IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ IN ITALIA: VERSO IL REDDITO DI INCLUSIONE

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1 IL CONTRASTO ALLA POVERTÀ IN ITALIA: VERSO IL REDDITO DI INCLUSIONE On. Donata Lenzi -Capogruppo Partito Democratico - Commissione XII, Camera dei Deputati

2 Naturalmente eguaglianza e diseguaglianza sono termini relativi: né la sinistra pensa che gli uomini siano in tutto eguali, né la destra pensa che essi siano in tutto diseguali. Ma coloro che si proclamano di sinistra danno maggiore importanza, nella loro condotta morale e nella loro iniziativa politica, a ciò che rende gli uomini uguali o ai modi di attenuare e ridurre i fattori della diseguaglianza; mentre coloro che si ritengono di destra sono convinti che le disuguaglianze siano un dato ineliminabile e che in fin dei conti non se ne debba neanche auspicare la soppressione. Norberto Bobbio 1994

3 Spesa sociale italiana: - Questione ancora irrisolta è l intreccio tra previdenza e assistenza; - Diverse prestazioni seppure con finalità assistenziali, sono finanziate da meccanismi assicurativi.

4 Il contrasto alla povertà in Italia: - Il contrasto alla povertà in Italia ha vissuto diverse fasi, in un contesto storicamente caratterizzato dall intervento di sostegno dei Comuni (minimo vitale) e dalla categorizzazione delle prestazioni; - Diversi sono stati i tentativi volti all introduzione di una misura universale di contrasto della povertà (Commissione d indagine sulla povertà e sull emarginazione; Commissione Onofri; L. n. 328/2000) senza raggiungere tuttavia l obiettivo; - Diverse anche le sperimentazioni: Reddito minimo d inserimento (RMI); esperienze regionali; carta acquisiti sperimentale nelle 12 maggiori città (Sia).

5 Progressione storica del contrasto alla povertà:

6 La legge di stabilità 2016 (l. n. 208/2015) - La legge n. 208/2015 ha sancito l istituzione di un Fondo nazionale strutturale e di un Piano nazione triennale per il contrasto alla povertà; - Il Fondo è stato dotato di 600 milioni di euro per l anno 2016 e 1 miliardo di euro a partire dal Per il biennio le risorse assegnate sono state destinate al rafforzamento e consolidamento su tutto il territorio nazionale della sperimentazione del Sia e al proseguimento della sperimentazione, Asdi (assegno di disoccupazione per percettori Naspi in condizione di disagio) con rinnovati criteri e procedure; - La legge ha poi previsto delega per introduzione di uno o più provvedimenti legislativi di riordino della normativa in materia di prestazioni assistenziali per l'introduzione di un'unica misura nazionale di contrasto alla povertà da attuarsi mediante il citato Piano nazionale.

7 Il Sostegno per l inclusione attiva (Sia) - In attuazione delle disposizioni della legge n. 208/2015 il 26 maggio 2016 viene emanato decreto interministeriale per l estensione del Sia con criteri rinnovati su tutto il territorio nazionale. - Il provvedimento rappresenta l investimento più importante indirizzato all obiettivo specifico del contrasto alla povertà della storia italiana, destinando 750 milioni di euro.

8 Il Sostegno per l inclusione attiva (Sia) - Il nuovo Sostegno per l inclusione attiva, rivolto su tutto il territorio nazionale, coinvolge i nuclei familiari in condizione di povertà assoluta (ISEE inferiore a euro 3.000) che presentino al loro interno minori, donne in stato di gravidanza o disabili gravi; - Il beneficio medio mensile è previsto nella misura di 320 euro. Il beneficio, erogato direttamente dall INPS, varia a seconda della composizione del nucleo familiare, potendo giungere sino a 400 euro; - Non si tratta di un mero trasferimento monetario: al beneficio si unisce un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa realizzato dai servizi territoriali degli enti locali a livello di Ambito, con la collaborazione dell intera rete dei servizi; - Il nuovo Sia rappresenta la misura «ponte» verso la nuova misura universale unica di contrasto della povertà (il Reddito di inclusione).

9 Il Sostegno per l inclusione attiva (Sia) L accesso al Sostegno per l inclusione attiva nel 2016, sulla base delle risorse disponibili era determinato dall adozione di una scala di valutazione del bisogno (punteggio minimo 45) superando comunque un approccio «categoriale» con l obiettivo di favorire: i nuclei con maggior numero di figli o figli piccoli; quelli in cui vi è un genitore solo; quelli con persone con disabilità grave o non autosufficienti; quelli con ISEE più basso; quelli in cui tutti siano senza lavoro.

