionale delle Marche Sezione Castel di Lama e censita al Catasto Fabbricati del comune di Ascoli Piceno come di seguito specificato: Foglio Particella (tutta) ZTO Art. N.T.A. del PRG Zona 1 produttiva 3 67

29 29 Le coordinate geografiche del centro del lotto sono, approssimativamente: lat. N ; long. E. Il sito si trova in area pianeggiante a una quota media di 65 m s.l.m., lungo la pianura alluvionale del fiume Tronto, che si sviluppa in direzione Ovest-Est, con un ampiezza di c.a. 1,4 km. A Nord e a Sud la conformazione del territorio diventa collinare raggiungendo, entro un raggio di 4 km, quota 180 m s.l.m. a Nord e quota 260 m s.l.m. a Sud. Vista panoramica della valle del Tronto Ricostruzione orografica

30 30 Zonizzazione acustica Il comune di Ascoli Piceno ha adottato il Piano di zonizzazione acustica del territorio ai sensi dell art. 6, comma 1, lettera a) della legge Quadro n. 447 del 26/10/95. In base ad esso l azienda rientrerà in classe VI aree esclusivamente industriali con limiti riportati nelle seguenti tabelle: Valori limite assoluti di emissione Classi di destinazione d uso del Tempi di riferimento territorio diurno ( ) Leq [db(a)] notturno ( ) Leq [db(a)] VI Aree prevalentemente industriali Valori limite assoluti di immissione Classi di destinazione d uso del Tempi di riferimento territorio diurno ( ) Leq [db(a)] notturno ( ) Leq [db(a)] V Aree prevalentemente industriali 70 70

31 Inquadramento geologico, geomorfologico e idrogeologico e geologo ambientale L attività della Elantas Italia Srl nel sito produttivo della Zona Industriale di Campolungo nel comune di Ascoli Piceno è cominciata nel 1992; tuttavia dal 1988 era già attiva in quel luogo una società denominata Deatech, la quale svolgeva la medesima attività produttiva della attuale Elantas Italia Srl occupando, però, spazi ridotti. Nel corso degli anni sono stati acquistati nuovi capannoni, fino alla configurazione ed alla denominazione attuale in particolare la cronistoria normativa riguardante lo stabilimento è la seguente: 1. Il territorio consortile (Consind) all interno del quale ricade l area che attualmente è di proprietà della Elantas Italia Srl, fu istituito ai sensi del DPR 218/78 n. 51 e classificata come zona industriale, avente destinazione produttiva; 2. Tra gli anni 1980/1982, in forza di regolari concessioni edilizie, la ditta De Angeli Industrie realizza un complesso industriale; 3. In data 14/10/1992 la Dea Tech Coating Srl (ora Elantas Italia) acquista dalla De Angeli Industrie Spa il ramo d azienda riguardante la produzione di vernici isolanti, con relativo stabilimento (p.lla 217) ed impianti già autorizzati; 4. In data 30/11/2000, con decreto di trasferimento del Tribunale di Ascoli Piceno del 14/02/2001, la Dea Tech Siva Srl (ora Elantas Italia) acquista un altra porzione di stabilimento (p.lla 269) che in precedenza era stata realizzata dalla ditta De Angeli Industrie ; 5. In data 04/05/2004 la Deatech Srl (ora Elantas Italia Srl ) acquista dalla Samp Spa un altra porzione di stabilimento (P.lla 67) che in precedenza era stata realizzato dalla ditta De Angeli Industrie ; 6. In data 31/03/2005 è stata approvata la variante al PRG delle aree produttive dell agglomerato di Ascoli Piceno e Maltignano; 7. In data 07/06/2007, mediante Deliberazione del Comitato Istituzionale, è stato adottato il Piano Stralcio di Bacino per l assetto idrogeologico del fiume Tronto che classificava l area con un livello di rischio idraulico e pericolosità pari a E3; 8. In data 23/07/2007 e in data 08/09/2008, con Decreti n. 18 e n. 13 del Segretario Generale dell Autorità di Bacino Interregionale del fiume Tronto, una parte della zona posta a monte dell area in oggetto è stata declassata da livello di rischio E3 ad E2 a fronte di due studi idrogeologici/idraulici ai quali sono stati seguiti i lavori di adeguamento Geologia e geomorfologia Al fine di valutare la fattibilità geologica dell intervento, la Ditta, come desunto dal documento GEN01- SIA ha svolto le indagini necessarie a definire la natura geologica dei litotipi affioranti nell area in esame e le caratteristiche litotecniche dei terreni di fondazione. Sono quindi stati realizzati due sondaggi a carotaggio continuo con prelievo di campioni per analisi di laboratorio ed è stato eseguito un rilevamento geologico geomorfologico ed idrogeologico di dettaglio dell area oggetto di studio e delle zone di influenza adiacenti che ha permesso la ricostruzione litostratigrafica del terreno fondale. L area oggetto d intervento, ubicata a circa 65 metri s.l.m., si presenta nel complesso pianeggiante con una lieve pendenza verso l asta fluviale (SUD) ed insiste sui Depositi Alluvionali (Pleistocene - Olocene) costituiti ghiaie in matrice sabbiosa talvolta limosa. Al di sotto di tali materiali alluvionali, ad una profondità di circa 6-7 metri dal piano campagna, si rinvengono le Argille basali (Pleistocene inf. Pliocene med.) Nella zona in esame non si segnalano fenomeni gravitativi tali da pregiudicare l opera in progetto. Il rilevamento geologico di dettaglio, ha permesso di cartografare le formazioni affioranti in un intorno significativo dell area oggetto d intervento e di redigere una carta geologica su base topografica in

32 32 scala 1: La geologia sito-specifica viene di seguito sinteticamente schematizzata, dal termine più recente a quello più antico: Depositi continentali - Alluvioni Terrazzate (Pleistocene - Olocene) Depositi costituiti da ghiaie e sabbie mediamente addensate. Depositi marini - Argille (Pleistocene inf. - Pliocene med) Depositi pelitici. L assetto tettonico - strutturale dell area non evidenzia disturbi morfostrutturali associabili alla presenza di faglie come evidenziato nella carta geologica che la Ditta ha allegato al progetto. Individuazione della categoria del sottosuolo e della zona sismica Dalla indagine sismica eseguita dalla Ditta e dalla stratigrafia risultante dalle indagini geologiche, risulta che la misura delle Vs30 a partire da misure H/V a stazione singola è: Vs30 = 297 m/sec Lo strato che viene considerato Bedrock-like è costituito dalle Argille con velocità delle Vs di circa 520 m/sec (< 800 m/sec); vista la misura delle Vs30, risulta che l area in esame è: categoria di sottosuolo C Si segnala un picco di amplificazione stratigrafica alla frequenza di 4,0 Hz (periodo 0,25 sec.) con fattore di amplificazione (rapporto massimo H/V) pari a 3. Si raccomanda particolare attenzione qualora l opera in progetto avesse una frequenza propria di risonanza corrispondente o vicina al valore segnalato per evitare fenomeni di doppia risonanza terreno-struttura. Per ciò che riguarda l individuazione della zona sismica (pericolosità di base) dell area, da quanto desunto dalla mappa della pericolosità sismica della Regione Marche (vedi figura 3) e sulla base dell O.P.C.M risulta che il Comune di Ascoli Piceno (AP) è di Zona Idrologia e Idraulica Come desunto dal SIA, l area industriale di Campolungo appartiene alla zona di media pianura in sinistra idrografica del fiume Tronto ed è contraddistinta da morfologia pianeggiante. L idrografia di superficie della zona è rappresentata dal fiume Tronto che attraversa con asse O-E la zona dell intervento ed è costituito da depositi alluvionali composti da alternanza di livelli sabbiosilimosi con lenti conglomeratiche che conferiscono ai sedimenti permeabilità diverse. Infatti, mentre i depositi conglomeratici-sabbiosi hanno un elevata permeabilità che favoriscono il passaggio delle acque di falda e di precipitazioni atmosferiche, i livelli più limosi, limosi-argillosi sono caratterizzati da una bassa permeabilità e ostacolano il regolare deflusso delle acque originando delle falde sospese.

33 33 Al limite orientale e occidentale del comparto in esame scorrono due canali con direzione nord-sud e sono dotati di fortissime variazioni di portata e presentano un andamento lineare a causa della bassa pendenza dei suoi alvei e dei relativi interventi di regimentazione idraulica mantenutesi nel tempo. L esame dei dati bibliografici relativi all assetto piezometrico che caratterizzano il territorio in esame (Carta idrogeologica tratta dall Ambiente fisico delle Marche) ha permesso di verificare che l area in esame si colloca all incirca in corrispondenza dell isopieza 60.0 metri. Per quanto concerne le direzioni di flusso sotterraneo le curve isopiezometriche mostrano, localmente, una prevalente direzione di deflusso verso E. Per quanto riguarda l idrologia superficiale dell area, le acque di diretta precipitazione meteorica vengono drenate dai sistemi di raccolta e allontanamento presenti nell area (caditoie, tombini, etc) densamente urbanizzata. Le acque precipitate all esterno delle aree urbanizzate vengono drenate direttamente dal vicino Fiume Tronto. In corrispondenza dell area oggetto di edificazione è stata osservata una falda soggiacente a circa 4,0 metri dal piano campagna. Nella zona in esame non si segnalano fenomeni gravitativi tali da pregiudicare l opera in progetto. Relativamente alla stessa area è presente nell allegato. 1.4 Conformità agli strumenti di pianificazione vigenti Conformità al Piano Paesistico Ambientale regionale Con Delibera Amministrativa n. 197 del 3 novembre 1989, la Regione Marche ha approvato il Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR), che disciplina gli interventi sul territorio con il fine di conservare l identità storica, garantire la qualità dell ambiente e il suo uso sociale, assicurare la salvaguardia delle risorse territoriali. La Ditta ha analizzato le tavole di piano per verificare in particolare se l area di progetto ricade: a - in un ambito di tutela relativo ad una categoria costitutiva del paesaggio; b - in un sottosistema territoriale denominato A, B, C e V; c - in località interessata da presenze segnalate da uno o più sottosistemi tematici. Le tavole del PPAR sulle quali è stata eseguita la verifica sono le seguenti; si è provveduto tuttavia a riportare graficamente solamente quelle con un rapporto di pertinenza con il sito di intervento o che individuano l assoggettamento ad un vincolo specifico: tav. 1: vincoli paesistico ambientali vigenti tav. 3: sottosistemi tematici tav. 3 : emergenze geologiche tav. 4 :sottosistemi tematici del sottosistema botanico-vegetazionale tav.6 : aree per rilevanza dei valori paesaggistici tav.7 : aree di alta percezione visiva tav. 8: centri e nuclei storici e paesaggi agrario storico tav. 9 :edifici e manufatti extraurbani tav.10: luoghi archeologici e di memoria storica tav.11: parchi e riserve naturali tav.12:classificazione dei corsi d acqua e dei crinali tav.13: emergenze geomorfologiche tav. 15: centri e nuclei storici ed ambiti di tutela cartograficamente delimitati

34 34 tav.16: manufatti storici extraurbani e ambiti di tutela cartograficamente delimitati tav.17: località di interesse archeologico cartograficamente delimitate Nelle tav. 01 e aree sottoposte a vincolo paesistico L. 1497/1939 e L. 431/1985 è individuata, nelle immediate vicinanze della zona dove verrà realizzato il progetto, un area sottoposta al vincolo paesistico ambientale dei fiumi e corsi d acqua. Tale condizione, in sede di pianificazione, è regolata dall art. 29 del PPAR che riguarda i Corsi d acqua, per i quali sono previste delle zone di rispetto aventi estensioni diverse, a seconda della fascia di appartenenza del territorio e della classificazione del corso d acqua. L individuazione operata in sede di adeguamento dello Strumento Urbanistico al PPAR, così come riportata nella Tavola di Piano, esclude l area di intervento dall ambito soggetto a vincoli specifici di tutela ai sensi dell art. 29 delle NTA del PPAR. L area di intervento è invece interessata dai vincoli collegati al Sottosistema Geologico Geomorfologico relativi alle Aree GC ed a quelli del Sottosistema Territoriale collegati alle Aree V. Nella tav. 07 è individuato l ambito annessi alle infrastrutture a maggiore intensità di traffico (Aree V ) Il sito non risulta interessato dalla perimetrazione di Aree individuate per rilevanza dei valori paesaggistici ed ambientali (art. 23 NTA del PPAR Tav. 6), né da elementi costitutivi del Sottosistema botanico-vegetazionale (Tavv. 4 e 5 del PPAR). Non risultano cartografate emergenze geologiche di cui all art. 28 delle NTA del PPAR (Tav. 3 del PPAR). Pertanto l area di progetto ricade: paesaggio b- Sottosistema territoriale denominato A,B,C e V c- Località interessata da presenze segnalate da uno o più sistemi tematici Infrastrutture a maggiore intensità di traffico (V) storico- Sottosistema culturale Localizzazione Dettaglio Rif.tav. Note a- Ambito di tutela relativo ad una categoria Patrimonio storicoculturale Tav Aree centuriate costitutiva del Tav. 7 Tav Aree ad alta percettività visiva: ambiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensità di traffico aree V -strade consolari -aree centuriate Gli obiettivi e gli indirizzi di tutela previsti per gli ambiti e i sottosistemi individuati sono: ambito di tutela relativo ad una categoria costitutiva del paesaggio Dettaglio Note Patrimonio storico-culturale Conforme: non sono previsti movimenti di terreno in aree non insidiate;

35 35 l intervento non interessa il tracciato della strada consolare sottosistema territoriale Dettaglio Infrastrutture a maggiore intensità di traffico (V) Note Conforme: l intervento si effettuerà in un area antropizzata e industrializzata senza realizzazione di nuovi volumi località interessata da presenze segnalate da uno o più sottosistemi tematici Dettaglio Note Sottosistema storicoculturale Conforme: l intervento si effettuerà in un area antropizzata e industrializzata senza realizzazione di nuovi volumi Conformità al Piano di Assetto Idrogeologico (PAI) della Regione Marche L area oggetto dell intervento ricade all interno dell ambito territoriale di competenza dell Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto; regolato dal Piano di Assetto Idrogeologico approvato con Deliberazione del Consiglio Istituzionale n. 3 del 07/06/2007 e, per quanto di competenza, con Deliberazione Amministrativa del Consiglio Regionale della Regione Marche n. 81 del 29/01/2008. Secondo il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Tronto l insediamento è ubicato in zona Area a rischio esondazione - E3 a classe di rischio elevato, come individuato nella Tav. n. 8 Carta territoriale delle aree sondabili (scala 1: ) e più dettagliatamente cartografato nella Carte del dissesto e delle aree esondabili (Tavv. nn. 9/02 - scala 1: e 10/15 scala 1:10.000). Il progetto di risanamento dell alveo del fiume Tronto prevede che al termine dei lavori di mitigazione del rischio idraulico l area sia riclassificata come Area a rischio esondazione E2, a classe di rischio medio. Non sono presenti altre condizioni di rischio di carattere idrogeologico. L insediamento della ditta Elantas Italia Srl nell area di ampliamento non comporta cambi di destinazione d uso, né la realizzazione di nuovi volumi edilizi, poiché il lotto è già a destinazione ed uso industriale, ed il capannone è già esistente e regolarmente realizzato. Categoria e tipologia di intervento rientrano tra quelle consentite ai sensi dell art. 11, comma 2, lett. J) del PAI del Bacino Interregionale del Tronto interventi per reti ed impianti tecnologici, per sistemazioni di aree esterne, recinzioni ed accessori pertinenziali agli edifici, alle infrastrutture ed attrezzature esistenti, purché non comportino la realizzazione di nuove volumetrie e non alterino il naturale deflusso delle acque ; in particolare per quanto attiene alla realizzazione del nuovo parco serbatoi, essa riveste la caratteristica di installazione di impianto tecnologico che non determina nuova volumetria edilizia chiusa in grado di produrre ostacolo al deflusso delle acque in caso di esondazione. Ai sensi dell art. 11 comma 3 sempre delle NTA del PAI, il Gestore ha presentato uno studio (GEN. 14) firmato dall ing. Amadio Scaramucci e dal Geologo Daniele Morganti volto a dimostrare la compatibilità tecnica tra l intervento, le condizioni di dissesto e il livello di rischio dichiarato. Individuazione dei rischi

36 36 Considerata le tipologie di lavorazioni svolte all interno del sito, il maggior rischio è quello di un eventuale sversamento di sostanze pericolose nelle acque del fiume Tronto, anziché quella dei danni causati dall esondazione stessa nei confronti dell intero stabilimento della Elantas Italia Srl. In caso di esondazione del fiume verso l interno dello stabilimento, i rischi sono rappresentati da: - il cedimento e/o rotture dei serbatoi di stoccaggio con conseguente rilascio delle sostanze inquinanti contenute nel loro interno, per l ambiente. I serbatoi sono stati progettati in acciaio, alloggiati su gonne metalliche di sezione conica destinati in parte al contenimento delle materie prime ed in parte al contenimento dei prodotti finiti. Tali serbatoi sono ubicati all interno di bacini di contenimento rispondenti sia alle norme di settore che alle migliori tecniche disponibili (Vedi Tab. BAT); - eventuale piena e conseguente esondazione del fiume Tronto con conseguenze dannose per l area di stoccaggio dei serbatoi. Mitigazione del rischio La mitigazione del rischio associato al verificarsi dei fenomeni di piena consiste nell attuazione di provvedimenti non strutturali e strutturali che per definizione si intendono tutti quegli accorgimenti volti alla riduzione degli elementi esposti al rischio E e della loro vulnerabilità V. La Ditta ha scelto di adottare dei provvedimenti strutturali che consistono nella realizzazione di un bacino di contenimento attorno all area in cui sorgeranno i silos in maniera che, da una parte possa contenere un eventuale sversamento di sostanze inquinanti e dall altra impedire all eventuali acque di esondazione di raggiungere il piazzale dove sono posizionati i silos agendo contemporaneamente sul fattore E e sulla vulnerabilità V riducendo sensibilmente il rischio. Inoltre, al fine di ridurre tali rischi i muri dei bacini di contenimento dei serbatoio di stoccaggio, lo studio ha verificato la spinta dell onda di piena (spinta idrodinamica) e la spinta dei materiali sversati. Le verifiche vengono effettuate per piene (portata di piena mc/sec) con tempi di ritorno di 100 anni e spinte delle onde di piena che saranno sicuramente maggiori di quelle provocate dallo sversamento dei liquidi dei serbatoi. Inoltre ha tenuto conto del materiale d alveo, della forma della sezione trasversale, del grado di uniformità longitudinale, dell effetto delle ostruzioni, della vegetazione e del grado di sinuosità. L invarianza idraulica nell area in esame e sui lotti limitrofi non subisce cambiamenti in quanto gli interventi che si andranno a realizzare insistono su zone già impermeabilizzate. Le opere di mitigazione proposte, diminuiranno pertanto la vulnerabilità idrogeologica del sito rispetto alla situazione ante-operam Conformità al Piano Territoriale di Coordinamento Il Piano Territoriale di Coordinamento della Provincia di Ascoli Piceno, d'ora in poi denominato P.T.C.P., nell'ambito delle funzioni previste dall'art. 20 del D.Lgs , n. 267, dall'art. 12 della legge regionale 5 agosto 1992, n. 34 e dall art. 57 del D.Lgs.31 marzo 1998 n. 112, costituisce strumento d indirizzo e di riferimento per i piani territoriali, urbanistici e paesistico-ambientali che s intendono attuare a livello comunale o sovracomunale sul territorio provinciale. L assetto normativo del Piano vigente fa riferimento alla Variante adottata definitivamente con Deliberazione del Consiglio Provinciale n. 90 del L elemento di maggior rilevanza nel PTCP, con riferimento al sito in esame, è rappresentato dalle previsioni in materia di rischio di incidenti industriali. A tal proposito, il PTCP riporta (Relazione Tecnica, pag. 31): Le innovazioni apportate al P.T.C. in tale campo nascono dalla necessità di adeguarsi ad una serie di adempimenti legislativi intervenuti successivamente all approvazione del Piano Territoriale Provinciale,

37 37 l ultimo dei quali risulta essere la Legge Regionale n. 18 del 2004 Norme relative al controllo del pericolo di incidenti rilevanti decreto legislativo 17 agosto 1999, n. 334 sul rischio industriale attuazione della Direttiva 96/82/CE. La valutazione del rischio in termini globali, ossia includendo tutti i possibili contributi derivanti dall'inquinamento atmosferico (aria, acqua, suolo), tutti i possibili contributi dovuti ai fenomeni naturali (es. sismi, rischi idrogeologico) e tutti i contributi derivanti dall'industria di processo in termini di eventi catastrofici incontrollati è uno degli obiettivi di ogni piano territoriale sia comunale che provinciale che regionale. L'integrazione dei vari contributi è infatti necessaria per la previsione e per la prevenzione di danni catastrofici alle cose e alle persone oltre che, naturalmente, per la redazione di opportuni piani di emergenza. In quest'ottica la valutazione dei rischi di origine antropica, con specifico riferimento al rischio industriale rilevante, è sicuramente prioritaria, anche in considerazione della crescente sensibilità dell'opinione pubblica alle specifiche tematiche affrontate. <omissis> In conclusione, il Piano Territoriale di Coordinamento deve necessariamente riportare le aree di rischio per le aree circostanti le industrie classificate a rischio rilevante presenti sul territorio della provincia di Ascoli Piceno.. L individuazione delle aree a rischio di incidente rilevante è riportata nella Tav. 8i del Sistema Insediativo. Il sito risulta specificatamente individuato e censito con la denominazione di DEA TECH SIVA S.R.L. (come riportato sopra era la società che operava nel sito attualmente proprietà della Elantas Italia Srl) ed è pertanto da ritenersi assoggettato alla conseguente normativa ai sensi del D.Lgs. n. 334 del (legge Seveso bis), compreso il controllo delle urbanizzazioni ai sensi del D.M. 09/05/2001, art. 8. Successivamente, con Deliberazione del Consiglio Provinciale n.29 del è stata adottata, ai sensi della L.R.34/92, art.25, comma 2, lo schema della variante normativa comportante la modifica dell'art.21 delle NTA del PTC vigente e dell'art.22 delle NTA del PTC adottato definitivamente con D.C.P. n. 90 del relativamente ai "valori naturalistico-vegetazionali nelle aree agricole"; le modifiche introdotte non riguardano l area d intervento Conformità allo Strumento urbanistico Locale (Piano generale del Piceno Consib) Con Delibera n. 99 del 30/09/2009 la Giunta del Comune di Ascoli Piceno ha dato avvio alle procedure di concertazione per la progettazione del nuovo Piano Regolatore Generale della città in adeguamento al Piano Paesistico Ambientale Regionale; ad oggi il nuovo strumento urbanistico non risulta formalmente adottato. Nell area di interesse le previsioni urbanistiche sono pertanto definite dalla Variante al Piano Regolatore delle Aree Produttive dell agglomerato di Ascoli Piceno, Maltignano approvata con Deliberazione di Consiglio Generale del Consorzio Industriale del Piceno n. 10/CG/05 del 31/03/2005, ai sensi della quale l area di interesse assume la destinazione urbanistica corrispondente alla Zona Territoriale Omogenea Zona 1 produttiva, disciplinata dall art. 3 delle NTA della Variante al PRG. Le Norme Tecniche di Attuazione della Variante Generale al Piano Regolatore delle Aree Produttive delle Valli del Tronto, dell Aso e Consorzio per la Industrializzazione del Tesino, comprese nei territori dei Comuni di Ascoli Piceno, di Maltignano, annullano e sostituiscono ogni precedente Regolamento Edilizio Speciale e Norme Tecniche di Attuazione dei Piani Territoriali di Coordinamento del Consorzio stesso, approvati con D.P.G.R. n del 10/7/1986 e con Atto n. 246 del 18/5/1998 della Giunta Provinciale di Ascoli Piceno (art. 20 NTA). Ai sensi dell art. 3 delle NTA, le Zone 1 Produttive riguardano: le aree destinate alla realizzazione di insediamenti con destinazione produttiva a carattere industriale di ogni tipo, a carattere artigianale di

38 38 ogni tipo, (compresi quelli industriali e artigianali, per ditte singole ed associate di autotrasporto e per ditte del settore edile), depositi di ogni tipo, impianti per la vendita all ingrosso e di supporto alla vendita. Comprende inoltre le aree di localizzazione dei beni immobili destinati prevalentemente alla produzione ed in via subordinata allo scambio dei soli beni e servizi prodotti dall azienda. Pertanto l area di intervento, già insediata, rispetta le destinazioni urbanistiche così come individuate all art. 3 delle NTA. L intervento, che non prevede nuovi volumi o interventi edilizi, risulta inoltre conforme alle norme specifiche di cui allo stesso articolo ed alle norme generali del PRG. All interno del citato art. 3 delle NTA viene anche riportato che l altezza dei volumi tecnici connessi con l impiantistica degli edifici, ad esempio i nuovi serbatoi, non deve essere considerata nel computo dell altezza massima da rispettare per il complesso dei corpi di fabbrica. Il lotto confina a sud con l ambito urbanistico di pertinenza del Fiume Tronto, catalogato dallo Strumento come Zona 7 - Verde di rispetto Ambiti di tutela integrale dei corsi d acqua, in recepimento dei vincoli di cui all art. 29 delle NTA del PPAR e del D.M. 431/85, regolato dall art. 10 delle NTA della Variante al Piano Conformità al Piano di Tutela delle Acque L'Assemblea legislativa regionale delle Marche ha approvato il nuovo Piano di Tutela delle Acque (PTA) con delibera DACR n.145 del 26/01/2010, successivamente modificato con DGR n. 1283/2012 del 10/09/2012. Il Piano di Tutela delle Acque della Regione Marche rappresenta lo strumento di pianificazione regionale finalizzato a conseguire gli obiettivi di qualità previsti dalla normativa vigente e a tutelare, attraverso un impianto normativo, l intero sistema idrico sia superficiale che sotterraneo. Il Piano è costituito da 4 sezioni: Attualmente lo stabilimento Elantas Italia Srl di Ascoli Piceno possiede una sola linea di scarichi idrici nella quale confluiscono le acque reflue domestiche, le acque di pioggia e le acque industriali (queste ultime hanno volumi estremamente ridotti). Le modifiche proposte prevedono la separazione della rete fognaria interna tra le tre tipologie di scarichi idrici appena decritti (rimane un unico scarico S1 in fognatura consortile in quanto il Piceno Consind non ha ancora provveduto a realizzarne ulteriori) e la regimazione delle acque di prima pioggia Le acque reflue domestiche, caratterizzate dai prodotti dei metabolismo umano e materiali di rifiuto vario (carta igienica, saponi, detergenti), vengono scaricate in condotta consortile Piceno Consind (S1). e le stesse acque sono misurate tramite un misuratore di portata. In azienda non sono presenti fosse Imhoff o pozzi a dispersione. Le acque reflue industriali dell insediamento sono destinate alla rete fognaria consortile (S1) Conformità al Piano per il Risanamento e Mantenimento della Qualità dell Aria Ambiente Il Consiglio regionale delle Marche ha approvato con D.A.C.R. n. 143 del 12/01/20110 il Piano Regionale per il Risanamento e Mantenimento della qualità dell aria ambiente, che distingue i comuni in due classi: classe/zona A: comuni in cui i livelli di uno o più inquinanti eccedono il valore limite di legge classe/zona B: comuni in cui i livelli degli inquinanti sono inferiori ai valori limite e tali da non comportare il rischio di superamento degli stessi DACR 143/2010 ricomprende il Comune di Ascoli Piceno in zona A in cui è concreto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme degli inquinanti in atmosfera (PM10 e NO2).

39 39 Come riferimento per il valore di qualità dell aria del Comune di Ascoli Piceno è stata presa la centralina Monticelli situata in località velodromo. La Provincia mette a disposizione i dati monitorati giornalieri, relativi al 2012 per quanto riguarda le PM10, e relativi al 2011 per quanto riguarda gli NO2. Dalle simulazioni fatte con metodi previsionali e riportate nel Quadro di Riferimento Ambientale, risulta che la ricaduta massima in atmosfera di PM10 derivante dall impianto Elantas nello stato post sarà pari a 2,3 µg/mc come media annuale e 7,5 µg/mc come valore massimo giornaliero. I valori di riferimento di qualità dell aria registrati nella centralina di Monticelli, Ascoli Piceno, sono pari a 22,52 µg/mc, come valore medio annuale, e 69,49 µg/mc come valore massimo giornaliero. Sulla base dei dati a disposizione si può affermare che l impianto Elantas influisce in minima parte sul rischio di superamento del valore limite medio annuo dei PM10, perché il suo contributo non sembra compromettere il valore di qualità dell aria che è lontano dal limite. Per quanto riguarda il limite giornaliero il contributo massimo dell Elantas è meno del 15% ma si va a sommare a una situazione che, almeno in corrispondenza della centralina di riferimento, risulta già compromessa. Per quanto riguarda gli NO2 si può dire che dalle simulazioni fatte con metodi previsionali risulta che la ricaduta massima in atmosfera derivante dall impianto Elantas nello stato post sarà pari a 2,9 µg/mc come media annuale e 53,0 µg/mc come valore massimo orario. I valori di riferimento di qualità dell aria registrati nella centralina di Monticelli, Ascoli Piceno, sono pari a 24,15 µg/mc, come valore medio annuale, non è invece esplicitato il dato orario. Sulla base dei dati a disposizione si può affermare che l impianto Elantas influisce in modo non significativo sul rischio di superamento del valore limite medio annuo degli NO2, perché il suo contributo è minimo e il valore di qualità dell aria è lontano dal limite. Nulla si può dire invece per quanto riguarda il limite giornaliero Conformità del progetto ai Piano provinciale e regionale di Gestione dei Rifiuti Il Piano provinciale di gestione dei rifiuti, valuta inizialmente lo stato esistente, inteso come produzione, trattamento e smaltimento relativamente al territorio provinciale. Successivamente individua gli obiettivi da raggiungere, l impiantistica necessaria, l organizzazione del sistema di raccolta, le politiche di riduzione della produzione di rifiuti, l Osservatorio provinciale sui rifiuti e le strategie di comunicazione. L argomento della localizzazione degli impianti è affrontato in un capitolo a parte, dove sono individuati i criteri localizzativi dell impiantistica provinciale inclusa l individuazione delle zone idonee e non idonee all ubicazione degli impianti per il trattamento dei rifiuti. I Piani non si ritengono quindi applicabili, ad eccezione delle buone norme di gestione dei rifiuti prodotti, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, nel rispetto della normativa vigente Direttiva Seveso Lo stabilimento Elantas Italia S.r.l. detiene al suo interno sostanze classificate pericolose ai sensi del D.Lgs. 334/99, come modificato dal D.Lgs. 238/05, in quantitativi superiori ai valori di soglia indicati nelle colonne 2 e 3 dello stesso decreto. In relazione a quanto sopra, lo stabilimento rientra tra le attività soggette a rischio di incidente rilevante ed in particolare negli obblighi di cui all art. 8 del D.Lgs. 334/99 per la presenza di sostanze classificate tossiche e pericolose per l ambiente. Di conseguenza lo stabilimento Elantas Italia si è dotato di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi del D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un Rapporto di Sicurezza al fine di conoscere e gestire i rischi esistenti connessi alla presenza di sostanze pericolose. Nella tabella seguente sono riportati i quantitativi massimi delle sostanze rientranti tra quelle indicate nell Allegato I al D.Lgs. 334/99 e s.m.i. che possono essere presenti nello stabilimento e che determinano l assoggettabilità dell azienda al D.Lgs. 334/99 e s.m.i.

