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1 Documento 3b PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO var Allegato al Piano delle Regole Progettista: DIRIGENTE AREA PIANIFICAZIONE E GESTIONE DEL TERRITORIO Arch. Massimo Marzolla PGT Elaborato Rischio d Incidente Rilevante DOCUMENTO E.R.I.R

2 1. PREMESSA 3 2. QUADRO NORMATIVO Normativa di riferimento Contenuti dell elaborato tecnico RIR 7 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Aspetti generali Aspetti ambientali e paesaggistici Individuazione degli insediamenti produttivi soggetti ad ex D.Lgs. 334/ INSEDIAMENTI PRODUTTIVI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Diamant Cromo s.r.l.: inquadramento generale Sostanze e preparati soggetti al D.Lgs. 334/ Territorio circostante Natura dei rischi di incidente rilevante Evento 1 - Principio d incendio Evento 2 - Incendio in aree a rischio medio Evento 3 - Esplosione Evento 4 Piccoli sversamenti Evento 5 - Malfunzionamento degli impianti di depurazione Evento 6 - Sversamenti di sostanze chimiche tossiche, corrosive e pericolose per l ambiente (quantitativi superiori al mc) Evento 7 - Intossicazione Scenari incidentali di rischio - rilascio tossico Elementi territoriali vulnerabili Elementi ambientali vulnerabili Valutazione del rischio contaminazione acque 30

3 4.7.2 Categorie di danno ambientale Misure di prevenzione e protezione adottate dall Azienda Errore. Il segnalibro non è definito Procedure di emergenza interne COMPATIBILITA TERRITORIALE ED AMBIENTALE Compatibilità territoriale Compatibilità ambientale CONCLUSIONI ALLEGATI Elenco degli stabilimenti a Rischio d Incidente Rilevante di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i: articolo 6 a cura di D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Struttura Autorizzazioni e Rischi Industriali Aggiornamento: Gennaio Notifica ai sensi dell art. 6 del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. e Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante ai dell art. 6 comma 5 del D.Lgs. 334/99 inoltrata dalla ditta Diamant Cromo in data 16/10/2012; 7.3 Integrazione documentale della Notifica ai sensi dell art. 6 del D.Lgs. 334/99 e s.m.i. e Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante ai dell art. 6 comma 5 del D.Lgs. 334/99 inoltrata dalla ditta Diamant Cromo in data 19/02/2013; 7.4 Comunicazione esclusione stabilimento Diamant Cromo dal campo di assoggettabilità del D.Lgs. 105/2015 del 26/06/2015; 7.5 Planimetria dello stabilimento con indicazione dettagliata delle zone in cui vengono effettuate le diverse attività

4 Capitolo I 1. PREMESSA Il documento Elaborato Rischio d Incidente Rilevante (nel seguito ERIR) fornisce le linee d azione necessarie alla pianificazione - urbanistica e territoriale - all interno di aree con presenza di stabilimenti a rischio di indicente rilevante, in modo da poterne preventivamente valutare la compatibilità territoriale ed ambientale. Per stabilimento a rischio di incidente rilevante si intende indicare un area, sottoposta al controllo di un Gestore, caratterizzata dalla presenza di sostanze pericolose in grado di originare un evento incidentale rilevante - emissioni, incendi, esplosioni etc. con conseguente situazione di pericolo per la salute umana e/o per l ambiante, all'interno e/o all'esterno dello stabilimento stesso. Per questo motivo si rende necessario, in riferimento alle diverse destinazioni dei suoli, mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti di cui sopra e le zone residenziali e, in generale, altri ambiti territoriali ed ambientali sensibili e/o vulnerabili. Il territorio del Comune di Bresso ospita uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, la DIAMANT CROMO S.R.L., cui competono gli adempimenti previsti all ex art. 6 del D.Lsg. 334/99, come riportato nel documento di Notifica redatto dall Azienda stessa in data 16 ottobre L Azienda è dedita a lavorazioni di rivestimento superficiale di superfici metalliche; si effettuano operazioni di cromatura su componenti metalliche. Nel ciclo lavorativo non sono utilizzati cianuri e loro composti. Contestualmente si è accertato l eventuale presenza, nelle aree limitrofe al territorio comunale, di stabilimenti anch essi sottoposti agli obblighi di cui agli articoli 6 e 8 del sopracitato D.Lgs. 334/99. Dalla verifica non è però emersa la presenza di ulteriori insediamenti in grado di interessare direttamente l ambito comunale. 3

5 2. QUADRO NORMATIVO Nel seguito viene riportata una sintesi dei principali riferimenti normativi che disciplinano gli adempimenti in capo alle Aziende a rischio di incidente rilevante ed alle Amministrazioni Comunali nei cui territorio tali aziende si trovano, nonché gli indirizzi per la formazione degli elaborati RIR comunali. 2.1 Normativa di riferimento Le aziende che producono, trasformano o trattano sostanze pericolose infiammabili, tossiche, esplodenti, pericolose per l ambiente sono soggette agli obblighi previsti dall ex D.Lgs. N 334 del 17 agosto 1999 e s.m.i. Quest ultimo modificava ed integrava quanto in precedenza definito dalla L. 137/97, per prevenire i grandi rischi negli impianti industriali e nei depositi di sostanze pericolose. Il D.Lgs. n. 334/99 è stato abrogato e sostituito dal D.Lgs. N. 105 del 26 giugno 2015, emanato in attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose. L obiettivo della normativa è duplice: raggiungere e assicurare livelli sempre più elevati di protezione della qualità dell'ambiente e della salute umana, attraverso la realizzazione ed il miglioramento di un "sistema" sempre più completo ed efficace di prevenzione degli incidenti rilevanti; perseguire e incrementare un rapporto di chiarezza e trasparenza tra le aziende e la popolazione circostante, per far convivere sviluppo e benessere con salute e ambiente. In particolare, il vecchio Decreto individuava sostanzialmente tre tipologie di insediamenti produttivi: A. stabilimenti a basso rischio di incidente rilevante; B. stabilimenti a medio rischio di incidente rilevante; C. stabilimenti ad alto rischio di incidente rilevante. L'incidente rilevante, così come definito dal D. Lgs. 334/99, è un evento - incendio, esplosione, rilascio etc. - dovuto a sviluppi incontrollati che si possono verificare durante la normale attività di uno stabilimento e che può dar luogo ad un pericolo grave, immediato 4

