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1 Alla Provincia di Taranto Settore Ecologia ed Ambiente Via Lago di Bolsena, 2 - Taranto (pec: settore.ambiente@pec.provincia.taranto.gov.it) Protocollo: 197/DIR/2016 Taranto, 15 settembre 2016 Oggetto: Istanza del 22 dicembre 2014 di pronuncia compatibilità ambientale per l intervento di ampliamento dell attività di coltivazione di cave di proprietà della società Italcave nei comuni di Taranto e Statte. Riscontro nota del 30 agosto 2016, protocollo PTA/2016/ /P. Con riferimento alla nota in oggetto, in allegato trasmettiamo nota di riscontro redatta dall ing. Gianluca Intini che ribadisce quanto da noi sostenuto in tema di non aggravio degli impatti sanitari da tempo, senza che tali conclusioni siano mai state analiticamente confutate nel merito e senza che sia mai stato prodotto, dagli enti conferenti, un dissenso congruamente motivato e recante le specifiche indicazioni delle modifiche progettuali necessarie ai fini dell'assenso, come previsto normativamente. In particolare la nota di riscontro così conclude: italcave s.p.a. via per statte, taranto casella postale n statte (ta) telefono fax partita iva e numero di iscrizione al registro imprese di taranto repertorio economico amministrativo ta capitale sociale euro i.v. web e.mail italcave@italcave.it 1

2 Al fine inoltre di confrontare le emissioni di PTS, PM 10 e PM 2,5 nella situazione attuale e nella situazione di progetto (ovvero dopo aver realizzato il nuovo impianto di frantumazione) è stata predisposta e allegata la revisione 3 del Piano di Monitoraggio Ambientale delle Emissioni Diffuse e del Rumore. Restiamo in attesa di conoscere, con cortese urgenza, le decisioni di codesta autorità procedente. italcave s.p.a. via per statte, taranto casella postale n statte (ta) telefono fax partita iva e numero di iscrizione al registro imprese di taranto repertorio economico amministrativo ta capitale sociale euro i.v. web e.mail italcave@italcave.it 2

3 Riscontro Verbale Conferenza dei Servizi 09/2016

4 1 di 46 INDICE 1 PREMESSA DESCRIZIONE DELL INTERVENTO IN PROGETTO Stato attuale Stato di progetto STIMA EMISSIONI DI POLVERE Componente Aria Background Metodo adottato per la stima delle emissioni di polveri Stima delle emissioni di polveri nello scenario attuale Stima delle emissioni dal carico, trasporto e scarico proveniente dalla volata Stima delle emissioni dall impianto di frantumazione e vagliatura Stima delle emissioni da carico e trasporto del materiale inerte processato Riepilogo emissioni scenario attuale Stima delle emissioni di polveri nello scenario di progetto Stima delle emissioni dall impianto di frantumazione e vagliatura secondario Riepilogo delle emissioni scenario di progetto CONFRONTO SCENARI Scenario attuale vs Scenario di progetto Simulazione emissioni polveri nel tempo Piano di monitoraggio e controllo EFFETTI SILICE LIBERA CRISTALLINA SULLA SALUTE Effetti sulla salute dei lavoratori Effetti sulla popolazione residente nelle aree circostanti CONCLUSIONI ALLEGATO 1: Piano di monitoraggio ambientale delle emissioni diffuse e del rumore relativo all attività di estrazione e frantumazione calcare nelle cave di proprietà della Italcave spa. Rev ALLEGATO 2: Relazione monitoraggio silice in aria ambiente e certificati di analisi... 46

5 2 di 46 1 PREMESSA A seguito della CdS convocata dalla Provincia di Taranto relativamente alla procedura di Valutazione di Impatto Ambientale sul progetto di ampliamento e rimodulazione dei piani di coltivazione di Italcave spa nei comuni di Taranto e Statte, il cui verbale veniva trasmesso con nota PTA/2016/ /P del 30/08/16, si rende necessario chiarire quanto già riportato nel riscontro alla comunicazione ai sensi dell art.10bis della L.241/1990 e s.m.i. trasmesso in data 09/07/2016. In particolare ARPA Puglia, come riportato nel verbale della CdS, ritiene che non siano superate le criticità già evidenziate nella sua nota del per le seguenti motivazioni: l affermazione secondo cui sarebbe comprovata (ammesso che lo sia) l'assenza di silice cristallina nel calcare, non appare soddisfacente; in ogni caso, infatti, non va verificata la concentrazione della silice cristallina nel materiale, ma nell'aria, dato che i procedimenti di macinazione e movimentazione possono portare ad una selezione qualitativa, dimensionale e ponderale delle particelle aerodisperse; la ditta produce nella nota l'affermazione secondo cui le stime delle emissioni di inquinanti sarebbero state calcolate senza considerare i sistemi di nebulizzazione, che sono - però - indispensabili nel ciclo produttivo; appare quindi ambigua la frase "... le emissioni diminuiscono rispetto a quelle attuali...": infatti, ove (come richiesto) sia utilizzata la nebulizzazione sia nella situazione presente che stimata dopo ampliamento, è palese che, in ogni caso, questo porterà un incremento nella polvere e negli inquinanti emessi. Il presente documento è stato redatto al fine di chiarire ulteriormente, rispetto a quanto già riportato nei diversi studi ed approfondimenti presentati nel corso dell iter di VIA, gli aspetti sollevati da ARPA Puglia. E stato strutturato di cinque capitoli principali: Descrizione intervento in progetto Stima emissioni di polvere (sia nello stato attuale che di progetto) Confronto tra gli scenari Effetti della silice cristallina sulla salute della popolazione

6 3 di 46 2 DESCRIZIONE DELL INTERVENTO IN PROGETTO 2.1 Stato attuale Attualmente la ditta Italcave Spa è attiva nel campo delle attività estrattive ed è già in possesso delle seguenti autorizzazioni: Determinazione del Dirigente Ufficio Pianificazione e SURAE n. 58 del 23/06/2011 di Proroga dell autorizzazione alla coltivazione di una cava di calcare alla località S.Teresa del Comune di Statte (Fg. 44 p.lle 11, 14) CAVA A ; Determinazione del titolare P.O. delegato n.76 del 15/09/2008 di Proroga alla coltivazione di una cava di calcare in località S. Teresa del Comune di Statte (Fg. 44 p.lle 3, 9, 10, 12) autorizzata ai sensi dell art. 23 delle NTA del vigente PRAE - CAVA B ; Determinazione del Dirigente Delegato n. 65 del 11/04/2016 Proroga dell attività estrattiva nella cava di inerti calcarei sita in località Giardinello - Lariccia del Comune di Taranto e Statte (TA) in catasto al Foglio n. 44 particelle nn e 7 del Comune di Statte e Fg 175 p.lle del Comune di Taranto - CAVA C. Figura 1 Area oggetto di studio e individuazione delle cave autorizzate

7 4 di 46 Le attività di estrazione del calcare hanno interessato (ed interessano) tutte le aree indicate in figura 1, giungendo in alcuni casi già alla quota di progetto. In particolare in queste ultime aree (definite di pertinenza), facenti parte della cava denominata C, è in esercizio un impianto di frantumazione e vagliatura del calcare estratto. Figura 2 Impianto di frantumazione e vagliatura calcare (stato attuale) Tale impianto è già autorizzato alle emissioni in atmosfera giusta D. D. n. 35 del 05/04/2011 del 9 Settore Ecologia ed Ambiente della Provincia di Taranto. Attualmente quindi le attività di estrazione di materiale inerte calcareo destinato all edilizia e all industria del cemento della società Italcave S.p.A. si compone delle seguenti fasi: 1) Coltivazione del fronte di cava: tale fase avviene mediante l utilizzo di esplosivo, previo scotico del terreno vegetale. Mediamente è effettuata una volata giornaliera che interessa un area di circa 300 mq con produzione di circa 2700 m 3 di tout-venant calcareo.

8 5 di 46 2) Carico, trasporto e scarico di materiale proveniente dalla volata: a mezzo pala meccanica gommata il materiale è caricato su dumper che effettuano, utilizzando l apposita viabilità interna, il trasporto e lo scarico in tramoggia di carico dell impianto di frantumazione primaria. 3) Frantumazione e vagliatura primaria: durante tale fase si ottiene lo stabilizzato naturale (granulometria 0-70 mm) che è stoccato in cumuli e il materiale di pezzatura mm che viene inviato a mezzo nastro trasportatore all impianto di frantumazione e vagliatura secondaria. A seguito del programma di miglioramento sull impianto di frantumazione primaria per la riduzione delle emissioni polverulente, sono state completate le modifiche all impianto di frantumazione primaria con la realizzazione delle nuove linee di produzione della granulometria mm (stabilizzato selezionato vagliato) in cui tutti i nastri sono coperti. Nel nuovo assetto dell impianto viene inviato ad un vaglio di 30 mm il flusso di materiale con granulometria 0-70 mm (la frazione 0-70 mm naturale e quella derivante dallo sgrossatore a rulli posto a valle del frantoio a mascelle) da cui si ottiene il mm e lo 0-30 mm, o in alternativa lo 0-70 mm. 4) Frantumazione e vagliatura secondaria: il materiale è frantumato, vagliato e stoccato in cumuli nelle seguenti pezzature: sabbia di mulino 0-4 mm; graniglia 5-12 mm; pietrisco mm; pietrisco mm; pietrame 40-70mm. In funzione delle richieste, dalla miscelazione in proporzioni definite delle varie granulometrie si ottiene lo stabilizzato selezionato o, mediante la sostituzione della rete ai vagli, si possono anche ottenere altre pezzature per usi speciali. 5) Carico e trasporto materiale inerte: A mezzo pala meccanica gommata il materiale vagliato è caricato dai cumuli su camion e, dopo le operazioni di pesatura, è trasportato a destinazione finale. 2.2 Stato di progetto Il progetto 1 presentato nell ambito del procedimento di VIA è relativo all estensione e rimodulazione dell attività di coltivazione attraverso: Approfondimento dell attuale piano di base autorizzato fino a 14 m s.l.m. Estensione dell attività di coltivazione ad un area limitrofa a quelle esistente ed individuata nella particella 13 del foglio 44 del Comune di Statte. 1 Per maggiori dettagli fare riferimento alle tavole di progetto a firma dell ing. Nicola Mancini, depositate agli atti della Conferenza dei Servizi scaricabile al link 0dDN0akt1aF9QRW8/view

9 6 di 46 Inoltre, la società Italcave S.p.A. prevede di poter spostare e modificare la linea di frantumazione e vagliatura secondaria secondo il progetto riportato nella figura sotto. Figura 3 Impianto di frantumazione e vagliatura calcare (stato di progetto) Pertanto le fasi di lavorazioni previste a seguito dell installazione del nuovo impianto saranno le seguenti: 1) Coltivazione del fronte di cava: tale fase avviene mediante l utilizzo di esplosivo, previo scotico del terreno vegetale. Mediamente è effettuata una volata giornaliera che interessa un area di circa 300 mq con produzione di circa 2700 m3 di tout-venant calcareo. 2) Carico, trasporto e scarico di materiale proveniente dalla volata: a mezzo pala meccanica gommata il materiale è caricato su dumper che effettuano, utilizzando l apposita viabilità interna, il trasporto e lo scarico in tramoggia di carico dell impianto di frantumazione primaria. 3) Frantumazione e vagliatura primaria: durante tale fase si ottiene lo stabilizzato naturale (granulometria 0-70 mm) che è stoccato in cumuli e il materiale di pezzatura mm che viene inviato a mezzo nastro trasportatore all impianto di frantumazione e vagliatura secondaria. A seguito del programma di miglioramento sull impianto di frantumazione primaria per la riduzione delle

10 7 di 46 emissioni polverulente, sono state completate le modifiche all impianto di frantumazione primaria con la realizzazione delle nuove linee di produzione della granulometria mm (stabilizzato selezionato vagliato) in cui tutti i nastri sono coperti. Nel nuovo assetto dell impianto viene inviato ad un vaglio di 30 mm il flusso di materiale con granulometria 0-70 mm (la frazione 0-70 mm naturale e quella derivante dallo sgrossatore a rulli posto a valle del frantoio a mascelle) da cui si ottiene il mm e lo 0-30 mm, o in alternativa lo 0-70 mm. 4) Frantumazione e vagliatura secondaria: il materiale proveniente dalla frantumazione primaria viene convogliato ad un vaglio con portata 500 t/h; la quota parte, con granulometria maggiore di 80 mm, viene inviata ad un mulino ad urto e quindi ad un secondo vaglio, in cui il materiale con granulometria maggiore di 30 ritorna a monte per essere lavorata in un mulino a martelli. Invece il materiale con granulometria passa attraverso un altro vaglio per un ulteriore selezione degli elementi con granulometria maggiore per lavorazione in 2 mulini a martelli. 5) Carico e trasporto materiale inerte: A mezzo pala meccanica gommata il materiale vagliato è caricato dai cumuli su camion e, dopo le operazioni di pesatura, è trasportato a destinazione finale. Si evidenzia che le fasi 1 (coltivazione fronte di cava), 2 (Carico, trasporto e scarico di materiale proveniente dalla volata), 3 (Frantumazione e vagliatura primaria) e 5 (Carico e trasporto materiale inerte) non subiranno alcuna modifica rispetto all assetto attuale, in quanto le uniche modifiche/migliorie riguarderanno la fase di vagliatura e selezione secondaria (fase 4).

