IL RE DEGLI AQUILONI

Dimensione: px

Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL RE DEGLI AQUILONI"

Bernadetta Zanella
6 anni fa
Visualizzazioni

2 Franca Dadà IL RE DEGLI AQUILONI Illustrazioni di Carla Cavazzola Jacqueline Monica Magi Edizioni Fairy Tale 2013

3 IL RE DEGLI AQUILONI C era una volta, tanto tempo fa, un bel giovane il cui nome era Andrea. Era bello ma molto povero, e molto triste per le battaglie che ogni giorno doveva combattere contro la fame e il freddo. Lui si impegnava duramente lavorando alle cave di marmo, ma tanta fatica non bastava a soddisfare i suoi bisogni essenziali, e per questo ogni giorno si svegliava sempre più povero, più affamato e più triste. Infine, un mattino disse: «Basta! Devo farmi venire un idea, dentro di me sento che questo non può essere il mio destino». Passarono alcuni giorni senza che accadesse niente di nuovo, finché una notte un vento improvviso spalancò la finestra della sua camera. Svegliato dal frastuono e dal freddo si alzò assonnato per richiudere la finestra. Con gli occhi

4 semichiusi dal sonno stava per rinfilarsi sotto le coperte quando un forte e improvviso bagliore gli fece fare un salto di paura. Pian piano i suoi occhi si adattarono alla fortissima luce e, incredulo, vide davanti a sé una stupenda fanciulla che volteggiava dentro la sfera luminosa che quasi lo aveva accecato. Gli occhi della ragazza sembravano un cielo stellato ed i suoi capelli lucenti cambiavano colore nell ondeggiare. «Non avere paura» gli disse la soave creatura. «Io sono la fata Idea. Mi hai tanto cercata, ed ora eccomi qua.» Poi continuò: «Appena sorgerà l alba raccogli le tue cose dì addio alla tua casa. Poi segui il sentiero che conduce alle montagne. Dovrai trovare la forza e il coraggio di valicarle, perché al di là di esse troverai una grotta con dentro tanti sacchi pieni di carte colorate. Vai e fidati di me se davvero vuoi cambiare il tuo destino.»

5 Ciò detto scomparve e con lei scomparve anche la sfera luminosa, lasciando il giovane inebetito dalla sorpresa. «Dormivo, ho sognato» si disse e, incapace di formulare altri pensieri, si addormentò veramente. Il chiarore dell alba svegliò il giovane e dei rumori provenienti dalla cucina lo fecero correre a vedere. Una visione celestiale era li dinnanzi ai suoi occhi mentre un buonissimo profumo di focacce appena sfornate poste sul tavolo accanto ad una fumante tazza di latte, sembravano attendere proprio lui.

«Ciao!» gli disse la visione che stava preparando tutto quel ben di Dio. «Io sono Fata Raggio. Sono qui per aiutarti a raccogliere le tue cose e per accompagnarti nel tuo viaggio oltre le montagne.

6 «Ciao!» gli disse la visione che stava preparando tutto quel ben di Dio. «Io sono Fata Raggio. Sono qui per aiutarti a raccogliere le tue cose e per accompagnarti nel tuo viaggio oltre le montagne.» Fatta un abbondante colazione, Andrea si mise in cammino seguendo la Fata Raggio verso le montagne. Gli occorsero sette giorni e sette notti per oltrepassare le alte, ripide e fredde cime. All alba del settimo giorno la valle appari ai loro occhi e cercando dietro dei cespugli trovarono anche la grande grotta.

Entrarono, e la trovarono davvero colma di sacchi di carta colorati. Il giovane Andrea accese un bel fuoco e si sdraiò esausto per riposarsi, pensando a cosa fare con tutta quella carta.

7 Entrarono, e la trovarono davvero colma di sacchi di carta colorati. Il giovane Andrea accese un bel fuoco e si sdraiò esausto per riposarsi, pensando a cosa fare con tutta quella carta. Ma non ebbe il tempo di formulare il pensiero. Una allegra musichetta attrasse la sua attenzione, e vide una soave fanciulla che stava giocando con tanti pezzi di carta colorata incollandoli insieme. «Ciao!» esclamò la giovane. «Io sono Fata Fantasia. Ero qui ad attenderti per insegnarti a costruire aquiloni. Ne costruirai talmente tanti che ti eleggeranno Re di questa vallata.»

Si udì in quell attimo uno scalpitio all ingresso della grotta: si trattava di Fata Enza che non avendo preso bene le misure dell entrata della grotta, volando era finita addosso ad un giovane

8 Si udì in quell attimo uno scalpitio all ingresso della grotta: si trattava di Fata Enza che non avendo preso bene le misure dell entrata della grotta, volando era finita addosso ad un giovane puledro che pascolava tranquillo. Velocemente la fata si rassettò l abito e i capelli, sbatté le ali e sorridente salutò le sue amiche Raggio e Fantasia dicendo loro: «La grande quercia mi ha mandata ad aiutarvi perché vi aspettano molti giorni di duro lavoro.» A quel punto il giovane Andrea non si stupiva più di nulla. Insieme a Fata Enza, arrivata nel frattempo, iniziò a incollare pezzi di carta colorata per costruire gli aquiloni.