6 o differito per la salute umana o per l'ambiente, all'interno o all'esterno dello stabilimento e in cui intervengono una o più sostanze pericolose. Il rischio potenziale di incidente rilevante varia in base alla quantità e qualità delle sostanze presenti e trattate negli stabilimenti e ai loro cicli produttivi. In questo Documento si farà riferimento alla vecchia normativa (ex D.Lgs. 334/99), in quanto la Ditta DIAMANT CROMO, con sede in Bresso, ha comunicato - con Notifica in data 16 ottobre 2012 al CTR, alla Regione Lombardia, al Ministero dell Ambiente, alla Prefettura, al Comune e al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco - di rientrare negli obblighi ex art. 6 del Decreto, per la presenza in Azienda di sostanze pericolose in quantità superiori a quelle indicate nell ex Allegato I colonna II del D.Lgs. n. 334/1999. Solo in data 4 aprile 2016 la Ditta DIAMANT CROMO ha richiesto alle suddetti Autorità competenti l esclusione dello stabilimento dal campo di assoggettabilità del D.Lgs. 105/2015, in quanto a seguito dell adeguamento dell Allegato I, nello stabilimento non sarebbero presenti: - sostanze pericolose in quantità pari o superiori alle quantità elencate nella colonna 2 della parte 1 o nella colonna 2 della parte 2 dell Allegato I; - sostanze pericolose in quantità pari o superiori alle quantità elencate nella colonna 3 della parte 1 o nella colonna 3 della parte 2 dell Allegato I, applicando ove previsto la regola della sommatoria di cui alla nota 4 dell Allegato I. Ad oggi poiché siamo in attesa di riscontro da parte delle Autorità competenti lo stabilimento in questione risulta ancora presente nell inventario degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (si veda al riguardo l Elenco degli stabilimenti a Rischio d Incidente Rilevante di cui al D.Lgs. 334/99 e s.m.i: articolo 6 a cura di D.G. Ambiente, Energia e Sviluppo Sostenibile Struttura Autorizzazioni e Rischi Industriali Aggiornamento: Gennaio 2015). Ai Soggetti Gestori competono differenti adempimenti; in particolare, per quanto concerne le Aziende a medio rischio quali la ditta Diamant Cromo s.r.l. gli obblighi sono quelli di cui all ex articolo 6 del sopracitato D.Lgs. 334/99 e s.m.i: inviare una notifica, al Ministero dell'ambiente, alla Regione, alla Provincia, al Comune, al Prefetto, al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio e al Comitato Valutazione Rischi (C.V.R.), contenete una serie di informazioni riguardanti lo stabilimento, l attività che in esso viene svolta, le sostanze pericolose presenti e l ambiente immediatamente circostante, con particolare riguardo agli elementi che 5

7 potrebbero causare un incidente rilevante o aggravarne le conseguenze; predisporre un documento che definisca la propria politica di prevenzione degli incidenti rilevanti, che comprenda anche il programma di attuazione del sistema di gestione della sicurezza; attuare il sistema di gestione della sicurezza; inviare la scheda di informazione (allegato C) sui rischi per i cittadini ed i lavoratori al Ministero dell'ambiente, alla Regione, alla Provincia, al Sindaco, al Prefetto, al Comitato e al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio; predisporre il piano di emergenza interna da adottare nello stabilimento; trasmettere tutte l informazione utili per l'elaborazione del piano d'emergenza esterna al Prefetto, alla Provincia e al Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco competente per territorio; inviare la Scheda di Valutazione Tecnica alla Giunta Regionale (Art. 5, L.R. 23 novembre 2001, n 19); che si avvale del Comitato Valutazione Rischi (CVR) per la valutazione tecnica (istruttoria) dei documenti presentati dal Gestore dello stabilimento; Per quanto concerne gli adempimenti in capo alle Amministrazioni Comunali, l art. 14 del D.Lgs 334/99 prescrive che, qual ora interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, le Amministrazioni adeguino i propri strumenti urbanistici generali alla nuova disciplina. Tale processo, previsto all articolo 4 del D.M. 9 maggio 2001, è definito nel punto 5 dell allegato al medesimo D.M. e può essere riepilogato come indicato nella seguente tabella

8 TABELLA 2.1 SINOTTICO DEL PROCESSO DI ADEGUAMENTO DEGLI STRUMENTI URBANISTICI Fasi previste dal cap. 5 DM 9 maggio 2001 FASE 1 Identificazione degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili in un area di osservazione coerente con lo strumento urbanistico da aggiornare FASE 2 Determinazione delle aree di danno FASE 3 Valutazione della compatibilità territoriale ed ambientale Compiti assegnati ai comuni Ricognizione degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante presenti nel territorio. Individuazione degli elementi territoriali ed ambientali sensibili all interno di un area di osservazione. Analisi delle destinazioni d uso della pianificazione vigente. Rappresentazione cartografica delle aree di danno, come individuate sulla base delle informazioni fornite dai gestori, e sovrapposizione delle stesse con gli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili. Determinazione delle destinazioni d'uso compatibili con la presenza dello stabilimento ed in funzione delle quali viene predisposta la specifica regolamentazione. Note e approfondimenti Questa fase è il risultato dell integrazione delle informazioni fornite dal gestore con i dati in possesso dell'amministrazione comunale, ovvero reperiti in sede dell analisi preventiva del territorio urbanistico. L'analisi preventiva tiene conto dello stato di fatto e di diritto delle costruzioni esistenti, nonché delle previsioni di modificazione del territorio. Questa fase è il risultato dell attività di rappresentazione cartografica delle aree di danno, così come identificate in base alle informazioni fomite dal gestore. Sulla medesima cartografia sono inoltre rappresentati gli elementi territoriali e ambientali vulnerabili. Nel caso in cui gli scenari interessino più comuni, è opportuno il coordinamento tra i medesimi. In base a quanto disposto al punto 3 dell allegato al D.M. 9 maggio 2001, spetta al Comune quale autorità competente in materia di pianificazione urbanistica: eseguire la valutazione della compatibilità ambientale e territoriale; redigere l elaborato RIR; assumere, ove necessario, la variante allo strumento urbanistico ovvero procedere alla sua conferma. L Elaborato Tecnico RIR è redatto in conformità a quanto definito dal DM 09/05/2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante (art.4) e dalla Delibera della Giunta Regionale Regione Lombardia n IX/3753 del 11/07/2012 Linee guida per la predisposizione e l approvazione dell Elaborato Tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (ERIR) Revoca della D.G.R. N. 7/19794 del 10/12/ Contenuti di massima del Documento ERIR Il D.M. 9 maggio 2001 definisce i contenuti di massima del Documento ERIR, costituente parte integrante e sostanziale dello strumento urbanistico. Il documento pertanto contiene, di norma: 7