11 8 di 46 3 STIMA EMISSIONI DI POLVERE Nel presente capitolo si riprende quanto già prodotto e trasmesso nell ambito delle diverse Conferenze di Servizi chiarendo ed integrando alcuni concetti anche al fine di riscontare al parere di ARPA Puglia di cui in premessa. 3.1 Componente Aria Background L impianto di frantumazione, trasporto e vagliatura di materiale calcareo della società Italcave S.p.A. ha ottenuto l autorizzazione alle emissioni in atmosfera in data 11/12/2001 dalla Regione Puglia con Det. Dir. n L autorizzazione, concessa ai sensi degli artt. 12 e 13 del D.P.R. 203/88, prevede il rispetto di alcune condizioni espresse dal Comitato CRIAP in una seduta del 1996 (Linee guida per gli impianti di estrazione, frantumazione e vagliatura della pietra e la produzione del calcestruzzo), per le emissioni diffuse, ovvero che i valori medi di concentrazioni di polveri totali siano inferiori a 5 mg/m 3. Tale valore va ridotto del 20% in base a quanto previsto dall art.5 della L.R. n.7 del 22/01/99. Tra le prescrizioni espresse nella determina di autorizzazione è prevista quella di effettuare annualmente il monitoraggio delle emissioni e di trasmettere i relativi rapporti al Dipartimento Provinciale di Taranto di A.R.P.A. Puglia, alla AUSL TA/1, al Sindaco del Comune di Taranto, al Sindaco del Comune di Statte (TA), alla Provincia di Taranto, alla Regione Puglia, Assessorato all Ambiente, Ufficio Tutela della qualità dell aria dall inquinamento atmosferico ed acustico. Nel Dicembre 2010 Italcave S.p.A. ha inoltrato presso la competente Provincia di Taranto richiesta di autorizzazione ad una modifica impiantistica (installazione di vaglio) e di aggiornamento, ai sensi dell art. 269 del D.lgs. 152/06, dell autorizzazione alle emissioni diffuse in atmosfera, rilasciata dalla Regione Puglia con la citata D.D. 184/04. A seguito dell istanza con relativi elaborati e dell acquisizione dei pareri di competenza rispettivamente del Comune di Statte, dell U.O. ASL di Massafra Mottola Statte Palagiano e del Dipartimento Provinciale A.R.P.A. Puglia di Taranto, il Dirigente del 9 Settore Ecologia ed Ambiente della Provincia di Taranto ha autorizzato la società istante alla modifica impiantistica proposta ed ha aggiornato l autorizzazione alle emissioni diffuse in atmosfera con D. D. n. 35 del 05/04/2011, introducendo ulteriori prescrizioni tra cui l aumento delle attività di monitoraggio in autocontrollo da una campagna annuale a 2 campagne semestrali, da effettuarsi durante il normale funzionamento dell impianto ed in assenza di pioggia da almeno 72 ore.

12 9 di 46 Tali campagne hanno sempre evidenziato il perfetto rispetto dei limiti autorizzativi con valori di gran lunga inferiori al limite autorizzato pari a 4000 µg/nm 3. Studi di monitoraggio ambientale e misure delle emissioni industriali hanno evidenziato nell area di Taranto un quadro di inquinamento ambientale diffuso con un contributo rilevante del polo industriale cittadino, in particolare dello stabilimento siderurgico, sui livelli ambientali di inquinanti di interesse sanitario. Relazioni e documenti dell ARPA Puglia presentano dati di misure effettuate ai camini e misure ambientali. Campagne di monitoraggio della ASL di Taranto hanno segnalato una importante contaminazione della catena trofica da composti organoalogenati in alcune aziende zootecniche del comune e della provincia di Taranto. Nella Relazione annuale sulla Qualità dell Aria, anno 2015, redatto dall ARPA Puglia sono riportati i valori i medi annui di PM10 nelle stazioni di monitoraggio. Figura 4 valori medi annui di PM10 nelle stazioni da traffico e industriali Di seguito si riportano i valori delle centrali limitrofe più vicine all area di cava (evidenziate nella figura sopra) e la loro localizzazione: - Paolo VI Zona CISI Taranto (distanza dal sito circa 1,8 km a Est): 18 µg/m 3 - Via Machiavelli, Taranto (distanza dal sito circa 3,8 km a Sud): 28 µg/m 3 - Via Archimede, Taranto (distanza dal sito circa 3 km a Sud): 26 µg/m 3 - Via Delle Sorgenti, Statte (distanza dal sito circa 3,9 km a Nord): 20 µg/m 3 - SS7-Ponte Wind Statte (distanza dal sito circa 4 km a Ovest): 21 µg/m 3 Nello stesso rapporto viene evidenziato che in queste centraline il trend di concentrazione nel periodo è in diminuzione significativa.

13 10 di 46 Figura 5 Localizzazione centraline ARPA Nello stesso report sono riportati i valori medi annui di PM2,5 nelle stazioni di monitoraggio. Figura 6 valori medi annui di PM2, Di seguito si riportano i valori delle centrali limitrofe: - Paolo VI Zona CISI Taranto (distanza dal sito circa 1,8 km a Est): 11 µg/m3

14 11 di 46 - Via Machiavelli, Taranto (distanza dal sito circa 3,8 km a Sud): 16 µg/m3 Il trend di concentrazione nel periodo non ha previsto variazioni significative, evidenziando per la stazione Paolo VI CISI di Taranto il valore più basso a livello regionale. È importante precisare che le suddette centraline ARPA rilevano già il contributo attuale derivante dalla attività Italcave spa ed in particolare dall estrazione e successiva lavorazione del calcare. 3.2 Metodo adottato per la stima delle emissioni di polveri In mancanza di riferimenti normativi chiari a livello nazionale, il calcolo dei flussi emissivi è stato eseguito secondo le procedure messe a punto dall U.S. Environmental Protection Agency (US EPA, l Agenzia per la Protezione Ambientale americana) per la stima delle emissioni generate da diverse attività industriali, riportate nelle relative pubblicazioni, in cui sono dettagliatamente descritti i modelli e le equazioni per il calcolo dei fattori di emissione, validati da riscontri sperimentali in galleria del vento. Tale metodologia è stata anche ripresa da ARPA Toscana nelle Linee guida per la valutazione delle emissioni di polveri provenienti da attività di produzione, manipolazione, trasporto, carico o stoccaggio di materiali polverulenti, approvate dalla Regione Toscana. I metodi e di stima delle emissioni indicati nelle Linee guida sono quelli proposti e validati dall US- EPA (con alcuni adattamenti e semplificazioni), contenuti nel documento AP-42 "Compilation of AirPollutant Emission Factors. Ogni fase di attività capace di emettere polveri viene classificata tramite il codice SCC (Source Classification Codes). Le emissioni di PM10 (PTS e PM2.5) sono in genere espresse in termini di rateo emissivo orario(kg/h) L'approccio adottato consiste nella stima del cosiddetto fattore di emissione, valore caratteristico che cerca di correlare la quantità di inquinante rilasciata in atmosfera con l'attività interessata, secondo la seguente equazione generale: E = F x A dove: E = flusso emissivo inquinante (g/a) F = fattore di emissione (g/ton) A = tasso di attività (ton/a). Le unità dimensionali del fattore di emissione sono generalmente quelle di una massa (ad es. del

15 12 di 46 particolato) divisa per un'unità di massa (o volume, distanza o durata) dell'attività che genera l'emissione (es., kg di particolato emesso per tonnellata di carbone bruciato). L'uso dei fattori di emissione rende abbastanza agevole la stima delle emissioni prodotte dalle varie sorgenti di inquinamento. Nella maggior parte dei casi questi fattori sono i valori medi di tutti i dati disponibili per una particolare tipologia di sorgente e sono considerati rappresentativi dei valori medi a lungo termine per tutte le realtà nell'ambito della sorgente. Di seguito le tabelle utilizzate per la determinazione dei fattori di emissioni per le diverse attività previste. Tabella 1 Fattori di emissioni in kg/ton - Crushed Stone Processing and Pulverized Mineral Processing

16 13 di 46 Tabella 2 Fattori di emissioni in kg/ton - Western Surface Coal Mining Come si può notare US-EPA distingue i fattori emissivi in normali e controllati. Per valori controllati si intende quelli applicabili in presenza di azioni di mitigazione della propagazione di polveri, quali la bagnatura.

17 14 di Stima delle emissioni di polveri nello scenario attuale Prima di definire per ciascuna delle attività svolte ad oggi nell impianto la produzione di polveri è utile precisare che la fase di nebulizzazione oggi avviene solo in corrispondenza dei salti nastri. Di tanto si darà conto nelle successive valutazioni Stima delle emissioni dal carico, trasporto e scarico proveniente dalla volata La coltivazione del fronte di cava avviene mediante l utilizzo di esplosivo, previo scotico del terreno vegetale. Lo scotico è di ca cm di terreno per mq di superficie interessata dalla volata (300 mq). Si assumono n.3 volate giornaliere (valore massimo ammissibile per l impianto in esame considerando che una volta viene lavorata in 8 ore) per un complessivo di 810 volate all anno. Successivamente il materiale proveniente dalle volate giornaliere, pari a ton all anno (considerando 2700 m 3 di materiale per volata ed un peso specifico di 1,9 t/m 3 ), viene caricato su dumper di capacità di 64 ton mediante pala meccanica, trasportato e scaricato nella tramoggia di carico dell impianto di frantumazione primaria. Il numero di viaggi giornalieri su dumper è pari a ca. 240 per 270 gg lavorativi all anno. La fase di rimozione del top soil genera una emissione di polveri (PTS) pari a ca kg/anno. Il fattore di emissione F pari a è riferito al Top soil removal by scraper presente per il settore Coal Mining (Tabella 2). Le emissioni di polveri diffuse generate dall utilizzo di mine ed esplosivi sono riportate nella tabella seguente. I fattori emissivi (F PTS, F PM10, F P2.5) si riferiscono alla fase di Blasting presente per il settore Coal Mining (Tabella 2) non essendo disponibile un fattore di emissione specifico per i processi relativi alle attività di frantumazione, macinazione degli inerti. Il tasso di attività è dato dal numero massimo di esplosioni all anno (810). E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 3 Emissioni provenienti dalle volate Anche per le operazioni relative al carico su dumper del materiale estratto non è disponibile un fattore di emissione. Nel caso specifico viene utilizzato il Truck loading: Overburden presente per il settore Coal Mining (Tabella 2). Il tasso di attività è dato dalle tonnellate caricate su dumper all anno. Le emissioni polverulente relative al carico camion sono riportate nella tabella seguente. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 4 - Emissioni provenienti dal carico su dumper

18 15 di 46 Le attività di scarico del materiale dal dumper in tramoggia sono associate al Truck unloading relativo al Stone Quarrying Processing (Tabella 1), con fattore di emissione per il PM10 pari a 8*10-6 kg/mg. Il tasso di attività coincide con quello relativo al carico su dumper ovvero alle tonnellate all anno di materiale estratto ( ton/anno). Le emissioni relative allo scarico in tramoggia sono di seguito riportate. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 5 - Emissioni provenienti dallo scarico in tramoggia Nella Tabella 6 seguente si riporta un riepilogo delle attività sopra descritte e delle relative emissioni in kg/anno. Attività preliminari E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) SCOTICO MATERIALE SUPERFICIALE VOLATE CARICO SU DUMPER SCARICO IN TRAMOGGIA TOTALE Tabella 6 Riepilogo emissioni da carico, trasporto e scarico proveniente dalla volata Come si può osservare dalla tabella, le operazioni di carico del materiale estratto su dumper generano emissioni polverulente più elevate in termini di polveri totali (PTS) Stima delle emissioni dall impianto di frantumazione e vagliatura Una volta scaricato il materiale estratto dalla cava in tramoggia, prima di giungere nel frantoio a mascelle all interno del quale avviene la frantumazione primaria, viene selezionato lo stabilizzato naturale (granulometria 0-70 mm) mediante uno sgrossatore a rulli. Le emissioni polverulente, riportate in Tabella 7, provenienti da tale attività sono associate allo Screening relativo al Stone Quarrying Processing (Tabella 1), fattori non controllati con valore pari a 0,0125 kg/mg per il PTS e 0,0043 kg/mg per il PM10. Il tasso di attività coincide con quello relativo allo scarico in tramoggia ovvero alle tonnellate all anno di materiale estratto ( ton/anno). E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 7 Emissioni provenienti dallo sgrossatore a rulli a monte della frantumazione primaria Per quanto riguarda la frantumazione primaria i manuali US-EPA non forniscono un fattore di emissione specifico.