40 40 Classificazione sostanza ai sensi del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. Allegato A - Parte 1 2,4 Diisocianato di toluene (TDI) Allegato A - Parte 1 Metanolo Allegato A- Parte 2 Cat.2- Tossiche Allegato A- Parte 2 Cat.6 - Sostanze infiammabili Allegato A- Parte 2 Cat.7b- Sostanze facilmente infiammabili Allegato A - Parte 2 Cat.9i- Sostanze pericolose per l ambiente con frase R50 (inclusa la frase R50/53) Allegato A - Parte 2 Cat.9ii- Sostanze pericolose per l ambiente Quantità max. presente in stabilimento (t) Soglie di riferimento (t) Art.6 Art.8 Obbligo Art.6 0, Art Art Art.5 31, Art.5 40, Art Art.5 Le prescrizioni ai fini della sicurezza e della prevenzione dei rischi di incidente rilevante ai sensi dell art. 8 del D.lgs 334/99 presenti nel Decreto del Dirigente della Posizione di Funzione Valutazioni ed Autorizzazioni Ambientali n. 17/VAA del 13/02/2012 sono state tutte completate. La istruttoria per la modifica del Comitato Tecnico Regionale (n. 578 del 27/01/2014) si è conclusa favorevolmente., subordinatamente all attuazione delle seguenti prescrizioni: N. Tipo Descrizione della prescrizione Scadenza 1 Prescrizione gestionale Intervallo di test a cadenza almeno semestrale per gli strumenti critici 30/04/ Prescrizione tecnica Implementazione di uno switch di altissima temperatura per il reattore R4 30/04/ Prescrizione tecnica Implementazione del sistema overfilling sulle linee di confezionamento 30/04/ Prescrizione tecnica Realizzazione fire- proofing su rack pompe bacino M 30/04/ Prescrizione gestionale Il personale che potrà essere soggetto ad esposizione accidentale di rilasci di 30/04/2014

41 41 sostanze tossiche dovrà essere dotato di idonei D.P.I. e specificatamente formato sull uso degli stessi e sulle procedure d emergenza previste Regolamento Reach Elantas Italia Srl adempie a tutti gli obblighi previsti dal Regolamento (CE) n. 1907/2006 e successive modifiche ed integrazioni. Nel 2008 l azienda ha pre-registrato tutte le sostanze importate e tutti i monomeri utilizzati nella produzione dei suoi polimeri. Alcune sostanze sono poi state registrate nel 2010, mentre per altre se ne prevede la registrazione nel Nel 2010, inoltre, sono state notificate le sostanze classificate importate e non ancora registrate. Attualmente Elantas Italia Srl utilizza 2 sostanze classificate come SVHC; tuttavia essa è impegnata con l obiettivo di trovare prodotti alternativi che possano andare a sostituire quei prodotti oggi in uso che hanno preponderanti caratteristiche di pericolosità per la salute e/o per l ambiente. Inoltre, le SDS prodotte dall azienda per i suoi prodotti finiti sono aggiornate e conformi al regolamento REACH Rete Natura 2000 Dall analisi della cartografia disponibile in rete nel sito risulta che l area in oggetto non è interessata, né direttamente, né nelle aree limitrofe, da siti PSIC o ZPS. L intervento è quindi conforme alle prescrizioni della Rete Natura Per quanto riguarda il rapporto con la Rete Ecologica Marche l area rientra nella Unità Ecologica Funzionale PI Fondovalle del Tronto tra Ascoli Piceno e San Benedetto, caratterizzata localmente dalla presenza del sistema di connessione del Fiume Tronto Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 Il D.Lgs 42/2004, noto come Codice dei beni culturali e del paesaggio, individua i concetti di beni culturali e di beni paesaggistici per i quali viene definita una precisa linea di procedura da seguire per gli interventi che li interessano, seguendo le valutazioni e i pareri forniti dall autorità ministeriale competente. Nel caso in cui il progetto interessi direttamente o indirettamente un bene culturale o paesaggistico, va coinvolta l autorità competente per l espressione del parere di merito. Sulla base cartografica in scala 1:25.000, a copertura dell intero territorio regionale, all entrata in vigore della legge 431/85 sono state rappresentate con retinature di diverso colore le aree oggetto di tutela paesistica. Il Fiume Tronto scorre a sud del lotto che identifica l area di intervento, ad una distanza di c.a. m. 120, pertanto la fascia di rispetto di 150 metri dal corso d acqua, area tutelata per legge ai sensi dell art. 142 comma 1, lett. c, interessa parte del lotto della Elantas Italia Srl, e tutte le aree direttamente coinvolte nell intervento in progetto. In merito alla conformità paesaggistica, tuttavia, va rilevato che l art. 142 comma 2 del Codice recita: 2. La disposizione di cui al comma 1, lettere a), b), c), d), e), g), h), l), m), non si applica alle aree che alla data del 6 settembre 1985:

42 42 a) erano delimitate negli strumenti urbanistici, ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone territoriali omogenee A e B; b) erano delimitate negli strumenti urbanistici ai sensi del decreto ministeriale 2 aprile 1968, n. 1444, come zone territoriali omogenee diverse dalle zone A e B, limitatamente alle parti di esse ricomprese in piani pluriennali di attuazione, a condizione che le relative previsioni siano state concretamente realizzate; c) nei Comuni sprovvisti di tali strumenti, ricadevano nei centri edificati perimetrati ai sensi dell'articolo 18 della legge 22 ottobre 1971, n Il caso in esame ricade nell ambito di dell art. 142, comma 2, lett. b), in quanto l insediamento nel sito è antecedente alla data del 6 settembre 1985 e l area è stata già individuata nelle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. (Vd. GEN.05 Certificato di assetto territoriale ). Pertanto, le disposizioni di cui all art. 142 comma 1, lett. c) del D.Lgs. 42/2004 si ritengono non applicabili escludendo l obbligo di assoggettamento all autorizzazione paesaggistica. 1.5 Valutazione in merito al quadro programmatico In relazione ai piani/leggi verificati quali: il Piano Paesistico Ambientale Regionale (PPAR) - Regione Marche il Piano Stralcio di Bacino per l Assetto Idrogeologico (PAI) del Fiume Tronto (Bacino Interregionale) il Piano Territoriale di Coordinamento (PTC) - Provincia di Ascoli Piceno il Piano di Tutela delle Acque - Regione Marche i Piani Provinciale e Regionale di Gestione dei Rifiuti il rapporto con il sistema delle Aree Protette il Piano Regolatore Generale (PRG) di Ascoli Piceno il Piano di Zonizzazione Acustica del comune di Ascoli Piceno il Piano Regionale per il Risanamento e Mantenimento della qualità dell aria ambiente la direttiva Seveso (D.Lgs. n. 334 del 17/08/1999) il codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto Legislativo n. 42 del 22 Gennaio 2004) il Regolamento REACH (Regolamento (CE) n. 1907/2006) si evince che: 1. Il progetto ricade nelle seguenti aree identificate dal PPAR: Localizzazione Dettaglio rif. tav. Note a - ambito di tutela relativo ad una categoria costitutiva del paesaggio; Patrimonio storico-culturale tav. 10 tav aree centuriate b - sottosistema territoriale denominato A, B, C e V; Infrastrutture maggiore intensità traffico (V) a di tav. 7 - Aree di alta percettività visiva: ambiti annessi alle infrastrutture a maggiore intensità di traffico aree V

43 43 Localizzazione Dettaglio rif. tav. Note c - località interessata da presenze segnalate da uno o più sottosistemi tematici Sottosistema storico-culturale tav. 10 tav strade consolari (Salaria) - aree centuriate Il progetto, tuttavia, non si pone in contrasto con il PPAR in quanto l intervento si effettuerà in un area già ampiamente antropizzata e industrializzata senza realizzazione di nuovi volumi edificati, non sono previsti movimenti di terreno in aree non insediate e l intervento non interesserà la strada consolare. 2. econdo il Piano Stralcio per l Assetto Idrogeologico del Bacino del Fiume Tronto l insediamento è ubicato in zona Area a rischio esondazione - E3 a classe di rischio elevato, come individuato nella Tav. n. 8 Carta territoriale delle aree sondabili (scala 1: ) e più dettagliatamente cartografato nella Carte del dissesto e delle aree esondabili (Tavv. nn. 9/02 - scala 1: e 10/15 scala 1:10.000). Il progetto di risanamento dell alveo del fiume Tronto prevede che al termine dei lavori di mitigazione del rischio idraulico l area sia riclassificata come Area a rischio esondazione E2, a classe di rischio medio. È stata redatta da parte del Gestore, una specifica relazione tecnica di verifica, finalizzata ad attestare la compatibilità dell intervento con il livello di rischio dell area, in conformità con quanto previsto ai sensi dell art. 11, comma 3 del PAI del Bacino Interregionale del Tronto (allegato GEN.06 Relazione di verifica tecnica compatibilità PAI e allegato GEN.14 Addendum Relazione tecnica di compatibilità idraulica ). Per quanto sopra esplicitato, è da ritenere che il progetto proposto sia ammissibile ai sensi dell art. 11 delle NA del PAI del fiume Tronto con le prescrizioni riportate nel Quadro Prescrittivo Prescrizioni VIA/AIA ; ed inoltre tali mitigazioni diminuiranno la vulnerabilità idrogeologica del sito industriale rispetto alla situazione ante-operam; 3. L elemento di maggior rilevanza nel PTCP, con riferimento al sito in esame, è rappresentato dalle previsioni in materia di rischio di incidenti industriali. Il sito risulta specificatamente individuato e censito con la denominazione di DEA TECH SIVA S.R.L. (era la società che operava nel sito attualmente proprietà della Elantas Italia Srl) ed è pertanto da ritenersi assoggettato alla conseguente normativa ai sensi del D.Lgs. n. 334 del (legge Seveso bis), compreso il controllo delle urbanizzazioni ai sensi del D.M. 09/05/2001, art. 8. Lo stabilimento Elantas Italia si è dotato di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi del D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un Rapporto di Sicurezza di cui ha recentemente presentato l aggiornamento; la relativa istruttoria si è conclusa favorevolmente, subordinatamente all attuazione di alcune prescrizioni. L intervento dal punto di vista di sostenibilità risulta pertanto essere conforme alle prescrizioni del PTC. 4. L impianto della ditta Elantas Italia Srl, così come modificato a seguito delle nuove installazioni, è conforme alle prescrizioni del Piano di Tutela delle Acque relative alla raccolta e al trattamento delle acque di pioggia. 5. Il Piano Rifiuti non si ritiene applicabile, ad eccezione delle buone norme di gestione dei rifiuti prodotti, sia in fase di cantiere che in fase di esercizio, nel rispetto della normativa vigente. 6. L area in oggetto non è interessata, né direttamente, né nelle aree limitrofe, da siti della Rete Natura 2000 (SIC e/o ZPS, anche solo proposti) e pertanto l intervento non è soggetto a verifica ai sensi delle normativa richiamata in materia di conservazione della natura. 7. L area di intervento, già insediata, rispetta le destinazioni urbanistiche così come individuate all art. 3 delle NTA della Variante al Piano Regolatore delle Aree Produttive dell agglomerato di Ascoli Piceno, Maltignano approvata con Deliberazione di Consiglio Generale del Consorzio Industriale del Piceno n. 10/CG/05 del 31/03/2005, ai sensi della quale l area di interesse

44 44 assume la destinazione urbanistica corrispondente alla Zona Territoriale Omogenea Zona 1 produttiva. L intervento, che non prevede nuovi volumi o interventi edilizi, risulta inoltre conforme alle norme specifiche di cui allo stesso articolo ed alle norme generali del PRG. 8. Il Comune di Ascoli Piceno ha approvato il Piano di zonizzazione acustica, ai sensi dell art. 6, comma 1, lettera a) della legge Quadro n. 447 del 26/10/95, con Deliberazione del Consiglio Comunale n. 11 del 21/2/2006; in base al quale l azienda rientra in classe VI aree esclusivamente industriali. 9. Il Comune di Ascoli Piceno rientra in zona A in cui è concreto il rischio di superamento dei valori limite e delle soglie di allarme degli inquinanti in atmosfera (PM10 e NO2). Sulla base dei dati disponibili si può affermare che l impianto Elantas non influisce significativamente sul rischio di superamento dei valori limite in quanto il suo contributo è accettabile. 10. Lo stabilimento rientra tra le attività soggette a rischio di incidente rilevante ed in particolare negli obblighi di cui all art. 8 del D.Lgs. 334/99 per la presenza di sostanze classificate tossiche e pericolose per l ambiente. Di conseguenza lo stabilimento Elantas Italia si è dotato di un Sistema di Gestione della Sicurezza ai sensi del D.M. 9 agosto 2000 e ha sviluppato un Rapporto di Sicurezza al fine di conoscere e gestire i rischi esistenti connessi alla presenza di sostanze pericolose. Elantas Italia Srl ha presentato il primo aggiornamento quinquennale del Rapporto di Sicurezza al CTR Regionale e la relativa istruttoria si è conclusa favorevolmente, subordinatamente all attuazione di alcune prescrizioni. 11. L area di intervento si trova ad una distanza di c.a. 120 m dal Fiume Tronto, pertanto la fascia di rispetto di 150 metri dal corso d acqua, area tutelata per legge ai sensi dell art. 142 comma 1, lett. c, interessa parte del lotto della Elantas Italia Srl, e tutte le aree direttamente coinvolte nell intervento in progetto. Il caso in esame, tuttavia, ricade nell ambito di dell art. 142, comma 2, lett. b), in quanto l insediamento nel sito è antecedente alla data del 6 settembre 1985 e l area già individuata nelle previsioni degli strumenti urbanistici vigenti. Pertanto, le disposizioni di cui all art. 142 comma 1, lett. c) del D.Lgs. 42/2004 si ritengono non applicabili, escludendo l obbligo di assoggettamento ad autorizzazione paesaggistica. 12. L azienda adempie a tutti gli obblighi previsti dal Regolamento REACH. Considerata, inoltre l elevata antropizzazione del territorio e la vicinanza a infrastrutture viarie di importanza statale, che potranno agevolare i trasporti gravando solo in misura ridotta sulla viabilità locale, il progetto in studio presenta i presupposti per poter essere inserito in maniera coerente nel contesto urbano anche in un ottica di sviluppo sostenibile. I risultati ottenuti dal perseguimento dell attività produttiva potranno avere effetti su larga scala sia in campo socio-economico, grazie alla possibilità di realizzare un ulteriore nuovo law out dell impianto che in campo ambientale.

45 45 2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE IN RELAZIONE ALL IMPIANTO DA AUTORIZZARE COMPRESO DELLE MODIFICHE NON SOSTANZIALI COMUNICATE DAL GESTORE 2.1 Alternative al sito e scelta della località L aumento delle aree dedicate agli stoccaggi delle materie prime ed il potenziamento delle attività del laboratorio di Ricerca & Sviluppo sono inscindibilmente connessi ai cicli produttivi dell azienda già esistenti, pertanto l'unico sito possibile è quello in Zona Industriale Campolungo 35 dove ha già sede l'azienda per quanto riguarda le modifiche relative al laboratorio Ricerca & Sviluppo e quello immediatamente adiacente (capannone e relativa area esterna censito al N.C.E.U. di Ascoli Piceno al foglio 85, part. 271 sub.1 di ex-proprietà della Samp SpA) per quanto riguarda le aree dedicate allo stoccaggio delle materie prime. Prima di proporre le modifiche oggetto della presente procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, l azienda ha valutato tutte le possibili soluzioni progettuali ed impiantistiche ed ha ritenuto che quelle proposte in questo documento siano le migliori, in termini di fattibilità, efficacia ed efficienza. 2.2 Opzione zero L opzione zero corrisponde alla non realizzazione delle modifiche proposte: l attività dell azienda proseguirebbe secondo quanto fatto finora, senza la possibilità di perseguire una riduzione dell impatto ambientale della Elantas Italia S.r.l. Le modifiche proposte, infatti, consentiranno un ottimizzazione dell attività produttiva e la possibilità di dedicare ancora maggiore attenzione alla ricerca dell innovazione. 2.3 Indicazione di infrastrutture a servizio e complementari L area, inoltre è caratterizzata da un denso insediamento produttivo di tipo prevalentemente industriale con assenza di insediamenti civili residenziali. Lo stabilimento confina a Nord con la viabilità pubblica di comparto ed è ben collegato, soprattutto per la vicinanza con importanti vie di scorrimento come il Raccordo Autostradale Ascoli Porto, la SP1, la Via Salaria e la strada antistante la lottizzazione via Mutilati ed Invalidi del Lavoro. 2.4 Indicazione dei tempi di attuazione dell intervento Ipotizzando l ottenimento delle autorizzazioni per maggio 2014, il cronoprogramma di massima delle attività è il seguente:

46 Dismissione impianto Sulla base delle strutture che si andranno a realizzare si può ipotizzare per l impianto una durata presunta di 50 anni senza necessità di interventi di manutenzione straordinaria, mentre per le opere infrastrutturali in cemento armato (es. stabile) una vita presunta di cento anni. Una volta raggiunta la fine vita dell impianto e delle strutture accessorie in esso presenti, si procederà alla bonifica dello stesso, in special modo delle sue parti a diretto contatto con i prodotti chimici e le materie prime in stoccaggio (serbatoi, contenitori vari, pompe per il trasferimento e apparecchiature produttive) ed allo smantellamento delle opere strutturali nei casi in cui ciò non comporti la demolizione della struttura fondale. La procedura prevede operativamente le seguenti fasi: Strutture fuori terra la copertura dello stabilimento verrà smontata e i materiali di risulta inviati preferibilmente a recupero; svuotamento e bonifica delle apparecchiature: pompe, strumentazioni varie; le attrezzature e i macchinari, se non più funzionanti, verranno smontati e i materiali di risulta gestiti come rifiuti, inviati preferibilmente a recupero oppure verranno valorizzati e venduti; bonifica e rimozione dei serbatoi fuori terra (a seconda del loro stato saranno venduti oppure smaltiti come rifiuto ferroso secondo la normativa vigente); rimozione e pulizia del materiale vario presente all interno degli immobili. Bonifica/demolizione tubazioni / linee fuori terra la pavimentazione interna dello stabilimento verrà ispezionata alla ricerca di eventuali fessure o danneggiamenti eventuale liquido ancora presente all interno delle tubazioni verrà aspirato in mezzo autorizzato e successivamente inviato al trattamento in un impianto autorizzato secondo la vigente normativa in materia di rifiuti; successivamente si procederà al lavaggio completo delle tubazioni con l utilizzo di prodotti sgrassanti; l acqua di lavaggio verrà aspirata in mezzi autorizzati, campionata, classificata e inviata a impianto di trattamento autorizzato nel pieno rispetto della vigente normativa in materia di rifiuti; le tubazioni fuori terra e i serbatoi verranno quindi smantellate e inviate al recupero secondo la normativa vigente. Opere elettromeccaniche e impianti elettrici di servizio Le opere elettromeccaniche e gli impianti elettrici di servizio verranno smontati, se possibile recuperati, altrimenti saranno smembrati con separazione dei componenti recuperabili e gestione del resto come rifiuto, tramite invio a ditte autorizzate. Una volta terminate le opere di bonifica e di smantellamento/demolizione, il sito verrà verificato per escludere eventi di contaminazione occorsi e non individuati in precedenza. Il piano di indagine a fine impianto dovrà essere progettato e condiviso con gli enti di controllo, durante la fase di dismissione dell impianto. Esso comprenderà la caratterizzazione delle matrici terreno e acqua sotterranea tramite un numero congruo, in rapporto alla dimensione dell impianto, di punti di indagine, di campioni e di analitici da ricercare. Se del caso dovranno essere messe in atto opere di bonifica per ripristinare le originali condizioni del sito e per permettere un riuso dello stesso per ogni attività che vorrà essere implementata. Tali attività saranno decise in accordo con quanto previsto dal Piano Regolatore vigente.

47 47 La normativa vigente per quanto riguarda la norma da applicare in materia di siti inquinati è la seguente: NUMERO TITOLO ARTICOLI SINTESI D.Lgs. n. 152 * del Norme in materia ambientale PARTE QUARTA TITOLO V: Bonifica di siti contaminati Tale decreto contiene il regolamento recante i criteri, le procedure e le modalità per la messa in sicurezza, la bonifica ed il ripristino ambientale dei siti inquinati. *Il D.Lgs. interviene fissando i limiti di accettabilità della contaminazione per i suoli, i sottosuoli e le acque sotterranee; definendo le procedure per il prelievo e l analisi dei campioni, i criteri generali per l esecuzione dell analisi di rischio e degli interventi di bonifica ed il relativo iter amministrativo per l esecuzione e l approvazione dei progetti. Individuazioni delle possibili sorgenti di contaminazione Al fine di contenere eventuali fuoriuscite accidentali derivanti da rotture o altri eventi accidentali, l azienda ha predisposto una serie di misure finalizzate alla prevenzione delle possibili cause generanti eventuali stati di inquinamento della matrice suolo e sottosuolo: pavimentazione industriale nei reparti; bacini di contenimento posti al di sotto di ogni serbatoio di stoccaggio delle materie prime liquide; ognuno di essi ha una profondità di almeno 2 metri; bacini di raccolta nell area di deposito temporaneo dei rifiuti, specifici per il contenimento delle sostanze chimiche aree di deposito temporaneo dei rifiuti opportunamente protette da acque meteoriche 2.6 I flussi di processo Stato Ante Si riporta di seguito una breve descrizione delle attività della ELANTAS Italia S.r.l. impianto di Ascoli Piceno, ad oggi, così come autorizzate con Decreto n. 17/VAA del 13/02/2012 e come successivamente comunicate. In particolare successivamente all ottenimento dell autorizzazione del 2012 sono stati realizzati gli interventi ivi identificati come modifiche all impianto (installazione di un piccolo impianto pilota da laboratorio, realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili, ampliamento dell impianto fotovoltaico) ed è stata sostituita la caldaia BONO Energia, collegata all emissione E36, con una nuova caldaia ROTOGI mod. PT5000E così come comunicato dall azienda come modifica non sostanziale in data 29/07/2013. Inoltre, per l impianto pilota presente come modifica nell autorizzazione del 2012 era prevista una durata di funzionamento di un anno; la sperimentazione è terminata e l impianto è attualmente fermo, in attesa di nuove indicazioni dalla casa madre. Lo stabilimento possiede attualmente CINQUE linee di produzione che funzionano in modo batch (processo di tipo discontinuo)..1 Le prime tre linee sono costituite essenzialmente da:

48 48 un reattore ove avviene il processo principale di formazione della resina a cui è collegata solidalmente una colonna di rettificazione e un condensatore; un dissolutore (diluitore) ove si completa la fase di formazione del prodotto ottenendo un semilavorato che può essere stoccato nei serbatoi per essere successivamente rilavorato oppure diluito direttamente nel dissolutore per ottenere la vernice; un miscelatore (Lenart n x) ove vengono diluiti e miscelati i vari semilavorati al fine di realizzare il prodotto finito secondo le necessità commerciali di viscosità, colore, fluidità, ecc.; La linea quattro è costituita da: un reattore da circa 30 m 3 un condensatore di abbattimento vapori un miscelatore La linea cinque (fabbricazione resine fenoliche) è costituita da: un reattore di circa 3,5 m 3 termostatabile con olio diatermico fino a 250 C, ove avviene il processo principale di formazione della resina a cui è collegata solidalmente una colonna di rettifica e un condensatore; un dissolutore di circa 6 m 3 (diluitore) raffreddabile con acqua e scaldabile con vapore a 8 bar fino a 180 C, ove si completa la fase di formazione del prodotto, ottenendo un semilavorato che può essere stoccato nei serbatoi per essere successivamente rilavorato oppure inviato ad una stazione di confezionamento (fusti o ibc) locale. Le lavorazioni che vengono eseguite con tale linea di produzione avviene attraverso l introduzione di materie prime sia solide (MPS) che liquide (MPL) sfruttando i circuiti di distribuzione già usati per le altre linee di produzione, si procede quindi al collegamento degli attuali circuiti di stoccaggio e distribuzione delle materie prime alla linea di produzione. Il processo di produzione della linea interessa nella maggior parte dei casi il miscelatore senza dover far ricorso al reattore che sarà utilizzato occasionalmente nelle prove di nuove formulazioni; quest ultime prevedono l utilizzo del reattore per le reazioni di base e la colonna di distillazione, asservita al reattore stesso, per la rettifica degli intermedi. La base così ottenuta viene inviata ad un dissolutore dove, attraverso l aggiunta di solventi e/o additivi, avviene la preparazione finale del semilavorato inviato ad una cisterna di stoccaggio esistente. Le lavorazioni di preparazione delle resine fenoliche, prevedono l utilizzo solo del diluitore: a lavorazione ultimata il prodotto potrà essere inviato ad una cisterna di stoccaggio o confezionato in loco previa filtrazione. In tutte le fasi del processo produttivo i parametri (Temperatura, Pressione e Viscosità) saranno controllati, in maniera remota, tramite un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo produttivo. Tutte le deviazioni dei parametri di processo vengono segnalate dai sensori posti sugli impianti di processo che provvederanno a mettere in sicurezza l impianto secondo procedure automatiche di emergenza e ad avvertire, mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica) i capiturno, affinché possano applicare tutte le procedure di emergenza previste. La durata dei processi di reazione e diluizione varia dalle 24 alle 36 ore.

49 49 La fase di miscelazione può durare sino a 12 ore. Il prodotto finito viene confezionato in autobotti o in contenitori metallici trasportabili che vanno da capacità di 200 litri fino a litri. Fabbricazione Poliesteri (PO) (linea 1,linea2, linea3) Partendo da biacidi (ISO ftalico, tereftalico, adipico, o similari) e/o anidride (ftalica) e/o monoacidi (benzoico) più dioli (glicole etilenico, glicole propilenico o similari) e/o trioli (glicerina, trimetilolpropano, o similari), in presenza di catalizzatori (zinco acetato, titanato butil monomero o similari), si conduce una reazione di esterificazione fino ad acidità e a viscosità prestabilita. La reazione viene gestita da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo produttivo che, dopo la fase di caricamento delle materie prime, provvederà ad innalzare la temperatura portandola, in due ore, a 150 C e ad avviare l agitazione. Inizierà così la reazione di esterificazione con produzione di acqua di risulta che trascina con sé anche parte di reagente (glicole). Nella colonna di rettifica verrà separata l acqua dal glicole. Quest ultimo rientrerà attraverso la parte bassa della colonna nel reattore, mentre l acqua condenserà nel condensatore orizzontale. L acqua verrà allontanata automaticamente e, attraverso un circuito chiuso, stoccata prima in un recipiente di raccolta e quindi in una cisterna, per poi essere inviata alla distruzione presso ditta specializzata e autorizzata. Si aumenterà quindi lentamente (per circa 5 ore) la temperatura fino a 200 C e si manterrà fino a raggiungere il valore di acidità richiesto. Si porterà quindi l impianto sotto vuoto per favorire l eliminazione del glicole etilenico e dell acqua. Verrà a questo scopo usata una pompa ad anello liquido. Il poliestere così fabbricato verrà diluito con parte dei solventi e scaricato dal reattore nel diluitore sottostante attraverso valvole e tubazioni fisse. Nel Diluitore saranno quindi aggiunti i restanti solventi per la diluizione prelevandoli dalle cisterne di stoccaggio attraverso tubazioni, pompe e serbatoi intermedi di pesatura. Il prodotto così fabbricato viene raffreddato a 40/50 C e, tramite pompe e tubazioni, confezionato o trasferito a serbatoi di stoccaggio temporaneo per essere rilavorato. In tutte le fasi del processo produttivo i parametri di processo dovranno mantenersi all interno di opportuni intervalli. Qualsiasi deviazione di temperatura, pressione e densità verrà immediatamente avvertita dai sensori posti sugli impianti di processo che provvederanno a mettere in sicurezza l impianto secondo procedure automatiche di emergenza e ad avvertire, mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano applicare tutte le procedure di emergenza previste.

50 50 Diagramma 1: Processo produzione smalti poliestere Fabbricazione Poliestere-Immide (PEI) (linea 1,linea2, linea3) Partendo da biacidi (tereftalico, isaftalico, adipico) e/o diesteri (dimetiltereftalico) e anidridi (anidride trimellitica) più dioli (glicole etilenico) e/o trioli, trisidrossietil e isocianurato (THEIC) in presenza di catalizzatori (acetato di zinco, butiltitanato monomero) e di diammine si conduce una reazione di esterificazione e immidizzazione. Si riscaldano le materie prime caricate nel reattore a 135 C con agitazione, quindi si aggiungono a porzioni ed a distanza di 3 ore circa, l anidride trimellitica (TMA) e la diammina (isoforondiammina, diamminodifenilmetano) aumentando e diminuendo la temperatura da 200 C a 145 C circa. Si ottiene perciò la formazione dell esterimmide. Terminate le aggiunte si mantiene la temperatura a C fino a raggiungere il valore di acidità presunta. Si comincerà quindi a fare il vuoto per allontanare l acqua e il glicole etilenico non reagiti e per raggiungere la viscosità richiesta. Si aggiunge quindi lo xilenolo e si scarica nel diluitore. Si raffredda a 100 C, si aggiungono i solventi e si mantiene a 180 C per 5 ore. Il prodotto così fabbricato viene raffreddato a 40/50 C e, tramite pompe e tubazioni, confezionato o trasferito a serbatoi di stoccaggio temporaneo per essere rilavorato.

51 51 Fabbricazione Poliammidi-Immidi (PAI) (linea4) Si carica nel diluitore il N-metilpirrolidone (NMP) e l anidride trimellitica (TMA). Sotto agitazione si porta a C fino a dissoluzione della TMA. Si raffredda fino a 40 C e si immette quindi l acido formico. Si carica lentamente l MDI. Sotto raffreddamento si lascia a riposo per 9 ore con l agitazione ridotta al minimo. Dopo le 9 ore di stasi si aumenta quindi la temperatura lentamente fino a raggiungere il valore richiesto di Viscosità. In ogni step si verificherà il valore di Viscosità Vx. Raggiunto il valore di Vx prestabilito si raffredda a 80 C diluendo con i solventi richiesti (xilolo, solvente nafta, alcool benzilico, N-metilpirrolidone). Il prodotto di risulta della reazione è esclusivamente anidride carbonica.diagramma 2: Processo produzione poliammidi-immidi impianto pilota da Laboratorio La Ditta ha installato un piccolo impianto pilota da laboratorio che permetterà la necessaria sperimentazione, della durata di un anno, finalizzata allo sviluppo del processo di preparazione in maniera autonoma di una delle principali materie prime in uso nello stabilimento. La sperimentazione ha consentito di ottimizzare i parametri di processo e di individuare il catalizzatore con le migliori caratteristiche di resa e durata, necessarie per condurre vantaggiosamente il processo di sintesi, al fine di ottenere una miscela finale di composizione voluta. L impianto si compone delle seguenti parti: sistema di adduzione delle materie prime in ingresso; reattori in serie termostatati ;

52 52 sistema di recupero e raffreddamento prodotto di reazione; strumenti di controllo di temperatura, pressione e portata gestiti da un PLC dedicato. Vista la particolarità di tale sperimentazione, la Ditta ha richiesto per tale processo la privativa industriale. ( nota del 15/07/2011, ns. prot. n del 29/08/2011). Impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili La Ditta ha realizzato un impianto di cogenerazione automatizzato alimentato a olio vegetale, ad alta efficienza elettrica e termica: l'impianto è costituito da un gruppo generatore con motore a ciclo Diesel per la produzione di energia elettrica alla potenza stabilita e da un sistema di recupero termico che utilizza come fluidi termo vettori l'acqua motore e i gas di scarico. Il nuovo impianto di cogenerazione, oltre alla produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile, consentirà di recuperare energia termica per il riscaldamento di fluidi di servizio interni allo stabilimento (acqua, vapore e olio diatermico) con conseguente riduzione dei consumi di metano. Il gruppo motore sarà inserito in apposito container insonorizzato, è dotato di tutti dispositivi di sicurezza richiesti dalle normative vigenti, in particolare: Funzione di arresto per il superamento delle temperature massime o riduzione di pressione dell'olio lubrificante; Funzione di arresto per il superamento della temperatura dell acqua di raffreddamento delle camicie motore; Dispositivo di arresto automatico per basso livello olio lubrificante; Intercettazione automatica del flusso di combustibile per l'arresto del gruppo. L'impianto è comprensivo di supervisione tramite un PC grafico in grado di monitorare tutti i parametri importanti per il corretto funzionamento e di gestirne le operazioni di regolazione, il tutto selezionando le diverse aree funzionali grazie all'interfaccia macchina/utente. Dati tecnici dell impianto Performance del gruppo generatore: potenza elettrica prodotta (max) 990 kwe potenza elettrica immessa in rete GSE 950 kwe rendimento elettrico alternatore 94% potere calorifico inferiore del combustibile (olio vegetale) kj/kg temperatura gas di scarico 390 C consumo olio vegetale (stima) 246 kg/h Produzione energia termica: potenza termica recuperabile dall acqua motore 321 kw potenza termica recuperabile dai fumi 635 kw Rendimenti: elettrico impianto 39,70% termico recuperabile alta temperatura 38,33% globale 78,03% Caratteristiche tecniche del motore diesel - Costruttore: Weichai - Modello: CW12V200ZD - Ciclo di funzionamento: diesel 4 tempi - Alimentazione Sovralimentato- refrigerato - / Disposizione dei cilindri: 12 V

53 53 - Cilindrata totale: cm3 - Velocità di rotazione : giri/min. - Pressione media effettiva : 1415 MPa - Temperatura gas allo scarico: 390 C - Potenza meccanica in servizio continuo : 1053 kw (secondo ISO 3046/1) - Potenza termica introdotta: 2494 kw - Consumo olio vegetale a pieno carico : 248,5 gr/kwh Con PCI di kj/kg - Consumo olio lubrificante a pieno carico : 0,6 gr/kwh +10% - Senso di rotazione visto lato volano : orario - Emissioni allo scarico NOx: < 2353 mg/nm3 CO: < 395 mg/nm3 Emissioni in atmosfera con SCR (riferiti al 5% di O2): Portata complessiva gas di scarico (stima) kg/h ossidi di azoto (NOx), fino a 200 mg/nmc monossido di carbonio (CO), fino a 200 mg/nmc polveri, fino a 57 mg/nmc Caratteristiche tecniche dell alternatore - Potenza resa attiva : kva - Fattore di potenza nominale : 0,8 - Frequenza nominale : 50 Hz - Tensione trifase nominale : 400 V - Velocità di rotazione : 1000 giri/min. - Classe di isolamento : IP 23 - Classe di protezione : F - Sistema di autoeccitazione e autoregolazione - Ventola calettata sull albero per adeguata ventilazione Cuscinetto di rotolamento lubrificato a grasso Il motore è completo dei seguenti elementi: 1. SISTEMA DI REGOLAZIONE GIRI MOTORE La scheda di regolazione rileva la velocità di rotazione del motore tramite un sensore di giri ad esso collegato e regola la velocità in un dato regime di funzionamento con un controllo retroattivo che agisce sull attuatore. 2. SISTEMA ALIMENTAZIONE ARIA COMBURENTE È composto dal turbocompressore che tramite la turbina ad esso collegata, sfrutta parte dell energia dei gas di scarico per comprimere l aria aspirata attraverso un apposito filtro e da un sistema di refrigerazione aria (intercooler). 3. ALIMENTAZIONE COMBUSTIBILE Il sistema comprende l adduzione olio combustibile dal serbatoio di stoccaggio a quello giornaliero ed un sistema di commutazione olio vegetale - gasolio. Il sistema di commutazione tra i due tipi di combustibile è situato tra la pompa di iniezione azionata meccanicamente dal motore ed i serbatoi giornalieri. Il gasolio è usato durante le fasi di avviamento e spegnimento dell impianto allo scopo di mantenere pulite tutte le parti interessate dal circuito combustibile, in particolare gli iniettori e la pompa d iniezione. Il sistema è comprensivo di un adeguato sistema di preriscaldamento che mantiene alla temperatura idonea l olio vegetale, sfruttando lo scambio termico con l acqua proveniente dalla camicia motore.