9 Per ogni aquilone che portava a termine, Fata Fantasia era subito pronta a suggerirgliene un altro, con figure e colori sempre più belli. Il terzetto lavorava tanto in armonia che Fata Giò non resisté al richiamo e si unì a loro nel paziente ma bellissimo lavoro. Mentre incollavano e cucivano le fate raccontavano al giovane le storie del luogo magico in cui solitamente vivevano, e cioè l immenso Bosco dei Desideri, nel quale regnava sovrana la magica Grande Quercia. Passarono vari giorni e varie notti, finché un mattino il sole bussò all ingresso della grotta dicendo che nella valle quel giorno sarebbe iniziata la grande festa di Primavera. Era dunque giunta l ora di fare conoscere a tutti le meraviglie costruite dalla squadra più strana del mondo, formata da Andrea e dalle sue amiche Fate. Allora legarono quattro enormi mazzi di aquiloni, uscirono dalla grotta e con l aiuto del leggero venticello primaverile li portarono alla festa della valle.

10 La gente rimase a bocca aperta nel vedere quelle meraviglie, e tutti si precipitarono a comprare i bellissimi aquiloni. Alla fine della giornata il giovane Andrea aveva guadagnato talmente tanti soldi da poter comprare metà della valle, cosa che fece subito il giorno dopo. Nella valle da lui acquistata coltivò i terreni, costruì alloggi e anche un enorme laboratorio per

11 fabbricare più agevolmente i suoi aquiloni. Ora poteva permettersi della manodopera per aiutarlo a costruire altri aquiloni, le vendite si moltiplicarono e quindi anche i suoi guadagni. Divenne così talmente ricco che decise di esplorare l altra metà della valle e informarsi se era possibile comprarla. Salì a cavallo e cominciò la sua esplorazione. Fiancheggiando un torrente fu attratto da un gruppo di fanciulle che correvano nei prati giocando con i suoi aquiloni. Il giovane si avvicinò a loro e arrivò giusto in tempo per sorreggere una fanciulla che inciampando stava per cadere a terra. I loro occhi si incontrarono e il cuore del giovane iniziò a battere cosi velocemente che sembrava voler uscire dal suo petto facendolo immediatamente fuggire lontano da lì. Era giunta nella valle per partecipare alla festa anche la Fata Feli che, accortasi delle difficoltà di Andrea, si precipitò ad informarlo che non era niente di grave: il suo cuore stava andando così veloce per la felicità. Si era semplicemente innamorato. Ma il giovane continuò a fuggire e

12 tapparsi le orecchie, non voleva ascoltare le spiegazioni di Fata Feli. Innamorato? Che voleva dire? L amore che roba era? E poi se faceva battere cosi forte il cuore, poteva essere molto pericoloso e causare molta sofferenza. Troppe erano le domande senza risposta. E quella ragazza lo avrebbe voluto, avrebbe ricambiato i suoi sentimenti? Lei era nata in allegria e prosperità, aveva ricevuto una adeguata istruzione, certamente con una visione della vita molto diversa della sua. Com era possibile che si comprendessero? Avrebbero subito litigato! E lei lo avrebbe abbandonato! No, no! meglio fuggire. Continuò così a fuggire finché dovette per forza fermarsi trovando il sentiero sbarrato da due tronchi di albero. Si trattava di Faggio, un parente della grande Quercia, aiutato da Salice Piangente. Con grande sforzo si erano sdraiati a terra per fermare la fuga del giovane. Questi, costretto a fermarsi, discese dal suo cavallo e si sedette sul tronco del Salice cominciando a versare fiumi di lacrime.

13 Una mano delicata si appoggiò sulle sue spalle. Si trattava di Fata Raggio che con dolcezza gli disse: «Andrea rifletti, hai attraversato le montagne sfidando ghiacciai e tempeste di neve, l incognito e il buio della notte. Ma soprattutto sei riuscito a sconfiggere la strega Paura che voleva convincerti a ritornare alla tua quotidiana miseria dicendoti di

14 non fidarti delle tue idee e dei tuoi desideri, perché nella valle avresti trovato solo ortiche. Non è stato così! E ora vuoi essere cosi codardo da rinunciare, alla gioia di amare e alla felicità per la stupida paura di essere rifiutato o abbandonato? E anche possibile che succeda, ma anche per un solo istante di gioia vale la pena tentare. Sconfiggi la strega Paura come hai fatto sulle montagne, e io insieme a tutte le Fate ti saremo sempre vicino». Il giovane comprese. Risalì sul suo cavallo e senza paura tornò dalla bella fanciulla dai capelli neri. Si gettò nel profondo dei suoi occhi ed insieme cominciarono a cantare una meravigliosa canzone. Nel frattempo il popolo della valle si era riunito per ringraziare il giovane cavaliere venuto dalle montagne portando con le sue idee, la sua fantasia e il suo coraggio benessere e gioia nelle case di tutti. Felici si unirono al suo canto e lo elessero loro Re incoronandolo Re degli Aquiloni.

15 IL RE DEGLI AQUILONI

Documenti analoghi

SARA BUTTAU. I tre porcellini

SARA BUTTAU. I tre porcellini SARA BUTTAU I tre porcellini C era una volta una famiglia di tre porcellini che, ormai diventati grandi, andarono a vivere da soli, costruendo ognuno la propria casa. Il più grande decise di costruire