19 16 di 46 A valle del frantoio a mascelle è collocato un secondo sgrossatore a rulli impiegato per separare lo stabilizzato (granulometria 0-70 mm) dallo scarico del frantoio primario. La portata massima oraria dello sgrossatore è pari a 400 t/h e viene azionato in concomitanza con il frantoio primario ovvero mediamente per 8 ore al giorno per il numero di volate all anno (810). L equazione per la stima delle emissioni dallo sgrossatore è la stessa utilizzata per quello posto a monte della frantumazione primaria (fattori non controllati con valore pari a 0,0125 kg/mg per il PTS e 0,0043 kg/mg per il PM10). Le emissioni polverulente sono riportate nella seguente tabella. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 8 - Emissioni provenienti dallo sgrossatore a rulli a valle della frantumazione primaria Mediante una serie di nastri, il cui contributo verrà analizzato in seguito, il materiale di pezzatura compresa tra 0-70 mm giunge al vaglio di successiva autorizzazione (D.D. n.35/2011), denominato nuovo vaglio di portata massima oraria di 800 t/anno. Le emissioni polverulente, adottando fattori non controllati con valore pari a 0,0125 kg/mg per il PTS e 0,0043 kg/mg per il PM10, relative a tale attività sono riportate nella tabella seguente. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 9 - Emissioni provenienti dal nuovo vaglio Il materiale di granulometria 0-30 mm concorre alla formazione del cumulo D mentre il restante materiale (30-70 mm) alla formazione del cumulo C. Il materiale > 70 mm raggiunge mediante un sistema di nastri trasportatori il cumulo di alimentazione dell impianto secondario. Per il calcolo dei fattori di emissione nello scenario attuale, si considera naturalmente solo il cumulo D a 0-30 mm, in quanto i cumuli di granulometria >30 mm non contribuiscono alle emissioni diffuse, in quanto il contenuto di silt (percentuale di massa di particelle inferiori a 75 μm) in esso è per definizione pari a 0. L equazione per la stima del fattore di emissione per le attività di formazione del cumulo D, sviluppata da Chang nel 2006, è la seguente: s U k F = 2 W 2.5 dove:

20 17 di 46 F = fattore di emissione di particolato (kg polvere/ton inerti); s = contenuto di silt (<75 µm) (%); U = velocità media del vento (m/s); W = contenuto d acqua (%); k = fattore che tiene conto delle caratteristiche geometriche delle particelle. Il tasso di attività è dato dalla quantità di materiale presente nel cumulo (pari a 487 mc). Inoltre l umidità del materiale è posta pari al 5% in quanto è previsto un sistema di abbattimento delle polveri che consiste nell umidificazione con acqua in corrispondenza del salto nastro. Figura 7 Nebulizzatore su cumulo D Di seguito si riportano le emissioni polverulente per le attività di formazione del cumulo. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 10 Emissioni provenienti dall attività di formazione del cumulo D Il materiale di granulometria >70 mm viene estratto mediante due alimentatori a carrello e posizionato su un nastro trasportatore che lo convoglia e lo scarica sul mulino ad urto per una ulteriore macinazione.

21 18 di 46 Il fattore di emissione specifico per la frantumazione secondaria non è disponibile. Tuttavia, considerando la limitata pezzatura del materiale, si sceglie di utilizzare quello della frantumazione terziaria (fattori non controllati con valore pari a 0,0027 kg/mg per il PTS e 0,0012 kg/mg per il PM10) riportati in Tabella 1. Il mulino secondario è generalmente acceso per 270 giorni lavorativi per 8 ore al giorno con una capacità oraria massima di 200 ton/h. Nella si riportano in Tabella 11 le emissioni polverulente relative alla frantumazione secondaria. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 11 - Emissioni provenienti dalla frantumazione secondaria Mediante nastri trasportatori il materiale frantumato viene convogliato alla vagliatura. I vagli al servizio dell impianto secondario sono due con portata massima di 200 t/h. Le emissioni relative ad entrambi i vagli sono di seguito riportate utilizzando un fattore di emissione non controllato (in quanto non totalmente chiusi) pari a 0,0125 kg/mg per il PTS e 0,0043 kg/mg per il PM10 (v. Tabella 1). E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 12 - Emissioni provenienti dalla vagliatura Il materiale vagliato viene stoccato in cumuli nelle seguenti pezzature: sabbia di mulino 0-4 mm; graniglia 5-12 mm; pietrisco mm; pietrisco mm; > 30 mm. Per il calcolo dei fattori di emissione si considerano, come già detto, solo i cumuli fino a 30 mm, in quanto il cumulo di granulometria >30 mm non contribuisce alle emissioni diffuse (il contenuto di silt in esso è per definizione pari a 0). Inoltre l umidità del materiale è posta pari a 1,6% per i cumuli di pietrisco mm e mm, pari a 1,5% per i cumuli di pietrisco 5-12 mm e pari a 3,2% per i cumuli 0-4 mm (dati forniti dalla ditta).

22 19 di 46 E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 167,92 108,92 52,19 (a) E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 1.608, ,31 499,92 (b) E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 2.212,97 1,435,44 687,81 (c) E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 4.832, ,86 1,502,12 (d) Tabella 13 - Emissioni provenienti dalla formazione del cumulo mm (a), mm (b), 5-12 mm (c), 0-4 mm (d) Il materiale di granulometria >30 mm viene impiegato nel mulino a martelli per una ulteriore macinazione e per l ottenimento di un prodotto più fine che viene rimesso in ciclo di vagliatura mediante scarico su nastro trasportatore. Le emissioni dalla macinazione nel mulino a martelli sono di seguito riportate con fattore di emissione non controllato pari a 0,0027 kg/mg per il PTS e 0,0012 kg/mg per il PM10 relativi alla frantumazione terziaria (v. Tabella 1). E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 14 - Emissioni provenienti dalla frantumazione con mulino a martelli Nella Tabella 15 tabella si riporta un riepilogo delle attività sopra descritte e delle relative emissioni in kg/anno.

23 20 di 46 IMPIANTO DI FRANTUMAZIONE E VAGLIATURA VAGLIATURA FRANTUMAZIONE FORMAZIONE CUMULI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 1 SGROSSATORE A RULLI SGROSSATORE A RULLI NUOVO VAGLIO N.2 VAGLI SECONDARI PRIMARIA SECONDARIA MULINO A MARTELLI SECONDARIO CUMULO D CUMULO MM CUMULO MM CUMULO 5-12 MM CUMULO 0-4 MM TOTALE Tabella 15 - Riepilogo emissioni da impianto di frantumazione e vagliatura con formazione cumuli Come si può osservare dalla tabella, il maggior contributo emissivo è dato dalla vagliatura a valle sia dell impianto primario che secondario. Le emissioni derivanti dall erosione dei cumuli ad opera delle correnti eoliche è stimata secondo quanto riportato nel documento Industrial wind erosion (US-EPA). Il modello sviluppato da U.S.EPA (Emission Factors for AP-42 Section Industrial wind erosion, 2006) per l erosione eolica di materiali alla rinfusa da cumuli è il seguente: dove: F = fattore di emissione [g/m 2 ] P i = potenziale di erosione [g/m 2 ] u*= velocità di attrito riferita alla quota superficiale dello stoccaggio [m/s] u * t = velocità di attrito di soglia necessaria al sollevamento del particolato [m/s] N = numero di disturbi arrecati alla superficie del cumulo k = fattore che tiene conto delle caratteristiche geometriche delle particelle

24 21 di 46 Tabella 16 - Valore di k in funzione della granulometria delle particelle nello stoccaggio La determinazione del potenziale di erosione richiede la conoscenza di alcuni parametri relativi alle raffiche verificatesi durante gli intervalli di tempo tra un azione di disturbo e l altra e di alcune caratteristiche proprie dello stoccaggio quali le velocità di attrito u* e di soglia u * t. Per la stima della velocità di attrito è necessario conoscere l entità delle raffiche che esercitano l azione erosiva sul cumulo. In genere le raffiche raggiungono intensità dell ordine di 8 15 m/s e durata temporale compresa tra 1-4 min. Poiché non si hanno a disposizione dati sito-specifici riguardo l intensità delle raffiche, si è assunto conservativamente il valore più sfavorevole (15 m/s). La stima del potenziale di erosione è stata condotta per ciascun cumulo di granulometria inferiore a 30 mm, effettuando le stime per la direzione di incidenza del vento maggiormente onerosa. Figura 8 - Incidenza vento e superfici iso-erosive nel cumulo La stima della velocità eolica di soglia necessaria al sollevamento del particolato u * t è stata fatta utilizzando il grafico e la distribuzione granulometrica dei campioni prelevati da ciascun cumulo. I fattori di emissione così determinati vanno moltiplicati per la superficie di incidenza del vento e per i giorni di movimentazione del cumulo (270 gg). Di seguito sono riportate le emissioni stimate per i cumuli in esame dovute all erosione del vento.

25 22 di 46 CUMULI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 0-30 mm ( D ) mm mm mm mm Totale Tabella 17 - Emissioni provenienti da erosione cumuli L attività di movimentazione del materiale all interno dell impianto di frantumazione e vagliatura secondaria avviene mediante nastri trasportatori aperti. Per quanto riguarda i nastri trasportatori aperti le emissioni vengono calcolate in corrispondenza del salto nastro. Nel caso specifico sono stati presi in considerazione: 1. il nastro che collega lo sgrossatore a rulli posto a monte del frantoio primario con il nastro a valle del secondo sgrossatore a rulli; 2. i nastri disposti i serie che collegano il secondo sgrossatore a rulli con il nastro a brandeggio; 3. il nastro che convoglia il materiale al cumulo D ; 4. i nastri che convogliano i materiali a valle della frantumazione secondaria ai cumuli. Al fine di tener conto di quanto proposto da ARPA Puglia nella CdS del 9 agosto saranno utilizzati i fattori controllati sui salti nastro in quanto, come già detto, è presente la fase di nebulizzazione. Il fattore di emissione controllato utilizzato è pari a 0,00007 kg/mg per il PTS, 0, kg/mg per il PM10 e 6,50E-06 kg/mg per il PM 2,5 (v. Tabella 1). La capacità del nastro (1) è di 50 ton/h ed un tasso di attività pari a quello del frantoio primario (270 giorni all anno). Di seguito le emissioni relative. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 18 - Emissioni provenienti dal salto nastro (1) La capacità massima dei nastri in serie (2) è di 800 ton/h. Le emissioni sono di seguito riportate. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 19 - Emissioni provenienti dal salto nastri in serie (2)

26 23 di 46 Di seguito si riportano le emissioni polverulente stimate per il salto nastro in corrispondenza del cumulo D e dei cumuli a valle della frantumazione secondaria. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2,5 (kg/anno) (a) E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) (b) Tabella 20 Emissioni provenienti dal salto nastro cumulo D (a) e cumuli a valle dell impianto secondario (b) Nella Tabella 21 si riporta il riepilogo delle emissioni polverulente provenienti dal salto nastri scoperti all interno dell impianto. TRASPORTO SU NASTRI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) NASTRO (da 1 sgrossatore a rulli a nastro) NASTRI (da 2 sgrossatore a rulli a nastro brandeggio) NASTRO CUMULO "D" NASTRI CUMULI SECONDARI TOTALE Tabella 21 Riepilogo emissioni provenienti dal salto dei nastri scoperti Stima delle emissioni da carico e trasporto del materiale inerte processato A mezzo pala meccanica il materiale vagliato viene caricato dai cumuli su camion e dopo le operazioni di pesatura è trasportato alla destinazione finale. Per le operazioni di carico su camion del materiale processato non è disponibile un fattore di emissione. Nel caso specifico viene utilizzato il Truck loading: Overburden presente per il settore Coal Mining (Tabella 2). Il tasso di attività è dato dalle tonnellate caricate su camion all anno. Le emissioni polverulente relative al carico camion sono riportate nella tabella seguente. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 22 Emissioni provenienti da carico su camion Per il calcolo dell emissione di particolato dovuto al transito dei mezzi su strade non asfaltate si ricorre al modello emissivo Unpaved roads (US-EPA). Il rateo emissivo risulta proporzionale al volume di traffico e al contenuto di limo (silt) del suolo. Il fattore di emissione è dato dalla seguente formula:

27 24 di 46 F = s k 12 a W 3 b dove: F = fattore di emissione per PTS, PM10 e PM2.5 (kg/km); s = contenuto di limo (silt) del suolo (%); W = peso medio del veicolo (ton); k, a,b = coefficienti che variano a seconda del tipo di particolato ed i cui valori sono forniti dalla seguente tabella. Tabella 23 Coefficienti equazione trasporto su strade non asfaltate Il contenuto di silt si è posto pari a 10% così come indicato per le attività di frantumazione inerti nella seguente tabella.