54 54 Il sistema esegue le seguenti funzioni:? Aspirazione e preparazione del bio-combustibile tramite pompe e sistemi di filtraggio dal serbatoio di servizio.? La preparazione dell olio avviene tramite dei filtri automatici con elementi rigenerabili.? Preriscaldamento dell olio e suo adeguamento alla viscosità d iniezione richiesta.? Preparazione alla pressione d iniezione del combustibile richiesta dal motore. In caso di revisione del filtro automatico, il funzionamento del generatore viene assicurato da un filtro by-pass.? In caso di necessità o per motivi di manutenzione, l intero impianto del combustibile olio, può essere lavato col biodiesel.? Il comando del modulo è pensato per servizio automatico non sorvegliato. 4. IMPIANTO ARIA AVVIAMENTO Per l avviamento del motore è previsto un impianto ad aria compressa. L impianto consiste in una bombola aria compressa, un compressore bi-stadio e tutti gli accessori necessari (pressione nominale 30 bar). 5. IMPIANTO LUBRIFICAZIONE L impianto di lubrificazione è composto da:? Elettropompa di prelubrificazione;? Pompa ad ingranaggi, azionata direttamente dal motore diesel, per la circolazione forzata dell olio di lubrificazione;? Set filtri olio;? Capacità olio coppa 320 lt;? Sensori li livello Murphy; 6. IMPIANTO DI RAFFREDDAMENTO (Dry-cooler) L impianto di raffreddamento è composto da una batteria di raffreddamento idonea per lo scambio termico, formata da un numero di ventole tale da rendere il sistema efficiente. È costituita da tubi in rame e alette in alluminio. L intera struttura è realizzata in lamiera zincata preverniciata che consente di ottenere un elevata rigidità adeguata anche per applicazioni di esercizio pesante. 7. IMPIANTO DI SILENZIATURA FUMI DI SCARICO L impianto dei gas di scarico sarà installato su di una struttura sopraelevata che si sviluppa seguendo il perimetro esterno della copertura del cabinato motore. La tubazione di scarico prevista è DN500 dal raccordo all uscita motore fino al fumaiolo. Questi è dimensionato per una rumorosità all uscita < 80 db a 5 metri. Le tubazioni sono coibentate per prevenire eventuali contatti accidentali. Cabina insonorizzata Cofanatura insonorizzata idonea a contenere un gruppo elettrogeno funzionante a olio vegetale. Realizzata con struttura portante in acciaio galvanizzato di tipo monolitico portante, dotato di rete forata, completo di setti coibentati di ingresso ed uscita aria che prevedano reti antivolatile, griglia alettata antipioggia e condotte in lamiera zincata per convogliare l aria all esterno del cabinato. La cabina è rivestita di pannelli fono assorbenti composti da materassino di lana minerale. Rumorosità residua in campo aperto, a 7 metri di distanza dalle pareti della cabina, 70 db(a). Moduli di recupero termico Il recupero termico dai fumi viene realizzato da un apparato di scambio termico fumi costituito da tre scambiatori messi in serie, i quali procedono al recupero termico cedendo calore rispettivamente all olio diatermico, all acqua per la produzione di vapore e infine all acqua per riportarla in temperatura.

55 55 Un ulteriore recupero viene infine realizzato dall apparato di scambio termico acqua recuperando il calore dal circuito acqua motore. Acqua motore Nr.1 Circuito di acqua motore realizzato in tubi zincati munito di tre valvole a farfalla di intercettazione, due termometri visivi di misura, due valvole a sfera per lavaggio circuito, una pompa di circolazione circuito acqua motore del tipo centrifugo, per acqua calda, completa di saracinesca di intercettazione flangiate, filtro per acqua flangiato, due giunti antivibranti, saracinesca di intercettazione flangiata, due manometri per acqua completi di saracinesca, pressostato differenziale, due valvole termostatiche a 3 vie autoregolanti (circuito acqua motore) per il controllo della temperatura dell acqua di ritorno al motore e di ricircolo. Nr.1 Circuito di acqua utenza realizzato in tubi zincati e coibentati con lana di roccia spessore 50 mm munito di sei valvole a farfalla di intercettazione, quattro termometri visivi di misura, quattro valvole a sfera per lavaggio circuito, due valvola di sicurezza omologata e attacchi flangiati. Nr.1 Scambiatore di calore acqua motore - acqua utenza del tipo a piastre in acciaio AISI 316, adatto alla produzione di acqua calda, non soggetto alle verifiche ISPESL in materia, avente le seguenti caratteristiche tecniche: Potenza termica: 321 kw ( kcal/h) Portata acqua ramo motore: lt/h Temp. acqua arrivo da motore: 77 C Temp. acqua ritorno al motore: 70 C predisposto su di uno skid comprendente le valvole termoregolatrici, le pompe di circolazione e parte delle tubazioni coibentate di collegamento tra il gruppo ed il modulo termico. Nr.1 Pompa di circolazione circuito acqua aftercooler del tipo centrifugo, per acqua calda completa di filtro per acqua flangiato, due giunti antivibranti, saracinesca di intercettazione flangiata, due manometri per acqua completi di saracinesca, pressostato differenziale. Nr.2 Valvole termoregolatrici AMOT (circuito acqua motore) per il controllo della temperatura dell acqua di ritorno al motore e di ricircolo. Nr.1 Vaso d espansione per acqua calda per il circuito motore montato a bordo dell elettroradiatore corredato di indicatore di livello visivo, sensore di livello Murphy con allarme di basso livello acqua, attacchi per circuito motore, tappo di chiusura pressurizzato. Fumi Nr.1 Valvola di By-Pass DN 150 per fumi per temperature di esercizio max 600 C, flangiata per flange PN10 EN , interamente in AISI 304, treccia di tenuta sull'albero in carbonio, classe di perdita III secondo ANSI B (0,1% x la capacità nominale della valvola), completa diattuatore pneumatico doppio effetto ed elettrovalvola monostabile IP65. Nr.1 Scambiatore di calore fumi/olio diatermico realizzato in acciaio INOX, pressione d esercizio 1,130bar e attacco fumi DN150, atto a riscaldare una parte dell olio diatermico (130 m3/h) da 231 C a 260 C avendo il seguente recupero: Potenza termica: 305 kw Portata fumi di scarico: kg/h Temperatura ingresso fumi: 390 C Nr.1 Scambiatore di calore fumi/acqua-vapore realizzato in acciaio INOX, pressione d esercizio 1,130bar e attacco fumi DN150,atto a generare vapore con le seguenti caratteristiche: Potenza termica: 160 kw Portata fumi di scarico: kg/h Temperatura ingresso fumi: 260 C Temperatura uscita fumi: 195 C

56 56 Portata di vapore: 230 kg/h Temperatura ingresso acqua: 85 C Temperatura uscita vapore: 183 C Pressione del vapore: 11 bar Nr.1 Scambiatore di calore fumi/acqua utenza a fascio tubiero realizzato in acciaio INOX, pressione d esercizio 1,130bar e attacco fumi DN150, atto a riscaldare l acqua: Potenza termica: 170 kw Portata fumi di scarico: kg/h Temperatura ingresso fumi: 195 C Temperatura uscita fumi: 120 C Portata acqua: m3/h Temperatura ingresso acqua: 76 C Temperatura uscita acqua: 80 C Nr.1 Circuito di acqua utenza realizzato in tubi zincati e coibentati con lana di roccia spessore 50 mm munito di tre valvole a farfalla di intercettazione, due valvole a sfera per lavaggio circuito, due valvole di sicurezza omologate, attacchi flangiati, due termostati di lavoro, un flussostato, un termostato di sicurezza, un pressostato di sicurezza. Nr.1 Compressore della capacità di 50 lt, monofase, a servizio del comando delle valvole dei fumi completo di pressostato di minima. Serbatoi di stoccaggio combustibile N 01 Serbatoio per stoccaggio combustibile coibentato e riscaldato da Lt circa, con indicatore di livello radar, trasmettitore di pressione e valvola di respiro; il serbatoio è dotato di un circuito chiuso di carico da ATB. N 01 Serbatoio giornaliero da litri circa, coibentato e riscaldato per olio vegetale dotato di sensori di livello e di temperatura. Il serbatoio è ubicato all interno del cabinato motore. N 01 Serbatoio da litri circa, per stoccaggio gasolio, dotato di livello visivo. N 01 Serbatoio giornaliero da 277 litri circa, per gasolio, ubicato all interno del cabinato motore. N 01 Serbatoio di stoccaggio da litri circa, per soluzione ammoniacale, dotato di livello visivo. Impianto Fotovoltaico E già installato e funzionante dal 2009 un impianto fotovoltaico di potenza nominale complessiva pari 784,32 Kwp di tipo grid-connecded (integrato), installato sulle coperture degli edifici e su una tettoia e pensilina all aperto. L impianto è così composto: 1920 pannelli in silicio amorfo da 40 W; 2948 pannelli in silicio monocristallino da 240 W. La superficie occupata dall intero impianto è pari a 8330 mq. L impianto produce annualmente circa ,25 KW/h/anno. La ditta intende ampliare il sopra descritto impianto fotovoltaico con un nuovo modulo di potenzialità elettrica nominale pari a 32,20 KW mediante la posa in opera di 140 moduli di potenza nominale unitaria di 230Wp. Scheda tecnica dell'impianto Dati generali Soggetto responsabile dell impianto ELANTAS ITALIA SRL

57 57 Classificazione architettonica Impianto di tipo a cavalletto con zavorra Indirizzo Zona industriale Campolungo, n. 35 Comune Ascoli Piceno Provincia AS Coordinate GB EST NORD Superficie totale moduli 231 m² Irradiazione solare media annua per mq di 1550 KWh/m2 pannelli Coefficiente di ombreggiamento trascurabile Dati tecnici Potenza totale 32,2 kw totale moduli 140 totale inverter 3 stringhe 9 BOS (perdita complessiva del sistema) 80 % (stimato) Prestazioni energetiche Energia totale annua ,14 kwh Posizionamento dei moduli Ciascuna delle file di moduli fotovoltaici risulterà fissata su cavalletti acciaio alluminio con zavorra di appoggio in calcestruzzo, orientati a Sud-Est 13 con un inclinazione (TILT) di 10. Impianto di messa a terra L'impianto fotovoltaico non aumenta la probabilità di fulminazione diretta sulla struttura. L'abbattersi di scariche atmosferiche in prossimità dell'impianto può provocare il concatenamento del flusso magnetico associato alla corrente di fulmine con i circuiti dell'impianto fotovoltaico, così da provocare sovratensioni in grado di mettere fuori uso i componenti tra cui, in particolare, gli inverter. I morsetti degli inverter risultano protetti internamente con diodi di by-pass, fusibili, sezionatori e scaricatori di sovra tensione. Quadro elettrico Il quadro elettrico è così composto: - Quadro di parallelo e di interfaccia lato c.a. ; - Quadro di parallelo; - Quadro di interfaccia BT, nel quale sarà installato un dispositivo generale di protezione del campo fotovoltaico. Connessione alla rete elettrica nazionale L energia elettrica prodotta viene immessa nella rete elettrica nazionale utilizzando il contratto dell autoconsumo.

58 58 Ciclo di produzione Linea 1, Linea 2, Linea 3 e Linea 4 Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Solide Le materie prime solide (polveri) sono stoccate in sacconi (big bags) dal peso di circa 1000 kg all interno del magazzino nell area identificata con la lettera T1 in planimetria, relativamente all anidride trimellitica (TMA), e nell area T4 per l acido tereftalico (PTA) e il tris-idrossietilisocianurato (THEIC) e le altre materie prime in polvere. Il trasferimento delle polveri agli impianti di processo può avvenire: tramite un sistema aspirazione a circuito chiuso: i sacconi vengono appesi su apposite strutture dotate di celle di carico e trasferiti tramite un sistema in depressione; delle tramogge di carico poste sopra i reattori il prodotto viene trasferito nei reattori per gravità. In alternativa possono essere caricati per gravità dal terzo piano di produzione Il tutto è regolato da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo. Le polveri così dosate vengono introdotte nel reattore attraverso tubazioni fisse collegate alle tramogge. Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Liquide Le materie prime liquide sono prevalentemente stoccate nei serbatoi posti nella zona M, M1, M2, M4, M5, M6, M7 della planimetria. Una piccola parte, quella movimentata in fusti di acciaio da 200 lt o in contenitori da 1000 lt viene stoccata nell apposito deposito T2. Le materie prime liquide che arrivano in azienda tramite autocisterne sono scaricate, per caduta o con l ausilio di pompe, ai serbatoi di stoccaggio. La procedura di scarico prevede un protocollo operativo mirato alla minimizzazione dei rischi di scambio destinazione e/o fuoriuscita. In particolare i bocchettoni di carico dei serbatoi sono tutti identificati e chiusi con un lucchetto. Il Responsabile del Magazzino è l unico soggetto depositario delle chiavi e, all atto dell arrivo di una autocisterna in azienda, consegna all operatore esclusivamente la chiave della materia prima da scaricare. La fuoriuscita è controllata da due sistemi di controllo del livello all interno del serbatoio: un misuratore in continuo che dà istantaneamente l altezza del liquido nel serbatoio e un interruttore di livello posto in testa che, qualora il liquido lo raggiungesse, interrompe immediatamente l operazione di travaso. Il trasferimento agli impianti di processo avviene tramite tubazioni fisse e pompe; le materie prime liquide vengono pesate su serbatoi dotati di celle di carico e sistema automatico di controllo del peso e del livello, e trasferiti, sempre tramite circuito chiuso, direttamente nel reattore. Le operazioni sono gestite da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo produttivo ridondante con un sistema semiautomatico elettropneumatico. Tutto il sistema di stoccaggio e trasporto (serbatoi, pompe, tubazioni) è dotato di sensori e valvole automatiche tali da assicurare un adeguato controllo dei parametri operativi di trasporto e stoccaggio: livello del serbatoio, pressione interna, etc Il controllo di questi parametri avverrà tramite un sistema computerizzato di supervisione che, qualora riveli delle anomalie, provvede ad innescare una procedura automatica di emergenza che sospende le operazioni di carico e/o trasferimento verso l impianto, chiude tutte le valvole, mette in sicurezza l impianto e avverte mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano applicare le procedure di emergenza aggiuntive necessarie.

59 59 DESCRIZIONE SERBATOI M Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide Capacità geometrica (mc.) 50 x 6 30 x 4 Tipologia costruttiva n. 10 serbatoi metallici interrati Sfiati convogliati a post combustore. Sistemi di protezione Ogni serbatoio è dotato di allarme alto livello, allarme alta e bassa pressione e controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) DESCRIZIONE SERBATOI M1 ed M2 Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M1 ed M2 Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide Capacità geometrica (mc.) M1 30 x 1 M2 30 x 1 Tipologia costruttiva M1 serbatoio metallico fuori terra M2 serbatoio metallico fuori terra Bacino di contenimento, sfiati convogliati a post combustore. Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto Sistemi di protezione livello, allarme alta e bassa pressione e controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) Anello idrico antincendio per raffreddamento DESCRIZIONE SERBATOI M4 Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M4 Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide Capacità geometrica (mc.) 100 x 2 Tipologia costruttiva Serbatoi metallici fuori terra Bacino di contenimento, sfiati convogliati a post combustore l bacino inoltre è dotato di allarme a vibrazione. Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto Sistemi di protezione livello, allarme alta e bassa pressione e controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) con combinatore telefonico in caso di allarme. Anello idrico antincendio per raffreddamento

60 60 DESCRIZIONE SERBATOI M5 Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M5 Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide Capacità geometrica (mc.) 47 x 3 Tipologia costruttiva Serbatoi metallici fuori terra Bacino di contenimento, sfiati convogliati a post combustore l bacino inoltre è dotato di allarme a vibrazione. Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto Sistemi di protezione livello, allarme alta e bassa pressione e controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) con combinatore telefonico in caso di allarme. Anello idrico antincendio per raffreddamento DESCRIZIONE SERBATOI M6 Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M6 Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide 78 x 3 Capacità geometrica (mc.) 80 x x 1 Tipologia costruttiva n. 5 serbatoi metallici fuori terra Bacino di contenimento, sfiati convogliati a post combustore l bacino inoltre è dotato di allarme a vibrazione. Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto Sistemi di protezione livello, allarme alta e bassa pressione e controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) con combinatore telefonico in caso di allarme. Anello idrico antincendio per raffreddamento DESCRIZIONE SERBATOIO M7 Stoccaggio materie prime liquide Lettera serbatoi M7 Destinazione d uso Stoccaggio materie prime liquide Capacità geometrica (mc.) 120 x 1 Tipologia costruttiva n. 1 serbatoi metallici fuori terra (totale) Bacino di contenimento, sfiati convogliati a post combustore l bacino inoltre è dotato di Sistemi di protezione allarme a vibrazione. Ogni serbatoio è inoltre dotato di allarme alto livello, allarme alta e bassa pressione e

61 61 controllo continuo del livello (sistemi indipendenti) con combinatore telefonico in caso di allarme. Anello idrico antincendio per raffreddamento Prima linea produttiva L unità, posta all'interno del reparto produttivo nella zona A1 dispone dei seguenti macchinari: R1: reattore da 18 m3; TR1: colonna di rettifica ad anelli Rashig; C1: condensatore di abbattimento vapori; SF01: separatore di fase; SR01: serbatoio di raccolta acqua di reazione; SRG01: serbatoio di raccolta glicole in eccesso; D1: diluitore da 20 m3; D4: diluitore da 40 m3. Il reattore R1 è in acciaio AISI 316, omologato per pressioni interne di utilizzo di 2 ATM, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di agitatore interno ad ancora, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down). La colonna verticale TR1 di rettifica ad anelli Rashig è in acciaio AISI 316 omologata per pressioni di 3 atm. È collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C1, alla fiorentina (separatore di fase) SF01 per la separazione dell acqua dall agente trascinante e ai serbatoi di raccolta dell acqua di risulta e dalla reazione SR01 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG01. Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti dell impianto chiusi in modo che l aria spostata dall interno del reattore durante le fasi di caricamento delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti attraverso delle tubazioni ad uno post combustore. Il diluitore D1 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 3 ATM e raffreddato ad acqua a mezzo semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore. Il diluitore D4 è in acciaio AISI 304, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore. Seconda Linea Produttiva L unità è adiacente alla prima linea produttiva e dispone dei seguenti macchinari:

62 62 R2: reattore da 18 m3; TR2: colonna di rettifica ad anelli Rashig; C2: condensatore di abbattimento vapori; SF02: separatore di fase; SR02: serbatoio di raccolta acqua di reazione; SRG02: serbatoio di raccolta glicole in eccesso. D3: diluitore da 36 m3; Il reattore R2 è in acciaio AISI 316, omologato per pressioni interne di utilizzo di 2 ATM, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di agitatore interno ad ancora, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down). La colonna verticale TR2 di rettifica ad anelli Rashig è in acciaio AISI 316 omologata per pressioni di 3 atm. È collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C2, alla fiorentina (separatore di fase) SF02 per la separazione dell acqua dall agente trascinante e ai serbatoi di raccolta dell acqua di risulta dalla reazione SR02 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG02. Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti dell impianto chiusi in modo che l aria spostata dall interno del reattore durante le fasi di caricamento delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti attraverso delle tubazioni ad uno post combustore. Il diluitore D3 è in acciaio AISI 304, scaldato ad olio diatermico a mezzo semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato allo post combustore. Terza Linea Produttiva L unità è collocata nella stessa zona delle altre linee ed è costituita dai seguenti macchinari: R3: reattore da 13 m3; TR3: colonna di rettifica a piatti; C3: condensatore di abbattimento vapori; SR03: serbatoio di raccolta acqua di reazione; SRG03: serbatoio di raccolta glicole in eccesso. D2: diluitore da 20 m3; Il reattore R3 è in acciaio AISI 316, scaldato con olio diatermico a mezzo semitubo esterno; è dotato di un agitatore interno ad ancora, un boccaporto superiore stagno con specula, un imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down). La colonna verticale TR3 di rettifica a piatti è in acciaio AISI 316. È collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C3 e ai serbatoi di raccolta dell acqua di risulta dalla reazione SR03 e dal serbatoio di raccolta glicole in eccesso SRG03.

63 63 Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso circuiti chiusi e con i boccaporti dell impianto chiusi in modo che l aria spostata dall interno del reattore durante le fasi di caricamento delle materie prime sia costretta a passare attraverso la torre di rettifica TR1 prima e attraverso il condensatore C1 poi, in modo da abbattere i prodotti condensabili. Gli incondensabili saranno condotti attraverso delle tubazioni al post combustore. Il diluitore D2 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 3 ATM e raffreddato ad acqua a mezzo semitubo esterno e serpentino interno; è dotato di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno con specula, condensatore verticale a ricadere, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite disco di rottura opportunamente tarato, ad una cisterna di contenimento (blow down) a cui sono convogliati tramite tubazioni pure gli sfiati di esercizio dell'impianto. Il blow down è collegato al post combustore. Miscelatori Gli impianti, posti nella zona A, sono costituiti dai seguenti macchinari: L1: miscelatore da 12 m3; L2: miscelatore da 12 m3; L3: miscelatore da 2,5 m3; L4: miscelatore da 8 m3; I miscelatori sono in acciaio al carbonio non scaldati ma raffreddati ad acqua a mezzo camicia e/o semitubo esterno; sono dotati di agitatore a turbina, boccaporto superiore stagno ed imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. Gli sfiati di esercizio sono convogliati tramite tubazioni allo post combustore. Ciclo di produzione Linea 4 Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Solide Le materie prime solide (polveri) sono stoccate in sacconi (big bags) dal peso di circa 1000 kg all interno del magazzino identificato con la sigla T1 relativamente all Anidride Trimellitica (TMA) e con la sigla T4 per le altre materie prime solide. Il trasferimento delle polveri agli impianti avviene tramite un sistema di trasporto in aspirazione a circuito chiuso: i sacconi vengono appesi su apposite strutture dotate di celle di carico e trasferiti tramite un sistema in depressione in un filtro a maniche posizionato prima dell ingresso del reattore R4. Il tutto è regolato da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo. Stoccaggio e Caricamento Materie Prime Liquide Le materie prime liquide sono prevalentemente stoccate nei serbatoi posti nella zona M6 (NMP), M2 (MDI) e M (materie prime) della planimetria. Una piccola parte, quella movimentata in fusti di acciaio da 200 lt viene stoccata nell apposito deposito T2, a breve l area identificata per lo stoccaggio sarà T7. Le materie prime liquide arrivano in azienda tramite autocisterne e da queste vengono scaricate, per caduta o con l ausilio di pompe dedicate, ai serbatoi di stoccaggio. La procedura di scarico prevede un protocollo operativo mirato alla minimizzazione dei rischi di scambio destinazione e/o fuoriuscita. In particolare i bocchettoni di carico dei serbatoi sono tutti identificati e chiusi con un lucchetto. Il Responsabile del Magazzino è l unico soggetto depositario delle chiavi e, all atto dell arrivo di una autocisterna in azienda, consegna all operatore esclusivamente la chiave della materia prima da scaricare. La fuoriuscita è controllata da due sistemi di controllo del

64 64 livello all interno del serbatoio: un misuratore in continuo che dà istantaneamente l altezza del liquido nel serbatoio e un interruttore di livello posto in testa che, qualora il liquido lo raggiungesse, interrompe immediatamente l operazione di travaso. Il trasferimento agli impianti di processo avviene tramite tubazioni fisse e pompe; le materie prime liquide vengono pesate su serbatoi dotati di celle di carico e sistema automatico di controllo del peso e del livello, e trasferiti, sempre tramite circuito chiuso, direttamente nel reattore. Le operazioni sono gestite da un sistema computerizzato di supervisione e controllo del processo produttivo ridondante con un sistema semiautomatico elettropneumatico. Tutto il sistema di stoccaggio e trasporto (serbatoi, pompe, tubazioni) è dotato di sensori e valvole automatiche tali da assicurare un adeguato controllo dei parametri operativi di trasporto e stoccaggio: livello del serbatoio, pressione interna, etc Il controllo di questi parametri avverrà tramite un sistema computerizzato di supervisione che, qualora riveli delle anomalie, provvede ad innescare una procedura automatica di emergenza che sospende le operazioni di carico e/o trasferimento verso l impianto, chiude tutte le valvole, mette in sicurezza l impianto e avverte mediante segnalazione visiva (sui monitor di controllo) e acustica (con sirene di allarme e tramite un sistema automatico di messaggistica telefonica), i capiturno affinché possano applicare le procedure di emergenza aggiuntive necessarie. Quarta Linea Produttiva L unità è collocata nell'ampliamento del reparto produttivo (cfr. A in planimetria) ed è costituita dai seguenti macchinari: R4: reattore da 30 m3; C4: condensatore di abbattimento vapori; L5: miscelatore. Il reattore R4 è in acciaio AISI 304, scaldato con vapore a 12 atm a mezzo semitubo esterno e serpentino interno e raffreddato ad acqua; è dotato di un agitatore interno ad ancora, un boccaporto superiore stagno con specula, un imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico che consente un monitoraggio costante dell impianto. È collegato, tramite valvola di sicurezza opportunamente tarata, ad una cisterna di contenimento (blow down). Gli incondensabili saranno condotti al blow down R4 e da qui inviati al blow down generale e successivamente attraverso delle tubazioni ad uno post combustore. Miscelatori Gli impianti sono: L5: miscelatore da 12 m3; M1: miscelatore da 3 m3; M2: miscelatore da 8 m3; M3: miscelatore da 4 m3; M4: miscelatore da 3 m3; M5: miscelatore da 0,6 m3; M6: miscelatore da 4 m3; M7: miscelatore da 8 m3. Gli impianti sono in acciaio dotati di agitatore interno, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di additivi. Gli sfiati sono convogliati tramite tubazioni fisse all impianto di abbattimento post combustore. Il caricamento delle materie prime liquide e solide avviene attraverso tubazioni rigide e con i boccaporti dell impianto chiusi in modo che l aria spostata sia indirizzata direttamente allo post combustore.

65 65 Ciclo di produzione Linea 5 La nuova linea è costituita dalle seguenti principali apparecchiature: R5: reattore da 3,5 m3; TR5: colonna di rettifica; C1.5/C2.5: condensatori di abbattimento vapori; SF05: separatore di fase; SR05: serbatoio di raccolta acqua di reazione; SRG05: serbatoio di raccolta glicole di reazione; D5: diluitore da 6 m3 scaldato con vapore fino a 8 bar e raffreddato con acqua. Il reattore R5, scaldato ad olio diatermico tramite semi-tubo esterno, è dotato di agitatore interno ad ancora, boccaporto superiore stagno con specula, imbuto per introduzione di piccoli quantitativi di reagente. Dispone di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. Il reattore è protetto dalle sovrappressioni tramite un disco di rottura, tarato a 0,5 bar, il cui scarico è collegato ad un blow down (TK 126) a sua volta connesso al termocombustore. La colonna verticale TR5 di rettifica ad anelli Rashig è collegata al condensatore orizzontale per abbattimento vapori C1.5, al separatore di fase SF05 dove avviene la separazione dell acqua di reazione dai reagenti inviati ai serbatoi di raccolta SR01 e SRG01; quest ultimi raccolgono rispettivamente acqua di reazione in eccesso, glicole e sottoprodotti delle reazioni recuperati nel ciclo produttivo esistente. Il diluitore D5 è scaldato con vapore e raffreddato ad acqua tramite semi-tubo esterno e serpentino interno; la miscelazione dei prodotti all interno avviene tramite agitatore a turbina. Il diluitore non è dotato di colonna di rettifica ma gli eventuali vapori vengono recuperati in un condensatore C2.5 direttamente collegato con l apparecchiatura. Il diluitore è dotato di misuratori di temperatura e pressione collegati ad un sistema di regolazione elettronico e pneumatico che consente un monitoraggio costante dell impianto. Il diluitore è protetto da sovrappressioni tramite un disco di rottura, tarato a 0,5 bar, il cui scarico è collegato ad un blow down (TK 126) a sua volta connesso al termocombustore. Alla nuova unità produttiva è collegato un sistema di confezionamento locale che prevede l utilizzo di un filtro per la pulizia del prodotto e una bilancia per la verifica dei quantitativi confezionati. Gli sfiati derivanti dalle operazioni di confezionamento locali vengono convogliati tramite sistemi di captazione al termocombustore. Il prodotto viene confezionato in fusti da circa 200 Kg o in contenitori metallici da circa 1000kg (IBC); in alternativa i prodotti finiti possono essere inviati direttamente alle cisterne di stoccaggio dei rispettivi semilavorati o prodotti finiti già attualmente presenti ASSETTO DELL IMPIANTO MODIFICATO L Elantas Italia s.r.l. ha in progetto l ampliamento dell area di stoccaggio delle materie prime liquide (MPL), mediante la realizzazione di un nuovo parco stoccaggi, e un potenziamento del laboratorio chimico, attraverso l ampliamento dell attuale, dedicato alla ricerca e sviluppo di nuovi processi produttivi. Il nuovo parco stoccaggi sarà realizzata in una nuova area esterna all attuale perimetro di stabilimento, oggetto di acquisizione, mentre il nuovo laboratorio chimico sarà realizzato adeguando un edificio esistente (magazzini T1 e T2) attualmente utilizzato per il deposito di materie prime

66 66 solide(mps)/infiammabili. Tale configurazione comporterà la ridistribuzione di alcuni esistenti magazzini/depositi di MPS/infiammabili. Di seguito sono descritte nel dettaglio le modifiche che saranno apportate all attuale configurazione dello stabilimento. Nuovo stoccaggio materie prime liquide (MPL) Il nuovo parco stoccaggio prevede la realizzazione di n. 20 serbatoi contenenti le MPL utilizzate nelle esistenti linee produttive. I nuovi serbatoi saranno di tipo cilindrico, fuori terra e di acciaio compatibile con le diverse tipologie di prodotti chimici. I nuovi serbatoi avranno capacità di stoccaggio variabile tra m3; alcuni di questi saranno dotati di un sistema di riscaldamento ad acqua calda e sistema di agitazione atti a mantenere caldi ed omogenei alcuni prodotti con temperatura di fusione superiore a temperatura ambiente. I serbatoi saranno collegati alle line di produzione esistenti tramite tubazioni rigide posate su un nuovo pipe-rack sul quale correranno anche le linee di servizio (rete dati) e le varie utililities (ad es: acqua calda, azoto, antincendio) asservite alla nuova area di stoccaggio. N. 2 serbatoi (riscaldati) saranno utilizzati per la preparazione di miscele MPL utilizzate nelle fasi di diluizione negli impianti di produzione; il dosaggio dei componenti nei due serbatoi sarà eseguito tramite misuratori di portata in linea. I nuovi serbatoi saranno ubicati all interno di n. 2 nuovi bacini di contenimento, dell altezza minima di 2 mt., denominati M8 e M9, che permetteranno di contenere potenziali sversamenti. I bacini di contenimento saranno dimensionati per contenere il volume contenuto nel serbatoio di capacità maggiore (120 m3) e 1/3 del volume totale di prodotto stoccato. Il trasferimento delle MPL dai serbatoi alle linee di produzione sarà eseguito tramite delle pompe di trasferimento; le stesse pompe permetteranno lo scarico dei prodotti dalle autocisterne ai serbatoi di stoccaggio. Le pompe saranno installate in prossimità del bacino di contenimento in apposite aree cordolate, i collegamenti con i serbatoi saranno eseguiti tramite tubazioni rigide. I collegamenti tra le pompe e le autocisterne saranno invece eseguiti tramite tubazioni flessibili idonee alle operazioni di scarico prodotti chimici. L area pompe sarà ubicata all interno di una vasca atta a contenere eventuali sversamenti accidentali collegata al sistema di rete fognaria adiacente: tale rete sarà collegata al blow down esistente, a monte del pozzetto fiscale S1, e da qui recuperato l eventuale prodotto sversato. Nelle adiacenze del nuovo parco stoccaggi MPL saranno realizzate n. 2 nuove baie di scarico autocisterne, oltre a quelle già esistenti, attrezzate per garantire lo scarico dei prodotti in sicurezza; le baie saranno dotate di tutti i dispositivi atti a garantire la sicurezza dello scarico di prodotti chimici tossici e/o infiammabili. Inoltre le baie di scarico autocisterne saranno dotate di sistemi antisversamento collegati al sistema di rete fognaria a sua volta collettato all esistente pozzetto fiscale S1; in caso di sversamenti accidentali, durante le fasi di scarico, il prodotto verrà deviato e raccolto nel blow down a monte del pozzetto fiscale S1 e da qui recuperato. L attuale viabilità interna delle autocisterne non subirà sostanziali modifiche; la pesatura iniziale delle autocisterne avverrà sempre presso la pesa P (rif planimetria PRG. 03) da dove gli automezzi saranno smistati alle esistenti baie si scarico (M/M4,M5; M6, B1) e alle nuove baie di scarico (M8 e M9). Per quest ultime postazioni sarà realizzata una nuova viabilità delle autocisterne che prevede l utilizzo della nuova area. Al termine delle operazioni di scarico tutte le autocisterne, comprese quelle dirette alle nuove baie di scarico, eseguiranno una verifica del peso tramite l esistente pesa P1. Tutte le cisterne e i circuiti saranno monitorati tramite l installazione di strumentazione atta a rilevare i parametri di processo (Livello, pressione, temperatura). I segnali saranno acquisti tramite un quadro di controllo locale che a sua volta invierà i segnali ad un sistema informatico di controllo e supervisione (PLC) che consentirà di gestire in automatico tutte le operazioni di scarico autocisterne e carico

67 67 prodotti agli impianti di produzione nonché le rispettive sicurezze dei circuiti. Tutti i parametri di processo e di sicurezza saranno riportati nella sala controllo esistente dove gli operatori potranno gestire da remoto le varie operazioni. Le operazioni di scarico autocisterne saranno gestite in automatico e supervisionate da un addetto allo scarico come già disposto da procedure adottate internamente. Gli sfiati delle cisterne saranno collettati ad un circuito chiuso ed inviati al termocombustore esistente di stabilimento; i serbatoi a loro volta saranno polmonati con un fluido inerte (azoto), prelevato dalla rete di distribuzione di stabilimento, che permetterà di compensare le fasi di svuotamento dei serbatoi. Le operazioni di scarico autobotti saranno eseguite a circuito chiuso mediante collegamento con il tubo di equilibrio collegato al serbatoio di stoccaggio. La realizzazione del nuovo parco stoccaggi MPL permetterà di delocalizzare tutte le MPL dalle esistenti cisterne interrate, ubicate nell attuale bacino M, con conseguente messa fuori esercizio e successiva rimozione delle stesse. In una parte del bacino M, adiacente al bacino M7, saranno realizzati n. 2 due nuovi serbatoi fuori terra di capacità di 50 m3 circa, in sostituzione degli attuali TK 106 e TK 112, contenenti rispettivamente sottoprodotti derivanti dagli esistenti impianti produttivi. Nelle tabelle di seguito riportate è fornito un confronto tra l attuale e futura configurazione degli stoccaggi MPL nei rispettivi bacini di stoccaggio. I valori riportati fanno riferimento ai volumi geometrici dei serbatoi riportati nell ultimo aggiornamento del rapporto di sicurezza (Giugno 2012). Sono evidenziati gli stoccaggi che subiranno una modifica a seguito della realizzazione delle modifiche. Tutte le cisterne e i circuiti saranno monitorati tramite l installazione di strumentazione atta a rilevare i parametri di processo (Livello, pressione, temperatura). I segnali saranno acquisti tramite un quadro di controllo locale che a sua volta invierà i segnali ad un sistema informatico di controllo e supervisione (PLC) che consentirà di gestire in automatico tutte le operazioni di scarico autocisterne e carico prodotti agli impianti di produzione nonché le rispettive sicurezze dei circuiti. Tutti i parametri di processo e di sicurezza saranno riportati nella sala controllo esistente dove gli operatori potranno gestire da remoto le varie operazioni. Le operazioni di scarico autocisterne saranno gestite in automatico e supervisionate da un addetto allo scarico come già disposto da procedure adottate internamente. Gli sfiati delle cisterne saranno collettati ad un circuito chiuso ed inviati al termocombustore esistente di stabilimento; i serbatoi a loro volta saranno polmonati con un fluido inerte (azoto), prelevato dalla rete di distribuzione di stabilimento, che permetterà di compensare le fasi di svuotamento dei serbatoi. Le operazioni di scarico autobotti saranno eseguite a circuito chiuso mediante collegamento con il tubo di equilibrio collegato al serbatoio di stoccaggio. La realizzazione del nuovo parco stoccaggi MPL permetterà di delocalizzare tutte le MPL dalle esistenti cisterne interrate, ubicate nell attuale bacino M, con conseguente messa fuori esercizio e successiva rimozione delle stesse. In una parte del bacino M, adiacente al bacino M7, saranno realizzati n. 2 due nuovi serbatoi fuori terra di capacità di 50 m3 circa, in sostituzione degli attuali TK 106 e TK 112, contenenti rispettivamente sottoprodotti derivanti dagli esistenti impianti produttivi. Nelle tabelle di seguito riportate è fornito un confronto tra l attuale e futura configurazione degli stoccaggi MPL nei rispettivi bacini di stoccaggio. I valori riportati fanno riferimento ai volumi geometrici dei serbatoi riportati nell ultimo aggiornamento del rapporto di sicurezza (Giugno 2012). Sono evidenziati gli stoccaggi che subiranno una modifica a seguito della realizzazione delle modifiche. BACINO B1 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m , ,5