9 le informazioni fornite dal gestore; l'individuazione e la rappresentazione - su base cartografica aggiornata - degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili; la rappresentazione su base cartografica aggiornata dell'inviluppo geometrico delle aree di danno per ciascuna delle categorie di effetti e, per i casi previsti, per ciascuna classe di probabilità; individuazione e disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione, risultanti dalla sovrapposizione cartografica degli inviluppi e degli elementi territoriali e ambientali vulnerabili di cui sopra; gli eventuali pareri delle autorità competenti; le eventuali ulteriori misure che possono essere adottate sul territorio, tra cui gli specifici criteri di pianificazione territoriale, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per opere specifiche, nonché, ove necessario, gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dell'emergenza e di protezione civile. Come già anticipato in premessa, scopo del documento è quello di fornire le linee d azione necessarie alla pianificazione urbanistica e territoriale all interno di aree con presenza di stabilimenti a rischio di indicente rilevante, in modo da poterne preventivamente valutare la compatibilità territoriale ed ambientale. In particolare, in riferimento alla destinazione ed all'utilizzazione dei suoli, si crea la necessità di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le zone residenziali, stabilendo delle classi di compatibilità, al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente. In ottemperanza a quanto previsto dal D.M. 9 maggio 2001 si è verificata la presenza sul territorio comunale e nelle aree ad esso limitrofe di stabilimenti in ex art. 6 ed ex art. 8 del D.Lgs. 334/99. 8

10 3. INQUADRAMENTO TERRITORIALE 3.1 Aspetti generali Bresso è un comune della città metropolitana di Milano, integrato nell'area metropolitana milanese, confinante con Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cormano e Cusano Milanino. Il comune fa parte del territorio del Nord Milano. Il comune sorge nell'alta Pianura Padana Settentrionale, a 142 m s.l.m. in un'area ai margini meridionali della bassa Brianza, a nord del Naviglio Martesana e compresa fra i fiumi Seveso (l'abitato si affaccia lungo la sponda orientale) e Lambro. Il territorio comunale è per la quasi totalità urbanizzato, ad eccezione della zona est compresa nel Parco Nord Milano nel quale si trova anche l'aeroporto. Facente parte dell'area urbana della Grande Milano, confina con Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cusano Milanino e Cormano. 3.2 Aspetti ambientali e paesaggistici Bresso è inoltre compresa nel Parco Nord Milano. Il Parco Nord Milano è un ente pubblico nato con l'intento di riqualificare i quartieri della periferia nord Milano. Nel 1975 la Regione Lombardia lo designa quale Parco Regionale. Attualmente si estende su una superficie di circa 640 ettari in un contesto metropolitano altamente urbanizzato. La legge istitutiva prevede che la gestione del Parco sia affidata ad un Consorzio tra la Provincia di Milano e i Comuni territorialmente interessati (oltre a Bresso: Milano, Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cormano, Cusano Milanino). 3.3 Individuazione degli insediamenti produttivi soggetti all ex D.Lgs. 334/99 Il territorio del Comune di Bresso ospita un solo stabilimento a rischio di incidente rilevante, la ditta Diamant Cromo s.r.l., cui competono gli adempimenti previsti all ex art. 6 del D.Lsg. 334/99. Lo stabilimento, in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità superiori a quelle indicate nell ex Allegato I colonna II del D.Lgs. n. 334/1999 (abrogato dal D.Lgs. 105/2015), è soggetto unicamente agli obblighi di cui agli ex artt. 6 e 7 del medesimo D.Lgs. n. 334/1999 9

11 ed in ottemperanza di questo ha provveduto in data 16/10/2012 ai seguenti adempimenti: trasmissione della Notifica al Ministero dell Ambiente, alla Regione, alla provincia, al comune, al Prefetto, al Comando provinciale dei Vigili del Fuoco, al comitato tecnico regionale; predisposizione della Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini ed i lavoratori, di cui all ex allegato V del decreto, trasmessa contestualmente alla suddetta notifica. Contestualmente alle verifiche sullo stabilimento di Bresso si è accertata l eventuale presenza, nelle aree limitrofe al territorio comunale, di stabilimenti anch essi sottoposti agli obblighi di cui agli ex articoli 6 e 8 del sopracitato D.Lgs. 334/99. Tali verifiche hanno consentito di individuare nei comuni contermini due ulteriori insediamenti, di cui uno C.D.S. Cromatura del Seveso s.r.l. è in regime di ex articolo 6 del D.Lgs. 334/99 ed è sito in Comune di Cormano in Via Luigi Cadorna n. 23, mentre il secondo Stogit S.p.A. Centrale di stoccaggio gas è sottoposto agli adempimenti di cui all ex articolo 8 ed è ubicato in Comune di Cinisello Balsamo in Via Sordello. Ai sensi dell art. 5 comma 1 lettera b) del D.M. LL.PP. 9 maggio 2001, il Comune di Bresso, nel suo ruolo di autorità competente in materia di pianificazione territoriale ed urbanistica, nell ambito delle proprie attribuzioni e finalità, ha utilizzato per lo stabilimento sito nel proprio territorio, soggetto agli ex artt. 6 e 7 del D.Lgs. n. 334/1999, le informazioni fornite dal Gestore dello stesso. Alla luce di ciò il Comune di Bresso, per redigere il Documento E.R.I.R., ha utilizzato le informazioni fornite direttamente dalla Ditta Diamant Cromo s.r.l., la quale ha comunicato che gli eventi incidentali relativamente alla propria attività, hanno effetti solo ed esclusivamente nell ambito delle aree interne allo stabilimento di competenza del perimetro aziendale. Il Comitato Tecnico Regionale (autorità competente in merito alle istruttorie da svolgersi per gli stabilimenti soggetti alla presentazione del rapporto di sicurezza ai sensi dell ex art. 8 del D.Lgs. n. 334/1999, nonché soggetto deputato ad esprimere parere in merito al controllo dell urbanizzazione), riunitosi ai sensi del D.Lgs. n. 334/1999 nella seduta del 27 marzo 2014, ha altresì confermato che per gli stabilimenti soggetti agli obblighi di cui agli artt. 6 e 7 del D.Lgs. n. 334/1999, senza obbligo di presentazione del rapporto di sicurezza, si utilizzano ai fini della redazione dell elaborato E.R.I.R. le informazioni fornite dal gestore. 10