28 25 di 46 Tabella 24 Contenuto di silt per attività di frantumazione inerti La capacità dell automezzo è pari a 30 ton e si è considerato un numero di viaggi all anno pari a ca Inoltre va tenuto conto che i camion in uscita dall impianto sono dotati di un telo copriscopri e, pertanto, le emissioni sono ridotte di ca. il 90%. Le emissioni relative al trasporto su strada non asfaltata sono di seguito riportate. E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Tabella 25 Emissioni provenienti dal trasporto su strada non asfaltata Di seguito un riepilogo delle emissioni polverulente generate dalle attività sopra descritte. CARICO E TRASPORTO SU CAMION E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) CARICO SU CAMION TRASPORTO SU STRADE NON ASFALTATE TOTALE Tabella 26 Riepilogo emissioni da carico e trasporto del materiale processato

29 26 di Riepilogo emissioni scenario attuale La misura complessiva delle emissioni di polveri (PTS, PM10, PM2.5) emesse dall attività di frantumazione, trasporto e vagliatura di materiale calcareo sita in località Giardinello-La Riccia ubicata nel Comune di Statte e di Taranto è riportata nelle seguenti tabelle e figure. Fasi di processo Emissioni polverulente (kg/anno) PTS PM10 PM2.5 Attività preliminari Impianto di frantumazione e vagliatura Erosione cumuli Trasporto su nastri Carico e trasporto su camion TOTALE Tabella 27 Riepilogo emissioni di particolato (scenario attuale) Figura 9 Distribuzione emissioni polverulente Stato attuale - PTS

30 27 di 46 Figura 10 Distribuzione emissioni polverulente Stato di attuale PM10 Figura 11 Distribuzione emissioni polverulente Stato di attuale PM2.5 Come si può osservare il contributo maggiore è dato in generale dall impianto di frantumazione e vagliatura. In particolare per le PTS incidono principalmente la vagliatura (56%) e le attività preliminari (32%), per il PM10 l attività che crea maggiori problemi emissivi è la vagliatura (78%) mentre per il PM 2,5 è la formazione cumuli a creare maggiori potenziali disagi (82%).

31 28 di 46 Va specificato che le emissioni sono state stimate alla massima potenzialità di tutti i comparti dell impianto. 3.4 Stima delle emissioni di polveri nello scenario di progetto Il progetto di ampliamento e rinnovamento dell impianto di frantumazione e vagliatura secondario della società Italcave consiste principalmente nella realizzazione di nuovi nastri trasportatori per il convogliamento del materiale inerte processato e la formazione di nuovi cumuli e nell installazione di un nuovo impianto di frantumazione e selezione secondario. Pertanto, come già riportato nel capitolo 2, restano invariate rispetto allo stato attuale le emissioni dal carico, trasporto e scarico proveniente dalla volata, la parte relativa alla frantumazione primaria e le emissioni da carico e trasporto del materiale inerte processato. Pertanto nei successivi paragrafi saranno analizzate le sole modifiche inerenti il nuovo progetto, valutando i relativi impatti in termini di emissioni di polveri, ed in particolare: Sostituzione della linea di vagliatura e selezione secondaria con l introduzione di vagli secondari totalmente chiusi Realizzazione di silos chiusi per le frazioni più fini (0-4 mm e 6-12 mm) Adozione di sistemi di nebulizzazione sui salti nastro (già considerati nello stato attuale, come richiesto da ARPA Puglia nella CdS del 09 agosto 2016) Stima delle emissioni dall impianto di frantumazione e vagliatura secondario Il materiale proveniente dalla frantumazione primaria viene convogliato ad un vaglio con portata 500 t/h; la quota parte, con granulometria maggiore di 80 mm, viene inviata ad un mulino ad urto e quindi ad un secondo vaglio, in cui il materiale con granulometria maggiore di 30 ritorna a monte per essere lavorata in un mulino a martelli. Invece il materiale con granulometria passa attraverso un altro vaglio per un ulteriore selezione degli elementi con granulometria maggiore per lavorazione in 2 mulini a martelli. Quindi applicando sempre gli stessi fattori di emissione non controllati per fase di macinazione (come fatto nello scenario attuale) e controllati per la fase di vagliatura (approccio cautelativo atteso che i sistemi sono totalmente chiusi), si ottengono le seguenti emissioni.

32 29 di 46 Impianti F PTS (kg/mg) F PM10 (kg/mg) F PM2.5 (kg/mg) E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) Vaglio 0,0011 0, , Mulino ad urto 0,0027 0, Mulino a martelli 0,0195 0, Vaglio 0,0011 0, , Mulino a martelli 0,0195 0, (coppia) Vaglio 0,0018 0, TOTALE Tabella 28 - Emissioni provenienti dalla frantumazione secondaria Il materiale vagliato viene stoccato in silos per le pezzature più fini (0-4 mm e 6-12 mm) e in cumuli nelle seguenti pezzature: pietrisco mm; pietrisco mm; > 30 mm e cumulo intermedio (6-10 mm; 0-20 mm; mm). Per il calcolo dei fattori di emissione si considerano, come già detto, solo i cumuli fino a 30 mm, in quanto il cumulo di granulometria >30 mm non contribuisce alle emissioni diffuse (il contenuto di silt in esso è per definizione pari a 0). In mancanza di dati specifici, in maniera cautelativa si è adottato un grado di umidità pari a 1,6 % per tutti i nuovi cumuli indicati in tabella seguente. FORMAZIONE CUMULI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) CUMULO 16-32mm CUMULO mm CUMULO 6-12 mm (in silos) CUMULO 0-4 mm (in silos) CUMULO 6-10; 0-20; TOTALE Tabella 29 - Emissioni provenienti dalla formazione cumuli impianto secondario Le emissioni derivanti dall erosione dei cumuli ad opera delle correnti eoliche sono stimate secondo quanto riportato nel documento Industrial wind erosion (US-EPA). Di seguito sono riportate le emissioni stimate per i cumuli in esame dovute all erosione del vento (da cui sono esclusi i materiali stoccati in silos). CUMULI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) 0-30 mm ( D ) CUMULO16-32mm CUMULO mm CUMULO 6-10; 0-20; mm TOTALE Tabella 30 - Emissioni relative all erosione cumuli

33 30 di 46 Per quanto riguarda i nastri trasportatori aperti le emissioni vengono calcolate in corrispondenza del salto nastro. Rispetto allo stato attuale sono stati integrati i salti relativi ai nastri interni al frantumatore secondario. In analogia con quanto fatto per lo stato attuale saranno utilizzati i fattori controllati sui salti nastro in quanto sarà presente la fase di nebulizzazione. Il fattore di emissione controllato utilizzato è pari a 0,00007 kg/mg per il PTS, 0, kg/mg per il PM10 e 6,50E-06 kg/mg per il PM 2,5 (v. Tabella 1). TRASPORTO SU NASTRI E PTS (kg/anno) E PM10 (kg/anno) E PM2.5 (kg/anno) NASTRO (da 1 sgrossatore a rulli a nastro) NASTRI (da 2 sgrossatore a rulli a nastro brandeggio) NASTRI CUMULI NASTRI INTERNI SECONDARIO NASTRI CUMULO "D" TOTALE Tabella 31 Riepilogo emissioni provenienti dal salto dei nastri scoperti Riepilogo delle emissioni scenario di progetto La misura complessiva delle emissioni di polveri (PTS, PM10, PM2.5) emesse nello scenario di progetto è riportata nelle seguenti tabelle e figure. Fasi di processo Emissioni polverulente (kg/anno) PTS PM10 PM2.5 Attività preliminari Impianto di frantumazione e vagliatura Erosione cumuli Trasporto su nastri Carico e trasporto su camion TOTALE Tabella 32 Riepilogo emissioni di polveri nello scenario di progetto

34 31 di 46 Figura 12 Distribuzione emissioni polverulente Stato di progetto PTS Figura 13 Distribuzione emissioni polverulente Stato di progetto PM10

35 32 di 46 Figura 14 Distribuzione emissioni polverulente Stato di progetto PM2.5 Come si può osservare il contributo maggiore è dato in generale dall impianto di frantumazione e vagliatura. In particolare per le PTS incidono principalmente la vagliatura (52%) e le attività preliminari (37%), per il PM10 l attività che crea maggiori problemi emissivi è la vagliatura (80%) mentre per il PM 2,5 è la formazione cumuli a creare maggiori potenziali disagi (82%). Va specificato che le emissioni sono state stimate alla massima potenzialità di tutti i comparti dell impianto.

36 33 di 46 4 CONFRONTO SCENARI Nel presente capitolo saranno confrontati i due scenari e calcolate le polveri in aria totali emesse nel periodo di estrazione da cava. 4.1 Scenario attuale vs Scenario di progetto Di seguito un tabella comparativa fra lo scenario attuale e quello di progetto: Fasi di processo Emissioni polverulente (kg/anno) PTS PM10 PM2.5 STATO PROGETTO STATO ATTUALE CONTRIBUTO VARIAZIONE IMPIANTISTICA VARIAZIONE PERCENTUALE -13% -21% -42% Tabella 33 Confronto tra stato attuale e di progetto con valori controllati Sono pertanto evidenti le riduzioni di tutte le frazioni granulometriche di polveri che determineranno un miglioramento dell impatto sull ambiente circostante rispetto alla situazione attuale. In particolare analizzando nel dettaglio di seguito si riporta una tabella esplicativa che evidenzia le differenze in termini emissivi tra stato attuale di progetto. STATO ATTUALE STATO DI PROGETTO ATTIVITA Emissioni polverulente Emissioni polverulente (kg/anno) (kg/anno) PTS PM10 PM2.5 PTS PM10 PM2.5 FRANTUMAZIONE E VAGLIATURA FORMAZIONE CUMULI EROSIONE CUMULI TRASPORTO SU NASTRI Tabella 34 Confronto frantumazione e vagliatura tra stato attuale e di progetto con valori controllati Dalla tabella risulta evidente che nel nuovo impianto: Per la frantumazione e vagliatura vi sono notevoli vantaggi derivanti dall introduzione di vagli secondari totalmente chiusi Per la formazione ed erosione cumuli la riduzione di emissione di polveri è generata dall adozione di silos chiusi per le polveri più fini Per il trasporto su nastri l introduzione di nuovi tratti genererà un lieve incremento dei flussi di polveri emessi rispetto all attuale.