68 , , , , , , , ,5 STATO ATTUALE BACINO M (MODIFICATO) STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO FUORI ESERCIZIO BACINO M1/M2 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m BACINO M4 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m BACINO M5 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m BACINO M6 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m

69 69 BACINO M7 (INVARIATO) STATO ATTUALE STATO FUTURO Serbatoio Volume m 3 Serbatoio Volume m BACINO M8 (NUOVO) STATO FUTURO Serbatoio Volume m BACINO M9 (NUOVO) STATO FUTURO Serbatoio Volume m Come si evince dalle tabelle il nuovo parco stoccaggi comporterà un aumento di circa 1.600,00 m 3 per le sole materie prime liquide (MPL) mentre non comporterà alcun incremento per quanto riguarda i Prodotti finiti (bacini M3 e M3 ) e i semilavorati (bacino B). A seguito della realizzazione del nuovo parco stoccaggi il bacino M subirà una riduzione di circa 320 m3 del volume stoccato in termini di MPL in quanto i prodotti attualmente stoccati saranno trasferiti nei nuovi serbatoi ubicati nei nuovi bacini M8 e M9. Potenziamento laboratorio chimico di ricerca e sviluppo Il nuovo laboratorio chimico sarà realizzato all interno dell esistente edificio dove sono ubicati i magazzini di materie prime solide (MPS) T1, T2 e T3; quest ultimo è utilizzato per il deposito di latte e contenitori vuoti. Il nuovo laboratorio chimico si svilupperà su due piani per tutta l area dell edificio di circa m 2 totali. Nella parte inferiore saranno ubicati l area di laboratorio dedicata alla ricerca e sviluppo; tale area sarà

70 70 dotata di una sezione nella quale saranno installati gli impianti pilota che permetteranno la sperimentazione di nuovi processi produttivi su scala di laboratorio (capacità inferiore a kg). Gli impianti pilota saranno allocati in un area dedicata e attrezzata per la manipolazione e la gestione del carico e manipolazione dei vari reagenti utili per le prove di produzione; le operazioni di controllo e gestione saranno di tipo automatico e controllate direttamente da un operatore di laboratorio. I locali dove saranno ubicati gli impianti pilota saranno dotati dei sistemi di aspirazione necessari per la captazione dei vapori derivanti dalle operazioni di carico/scarico prodotti o prelievo campioni e di idonei sistemi di sicurezza. Il personale del laboratorio supervisionerà tutte le fasi di lavoro degli impianti pilota. Sono previste delle aree di campionatura e analisi, mediante cappe di laboratorio, nelle quali potranno essere preparate le diverse miscele necessarie alla preparazione di una produzione. La parte superiore del laboratorio sarà dedicata alla sezione analitica e controllo qualità del laboratorio; in questa sezione vengono eseguite le prove necessarie al controllo delle materie prime e dei prodotti derivanti dalle prove di produzione eseguite negli impianti pilota o negli impianti di produzione. Tale area sarà provvista di strumenti analitici ad alta precisione e cappe chimiche per la preparazione dei campioni o analisi qualitative e/o quantitative. All interno della struttura sono previste aree attrezzate per il deposito in sicurezza dei reagenti o materie prime utilizzate sia nel laboratorio ricerca e sviluppo sia nel laboratorio di controllo qualità. Il laboratorio sarà inoltre dotato di un sistema di montacarichi che permetterà la movimentazione in sicurezza di contenitori, non trasportabili manualmente, nella sezione superiore: il vano del montacarichi sarà dotato di una vasca di raccolta in caso di sversamento durante la movimentazione dei prodotti chimici. Il deposito principale interno sarà accessibile tramite muletto o trans- pallet per la movimentazione di carichi in sicurezza. Tutte le aree di deposito, impiantistica e di laboratorio chimico saranno dotate di idonei sistemi di aspirazione per captazione vapori e/o ricambio d aria. Le aspirazioni saranno collettate ad un circuito chiuso a sua volta collegato con il termocombustore (E1); in caso di malfunzionamento o fuori servizio di quest ultimo i vapori vengono deviati in apposite batterie di filtri a carboni attivi la cui emissione è diretta in atmosfera. Il reintegro di aria all interno dei locali sarà assicurato da un apposita unità di trattamento e reintegro aria prelevata dall atmosfera in zona sicura. Oltre alla parte impiantistica e di laboratorio sono previsti vari spazi per l ubicazione degli uffici del personale e servizi igienici. Riorganizzazione stoccaggio materie prime solide (MPS) Il progetto di potenziamento del laboratorio chimico all interno degli attuali magazzini T1,T2 e T3 prevede la riorganizzazione dello stoccaggio delle materie prime solide (MPS), stoccate in sacchi o in fusti, nei diversi magazzini esistenti all interno dello stabilimento; a tale scopo una parte dei prodotti sarà stoccata all interno dell immobile ubicato nella nuova area esterna allo stabilimento.

71 71 In particolare sono previsti i seguenti spostamenti: ATTUALE UBICAZIONE Magazzino T1 Magazzino T7 Magazzino K4 Magazzino T2 FUTURA UBICAZIONE Magazzino T7 esistente Capannone di nuova acquisizione Capannone di nuova acquisizione Capannone di nuova acquisizione I locali oggetto di modifiche saranno adeguati per poter contenere i prodotti. Tutti i locali manterranno l attuale gestione operativa di carico/scarico e movimentazioni: la riorganizzazione dei magazzini comporterà una minima variazione della viabilità interna dei mezzi di trasporto (muletti) adibiti alla movimentazione delle MPS, ma senza alcuna variazione rilevante nel numero di movimentazioni. Le MPS saranno posizionate all interno di scaffali o drive in e la loro movimentazione sarà eseguita tramite muletti o trans-pallet. I magazzini saranno dotati dei sistemi di protezione e prevenzione in accordo alla normativa di prevenzione incendi. Il magazzino interno al nuovo capannone sarà inoltre dotato di un sistema di raccolta sversamenti collegato al sistema di rete fognaria a sua volta collettato al blow down esistente, ubicato a monte del pozzetto fiscale S1. Tale configurazione permetterà di isolare e raccogliere eventuali sversamenti accidentali derivanti dalle operazioni di movimentazione all interno/esterno al nuovo magazzino. Le aree di deposito saranno segalate mediante apposita cartellonistica. Alimentazione elettrica Nella nuova area esterna allo stabilimento sarà realizzata una nuova cabina di trasformazione MT/BT ubicata all esterno. La nuova cabina di trasformazione, denominata L3 sarà alimentata dalla cabina V esistente mediante un nuovo elettrodotto (20kV) interrato. Sistema antincendio L esistente sistema di distribuzione antincendio sarà potenziato a seguito della realizzazione del nuovo parco stoccaggi e della riorganizzazione dei magazzini. Il nuovo sistema prevede il potenziamento della riserva schiuma e una nuova distribuzione dell acqua di raffreddamento per i nuovi circuiti/apparecchiature. 2.7Valutazione in merito al quadro progettuale I criteri guida alla base della progettazione seguiti dal proponente, in relazione al fatto che l impianto dovrà essere poi sottoposto anche alla disciplina dell Autorizzazione Integrata Ambientale sono stati sostanzialmente: - ricerca delle migliori prassi per la limitazione dell impatto ambientale dell impianto in progetto; - attenzione alla futura migliore gestione dell impianto; - delle BAT di riferimento sia per la salvaguardia ambientale e della sicurezza e salute dei lavoratori.

72 72 3. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE Codesto quadro viene strutturato descrivendo per ogni componente ambientale: lo stato di fatto, considerando i fattori ambientali dell area dove sarà inserito il nuovo impianto lo stato di progetto, valutando l impatto dell opera progettata sull ambiente in cui esso è inserito. 3.1 Aspetti ambientali connessi con le fasi di cantiere Di seguito si riportano gli aspetti ambientali derivanti dalle attività di cantiere: dato il carattere temporaneo, è lecito presumere che avranno un impatto limitato. Per la realizzazione delle platee in cemento sulle quali poggeranno i nuovi serbatoi metallici, occorrerà effettuare lavori di movimentazione terra; il materiale da risulta sarà gestito entro i confini della normativa sui rifiuti. Emissioni in atmosfera Le emissioni saranno legate al traffico dei mezzi che effettueranno il trasporto dei materiali e delle attrezzature. Si tratta di un aspetto ambientale trascurabile, in relazione anche al fatto che le strade da percorrere sono già tutte asfaltate, che non richiede quindi particolari interventi di mitigazione. Verranno comunque prese tutte le cautele per minimizzare l emissione di polveri quale la limitazione della velocità. Nello specifico, il traffico dei mezzi di trasporto pesanti durante la fase di cantiere non è uniforme per tutta la durata dello stesso. Esso risulta discontinuo poiché in alcuni periodi sono previste molte operazioni in cantiere mentre in altri l attività è molto meno consistente. Si può considerare nell intero arco temporale di durata della fase di cantiere un traffico medio di mezzi pesanti pari 0,5 viaggi/gg, con picchi massimi di 5 viaggi/gg nelle giornate di maggiore attività. Per quanto riguarda il traffico dovuto alle autovetture del personale delle ditte esterne responsabili delle attività di cantiere esso risulta distribuito in maniera più uniforme nel tempo e si può stimare una media di 1 viaggio/gg. Emissioni acustiche L inquinamento acustico, in fase di costruzione, è dovuto al trasporto di materiali e attrezzature (autocarri), e alle normali operazioni di cantiere. Altre fonti di rumore sono il traffico dei mezzi lungo le strade di collegamento e le fasi di scarico di materiali. Si assume che per la maggior parte degli interventi da attuare non siano previste lavorazioni notturne e che le attività di cantiere abbiano corso nelle normali ore lavorative dei giorni feriali; la movimentazione dei materiali verrà effettuata con cautela, limitando la produzione di rumori. Sarà richiesta opportuna autorizzazione in deroga al Comune per lo svolgimento dei lavori di cantiere secondo quanto previsto dal Regolamento Acustico Comunale. Rifiuti Si prevede produzione di rifiuti legata alle normali attività di cantiere (imballaggi in più materiali, scarti di lavorazione quali cavi, ferro, oli per motori/macchine, etc.) e la produzione di terre e materiale da risulta pari a 635 m 3, che verranno gestiti come rifiuti. Tutti i rifiuti saranno gestiti nel rispetto della normativa vigente, favorendo le attività di recupero. Inoltre in azienda viene abitualmente effettuata la raccolta differenziata, quindi essa potrà essere fatta anche per carta, plastica, vetro e metallo derivante dalle attività di cantiere.

73 73 Terre e Rocce da scavo Una volta rimossi i serbatoi interrati presenti nel bacino M, l intera area verrà svuotata fino ad arrivare al livello della platea in cemento attualmente presente, la quale si trova ad una profondità di circa 3,5 metri. Su una parte di questa platea verranno posizionati due serbatoi cilindrici per lo stoccaggio delle materie prime liquide, mentre il restante spazio verrà occupato dalle vasche di raccolta A, B e C e dagli impianti di filtrazione previsti nel nuovo progetto di impianto di raccolta e trattamento acque. Per tali motivi non sono necessari volumi di materiali terrosi per riempire i vuoti lasciati dalla rimozione dei serbatoi interrati. Durante i lavori per la realizzazione dei nuovi bacini e delle vasche previste dal nuovo impianto di trattamento acque e per la realizzazione o gli adeguamenti fognari la quantità delle terre che saranno complessivamente movimentate e gestite come rifiuti (CER o *) è pari a circa 635 m3 3.2 Emissioni in atmosfera La valutazione degli impatti prodotti dalle modifiche proposte dalla Elantas è stata effettuata considerando il potenziale aumento della concentrazione di alcuni microinquinanti rispetto alla situazione attuale della qualità dell aria. Al fine di valutare il potenziale impatto prodotto sulla componente atmosfera dalle modifiche in progetto presso il proprio impianto di produzione di smalti isolanti per fili conduttori sito nella Zona Industriale Campolungo di Ascoli Piceno, l ELANTAS Italia S.r.l. ha presentato uno studio previsionale delle concentrazioni di COV, PM10, NOx, NH3, SO2, HCl e odore sull area circostante il sito oggetto dell intervento. L attività presenta problematiche relative all emissione di inquinanti in atmosfera esclusivamente durante la fase di esercizio, e non durante quella di cantiere, poiché le modifiche in progetto non necessiteranno di un cantiere significativo. Tale studio è stato effettuato mediante l impiego del software SoundPLAN 7.1. che utilizza al suo interno il modello di dispersione dell aria AUSTAL2000 della German Federal Environmental Agency Situazione Ante-Operam Emissioni di tipo convogliato stato ante Lo stabilimento della Elantas è in possesso dell Autorizzazione Integrata Ambientale n. 17/VAA del 13/02/2012 e la situazione ante è rappresentata con quanto riportato nella parte emissioni in atmosfera di tale autorizzazione. In particolare successivamente all ottenimento ella sopra menzionata autorizzazione sono stati realizzati gli interventi ivi identificati come modifiche all impianto (installazione di un piccolo impianto pilota da laboratorio, realizzazione di un impianto di cogenerazione alimentato da fonti rinnovabili, ampliamento dell impianto fotovoltaico) ed è stata sostituita la caldaia BONO Energia, collegata all emissione E36, con una nuova caldaia ROTOGI mod. PT5000E così come comunicato dall azienda come modifica non sostanziale in data 29/07/2013. Inoltre, per l impianto pilota presente come modifica nell autorizzazione del 2012 era prevista una durata di funzionamento di un anno; la sperimentazione è terminata e l impianto è attualmente fermo.

74 74 Emissioni diffuse Le principali emissioni diffuse derivanti dalle attività dell ELANTAS sono quelle legate al traffico indotto dall attività dello stabilimento, per i movimenti dei dipendenti, per l arrivo delle materie prime, per la partenza del prodotto finito. Mediamente si stima, per lo stato di progetto la movimentazione di 11 camion/giorno legati alle attività dell impianto. I fattori di emissione medi per il parco circolante in Italia disponibili nella banca dati dell ISPRA (SINAnet Rete del Sistema Informativo Nazionale Ambientale) validi per gli autocarri sono: Veicolo ISPRA Veicolo Inquinante g/km*veicolo - Heavy duty trucks PM10 0, rigid t - HD Euro IV autocarro PM2.5 0, ,4076 NOx Considerando che tutto il traffico indotto avviene tramite autocarri, e ipotizzando un percorso medio, all interno dell impianto, di 1200 m, si ottiene la seguente emissione diffusa indotta dal traffico: Veicolo ISPRA Veicolo Inquinante g/km*veicolo g/giorno - Heavy duty PM10 trucks 0, ,87 - rigid t - HD Euro IV autocarro PM2.5 0, ,61 3, ,0 NOx Il contributo delle emissioni diffuse derivanti dal traffico veicolare indotto interno all impianto viene incluso nella simulazione dello stato ante Situazione Post-Operam: Di seguito si riporta lo stato delle emissioni in atmosfera nella configurazione di progetto. Le modifiche rispetto allo stato attuale vengono di seguito brevemente descritte: non saranno più presenti i camini E24, E25, E26, E27, E28, E29, E30, E31, E32, E33, E34, E35, E47, E48 in quanto essi erano collegati a laboratorio chimico, laboratorio analitico strumentale, quali subiranno uno spostamento ricollocazione all interno degli spazi della Elantas Italia Srl come da progetto e tutte le attrezzature saranno collegate all emissione E1; poiché la sperimentazione dell impianto pilota è terminata le emissioni E18 ed E46 risulteranno inattive; saranno presenti le nuove emissioni non significative E51 ed E52 ed E53 legate alle caldaie ad uso civile che vengono utilizzate rispettivamente per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria della palazzina U, per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria degli spogliatoi del reparto manutenzione, per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria degli spogliatoi e della mensa nella palazzina U1; alle emissioni E21, E22 ed E44 saranno posizionati filtri a carboni attivi come sistemi di abbattimento;

75 75 verrà cambiata la posizione del camino E50 e verrà ridotta la durata di funzionamento rispetto allo stato ante; saranno presenti i nuovi camini E60 ed E61 collegati al nuovo Laboratorio Ricerca & Sviluppo, dotati di filtri a carboni attivi, che entreranno in funzione solo in caso di malfunzionamento del post- combustore. Emissioni in Atmosfera stato post Inquinante Unità di misura Flusso di massa annuo Metodo applicato COV Kg/anno ,3 STIMA Polveri Kg/anno 4.193,3 STIMA NOx Kg/anno STIMA CO Kg/anno STIMA SO2 Kg/anno STIMA NH3 Kg/anno 278,8 STIMA HCl Kg/anno 278,8 STIMA Metalli Kg/anno 0,1 STIMA Decreto Solventi L attività dell azienda rientra nell art. 275 del D.Lgs. 152/06 in quanto è compresa nell allegato 3, parte II, punto 6 (attività di fabbricazione di preparati per rivestimenti, vernici, inchiostri e adesivi con una soglia di consumo di solvente superiore a 100 tonnellate/anno), e i quantitativi massimi di solvente presenti risultano superiori al limite delle 1000 tonnellate/anno. Il consumo nominale massimo di solvente dell impianto è, infatti, pari a ton/anno. Secondo la normativa vigente il valore limite di emissione diffusa è pari al 3% dell input di solventi nel periodo di riferimento. L azienda rispetta il limite imposto dalla legge e, così come richiesto, dimostra di controllare le emissioni diffuse attraverso i propri Piani Gestione Solvente. Il PGS relativo all anno 2012 Le emissioni diffuse e fuggitive non varieranno nello stato post. Sistema di monitoraggio in continuo Il camino E1 è dotato di un sistema di monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera per il controllo dei COV come COT; tale sistema sarà attivo anche nello stato post. Una volta che il cogeneratore entrerà in funzionamento a regime, l azienda installerà nel camino E49 un sistema di monitoraggio in continuo per quanto riguarda i parametri NOX e CO.

76 76 Il modello di analizzatore in continuo di COT installato sull E1 è il mod. THC110E.Nel sistema analitico estrattivo del TOC vi sono due elementi: il FID e il dispositivo di campionamento associato. Il rivelatore FID è l'elemento principale dell'analizzatore. È composto da un ugello centrale che riceve attraverso un capillare Idrogeno, con una portata di circa 25 cc/min. Al medesimo è inviato, sempre attraverso un capillare, il gas carrier (circa 20 cc/min.) che trasporta i vari composti del campione da analizzare. L ugello è polarizzato da una tensione di eccitazione positiva di 300 V.dc con correnti molto piccole. Un anello circolare posto intorno all'ugello provvede a raccogliere la corrente ionizzante e a portarla all'ingresso del circuito elettrometrico. Una portata di aria 250 cc/min., determinata da un terzo capillare, viene inviata al rivelatore come gas comburente. All'interno del rivelatore trovano posto una spirale in nichel per l'accensione automatica della fiamma ed una termocoppia che determina se la fiamma è accesa o spenta inibendo il passaggio dell idrogeno in caso di fiamma spenta. Emissioni diffuse I dati di inputi relativi al traffico non sono modificati tra stato ante e stato post, in quanto le modifiche non influiranno significativamente sul traffico indotto. Il contributo delle emissioni diffuse derivanti dal traffico veicolare indotto interno all impianto viene incluso nella simulazione dello stato post. Caratterizzazione meteorologica dell area L analisi meteoclimatica dell area oggetto di studio è stata effettuata avvalendosi dei dati forniti dalla stazione meteo di Maltignano (AP) dell ASSAM, relativi a 15 mesi (da gennaio 2012 a marzo 2013). Temperatura I valori relativi alle temperature medie orarie evidenziano una temperatura media nel periodo analizzato di 14,2 C, con minimi orari pari a -3,0 C e massimi di 37,4 C. Radiazione solare globale La radiazione solare nel periodo analizzato ha registrato un valore medio pari a 164,5 W/m2 con un valore minimo pari a 9,32 W/m2 (come media giornaliera) e valore massimo di 358,3 W/m2. Vento Il regime anemologico è caratterizzato dal 24,8 % di calme, considerando come limite di calma di vento i 0,6 m/s; il vento presenta una velocità media nel periodo di riferimento pari a 1,0 m/s ed una distribuzione angolare secondo la rosa dei venti riportata di seguito.

77 77 Classi di stabilità atmosferica La ditta ha poi calcolato le classi di stabilità atmosferica di Pasquill Gifford a partire dalla velocità del vento e dalla radiazione solare secondo quanto suggerito dall EPA Campagna di indagine Dal 1 al 15 luglio 2013 la Ditta ha effettuato una campagna di indagine di qualità dell aria, con l utilizzo del laboratorio mobile. I valori medi emersi da tale campagna relativi a SO2, NH3, e HCl, sono stati presi come riferimento per caratterizzare la qualità dell aria. Per caratterizzare la qualità dell aria relativa a PM10, NO2, sia come dati medi annuali che come dati orari e giornalieri, la Ditta ha preferito prendere a riferimento i valori registrati in un anno (intervallo di tempo maggiormente significativo) da una centralina gestita dall ARPAM. La scelta è caduta sulla centralina di Monticelli (la più congrua e sovrapponibile al sito indagato), considerando i dati registrati dal 01/01/2012 al 31/12/2012. I valori di qualità dell aria misurati in occasione della campagna e quelli prelevati dalla centralina, assunti come valore di qualità dell aria, sono i seguenti: Specie inquinante Specie inquinante rilevata dal mezzo mobile (valore medio) Concentrazione Monticelli (valore medio annuo) PM10-21,5 µg/mc NO2-17,4 µg/mc NH3 16,7 µg/mc - SO2 1,6 µg/mc - HCl 1,4 µg/mc -

78 78 I dati registrati nella campagna di monitoraggio includono il contributo dello stato ante della Elantas Italia Srl. La Ditta ha effettuato anche un monitoraggio riguardante la determinazione della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica ritardata (norma UNI En 13725:2004). Tale monitoraggio è stato eseguito il 09/07/2013 in tre posizioni come di seguito dettagliato: Sigla Denominazione Concentrazione Note del campione di odore (oue/mc) A01 Emissione 1300 Il prelievo è stato effettuato al camino E1; il dato è stato usato nella simulazione come valore di emissione al camino A02 Interno 64 Prelievo effettuato all interno della proprietà A03 Esterno 57 Prelievo effettuato al confine Le caratteristiche del vento al momento del campionamento: vento debole direzione SSW Ricadute degli inquinanti in atmosfera Al fine di valutare il contributo delle modifiche in progetto ELANTAS Italia S.r.l. ha effettuato una simulazione delle ricadute degli inquinanti principali che saranno emessi (COV, PM10, NOx, NH3, SO2, HCl e odore). Lo studio è stato effettuato mediante l impiego del software SoundPLAN 7.1 che utilizza al suo interno il modello di dispersione dell aria AUSTAL2000 della German Federal Environmental Agency. Il modello AUSTAL2000 è stato sviluppato secondo il regolamento tedesco TALuft (Technical Instructions on Air Quality). AUSTAL2000 è un modello di dispersione dell aria basato sul sistema di simulazione lagrangiano ed utilizza il modello diagnostico del campo di vento TALdia. Il modello prende in considerazione l influenza della topografia sul campo di vento e quindi la dispersione degli inquinanti. Nell elaborazione sono stati utilizzati i dati metereologici orari raccolti presso la stazione di Maltignano (AP) dell ASSAM, relativo a 15 mesi (da gennaio 2012 a marzo 2013) nonché è stata ricostruita l orografia dell area in esame ( l area di calcolo ha interessato una superficie di 8 km 2. Nel modello come sopra esposto, sono stati inseriti pertanto: i dati orografici; i dati metereologici; i dati delle emissioni convogliate dello stato di progetto le emissioni diffuse derivanti dal traffico Sono state poi effettuate due simulazioni:

79 79 1. Simulazione con i valori di concentrazione e portata massimi autorizzati degli inquinanti caratteristici dell impianto e significativi in termini di flusso di massa come: COV come C PM10 NOx NH3 SO2 HC 2. Simulazione dei soli COV con i valori di concentrazione e portata rilevati durante le campagne di monitoraggio alle emissioni in atmosfera effettuate dall azienda nel periodo ; 3. Simulazione dell impatto odorigeno, inserendo come unica sorgente il camino E1 sul quale è stata fatta la campagna di monitoraggio della concentrazione di odore Al fine della valutazione sono state effettate le seguenti assunzioni conservative: - In autorizzazione i solventi sono espressi come C; in mancanza di limiti di riferimento specifici riguardanti i COV come C, nei confronti della qualità dell aria, si è ritenuto significativo confrontare il valore di immissione ottenuto, con il valore di legge di HCNM (idrocarburi totali non metanici espressi come C) riportato nel ex DPCM del 28/03/1983. Anche se tale DPCM è stato abrogato dal DM 60/2002, si ritiene il valore di HCNM lì espresso come l unico riferimento tecnico per visualizzare l impatto di tali sostanze; - I valori di emissione di polveri al camino devono essere espressi, in conformità alla normativa nazionale (D.Lgs. 152/06), come PTS, mentre i valori di qualità dell aria (DM 155/2010) sono espressi come PM10. Per poter quindi effettuare il confronto tra i valori derivati dalla simulazione e quelli dal monitoraggio, è stato assunto, come ipotesi conservativa, che le PTS sono tutte PM10; - I valori di emissione di ossidi di azoto simulati dal software e i fattori di emissione forniti dall ISPRA sono espressi come Nox, mentre i valori di qualità dell aria (DM 155/2010) sono espressi come NO2. Per poter quindi effettuare il confronto tra i valori derivati dalla simulazione e quelli dal monitoraggio, è stato assunto, come ipotesi conservativa, che gli Nox sono assimilati agli NO Valutazione degli impatti La Ditta ha individuato alcuni bersagli recettori in corrispondenza dei punti ritenuti maggiormente sensibili, per valutare l accettabilità ambientale sulla matrice aria delle pressioni precedentemente calcolate, nella situazione ante e post operam. Sigla Tipologia Distanza dal confine dell impianto R1 civile abitazione 725 m R2 civile abitazione 485 m R3 civile abitazione 1100 m R4 edificio industriale 240 m R5 edificio industriale 17 m R6 edificio industriale 25 m R7 edificio industriale 35 m R8 edificio industriale 176 m

80 80 R9 civile abitazione 580 m R10 edificio industriale 240 m R11 civile abitazione 335 m In corrispondenza dei recettori individuati sono stati stimati i valori di pressione in atmosfera per la simulazione dell ante e del post come riportato nelle tabelle seguenti. Le tabelle riportano: il valore di qualità dell aria; il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante; il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post; la differenza tra il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post ed il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante; la variazione percentuale tra il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post ed il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante, in riferimento allo stato ante; il valore di qualità dell aria proprio dello stato post, calcolato sottraendo al valore di qualità dell aria il valore di pressione calcolata al recettore nello stato ante ed aggiungendo il valore di pressione calcolata al recettore nello stato post; la variazione percentuale tra la qualità dell aria dello stato post e la qualità dell aria iniziale, in riferimento alla qualità dell aria iniziale. COV come C Limiti (DPCM 28/03/1983) 200 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Concentrazioni calcolate 2,4 4,3 4,3 0,1 20,8 15,1 41,3 15,0 4,5 13,7 4,2 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate AUSTAL2000 (mg/m3) post 1,8 2,9 3,2 0,1 18,1 14,1 34,1 11,2 3,4 10,3 3,9 Differenza post ante - 0,6-1,4-1,1 0-2, ,2-3,8-1,1-3,4-0,3 1,0 Variazione % post ante - 25% - 33% - 26% 0% - 13% - 7% - 17% - 25% - 24% - 25% - 7% Qualità aria tot. stato post n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Variazione % qualità aria post - iniziale n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. PM 10 annuale Limiti (DPCM 28/03/1983) 40,0 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 Concentrazioni calcolate 0,1 0,2 0,2 0,0 1,2 0,7 2,3 1,2 0,3 0,8 0,2 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 0,1 0,2 0,2 0,0 1,2 0,7 2,3 1,2 0,3 0,8 0,2 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0%

81 81 PM 10 giornaliero Limiti (DPCM 28/03/1983) 50,0 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 Concentrazioni calcolate 1,5 3,2 2,2 0,9 6,6 6,6 7,5 6,4 2,3 2,5 2,7 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 1,5 3,2 2,2 0,9 6,6 6,6 7,5 6,4 2,3 2,5 2,7 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 21,5 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% NO2 annuale Limiti (DPCM 28/03/1983) 40,0 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 Concentrazioni calcolate 0,2 0,3 0,3 0,0 1,4 0,5 2,8 1,4 0,5 2,7 0,3 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 0,2 0,3 0,3 0,0 1,5 2,9 2,9 1,5 0,5 2,7 0,4 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante ,1 2,4 0,1 0, ,1 Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 7% 480% 4% 7% 0% 0% 33% Qualità aria tot. stato post 17,4 17,4 17,4 17,4 17,5 19,8 17,5 17,5 17,4 17,4 17,5 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0,6% 14% 0,6% 0,6% 0% 0% 0,6% NO2 orario Limiti (DPCM 28/03/1983) 200,0 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 17,4 Concentrazioni calcolate 33,0 45,0 45,5 44,0 42,0 43,0 60,0 58,0 51,0 51,0 43,0 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate AUSTAL2000 (mg/m3) post 33,0 45,0 45,5 44,0 40,0 46,0 46,0 53,0 51,0 51,0 47,0 Differenza post ante ,0 3, , ,0 Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 5% 7% -23% - 0% 0% 0% 9% Qualità aria tot. stato post 17,4 17,4 17,4 17,4 15,4 20,4 3,4 12,4 17,4 17,4 21,4 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% - 11% 17% - 80% - 29% 0% 0% 23% NH3 Limiti (DPCM 28/03/1983) 25 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11

82 82 Qualità dell aria 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 Concentrazioni calcolate 0,000 0,000 0,000 0,000 0,030 0,010 0,055 0,030 0,010 0,050 0,010 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate AUSTAL2000 (mg/m3) post 0,000 0,000 0,000 0,000 0,030 0,010 0,055 0,030 0,010 0,050 0,010 Differenza post ante Variazione % post 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% ante Qualità aria tot. stato 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,8 16,7 16,7 16,7 16,7 post Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% SO2 annuale Limiti (DPCM 28/03/1983) 20 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 16,7 Concentrazioni calcolate 0,00 0,10 0,10 0,00 0,40 0,10 0,60 0,30 0,10 0,70 0,10 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 0,00 0,10 0,10 0,00 0,40 0,10 0,60 0,30 0,10 0,70 0,10 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% SO2 giornaliero Limiti (DPCM 28/03/1983) 125µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 Concentrazioni calcolate 1,00 1,00 1,00 0,00 2,00 2,00 3,50 2,00 1,00 3,00 1,00 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 1,00 1,00 1,00 0,00 2,00 2,00 3,50 2,00 1,00 3,00 1,00 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% SO2 orario Limiti (DPCM 28/03/1983) 350 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 Concentrazioni calcolate 9,00 14,00 6,00 8,50 7,00 8,00 9,00 9,50 8,00 6,00 9,50 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate AUSTAL2000 (mg/m3) post 9,00 14,00 6,00 8,50 7,00 8,00 9,00 9,50 8,00 6,00 9,50 Differenza post ante

83 83 Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 1,6 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% HCl Limiti (DPCM 28/03/1983) 9 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 Concentrazioni calcolate 0,00 0,01 0,01 0,00 0,04 0,01 0,06 0,04 0,01 0,07 0,01 AUSTAL2000 (µg/m3) ante Concentrazioni calcolate 0,00 0,01 0,01 0,00 0,04 0,01 0,06 0,04 0,01 0,07 0,01 AUSTAL2000 (mg/m3) post Differenza post ante Variazione % post ante 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% Qualità aria tot. stato post 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 1,4 Variazione % qualità aria post - iniziale 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% 0% COV reale Limiti (DPCM 28/03/1983) 200 µg/m3 Recettore R1 R2 R3 R4 R5 R6 R7 R8 R9 R10 R11 Qualità dell aria n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. n.d. Concentrazioni calcolate AUSTAL2000 (µg/m3) post 0,04 0,07 0,07 0,00 0,17 0,14 0,61 0,16 0,08 0,45 0,05 Impatto ambientale: Dall analisi dei dati emerge che: Si ritiene l impatto PM10 poco significativo: i limiti di legge come valore medio annuale e come valore giornaliero sono sempre rispettati. Non esiste alcun incremento nello stato post rispetto allo stato ante. Ossidi di azoto: i limiti di legge come valore medio annuale e come valore orario sono sempre rispettati. Relativamente al valore medio annuo non si evidenziano sostanziali modifiche della qualità dell aria, ad eccezione del recettore R7 situato al confine dello stabilimento. Relativamente al valore orario si evidenziano nei recettori concentrazioni nello stato post mediamente confrontabili con la situazione ante operam. Ammoniaca: le concentrazioni di ammoniaca ai recettori non variano tra lo stato ante e lo stato post. Biossido di zolfo: i limiti di legge come valore medio annuale, come valore giornaliero e come valore orario sono sempre rispettati. Acido cloridrico: le concentrazioni di acido cloridrico ai recettori non variano tra lo stato ante e lo stato post. Per quanto riguarda i composti organici volatili espressi come C la simulazione ha evidenziato una riduzione della concentrazione ai recettori nello stato post operam. Inoltre la simulazione nelle condizioni reali di esercizio ha evidenziato valori pressoché irrilevanti ai recettori. Le modifiche in progetto pertanto non impatteranno sulla qualità dell aria, anzi potrebbero contribuire ad un suo miglioramento; L impatto legato alla diffusione dell odore, visualizzato in termini di odor hours, è risultato non significativo: la media annuale di odor hours, in ogni punto è pari a 0%.

