REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO SEZ. II TER. ha pronunziato la seguente SENTENZA

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Rita Gentile
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1 1 REPUBBLICA ITALIANA IN NOME DEL POPOLO ITALIANO IL TRIBUNALE AMMINISTRATIVO REGIONALE PER IL LAZIO SEZ. II TER ha pronunziato la seguente SENTENZA in ordine al ricorso n.9568/97 presentato da dottor Federico Gianni, rappresentato e difeso dagli Avvocati Antonio Caporale e Marco Selvaggi e domiciliato nello studio del secondo in Roma in via Nomentana n. 76; CONTRO Comune di Roma, in persona del Sindaco pro tempore, rappresentato e difeso da Avvocato A. Graziosi dell Avvocatura comunale e domiciliato nella sede della stessa in Roma in via del Tempio di Giove; PER L'ANNULLAMENTO Della disposizione n. 581 del prot , di demolizione di opere realizzate dal ricorrente senza concessione edilizia; Visto il ricorso con i relativi allegati; Visto l'atto di costituzione del Comune di Roma;

2 2 Visti gli atti ed i documenti tutti della causa; Data per letta alla pubblica udienza del la relazione del dottor Roberto Capuzzi; Uditi i procuratori delle parti come da verbale di udienza; Ritenuto in fatto ed in diritto quanto segue: FATTO Con ricorso notificato in data e depositato in data il ricorrente ha impugnato l atto in epigrafe indicato deducendo 1) Travisamento ed erronea valutazione dei fatti. Le opere realizzate consisterebbero unicamente nel completamento del manufatto di cui alla domanda di condono edilizio per deposito ed attività commerciale. Il ricorrente avrebbe richiesto al Comune autorizzazione al completamento di tali opere ed avrebbe ottenuto la autorizzazione con nota del n ) e 3) Eccesso di potere.

3 3 Non sarebbe stato valutato l interesse urbanistico ed ambientale tale da giustificare il sacrificio delle aspettative di parte ricorrente alla conservazione dell opera. Si è costituito il Comune di Roma rilevando che le opere per le quali si è ingiunta la demolizione non rientrerebbero nella domanda di sanatoria trattandosi di tamponature laterali che altererebbero l originaria struttura dell opera consistente in un a tettoia. Nella successiva memoria il ricorrente richiama la sentenza della Corte di Appello n del che aveva rilevato che la struttura metallica coperta poiché destinata ad uso non residenziale non necessitava di tamponature laterali per essere condonabile. Anche la giurisprudenza amministrativa avrebbe rilevato l irrilevanza del fatto ai fini del condono che l opera non fosse completamente tamponata alla data del

4 4 La causa è stata trattenuta per la decisione all udienza del DIRITTO Il ricorrente ha impugnato la determinazione n. 581 del del dirigente competente della VII Circ. del Comune di Roma che gli ha ingiunto la demolizione di opere abusive realizzate sul terreno sito in via Muraccio di Rischiaro, angolo via Vaccheria Gianni, di proprietà del padre Gianni Romolo consistenti nella completa tamponatura in blocchetti di tufo di una preesistente tettoia (già oggetto di istanza di condono) abusiva, tanto da realizzare un manufatto di metri quadrati 330 per h. 4,30 circa, provvisto di due accessi e varie finestrature fornite di solo controtelaio; realizzazione internamente allo stesso di tramezzature in blocchetti di cemento, atte a ricavare n. 5 vani. In punto di fatto deve rilevarsi che la decisione della Corte di Appello penale di Roma che con la sentenza n del ha riformato la decisione di primo

5 5 grado dell del Pretore di Roma reputando sanabile la tettoia realizzata dal ricorrente sulla considerazione che la struttura metallica coperta, sia per la sua stessa natura non residenziale, sia perché destinata ad uso di deposito e commerciale, non necessitava di tamponature laterali per essere condonabile, non è rilevante ai fini dell esame della vicenda contenziosa. Ed infatti risulta pacifico che i lavori di tamponatura laterale della originaria tettoia sono successivi al 1993 stante l'esplicita ammissione del ricorrente e la perizia giurata allegata alla istanza di condono della tettoia. Pertanto il giudice penale non si è occupato dei nuovi lavori eseguiti successivamente al 1993, ma esclusivamente del manufatto originario, consistente nella tettoia che ha ritenuto funzionalmente completa e quindi condonabile senza necessità di tamponature per essere adibita a deposito e commercializzazione di vasi e ceramiche. Quel che ai fini del presente giudizio rileva