37 34 di Simulazione emissioni polveri nel tempo Nel paragrafo precedente è stato dimostrato che l impatto in termini di quantità per anno di polvere emessa è sensibilmente inferiore nello scenario di progetto. Analogamente tale riduzione determinerà una riduzione proporzionale delle concentrazioni di polveri ai recettori relativamente alle attività di estrazione e lavorazione calcare della Italcave spa. Come riportato nello studio già presentato relativamente all impatto sulla salute, redatto in conformità alle Linee Guida per la Valutazione Integrata di Impatto Ambientale e Sanitario (VIIAS) nelle procedure di Autorizzazione Ambientale, pubblicate da ISPRA nel febbraio 2016, il dato fondamentale nel metodo Health Impact Assessment (HIA) è la concentrazione in aria dell elemento potenzialmente impattante. Infatti la valutazione della frazione di eventi attribuibili, in una data popolazione, ad una determinata esposizione è espressa attraverso la seguente formula: dove: AC = numero di casi attribuibili all esposizione in esame; A = (RR 1), eccesso di rischio nella popolazione esposta, attribuibili all inquinamento atmosferico; RR è il rischio relativo desunto dalla letteratura disponibile per il dato esito sanitario; in genere è espresso come rischio relativo per un incremento di 10 μg/m3 di inquinante; B = tasso di morbosità/mortalità di background dell esito sanitario considerato, in altre parole il tasso che si osserva in assenza dell esposizione; nel caso di valutazioni prospettiche su variazioni incrementali di esposizione per modifica delle nuove sorgenti, B rappresenta il tasso di morbosità/mortalità attualmente osservato, ottenuto dai dati statistici disponibili nella popolazione di riferimento (B=B0); ΔC= è la variazione nelle concentrazioni ambientali per la quale s intende valutare l effetto. Nel caso degli inquinanti atmosferici convenzionali tale valore di concentrazione è diviso per 10 in quanto il RR viene per convenzione espresso per incrementi di 10 μg/m3; Pexp = popolazione esposta. Il calcolo di AC, viene a rappresentare il numero di eventi attribuibili all incremento di concentrazione di un inquinante in aria rispetto alle concentrazioni attualmente osservate (prospettico).

38 35 di 46 Pertanto è chiaro che una riduzione delle polveri emesse in aria, e quindi della sua concentrazione, determina una riduzione di eventi attribuibili all attività in esame. Ad ogni buon conto, come richiesto, nel seguito sarà stimata la quantità complessiva di polvere emessa in aria nel periodo di coltivazione della cava confrontando lo stato attuale con quello di progetto. Il volume di progetto è noto in quanto riportato nello Studio di Impatto Ambientale presentato ed è pari a mc. Per la stima del volume autorizzato, in mancanza di dati definiti, sono state considerate le superfici cavabili riportate nei provvedimenti autorizzativi dal Servizio Attività Estrattive della Regione Puglia moltiplicate per la profondità media di 40 metri. Da tali calcoli si giunge ad un valore stimato di ,00 mc. Il numero di anni di coltivazione si ottiene dividendo il volume da cavare per il volume estratto annualmente che in entrambi i casi, secondo le ipotesi cautelative del presente studio, è pari a mc (2700 mc per volata per 810 volate/anno). Quindi il numero di anni di coltivazione è pari a 11,2 per lo scenario attuale e 12,2 per lo scenario di progetto. Note le emissioni annue stimate nei due scenari, è possibile determinare le polveri totali emesse nel periodo di coltivazione precedentemente calcolato. SCENARIO ATTUALE Volume autorizzato Numero anni coltivazione scenario attuale ,00 mc 11,2 anni Emissioni attuali (kg/anno) PTS PM10 PM2, , , ,00 Polvere emesse nel periodo (ton) PTS PM10 PM2, ,85 678,70 37,85 Tabella 35 Polveri complessive stato attuale

39 36 di 46 SCENARIO DI PROGETTO Volume di progetto Numero anni coltivazione scenario progetto ,00 mc 12,2 anni Emissioni attuali (kg/anno) PTS PM10 PM2, , , ,00 Polvere emesse nel periodo (ton) PTS PM10 PM2, ,53 583,62 24,18 Tabella 36 Polveri complessive stato di progetto Pertanto l intervento in progetto determina sia una riduzione annua delle emissioni polverulente che una riduzione complessiva delle polveri generate negli anni di coltivazione della cava. DIFFERENZE PTS PM10 PM2,5 kg/anno -13,3% -21,4% -41,6% ton totali -5,2% -14,0% -36,1% Tabella 37 Riduzioni polveri per anno e complessive 4.3 Piano di monitoraggio e controllo Al fine di effettuare un monitoraggio della qualità delle polveri emesse dall impianto in allegato è presente la terza revisione del Piano di Monitoraggio (Allegato 1). In particolare, in base alla valutazione statistica dei venti prevalenti negli ultimi 5 anni, sarà eseguito un monitoraggio relativamente ai parametri PTS, PM10 e PM2,5. In ragione della significativa distanza tra le aree di estrazione e l impianto di frantumazione nonché al fine di definire il contributo della singola attività in termini di emissioni di polveri, il piano, ed il successivo monitoraggio, viene impostato in 3 parti distinte: prima campagna di monitoraggio nell area di coltivazione della cava nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2016 (30 gg per ciascun parametro ovvero PM10, PTS e PM2,5); seconda campagna di monitoraggio nell area dell impianto di frantumazione e vagliatura nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2017 (30 gg per ciascun parametro ovvero PM10, PTS e PM2,5);

40 37 di 46 campagne di monitoraggio a regime con frequenza semestrale, di durata complessiva di 2 mesi: 30 giorni (10 giorni per ciascun parametro di interesse PM10, PTS e PM2,5) per l area di coltivazione della cava e 30 giorni (10 giorni per ciascun parametro di interesse PM10, PTS e PM2,5) per l area interessata dall impianto. Per ciascuna attività saranno impiegati 4 punti di misura delle polveri, di cui uno in continuo al fine di valutare la fluttuazione dei valori nelle 24h - impianto accesso e spento. Il monitoraggio avrà anche lo scopo di valutare il contributo aggiuntivo delle attività di estrazione e lavorazione calcare, in termini emissivi, rispetto ai valori di fondo (attività nelle aree circostanti).

41 38 di 46 5 EFFETTI SILICE LIBERA CRISTALLINA SULLA SALUTE 5.1 Effetti sulla salute dei lavoratori Come riportato nel report realizzato da Inail, Network Italiano Silice, La valutazione dell esposizione professionale a silice libera cristallina del 2015, la silice è un composto chimico largamente diffuso in natura in forma amorfa e cristallina. Numerosi studi condotti sulla silice hanno accertato gli effetti che essa ha sulla salute umana in soggetti esposti, manifestandosi nel quadro patologico tipico della silicosi. Negli studi epidemiologici e tossicologici sugli effetti della silice l interesse si è concentrato sulla frazione respirabile delle polveri contenenti silice libera cristallina (SLC) in riferimento ad esposizioni ripetute. Gli studi epidemiologici hanno identificato le esposizioni professionali croniche a polveri respirabili come cause di un effetto potenziale sulla salute ed enfatizzato il ruolo della frazione respirabile anche nello studio di endpoint quali le malattie polmonari ostruttive croniche e le patologie autoimmuni. Il riconoscimento degli effetti cancerogeni della silice tout-court è, infatti, ancora oggi, oggetto di ampio dibattito tra i vari Organismi scientifici, come pure in ambito politico e sociale. Nella monografia di IARC (Agenzia Internazionale di Ricerca sul Cancro) ha classificato la silice, nelle forme di quarzo e cristobalite, tra le sostanze cancerogene certe per gli esseri umani (Classe1). Tale giudizio è stato confermato nella successiva monografia n. 100C pubblicata nel 2010, sulla base di una nuova revisione ed aggiornamento della letteratura di merito. Da tempo la ACGIH (American Conference of Governmental Industrial Hygienists) ha individuato un valore limite di esposizione a SLC per la tutela della salute dei lavoratori. Tale valore, che prima del 2000 si attestava a 0,1 mg/m 3, è stato abbassato a 0,05 mg/m 3 e successivamente, dal 2007, a 0,025 mg/m 3 sulla base delle più recenti conoscenze scientifiche ed osservazioni epidemiologiche. Il TLV-TWA è il valore individuato sulla base di studi che riportano l insorgenza di silicosi 1/1, o superiore, nel 5% dei lavoratori che hanno subito una esposizione cumulativa di 2 mg/m 3 /anno, valore che, normalizzato a 40 anni d esposizione lavorativa, conduce proprio a 0,05 mg/m 3. Più recentemente, per escludere anche questo rischio residuo, è stato proposto un valore pari alla metà di 0,05 mg/m 3 introducendo, peraltro, non poche criticità connesse al monitoraggio e alla quantificazione dei bassi livelli di tale analita. Sempre negli Stati Uniti, il NIOSH propone da tempo un limite di esposizione raccomandato (REL) di 0,05 mg/m 3, ed anche l OSHA ha già presentato la documentazione per ottenere il dimezzamento dell attuale limite, fissato per l industria fin dal 1971, in 0,1 mg/m 3. Nelle lavorazioni in cui è prevista la presenza di SLC respirabile è necessario valutare il rischio e provvedere alla sua gestione, abbattendo o comunque limitando la diffusione in aria delle polveri

42 39 di 46 contenenti tale sostanza per ridurne il suo effetto nocivo. Tenuto conto dell attuale classificazione della SLC, le istanze relative alla tutela della salute in ambito lavorativo e agli aspetti di prevenzione, trovano oggi rispondenza nel D.lgs. 81/2008 e s.m.i. agli artt. 224 e 225 del Capo I Protezione da agenti chimici, Titolo IX, dove si fa riferimento esplicito: 1) alle misure e ai principi generali per la prevenzione dai rischi di esposizione a sostanze pericolose e 2) alle misure specifiche di prevenzione e protezione da adottare per limitare tale rischio (ad es.: sostituzione della sostanza, progettazione di processi produttivi, misure organizzative e di protezione collettiva ed individuale e sorveglianza sanitaria). Nonostante la classificazione IARC, non vi è attualmente per la SLC una chiara corrispondenza ai criteri di classificazione per le sostanze cancerogene o mutagene di categoria 1A e 1B previste nell Allegato I del Regolamento CLP. Sul tema, al momento non esiste inoltre una Direttiva europea recepita dallo Stato Italiano o una Normativa Nazionale o Regionale che identifichi, per la silice, una modalità di esposizione cancerogena come sostanza, preparato o processo di cui all Allegato XLII del D.lgs. 81/2008 e s.m.i. In estrema sintesi, si può affermare che la normativa nazionale in tema di salute e sicurezza sul lavoro, di derivazione europea, non può trattare la SLC alla stregua di sostanza cancerogena in assenza di una classificazione armonizzata. Tabella 38 Riepilogo emissioni valori limite di esposizione professionale (in mg/m 3 ) attualmente adottati in alcuni paesi europei ed extraeuropei Come riportato nel verbale della CdS, la società Italcave ha svolto un monitoraggio attraverso l utilizzo di campionatori personali al fine di identificare la presenza di silice

43 40 di 46 nelle polveri respirabili. L attività ha visto il monitoraggio della silice, in data 14 luglio 2016, su 3 lavori esposti alle seguenti attività: Fronte di cava: 0,0166 mg/mc Impianto di frantumazione primaria: < 0,015 mg/mc Impianto di frantumazione secondaria: < 0,015 mg/mc Quindi 2 casi su 3 hanno evidenziato valori al di sotto del limite di quantificazione strumentale, mentre sul fronte di cava il valore resta comunque al di sotto dei TLV-TWA. Nel rispetto di quanto previsto dal Piano di Sicurezza saranno eseguite campagne di monitoraggio periodiche al fine di verificare il rispetto dei TLV-TWA per i lavoratori. 5.2 Effetti sulla popolazione residente nelle aree circostanti Ad oggi non ci sono studi specialistici sugli effetti della silice sulla popolazione residente nelle aree circostanti cave o miniere. In un recente articolo Silica: A Lung Carcinogen pubblicato nel 2014 su CA: A Cancer Journal for Clinicians l autore dichiara che non ci sono evidenze scientifiche che bassi valori di esposizione di silice in aria ambiente producano effetti sulla salute. Ad ogni buon conto al fine di riscontrare a quanto richiesto da ARPA Puglia nella CdS del 9 agosto è stato condotto un monitoraggio su tre punti dell area Italcave SpA per la determinazione della silice libera cristallina nella frazione di aria respirabile: R1: carico su dumper R2: sgrossatore a rulli a monte, frantumazione primaria R3: frantumazione secondaria Il sistema di prelievo di tipo fisso è stato posto ad altezza uomo nei punti di campionamento, sottovento alla fonte emissiva e per un periodo di otto ore. I punti sono stati scelti in quanto quelli responsabili di maggiore produzione di polveri, come mostrato nei capitoli precedenti.