84 Scarichi idrici Stato ante L azienda possiede un solo scarico idrico (S1) in condotta consortile Piceno Consind. Tale scarico è dotato di misuratore di portata. La portata media di S1 è 20 mc/giorno in tale scarico confluiscono: 1. le acque reflue domestiche: rappresentano gli scarichi derivanti dall utilizzo dei locali adibiti a servizi igienici, spogliatoi e mensa; 2. le acque reflue industriali: rappresentano gli scarichi provenienti dal drenaggio del circuito chiuso dell acqua industriale utilizzato come spurgo per la regolarizzazione dei parametri chimico/fisici della stessa;. 3. le acque di prima pioggia: rappresentano i primi 5 mm di acqua meteorica di dilavamento di piazzali; per le coperture dei fabbricati, in condizioni normali, nonostante la presenza di sorgenti di inquinamento (linee di processo, emissioni in atmosfera, etc.) non sono prevedibili ricadute di inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, come da indicazione delle NTA del PTA Marche;. 4. le acque di seconda pioggia rappresentate dalla parte delle acque meteoriche di dilavamento eccedenti le acque di prima pioggia. 5. le acque meteoriche di bacini di contenimento rappresentano le acque meteoriche raccolte nei bacini di contenimento dei serbatoi di stoccaggio materie prime (MPL), semilavorati (SL) e prodotti finiti (PF) ubicati in diverse zone interne allo Stabilimento. I bacini di contenimento hanno lo scopo esclusivo di contenere eventuali perdite di prodotto, che si possono originare a seguito di danneggiamenti dei serbatoi di stoccaggio o collegamenti accessori. Il bacino di contenimento è collegato alla rete fognaria di Stabilimento mediante un collettore interrato intercettabile mediante una valvola di isolamento. Tale sistema garantisce in cado di perdita che il prodotto inquinante rimanga all interno del bacino e non venga inviato allo scarico S1 e da qui alla fognatura consortile. Tutte le acque di cui sopra sono collettate al punto S1 mediante un unica rete di tubazioni interrate, senza alcun trattamento preliminare; la portata di scarico è monitorata tramite un misuratore locale Prima dello scarico S1 è presente una valvola di intercettazione dello scarico fognario dell intero stabilimento che consente, in caso di anomalie o emergenze, di chiudere il collegamento alla fognatura consortile isolando l intero impianto e deviare il flusso di scarico ad un serbatoio interrato, al fine di contenere eventuali sversamenti di prodotti inquinanti all interno dell impianto stesso. Stato post In ottemperanza alle NTA del PTA oggi in vigore, il Gestore procederà alla separazione delle diverse tipologie di acque ed ad un diverso trattamento di alcune tipologie di acque prima dello scarico.

85 85 Tutti i circuiti saranno collettati mediante linee indipendenti a monte del punto di scarico S1 e ciascuno di loro sarà dotato di pozzetto di ispezione. Sarà mantenuto in esercizio il sistema di isolamento dell impianto comprendente la valvola di intercettazione dello scarico fognario dello stabilimento che in caso di anomalie ed emergenze consente di chiudere il collegamento alla fognatura consortile isolando l intero impianto e deviando il flusso di scarico ad un serbatoio interrato, al fine di contenere eventuali sversamenti di prodotti inquinanti all interno dell impianto stesso. Il pozzetto S1 rimarrà invariato e permetterà di analizzare il quantitativo totale scaricato in fogna consortile. I circuiti saranno suddivisi come segue: 1. Acque di prima pioggia Le acque meteoriche di prima pioggia (5 mm iniziali) di dilavamento piazzali carico, scarico e movimentazione prodotti, oltre alle acque meteoriche di prima pioggia (10 mm iniziali) di dilavamento dei bacini di contenimento, saranno collettate mediante un unica rete di distribuzione ed inviate all impianto di trattamento acque. Le coperture dei fabbricati (edifici A, A1, A2, E, F, G, H, L, O1), dove in condizioni normali di esercizio, nonostante la presenza di sorgenti di inquinamento (linee di processo, emissioni in atmosfera etc..) non sono prevedibili ricadute degli inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, come da indicazione delle NTA del PTA Marche; queste saranno scaricate con le acque di seconda pioggia e di pioggia pulite. L impianto ha la specifica funzione di: separare le acque di prima pioggia dalle successive acque precipitate (seconda pioggia); trattare le acque di prima pioggia mediante sistema a filtrazione; smaltirle le acque dopo il trattamento; Il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di equalizzazione, trattamento e scarico. L acqua viene inviata ad una vasca di equalizzazione (O3) dove subisce una prima decantazione e viene inviata direttamente ad un sistema di filtrazione in linea atta ad eliminare la presenza di particelle solide e inviata direttamente ad un trattamento di filtri a carboni attivi (Y8) atti a ridurre il contenuto degli inquinanti (principalmente sostanze organiche) per garantire il rispetto dei limiti imposti dall autorizzazione. L acqua trattata in uscita dal trattamento Y8 è direttamente inviata ad una vasca di equalizzazione e ricircolo continuo (O5) a questo punto le acque analizzate e rientranti nei limiti imposti sono direttamente inviate o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento. Durante il processo di trattamento, qualora a seguito di un campionamento eseguito nella vasca di equalizzazione O3 l acqua di prima pioggia non risulti inquinata nel rispetto dei limiti imposti dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., la stessa sarà inviata direttamente o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento, senza essere sottoposta ad alcun ulteriore controllo; in caso contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento ricircolando all interno dell impianto stesso e sottoposta di nuovo a trattamento fino al raggiungimento dei limiti di legge o in caso contrario raccolte e smaltite come rifiuto liquido secondo i dettami della Parte IV del D.Lgs 152/2006. I fanghi di risulta saranno inviati a smaltimento. Le acque di prima pioggia di dilavamento coperture fabbricati, che non contengono sostanze inquinanti all origine o per le quali, in condizioni normali, nonostante la presenza di sorgenti di inquinamento (linee di processo, emissioni in atmosfera etc..) non sono prevedibili ricadute di inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, saranno collettate tramite circuito

86 86 indipendente o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento. 2. Acque di seconda pioggia rappresentano le acque meteoriche successive ai primi 5 mm di dilavamento piazzali carico, scarico e movimentazione prodotti, e le acque meteoriche successive ai 10 mm di dilavamento dei bacini di contenimento, bypassano la vasca di accumulo O3 e vengono inviate tramite un sistema stabile di collettamento, nella condotta consortile tramite lo scarico S1 esistente o, se possibile ne necessario, deviate ed inviate nella vasca di accumulo acqua per uso antincendio e industriale presente in stabilimento. 3. Acque di pioggia Pulite rappresentano le acque meteoriche di dilavamento delle coperture fabbricati dove non sono presenti potenziali sorgenti di inquinamento (edifici U,U1,U2,N,N1,T1,T2,T4,T5,T6,T7,T8,T9) e delle coperture dei fabbricati (edifici A,A1,A2,E,F,G,H,L,O1) dove in condizioni normali di esercizio non sono prevedibili ricadute degli inquinanti tali da far assimilare queste acque alla prima pioggia, come da indicazioni delle NTA del PTA, bypassano la vasca di equalizzazione O3 e vengono inviate mediante un sistema stabile di collettamento, nella condotta consortile tramite lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, deviate ed inviate nella vasca di accumulo acqua per uso antincendio ed industriale presente nello stabilimento. 4. Acque reflue industriali Tali scarichi saranno collettati mediante circuito indipendente direttamente nella condotta consortile tramite lo scarico S1 esistente. 5. Acque reflue domestiche Gli scarichi derivanti dai servizi igienici, mensa e spogliatoi esistenti saranno collettati, mediante circuito indipendente, alla rete consortile attraverso lo scarico S1. 6. Acque meteoriche di bacini di contenimento Analogamente alle acque di prima pioggia il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di equalizzazione, trattamento e scarico. Le acque meteoriche raccolte nei bacini di contenimento ricadono nella disciplina degli scarichi poiché è presente un sistema stabile di collettamento senza soluzione di continuità, quindi è necessario ai sensi dell art. 42 delle NTA del PTA Marche prevedere la separazione della prima pioggia (stabiliti in 10mm iniziali) che sarà trattata all impianto di depurazione prima di confluire in condotta consortile. Le successive acque di pioggia saranno scaricate mediante un sistema stabile di collettamento senza soluzione di continuità, come acque di seconda pioggia. Se e quando verrà interrotta la continuità dello scarico, la normativa a cui far riferimento è quella della gestione dei rifiuti. Le acque di prima pioggia vengono inviate mediante un sistema stabile di collettamento in una vasca di equalizzazione O4, distinta dalla vasca di raccolta acque di prima pioggia (O3), dove subisce una prima decantazione e viene inviata direttamente ad un sistema di filtrazione in linea atta ad eliminare la presenza di particelle solide e inviata direttamente ad un trattamento di filtri a carboni attivi (Y8) atti a ridurre il contenuto degli inquinanti (principalmente sostanze organiche) per garantire il rispetto dei limiti imposti. L acqua trattata in uscita dal trattamento Y8 è direttamente inviata ad una vasca di equalizzazione e ricircolo continuo (O5) a questo punto le acque analizzate e rientranti nei limiti imposti sono

87 87 direttamente inviate o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento. Durante il processo di trattamento, qualora a seguito di un campionamento eseguito nella vasca di equalizzazione O4 l acqua di prima pioggia non risulti inquinata nel rispetto dei limiti imposti dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii., la stessa sarà inviata direttamente o nella condotta consortile tramite il lo scarico S1 esistente o, se possibile e necessario, nella vasca di accumulo acqua per uso industriale presente in stabilimento, senza essere sottoposta ad alcun ulteriore controllo; in caso contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento ricircolando all interno dell impianto stesso e sottoposta di nuovo a trattamento fino al raggiungimento dei limiti di legge o in caso contrario raccolte e smaltite come rifiuto liquido. I fanghi di risulta saranno inviati a smaltimento I limiti da rispettare allo scarico S1, sono riportati nella tabella seguente. limiti inquinanti allo scarico S1 stato post Inquinante Concentrazione (mg/l) Solidi sospesi totali 200 COD 500 Cloruri NH4+ 30 HC totali 10 Fenoli 0,5 Solventi organici aromatici 0,2 Tensioattivi MBAS e PPAS 4 Considerando una portata di 20 mc/giorno ed una funzionalità al massimo della capacità produttiva dell azienda di 340 giorni/anno, il flusso di massa degli inquinanti sarà: flussi di massa allo scarico S1 stato post Scarichi Idrici - 20 mc/giorno giorni/anno Inquinante Unità di misura Flusso di massa annuo Metodo applicato Solidi sospesi totali Kg/anno STIMA COD Kg/anno STIMA Cloruri Kg/anno STIMA NH4+ Kg/anno 204 STIMA HC totali Kg/anno 68 STIMA Fenoli Kg/anno 3,4 STIMA Solventi organici aromatici Kg/anno 1,36 STIMA Tensioattivi totali Kg/anno 27,2 STIMA

88 88 Le modifiche introdotte dal presente progetto non varieranno qualitativamente gli inquinanti scaricati in S1; a seguito della revisione dei limiti allo scarico, però, il quantitativo di inquinanti emessi verrà ridotto, ad eccezione del parametro cloruri. (a parità di orario di funzionamento dell impianto). Inoltre verrà effettuata la separazione delle linee fognarie delle acque di prima pioggia, delle acque di seconda pioggia, delle acque reflue industriali, delle acque reflue domestiche e sarà previsto un circuito dedicato per le acque meteoriche dei bacini di contenimento. Impatto ambientale positivo 3.4 Vegetazione, flora e fauna Il progetto non prevede interventi che richiedano l occupazione di nuovo terreno agricolo, né l abbattimento di piante protette. Tutti gli interventi interessano esclusivamente il lotto già edificato della Elantas Italia Srl e il lotto edificato adiacente che verrà acquistato dall azienda, che si trovano, come già evidenziato, in una zona industrializzata. Si ritiene pertanto che l impatto ambientale su vegetazione, flora e fauna della modifica in progetto sia non significativo. 3.5 Paesaggio e impatto visivo Elantas Italia Srl è posizionata in una zona industriale consolidata, lontana da visuali panoramiche sensibili. Molte delle modifiche oggetto della presente procedura di Valutazione di Impatto Ambientale saranno realizzate all interno di capannoni esistenti pertanto non influiranno sull impatto visivo attuale. I nuovi serbatoi metallici per lo stoccaggio delle materie prime liquide saranno posizionati all esterno; tuttavia, essi risulteranno visibili quasi esclusivamente dall interno dello stabilimento attuale Elantas Italia Srl. Impatto ambientale non significativo 3.6 Rifiuti Per consentire una corretta gestione ambientale dei rifiuti, la ELANTAS ITALIA S.r.l. dispone nello stabilimento di Ascoli di un sito temporaneo di stoccaggio (ai sensi dell art. 183 del D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii.) all interno del quale sono facilmente individuabili le diverse tipologie di rifiuti. Il sito è identificato con cartellonistica indicante la natura del rifiuto, l eventuale classificazione CER, e le classi di pericolosità (nel caso di rifiuti pericolosi). Tutti i rifiuti sono gestiti in conformità alle normative di settore. La maggior parte dei rifiuti sono inviati a recupero. Rifiuti prodotti nel 2012 Descrizione rifiuto Acque di processo Acque di scrubber Soluzioni acquose di lavaggio Rifiuti liquidi di lavorazione Solventi organici Resine non polimerizzate Fanghi di pulizia serbatoi Quantità prodotta Smaltimento t/anno Recuper o t/anno Attività di provenienza Codice C.E.R. Classificazione 11,36 0 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso 37,66 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso 45,44 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso

89 89 Descrizione rifiuto Quantità prodotta Smaltimento t/anno Recuper o t/anno Attività di provenienza Codice C.E.R. Classificazione Carta da filtro sporca Segatura impregnata di vernice 11,5 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso Materiali non ferrosi 27,563 Linee produttive Rifiuto speciale non pericoloso Altri oli per circuiti idraulici 0,26 Officina Rifiuto speciale pericoloso Imballaggi in legno 115,78 Magazzino Rifiuto speciale non pericoloso Imballaggi in materiali misti 49,12 Intera azienda Rifiuto speciale non pericoloso Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose 2,73 71,78 Intera azienda Rifiuto speciale pericoloso Carboni attivi esausti 0,285 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso Rifiuti organici contenenti sostanze pericolose 0 0 Laboratorio Rifiuto speciale pericoloso Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze 0 0 Laboratorio Rifiuto speciale pericoloso pericolose Batterie al piombo 0 0 Intera azienda Rifiuto speciale pericoloso Ferro e Acciaio 22,02 Officina Rifiuto speciale non pericoloso Materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose 0,577 Linee produttive Rifiuto speciale pericoloso Materiali isolanti non contenenti sostanze pericolose 0 0 Linee produttive Rifiuto speciale non pericoloso Rifiuti organici (MDI) 28, * Rifiuto pericoloso Soluzioni acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose (soluzione ammoniacale per neutralizzare MDI) 6, * Rifiuto pericoloso *Rifiuti prodotti occasionalmente nel 2012 Suddivisione percentuale del destino dei rifiuti nel corso del 2012

90 90 Occasionalmente possono essere prodotte anche le seguenti tipologie di rifiuto: CER : toner per stampa esauriti, diversi da quelli di cui alla voce CER : gruppo cartuccia toner esauriti CER : apparecchiature fuori uso contenenti sostanze pericolose diversi da quelli di cui alle voci e CER : apparecchiature fuori uso diverse da quelle di cui alle voci e CER : rifiuti organici diversi da quelli di cui alla voce (dalla gestione di eventi incidentali) CER : soluzione acquose di scarto, contenenti sostanze pericolose (dalla gestione di eventi incidentali) CER : tubi fluorescenti ed altri rifiuti contenenti mercurio CER : apparecchiature elettriche e elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce e , contenenti componenti pericolosi CER : apparecchiature elettriche e elettroniche fuori uso, diverse da quelle di cui alla voce e e Deposito rifiuti Tutti i rifiuti prodotti sono gestiti in deposito temporaneo. In azienda sono presenti due aree per il deposito temporaneo dei rifiuti, visualizzabili nella planimetria allegata al progetto. Una è costituita da moduli prefabbricati a due piani ripiani, specifici per il contenimento di sostanze chimiche, dotati di bacino di raccolta dedicato per ciascun ripiano e ciascun modulo e chiudibili con propria serratura. I moduli prefabbricati sono comunque posati su un area pavimentata. In questa area vengono stoccati i rifiuti pericolosi prodotti dall azienda in maniera ben distinta gli uni dagli altri. Adiacente ad essa è posizionato un serbatoio di raccolta per l olio esausto fornito appositamente dal Consorzio che ne gestisce il recupero. L altra area è costituita da uno scarrabile con compattatore per imballaggi misti e da uno scarrabile per i rottami ferrosi. All interno dello scarrabile viene anche stoccato, all interno di sacchi opportunamente etichettati, il rifiuto Polveri e particolato di materiale non ferrosi (CER ). Per le aree di stoccaggio delle tipologie di rifiuti che vengono prodotti solo occasionalmente, esse verranno stabilite al momento della produzione del rifiuto stesso. Le aree interessate dalla movimentazione dallo stoccaggio e dalle soste operative dei mezzi che intervengono a qualsiasi titolo sul rifiuto sono impermeabilizzate e realizzate in modo tale da garantire la salvaguardia delle acque di falda e da facilitare la ripresa di possibili sversamenti; i recipienti fissi e mobili sono provvisti di accessori e dispositivi atti ad effettuare in condizioni di sicurezza le operazioni di riempimento e svuotamento. Tipologia del rifiuto 1 Descrizione rifiuto Acque di processo Acque di scrubber Soluzioni acquose di lavaggio Quantità t/anno m 3 /anno 3 Attività di provenienza Linee produttive Codice C.E.R Classificazione Rifiuto speciale pericoloso Stato fisico Liquido Destinazione Deposito temporaneo Caratteristiche per classificare il rifiuto come pericoloso H6 tossico H14 - ecotossico

91 91 Tipologia del rifiuto Descrizione rifiuto Rifiuti liquidi di lavorazione Solventi organici Resine non polimerizzate Fanghi di pulizia serbatoi Carta da filtro sporca Segatura impregnata di vernice Polveri e particolato di materiali non ferrosi Altri oli per circuiti idraulici Quantità t/anno m 3 /anno Attività di provenienza Linee produttive Linee produttive Linee produttive Linee produttive Codice C.E.R Officina Imballaggi in legno 130 Magazzino Imballaggi in materiali misti Imballaggi contenenti residui di sostanze pericolose Materiali filtranti contenenti sostanze pericolose Rifiuti organici contenenti sostanze pericolose Sostanze chimiche di laboratorio contenenti o costituite da sostanze pericolose Batterie al piombo Intera azienda Intera azienda Linee produttive Laboratorio Laboratorio Intera azienda Ferro e Acciaio 21 Officina Materiali isolanti contenenti o costituiti da sostanze pericolose Materiali isolanti non contenenti sostanze pericolose 1 1,5 Linee produttive Linee produttive Classificazione Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale non pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale non pericoloso Rifiuto speciale non pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale non pericoloso Rifiuto speciale pericoloso Rifiuto speciale non pericoloso Stato fisico Liquido Solido non polverulento Solido non polverulento Solido non polverulento Liquido Solido non polverulento Solido non polverulento Solido non polverulento Solido non polverulento Liquido Liquido Solido non polverulento Solido non polverulento Solido non polverulento Solido non polverulento Destinazione Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Deposito temporaneo Caratteristiche per classificare il rifiuto come pericoloso H6 tossico H8 corrosivo H3B - infiammabile H6 tossico H8 corrosivo H6 tossico H8 corrosivo - H14 ecotossico - - H6 tossico H6 tossico H4 - Nocivo H14 ecotossico H6 tossico H8 corrosivo H14 ecotossico - H4 Nocivo H7 - Cancerogeno -

92 92 Stato post Le modifiche in progetto non influiranno né sulla quantità ne sulla tipologia dei rifiuti prodotti. Rispetto alla situazione attuale verrà spostata l area di stoccaggio costituita dallo scarrabile con compattatore (CER ) e lo scarrabile per rottami (CER e CER all interno di sacchi opportunamente etichettati) saranno posizionati al di fuori del capannone in una zona coperta (tipo tettoia), dove eventualmente potranno essere stoccati i rifiuti prodotti occasionalmente. Non ci saranno variazioni né quantitative né qualitative sulla produzione di rifiuti Impatto ambientale non significativo. 3.7 Materie prime e approvvigionamento idrico Approvvigionamento idrico Nel 2012 Elantas Italia Srl ha consumato m3 di acqua potabile per uso igienico-sanitario e m3 di acqua industriale così suddivisi: m3 per la produzione di vapore (con una % di ricircolo del 95%), m3 per il raffreddamento (con una % di ricircolo del 31%). Il grafico seguente mostra i consumi di acqua nel triennio , pressoché stazionari: La tabella seguente, invece, riporta i consumi specifici di acqua su tonnellata di prodotto finito, sempre relativi agli anni 2010, 2011 e mc acqua industriale/ ton 0,435 0,42 0,446 prodotto mc acqua industriale/ ton 0,064 0,069 0,071 prodotto mc acqua industriale/ ton 0,499 0,489 0,517

93 93 prodotto Le modifiche in progetto non varieranno il fabbisogno idrico aziendale. Inoltre, la prevista possibilità di riutilizzo nel ciclo produttivo delle acque di pioggia consentirà una riduzione dell approvvigionamento di acqua industriale Impatto ambientale positivo Materie prime Per le materie prime occorre : far riferimento alla scheda D Materie prime ed intermedi dove la Ditta ha compilato in modo puntuale tutte le materie prime utilizzate anche se su queste il gestore ha chiesto la privativa industriale, pertanto si riporta qui di seguito l elenco delle famiglie chimiche utilizzate: Denominazione Fase di utilizzo Stato fisico Modalità di stoccaggio Acidi carbossilici produzione sintesi solido/liquido sacchi/fusti Acidi Cresilici produzione sintesi/diluizione liquido IBC/serbatoi Acido isocianurico produzione sintesi solido sacchi Acqua tridistillata produzione sintesi liquido fusti Additivi produzione dissoluzione solido/liquido sacchi/fusti Alcooli produzione sintesi/dissoluzione liquido IBC/fusti Ammidi produzione sintesi/dissoluzione liquido serbatoi/ibc Anidride trimellitica produzione sintesi solido sacchi Caprolattame produzione sintesi solido sacchi Catalizzatori produzione sintesi/dissoluzione solido/liquido sacchi/fusti/ibc Cere produzione dissoluzione solido sacchi/fusti Cicloesano produzione dissoluzione liquido IBC Coloranti produzione dissoluzione solido/liquido sacchi/fusti Diamminodifenilmetano produzione sintesi liquido serbatoi Dimetiltereftalato produzione sintesi solido serbatoi/sacchi Eptano produzione dissoluzione liquido serbatoi Fenolo produzione sintesi/dissoluzione liquido serbatoi Ftalato di metile produzione dissoluzione liquido IBC M.d.i. produzione sintesi liquido serbatoi Paraformaldeide produzione sintesi solido sacchi Pet produzione sintesi solido sacchi Polioli produzione sintesi solido/liquido IBC/serbatoi Ragia produzione dissoluzione liquido serbatoi Resine Fenoliche produzione dissoluzione liquido Fusti/IBC Solvesso produzione dissoluzione liquido serbatoio T.d.i. produzione sintesi liquido fusti Xilolo produzione dissoluzione liquido serbatoio Altre tipologie di materie prime, utilizzate in minima quantità rispetto a quelle appena esposte, sono catalizzatori a base di ossido di titanio e coloranti, la maggior parte dei quali è a base organica (un

94 94 esiguo numero di prodotti contengono composti metallici, ad esempio ossidi di titanio o ferro; tra questi coloranti che contengono metalli non vi sono composti di cromo, piombo e cadmio). Sulla base del ciclo produttivo gli inquinanti che possono essere generati sono essenzialmente composti e solventi organici. Nel processo produttivo tutti gli sfiati sono convogliati al postcombustore E1, la cui camera di combustione lavora a temperature non inferiori ai 750 C; pertanto tutti i composti sono ossidati e in uscita al camino vengono monitorati i COV come C. Tra le materie prime utilizzate presso lo stabilimento, le sole che presentano caratteristiche di pericolosità per l ambiente sono le seguenti: Rhodamin red 560, DADM, MDA85, TPP, Distendente, Solvent naphta I, Solvent naphta II, EP 93-7, Cicloesano 90%, CA55, Wes260, Novaphen X DG, Solvente EPAE, Lbx98. Le aree di stoccaggio delle materie prime sono evidenziate in planimetria PLN.04-a Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti stato ante. Nella planimetria vengono identificate come aree di stoccaggio quelle zone che sono adibite esclusivamente allo stoccaggio di materie prime o solide o liquide (ad esempio sono evidenziati come aree di stoccaggio materie prime liquide tutti i serbatoi), mentre le aree di deposito sono delle zone in cui sono presenti sia materie prime solide che liquide, stoccate ciascuna secondo la modalità più idonea. Nella planimetria sono anche evidenziate le aree di stoccaggio dei prodotti finiti e dei semi-lavorati. Le materie prime liquide sono stoccate su bacini di contenimento in cemento armato, aventi una profondità minima di 2 metri. Le materie prime solide sono stoccate all interno dei capannoni, in sacchi o big-bags, su apposita scaffalatura. Relativamente ai prodotti chimici utilizzati e alle vernici prodotte l azienda garantisce la piena conformità al Regolamento n. 1907/2008 e ss.mm.ii ed al Regolamento CLP n. 1272/2008 e ss.mm.ii. L azienda inoltre, stima un consumo annuale di ton/anno di combustibile per l impianto di cogenerazione. Le partite di olio vegetale utilizzate sono accompagnate da un analisi chimico fisica ed inoltre i fornitori garantiscono la tracciabilità e la rintracciabilità del prodotto conferito fornendo le informazioni necessarie a ricostruire il percorso delle biomassa attraverso tutte le fasi di produzione, trasformazione e trasporto e specificando l ubicazione dei siti di produzione. Di seguito si riporta il dettaglio delle caratteristiche che dovrebbero essere rispettate dall olio vegetale da usare come fluido combustibile all impianto di cogenerazione: CARATTERISTICHE DELL OLIO VEGETALE PER UTILIZZO IN MOTORI ENDOTERMICI FINO AD 1 Mwel PARAMETRI UNITA DI MISURA VL MIN VLMAX METODO TEST Kg/mc 990 cst 3 C 60 Kj/Kg % % % Densità a 15 c Viscosità Punto di infiammabilità Potere calorifico inferiore Impurità presenti (massa) Contenuto acqua (volume) Residui microcarboniosi (massa) Contenuto di ceneri (massa) Zolfo (mg/kg) Fosforo (mg/kg) Contenuto alcalini (Na+K+Ca+Mg) Silicio (mg/kg) mg/kg mg/kg mg/kg mg/kg mg/koh ,05 0,1 0,4 0, DIN EN ISO 3675/12185 DIN EN ISO 3104 DIN EN ISO 2719 DIN EN DIN EN DIN EN DIN EN ISO DIN EN ISO 6245 DIN EN ISO DIN EN ISO ISO DIN EN 1404 or ISO 660

95 95 TAN acidità organica totale Indice di Iodio Punto di intasamento Stabilità all ossidazione (110 ) g/100g <10 al di sotto della più bassa temperatura del sistema di iniezione h DIN EN CFPP ISO 6886 Stato post Le modifiche in progetto non comporteranno sostanziali variazioni né quantitative né qualitative nelle materie prime utilizzate. Anche le modalità di stoccaggio non variano rispetto a quanto già descritto ed i bacini di contenimento dei nuovi serbatoi delle materie prime liquide avranno una capacità pari ad 1/3 del volume totale di materie prime liquide stoccate e al volume del serbatoio più grande esistente. Variano, invece, le aree di stoccaggio delle materie prime: in planimetria PLN.04-p Planimetria aree di stoccaggio materie prime e prodotti finiti stato post viene riportata la nuova configurazione del parco stoccaggi delle materie prime, comprensiva dell area che verrà acquistata da Elantas Italia Srl: N area Identificazione area Capacità di stoccaggio Superficie Caratteristiche Materiale stoccato Modalità Capacità Bacino B1 mc 74,6 mq 100 Eptano 3 cisterne fuori terra 13,5 m3/cad Ragia dearomatizzata 1 cisterna fuori terra 13.5 m3 Resina Fenolica 1 cisterna fuori terra 11 m3 Bacino M1 mc 30 mq 110 M.D.I. 1 cisterna fuori terra 30 m3 Bacino M2 mc 30 mq 110 M.D.I. 1 cisterna fuori terra 30 m3 Bacino M4 mc 216 mq 120 Nafta 2 cisterne fuori terra 108 m3/cad Bacino M5 mc 141 mq 100 Diamminodifenilmetano 3 cisterne fuori terra 47 m3/cad Bacino M6 mc 435 mq 290 Polioli 1 cisterna fuori terra 119 m3 Acidi Cresilici 2 cisterne fuori terra 78 m3/cad Acidi Cresilici 1 cisterna fuori terra 80 m3 Bacino M7 mc 120 mq 70 Fenolo 1 cisterna fuori terra 120 m3 Acidi Cresilici 2 cisterne fuori terra 240 m3 Bacino M8 mc 1360 mq 600 Bacino M9 mc 300 mq 300 Magazzino T1 Magazzino T2 Acidi Cresilici 2 cisterne fuori terra 200 m3 Acido Carbossilico 1 cisterna fuori terra 240 m3 Acidi Cresilici 2 cisterne fuori terra 200 m3 Polioli 2 cisterne fuori terra 240 m3 Ammide 2 cisterne fuori terra 240 m3 Ammide 4 cisterne fuori terra 200 m3 Acidi Cresilici 2 cisterne fuori terra 100 m3 450 ton mq 550 Anidride Trimellitica Big Bags 450 ton 500 ton mq 800 Materie Prime Infiammabili Big Bags, Cisternette o Fusti 500 ton

96 96 Magazzino T4 650 ton mq 1140 Materie Prime Solide Big Bags o Sacchi 500 ton TDI Fusti 20 ton impatto ambientale nel complesso positivo in quanto l installazione dei nuovi serbatoi di stoccaggio rispondono a criteri di realizzazione e gestione migliore di quelli già esistenti. 3.8 Rumore e vibrazioni Modellizzazione ante-operam La situazione Ante operam è stata valutata considerando come fonti di rumore proprio le infrastrutture viarie presenti nell area in esame (rumore residuo) e il rumore prodotto dalle sorgenti esterne agli opifici produttivi e dalla centrale termica. Considerando che i portoni degli stabili produttivi risultano normalmente chiusi e tenendo conto del rumore prodotto all interno degli stessi, si è ritenuto opportuno non considerare i portoni industriali come sorgenti sonore emittenti interne che fuoriescono all esterno tramite le aperture (porte industriali). La taratura e la verifica dello strumento predittivo sono state effettuate confrontando i dati analitici di rumore residuo rilevati sul campo e le simulazioni ottenute con i dati di input rilevati in contemporanea con le misure di rumore e tramite l adattabilità dei parametri del software. Caratterizzazione delle infrastrutture viarie La stima del traffico stradale relativo all area produttiva in oggetto, è stata valutata tramite una indagine fonometrica eseguita nel giorno in una fascia oraria definibile rappresentativa e rappresentante il traffico giornaliero nel periodo diurno (dalle ore alle ore 19:17 circa) e nel periodo notturno (dalle ore alle ore 23:11 circa). Tale indagine è stata effettuata sulla base dell effettivo rilevamento del traffico suddiviso in mezzi pesanti (autocarri, autoarticolati, bilici, mezzi d opera), autoveicoli e motoveicoli, assumendo per questi ultimi la stessa incidenza degli autoveicoli. Sono stati eseguiti rilievi fonometrici, della durata di almeno 20 minuti, di cui si riportano di seguito le misure, la tipologia di veicoli ed il numero di passaggi degli stessi. Rilievo Misura Tipologia e n passaggi Autoveicoli Mezzi pesanti Treno Via Mutilati ed Invalidi del Lavoro Pt I1 (*) diurno n.a. notturno n.a. (*) Rif. Figura n.5. Per la progettazione delle strade nella simulazione tramite SoundPlan è stato riportato il numero di passaggi rilevati rapportati sulle 16 ore del periodo diurno, divisa per tipologia di veicoli. Descrizione dei bersagli recettori I ricettori individuati in prossimità dell area ELANTAS Italia S.r.l. sono rappresentati da strutture produttive/ricettive zone uffici e da abitazioni di seguito indicati come R1, R2 e R3.