12 Nella figura 3.1 seguente è rappresentata la porzione di territorio comunale in cui risiede lo stabilimento DIAMANT CROMO. FIGURA 3.1 UBICAZIONE DELLO STABILIMENTO DIAMANT CROMO 11

13 Nella seguente figura 3.2 è riportata un immagine del territorio in esame con in evidenza i seguenti elementi: i tre insediamenti a rischio di incidente rilevante sopra segnalati: DIAMANT CROMO in Bresso, STOGIT in Cinisello Balsamo e C.D.S. CROMATURA DEL SEVESO in Cormano; le distanze dei due insediamenti, STOGIT e C.D.S. CROMATURA DEL SEVESO, dai confini di Bresso FIGURA 3.2 INQUADRAMENTO TERRITORIALE ESTESO Per quanto concerne le distanze degli insediamenti dal territorio del Comune di Bresso, si veda la tabella 3.1 seguente. TABELLA 3.1 STABILIMENTI SOGGETTI ALL EX D.LGS. 334/99 STABILIMENTO AMBITO DI PERTINENZA AI SENSI DEL D.LGS.334/99 COMUNE DISTANZA DAI CONFINI DEL COMUNE DI Bresso DIAMANT CROMO ART. 6 BRESSO //// STOGIT ART. 8 CINISELLO m BALSAMO C.D.S. CROMATURA DEL SEVESO ART. 6 CORMANO m

14 Per quanto concerne la presenza, nei comuni limitrofi, dei due stabilimenti a rischio di incidente rilevante Stogit in Cinisello Balsamo e C.D.S. Cromatura del Seveso le distanze in gioco rispettivamente m e 120 m rilevate dai confini del territorio di Bresso risultano la prima piuttosto elevata e la seconda molto prossima; allo stato attuale non sono stati evidenziati comunque dall Amministrazione Comunale eventuali effetti significativi sul territorio di Bresso conseguenti ad eventi incidentali presso i siti di cui sopra. Occorre in ogni caso segnalare che, in considerazione del significativo grado di condivisione delle infrastrutture di mobilità tra i Comuni di Bresso e Cormano, eventuali effetti negativi correlabili agli stabilimenti di cui sopra potrebbero comunque causare ripercussioni significative anche in Comune di Bresso. 13

15 4. INSEDIAMENTI PRODUTTIVI A RISCHIO DI INCIDENTE RILEVANTE Sulla base di quanto accertato, il Comune di Bresso ospita un solo stabilimento a rischio di incidente rilevante, la DIAMANT CROMO S.R.L., cui competono gli adempimenti previsti all ex art. 6 del D.Lgs. 334/99 (allegato I). 4.1 Diamant Cromo s.r.l.: inquadramento generale L insediamento (figura 4.1) è posto al limite della zona nord est del territorio di Bresso, in prossimità dell aeroporto. FIGURA 4.1 VISTA AEREA DELLO STABILIMENTO - (fonte dati: GOOGLE, 2016) 14

16 In dettaglio, lo stabilimento confina con: a nord, area residenziale con la presenza della scuola media A. Manzoni di Via Patellani; a sud, area produttiva con la presenza di un attività alberghiera; a ovest, area produttiva; a est, area produttiva. I dati caratteristici dello stabilimento sono riepilogati nella scheda di cui alla seguente tabella 4.1; si precisa a tal proposito che le informazioni ivi riportate sono state estrapolate dal documento Scheda di informazione sui rischi di incidente rilevante per i cittadini e per i lavoratori redatto a cura di Diamant Cromo s.r.l. date 11/10/12 e 19/02/13. TABELLA 4.1 DATI CARATTERISTICI STABILIMENTO DIAMANT CROMO S.R.L. QUADRO RIEPILOGATIVO (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) Ragione Sociale Sede stabilimento Recapiti Coordinate del sito Gestore Direttore di stabilimento RSPP Aree e/o sezioni costituenti lo stabilimento Attività Ciclo produttivo Materie prime utilizzate Inquadramento ai sensi dell ex D.Lgs. 334/99 DIAMANT CROMO S.R.L. Via Patellani n. 54 Bresso (MI) Tel: Fax: info@cromaturamilano.com Latitudine N Longitudine E Michele Gramazio Reparto montaggio manuale Reparto sabbiatura Impianto depurazione ciclo chiuso Vasche galvaniche Reparto galvanica Vasca decapaggio Vasca scromatura Reparto lucidatura Ufficio Rivestimento superficiale di superfici metalliche mediante operazioni di cromatura su componenti metalliche Carico dei telai manualmente Movimentazione dei pezzi lavorati con paranchi Ciclo galvanico in 4 vasche di cromatura Decapaggio in una vasca acida per acido solforico diluito Sgrassaggio (saltuario) in una vasca basica per idrossido di Sodio Sabbiatura in apposita cabina chiusa con utilizzo di materiale corindonico Lappatura a umido e secco, smerigliatura e lucidatura in locale separato Cromo triossido, soluzione di cromatura Soggetto agli obblighi di cui all ex art. 6 Notifica preliminare in data 11 ottobre