10 * Elaborazioni Ministero del lavoro e delle politiche sociali

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12 Il Sostegno per l inclusione attiva (Sia) - Per l anno 2017, sulla scorta del monitoraggio sul Sia realizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, in collaborazione con gli Ambiti territoriali e i Comuni, la misura sarà adottata con Criteri ulteriormente rinnovati ; Verrà ridotto il punteggio minimo per accedere alla misura secondo la scala di valutazione del bisogno con la finalità di allargare la platea dei beneficiari; - Le risorse a disposizione per il 2017 saranno oltre 1,5 miliardi: 1 miliardo previsto dalla legge di stabilità 2016;+ 150 milioni aggiuntivi destinati dalla legge di bilancio 2017; + le risorse non impegnate nel 2016.

13 Il ddl delega per il contrasto alla povertà - In forza delle disposizioni introdotte dalla legge di stabilità 2016 il Governo ha adottato un disegno di legge delega recante norme relative al contrasto della povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali; - Il disegno di legge, approvato con modifiche dalla Camera dei Deputati il 14 luglio 2016, è stato approvato in via definitiva dal Senato il 9 marzo scorso; - Il provvedimento consta di tre deleghe legislative sostanziate da precisi principi e criteri direttivi: introduzione di una misura universale per il contrasto alla povertà; riordino delle prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto della povertà; riordino della normativa inerente il sistema integrato di servizi e interventi sociali.

14 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: l introduzione di una misura universale per il contrasto della povertà - Il ddl povertà introduce una misura universale, unica a livello nazionale, di contrasto della povertà e dell esclusione sociale denominata Reddito di inclusione (Rei) e destinata a tutte le persone in condizione di povertà assoluta; - Per povertà assoluta si intende: l impossibilità di disporre dell insieme dei beni e dei servizi necessari a condurre un livello di vita dignitoso ; - Il Rei viene individuato come livello essenziale delle prestazioni da garantire uniformemente in tutto il territorio nazionale;

15 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: l introduzione di una misura universale per il contrasto della povertà - Il Rei si pone nel solco degli strumenti di reddito minimo garantito del modello sociale europeo e in quanto tale è: a) condizionato alla prova dei mezzi, sulla base dell indicatore della situazione economica equivalente (ISEE), tenendo conto dell effettivo reddito disponibile, di indicatori della capacità di spesa e di una soglia di riferimento per l individuazione della condizione di povertà; a) condizionato all adesione a un progetto personalizzato di attivazione e di inclusione sociale e lavorativa finalizzato all affrancamento dalla condizione di povertà; a) articolato in un beneficio economico e in una componente di servizi alla persona, assicurati dalla rete dei servizi e degli interventi sociali di cui alla legge 8 novembre 2000, n. 328.

16 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: l introduzione di una misura universale per il contrasto della povertà - Riguardo ai beneficiari: a) è misura destinata a coprire tutte le persone in condizione di povertà assoluta nei limiti delle risorse destinate al Fondo per il contrasto alla povertà. In forza di ciò, interventi prioritari sono previsti in favore dei nuclei familiari con figli minori o con disabilità grave o con donne in stato di gravidanza accertata o con persone di età superiore a 55 anni in stato di disoccupazione; a) in quanto misura universale la legge prevede espressamente che all aumento delle risorse corrisponda graduale estensione dei beneficiari e graduale incremento del beneficio; a) la misura è rivolta anche agli stranieri, prevedendo il ddl un requisito di durata minima del periodo di residenza nel territorio nazionale, nel rispetto dell ordinamento dell Unione europea.

17 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: l introduzione di una misura universale per il contrasto della povertà - Riguardo la componente di servizi alla persona: a) i progetti personalizzati sono predisposti da una équipe multidisciplinare costituita dagli ambiti territoriali di cui alla legge n. 328/2000, in collaborazione con le amministrazioni competenti sul territorio in materia di servizi per l impiego, formazione, politiche abitative, tutela della salute e istruzione; a) i progetti personalizzati consentano la presa in carico della persona sulla base di: una valutazione multidimensionale del bisogno; una piena partecipazione dei beneficiari alla predisposizione dei progetti medesimi; un attenta definizione degli obiettivi e un monitoraggio degli esiti, valutati periodicamente tramite strumenti di misurazione dell impatto sociale.

18 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: il riordino delle prestazioni di natura assistenziale finalizzate al contrasto della povertà - Con l obiettivo di realizzare una misura nazionale unica di contrasto della povertà il ddl prevede: a) il riordino delle prestazioni assistenziali finalizzate al contrasto della povertà, con l obiettivo del loro assorbimento nel Rei; a) assorbimento della c. d. social card nel Rei solo quando le fasce di popolazione interessate saranno effettivamente coperte da quest ultima misura; a) applicazione dei nuovi requisiti solo a coloro che richiedano le prestazioni interessate dal riordino dopo l entrata in vigore dei decreti legislativi attuativi della delega; a) previsione che i risparmi di spesa o le economie eventuali derivanti dal riordino confluiscano in ogni caso nel Fondo per il contrasto alla povertà.