97 97 In particolare: nome R1 R2 R3 tipologia Complesso produttivo Edificio produttivo Edificio produttivo Caratterizzazione delle sorgenti industriali puntuali ed areali Le potenze sonore di tutte le sorgenti presenti sono state stimate e calcolate attraverso il software SoundPlan, utilizzato anche per i calcoli previsionali. Per attribuire ad ogni sorgente sonora attualmente presente il relativo Lw (db(a)), è stata fatta una campagna di rilievo in campo misurando, con idonea strumentazione, il livello di pressione sonora delle sorgenti. I portoni industriali dello stabile risultano normalmente chiuse durante tutto il periodo lavorativo; per questo motivo, considerando il tipo di attività svolta internamente ed il rumore da essa provocata durante il normale svolgimento, l apporto di energia sonora all esterno attraverso i portoni industriali è stato ritenuto poco significativo. Si riportano nella seguente tabella i rilievi fonometrici effettuati per la caratterizzazione delle sorgenti considerate come rilevanti ai fini acustici e la stima delle rispettive potenze sonore. Nome e definizione sorgente Distanza di rilievo dalla sorgente (m) Tipologia sorgente Rilievo db(a) incertezza db(a) Potenza stimata Lw db(a) S1: pompa antincendio principale 1 Puntuale 74,8 ± ,0 S2: centrale idrica 1 Puntuale 84,6 ± ,7 S3: pompe centrale idrica 1 Puntuale 77,3 ± ,5 S4: pompe termocombustione 1 Puntuale 74,6 ± ,0 S6: pompe acqua di torre 1 Puntuale 89,0 ± ,0 S7: impianto centrale cogenerazione 4,5 Puntuale 79,8 ± ,0 S8: aspirazione magazzino materie prime liquide 7,0 Puntuale 81,1 ± ,1 A1: portone aperto centrale termica 1 Areale 85,8 ± ,8 Caratterizzazione delle sorgenti lineari Sono state prese in considerazioni n. 2 sorgenti di tipo lineare (L1 e L2) rappresentanti i percorsi interni all insediamento produttivo in oggetto che i mezzi di trasporto pesanti e i muletti percorrono per la movimentazione ed il carico e scarico delle merci. L1: percorso interno mezzi pesanti Lineare L2: percorso interno muletti a combustione interna (diesel) Lineare Per la modellizzazione, in via cautelativa e per semplificazione, sono stati presi in considerazione i valori di rumore emessi dai muletti a combustione interna e si è fatto coincidere il percorso L1 con il

98 98 percorso L2: questo è stato possibile considerando che i muletti possono avere a tutte le aree interne ed esterne di proprietà ELANTAS S.r.l. ed il percorso delle autocisterne, in pratica, come evidenziato in figura 8, risulta coprire l intera area esterna i capannoni. La viabilità pesante e quindi il numero di autocisterne che transitano all interno della ELANTAS Italia S.r.l. (mediamente 8 al giorno con punte di 10) è legata in particolar modo agli approvvigionamenti giornalieri che avvengono per le materie prime liquide; riguardo gli approvvigionamenti delle sostanze solide, essi risultano con cadenza almeno settimanale e quindi, ai fini acustici, definibili non rilevanti. Valori di IMMISSIONE Nella tabella seguente si riportano i valori di immissione in facciata ai recettori R1 R3. DESCRIZIONI Limiti Zonizzazione Acustica ANTE OPERAM Livello: Ricevitore Dest.ne d'uso Piano Dir. Leq [6-22],lim Leq [22-6],lim Leq [6-22] Leq [22-6] [db(a)] [db(a)] R1 Sito produttivo 1 E 52, R2 R3 Sito produttivo Sito produttivo 1 N O 52,1 49,4 Dai valori calcolati e riportati in tabella si evince che: I valori di Immissione calcolati risultano al di sotto dei valori limite assoluti di Immissione di cui alla Tabella C del D.P.C.M. 14/11/1997. Valori di EMISSIONE Nella tabella seguente si riportano i valori di emissione al confine E1 E3. DESCRIZIONI Limiti Zonizzazione Acustica ANTE OPERAM Livello: Ricevitore Dir. Leq [6-22],lim Leq [22-6],lim Leq [6-22] Leq [22-6] [db(a)] [db(a)] E1 O 45,4 45,1 E2 E ,5 48,9 E3 N 51,9 50.9

99 99 I risultati del calcolo dei valori di Emissione riportati in tabella evidenziano che: I valori di Emissione E1, E2 ed E3 calcolati risultano al di sotto dei valori limite di Emissione di cui alla Tabella B del D.P.C.M. 14/11/1997. N.B: Non è stato valutato il punto di emissione al confine Sud dello stabilimento in quanto, oltre il confine Sud di proprietà, risulta esserci il fiume Tronto: per definizione di valore di emissione, Il D.P.C.M. 14/11/1997 stabilisce, che i rilevamenti e le verifiche dei livelli di emissione debbano essere effettuati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità (D.P.C.M.. 14/11/1997, art. 2, comma 3). Situazione Post-operam La situazione post operam è stata indagata considerando il clima acustico derivante da: contributo delle strutture viarie nell area oggetto di valutazione; tutte le sorgenti industriali dell insediamento ELANTAS Italia S.r.l.( in queste ultime sono state contemplate sia le sorgenti esistenti che quelle di progetto); le modifiche di lay-out interne ed esterne previste a seguito dell acquisizione di parte del capannone confinante sul lato sud-est dell area. Caratterizzazione delle infrastrutture viarie La situazione è la stessa dell ante-operam in quanto le modifiche, non porteranno variazioni sensibili al traffico veicolare. Caratterizzazione delle sorgenti puntuali ed areali Alcune delle sorgenti sopra descritte saranno semplicemente oggetto di uno spostamento rispetto alla situazione ante-operam. Caratterizzazione delle sorgenti lineari La situazione post-operam non risulterà sostanzialmente modificata. Valori di IMMISSIONE Nella tabella 1 riportano i valori di immissione in facciata ai recettori R1 R3. DESCRIZIONI Limiti Zonizzazione Acustica POST OPERAM Livello: Ricevitore Dest.ne d'uso Piano Dir. Leq [6-22],lim Leq [22-6],lim Leq [6-22] Leq [22-6] [db(a)] [db(a)] R1 Sito produttivo 1 E ,5 R2 Sito produttivo N 58,4 55,0 R3 Sito 1 O 52,2 49,6

100 100 produttivo Dai valori calcolati e riportati in tabella si evince che: I valori di Immissione calcolati risultano al di sotto dei valori limite assoluti di Immissione di cui alla Tabella C del D.P.C.M. 14/11/1997. Valori di EMISSIONE Nella tabella seguente si riportano i valori di emissione al confine E1 E3. DESCRIZIONI Limiti Zonizzazione Acustica ANTE OPERAM Livello: Ricevitore Dir. Leq [6-22],lim Leq [22-6],lim Leq [6-22] Leq [22-6] [db(a)] [db(a)] E1 O 45,8 45,5 E2 E ,8 49,3 E3 N 49,8 48,7 I risultati del calcolo dei valori di Emissione riportati in tabella evidenziano che: I valori di Emissione E1, E2 ed E3 calcolati risultano al di sotto dei valori limite di Emissione di cui alla Tabella B del D.P.C.M. 14/11/1997. N.B: Non è stato valutato il punto di emissione al confine Sud dello stabilimento in quanto, oltre il confine Sud di proprietà, risulta esserci il fiume Tronto: per definizione di valore di emissione, Il D.P.C.M. 14/11/1997 stabilisce, che i rilevamenti e le verifiche dei livelli di emissione debbano essere effettuati in corrispondenza degli spazi utilizzati da persone e comunità (D.P.C.M.. 14/11/1997, art. 2, comma 3). L analisi dei risultati ottenuti attraverso le simulazioni, negli scenari ipotizzati ante e post operam, evidenzia il rispetto dei valori limite di legge. L impatto complessivo dell intervento che la ELANTAS Italia S.r.l. intende realizzare, dal punto di vista acustico risulta, pertanto, complessivamente poco significativo. 3.9 Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti L attuale impatto elettromagnetico nei pressi delle sorgenti più significative dell impianto è stato valutato attraverso un indagine preliminare volta a identificare le aree con più elevati livelli di campo elettrico e magnetico. Il progetto prevede la realizzazione di una nuova cabina che sarà a servizio delle utenze elettriche ubicate nelle nuova area (pompe per il trasferimento dei prodotti, strumentazione, illuminazione e videosorveglianza) ed alcune piccole variazioni. Per quanto riguarda la situazione attuale (ante operam) è stato effettuato un monitoraggio in prossimità delle cabine elettriche L1 (CE1) ed L2 (CE2) e del cavo interrato da V presente all interno dell area di proprietà di Elantas Italia Srl.

101 101 Procedura di misura stato attuale Sono state effettuate dei monitoraggi alle sorgenti ad oggi esistenti al fine di determinare i rispettivi campi elettrici e induzione magnetica: Tali monitoraggi sono stati svolti in corrispondenza del: - cavo interrato di media tensione in ingresso (20KV) - cabina elettriche L2 - cabina elettrica L Viene sotto riportata una tabella riepilogativa del monitoraggio effettuato in prossimità delle cabine di trasformazione MT/BT L2 ed L e del cavo interrato da V presente all interno dell area di proprietà della Ditta Elantas. Tale indagine è stata necessaria per stabilire l attuale impatto elettromagnetico. Punto di misura E * (V/m) B * (mt) Monitoraggio Punto A (cavo interrato) 14,5* 0,5* Monitoraggio Punto B (L2) 5,5* 2,5 Monitoraggio punto C (L1) 4,8 2,3 *Valore espresso come mediana dei valori ottenuti dal singolo monitoraggio In base al monitoraggio effettuato nella situazione attuale (ante operam) è stato possibile evidenziare quanto l intensità dei campi elettrici e magnetici già una distanza di 160 cm dalle rispettive sorgenti identificate e riportate nella sopra menzionata tabella rispettino il rispettivo valore di azione. Ad oggi, basandosi sulla situazione attuale e tenendo in considerazione le singole potenze dei trasformatori, i valori di corrente nominale di bassa tensione degli stessi e, infine, considerando il diametro dei cavi reali in uscita dai medesimi, è stato poi possibile determinare la Distanza di prima approssimazione anche per la cabina di trasformazione prevista da progetto L3 (CE3) e per la cabina elettrica L1 (CE1) nella quale sarà presente un nuovo trasformatore in resina al posto di uno ad olio che sarà posizionato nella CE3 (L3). Pertanto relativamente alla situazione post operam caratterizzata dalle cabine L1 (CE1), L2 (CE2) ed L3 (CE3) si può affermare quanto segue: La DPA, risulta determinata per tutte le cabine di trasformazione cautelativamente a metri 3 al di fuori dai confini perimetrali di pertinenza delle cabine stesse. All interno di questa fascia non sono previste presenze di persone superiori alle quattro ore giornaliere. Il monitoraggio ai cavi interrati ha evidenziato valori di gran lunga al di sotto dei valori limite di riferimento. Impatto ambientale non significativo 3.10 Energia elettrica Stato ante L energia elettrica viene acquistata tramite il Consorzio per l Energia Piceno direttamente sul mercato libero e viene distribuito dall ente di distribuzione ENEL. In azienda è presente n.1 cabina di trasformazione aventi le seguenti caratteristiche (L1):

102 102 Input Output volt 380 volt Inoltre è presente una cabina a servizio esclusivo del cogeneratore (L2) con le seguenti caratteristiche: Input Output 400 volt volt Per quanto riguarda la produzione di energia elettrica dal 2009 è funzionante un impianto fotovoltaico di potenza nominale complessiva pari a 784,32 kwp di tipo grid connected (integrato), installato sulle coperture degli edifici e su una tettoia e pensilina all aperto. Successivamente è stato aggiunto un nuovo impianto di tipo a cavalletto con zavorra di potenzialità elettrica nominale pari a 32,20 kwp, raggiungendo complessivamente i 816,52 kwp. L energia elettrica prodotta viene immessa nella rete elettrica nazionale utilizzando il contratto dell autoconsumo. Relativamente all impianto di cogenerazione alimentato da biomasse liquide presente in azienda di potenza nominale 990 kwe, che immette in rete GSE una potenza elettrica di 950 kwe. Il rendimento elettrico dell impianto è del 39,70%. Stato post Nello stato post viene sostituito un trasformatore all interno della cabina L1; il trasformatore così tolto andrà posizionato in una cabina (L3) ubicata nell area di prossima acquisizione da parte della Elantas Italia Srl. La cabina L2 non subirà mutamenti nello stato post. Consumo di energia elettrica Nel 2012 sono state consumate complessivamente MWh di cui 809 MWh sono state prodotte dall impianto fotovoltaico e auto consumate; sono state, quindi prelevati dalla rete MWh. L azienda ha immesso in rete buona parte dell energia elettrica auto-prodotta: 105 MWh proveniente dall impianto fotovoltaico e MWh proveniente dal cogeneratore. Nella tabella seguente si riportano gli indicatori di prestazione del triennio relativi ai consumi di energia elettrica su prodotto finito. Energia elettrica / prodotto finito (MW e h/ton) ,12 0,11 0,12 I consumi sono rimasti pressoché invariati nel corso degli anni. La nuova cabina elettrica sarà a servizio delle utenze elettriche ubicate nelle nuova area : pompe per il trasferimento dei prodotti, strumentazione, illuminazione e videosorveglianza. Il trasformatore più grande che sarà installato nella CE1 servirà per il potenziamento del laboratorio Ricerca & Sviluppo. È stato stimato che l aumento dei consumi di energia elettrica nello stato post sarà inferiore al 20%.

103 Energia termica Stato ante Per quanto riguarda l energia termica il gas metano prelevato dalla rete nazionale alimenta i seguenti impianti: centrale ROTOGI mod. T2000E da kcal/h centrale ROTOGI mod. PT5000E da kcal/h termo combustore da circa kcal/h Nella tabella seguente si riporta le caratteristiche tecniche di tali impianti: Costruttore TERMOCOMBUSTORE ROTOGI ROTOGI Modello 100 GFJS-3 T2000E PT5000E Anno di costruzione Tipo di macchina Motore a combustione interna Motore a combustione interna Motore a combustione interna Tipo di generatore Termico Termico Termico Tipo di impiego Misto Misto Misto Fluido termovettore Olio diatermico Olio diatermico principale: Olio diatermico; Recupero termico da linea fumi con Acqua Temperatura camera di combustione ( C) > 750 C ca 350 C ca 350 C Rendimento % Sigla dell emissione E1 E2 E36 Sono, inoltre, presenti 3 impianti termici ad uso domestico; tali caldaie hanno le seguenti potenzialità: CD3: 29,5 kw, CD4: 28 kw, CD5: 31 kw. L energia termica generata dagli impianti termici ad uso produttivo viene utilizzata per: generare vapore (vaporizzatori impianti produttivi), riscaldamento olio diatermico (impianti produttivi), riscaldamento locali adibiti ad uso ufficio, sistema di abbattimento. In azienda sono presenti tre anelli di distribuzione del calore agli impianti: a olio diatermico: serve i reattori utilizzati nel ciclo produttivo ed il generatore di vapore e può essere alimentato dalle caldaie a metano ROTOGI mod. T2000E e ROTOGI mod. PT5000E, dal cogeneratore e dal post-combustore; a vapore: serve i diluitori utilizzati nel processo produttivo, alcune linee di trasferimento che devono essere mantenute calde ed una cisterna di stoccaggio di una particolare materia prima (DMT) che deve essere tenuta a minimo 150 C e utilizza come fonte di energia il generatore di vapore o l impianto di cogenerazione;

104 104 ad acqua calda: può servire i diluitori utilizzati nel processo produttivo e viene impiegato per mantenere caldi la maggior parte delle linee di trasferimento e gli stoccaggi di materie prime che lo necessitano e viene alimentato dal cogeneratore o da sistemi di scambio termico (es. post-combustore). Il cogeneratore alimentato da olio vegetale consente anche di recuperare energia termica per il riscaldamento di fluidi di servizio interni allo stabilimento (acqua, vapore e olio diatermico) con conseguente riduzione dei consumi di metano. Il rendimento termico recuperabile ad alta temperatura è del 38,33%. Il cogeneratore viene impiegato sia per usi industriali, come descritto in precedenza, sia per usi civili. Infatti, la palazzina di uffici U è dotata di termoconvettori con funzione di raffrescamento e di riscaldamento che, per questo ultimo scopo, utilizza l anello dell acqua calda industriale. Le tre caldaie ad uso civile (CD3. CD4 e CD5) vengono utilizzate rispettivamente per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria della palazzina U, per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria degli spogliatoi del reparto manutenzione, per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria degli spogliatoi e della mensa nella palazzina U1. Stato post Le modifiche proposte comporteranno il collegamento dell anello di distribuzione dell acqua calda al nuovo parco stoccaggi ed alle unità di riscaldamento dei locali dove sarà ubicato il laboratorio Ricerca & Sviluppo. Consumo di energia termica Nel 2012 l azienda ha consumato m3 di metano di cui m3 sono stati utilizzati per il riscaldamento e per i processi produttivi, mentre m3 sono stati consumati dal termocombustore. Nel corso dell anno il cogeneratore ha prodotto 618 MWh di energia termica, consentendo, così, il risparmio di circa m3 metano. Nella tabella seguente si riportano gli indicatori di prestazione del triennio relativi ai consumi di energia termica su prodotto finito. Energia termica / prodotto finito (MW t h/ton) ,39 0,39 0,43 Anche per quanto riguarda il consumo di metano negli ultimi tre anni non si sono registrate variazioni significative. Le modifiche proposte comporteranno la necessità di riscaldare il nuovo parco stoccaggi ed i locali dove sarà ubicato il laboratorio Ricerca & Sviluppo.; l aumento dei consumi di metano connessi con le modifiche è stimato al di sotto del 20%. Consumo di combustibili Oltre ai consumi di biocombustibile e diesel propri del cogeneratore, l azienda ha consumato nell anno 2012 le seguenti quantità di diesel per i trasporti: 76,8 tonnellate per le auto, 22,2 tonnellate per i muletti. Nello stato post non si prevedono variazioni in termini di consumi di combustibili Impatto ambientale accettabile

105 Acque sotterranee suolo e sottosuolo e Relazione di riferimento Per quanto riguarda la zona dove ha sede lo stabilimento della Elantas Italia Srl attualmente operativo, al fine di contenere eventuali fuoriuscite accidentali derivanti da rotture o altri eventi accidentali, l azienda ha predisposto una serie di misure finalizzate alla prevenzione delle possibili cause generanti eventuali stati di inquinamento della matrice suolo e sottosuolo: pavimentazione industriale nei reparti; bacini di contenimento posti al di sotto di ogni serbatoio di stoccaggio delle materie prime liquide; ognuno di essi ha una profondità di almeno 2 metri; bacini di raccolta nell area di deposito temporaneo dei rifiuti, specifici per il contenimento delle sostanze chimiche; aree di deposito temporaneo dei rifiuti opportunamente protette da acque meteoriche. Inoltre le griglie di scolo delle pavimentazioni interne ai fabbricati e di quelle esterne, così come la pavimentazione impermeabile dei fabbricati e delle aree di carico e scarico sono mantenute in buono stato di pulizia. Qualsiasi sversamento, anche accidentale viene contenuto e ripreso a secco. La Ditta afferma che, le caratteristiche tecniche, la conduzione e la gestione dei serbatoi fuori terra ed interrati e delle relative tubazioni accessorie sono effettuate conformemente a quanto disposto dal Regolamento Locale d Igiene-tipo, della regione Marche, ovvero dal regolamento Comunale di Igiene approvato. Anche nelle nuove aree interessate dal presente progetto saranno applicate le misure cautelative e le precauzioni appena descritte. Nonostante tutte le misure di contenimento adottate dall azienda possono essere individuate alcune potenziali sorgenti di contaminazione, in particolare in corrispondenza delle zone di stoccaggio dei serbatoi delle materie prime liquide, stoccaggio semilavorati liquidi e prodotti finiti liquidi. Stato di Fatto Misurazioni effettuate sulla matrice acque sotterranee e suolo In occasione dell acquisizione della nuova area in progetto la Ditta ha effettuato una valutazione dello stato di fatto del sito effettuando delle analisi su terreni e sulle acque sotterranee nei piezometri da S1 a S7 ed ha effettuato le stesse analisi nei Piezometri Pz1 e Pz2 situati all interno del perimetro aziendale. Come emerge dai risultati delle analisi, i limiti di legge sono rispettati. Fase di esercizio Come la Ditta ha riportato nel Piano di Monitoraggio e Controllo l azienda effettuerà con frequenza biennale dei controlli analitici sulle acque di falda (acque sotterranee) nei seguenti piezometri: Pz1, Pz2, S5, S6 e S7. Gli inquinanti che andrà a ricercare sono i seguenti:

106 106 Parametri da monitorare Metalli Solventi Aromatici ph Conducibilità Arsenico Cadmio Cromo tot Mercurio Nichel Piombo Rame Stagno Zinco Benzene Etilbenzene Stirene Xilene (m,p) Xilene (o) Toluene Metodiche analitiche APAT C.N.R IRSA 2060 Man APAT C.N.R IRSA 2030 Man APHA Standard Methods metodo 3125 APHA- Standar Methods metodo 6200-B Punti di prelievo Pz1 Pz2 S5 S6 S7 Modalità di campionamento I piezometri saranno spurgati preliminarmente al campionamento fino all ottenimento di acqua chiara. Il campionamento della falda idrica sotterranea avverrà secondo il metodo dinamico ossia tramite spurgo preliminare low flow e campionamento in continuo. Periodicità (frequenza) biennale Infine, l azienda ricomprende nel Piano di Monitoraggio e Controllo, con frequenza biennale dei controlli analitici per la ricerca di COV su campioni di suolo prelevati nei punti A1 e A2, individuati sulla base dei punti di maggiore ricaduta al suolo dei contaminanti come delineati nelle tavole di ricaduta. Parametri da monitorare +COV Metodiche analitiche EPA 5035-A: APHA standard Methods 21 th Ed metodo B Modalità di campionamento Decorticazione del tappeto erboso/vegetale eventualmente presente: Prelievo di materiale dalla porzione più superficiale del suolo (entro i primi 10,00 cm di profondità) per un area di circa 0,01 m 2 (0,10 X 0,10) in modo tale che il campione sia rappresentativo dell intera zona indagata; Scarto manuale della frazione di materiale maggiore di 2 cm; Inserimento del materiale prelevato in un barattolo di vetro con tappo in alluminio avvitabile da 0,50 kg, per la ricerca dei composti non volatili.

107 107 Considerati i risultati delle indagini e le misure adottate dall azienda per evitare i fenomeni di inquinamento si ritiene che il rischio di contaminazione del suolo e della falda dovuto all impianto esistente ed alle modifiche in progetto è tenuto sotto controllo dalla Ditta. impatto ambientale accettabile 3.13 Rischi di incidente rilevante Si rimanda al Quadro programmatico 3.14 Bonifiche ambientali L impianto in esame non è sottoposto alle procedure di bonifica del sito ai sensi della parte IV, Titolo V del D.Lgs 152/ Mitigazioni Di seguito si riportano le mitigazioni che verranno adottate a livello progettuale e di gestione per la tutela dell ambiente a fronte dei principali fattori di impatto. Emissioni acustiche L impianto di cogenerazione è dotato di una cofanatura insonorizzata idonea a contenere un gruppo elettrogeno funzionante a olio vegetale. Essa è realizzata con struttura portante in acciaio galvanizzato di tipo monolitico portante, dotato di rete forata, completo di setti coibentati di ingresso ed uscita aria che prevedono reti antivolatile, griglia alettata antipioggia e condotte in lamiera zincata per convogliare l aria all esterno del cabinato. La cabina è rivestita di pannelli fono assorbenti composti da materassino di lana minerale. Per le modifiche in progetto non sono ritenute necessarie misure di mitigazione. Emissioni in atmosfera Si riportano di seguito gli impianti di abbattimento attualmente presenti in azienda, i relativi camini collegati ed una loro breve descrizione. Post combustore termico E1 Scrubber di emergenza E1 Filtro a maniche di tessuto E3, E14, E15, E41 Filtro a carboni attivi E11, E16, E18, E37, E39, E40, E42, E43, E46, E50 DeNO X E49 La post-combustione termica è un processo utilizzato, per l ossidazione termica di flussi d aria contenenti inquinanti organici volatili. Il processo termico, mediante ossidazione ad alta temperatura, si propone di trasformare i componenti nocivi in anidride carbonica e vapore acqueo. Lo scrubber è un impianto di emergenza e si attiva solamente in caso di malfunzionamento del postcombustore. Esso è un'apparecchiatura che consente di abbattere la concentrazione di sostanze presenti in una corrente gassosa attraverso l utilizzo di una soluzione di lavaggio ad acqua e soda. I filtri a maniche di tessuto consistono in serie di tubi di tessuto chiusi a un estremità che catturano le polveri presenti nell effluente gassoso.

108 108 La filtrazione a carboni attivi è una tecnologia di depurazione dell'aria per mezzo della quale una corrente gassosa viene privata degli elementi inquinanti facendola passare attraverso un filtro che contiene carbone attivo. L'operazione si basa sulla capacità del carbone attivo di adsorbire, grazie alla sua porosità, la maggior parte delle sostanze organiche. Il sistema SCR-DeNOX è un sistema di abbattimento catalitico degli NOX con soluzione ammoniacale e di abbattimento catalitico ossidativo del CO. In questo impianto viene sfruttata la tendenza dell'ammoniaca a reagire con gli ossidi di azoto in presenza di catalizzatori selezionati che consentono un alta resa: gli ossidi di azoto vengono ridotti a N2. Nello stato post è previsto l inserimento di nuovi sistemi di abbattimento a carboni attivi sui camini E21, E22 ed E44; pacchetti di carboni attivi saranno anche presenti alle emissioni E60 ed E61, le quali entreranno in funzione solo in caso di malfunzionamento del post-combustore Il post-combustore rappresenta uno dei principali sistemi di abbattimento presenti in azienda; nell eventualità di un suo malfunzionamento le emissioni provenienti dal ciclo produttivo verranno convogliate ad uno scrubber (E1 ) e verrà potenziata l aspirazione dei camini E16, E39 e E40, mentre quelle relative al nuovo laboratorio Ricerca & Sviluppo saranno indirizzate ai pacchetti di filtri a carboni attivi presenti alle emissioni E60 ed E61. Emissioni idriche Sistema e raccolta e trattamento acque di prima pioggia L impianto ha la specifica funzione di: separare le acque di prima pioggia dalle successive acque precipitate (seconda pioggia) trattare le acque accumulate di prima pioggia mediante sistema a filtrazione smaltirle le acque dopo il trattamento Il ciclo di trattamento si svolge attraverso fasi di accumulo, trattamento e scarico. Le acque di prima pioggia transitano dalla vasca O3 dove subiscono una prima decantazione, successivamente ad un sistema di trattamento (Y8), se necessario, e infine alla vasca O5. A questo punto vengono analizzate e, se rientrano nei parametri della tabella IV del D.lgs 152/06, scaricate attraverso lo scarico S1. IN caso contrario le acque potranno essere di nuovo sottoposte al trattamento fino al raggiungimento dei limiti di legge o in caso contrario smaltite. Le acque di seconda pioggia bypassano la vasca di accumulo O3 e defluiscono direttamente nella fogna consortile attraverso lo scarico S1senza subire alcun trattamento. Le acque di prima pioggia di dilavamento coperture fabbricati, che non contengono sostanze inquinanti, saranno collettate, tramite circuito indipendente, al pozzetto di scarico S1 e da qui alla fogna consortile. Qualora necessario è prevista la possibilità di recuperare tali acque, previo trattamento, e riutilizzarle all interno del circuito di acqua industriale. Sistema raccolta acque meteoriche dai bacini di contenimento Analogamente alle acque di prima e seconda pioggia, le acque meteoriche raccolte nei bacini di contenimento vengono raccolte in una vasca di accumulo O4, dove avviene una prima decantazione delle particelle grossolane, successivamente ad un sistema di trattamento, se necessario, e infine alla

109 109 vasca O5. Tali acque vengono inviate al sistema di filtrazione, in comune con le acque di prima pioggia, solo se sono presenti sostanze inquinanti. L analisi viene eseguita prelevando manualmente un campione dalla vasca di accumulo O4; in caso di presenza di inquinanti l acqua viene mandata al trattamento e scaricata alla fogna consortile mediante il pozzetto S1. In caso di assenza di inquinanti l acqua dalla vasca O4 viene direttamente scaricata in fogna consortile bypassando il sistema di trattamento. Sistema di trattamento Il sistema di trattamento (Y8) delle acque di prima pioggia o meteoriche dei bacini di contenimento è comune ad entrambi i sistemi. Esso è basato principalmente su un trattamento fisico costituito da un processo di filtrazione e adsorbimento. Con un primo stadio di filtrazione su quarzite si rimuovono dall acqua eventuali particelle di materiale sedimentabile o in sospensione; con la sezione di adsorbimento su carboni attivi si eliminano le sostanze organiche. L elevata efficienza della filtrazione a sabbia quarzifera consente alla sezione di adsorbimento di potere operare nelle migliori condizioni e quindi rendere i carboni attivi più duraturi nel tempo, riducendo i costi di gestione Valutazione in merito al quadro ambientale SINTESI DELLE VARIAZIONI APPORTATE ALL IMPIANTO RISPETTO ALLA SITUAZIONE PRECEDENTEMENTE AUTORIZZATA Temi ambientali Consumo di materie prime Consumo di risorse idriche Produzione di energia Consumo di energia Combustibili utilizzati Emissioni in atmosfera di tipo convogliato Emissioni in atmosfera di tipo non convogliato Scarichi idrici Variazioni NO NO NO SI Aumento stimato max 20% SI Aumento stimato max 20% SI Layout Convogliamento di alcuni punti di emissione e implementazione sistemi di contenimento NO SI Layout e Gestione

110 110 Produzione di rifiuti Gestione rifiuti Aree di stoccaggio di rifiuti Aree di stoccaggio di materie prime Rumore Vulnerabilità idrogeologica del sito Paesaggio NO NO SI -Layout SI Modifica Layout e aumento stoccaggi\ materie prime NO SI Le opere di mitigazione proposte diminuiranno la vulnerabilità del sito rispetto alla situazione ante-operam NO La valutazione dei vari impatti ambientali ha messo in evidenzia una significatività bassa per alcune matrici ambientali come sopra esposto e una maggiore significatività per quanto riguarda la componente atmosfera dell impianto e la gestione degli stoccaggi delle materie prime e prodotti finiti. In base al principio di cautela saranno inserite nell Autorizzazione Integrata Ambientale specifiche prescrizioni, anche in merito alle misure da adottare in caso di eventuali guasti o incidenti. 4. CONTRIBUTI ISTRUTTORI l Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto con nota del 27/03/2014, acquisita al prot. n del 31/03/2014, formula le seguenti osservazioni a titolo di contributo istruttorio Le modifiche proposte dalla Elantas Italia S.r.l. risultano ammissibili ai sensi dell art. 11 delle Norme Tecniche di Attuazione del piano stralcio di bacino per l assetto idrogeologico del fiume Tronto vigente. Dalla documentazione prodotta risulta inoltre che non è variata la capacità produttiva nominale già autorizzata, non saranno realizzati nuovi volumi edilizi ed il nuovo parco serbatoi non determina nuova volumetria edilizia chiusa in grado di ostacolare il regolare deflusso delle acque. Si ritiene comunque necessario un approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del fiume Tronto oltre all eventuale monitoraggio degli stessi come già fatto rilevare in sede di conferenza dei servizi. Il Sindaco del Comune di Ascoli Piceno con nota del 28/03/2014, acquisita al prot. n del 07/04/2014, esprime parere favorevole ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. n. 1265/1934 alla modifica proposta dalla società ELANTAS Italia S.r.l. facendo proprie le prescrizioni relative al Piano di Monitoraggio e Controllo di cui al parere ARPAM sul Piano di Monitoraggio e Controllo e concordando con le richieste formulate dall Autorità di Bacino Interregionale del Fiume Tronto circa l approfondimento della stabilità / caratterizzazione degli argini del Fiume Tronto nonché dell eventuale monitoraggio degli stessi.

111 111 L Arpam Dipartimento di Ascoli Piceno con nota del 18704/2014, acquisita con prot. n VAA_08/ del 29/04/2014 esprime il proprio parere favorevole sulla base di quanto sopra rilevato, esaminata l intera documentazione presentata relativamente alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per le modifiche all impianto chimico integrato della ditta Elantas Italia Srl ubicato in Zona Industriale Campolungo, è possibile affermare che l impianto previsto risulta accettabile per la zona in esame. ALLEGATO: parere favorevole per la valutazione dell impatto acustico del progetto espresso dal Dirigente del Servizio RAD/Rumore di questo Dipartimento. ESITO DELL ISTRUTTORIA DI VIA Tutto quanto sopra considerato, si propone di ESPRIMERE giudizio positivo di compatibilità ambientale ai sensi e per gli effetti degli art. 9 e 11 della L.R. n. 7/2004 e ss.mm.ii al progetto presentato dalla ditta, con le prescrizioni riportate nell allegato B (Quadro Prescrittivo).

112 VALUTAZIONE INTEGRATA AMBIENTALE 5.1 INDIVIDUAZIONE BREF O LG O ALTRI DOCUMENTI TECNICI PERTINENTI Nome documento Data redazione o approvazione OFC Manufacture of Organic Fine Chemicals BREF 08/2006 POL Production of Polymers BREF 08/2007 EFS CWW LVOC Reference Document on Best Available Techniques on Emissions from Storage Common Waste Water and Waste Gas Treatment/Management System in the Chemical Sector Reference Document on Best Available Techniques in the Large Volume Organic Chemical Industry BREF 07/2006 Formal Draft D2 07/2011 BREF 02/2003 LCP Large Combustion Plants Formal Draft D1 06/2013 ENE Energy Efficiency BREF 02/2009 ECM Economics and Cross-MEDIA Effects REF 07/2006 ROM Monitoring of emissions from IED-installations Formal Draft FD 10/2013

113 113 INDIVIDUAZIONE DELLE BAT APPLICABILI ALL ATTIVITÀ N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 1 Prevention of environmental impact BAT is to provide an auditable trail for the integration of environmental, health and safety considerations into process development OFC Applicata Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact BAT is to develop new processes as follows: a) to improve process design to maximise the incorporation of all the input materials used into the final product OFC Applicata BAT is to develop new processes as follows: b) to use substances that possess little or no toxicity to human health and the environment. Substances should be chosen in order to minimize the potential for accidents, releases, explosions and fires OFC Applicata BAT is to develop new processes as follows: c) to avoid the use of auxiliary substances OFC Applicata BAT is to develop new processes as follows: d) to minimise energy requirements in recognition of the associated environmental and economic impacts. Reactions at ambient temperatures and pressures should be preferred BAT is to develop new processes as follows: e) to use renewable feedstock rather than depleting, wherever technically and economically practicable OFC Applicata OFC Applicata BAT is to develop new processes as follows: f) to avoid unnecessary derivatisation (e.g. blocking or protection groups) OFC Applicata

114 114 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 8 Prevention of environmental impact BAT is to develop new processes as follows: g) to apply catalytic reagents, which are typically superior to stoichiometric reagents OFC Applicata Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact Prevention of environmental impact BAT is to carry out a structured safety assessment for normal operation and to take into account effects due to deviations of the chemical process and deviations in the operation of the plant BAT is to apply one or a combination of the following techniques, in order to ensure that a process can be controlled adequately: a) organisational measures b) concepts involving control engineering techniques c) reaction stoppers (e.g. neutralisation, quenching) d) emergency cooling e) pressure resistant construction f) pressure relief. BAT is to establish and implement procedures and technical measures to limit risks from the handling and storage of hazardous substances OFC Applicata OFC Applicata OFC Applicata a) organisational measures b) concepts involving control engineering techniques d) emergency cooling e) pressure resistant construction f) pressure relief. Valido sia in caso di prodotti liquidi che solidi, sia in cisterna che in contenitori trasportabili 12 Prevention of environmental impact BAT is to provide sufficient and adequate training for operators who handle hazardous substances OFC Applicata

115 115 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note a) using closed and sealed equipment b) closing the production building and ventilating it mechanically Minimisation of environmental impact BAT is to design new plants in such a way that emissions are minimised by applying techniques including the following: a) using closed and sealed equipment b) closing the production building and ventilating it mechanically c) using inert gas blanketing for process equipment where VOCs are handled d) connecting reactors to one or more condensers for solvent recovery e) connecting condensers to the recovery/abatement system f) using gravity flow instead of pumps (pumps can be an important source of fugitive emissions) g) enabling the segregation and selective treatment of waste water streams h) enabling a high degree of automation by application of a modern process control system in order to ensure a stable and efficient operation. OFC Applicata c) using inert gas blanketing for process equipment where VOCs are handled d) connecting reactors to one or more condensers for solvent recovery e) connecting condensers to the abatement system f) using gravity flow instead of pumps (pumps can be an important source of fugitive emissions) h) enabling a high degree of automation by application of a modern process control system in order to ensure a stable and efficient operation.