17 4.2 Sostanze e preparati soggetti all ex D.Lgs. 334/99 Nella tabella 4.2 è riportato l inquadramento dello stabilimento ai sensi del D.Lgs. 334/99; con l indicazione, per ciascuna categoria di sostanza e preparato, dei relativi limiti di soglia previsti nella parte prima, allegato I del sopracitato decreto ed i quantitativi effettivamente presenti presso lo stabilimento medesimo. TABELLA 4.2 INQUADRAMENTO DELLO STABILIMENTO AI SENSI DEL D.LGS. 334/99 (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) CATEGORIA QUANTITA LIMITI DI SOGLIA (ex D.Lgs. 334/99) Art. 6 e 7 Art. 8 MOLTO TOSSICI 18.5* t 5 t 20 t TOSSICI 3 t 100 t 200 t PERICOLOSI PER L AMBIENTE (R50) 18.5* t 200 t 500 t PERICOLOSI PER L AMBIENTE (R51/53) 3 t 1 TOSSICI + MOLTO TOSSICI (SOMMATORIA PESATA RISPETTO AI LIMITI ART 8) TOSSICI + MOLTO TOSSICI (SOMMATORIA PESATA RISPETTO AI LIMITI ART 6-7) PERICOLOSI PER L AMBIENTE (SOMMATORIA PESATA RISPETTO AI LIMITI ART 8) PERICOLOSI PER L AMBIENTE (SOMMATORIA PESATA RISPETTO AI LIMITI ART 6-7) * * valori dovuti alla classificazione delle soluzioni di cromatura secondo come MOLTO TOSSICO (T+), in quanto contenenti CrO3, in concentrazione maggiore del 7% e PERICOLOSO PER L AMBIENTE (N, frase di rischio R50), in quanto CrO3, in concentrazione compresa tra 2,5% e 25% 16

18 L azienda rientra negli adempimenti previsti dagli articoli 6 e 7 dell ex Decreto Legislativo 334/99 per la somma pesata delle sostanze pericolose per l ambiente. Nella successiva tabella 4.3 sono invece elencate le sostanze individuate tra quelle in uso presso lo stabilimento e ritenute più rappresentative in termini di tossicità per l ambiente, alle quali sono applicate le regole dettate dalla Direttiva 67/548/CEE e s.m.i e dai relativi decreti di recepimento. Il regolamento 1272/2008/CE (CLP) gradualmente sostituirà la direttiva sostanze preparati con i primi effetti di modifica per le sostanze dal 01/12/2010, e al 01/06/2015 per le miscele (preparati). TABELLA 4.3 SOSTANZE PERICOLOSE PER L AMBIENTE PRESENTI PRESSO LO STABILIMENTO (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) SOSTANZA Cromo triossido (CAS ) Soluzione di cromatura Recupero del cromo (lavaggio statico) FRASI DI RISCHIO E presente in deposito in quantitativo massimo di 1000 kg; il Cromo triossido o Anidride Cromica è una sostanza classificata MOLTO TOSSICA (T+), COMBURENTE (O) e PERICOLOSA PER L AMBIENTE (N, R50) ai sensi del D.M. 28/2/2006 Quantità totale circa kg, contenenti cromo espresso come CrO3 con percentuale di circa 220 g/l (circa 20%); ai sensi delle vigenti interpretazioni tali soluzioni sono classificabili come MOLTO TOSSICO (T+), in quanto contenenti CrO3 in concentrazione maggiore del 7% e PERICOLOSO PER L AMBIENTE (N, frase di rischio R50), in quanto contenenti CrO3 in concentrazione compresa tra 2,5 e 25% Trattasi del lavaggio successivo alla fase di cromatura, raccolto in vasche apposite, (quantità totale circa 3000 l); la concentrazione di cromo espresso come CrO3 presente in questa soluzione varia tra l 1 e il 6%. La classificazione di tale soluzione è inquadrabile come TOSSICA (T) (concentrazione di cromo espresso come CrO3 < 7%) Per la sostanza di cui sopra espressa come CrO3, nella successiva tabella 4.4 viene riportato un estratto della relativa scheda di sicurezza al fine di poter meglio visualizzare le problematiche correlate. TABELLA 4.4 ESTRATTO DELLA SCHEDA DI SICUREZZA DEI PRODOTTI (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) SOSTANZA Cromo triossido (CAS ) INFORMAZIONI CONTENUTE NELLE SCHEDA DI SICUREZZA COMPOSIZIONE Anidride cromica: prodotto chimico per impiego industriale DESCRIZIONE Cristalli solidi 17

19 SOSTANZA INFORMAZIONI CONTENUTE NELLE SCHEDA DI SICUREZZA PERICOLI R9: Esplosivo in miscela con materie combustibili R24/25: Tossico per contatto con la pelle e per ingestione R26: Molto tossico per inalazione PERICOLI R9: Esplosivo in miscela con materie combustibili R24/25: Tossico per contatto con la pelle e per ingestione R26: Molto tossico per inalazione R35: Provoca gravi ustioni R42/43: Può provocare sensibilizzazione per contatto con pelle R62: Possibile rischio di ridotta fertilità R45: Può provocare il cancro R46: Può provocare alterazioni genetiche ereditarie R48/23: Tossico-pericolo di gravi danni alla salute in caso di esposizione prolungata per inalazione R50/53: Altamente tossico per gli organismi acquatici, può provocare a lungo termine effetti negativi per l ambiente acquatico MISURE ANTINCENDIO Mezzo di estinzione: acqua nebulizzata, schiuma, prodotti chimici secchi o CO2 In ambienti confinati indossare il respiratore Non inalare i gas derivanti da incendi e combustione Equipaggiamento speciale per gli addetti allo spegnimento: gli addetti dovrebbero indossare il proprio equipaggiamento protettivo ed un apparecchio di respirazione con schermo di protezione sul viso operante a pressione operativa MISURE IN CASO DI FUORIUSCITA ACCIDENTALE Proteggere adeguatamente tutte le parti del corpo Evacuare le aree contaminate, impedendo l entrata di personale estraneo non protetto Evitare che il prodotto raggiunga le fognature e/o corsi d acqua Informare le autorità pertinenti se il prodotto ha causato inquinamento ambientale Spostare i contenitore dall area del versamento Aspirare o pulire la sostanza e collocare in contenitore per rifiuti debitamente etichettato per l eliminazione tramite ditta autorizzata Provvedere ad una sufficiente areazione STABILITA E REATTIVITA Il prodotto è stabile alla luce, all umidità e al calore Non si decompone se utilizzato secondo norme Evitare sostanze organiche, ammine, solfuri, metalli finemente polverizzati Reagisce con perossidi e altri formatori di radicali Decomposizione di acqua ossigenata Può reagire pericolosamente con sostanze riducenti o infiammabili in massa INFORMAZIONI TOSSICOLOGICHE Letale se inalato 18