44 41 di 46 Figura 15 Indicazione punti di monitoraggio In allegato è presente la relazione a firma del dott. Granafei del laboratorio S.C.A. di Mesagne (BR) che illustra nel dettaglio le attività di campionamento ed analisi eseguite. I certificati analitici allegati mostrano valori di silice per tutti e tre i punti inferiore a 0,015 mg/m 3, ovvero il limite di quantificazione (Allegato 2). Per la stima delle concentrazioni di silice libera cristallina ai recettori limitrofi all impianto si è proceduto come segue: 1. si calcolano, mediante l utilizzo di un modello di dispersione, i valori di concentrazione di polvere ai recettori 2. si calcola la riduzione della concentrazione di polvere tra la sorgente monitorata (punti R1, R2 ed R3) ed il recettore 3. si applica tale fattore di riduzione alla concentrazione della silice libera cristallina rilevata in campo. Il modello di diffusione utilizzato è stato il software BREEZE AERMOD 7, come riportato nei precedenti studi trasmessi. I parametri richiesti dal modello per eseguire la simulazione della dispersione in atmosfera del particolato sono relativi alle seguenti componenti: sorgente, recettore, dati meteo.

45 42 di 46 AERMOD consente di scegliere tra differenti tipologie di sorgenti (punti, linee, aree, volumi, ecc.). Per le emissioni diffuse, la sorgente da selezionare è di tipo areale; mentre per le emissioni convogliate la sorgente è puntiforme. Nel caso di sorgenti areali sono richiesti i seguenti parametri: quota area (m s.l.m.m.); flusso massico (g/m 2 /s); altezza di rilascio del gas rispetto al piano campagna, H(m); estensione (m 2 ); dimensione verticale iniziale del plume, Z (m). Il recettore è stato rappresentato in AERMOD mediante una griglia polare di raggio 4 km ed origine nel centro del sito. Inoltre sono stati individuati come recettori puntuali le centraline limitrofe di ARPA Puglia. Si è assunto cautelativamente che le emissioni siano distribuite uniformemente nel corso dell anno, pur non essendo l impianto in funzione nei soli giorni lavorativi e per sole 8 ore al giorno. La riduzione delle polveri dai punti di monitoraggio della silice ai recettori individuati nelle centraline ARPA è variabile tra il 99 ed il 100%. Nella tabella seguente è riportato il valore medio delle concentrazioni di silice che si dovrebbe riscontare al recettore secondo l approccio illustrato (partendo da valori di concentrazione alla sorgente pari ai limite di quantificazione riscontrato, ossia 0,015 mg/mc). Ricettori Silice Libera Cristallina in µg/m 3 Zona CISI Paolo VI, Taranto 0,16 Via Machiavelli, Taranto 0,06 Via Archimede, Taranto 0,05 Via Delle Sorgenti, Statte 0,01 SS7-Ponte Wind, Statte 0,04 Tabella 39 Stima silice libera cristallina in aria in µg/m 3 Come si evince dai dati in Tabella 39, i valori ottenuti dal modello sono ordini di grandezza inferiori ai limiti di rilevabilità strumentale per cui non sarebbe possibile oggi misurarli.

46 43 di 46 Infine in assenza di limiti normativi italiani ed europei sulle concentrazioni di silice in aria ambiente, di seguito si riportano i limiti di riferimento utilizzati negli USA per lunga esposizione della popolazione basati sul rischio di silicosi. Figura 16 Limiti di silice da lunga esposizione per la popolazione basati sul rischio di silicosi Pertanto, considerato che i valori modellizzati per il caso in esame in condizione cautelative riportano valori inferiori a 0,16 µg/m 3, si possono escludere rischi per la salute della popolazione associati all esposizione di silice libera cristallina dalle attività di estrazione e lavorazione del calcare.

47 44 di 46 6 CONCLUSIONI Il presente documento è stato redatto in riscontro alla Conferenza dei Servizi tenutasi presso la Provincia di Taranto nell ambito della procedura di VIA relativo all intervento in ampliamento dell attività di coltivazione di cava di proprietà della società Italcave nei comuni di Taranto e Statte. Tutte le criticità evidenziate da ARPA Puglia nella suddetta Conferenza dei Servizi sono state completamente superate ed in particolare è stato dimostrato che: l introduzione di fattori di emissione controllati derivanti dall impiego di sistemi di nebulizzazione nella situazione attuale e di progetto non genera variazioni significative rispetto a quanto già riportato nelle conclusioni della comunicazione art.10 bis della 241/1990 del 9 luglio 2016 e cioè che la presenza nel progetto di vagli secondari chiusi e silos per lo stoccaggio dei materiali più fini determina un sensibile miglioramento (tra il 13% per le PTS ed il 42% per il PM 2,5) in termini di emissione di polveri rispetto alla situazione attuale. l intervento in progetto determina una riduzione complessiva delle polveri nell intero periodo di estrazione del calcare nello scenario di progetto rispetto allo stato attuale. Dalle stime effettuate la riduzione complessiva è variabile tra il 5% per le PTS ed il 36% per il PM 2,5. la concentrazione di silice libera cristallina nelle polveri respirabili in aria ambiente, misurate attraverso specifico monitoraggio in prossimità delle principali fonti di emissioni di polvere, è al di sotto del limite di quantificazione (0,015 mg/m 3 ). La stima della concentrazione della stessa silice al recettore, parametrizzata in funzione del modello di dispersione, è variabile tra 0,01 e 0,16 µg/m 3, valori che escludono rischi per la salute della popolazione associati all esposizione di silice libera cristallina dalle attività di estrazione e lavorazione del calcare.

48 45 di 46 7 ALLEGATO 1: Piano di monitoraggio ambientale delle emissioni diffuse e del rumore relativo all attività di estrazione e frantumazione calcare nelle cave di proprietà della Italcave spa. Rev.3

49 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 1 di 30 Piano di monitoraggio ambientale delle emissioni diffuse e del rumore relativo all attività di estrazione e frantumazione calcare nelle cave di proprietà della Italcave spa Rev.3 Taranto,

50 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 2 di 30 INDICE 1 PREMESSA INQUADRAMENTO DEL SITO Descrizione del sito ed attività lavorative Analisi dei dati meteo-climatici RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI EMISSIONI DI POLVERI LOCALIZZAZIONE DEI CAMPIONATORI MODALITA DI CAMPIONAMENTO E ANALISI Tecniche analitiche e metodi certificati Gestione delle incertezze CRONOPROGRAMMA RAPPORTO DI MONITORAGGIO RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI IMMISSIONE DA RUMORE CLASSIFICAZIONE DELL'AREA E DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI RUMOROSITA' SORGENTI SONORE OGGETTO DI MONITORAGGIO MODALITÀ DI CONTROLLO RAPPORTO DI MONITORAGGIO... 30

51 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 3 di 30 1 PREMESSA La realizzazione da parte della società Italcave di un impianto di frantumazione, trasporto e vagliatura di materiale calcareo in località Giardinello-La Riccia ubicata nel Comune di Statte e di Taranto ha ottenuto l autorizzazione alle emissioni in atmosfera in data 11 dicembre 2001 dalla Regione Puglia (Det. Dir. n. 255). Successivamente, in data 20 maggio 2004, a seguito di esplicita richiesta da parte della società Italcave, è stato chiarito che la stessa autorizzazione è valida anche per le attività di deposito e movimentazione materiale alla rinfusa ed in particolare per la presenza di petcoke di carbone stoccato in un area interna al sito Italcave (Det. Dir. N. 184/04). Tale deposito attualmente risulta in disuso a seguito dell entrata in esercizio del nuovo deposito localizzato in area limitrofa al primo e dotato di apposita e distinta autorizzazione alle emissioni in atmosfera. L autorizzazione, concessa ai sensi degli artt. 12 e 13 del D.P.R. 203/88, prevede il rispetto di alcune condizioni espresse dal Comitato CRIAP in una seduta del 1996 (Linee guida per gli impianti di estrazione, frantumazione e vagliatura della pietra e la produzione del calcestruzzo), per le emissioni diffuse, ovvero che i valori medi di concentrazioni di polveri totali siano inferiori a 5 mg/m 3. Tale valore va ridotto del 20% in base a quanto previsto dall art.5 della L.R. n.7 del 22/01/99. Tra le prescrizioni espresse nella determina di autorizzazione è prevista quella di effettuare annualmente il monitoraggio delle emissioni e di trasmettere i relativi rapporti al Dipartimento Provinciale di Taranto di A.R.P.A. Puglia, alla AUSL TA/1, al Sindaco del Comune di Taranto, al Sindaco del Comune di Statte (TA), alla Provincia di Taranto, alla Regione Puglia, Assessorato all Ambiente, Ufficio Tutela della qualità dell aria dall inquinamento atmosferico ed acustico. Nel Dicembre 2010 Italcave S.p.a. ha inoltrato presso la competente Provincia di Taranto richiesta di autorizzazione ad una modifica impiantistica (installazione di vaglio) e di aggiornamento, ai sensi dell art. 269 del D.Lgs. 152/06, dell autorizzazione alle emissioni diffuse in atmosfera, rilasciata dalla Regione Puglia con la citata D.D. 184/04. A seguito dell istanza con relativi elaborati e dell acquisizione dei pareri di competenza rispettivamente del Comune di Statte, dell U. O. ASL di Massafra Mottola Statte

52 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 4 di 30 Palagiano e del Dipartimento Provinciale A.R.P.A. Puglia di Taranto, il Dirigente del 9 Settore Ecologia ed Ambiente della Provincia di Taranto ha autorizzato la società istante alla modifica impiantistica proposta ed ha aggiornato l autorizzazione alle emissioni diffuse in atmosfera con D. D. n. 35 del 05/04/2011. La determina di autorizzazione, in particolare, ha apportato alcune modifiche al regime delle prescrizioni e più segnatamente: ha riconfermato tutte le prescrizioni e gli obblighi previsti nell autorizzazione precedente (D.D. Regione Puglia n.184/2004); ha fissato il periodo di marcia controllata pari a n.15 giorni decorrenti dalla data di messa a regime ed ha stabilito che durante tale periodo la società richiedente deve effettuare almeno n. 3 campionamenti delle emissioni in atmosfera, gestendo le incertezze in base alla norma UNI CEI ENV 13005:2000; ha stabilito che, successivamente al periodo di marcia controllata, il monitoraggio delle emissioni avvenga in autocontrollo con cadenza semestrale, durante il normale funzionamento dell impianto ed in assenza di pioggia da almeno 72 ore, e previo preavviso di 30 giorni al Dipartimento Provinciale A.R.P.A. Puglia di Taranto; ha previsto che la società con cadenza annuale rediga apposita relazione tecnica di riepilogo che descriva il rispetto/conformità ai termini dell autorizzazione a firma di tecnico abilitato e la invii al Dipartimento Provinciale A.R.P.A. Puglia di Taranto. Si precisa inoltre che l Azienda provvede annualmente alla trasmissione di tutti i dati di emissione in atmosfera al Catasto delle Emissioni Territoriali (C.E.T.) ( Il presente Piano di Monitoraggio (terza revisione) è redatto al fine di ottemperare a quanto richiesto durante il procedimento di VIA relativo all ampliamento ed approfondimento dell attività di coltivazione delle cave e definisce le modalità esecutive delle previste campagne di monitoraggio, attraverso il campionamento attivo delle polveri aerodisperse e del rumore. In particolare, in base alla valutazione statistica dei venti prevalenti negli ultimi 5 anni, è redatto il presente piano di monitoraggio relativamente ai parametri PTS, PM10 e PM2,5. In ragione della significativa distanza tra le aree di estrazione e l impianto di frantumazione nonché al fine di definire il contributo della singola attività in termini di

53 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 5 di 30 emissioni di polveri, il piano, ed il successivo monitoraggio, viene impostato in 3 parti distinte: prima campagna di monitoraggio nell area di coltivazione della cava nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2016 (30 gg per ciascun parametro ovvero PM10, PTS e PM2,5); seconda campagna di monitoraggio nell area dell impianto di frantumazione e vagliatura nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2017 (30 gg per ciascun parametro ovvero PM10, PTS e PM2,5); campagne di monitoraggio a regime con frequenza semestrale, di durata complessiva di 2 mesi: 30 giorni (10 giorni per ciascun parametro di interesse PM10, PTS e PM2,5) per l area di coltivazione della cava e 30 giorni (10 giorni per ciascun parametro di interesse PM10, PTS e PM2,5) per l area interessata dall impianto. Per ciascuna attività saranno impiegati 4 punti di misura delle polveri, di cui uno in continuo al fine di valutare la fluttuazione dei valori nelle 24h - impianto accesso e spento. Il monitoraggio avrà anche lo scopo di valutare il contributo aggiuntivo delle attività di estrazione e lavorazione calcare, in termini emissivi, rispetto ai valori di fondo (attività nelle aree circostanti). Al termine di ciascuna giornata di campionamento sarà effettuato il prelievo del filtro da ciascuna della 3 pompe installate ed effettuata la pesatura per la determinazione del contenuto di polveri. Completate le attività di indagine sarà redatto apposito report contente la valutazione dei risultati ottenuti in campo durante il monitoraggio.