116 116 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact BAT is to design, build, operate and maintain facilities, where substances (usually liquids) which represent a potential risk of contamination of ground and groundwater are handled, in such a way that spill potential is minimised. Facilities have to be sealed, stable and sufficiently resistant against possible mechanical, thermal or chemical stress OFC Applicata BAT is to enable leakages to be quickly and reliably recognised OFC Applicata 16 Minimisation of environmental impact BAT is to provide sufficient retention volumes to safely retain spills and leaking substances in order to enable treatment or disposal OFC Applicata 17 Minimisation of environmental impact BAT is to provide sufficient retention volume to safely retain fire fighting water and contaminated surface water OFC Applicata Gestione acque di scarico

117 117 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note a) carrying out loading and unloading only in designated areas protected against leakage run-off b) storing and collecting materials awaiting disposal in designated areas protected against leakage run-off 18 Minimisation of environmental impact BAT is to apply all the following techniques: a) carrying out loading and unloading only in designated areas protected against leakage run-off b) storing and collecting materials awaiting disposal in designated areas protected against leakage run-off c) fitting all pump sumps or other treatment plant chambers from which spillage might occur with high liquid level alarms or regularly supervising pump sumps by personnel instead d) establishing programmes for testing and inspecting tanks and pipelines including flanges and valves e) providing spill control equipment, such as containment booms and suitable absorbent material f) testing and demonstrating the integrity of bunds g) equipping tanks with overfill prevention. OFC Applicata c) fitting all pump sumps or other treatment plant chambers from which spillage might occur with high liquid level alarms or regularly supervising pump sumps by personnel instead d) establishing programmes for testing and inspecting tanks and pipelines including flanges and valves e) providing spill control equipment, such as containment booms and suitable absorbent material

118 118 N` Fase del processo produttivo Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to contain and enclose sources and to close any openings in order to minimise uncontrolled emissions BAT is to carry out drying by using closed circuits, including condensers for solvent recovery Stato di Data di OFC Applicata OFC Applicata BAT is to keep equipment closed for rinsing and cleaning with solvents OFC Applicata Note 22 Minimisation of environmental impact BAT is to use recirculation of process vapours where purity requirements allow this OFC Non Applicata Vapori di processo convogliati a termodistruzione Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact BAT is to close any unnecessary openings in order to prevent air being sucked to the gas collection system via the process equipment BAT is to ensure the airtightness of process equipment, especially of vessels OFC OFC 25 Minimisation of environmental impact BAT is to apply shock inertisation instead of continuous inertisation OFC Applicata Still, continuous inertisation has to be accepted due to safety requirements or where processes require further loading of material after inertisation. 26 Minimisation of environmental impact BAT is to minimise the exhaust gas volume flows from distillations by optimising the layout of the condenser OFC Applicata

119 119 N` Fase del processo produttivo Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to carry out liquid addition to vessels as bottom feed or with dipleg, unless reaction chemistry and/or safety considerations make it impractical. In such cases, the addition of liquid as top feed with a pipe directed to the wall reduces splashing and hence, the organic load in the displaced gas. If both solids and an organic liquid are added to a vessel, BAT is to use solids as a blanket in circumstances where the density difference promotes the reduction of the organic load in the displaced gas, unless reaction chemistry and/or safety considerations make it impractical BAT is to minimise the accumulation of peak loads and flows and related emission concentration peaks by, e.g. a) optimisation of the production matrix b) application of smoothing filters BAT is to avoid mother liquors with high salt content or to enable the work-up of mother liquors by the application of alternative separation techniques: a) membrane processes b) solvent-based processes c) reactive extraction d) or to omit intermediate isolation. BAT is to apply countercurrent product washing where the production scale justifies the introduction of the technique Stato di OFC Data di Non applicata a causa dei necessari agitazione e particolare ambiente di reazione OFC Applicata OFC n.a. OFC n.a. BAT is to apply water-free vacuum generation OFC Applicata Note optimisation of the production matrix

120 120 N` Fase del processo produttivo Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Minimisation of environmental impact Migliore tecnica disponibile BAT is to establish clear procedures for the determination of the desired end point of the reaction, for batch processes Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di OFC Applicata BAT is to apply indirect cooling OFC Applicata BAT is to apply a pre-rinsing step prior to rinsing/cleaning of equipment to minimise organic loads in wash-waters OFC n.a. BAT is to assess the options and to optimise the energy consumption OFC Applicata Note Mass balances and process waste stream analysis Mass balances and process waste stream analysis BAT is to establish mass balances for VOCs (including CHCs), TOC or COD, AOX or EOX and heavy metals on a yearly basis BAT is to carry out a detailed waste stream analysis in order to identify the origin of the waste stream and a basic data set to enable management and suitable treatment of exhaust gases, waste water streams and solid residues OFC Applicata OFC Applicata

121 121 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to assess at least the parameters given in Table 5.1 for waste water streams, unless the parameter can be seen as irrelevant from a scientific point of view: Standard Parameter Volume per batch Batches per year Volume per day Volume per year COD or TOC 38 Mass balances and process waste stream analysis BOD5 ph Bioeliminability Biological inhibition, including nitrification OFC Applicata Where it is expected AOX CHCs Solvents Heavy metals Total N Total P Chloride Bromide SO4 2- Residual toxicity 39 Mass balances and process waste stream analysis BAT is to monitor the emission profile which reflects the operational mode of the production process, for emission to air OFC Applicata

122 122 N` Fase del processo produttivo Mass balances and process waste stream analysis Mass balances and process waste stream analysis Mass balances and process waste stream analysis 43 Re-use of solvents Migliore tecnica disponibile BAT is to apply a continuous monitoring system (e.g. FID), where exhaust gases from various processes are treated in a central recovery/abatement system, in the case of a non-oxidative abatement/recovery system Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to individually monitor substances with ecotoxicological potential if such substances are released BAT is to assess individual exhaust gas volume flows from process equipment to recovery/abatement systems BAT is to re-use solvents as far as purity requirements (e.g. requirements according to cgmp) allow, by: a) using the solvent from previous batches of a production campaign for future batches as far as purity requirements allow b) collecting spent solvents for on-site or off-site purification and re-use c) collecting spent solvents for on-site or off-site utilisation of the calorific value Stato di OFC n.a. Data di OFC Applicata OFC Applicata OFC Applicata Note a) using the solvent from previous batches of a production campaign for future batches as far as purity requirements allow b) collecting spent solvents for on-site or off-site purification and re-use

123 123 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to select VOC recovery and abatement techniques according to the flow scheme in Figure 5.1: 44 Treatment of exhaust gases OFC Applicata

124 124 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to reduce emissions to the levels given in Table 5.2 where nonoxidative VOC recovery or abatement techniques are applied 45 Treatment of exhaust gases Parameter Total organic C Average emission level from point sources* 0.1 kg C/hour or 20 mg C/m3** OFC Applicata * The averaging time relates to the emission profile, the levels relate to dry gas and Nm3 ** The concentration level relates to volume flows without dilution by, e.g. volume flows from room or building ventilation

125 125 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to reduce VOC emissions to the levels given in Table 5.3 where thermal oxidation/incineration or catalytic oxidation are applied: Thermal oxidation/incineration or catalytic oxidation Total organic C 46 Treatment of exhaust gases Average mass flow <0.05 kg C/hour or Average concentration <5 mg C/m3 OFC Applicata The averaging time relates to the emission profile, levels relate to dry gas and Nm3

126 126 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to achieve the NOX emission levels given in Table 5.5 and, where necessary, to apply a DeNOX system (e.g. SCR or SNCR) or two stage combustion to achieve such levels, for thermal oxidation/incineration or catalytic oxidation: 47 Treatment of exhaust gases OFC Applicata 48 Treatment of exhaust gases BAT is to achieve the NOX emission levels given in Table 5.5 and, where necessary to apply treatment techniques such as scrubbing or scrubber cascades with scrubber media such as H2O and/or H2O2 to achieve such levels, for exhaust gases from chemical production processes OFC n.a.

127 127 N` Fase del processo produttivo Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Treatment of exhaust gases Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to achieve HCl emission levels of mg/m3 or kg/hour and, where necessary, to apply of one or more scrubbers using scrubbing media such as H2O or NaOH in order to achieve such levels BAT is to achieve Cl2 emission levels of mg/m3 and, where necessary, to apply techniques such as absorption of the excess chlorine and/or scrubbing with scrubbing media such as NaHSO3 in order to achieve such levels BAT is to achieve HBr emission levels <1 mg/m3 and, where necessary, to apply scrubbing with scrubbing media such as H2O or NaOH in order to achieve such levels BAT is to achieve NH3 emission levels of mg/m3 or kg/hour and, where necessary, to apply scrubbing with scrubbing media such as H2O or acid in order to achieve such levels BAT is to achieve NH3 slip levels from SCR or SNCR of <2 mg/m3 or <0.02 kg/hour BAT is to achieve SOx emission levels of 1 15 mg/m3 or kg/hour and, where necessary, to apply scrubbing with scrubbing media such as H2O or NaOH in order to achieve such levels BAT is to achieve particulate emission levels of mg/m3 or kg/hour and, where necessary, to apply techniques such as bag filters, fabric filters, cyclones, scrubbing, or wet electrostatic precipitation (WESP) in order to achieve such levels BAT is to remove free cyanides from exhaust gases, and to achieve a waste gas emission level of 1 mg/m3 or 3 g/hour as HCN Stato di Data di OFC Applicata OFC n.a. OFC n.a. OFC Applicata OFC Applicata OFC Applicata OFC Applicata OFC n.a. Note

128 128 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 57 Management and treatment of waste water streams BAT is to segregate and pretreat or dispose of mother liquors from halogenations and sulphochlorinations OFC n.a. 58 Management and treatment of waste water streams BAT is to pretreat waste water streams containing biologically active substances at levels which could pose a risk either to a subsequent waste water treatment or to the receiving environment after discharge OFC Applicata Gestione acque di scarico Management and treatment of waste water streams BAT is to segregate and collect separately spent acids, e.g. from sulphonations or nitrations for on-site or off-site recovery or to apply BAT given in OFC n.a. 60 Management and treatment of waste water streams For the purposes of pretreatment, BAT is to classify organic loading as follows: Refractory organic loading is not relevant if the waste water stream shows a bioeliminability of greater than about In cases with lower bioeliminability, the refractory organic loading is not relevant if it is lower than the range of about kg TOC per batch or per day OFC Applicata the refractory organic loading is not relevant if it is lower than the range of about kg TOC per batch or per day 61 Management and treatment of waste water streams BAT is to segregate and pretreat waste water streams containing relevant refractory organic loadings OFC n.a. 62 Management and treatment of waste water streams For the segregated waste water streams carrying a relevant refractory organic Load, BAT is to achieve overall COD elimination rates for the combination of pretreatment and biological treatment of >95 % OFC n.a.

129 129 N` Fase del processo produttivo Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to recover solvents from waste water streams for on-site or offsite reuse, using techniques such as stripping, distillation/rectification, extraction or combinations of such techniques, where the costs for biological treatment and purchase of fresh solvents are higher than the costs for recovery and purification BAT is to recover solvents from waste water streams in order to use the calorific value if the energy balance shows that overall natural fuel can be substituted BAT is to remove purgeable CHCs from waste water streams, e.g. by stripping, rectification or extraction and to achieve sum concentrations <1 mg/l in the outlet from pretreatment or to achieve sum concentrations of <0.1 mg/l in the inlet to the on-site biological WWTP or in the inlet to the municipal sewerage system BAT is to pretreat waste water streams with significant AOX loads and to achieve the AOX levels given in Table 5.6 in the inlet to the on-site biological WWTP or in the inlet to the municipal sewerage system BAT is to pretreat waste water streams containing significant levels of heavy metals or heavy metal compounds from processes where they are used deliberately and to achieve the heavy metal concentrations given in Table 5.7 in the inlet to the on-site biological WWTP or in the inlet to the municipal sewerage system Stato di Data di OFC Applicata OFC OFC Non applicata dall` azienda Applicata OFC n.a. OFC n.a. Gestione acque di scarico Note

130 130 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 68 Management and treatment of waste water streams BAT is to recondition waste water streams containing free cyanides in order to substitute raw materials where technically possible OFC n.a Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams Management and treatment of waste water streams BAT is to: a) pretreat waste water streams containing significant loads of cyanides and to achieve a cyanide level of 1 mg/l or lower in the treated waste water stream or to b) enable safe degradation in a biological WWTP After the application of BAT given in Sections , , , and (management and treatment of waste water streams), BAT is to treat effluents containing a relevant organic load, such as waste water streams from production processes, rinsing and cleaning water, in a biological WWTP BAT is to ensure that the elimination in a joint waste water treatment is overall not poorer than in the case of on-site treatment. This is realised by regular degradability/bioeliminability testing BAT is to take full advantage of the biological degradation potential of the total effluent and to achieve BOD elimination rates above 99 % and yearly average BOD emission levels of 1 18 mg/l. The levels relate to the effluent after biological treatment without dilution, e.g. by mixing with cooling water OFC n.a. OFC Applicata OFC n.a. OFC n.a. Gestione acque di scarico

131 131 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile BAT is to achieve the emission levels given in Table 5.8: Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 73 Management and treatment of waste water streams OFC n.a.

132 132 N` 74 Fase del processo produttivo Management and treatment of waste water streams Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to regularly monitor the total effluent to and from the biological WWTP measuring at least the parameters given in Table 5.1. Stato di Data di OFC Applicata Note regularly monitor the total effluent to the biological WWTP 75 Management and treatment of waste water streams BAT is to carry out regular biomonitoring of the total effluent after the biological WWTP where substances with ecotoxicological potential are handled or produced with or without intention OFC n.a. 76 Management and treatment of waste water streams BAT is to apply online toxicity monitoring in combination with online TOC measurement if residual acute toxicity is identified as a concern OFC n.a.

133 133 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 77 Management and treatment of waste water streams BAT is to implement and adhere to an Environmental Management System (EMS) that incorporates, as appropriate to individual circumstances, the following features: definition of an environmental policy for the installation by top management (commitment of the top management is regarded as a precondition for a successful application of other features of the EMS) planning and establishing the necessary procedures implementation of the procedures, paying particular attention to structure and responsibility training, awareness and competence communication employee involvement documentation efficient process control maintenance programme emergency preparedness and response safeguarding compliance with environmental legislation. checking performance and taking corrective action, paying particular attention to monitoring and measurement corrective and preventive action maintenance of records independent (where practicable) internal auditing in order to determine whether or not the environmental management system conforms to planned arrangements and has been properly implemented and maintained. review by top management. Three further features, which can complement the above stepwise, are considered as supporting measures. However, their absence is generally not inconsistent with BAT. These three additional steps are: having the management system and audit procedure examined and validated by an accredited certification body or an external EMS verifier preparation and publication (and possibly external validation) of a regular environmental statement describing all the significant environmental aspects of the installation, allowing for year-by-year comparison against environmental objectives and targets as well as with sector benchmarks as appropriate implementation and adherence to an internationally accepted voluntary system such as EMAS and EN ISO 14001:1996. OFC Applicata 12/12/2012

134 134 N` Fase del processo produttivo 78 Generic BAT 79 Generic BAT 80 Generic BAT Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 to reduce fugitive emissions by advanced equipment design including: o use of valves with bellow or double packing seals or equally efficient equipment. Bellow valves are especially recommended for highly toxic services o magnetically driven or canned pumps, or pumps with double seals and a liquid barrier o magnetically driven or canned compressors, or compressors using double seals and a liquid barrier o magnetically driven or canned agitators, or agitators with double seals and a liquid barrier o minimisation of the number of flanges (connectors) o effective gaskets o closed sampling systems o drainage of contaminated effluents in closed systems o collection of vents. to carry out a fugitive loss assessment and measurement to classify components in terms of type, service and process conditions to identify those elements with the highest potential for fugitive loss to establish and maintain an equipment monitoring and maintenance (M&M) and/or leak detection and repair (LDAR) programme based on a component and service database in combination with the fugitive loss assessment and measurement Stato di Data di POL Applicata POL Applicata POL Applicata Note

135 135 N` Fase del processo produttivo 81 Generic BAT 82 Generic BAT Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 to reduce dust emissions with a combination of the following techniques: o dense phase conveying is more efficient to prevent dust emissions than dilute phase conveying o reduction of velocities in dilute phase conveying systems to values as low as possible o reduction of dust generation in conveying lines through surface treatment and proper alignment of pipes o use of cyclones and/or filters in the air exhausts of dedusting units. The use of fabric filter systems is more effective, especially for fine dust o use of wet scrubbers. to minimise plant start-ups and stops to avoid peak emissions and reduce overall consumption (e.g. energy, monomers per tonne of product) Stato di Data di POL Applicata POL Applicata Note 83 Generic BAT to secure the reactor contents in case of emergency stops (e.g. by using containment systems) POL Applicata 84 Generic BAT to recycle the contained material or to use it as fuel POL Applicata 85 Generic BAT 86 Generic BAT to prevent water pollution by appropriate piping design and materials. To facilitate inspection and repair, effluent water collection systems at new plants and retrofitted systems are, e.g.: o pipes and pumps placed above ground o pipes placed in ducts accessible for inspection and repair. to use separate effluent collection systems for: o contaminated process effluent water o potentially contaminated water from leaks and other sources, including cooling water and surface run-off from process plant areas, etc. o uncontaminated water POL n.a. POL Applicata Gestione acque di scarico

136 136 N` Fase del processo produttivo 87 Generic BAT 88 Generic BAT 89 Generic BAT 90 Generic BAT Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 to treat the air purge flows coming from degassing silos and reactor vents with one or more of the following techniques: o recycling o thermal oxidation o catalytic oxidation o adsorption o flaring (only discontinuous flows). to use flaring systems to treat discontinuous emissions from the reactor system. Flaring of discontinuous emissions from reactors is only BAT if these emissions cannot be recycled back into the process or used as fuel to use, where possible, power and steam from cogeneration plants. Cogeneration is normally installed when the plant uses the steam produced, or where an outlet for the steam produced is available. The electricity produced can either be used by the plant or exported to recover the reaction heat through the generation of low pressure steam in processes or plants where internal or external consumers of the low pressure steam are available Stato di Data di POL Applicata POL Applicata POL Applicata POL n.a. Note 91 Generic BAT to re-use the potential waste from a polymer plant POL Applicata 92 Generic BAT to use pigging systems in multiproduct plants with liquid raw materials and products POL n.a. 93 Generic BAT to use a buffer for waste water upstream of the waste water treatment plant to achieve a constant quality of the waste water. This applies to all processes producing waste water, such as PVC and ESBR POL Applicata Gestione acque di scarico

137 137 N` Fase del processo produttivo 94 Generic BAT 95 Generic BAT BAT for unsaturated polyesters BAT for unsaturated polyesters 98 BAT for polyethylene Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 to treat waste water efficiently. Waste water treatment can be carried out in a central plant or in a plant dedicated to a special activity. Depending on the waste water quality, additional dedicated pretreatment is required. BAT is to implement and adhere to an Environmental Management System. Specifically for the polymer industry, it is also important to consider the following potential features of the EMS: the environmental impact from the eventual decommissioning of the unit at the stage of designing a new plant the development of cleaner technologies where practicable, the application of sectoral benchmarking on a regular basis, including energy efficiency and energy conservation activities, choice of input materials, emissions to air, discharges to water, consumption of water and generation of waste. to treat exhaust gases by one or more of the following techniques: o thermal oxidation o activated carbon to thermally treat waste water, arising mainly from the reaction (mostly together with waste gas). to reduce the emissions from finishing and storage sections by treatment of purge air Stato di POL Data di Applicata POL Applicata POL Applicata POL Applicata POL Applicata Gestione acque di scarico Note 99 BAT for polyethylene to use closed-loop cooling systems POL Applicata

138 138 N` 100 Fase del processo produttivo BAT for suspension processes Migliore tecnica disponibile application of closed-loop nitrogen purge systems and optimisation of the stripping process and recycling of monomers from the stripping process and condensation of the solvent and solvent selection. Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di POL Applicata Note 101 BAT for polyamides to treat flue-gases from polyamide production processes by wet scrubbing. POL Applicata 102 Tanks 103 Tanks BAT for a proper design is to take into account at least the following: the physico-chemical properties of the substance being stored how the storage is operated, what level of instrumentation is needed, how many operators are required, and what their workload will be how the operators are informed of deviations from normal process conditions (alarms) how the storage is protected against deviations from normal process conditions (safety instructions, interlock systems, pressure relief devices, leak detection and containment, etc.) what equipment has to be installed, largely taking account of past experiences of the product (construction materials, valve quality, etc.) which maintenance and inspection plan needs to be implemented and how to ease the maintenance and inspection work (access, layout, etc.) how to deal with emergency situations (distances to other tanks, facilities and to the boundary, fire protection, access for emergency services such as the fire brigade, etc.). BAT is to apply a tool to determine proactive maintenance plans and to develop risk-based inspection plans such as the risk and reliability based maintenance approach EFS Applicata EFS Applicata

139 139 N` Fase del processo produttivo 104 Tanks 105 Tanks 106 Tanks 107 Tanks Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to locate a tank operating at, or close to, atmospheric pressure aboveground. However, for storing flammable liquids on a site with restricted space, underground tanks can also be considered. For liquefied gases, underground, mounded storage or spheres can be considered, depending on the storage volume. BAT is to apply either a tank colour with a reflectivity of thermal or light radiation of at least 70 %, or a solar shield on aboveground tanks which contain volatile substances. BAT is to abate emissions from tank storage, transfer and handling that have a significant negative environmental effect On sites where significant VOC emissions are to be expected, BAT includes calculating the VOC emissions regularly. The calculation model may occasionally need to be validated by applying a measurement method. Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note 108 Tanks BAT is to apply dedicated systems EFS Applicata 109 Fixed Roof Tanks 110 Fixed Roof Tanks 111 Fixed Roof Tanks 112 Fixed Roof Tanks BAT is to apply a vapour treatment installation, for the storage of volatile substances which are toxic (T), very toxic (T+), or carcinogenic, mutagenic and reproductive toxic (CMR) categories 1 and 2 in a fixed roof tank For other substances, BAT is to apply a vapour treatment installation, or to install an internal floating roof. Direct contact floating roofs and non-contact floating roofs are BAT. For tanks < 50 m3, BAT is to apply a pressure relief valve set at the highest possible value consistent with the tank design criteria For liquids containing a high level of particles (e.g. crude oil) BAT is to mix the stored substance to prevent deposition that would call for an additional cleaning step EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata

140 140 N` Fase del processo produttivo Atmospheric horizontal tanks Atmospheric horizontal tanks 115 Tanks 116 Tanks 117 Tanks Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to apply a vapour treatment installation, for the storage of volatile substances which are toxic (T), very toxic (T+), or CMR categories 1 and 2 in an atmospheric horizontal tank, For other substances, BAT is to do all, or a combination, of the following techniques, depending on the substances stored: apply pressure vacuum relief valves; up rate to 56 mbar; apply vapour balancing; apply a vapour holding tank, or apply vapour treatment BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management system BAT is to implement and follow adequate organisational measures and to enable training and instruction of employees for safe and responsible operation of the installation BAT is to prevent corrosion by: selecting construction material that is resistant to the product stored applying proper construction methods preventing rainwater or groundwater entering the tank and if necessary, removing water that has accumulated in the tank applying rainwater management to bund drainage applying preventive maintenance, and where applicable, adding corrosion inhibitors, or applying cathodic protection on the inside of the tank. Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note

141 141 N` Fase del processo produttivo 118 Tanks 119 Tanks 120 Tanks 121 Tanks 122 Tanks Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to implement and maintain operational procedures e.g. by means of a management system to ensure that: high level or high pressure instrumentation with alarm settings and/or auto closing of valves is installed proper operating instructions are applied to prevent overfill during a tank filling operation, and sufficient ullage is available to receive a batch filling. BAT is to apply leak detection on storage tanks containing liquids that can potentially cause soil pollution. The applicability of the different techniques depends on the tank type BAT is to achieve a negligible risk level of soil pollution from bottom and bottom-wall connections of aboveground storage tanks. However, on a caseby-case basis, situations might be identified where an acceptable risk level is sufficient. BAT for aboveground tanks containing flammable liquids or liquids that pose a risk for significant soil pollution or a significant pollution of adjacent watercourses is to provide secondary containment, such as: tank bunds around single wall tanks; double wall tanks; cup-tanks; double wall tanks with monitored bottom discharge; BAT is to apply a full, impervious, barrier in the bund, for building new single walled tanks containing liquids that pose a risk for significant soil pollution or a significant pollution of adjacent watercourses Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note

142 142 N` Fase del processo produttivo 123 Tanks 124 Tanks 125 Tanks 126 Tanks Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 For existing tanks within a bund, BAT is to apply a risk-based approach, considering the significance of risk from product spillage to the soil, to determine if and which barrier is best applicable. This risk-based approach can also be applied to determine if a partial impervious barrier in a tank bund is sufficient or if the whole bund needs to be equipped with an impervious barrier. Impervious barriers include: a flexible membrane, such as HDPE a clay mat an asphalt surface a concrete surface. For chlorinated hydrocarbon solvents (CHC) in single walled tanks, BAT is to apply CHC-proof laminates to concrete barriers (and containments), based on phenolic or furan resins. One form of epoxy resin is also CHC-proof. BAT for underground and mounded tanks containing products that can potentially cause soil pollution is to: apply a double walled tank with leak detection, or to apply a single walled tank with secondary containment and leak detection For toxic, carcinogenic or other hazardous substances, BAT is to apply full containment. Stato di Data di EFS Applicata EFS n.a. EFS Applicata EFS Applicata Note 127 Storage of packaged dangerous substances BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management system EFS Applicata 128 Storage of packaged dangerous substances BAT is to appoint a person or persons who is or are responsible for the operation of the store. EFS Applicata

143 143 N` Fase del processo produttivo Storage of packaged dangerous substances Storage of packaged dangerous substances Storage of packaged dangerous substances Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to provide the responsible person(s) with specific training and retraining in emergency procedures and to inform other staff on the site of the risks of storing packaged dangerous substances and the precautions necessary to safely store substances that have different hazards. BAT is to apply a storage building and/or an outdoor storage area covered with a roof. For storing quantities of less than 2500 litres or kilograms dangerous substances, applying a storage cell is also BAT BAT is to separate the storage area or building of packaged dangerous substances from other storage, from ignition sources and from other buildings on- and off-site by applying a sufficient distance, sometimes in combination with fire-resistant walls. MSs apply different distances between the (outdoor) storage of packaged dangerous substances and other objects on- and offsite Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note

144 144 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT is to separate and/or segregate incompatible substances. For the compatible and incompatible combinations see Annex 8.3. MSs apply different distances and/or physical partitioning between the storage of incompatible substance 132 Storage of packaged dangerous substances EFS Applicata 133 Storage of packaged dangerous substances BAT is to install a liquid-tight reservoir, that can contain all or a part of the dangerous liquids stored above such a reservoir. The choice whether all or only a part of the leakage needs to be contained depends on the substances stored and on the location of the storage (e.g. in a water catchment area) and can only be decided on a case-by-case basis EFS Applicata

145 145 N` Fase del processo produttivo Storage of packaged dangerous substances Storage of packaged dangerous substances Storage of packaged dangerous substances Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to install a liquid-tight extinguishant collecting provision in storage buildings and storage areas. The collecting capacity depends on the substances stored, the amount of substances stored, the type of package used and the applied fire-fighting system and can only be decided on a case-bycase basis BAT is to apply a suitable protection level of fire prevention and fire-fighting measures. The appropriate protection level has to be decided on a case-bycase basis in agreement with the local fire brigade Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata BAT is to prevent ignition at source EFS Applicata Note General principles to prevent and reduce emissions General principles to prevent and reduce emissions General principles to prevent and reduce emissions BAT is to apply a tool to determine proactive maintenance plans and to develop risk-based inspection plans such as, the risk and reliability based maintenance approach For large storage facilities, according to the properties of the products stored, BAT is to apply a leak detection and repair programme. Focus needs to be on those situations most likely to cause emissions (such as gas/light liquid, under high pressure and/or temperature duties). BAT is to abate emissions from tank storage, transfer and handling that have a significant negative environmental effect. This is applicable to large storage facilities. EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata 140 General principles to prevent and reduce emissions BAT in preventing incidents and accidents is to apply a safety management system EFS Applicata

146 146 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note General principles to prevent and reduce emissions Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques BAT is to implement and follow adequate organisational measures and to enable the training and instruction of employees for safe and responsible operation of the installation BAT is to apply aboveground closed piping in new situations. For existing underground piping it is BAT to apply a risk and reliability based maintenance approach BAT is to minimise the number of flanges by replacing them with welded connections, within the limitation of operational requirements for equipment maintenance or transfer system flexibility BAT for bolted flange connections include: fitting blind flanges to infrequently used fittings to prevent accidental opening using end caps or plugs on open-ended lines and not valves ensuring gaskets are selected appropriate to the process application ensuring the gasket is installed correctly ensuring the flange joint is assembled and loaded correctly where toxic, carcinogenic or other hazardous substances are transferred, fitting high integrity gaskets, such as spiral wound, kammprofile or ring joints. BAT is to prevent corrosion by: selecting construction material that is resistant to the product applying proper construction methods applying preventive maintenance, and where applicable, applying an internal coating or adding corrosion inhibitors. EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata

147 147 N` Fase del processo produttivo Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 To prevent the piping from external corrosion, BAT is to apply a one, two, or three layer coating system depending on the site-specific conditions (e.g. close to sea). Coating is normally not applied to plastic or stainless steel pipelines BAT is to apply vapour balancing or treatment on significant emissions from the loading and unloading of volatile substances to (or from) trucks, barges and ships. The significance of the emission depends on the substance and the volume that is emitted, and has to be decided on a case-by-case basis. BAT for valves include: correct selection of the packing material and construction for the process application with monitoring, focus on those valves most at risk (such as rising stem control valves in continual operation) applying rotating control valves or variable speed pumps instead of rising stem control valves where toxic, carcinogenic or other hazardous substances are involved, fit diaphragm, bellows, or double walled valves route relief valves back into the transfer or storage system or to a vapour treatment system. Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note

148 148 N` Fase del processo produttivo Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 The following are some of the main factors which constitute BAT: proper fixing of the pump or compressor unit to its base-plate or frame having connecting pipe forces within producers recommendations proper design of suction pipework to minimise hydraulic imbalance alignment of shaft and casing within producers recommendations alignment of driver/pump or compressor coupling within producers recommendations when fitted correct level of balance of rotating parts effective priming of pumps and compressors prior to start-up operation of the pump and compressor within producers recommended performance range (The optimum performance is achieved at its best efficiency point.) the level of net positive suction head available should always be in excess of the pump or compressor regular monitoring and maintenance of both rotating equipment and seal systems, combined with a repair or replacement programme. BAT is to use the correct selection of pump and seal types for the process application, preferably pumps that are technologically designed to be tight such as canned motor pumps, magnetically coupled pumps, pumps with multiple mechanical seals and a quench or buffer system, pumps with multiple mechanical seals and seals dry to the atmosphere, diaphragm pumps or bellow pumps. BAT for compressors transferring non-toxic gases is to apply gas lubricated mechanical seals. Stato di Data di EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata Note

149 149 N` Fase del processo produttivo Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques Transfer and handling techniques 155 Enclosed storage of solids 156 Enclosed storage of solids 157 Enclosed storage of solids 158 Enclosed storage of solids 159 Enclosed storage of solids 160 Preventing incidents and (major) accidents Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT for compressors, transferring toxic gases is to apply double seals with a liquid or gas barrier and to purge the process side of the containment seal with an inert buffer gas. Stato di Data di EFS Applicata In very high pressure services, BAT is to apply a triple tandem seal system. EFS n.a. BAT, for sample points for volatile products, is to apply a ram type sampling valve or a needle valve and a block valve. Where sampling lines require purging, BAT is to apply closed-loop sampling lines. BAT is to apply enclosed storage by using, for example, silos, bunkers, hoppers and containers. Where silos are not applicable, storage in sheds can be an alternative. This is, e.g. the case if apart from storage, the mixing of batches is needed. BAT for silos is to apply a proper design to provide stability and prevent the silo from collapsing. BAT for sheds is to apply proper designed ventilation and filtering systems and to keep the doors closed. BAT is to apply dust abatement and a BAT associated emission level of 1 10 mg/m3, depending on the nature/type of substance stored. The type of abatement technique has to be decided on a case-by-case basis. For a silo containing organic solids, BAT is to apply an explosion resistant silo, equipped with a relief valve that closes rapidly after the explosion to prevent oxygen entering the silo BAT in preventing incidents and accidents is applying a safety management system EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS Applicata EFS n.a. EFS Applicata Note