19 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: il riordino del sistema integrato di interventi e servizi sociali - L efficacia della nuova misura di contrasto della povertà è strettamente legata al cambiamento e al potenziamento della rete dei servizi territoriali, attori principali nell attuazione della misura; - Sul tema occorre sottolineare come il 3 agosto 2016 sia stato adottato l'avviso pubblico n.3/2016 per la presentazione di progetti di: rafforzamento dei servizi; interventi socio educativi e di attivazione lavorativa; promozione di accordi di collaborazione in rete a favore degli Ambiti territoriali; - A tal fine sono stati stanziati 500 milioni a valere sul "PON Inclusione (Fondo Sociale Europeo).

20 Il ddl delega per il contrasto alla povertà: il riordino del sistema integrato di interventi e servizi sociali - Il ddl povertà prevede al riguardo: a) rafforzamento della gestione associata nella programmazione e nella gestione degli interventi a livello di ambito territoriale, di cui alla legge n. 328/2000; b) meccanismi premiali nella distribuzione delle risorse dei fondi europei destinate al contrasto alla povertà nei confronti degli ambiti territoriali che abbiano adottato o adottino forme di gestione associata dei servizi sociali che ne rafforzino l efficacia e l efficienza; c) riordino della disciplina delle forme strumentali per la gestione associata dei servizi sociali chiarendo in ogni caso la possibilità per gli enti locali di poter costituire consorzi socio-assistenziali; d) promozione di accordi territoriali tra i servizi sociali e gli altri enti per l inserimento lavorativo, l istruzione e la formazione, le politiche abitative, la salute e il terzo settore.

21 Nota a margine: Reddito di inclusione, reddito minimo e reddito di cittadinanza. Il Rei, come delineato dal ddl povertà, è una misura di reddito minimo assegnata ai nuclei familiari in condizioni di povertà assoluta. Si compone di un trasferimento economico subordinato all accettazione da parte dei destinatari di un progetto personalizzato che deve prevedere alcuni obblighi (ricerca impiego, formazione, frequenza scolastica per i minori). La proposta di legge del M5S, impropriamente definita Reddito di cittadinanza, è in realtà una proposta di legge di reddito minimo, simile nel funzionamento all impianto del nostro Reddito di inclusione. Differisce profondamente per la soglia di reddito al di sotto della quale è concessa la misura e per l entità del trasferimento, essendo individuata a contrasto non della povertà assoluta, ma del rischio di povertà. Tale scelta non è condivisibile, non tanto per la necessità di uno stanziamento ingente di risorse, ma perché incline a far scattare la c.d. trappola della povertà, vale a dire la maggior convenienza per le persone a ricevere il sussidio (come detto molto altro nella proposta del Movimento Cinque Stelle, anche per effetto di moltiplicatori che sovrastimano la presenza di più componenti nel nucleo familiare) piuttosto che attivarsi alla ricerca di un lavoro.

22 Nota a margine: Reddito di inclusione, reddito minimo e reddito di cittadinanza.reddito minimo e reddito di cittadinanza Reddito minimo: è una prestazione monetaria erogata solo ai bisognosi, sulla base di una prova dei mezzi. L importo è differenziato a seconda delle risorse dell individuo, per il raggiungimento di un reddito soglia che deve essere garantito a tutti. Spetta dunque solo a coloro che si trovano sotto questa soglia. Il reddito minimo d inserimento è uguale al reddito minimo ma prevede in più che sia condizionato all accettazione di progetti di inserimento sociolavorativo per i beneficiari (è il caso del nostro Reddito di Inclusione). In varie forme e declinazioni, è presente da anni in tutti i paesi europei tranne Italia e Grecia. Da oggi anche in Italia (in Grecia è in via di approvazione). Reddito di cittadinanza: è un reddito di base elargito dalla comunità a tutti i suoi membri su base individuale, senza prova dei mezzi o richiesta di lavoro. L importo è uguale per tutti, a prescindere dal reddito. Non esistono esempi concreti di applicazione in nessun paese del mondo (tranne un esempio limitato in Alaska e una sperimentazione molto limitata in Finlandia).

23 Conclusioni: - Gli interventi normativi degli ultimi due anni rappresentano una svolta storica nelle politiche italiane di contrasto alla povertà; - Si garantiscono risorse certe (per una dotazione mai stanziata in precedenza) e con l obiettivo di incrementarle sino ad offrire una rete di protezione per tutte le persone in condizione di povertà assoluta; - Si introduce una misura universale unica nazionale di contrasto alla povertà attraverso un piano credibile, individuando nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali il soggetto responsabile non solo della sua attuazione, ma anche della sua efficacia pur rispettando le competenze regionali e comunali;si introducono importanti elementi normativi per il cambiamento e il rafforzamento della governance e dell intera rete territoriale dei servizi sociali; - Il nostro Paese torna ad allinearsi al resto d Europa, cessando di essere fanalino di coda nel contrato alla povertà.

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