54 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 6 di 30 2 INQUADRAMENTO DEL SITO 2.1. Descrizione del sito ed attività lavorative Il sito di frantumazione, vagliatura, trasporto e stoccaggio di materiale calcareo di proprietà della Italcave S.p.A. è sito nel territorio dei comuni di Statte e Taranto ed individuato presso il catasto al foglio n. 140 particella n. 2. Esso dista circa 2,5 km dal centro abitato di Statte nonché 2,2 km dal Quartiere Tamburi di Taranto (Fig. 1). La più vicina via di comunicazione, a circa 600 m dal sito (Nord-Ovest), è rappresentata dalla strada provinciale Taranto-Statte. La cava è regolarmente autorizzata all esercizio di attività di coltivazione di un giacimento di calcare in località Giardinello-La Riccia. Essa si sviluppa in una fascia di larghezza complessiva prossima a 0,9 km, compresa tra la Strada provinciale Taranto-Statte, la linea Taranto-Martina Franca delle FF.S.E. e il tracciato dell ex Regio Tratturello tarantino. L area in oggetto ricade integralmente nella Tav. 202 I S.O. Statte della Carta Ufficiale d Italia e le coordinate dei suoi vertici estremi sono: N e E.M. Mario N e E.M. Mario N e E.M. Mario N e E.M. Mario

55 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 7 di 30 Fig. 1 Corografia dell area di studio 2.2. Analisi dei dati meteo-climatici Le prime due campagne di monitoraggio, di durata complessiva di sei mesi, verranno eseguite nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2016 nell area di coltivazione della cava, e nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2017 nell area interessata dall impianto di frantumazione e vagliatura. Come indicato in Fig. 2, basata su osservazioni quinquennali effettuate dalla Stazione Meteorologica di ARPA Puglia di Taranto per i mesi di interesse, nell area in esame non si rilevano marcate prevalenze anemometriche, riscontrandosi una discreta uniformità nella distribuzione della direzione di provenienza del vento.

56 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 8 di 30 OTTOBRE NOVEMBRE DICEMBRE NNW 20% NW 15% N NNE NE NNW 20% NW 15% N NNE NE NNW 20% NW 15% N NNE NE WNW 10% 5% ENE WNW 10% 5% ENE WNW 10% 5% ENE W 0% E W 0% E W 0% E WSW ESE WSW ESE WSW ESE SW SE SW SE SW SE SSW S SSE SSW S SSE SSW S SSE GENNAIO FEBBRAIO MARZO NNW 20% NW 15% N NNE NE NNW 20% NW 15% N NNE NE NNW 20% NW 15% N NNE NE WNW 10% 5% ENE WNW 10% 5% ENE WNW 10% 5% ENE W 0% E W 0% E W 0% E WSW ESE WSW ESE WSW ESE SW SE SW SE SW SE SSW S SSE SSW S SSE SSW S SSE Fig. 2 Distribuzione del vento per mese di interesse a Taranto Infatti sia i venti provenienti da EST (variabili nei mesi di interesse tra 6% e 12%), Sud (6-15%) e SSW (10-16%), che quelli da Nord (9-11%) e WNW (7-15%) presentano frequenza statisticamente comparabile. Sulla base di tali informazioni statistiche meteo-climatiche (regime anemometrico), oltre naturalmente alla morfologia del sito e alla definizione funzionale delle procedure gestionali delle attività in esame, è stato stabilito il Piano di monitoraggio di seguito descritto.

57 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 9 di 30 3 RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI EMISSIONI DI POLVERI In ambito di tutela ambientale, il contenimento dei valori di concentrazione degli inquinanti in aria è regolato da oltre 50 norme comunitarie e 80 norme nazionali. In particolare recentemente con il D.Lgs. 155/2010 è stata recepita la direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa. Il suddetto D.Lgs. n.155 del 13/08/2010 sostituisce le disposizioni di attuazione della direttiva 2004/107/CE, istituendo un quadro normativo unitario in materia di valutazione e di gestione della qualità dell'aria ambiente finalizzato a: individuare obiettivi di qualità dell'aria ambiente volti a evitare, prevenire o ridurre effetti nocivi per la salute umana e per l'ambiente nel suo complesso; valutare la qualità dell'aria ambiente sulla base di metodi e criteri comuni su tutto il territorio nazionale; ottenere informazioni sulla qualità dell'aria ambiente come base per individuare le misure da adottare per contrastare l'inquinamento e gli effetti nocivi dell'inquinamento sulla salute umana e sull'ambiente e per monitorare le tendenze a lungo termine, nonché i miglioramenti dovuti alle misure adottate; mantenere la qualità dell'aria ambiente, laddove buona, e migliorarla negli altri casi; garantire al pubblico le informazioni sulla qualità dell'aria ambiente; realizzare una migliore cooperazione tra gli Stati dell'unione europea in materia di inquinamento atmosferico. Il decreto inoltre definisce i valori limite per il PM10 nell aria e i valori obiettivo per le concentrazioni nell'aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene. Dall entrata in vigore del predetto decreto sono abrogati tra gli altri: il decreto legislativo 4 agosto 1999, n. 351; il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 183; il decreto legislativo 3 agosto 2007, n. 152; il decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, fatte salve le disposizioni di cui il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, preveda l'ulteriore vigenza;

58 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Piano di Monitoraggio Ambientale Numero rapporto RT /PM Classificazione USO PUBBLICO Sett di 30 il decreto del Ministro dell'ambiente 25 novembre 1994, recante l'aggiornamento delle norme tecniche in materia di limite di concentrazione e di livelli di attenzione e di allarme per gli inquinanti atmosferici nelle aree urbane; il decreto del Ministro dell'ambiente 2 aprile 2002, n. 60, recante recepimento della direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 del Consiglio concernente i valori limite di qualità dell'aria ambiente per il biossido di zolfo, il biossido di azoto, gli ossidi di azoto, le particelle e il piombo e della direttiva 2000/69/CE relativa ai valori limite di qualità dell'aria ambiente per il benzene ed il monossido di carbonio. I protocolli di campionamento di frazioni del particolato aerodisperso sono rappresentati da curve con 50% di efficienza in corrispondenza del diametro aerodinamico Øa pari a: µm (PTS) per le polveri totali 1-10 µm (PM10) per la frazione inalabile (che si deposita dal naso alla laringe) - 3,5 µm (PM3.5) per la frazione respirabile (che si deposita nelle vie aeree non cigliate) - 2,5 µm (PM2,5) per la frazione respirabile negli ambienti di vita. Non esistono limiti normativi per le PTS 2 ; solitamente se ne valuta la deposizione al suolo (mg/m 2 xd) con apposite apparecchiature (deposimetri ex Rapporto ISTISAN 06/38), con riferimento alla concentrazione limite prevista in alcuni Paesi esteri. Nel caso specifico dell impianto di proprietà ITALCAVE S.p.A bisogna fare riferimento a quanto riportato nella D.D. Provincia di Taranto n.35 del 05/04/2011 che per il rispetto dei limiti conferma quanto riportato nella Determina Dirigenziale Regione Puglia n.184 del 20/05/04, la quale per le emissioni diffuse prevede il rispetto di alcune condizioni espresse dal Comitato CRIAP in una seduta del 1996 (Linee guida per gli impianti di estrazione, frantumazione e vagliatura della pietra e la produzione del calcestruzzo), ovvero che i valori medi di concentrazioni di polveri totali siano inferiori a 5 mg/nm 3. Tale valore va ridotto del 20% in base a quanto previsto dall art.5 della L.R. n.7 del 22/01/99. Pertanto il limite per le PTS a cui bisogna fare riferimento è 4 mg/nm 3. 1 dette anche, più raramente, PM100 2 ritenuti comunque superati alla luce di evidenze sanitarie che hanno indotto molti paesi ed organizzazioni internazionali a revisionare gli standard di qualità dell aria

59 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 11 di 30 4 LOCALIZZAZIONE DEI CAMPIONATORI Le campagne di monitoraggio previste sono n.6 della durata di 30 giorni ciascuna (nei soli giorni lavorativi in cui sono attivi gli impianti): le prime tre campagne interesseranno l area di estrazione, mentre le restanti l impianto di frantumazione. Ciascuna campagna di campionamento sarà svolta al fine di misurare i valori di emissioni presenti (Polveri Totali Sospese, PM10 e PM 2,5) e derivanti dalle attività di frantumazione, vagliatura, trasporto e deposito temporaneo del materiale calcareo, mediante un campionatore in continuo (strumentazione mobile Fidas 200 S - Fine dust Monitor PM1-PM2,5-PM10 - Numero Matricola Produttore PALAS in Foto 2) e 3 campionatori attivi (LIFETEK 55/100 XP-R-PM in Foto 3) tutti ubicati in corrispondenza dei punti logisticamente strategici ai fini delle lavorazioni suddette (vedi Fig. 3). In particolare i campionatori attivi sono ubicati in modo tale da rispettare le buone pratiche di campionamento, ovvero: evitare misurazioni di microambienti molto ridotti nelle loro immediate vicinanze l'ingresso della sonda di campionamento deve essere libero da ostacoli che possano disturbare il flusso d'aria nelle vicinanze del campionatore il punto di ingresso dell'aria situato a 1,5 m da p.c. il punto di ingresso della sonda non deve essere collocato nelle immediate vicinanze di fonti inquinanti per evitare l'aspirazione diretta di emissioni non miscelate con l'aria ambiente lo scarico del campionatore deve essere collocato in modo da evitare il ricircolo dell'aria scaricata.

60 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 12 di 30 Foto 2 Sistema di campionamento polveri in continuo Foto 3 Sistema di campionamento per polveri totali sospese Nella Fig. 3 sono riportati in celeste anche i punti di campionamento delle polveri relativi alle campagne di monitoraggio semestrali secondo quanto disposto nella D.D. n.35/2011. Nella seguente tabella si riassumono le coordinate e le quote delle postazioni di monitoraggio:

61 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 13 di 30 N EST NORD QUOTA (m) P1 c P2 c=p P3 c=p PC c P1 i P2 i P3 i PC i P P P Tab. 1 - Coordinate dei campionatori Considerata la mancanza di direzioni marcatamente predominanti di vento nell area in esame, i campionamenti sono stati disposti a raggiera tutt intorno all area oggetto di monitoraggio, considerando i confini amministrativi della proprietà Italcave. In particolare, il campionatore in continuo è stato posizionato, in entrambe le aree (cava e impianto), tenendo conto di una delle direzioni predominanti del vento ovvero SSW. I punti di campionamento sono stati allocati come nella figura seguente.