150 150 N` Fase del processo produttivo Minimise dust from transfer and handling of solids Minimise dust from transfer and handling of solids Minimise dust from transfer and handling of solids Minimise dust from transfer and handling of solids Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to prevent dust dispersion due to loading and unloading activities in the open air, by scheduling the transfer as much as possible when the wind speed is low. However, and taking into account the local situation, this type of measure cannot be generalised to the whole EU and to any situation irrespective of the possible high costs. BAT is to make transport distances as short as possible and to apply, whereever possible, continuous transport modes. For existing plants, this might be a very expensive measure. Discontinuous transport (e.g. shovel or truck) generally generates more dust emissions than continuous transport such as conveyors. BAT for roads that are used by trucks and cars only, is applying hard surfaces to the roads of, for example, concrete or asphalt, because these can be cleaned easily to avoid dust being swirled up by vehicles. However, applying hard surfaces to the roads is not justified when the roads are used just for big shovel vehicles or when a road is temporary. Stato di EFS n.a. EFS n.a. Data di EFS Applicata BAT is to clean roads that are fitted with hard surfaces EFS Applicata Note

151 151 N` 165 Fase del processo produttivo BAT conclusions for environmental management systems Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to implement and adhere to an environmental management system (EMS) that incorporates all of the following features: I. commitment of the management; II. definition of an environmental policy that includes the continuous improvement of the installation by the management; III. planning and establishing the necessary procedures, objectives and targets, in conjunction with financial planning and investment; IV. implementation of procedures paying particular attention to: a. structure and responsibility b. training, awareness and competence c. communication d. employee involvement e. documentation f. efficient process control g. maintenance programmes h. emergency preparedness and response i. safeguarding compliance with environmental legislation; V. checking performance and taking corrective action, paying particular attention to: a. monitoring and measurement (see also the Reference Document on the General Principles of Monitoring) b. corrective and preventive action c. maintenance of records d. independent (where practicable) internal or external auditing in order to determine whether or not the EMS conforms to planned arrangements and has been properly implemented and maintained; VI. review of the EMS and its continuing suitability, adequacy and effectiveness by senior management; VII. requirement to follow the development of cleaner technologies; VIII. consideration for the environmental impacts from the eventual decommissioning of the installation at the stage of designing a new plant, and throughout its operating life; IX. application of sectoral benchmarking on a regular basis. Stato di Data di CWW Applicata Note

152 152 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 166 BAT conclusions for environmental management at chemical sites BAT is to reduce the environmental risks and impacts by applying all of the following management techniques: I. establishing a convention between two or more operators or owners of installations that operate on the same chemical site in order to enhance cooperation between the various operators on environment, health and safety issues; II. setting operating procedures that describe the necessary interactions between the operators of the individual installations producing the waste waters and the operators of the central waste water treatment plant; III. establishing local emergency procedures at all plants/units or areas of the chemical site to ensure that leaks of harmful substances are appropriately dealt with; IV. establishing a pollution incident response plan at the site level; V. establishing and maintaining a stream inventory/register in order to ensure the proper functioning of the central waste water pre-treatment and/or central waste water treatment plants and central waste gas treatment plants by identifying the parameters that can have an influence on the performance of these treatment plants; VI. having an emergency storage capacity at the chemical site in order to allow the storage of any spillage into the waste water collection system at the site and/or fire-fighting water for its further recovery, treatment and/or safe disposal. IX. Avoiding or protecting underground piping and installing leak detection systems. X. Taking appropriate measures during normal operation, turn-around or major revamping to ensure that underground piping and sewers are not damaged during the intervention of heavy equipment on site (such as trucks and cranes). If necessary, this can include temporarily protecting the underground structures. XI. Regular inspection of underground pipe work visually and/or by means of a remote operated camera to detect damages and possible leaks. CWW Applicata

153 153 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 167 BAT conclusions for environmental management at chemical sites BAT is to prevent soil and groundwater contamination by applying a combination of the following operational techniques: I. Testing and demonstrating the integrity and tightness of all structural boundaries and their resistance to penetration by water or other substances. II. The loading and unloading of materials only in designated areas protected against leakage run-off and whilst awaiting disposal, collecting and storing all materials in designated areas protected against leakage run-off. III. Equipping all pump sumps or other treatment plant chambers from which spillages might occur with alarms activated by high levels of liquid. IV. Establishing and carrying out of a programme for the testing and inspection of tanks and pipelines. V. Carrying out of inspections to identify possible leaks on all flanges and valves on pipes used to transport materials other than water; maintaining a log of these inspections. VI. Providing a catchment system to collect any leaks from flanges and valves on pipes used to transport materials other than water, except when the construction of flanges or valves is technically tight. VII. Providing an adequate supply of containment booms and suitable absorbent material. VIII. Testing of all bunds at least once every three to five years. IX. Avoiding or protecting underground piping and installing leak detection systems. X. Taking appropriate measures during normal operation, turn-around or major revamping to ensure that underground piping and sewers are not damaged during the intervention of heavy equipment on site (such as trucks and cranes). If necessary, this can include temporarily protecting the underground structures. XI. Regular inspection of underground pipe work visually and/or by means of a remote operated camera to detect damages and possible leaks. CWW Applicata

154 154 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for energy management at chemical sites BAT conclusions for energy management at chemical sites BAT conclusions for waste management at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to reduce energy consumption by applying one or more of the following techniques: I. use of excess steam II. recovery of exothermic reaction heat through the generation of lowpressure steam III. energetically coupled distillation. BAT is to reduce energy consumption at central waste water pretreatment and/or treatment plants by adopting an energy management plan. The key components of an energy management plan are: I. to create a system to track energy usage and costs II. to perform energy audits of major operations III. to upgrade equipment, systems and controls, including facility and collection system improvements to increase energy efficiency IV. to develop a cost-effective electric supply purchasing strategy V. to optimise load profiles by shifting operations to store waste water during periods of highest load rather than operating pumps, where possible VI. to develop in-house energy management training for operators. BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce waste generation by adopting a waste management plan that, in order of priority, ensures that waste is prepared for reuse, recycling, recovery or disposal for all the identified waste fractions. Stato di Data di CWW Applicata CWW Applicata CWW Applicata Note

155 155 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 171 BAT conclusions for waste management at chemical sites BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce waste generation by using one or more of the following waste reuse/recycle techniques: Technique Applicability I. recycling and reuse of used containers/drums Applicable to hard packaging like drums and containers starting with a specific size (60 litres). Recycling and reuse of containers that contain hazardous and/or toxic substances are restricted. II. recycling of used soft packaging materials Applicable to small and soft packaging material that is not contaminated with hazardous and/or toxic substances and that cannot be cleaned for reuse. III. recycling and reuse of solvents and by-products May be restricted where the purity requirements of the final solvents and by-products prevent recycling and reuse from taking place. CWW Applicata

156 156 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for waste management at chemical sites BAT conclusions for waste management at chemical sites BAT conclusions for waste management at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to reduce energy, chemical and handling capacity requirements of sludge for its subsequent treatment by reducing its water content by applying one of the following sludge thickening techniques: I. Gravity thickening II. Centrifugal thickening III. Flotation thickening IV. Gravity belt thickening V. Rotary drum thickening BAT is to reduce the pathogenic content, to eliminate offensive odours and to reduce the putrescibility of sludge by applying one of the following sludge stabilisation techniques: I. Chemical stabilisation II. Thermal stabilisation III. Aerobic digestion IV. Anaerobic digestion V. Dual sludge stabilisation BAT is to reduce the water content of the sludge before its final disposal in order to render it odourless and non-putrescible, to reduce its potential to produce leachate at the final disposal site, to increase its energy content if it is to be incinerated and to reduce the cost of sludge transport to the final disposal site by applying one of the following sludge dewatering techniques: I. Centrifugal dewatering II. Belt filter press dewatering III. Filter press dewatering Stato di CWW CWW CWW Data di Applicata Applicata Applicata Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Note

157 157 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT conclusions for waste management at chemical sites BAT conclusions for the prevention/reduction of diffuse VOC emissions from chemical plants at chemical sites BAT conclusions for the prevention/reduction of diffuse VOC emissions from chemical plants at chemical sites BAT is to prevent pollutant discharges from sludge treatment facilities to the environment by recirculating the liquid effluent resulting from the treatment of sludge by any of the techniques cited above to the central waste water treatment plant. BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce diffuse VOC emissions during the plant design phase by applying a combination of the following techniques: I. limiting the number of potential emission sources II. maximising inherent process containment features III. selecting high integrity equipment IV. selecting appropriate materials for equipment V. facilitating monitoring and maintenance activities by ensuring good access to components that have the potential to leak VI. collecting and treating diffuse VOC emissions. BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce diffuse VOC emissions related to plant installation and commissioning by applying all of the following techniques: I. having strict and well-defined procedures for construction and assembly II. ensuring that gaskets are installed correctly, and that the highest possible gasket stress is used during the installation of flanged joints III. having robust commissioning and hand-over procedures to ensure that the plant is installed in line with the design requirements. CWW Applicata CWW Applicata CWW Applicata Gestione acque di scarico Progetto Pordoi

158 158 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for the prevention/reduction of diffuse VOC emissions from chemical plants at chemical sites BAT conclusions for prevention/reduction of odour emissions at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce fugitive VOC emissions related to plant operation by adopting a leak detection and repair (LDAR) programme in order to identify leaking components, and to repair these leaks to minimise losses. BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce odour emissions by applying I and II below: I. setting up and implementing an odour management plan, as part of the environmental management system, that includes all of the following elements: a. an odour management strategy b. a protocol for conducting odour monitoring c. a protocol for response to identified odour events d. an odour prevention and elimination programme designed to identify the source, nature, emission and dispersion of odours generated on site, to characterise them and to implement elimination and/or reduction measures e. a reporting programme to regularly advise management on the results of the odour management plan f. a review programme to regularly update the odour management plan; II. using a combination of the following management techniques: a. training of staff on odour minimisation b. implementing an odour monitoring programme c. reviewing historical odour incidents and remedies and disseminating odour incident knowledge. Stato di Data di CWW Applicata CWW Applicata Note

159 159 N` 180 Fase del processo produttivo BAT conclusions for prevention/reduction of odour emissions at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce odour emissions from waste water collection systems, central waste water pretreatment and/or treatment plants and sludge treatment facilities by applying a combination of the following techniques: I. use of tools such as odour emissions factors for predicting the odorous impact of changes in the waste water quality or quantity or in the nature and duration of the waste water treatment and taking necessary measures to minimise this impact; II. use of closed waste water collection systems with controlled vents; III. use of chemicals to reduce the formation of and to oxidise hydrogen sulphide in waste water collection systems and waste water pre-treatment/ treatment plants; IV. quick emptying and cleaning of storm water tanks; V. prevention of the storage of waste water in the emergency storage basin for longer than necessary; VI. use of floating covers on open tanks, basins and lagoons (e.g. grit chambers, sedimentation/clarification tanks, oil separators, aeration tanks, sludge treatment equipment such as the sludge holding tank and filter presses) and collecting the waste gas by an exhaust system to be further treated; VII. minimisation of the number of waste water pumping stations and the length of pipes; VIII. prevention of over-aeration in equalisation basins whilst maintaining sufficient mixing; IX. frequent removal of surface scums and skimming in waste water treatment tanks; X. ensuring sufficient aeration capacity and mixing properties in aeration tanks and revising the aeration system regularly; XI. use of pure oxygen instead of atmospheric air in the aeration tanks; XII. prevention or minimisation of anaerobic conditions (that can occur during peak loading) in trickling filters and rotating biological contactors; XIII. carrying out denitrification operations in such a way that anoxic treatment does not take too long; XIV. maintaining proper operation of secondary clarifier sludge collection and return sludge pumping; XV. minimisation of effluent residence time under anaerobic conditions; XVI. avoiding mixing sludge formed before biological treatment (i.e. primary sludge) and sludge from biological treatment when they are sent for further treatment; XVII. minimisation of retention time of sludge in sludge storages by sending the sludge continuously to the sludge treatment units. Stato di Data di CWW Applicata Note

160 160 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 181 BAT conclusions for prevention/reduction of odour emissions at chemical sites BAT is to reduce odour emissions by using one of the following end-ofpipe odour treatment techniques: I. Adsorption Adsorption with activated carbon is not suitable for wet waste gas streams and for VOC concentrations higher than 50 g/nm3. Adsorption with zeolites is not suitable for wet waste gas streams. II. Wet gas scrubbing For alkaline oxidative scrubbers the particulate matter content should be less than 10 mg/nm3. [Please TWG provide information on restrictions for the applicability of the technique encountered in your experience] III. Coolant condensation Applicable for (odour) components easily dissolvable in water and to odour concentration of higher than oue/nm3. IV. Thermal oxidation V. Catalytic oxidation VI. Biofiltration VII. Bioscrubbing VIII. Biotrickling IX. Moving bed trickling filter X. Ionisation XI. Photo/UV oxidation CWW Applicata

161 161 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT conclusions for prevention/reduction of noise emissions at chemical sites BAT conclusions for prevention/reduction of noise emissions at chemical sites BAT is to prevent, or where that is not practicable, to reduce noise emissions from central waste water pre-treatment and/or treatment plants and sludge treatment facilities by enclosing noisy equipments such as pumps and compressors. BAT is to reduce noise emissions from flaring by applying a combination of the following techniques: I. using air-blown flares or enclosed ground flares II. reduction or attenuation of the high-frequency steam jet noise by using multiport steam injectors and installing the injectors in a way that the jet streams can interact and reduce the mixing noise III. using a silencer around the steam injector as an acoustic shield for the injectors IV. increasing the efficiency of the suppressant with better and more responsive forms of control V. restricting the steam pressure to <0.7 MPa gauge. CWW Applicata CWW Applicata 184 Waste water collection and segregation at chemical sites BAT is to reduce the volume of waste water to be treated and to increase possible material recycling and/or reuse by installing waste water collection and segregation systems designed based on the results of the stream inventory/register CWW Applicata Gestione acque di scarico

162 162 N` Fase del processo produttivo Waste water collection and segregation at chemical sites Waste water collection and segregation at chemical sites Waste water collection and segregation at chemical sites Waste gas collection at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to avoid the contamination of rainwater from production-related activities by applying a combination of the following techniques: I. installing roofs over production areas II. installing roofs over storage areas III. avoiding overpressure/safety venting discharges (e.g. from relief valves of tanks) to roofed areas and protecting the discharge port of the venting devices from rainwater. BAT is to prevent uncontrolled discharge of potentially contaminated rainwater from production areas and fire-fighting water from a chemical site by collecting them in a storage tank for their further control, treatment and/or disposal. If the monitoring results demonstrate that the rainwater is not contaminated, BAT is to apply one or more of the following techniques: I. reuse of the rainwater as process water at the chemical site II. direct discharge to the receiving water body III. discharge to the municipal sewerage system. BAT is to remove the pollutants from the contaminated rainwater collected at chemical sites by a combination of physical, chemical and/or biological treatment techniques. BAT is to reduce the volume of waste gas to be treated by minimising the gas flow rate to the control unit by enclosing the emission sources as much as possible by means of separating the sources of emission from their surroundings. Stato di Data di CWW Applicata CWW CWW Applicata Applicata CWW Applicata Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Note

163 163 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 189 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to reduce the consumption of fresh water, to reduce the volume and/or load of waste water streams, to enhance the reuse of waste water within the production processes and/or to recover and reuse raw materials by applying one or more of the following process-integrated techniques: I. countercurrent extraction II. reactive extraction III. multiple use and recirculation of waste water effluents IV. indirect cooling with vapour phases V. water-free vacuum generation VI. liquid ring vacuum pumps using solvents as the ring medium VII. closed cycle liquid ring vacuum pumps VIII. water-free processes for waste gas treatment IX. substance recovery from mother liquors and substance retention by optimised processes X. use of low contaminated raw materials and auxiliaries XI. countercurrent product washing. CWW Applicata

164 164 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to remove the pollutants from waste waters generated at chemical sites before their discharge to a receiving water body by applying one of the following techniques. I. Collection of waste waters and their treatment at a central waste water treatment plant on the chemical site, with or without an on-site central pretreatment of the tributary streams. II. Collection of waste waters and their treatment at a waste water treatment plant outside the chemical site, provided that an equivalent level of protection of the environment as a whole is guaranteed and provided this does not lead to higher levels of pollution in the environment BAT is to reduce the amount of pollutants in the tributary waste water streams prior to their discharge to a downstream biological waste water treatment plant by applying all of the following techniques: I. Assessing the possible positive (e.g. neutralisation, stabilisation) and/or negative (e.g. formation of chlorinated organics) synergistic effects upon mixture of different waste water streams based on the stream inventory/register II. Identifying waste water streams carrying pollutants at levels that could adversely affect the downstream biological waste water treatment. Stato di CWW CWW Data di Applicata Applicata Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Note

165 165 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 192 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to remove free oil, grease, de-emulsified oil and other no soluble light liquids that tend to build up on top of the waste waters prior to their discharge to a downstream biological waste water treatment plant by applying one of the following techniques: Technique Applicability I. API separator Applicable to large slugs of free oil. II. Parallel plate interceptor Applicable to small oil droplets. III. Corrugated plate interceptor Applicable to small oil droplets. CWW Non Applicata Gestione acque di scarico Data la bassa concentrazione di oli e grassi liberi, verrà adottato un sistema di filtrazione su carboni attivi 193 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to avoid any subsequent risk to the receiving environment by recovering and reusing the skimmed oil in the process units and/or safely disposing of the skimmed oil. CWW Applicata Gestione acque di scarico Data la bassa concentrazione di oli e grassi liberi, verrà adottato un sistema di filtrazione su carboni attivi

166 166 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 194 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to reduce the low- and/or non-biodegradable organic pollutants (refractory organics) and/or toxic substances in the tributary waste water streams prior to their discharge to a downstream biological waste water treatment plant by applying one or more of the following techniques: Technique Applicability I. Chemical oxidation Restrictions may exist due to the risk of generating organic halides with the use of chlorine, hypochlorite and chlorite (or the respective halogen compounds) as the oxidising agent. II. Chemical reduction Applicable to a limited number of inorganic compounds. III. Chemical hydrolysis Low solubility in aqueous media may restrict the applicability. IV. Adsorption with activated carbon Total suspended solids concentration should be less than 20 mg/l for fixed-bed adsorbers and less than 10 mg/l for moving bed adsorbers. Pollutant concentration should be less than 100 mg/l without adsorbent recovery and less than 500 g/l with adsorbent recovery. V. Extraction Waste water should be almost free of suspended solids and/or emulsions. VI. Wet air oxidation Dilution required for COD concentrations above mg/l. Fluoride concentration should be less than 10 mg/l for low-pressure oxidation and less than 5 mg/l for high-pressure oxidation. To avoid corrosion, chloride concentration should be less than 50 g/l. CWW Applicata Gestione acque di scarico sistema di filtrazione su carboni attivi

167 167 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 195 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to reduce the phenols in the tributary waste water streams prior to their discharge to a downstream biological waste water treatment plant by applying one of the following techniques: Technique (1) Applicability I. Extraction Waste water should be almost free of suspended solids and/or emulsions. II. Adsorption with activated carbon Total suspended solids concentration should be less than 20 mg/l for fixed-bed adsorbers and less than 10 mg/l for moving bed adsorbers. Pollutant concentration should be less than 100 mg/l without adsorbent recovery and less than 500 g/l with adsorbent recovery. III. Wet oxidation with hydrogen peroxide Dilution or a multi-reactor system is required for TOC concentrations above mg/l. CWW Applicata Gestione acque di scarico sistema di filtrazione su carboni attivi 196 BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT is to prevent fluctuations in the effluent waste water quality and to lower effluent emissions by balancing of flows and pollution loads/concentrations at the inlet to the central waste water treatment plant by using an equalisation tank. CWW Applicata Gestione acque di scarico

168 168 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note BAT conclusions for waste water management and treatment at chemical sites BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT is to reduce the emission of pollutants to the receiving environment due to operational failures, equipment leakages and any accidental spills by having a buffer storage capacity available in order to store waste waters for their further recovery, treatment and/or disposal. BAT is to recycle/reuse in the original or other production processes at least the following pollutants from waste gas streams of chemical production processes: I. volatile organic compounds (VOCs), recovered from solvent vapours or vapours of low boiling products II. VOCs used as an energy carrier in incinerators/oxidisers or boilers III. hydrogen chloride to produce hydrochloric acid IV. ammonia to recycle into the production process V. sulphur dioxide transferred into sulphuric acid, sulphur or gypsum VI. dust that contains high amounts of solid raw products or end-products. CWW Applicata CWW Applicata

169 169 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to reduce the emissions of particulate matter (dust, heavy metals and their compounds, aerosols, mist and soot) in waste gas streams from chemical production processes by applying one or a combination of the following techniques: Technique Applicability I. Settling chamber/gravitational separator Generally applicable. II. Cyclones Generally applicable. III. Electrostatic precipitator IV. Wet dust scrubber V. Fabric filter VI. Ceramic/metal filter Sticky dusts need to be avoided. VII. Catalytic filtration Waste gas should be free of substances that can deactivate the catalyst (e.g. arsenic). VIII. Two-stage dust filter Generally applicable. IX. Absolute filter Generally applicable. X. High efficiency air filter (HEAF) Generally applicable. XI. Mist filter Dust content in the waste gas should be less than 1 mg/nm3. BAT is to recover hydrogen chloride and sulphur dioxide in waste gas streams from chemical production processes by applying one of the following techniques: I. wet gas scrubbing with water II. desulphurisation. Stato di Data di CWW Applicata CWW n.a. Note

170 170 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 201 BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT is to recover VOCs and inorganic compounds in waste gas streams from chemical production processes and reduce their emissions by applying one of the following techniques: Technique Applicability I. Membrane separation Very low particulate matter concentration required in the feed. II. Condensation and cryogenic condensation III. Adsorption Adsorption with activated carbon not suitable for wet waste gas streams and for VOC concentrations higher than 50 g/nm3. Adsorption with zeolites not suitable for wet waste gas streams. IV. Wet gas scrubbing CWW Applicata

171 171 N` 202 Fase del processo produttivo BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to reduce emissions of VOCs in waste gas streams from chemical production processes by applying one of the following techniques: Technique Applicability I. Biofiltration Applicable for the abatement of low concentration of water soluble readily biodegradable components. II. Bioscrubbing Applicable for the abatement of low concentration of readily biodegradable components. Not applicable to the abatement of aliphatic hydrocarbons, aromatic hydrocarbons except naphthalene, ethers, carbon disulphide, nitro compounds and halogenated hydrocarbons except chlorophenols. III. Biotrickling Applicable for the abatement of low concentration of readily biodegradable components. Not applicable to the abatement of aliphatic hydrocarbons. IV. Moving bed trickling filter Generally applicable. V. Thermal oxidation When halogenated VOCs are present, to suppress the generation of dioxins/furans (PCDD/F), oxidation conditions should be as follows: residence time > 2 seconds, temperature > 1100 C (850 C when incinerating with less than 1 % of halogenated organic substances) and an oxygen content of > 3%. Some waste gas pre-treatment can be necessary, such as condensing the water vapour from a wet waste gas. VI. Catalytic oxidation Applicable for the abatement of low waste gas volumes with slight variation in the type and concentration of VOCs and where catalyst poisons or other fouling contaminants are not present. Some waste gas pre-treatment can be necessary, such as condensing the water vapour from a wet waste gas, the removal of solids and liquids and the removal of catalyst poisons. VII. Ionisation Applicable for the abatement of waste gas streams with low VOC concentrations and where the application of thermal/catalytic oxidation is not effective. VIII. Photo/UV oxidation Applicable for the abatement of waste gas streams with VOC concentrations of less than 500 mg/nm3 Stato di Data di Note CWW Applicata Thermal oxidation

172 172 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 203 BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT is to reduce emissions of nitrogen oxides in waste gas streams from chemical production processes by applying I and II below: I. one or more of the primary techniques, such as: Technique Applicability a. Substitution of raw materials/fuel b. Low-NOx burners c. Reburning II. one of the secondary techniques, such as: Technique Applicability a. Selective catalytic reduction (SCR) At relatively high SO3 levels, the process has to run at a high temperature to prevent condensation. b. Selective non-catalytic reduction (SNCR) Not suited for sources with a low NOX level. CWW Applicata 204 BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT is to minimise the need for flaring by correct plant design (e.g. using high integrity relief valves, having a gas recovery system) and good plant management (e.g. having advanced process control). CWW Applicata 205 BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT is to dispose only of excess combustible gases that cannot otherwise be recovered from non-routine operational conditions (e.g. start-ups, shutdowns), emergency situations and/or upset conditions by use of flaring. CWW Applicata

173 173 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions for waste gas management and treatment at chemical sites BAT conclusions on monitoring of final effluent discharge from central waste water treatment plants BAT conclusions on monitoring of final effluent discharge from central waste water treatment plants Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to maximise the combustion efficiency of flares by appropriate selection and design of the flare system and closely monitoring the heat content of the flare fuel mixture, the ratio of fuel gas to assist gas (air or steam) and burner tip velocity and the crosswind velocity. BAT is to measure all relevant parameters to adjust and optimise continuously the waste water treatment and to ensure stable and smooth operation of the waste water treatment plant. The parameters to be monitored as well as the frequency of monitoring is site-specific and depend in particular on the type of chemical production, the type and amount of pollutants in the waste waters, and the nature of the recipient water body. BAT is to continuously monitor at least waste water flow, ph and temperature in the effluents discharged from central waste water treatment plants. Stato di Data di CWW Applicata CWW CWW Applicata Parzialmente Applicata Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Note waste water flow Scarico convogliato a depuratore consortile.

174 174 N` Fase del processo produttivo BAT conclusions on monitoring of final effluent discharge from central waste water treatment plants BAT conclusions on monitoring of final effluent discharge from central waste water treatment plants BAT conclusions on monitoring of final effluent discharge from central waste water treatment plants Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT is to monitor chemical oxygen demand (COD) (or total organic carbon, TOC), biochemical oxygen demand (BOD5), total suspended solids (TSS), total nitrogen and ammoniacal nitrogen in the effluent of the treatment plant by using flow-proportional 24-hour composite samples collected at the same well-defined point at the outlet of the central waste water treatment plant. These samples are the basis for reporting yearly average emission values. When one or more of the following pollutants are likely to be emitted in significant quantities, BAT is to measure these pollutants periodically (the monitoring frequency is site-specific): I. heavy metals II. adsorbable organically bound halogens (AOX) (or extractable organic halogens, EOX) III. other relevant pollutants (e.g. chlorides, sulphates, phenols, specific organic compounds). BAT is to assess and to minimise the release of hazardous substances by discharge of waste water effluents containing chemicals which are persistent, liable to bioaccumulate and/or toxic by using the whole effluent assessment (WEA) technique. Stato di CWW CWW CWW Data di Applicata Applicata Applicata Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Gestione acque di scarico Note

175 175 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 212 Pollution prevention and minimisation BAT for the design of new LVOC processes, and for the major modification of existing processes, is an appropriate combination or selection of the following techniques: carry out chemical reactions and separation processes continuously, in closed equipment subject continuous purge streams from process vessels to the hierarchy of: re-use, recovery, combustion in air pollution control equipment, and combustion in nondedicated equipment minimise energy use and to maximise energy recovery use compounds with low or lower vapour pressure give consideration to the principles of Green Chemistry. LVOC Applicata

176 176 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 213 Pollution prevention and minimisation BAT for the prevention and control of fugitive emissions is an appropriate combination or selection of, inter alia, the following techniques: a formal Leak Detection and Repair (LDAR) programme to focus on the pipe and equipment leak points that provide the highest emission reduction per unit expenditure repair pipe and equipment leaks in stages, carrying out immediate minor repairs (unless this is impossible) on points leaking above some lower threshold and, if leaking above some higher threshold, implement timely intensive repair. The exact threshold leak rate at which repairs are performed will depend on the plant situation and the type of repair required. replace existing equipment with higher performance equipment for large leaks that cannot otherwise be controlled install new facilities built to tight specifications for fugitive emissions the following, or equally efficient, high performance equipment: - valves: low leak rate valves with double packing seals. Bellow seals for high-risk duty - pumps: double seals with liquid or gas barrier, or seal-less pumps - compressors and vacuum pumps: double seals with liquid or gas barrier, or seal-less pumps, or single seal technology with equivalent emission levels - flanges: minimise the number, use effective gaskets - open ends: fit blind flanges, caps or plugs to infrequently used fittings; use closed loop flush on liquid sampling points; and, for sampling systems / analysers, optimise the sampling volume/frequency, minimise the length of sampling lines or fit enclosures. - safety valves: fit upstream rupture disk (within any safety limitations). LVOC Applicata

177 177 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note 214 Pollution prevention and minimisation BAT for storage, handling and transfer is, in addition to those in the Storage BREF, an appropriate combination or selection of, inter alia, the following techniques: external floating roof with secondary seals (not for highly dangerous substances), fixed roof tanks with internal floating covers and rim seals (for more volatile liquids), fixed roof tanks with inert gas blanket, pressurised storage (for highly dangerous or odorous substances) inter-connect storage vessels and mobile containers with balance lines minimise the storage temperature instrumentation and procedures to prevent overfilling impermeable secondary containment with a capacity of 110 % of the largest tank recover VOCs from vents (by condensation, absorption or adsorption) before recycling or destruction by combustion in an energy raising unit, incinerator or flare continuous monitoring of liquid level and changes in liquid level tank filling pipes that extend beneath the liquid surface bottom loading to avoid splashing sensing devices on loading arms to detect undue movement self-sealing hose connections / dry break coupling barriers and interlock systems to prevent accidental movement or driveaway of vehicles. LVOC Applicata

178 178 N` Fase del processo produttivo Pollution prevention and minimisation Pollution prevention and minimisation Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT for preventing and minimising the emission of water pollutants is an appropriate combination or selection of the following techniques: A. identify all waste water arisings and characterise their quality, quantity and variability B. minimise water input to the process C. minimise process water contamination with raw material, product or wastes D. maximise waste water re-use E. maximise the recovery / retention of substances from mother liquors unfit for re-use. The prevention of groundwater pollution is to be given special attention. BAT is an appropriate combination or selection of the following techniques: 1. storage tanks and loading/unloading facilities designed so as to prevent leaks and to avoid soil and water pollution caused by leaks 2. overfill detection systems (e.g. high-high level alarms and automatic cutoff) 3. use of impermeable ground materials in the process area with drainage to sump 4. no intentional discharges to ground or groundwater 5. collection facilities where leaks may occur (e.g. drip trays, catch pits) 6. equipment and procedures to ensure the full draining of equipment prior to opening 7. leak detection systems and maintenance programme for all vessels (especially underground tanks) and drains 8. monitoring of groundwater quality. Stato di Data di LVOC Applicata LVOC Applicata Note

179 179 N` Fase del processo produttivo Pollution prevention and minimisation Pollution prevention and minimisation Pollution prevention and minimisation Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT for preventing and minimising the generation of residues and wastes is: 1. prevent waste arisings at source 2. minimise any unavoidable arisings of waste 3. maximise the recycling of waste. BAT for energy efficiency is an appropriate combination or selection of the following techniques: optimise energy conservation; implement accounting systems; undertake frequent energy reviews; optimise heat integration; minimise the need for cooling systems; and adopt Combined Heat and Power systems where economically and technically viable. BAT for the prevention and minimisation of noise and vibration is an appropriate combination or selection of the following techniques: adopt designs that disconnect noise / vibration sources from receptors select equipment with inherently low noise / vibration levels; use antivibration mountings; use sound absorbers or encapsulation periodic noise and vibration surveys. Stato di Data di LVOC Applicata LVOC Applicata LVOC Applicata Note

180 180 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note Generic BAT for air pollutants is an appropriate combination or selection of the techniques given in Table A (for VOCs) and Table B (for other process related air pollutants). 220 Air pollutant control LVOC Applicata

181 181 N` Fase del processo produttivo 221 Air pollutant control 222 Air pollutant control 223 Water pollutant control Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT for flaring is an appropriate combination or selection of, inter alia: plant design / operation to minimise the need for hydrocarbon disposal to the flare system. The choice between ground flares and elevated flares is based on safety. Where elevated flares are used, BAT includes permanent pilots / pilot flame detection, efficient mixing and remote monitoring by Closed Circuit Television. The BAT-associated reduction values for VOC are >99% for elevated flares and >99.5% for ground flares. BAT for carbon dioxide emissions is improved energy efficiency, but a switch to low-carbon (hydrogen-rich) fuels or sustainable non-fossil fuels may also be considered BAT. BAT for water pollutants is an appropriate combination or selection of, inter alia, the following techniques: separate treatment or recovery of waste water streams containing heavy metals or toxic or non-biodegradable organic compounds using (chemical) oxidation, adsorption, filtration, extraction, (steam) stripping, hydrolysis or anaerobic pre-treatment, and subsequent biological treatment. The BATassociated emission values in individual treated waste streams are (as daily averages): Hg 0.05 mg/l; Cd 0.2 mg/l; Cu / Cr / Ni / Pb 0.5 mg/l; and Zn / Sn 2 mg/l. organic waste water streams not containing heavy metals or toxic or nonbiodegradable organic compounds are potentially fit for combined biological treatment in a lowly loaded plant (subject to evaluation of biodegradability, inhibitory effects, sludge deterioration effects, volatility and residual pollutant levels). The BAT-associated BOD level in the effluent is less than 20 mg/l (as a daily average). Stato di Data di LVOC Applicata LVOC Applicata LVOC Applicata Gestione acque di scarico Note

182 182 N` 224 Fase del processo produttivo Wastes and residues control 225 Monitoring Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 BAT for wastes and residues is an appropriate combination or selection of, inter alia, the following techniques: catalysts - regeneration / re-use and, when spent, to recover the precious metal content spent purification media - regeneration where possible, and if not to landfill or incinerate organic process residues - maximise use as feedstock or as fuel, and if not to incinerate spent reagents - maximise recovery or use as fuel, and if not to incinerate. BAT is to monitor emissions to: a. air, after all the flue-gas treatment steps, and before mixing with other flue-gases and releasing; b. water, at the point of discharge, Stato di Data di LVOC Applicata LCP Applicata Note

183 183 N` Fase del processo produttivo Migliore tecnica disponibile Rif. colonna N` Tab L1 Stato di Data di Note In order to improve the general environmental performance of combustion plants and to reduce their emissions to air of CO and unburnt substances, BAT is to ensure complete combustion through stable combustion conditions and to use an appropriate combination of the techniques given below: 226 General environmental and combustion performance LCP Applicata

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