20 Tossico per ingestione Gravemente corrosivo per la cute Provoca gravi lesioni oculari INFORMAZIONI ECOLOGICHE Altamente tossico per gli organismi acquatici 4.3 Territorio circostante Nella zona occupata dall insediamento Diamant Cromo insistono altre realtà artigianali/industriali/commerciali come riepilogati nella seguente tabella 4.5: TABELLA 4.5 ATTIVITA PRESENTI NEI DINTORNI DELLO STABILIMENTO (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) Rettifica Galli, via Patellani 54 Bresso Autoviganò, via Patellani 56 Bresso CDH Hotel Milano Niguarda, via XXV Aprile 18 Bresso Midas autofficina, Via Matteotti 7 Bresso Officina della Birra, Bresso Gruppo capannoni con attività produttive artigianali in Via Patellani 50/52 Bresso tra cui: Quiver LTD Nuova GM Marvello fabbro Scorpion Car Irge Adiacente Ovest Adiacente Est In prossimità Sud In prossimità Est In prossimità Est 30 m Ovest Non si ritiene apprezzabilmente che tali realtà possano far parte di un effetto domino. La zona industriale di Bresso è situata nell area Sud Ovest (ad una distanza maggiore di 700m in linea d aria dalla Diamant Cromo) e comprende industrie quali Gruppo Zambon (farmaceutica) in Via Lillo del Duca n. 10 in Bresso, Novelis (metallurgica) in Via V. Veneto n. 106 in Bresso. Altri elementi sensibili presenti nei dintorni dello stabilimento Diamant Cromo s.r.l. sono: A circa 50 metri a Nord Est, è presente un edificio scolastico (Scuola media statale A. Manzoni Via Patellani n. 43 tel ); 19

21 A circa 150 metri a Est, l aeroporto di Bresso, adibito a voli privati e voli non commerciali, inserito nel perimetro del Parco Nord Milano (designato Parco Regionale dal 1975 dalla Regione Lombardia). L area in cui sorge la Diamant Cromo s.r.l. è situata in una zona abbastanza centrale del Comune di Bresso. L azienda si affaccia su Via Patellani che incrocia perpendicolarmente a circa 110 metri ad Est il viale che costeggia l aeroporto, Viale G. Matteotti. A Bresso sono inoltre presenti le seguenti aree verdi a distanza considerata sensibile (minore di 500 metri): Parco Rivolta ( Via V. Veneto Via Milano); Parco del Cimitero (Via V. Veneto Via Gobetti); Parco della Pace (Via Seveso Via Ariosto Via Campestre); Giardini della Scienza (Via Papa Giovanni XXIII Via Campestre Via Ariosto); Area ex Capannoni Iso Rivolta ( Via Madonnina Via V. Veneto); Centro Sportivo Comunale in V. M.G. Deledda; Aree del Parco Nord Milano; Aree della pista aeroportuale; Gli elementi sensibili presenti nel raggio di 1000 metri dallo stabilimento Diamant Cromo, sono riepilogati nella seguente tabella: TABELLA 4.6 RICETTORI SENSIBILI NEL REGGIO DI 1 KM (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) TIPOLOGIA SI NO Attività produttive x Case e abitazioni civili x Scuole, ospedali x Impianti sportivi e/o ricreativi x Infrastrutture di grande comunicazione x Opere di presa idrica destinale al consumo umano x Corsi d acqua, laghi, sorgenti, risorgive, canali irrigui, fossi x Riserve naturali, parchi, zone, agricole x Pubblica fognatura x Metanodotti, gasdotti, acquedotti, oleodotti x Elettrodotti di potenza maggiore di 15 Kw x 20

22 4.4 Natura dei rischi di incidente rilevante Gli scenari di rischio identificati ed analizzati dal Gestore sono riepilogati nella tabella 4.7 seguente: TABELLA 4.7 RIEPIOLOGO DEGLI EVENTI SIGNIFICATIVI (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) N. Incidente Sostanza coinvolta a Incendio coinvolgente sostanze pericolose Soluzione di cromatura/cro3 b Rottura delle vasche di cromatura Soluzione di cromatura/cro3 c Sversamento di agenti chimici all interno dei reparti Soluzione di cromatura/cro3 d Sversamento di agenti chimici nel piazzale esterno Della proprietà Diamant Cromo s.r.l. Soluzione di cromatura/cro3 Nel seguito vengono approfonditi gli eventi significativi di cui sopra. Tutte le informazioni ed i dati di seguito riportati sono tratti dalla Scheda di valutazione/informazione redatta a cura del Diamant Cromo s.r.l Evento 1 Principio d incendio Questo evento può interessare tutta l azienda; può essere causato da un corto circuito o da un comportamento non idoneo dei lavoratori. Può sviluppare quantità di fumo, provocare scottature lievi alle mani che non richiedono intervento e non provoca danni alle strutture Evento 2 Incendio in aree a rischio medio Questo evento può interessare tutta l azienda; l innesco può essere causato da un corto circuito o da un comportamento non idoneo dei lavoratori. Può sviluppare quantità di fumo non trascurabili, fiamme che possono rischiare di interessare i reparti confinanti e/o le aziende limitrofe; può provocare scottature che possono richiedere intervento di personale esterno qualificato e danni moderati alle 21

23 strutture. Può essere necessario ricorrere all evacuazione del sito e far intervenire i Vigili del Fuoco Evento 3 Esplosione Questo evento può avvenire nell area di ricarica batterie del carrello elevatore; l evento può essere causato da fughe di gas esplosivi e saturazione dei locali o parti di essi; oppure può essere generato dalla formazione di bolle d idrogeno nell area di ricarica dei carrelli elevatori. Può provocare gravi o gravissime conseguenze per il personale presente nell area che possono consistere in ustioni, proiezioni di corpi contundenti e/o incandescenti, schiacciamento provocato da crolli, danni strutturali agli edifici, crollo di solai e pareti. Può essere necessario ricorrere all evacuazione del sito e far intervenire i Vigili del Fuoco Evento 4 Piccoli sversamenti Questo evento può avvenire nel reparto cromatura, nell area esterna e nel reparto lavorazioni meccaniche; l evento può essere causato da imperizia nell esecuzione del riempimento delle vasche, caduta dei contenitori durante il trasporto e rottura accidentale dei contenitori; le sostanze interessate sono etichettate con frasi di rischio indicanti rischi specifici per l uomo. Può provocare possibile danneggiamento estetico/funzionale delle strutture o dei macchinari coinvolti. E comunque improbabile la contaminazione del suolo o della falda, considerato il quantitativo limitato solitamente in azienda e la presenza nella parte interna di un bacino di contenimento che interessa anche le zone di transito, che convoglia tutto in vasche di raccolta rivestite in polipropilene a ciclo chiuso Evento 5 Malfunzionamento degli impianti di depurazione Questo evento può avvenire nel reparto cromatura; l evento non può essere imputato a improbabili azioni scorrette da parte dei dipendenti, mentre potrebbe essere attribuito all usura dell impianto. Tutti gli eventuali sversamenti interni di acque contenenti cromo sono convogliati ad un sistema a ciclo chiuso. Le uniche possibilità di sversamento su piazzale sono legate alla fase di smaltimento rifiuti per rottura della cisterna o dei tubi di aspirazione liquidi dello smaltitore. 22