6 6 è che in data i vigili Urbani del VII gruppo accertavano la realizzazione di nuove opere consistenti nella completa tamponatura della tettoia, con porte e finestre, tramezzature per suddividere il manufatto in cinque vani. La stessa documentazione fotografica allegata al ricorso evidenzia, al di là di ogni possibile dubbio, che la esile tettoia che il giudice penale aveva ritenuta idonea al deposito di vasi e ceramiche e funzionalmente completa, si era trasformata in un massiccio capannone di 1400 mc. con cinque vani commerciali. In punto di diritto deve sottolinearsi che la nozione di completamento funzionale di un fabbricato comprende esclusivamente cio' che è necessario ad una sua più idonea e funzionale utilizzazione ferma restando la originaria struttura del medesimo. Orbene la tettoia di cui è causa, come rilevato anche dalla Corte di Appello, era di per sé idonea al suo scopo di manufatto autonomamente utilizzabile per finalità di

7 7 deposito e commercializzazione di vasi e ceramiche, come tale non necessitante di tamponature laterali. Ne consegue che le opere che successivamente l hanno trasformata in un capannone non costituiscono un completamento funzionale ma una trasformazione dell originario manufatto in un qualcosa di nuovo. La giurisprudenza amministrativa ha in proposito rilevato che non possono qualificarsi come opere di completamento funzionale quelle che si traducono nella creazione di un quid novi rispetto alla consistenza strutturale e tipologica del manufatto già realizzato e che attribuiscono una diversa caratterizzazione funzionale allo stesso. Facendo applicazione di tali criteri deve quindi ritenersi che le opere perimetrali di chiusura di una tettoia non sono riconducibili a quelle di completamento funzionale in quanto trasformano radicalmente il manufatto in un locale chiuso con un diverso grado di funzionalità.

8 8 Si aggiunga che da un punto di vista urbanistico ed edilizio una cosa è procedere alla santoria di una tettoia ed altra cosa è condonare un locale chiuso che evidentemente presenta una ben maggiore incidenza negativa sulla realtà dei luoghi con conseguente possibile mutamento degli standards urbanistici. Sulla base di tali considerazioni il ricorso non è meritevole di accoglimento avendo effettuato il ricorrente delle opere atte a modificare in maniera consistente la struttura e la funzionalità del manufatto oggetto della domanda di condono e per le quali era previamente necessaria la presentazione di una istanza di concessione edilizia. Infondate quindi sono le varie censure dedotte di eccesso di potere, travisamento, carenza di motivazione ecc. avendo il Comune perseguito con l ordine di demolizione oggetto del gravame, non la realizzazione di un manufatto già oggetto di condono, ma la trasformazione del medesimo in manufatto di

9 9 ben maggiore consistenza e di diversa funzionalità. Per completezza deve rilevarsi che la nota n del 24 luglio 1996 che il ricorrente assume abbia autorizzato la realizzazione delle pareti perimetrali della tettoia, si limita ad elencare i presupposti di fatto e di diritto in base ai quali si sarebbe potuto procedere da parte dell interessato e sotto la sua personale responsabilità alla effettuazione delle opere ai sensi dell art. 35, comma 8 della legge 47 del 1985 mentre il Comune si riservava in un secondo momento di effettuare la necessaria istruttoria ai fini dell eventuale rilascio della concessione in sanatoria o della attivazione delle procedure repressive. Pertanto contrariamente a quanto ritenuto tale nota non vale come autorizzazione alla effettuazione delle opere. In conclusione il ricorso non è meritevole di accoglimento. Spese ed onorari in relazione all intera vicenda contenziosa, possono tuttavia essere

10 10 compensati. P.Q.M. Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio Sez. II TER definitivamente decidendo RESPINGE il ricorso n.9568/97 presentato dal signor Gianni Federico contro Comune di Roma. Compensa spese ed onorari. Ordina che la presente sentenza sia eseguita dall'autorità amministrativa. Così deciso in Roma nella Camera di Consiglio del con l'intervento dei signori Gianni LEVA Giulio AMADIO Roberto CAPUZZI Presidente Consigliere Consigliere est.

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