62 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 14 di 30 Fig. 3 Planimetria dell area con ubicazione dei punti di campionamento

63 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 15 di 30 Durante la fase a regime, verranno eseguite campagne di monitoraggio semestrali, una nel periodo primaverile-estivo e l altra nel periodo autunnale-invernale, sia per l area dell impianto di frantumazione e vagliatura sia per l area di cava. In merito all ubicazione dei campionatori vi sono due possibilità: se la procedura di VIA avrà esito negativo e quindi sarà confermata l attuale ubicazione dell impianto di frantumazione e vagliatura secondaria, allora verranno utilizzati gli stessi punti di campionamento dell attuale autorizzazione alle emissioni e sarà monitorato esclusivamente il parametro PTS, secondo l ubicazione (punti in celeste) riportata nella Fig. 3; se la procedura di VIA avrà esito positivo e quindi sarà spostato l impianto di frantumazione e vagliatura secondaria secondo quanto previsto in progetto allora i campionatori saranno disposti come in Fig. 4. L area in verde rappresenta l intera area di cava, mentre la coltivazione della cava avverrà per porzioni distinte e sequenziali. Ciascuna campagna sarà suddivisa in tre monitoraggi della durata di 10 giorni ciascuno per la rilevazione rispettivamente dei parametri PTS, PM10 e PM 2,5, e verrà eseguita prima nell area di cava e successivamente nell area interessata dall impianto (o viceversa a seconda delle necessità). N EST NORD QUOTA (m) P1 c P2 c P3 c PC c P1 i P2 i P3 i PC i P P P P P Tab. 2 - Coordinate dei campionatori a seguito di provvedimento di VIA favorevole

64 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 16 di 30 Fig. 4 Planimetria dell area con ubicazione dei punti di campionamento (fase a regime a seguito di VIA favorevole)

65 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 17 di 30 5 MODALITA DI CAMPIONAMENTO E ANALISI 5.1 Tecniche analitiche e metodi certificati La determinazione del particolato atmosferico nell'aria viene effettuato mediante il metodo basato sull'analisi gravimetrica, che viene utilizzato per il controllo dei livelli di attenzione e di allarme e anche dei valori limite di concentrazione del materiale particellare in sospensione nell aria. Prima di essere posti all interno dei campionatori, i filtri sono condizionati e pesati. Il condizionamento avviene in apposita cabina climatica (Foto 1) nel rispetto dei seguenti parametri: temperatura di condizionamento 20 ± 1 C tempo di condizionamento > 48h umidità relativa 50 ± 5%. Foto 1 Cabina condizionamento filtri Activa climatic Dopo la procedura di condizionamento i filtri sono posti nei campionatori per il tempo di campionamento (24h) ad una portata di 2,3 Nm 3 /h (38,3 L/min), conformemente alle prescrizioni della norma UNI EN 12341, per essere poi prelevati, trasportati presso il laboratorio e ricondizionati per altre 48h prima della pesata finale. Tutte le pesate sono effettuate con bilancia analitica in grado di apprezzare variazioni ± 10 µg. La concentrazione del materiale particellare in sospensione, Ps, espresso in µg/nm 3, a 25 C e a 1013 millibar, viene calcolata con la seguente formula:

66 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 18 di 30 dove DP è la differenza in mg tra i pesi iniziali e finali del filtro (o dei filtri nel caso di più prelievi consecutivi nelle 24 ore), e V è il volume di aria aspirato in 24 ore, espresso in Nm 3, dedotto dalla lettura del contatore volumetrico e riportato alle condizioni prescritte di pressione e di temperatura (25 C e 1013 millibar). Le attività di campo relative al prelievo di campioni sono effettuate da personale di T&A. Le determinazioni analitiche gravimetriche sono effettuate presso un laboratorio di fiducia della T&A srl. 5.2 Gestione delle incertezze Ogni misurazione sperimentale è affetta, come noto, da un certo grado di approssimazione, derivante in genere dal grado di indeterminazione con il quale vengono effettuate le misurazioni. Pertanto, così come richiesto dalla citata D. D. n. 35 del 05/04/2011, per la gestione delle incertezze delle misurazioni di pesata effettuate, viene fatto riferimento al metodo descritto nella norma tecnica UNI CEI ENV 13005:2000. Tale norma definisce l incertezza come: parametro, associato al risultato di una misurazione, che caratterizza la dispersione dei valori ragionevolmente attribuibili al misurando. In base alle raccomandazioni degli organismi internazionali competenti, le incertezze vengono suddivise in due macro categorie a seconda del metodo impiegato per stimarle: Categoria A: l incertezza viene valutata in base all analisi statistica di serie di misurazioni effettuate sul medesimo campione, in altre parole l incertezza di categoria A proviene dallo stesso esperimento o misurazione che si sta esaminando; Categoria B: l incertezza viene valutata in base a dati differenti dall analisi statistica quali: dati di misurazioni precedenti; esperienza o conoscenza generale del comportamento e delle proprietà dei materiali e strumenti di interesse; specifiche tecniche dichiarate dal costruttore;

67 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 19 di 30 dati forniti in certificati di taratura o altri; incertezze assegnate a valori di riferimento presi da manuali. Vista le tipologie di grandezze da valutare, ossia la quantità di polvere raccolta su ciascun filtro a seguito dell attività di monitoraggio in campo ed i Nm 3 di aria aspirati dal campionatore per ciascun filtro, si è classificato il primo tipo di incertezza in categoria A ed il secondo in categoria B, essendo l incertezza di misurazione dichiarata dal certificato di taratura di ogni singola pompa. In base a tale scelta per l incertezza di tipo A, si è proceduto alla ripetizione di ciascuna misurazione di pesata per n. 5 volte, ponendo attenzione a che le condizioni di contorno risultassero immutate. Sulla scorta del metodo indicato dalla norma tecnica di riferimento, si è successivamente proceduto all elaborazione dei dati prodotti in laboratorio al fine di ottenere lo scarto tipo sperimentale della media che rappresenta appunto l incertezza delle misurazioni effettuate. La formula di determinazione dell incertezza applicata è la seguente: dove: x = media sperimentale delle misurazioni effettuate; N = numero di misurazioni da effettuare; xj = stime sperimentali (j = i...n); Nota la media sperimentale, si procede alla determinazione dello scarto tipo sperimentale sx che rappresenta una stima della varianza S 2 x della variabile X. Poiché si è adottato, quale stima del valore X quello della media delle misurazioni effettuate x, occorre stimare il valore della varianza sperimentale della media s 2 x da cui lo scarto sperimentale tipo della media: sx

68 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 20 di 30 Infine dalla definizione dell incertezza, si otterrà che quest ultima sarà pari allo scarto tipo sperimentale della media: Dopo avere determinato l incertezza di tutte le misurazioni concorrenti alla stima della concentrazione di polveri in aria ambiente, si è passato al calcolo della propagazione dell incertezza in detta misurazione. Tale incertezza viene definita dalla norma incertezza tipo composta: uc e si effettua quando per determinare una grandezza si parta indirettamente da misurazioni di altre grandezze: La funzione precedente esprime in termini matematici la formula della misurazione indiretta Y, considerandola una funzione f di una serie di grandezze (X1, X2,. XN) e pertanto deve contenere tutto il processo di misurazione incluse le quantità che possano considerarsi efficaci ai fini della determinazione della grandezza Y. Nella fattispecie, per tali misurazioni indirette, la norma prevede che vengano considerate tutte le grandezze in gioco ciascuna con la propria incertezza, ed in base alla presenza di correlazione tra le grandezze in ingresso determina la legge di propagazione dell incertezza. Nel caso in oggetto, trattasi di grandezze non correlate, visto che la loro stima avviene mediante strumentazioni differenti, in tal caso, la legge di propagazione dell errore viene descritta dalla seguente equazione:

69 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Piano di Monitoraggio Ambientale Numero rapporto RT /PM Classificazione USO PUBBLICO Sett di 30 Dove le derivate parziali f x i rappresentano i coefficienti di sensibilità di ciascuna misura in ingresso, in altre parole, rappresentano i pesi che ciascuna grandezza possiede in rapporto alla variazione che determina nella grandezza in uscita. Vi sono tuttavia casi in cui la determinazione dei coefficienti di sensibilità risulta particolarmente oneroso da svolgere per via analitica, in tal caso si può ricorrere alla determinazione per via numerica mediante la creazione di perturbazioni nella funzione f(y) generate da variazioni positive e negative pari all incertezza tipo della misura Xi, mantenendo invariate le altre.

70 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 22 di 30 6 CRONOPROGRAMMA Il cronoprogramma delle attività in oggetto è riportato nella tabella seguente.

71 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 23 di 30 7 RAPPORTO DI MONITORAGGIO Completate le attività di indagine sarà redatto apposito report contente la valutazione dei risultati ottenuti in campo durante il monitoraggio. Per la fase a regime (campagne di monitoraggio semestrali), al termine di ciascuna campagna verrà redatto un Report contenente le modalità secondo cui è stata svolta la campagna, i dati meteorologici rilevati, i risultati del monitoraggio ed eventuali raffronti con dati acquisiti nel corso di precedenti campagne. La campagna di monitoraggio del PTS, PM10 e PM2,5 sarà svolta due volte l anno, ed il rapporto di monitoraggio semestrale conterrà i risultati raccolti nel periodo di riferimento.

72 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 24 di 30 8 RIFERIMENTI NORMATIVI IN MATERIA DI IMMISSIONE DA RUMORE La problematica della tutela dall'inquinamento da rumore è disciplinata da diversi dispositivi di legge oltre che da copiosa normativa tecnica. Nello specifico si farà riferimento a: LEGGE 26 ottobre 1995 N 447 Legge quadro sull'inquinamento acustico., la quale stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dell'ambiente esterno e dell'ambiente abitativo dall'inquinamento acustico, ai sensi e per gli effetti dell'articolo 117 della Costituzione (art. 1 comma 1). Detta legge dà poi mandato alle singole regioni di disciplinare nello specifico la materia. In attuazione della legge 447/1995 è stato successivamente pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri "Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore". La Regione Puglia in ottemperanza alla legge 447/1995 ha emanato in data 20 febbraio 2002 (B.U.R. n 25/2002) la l.r. n 3 Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell inquinamento acustico. Tali dispositivi di legge, che hanno valenza di carattere generale, introducono, fra gli altri, il concetto di classificazione acustica del territorio, con i corrispondenti limiti di immissione sonore, con competenza demandata ai comuni. Per i comuni ove non si è ottemperato a tali obblighi, i imiti sono quelli fissati dal Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno". Per le modalità tecniche di effettuazione delle misurazioni si farà riferimento al Decreto Ministeriale 16 marzo 1998 Tecniche di rilevamento e di misurazione dell inquinamento acustico. In relazione alla normativa tecnica, nello specifico, il riferimento sarà fatto alla norma UNI /2005 "Metodo per la stima dell impatto e del clima acustico per tipologia di

73 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 25 di 30 sorgenti - Generalità " e UNI /2005 "Metodo per la stima dell impatto e del clima acustico per tipologia di sorgenti - Rumore da insediamenti produttivi (industriali e artigianali)" 9 CLASSIFICAZIONE DELL'AREA E DEFINIZIONE DEI LIVELLI DI RUMOROSITA' L'insediamento produttivo si trova a confine sui territori amministrativi dei comuni di Taranto e Statte. Il Comune di Taranto attualmente dispone di un progetto di zonizzazione e risanamento acustico e pertanto anche di classificazione delle zone del territorio, in base ai criteri previsti dall articolo 4 comma 1 lettera a) della legge 26/10/95 n 447. Tale progetto fu approvato con deliberazione di C.C. n 62 del 27/04/1999, ma non ha efficacia amministrativa, non essendo stati completati tutti gli adempimenti previsti dalle norme. Stante l inefficacia del piano, in base al primo comma dell art. 8 del DPCM 14/11/1997 i limiti di riferimento sono quelli, di cui all art. 6, comma 1 del DPCM 1/3/91. Il Comune di Statte non dispone invece di alcun piano di zonizzazione acustica, per cui i limiti di riferimento sono i medesimi del Comune di Taranto. Inoltre l area di insediamento dell attività, di cui trattasi, si è caratterizzata nel tempo per la presenza esclusiva di attività industriali, ancorché si riscontrano in cartografia toponimi, supponibili come insediamenti abitativi, in realtà completamente abbandonati da moltissimo tempo, proprio per l'incompatibilità fra residenzialità e attività industriali. Pertanto la zona è da classificare, in base alla tabella A dell'allegato al DPCM 14 novembre 1997, ripresa nell'art. 1 comma 4 lettera f) della L.R. 3/2002, come area di classe VI (aree esclusivamente industriali). Quindi il limite di accettabilità è fissato nel valore assoluto di immissione di 70 db(a) in periodo di riferimento diurno e notturno; tale limite non si applica all'interno delle fasce di pertinenza delle infrastrutture stradali (art. 3 comma 2 del DPCM 14/11/1997) inoltre in base al disposto del comma 1 dell'art. 4 del DPCM 14/11/1997 e dell'art. 3 comma 3 della L.R. 3/2002 non si applica il criterio differenziale per i valori limite di immissione.

74 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 26 di 30

75 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 27 di 30 Fig. 5 Planimetria dell area con ubicazione dei punti di campionamento rumore

76 T&A Tecnologia & Ambiente srl Spin Off del Politecnico di Bari Numero rapporto RT /PM Sett 2016 Piano di Monitoraggio Ambientale Classificazione USO PUBBLICO 28 di 30 Fig. 6 Planimetria dell area con ubicazione dei punti di campionamento rumore a seguito di VIA favorevole

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