24 4.4.6 Evento 6 Sversamenti di sostanze chimiche tossiche, corrosive e pericolose per l ambiente (quantitativi superiori al mc) Questo evento può avvenire nel reparto cromatura, nell area esterna e nella zona deposito rifiuti; l evento può essere causato da imperizia nell esecuzione del riempimento delle vasche, caduta dei contenitori durante il trasporto, rottura accidentale dei contenitori e rottura delle vasche di contenimento. Può provocare intossicazione degli addetti e possibili ustioni a causa delle sostanze corrosive. Può essere necessario far intervenire aziende esterne per il ripristino delle condizioni di normale funzionamento Evento 7 Intossicazione Questo evento può avvenire nel reparto cromatura e deposito anidride cromica e nel deposito rifiuti; l evento può essere causato dal contatto accidentale con i bagni galvanici di cromatura, dall inalazione di eventuali fumi tossici generati da un incendio e dal contatto con anidride cromica in scaglie. I contatti ripetuti o prolungati con acido cromico possono causare sensibilizzazione cutanea e le esposizioni ripetute o prolungate per inalazione possono provocare asma. La sostanza può avere effetto sul tratto respiratorio e/o sui reni, causando perforazione del setto nasale e danni renali. La sostanza e cancerogena per l uomo; può causare danni genetici ereditari alle cellule germinali umane. E indispensabile chiamare il 118 per intervenire urgentemente sull infortunato. 4.5 Scenari incidentali di rischio - rilascio tossico Lo scenario di rischio da valutare nello stabilimento Diamant Cromo è sostanzialmente associata alla presenza di sostanze tossiche e al conseguente rilascio delle stesse nell ambiente. Nel caso di Diamant Cromo il sistema di gestione di sicurezza è di recente attuazione e non fornisce informazioni rilevanti ai fini di eventi incidentali. Da quando esiste l azienda (circa 1960) non si sono mai verificati incidenti sia di natura rilevante che di minore entità. Per gli scenari incidentali relativi al rischio di rilascio tossico evidenziati si riporta la seguente tabella che individua le relative classi di probabilità di accadimento: 23

25 TABELLA 4.8 SCENARI INCIDENTALI (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) Codice scenario incidentale (Top Event) Tipologia Scenario (incendio/rilascio/e Descrizione Punto splosione) evento incidentale sorgente Sostanze coinvolte Quantità di sostanze coinvolte Durata evento Probabilità di accadimento dell'evento Classe di probabilità di Accadimento 1 Rilascio soluzioni galvaniche anidride cromica Sversamento dalle vasche galvaniche di anidride cromica Vasche galvaniche interno insediamento Soluzioni galvaniche di anidride cromica Max 8 mc Variabile >1* <10 ⁶ <10 ⁶ 2 Rilascio anidride cromica Rottura accidentale fusto di anidride cromica Fusto interno insediamento Anidride cromica Max 25kg Istantanea <10** <10 ⁶ <10 ⁶ Rilascio soluzioni galvaniche di anidride cromica esausta Rottura conduttura durante svuotamento vasche con sversamento Manichetta mezzo trasportante Soluzioni galvaniche di anidride cromica esausta Max 100 l (volume stimato per eccesso Istantanea di liquido <10** contenuto nella manichetta) 3 <10 ⁶ * Le coordinate del centro di pericolo interne allo stabilimento sono: UTM X:515385mE; Y: mN; Fuso 32T; Latitudine N; Longitudine: E <10 ⁴ - 10 ⁶ **Le classi di probabilità di accadimento sono quelli presenti nelle Tabelle 3 e 3b del D.M. 9/5/2001 Ai fini della valutazione dell estensione delle aree di danno relative alla dispersione di gas o vapori tossici, sono stati presi a riferimento i seguenti parametri tipici: IDLH ( Immediately Dangerous to Life and Health ): concentrazione di sostanza tossica fino alla quale l individuo sano, in seguito ad esposizione di 30 minuti, non subisce per inalazione danni irreversibili alla salute e sintomi tali da impedire l esecuzione delle appropriate azioni protettive; LC50 (30min, hmn); concentrazione di sostanza tossica, letale per inalazione nel 50% dei soggetti umani esposti per 30 minuti. Nel caso in cui siano disponibili solo valori di LC50 per specie non umana e/o per tempi di esposizione diversi da 30 minuti, deve essere effettuata una trasposizione di detti termini di riferimento mediante il metodo TNO. Si rileva che il tempo di esposizione di 30 minuti viene fissato cautelativamente sulla base della massima durata presumibile di rilascio, evaporazione da pozza e/o passaggio della nube. In condizioni impiantistiche favorevoli (ad esempio, sistema di rilevamento di fluidi pericolosi con operazioni presidiate in continuo, allarme e pulsanti di emergenza per chiusura valvole, ecc.) e a seguito dell adozione di appropriati sistemi di gestione della sicurezza, come definiti nella normativa vigente, il gestore dello stabilimento può responsabilmente assumere, nelle proprie valutazioni, tempi di esposizione significativamente diversi; ne 24

26 consegue la possibilità di adottare valori di soglia diversi da quelli della seguente tabella 4.9 TABELLA 4.9 VALORI DI SOGLIA Scenario incidentale Elevata letalità 1 Inizio letalità 2 Lesioni irreversibili 3 Lesioni reversibili 4 Danni alle strutture/effetti domino 5 Incendio (radiazione termica stazionaria) 12,5 kw/m2 7 kw/m2 5kW/m2 3 Kw/m2 12,5 kw/m2 BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) Raggio fireball 350 kj/m2 200 kj/m2 125 kj/m m (*) Flash-fire (radiazione termica istantanea) LFL 1/2 LFL VCE (sovrapressione di picco) 0,3 bar (0,6 spazi aperti) 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio tossico (dose assorbita) LC50 (30 min,hmn) IDLH Per l individuazione delle aree di danno si riporta la seguente tabella 4.10 : TABELLA 4.10 INDIVIDUAZIONE AREE DI DANNO (DISTANZA DI SICUREZZA DAL PUNTO SORGENTE (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) SCENARI Ipotesi 1 - Sversamento dalle vasche galvaniche di anidride cromica Ipotesi 2 - Rottura accidentale fusto di anidride cromica Ipotesi 3 - Rottura conduttura durante svuotamento vasche con sversamento Rilascio tossico LC50 IDLH Massime distanze di danno Elevata letalità 1 (metri) Lesioni irreversibili 3 (metri) N.A.* N.A.* N.A.* N.A.* N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A. (1)** N.A.* considerata la presenza di vasche antisversamento sotto i bagni galvanici e pavimento impermeabilizzato e la probabilità di accadimento inferiore a 10 ⁶ non permette la definizione di aree di danno (non modellato) N.A.(1)** l evento incidentale considerato, di proporzioni comunque limitate all area di sversamento/pozza, avrebbe comunque ripercussioni limitate e solo internamente al perimetro aziendale 25

27 Le definizioni di fasce di danno per gli effetti considerati sono le seguenti: Zona I - zona di sicuro impatto : corrisponde all area in cui possono essere raggiunti, ovvero superati, i valori di soglia relativi alla fascia di elevata letalità; Zona II - fascia di danno : è compresa tra il limite esterno della zona di sicuro impatto e quella oltre la quale non sono ipotizzabili danni gravi e irreversibili; Zona III - fascia di attenzione : è esterna alla precedente (Zona II), in cui sono ipotizzabili solo danni lievi o, comunque, reversibili, o sensibilizzazioni su persone particolarmente vulnerabili (quali anziani, bambini, malati, soggetti ipersuscettibili, ecc.). Nel caso di rilascio tossico, in nessuno degli eventi si è riscontrata la possibilità che la zona I sicuro impatto si estenda al di fuori dello stabilimento. Per quanto riguarda la zona II fascia di danno e la zona III fascia di attenzione, il rilascio tossico non coinvolge zone limitrofe ed esterne allo stabilimento. Nel caso di altri scenari incidentali individuati in tabella 4.9, Bleve fire (radiazione termica istantanea), UVCE (sovrappressione di picco) e Incendio di pozza (radiazione termica stazionaria), in nessuno degli eventi si è riscontrata che la possibilità la zona I sicuro impatto, la zona II fascia di danno e la zona III fascia di attenzione si estendano al di fuori dello stabilimento. Ciò consente di affermare che gli effetti del rilascio tossico e degli altri scenari evidenziati, si esauriscono all interno dello stabilimento e pertanto non vi sono conseguenze significative all esterno. 4.6 Elementi territoriali vulnerabili Per quanto espresso nei precedenti paragrafi si evidenzia che gli eventi incidentali hanno effetti solo ed esclusivamente all interno delle aree interne allo stabilimento di competenza e quindi nel perimetro aziendale Diamant Cromo. La successiva figura 4.2. rappresenta l area di inviluppo di danno coincidente con il perimetro aziendale, sovrapposta sul Piano delle Regole del vigente PGT: 26

28 FIGURA 4.2 AREA DI INVILUPPO DI DANNO (fonte dati: Diamant Cromo 11/10/12 e 19/02/13) LEGENDA AREA DI INVILUPPO DEL DANNO 27

29 Pertanto le categorie territoriali compatibili con lo stabilimento e la sua relativa area di danno e la classe di probabilità di ogni evento sono riassunte nelle seguenti tabelle denominate 3a e 3b di cui al paragrafo del D.M. 09/05/2001 Tabella 3a Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti Categoria di effetti Elevata letalità Inizio letalità Lesioni Lesioni Classe di probabilità 1 2 irreversibili 3 reversibili 4 <10 ⁶ DEF CDEF BCDEF ABCDEF 10 ⁴ - 10 ⁶ EF DEF CDEF BCDEF 10 ³- 10 ⁴ F EF DEF CDEF >10 ³ F F EF DEF Tabella 3b Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti Categoria di effetti Elevata letalità Inizio letalità Lesioni Lesioni Classe di probabilità 1 2 irreversibili 3 reversibili 4 <10 ⁶ EF DEF CDEF BCDEF 10 ⁴ - 10 ⁶ F EF DEF CDEF 10 ³- 10 ⁴ F F EF DEF >10 ³ F F EF EF 28

30 Ove, si ricorda, le categorie territoriali sono quelle individuate nella DGR IX/3753 del 11/07/2012 e riportate a seguire: CATEGORIA A 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m 3 /m 2 ; 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti); 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti); 4. Luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, strutture fieristiche con oltre 5000 posti, con utilizzo della struttura almeno mensile. CATEGORIA B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m 3 /m 2 ; 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti); 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti); 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso) e cinema multisala; 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno). CATEGORIA C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m 3 /m Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 29

31 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000persone/giorno). 5. Autostrade e tangenziali in assenza di sistemi di allertamento e deviazione del traffico in caso di incidente. 6. Aeroporti. CATEGORIA D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m 3 /m Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, etc. 3. Autostrade e tangenziali in presenza di sistemi di allertamento e deviazione del traffico in caso di incidente. 4. Strade statali ad alto traffico veicolare. CATEGORIA E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m 3 /m Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici, aree tecnico - produttive. CATEGORIA F 1. Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. 4.7 Elementi ambientali vulnerabili Dalle analisi sin qui condotte, si evince che l unico elemento ambientale vulnerabile risulterebbe la risorsa idrica, che potrebbe essere interessata in caso di sversamenti accidentali di anidride cromica Valutazione del rischio di contaminazione delle acque Per quanto riguarda la contaminazione delle acque si riporta a seguire la valutazione effettuata dal Gestore al riguardo. L Anidride Cromica arriva in azienda in fusti di metallo chiusi ermeticamente, tipicamente da 25 kg, su bancale; la movimentazione degli stessi, ad opera del personale addestrato avviene in area stoccaggio interna, al coperto e non su piazzale. Anche un accidentale 30

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