SCUOLE DI ARTI MESTIERI

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2 I sodalizi che sorsero a Venezia fin dal Medioevo tra il popolo addetto all'artigianato e alle manifatture, a certe professioni, a certi settori del commercio, soprattutto di distribuzione, per garanzia di reciproci interessi corporativi e le Confraternite sorte principalmente per particolari devozioni religiose ebbero in comune un codice di comportamento morale nella vita pubblica e privata e obblighi d'assistenza sociale e di beneficienza, impegni di partecipazione alla vita istituzionale gerarchizzata e alle pratiche di culto. Tali libere associazioni presero il nome di Scuole dal termine usato in origine per indicare il luogo delle loro riunioni Le Scuole di arti e mestieri regolarono sino alla fine della Repubblica la vita del mondo del lavoro veneziano stabilendo rigide regole d'appartenenza e di costume e control~ landa le scadenze di specializzazione nel lavoro degli affiliati, garantendo loro un'assistenza sociale e personale. Lungo i secoli salvaguardarono pure comuni interessi tra governanti e lavoratori, mantenendo quest'ultimi strutturati e compatti nei loro rapporti organici con il corpo sociale, e conservarono l'autogestione associativa interna sulla quale si basava la formalizzazione delle relazioni (di solidarietà, ma anche di potere) tra i membri di ciascuna arte e quindi nell'insieme tra lavoratori veneziani iscritti alle arti. Funzioni politico-sociali che il saggio di Giovanni Scarabello presenta nelle loro assonanze o conflittualità con le diverse istanze di economia politica della Repubblica. Le Scuole di devozione (sei dette Grandi e le altre minori) ebbero invece principalmente scopo di beneficienza e di culto. E mentre le minori non ebbero per tutto il tempo della loro esistenza che un altare in una chiesa dedicato al loro patrono e, nel migliore dei casi, un modesto edificio nei pressi di essa, le sei Grandi poterono permettersi per la loro ricchezza la costruzione di suntuosi edifici come sede sociale, abbelliti da pitture sculture e arredi sacri eseguiti dai migliori artisti e artigiani. I decreti napoleonici emanati ai primi dell'ottocento che segnarono la soppressione della maggior parte delle Scuole veneziane avocarono al Demanio i beni di loro proprietà, disperdendo i preziosi arredi sacri e pittorici che avevano costituito la loro ricchezza, e permettendo la distruzione di alcune sedi o la conversione ad altri usi. La ricerca di Silvia Gramigna e di Annalisa Perissa ha individuato e repertato nella struttura urbana del Centro Storico veneziano ciò che ancora sussiste del vasto patrimonio d'architetture e d'arte delle Scuole Grandi, delle Scuole di devozione, delle Scuole d'arti e mestieri, accumulato durante la loro secolare storia. Ciò che sussiste nell'inter~a fastosa e ciò che sopravvive solo come frammento muto. Ottanta sono le Scuole presentate in questa pubblicazione, con caratteristica tipologica, ubicazione di sede in pianta, inserimento in un itinerario ragionato, origine e vicende storiche, patrimonio architettonico e artistico, soprattutto pittorico, attuale destinazione d'uso. Il corredo fotografico, in gran parte inedito, rileva sia gli edifici più conosciuti, sia quelli dimenticati e irriconoscibili, documentando le ultime tracce di una presenza quasi scomparsa. Nasce così un itinerario inedito, dentro la storia e lunga la città, itinerario di storia e d'arte, che compone storia sociale, economica e civile della Repubblica di Venezia alla cultura architettonica e artistica di Gentile e Giovanni Bellini, Vittore Carpaccio, Tiziano Vecellio, Jacopo Tintoretto, Giovan Battista Tiepolo. Silvia Gramigna. Nata a Milano nel 1952, veneziana d'adozione, laureata in Storia dell'arte presso l'università di Ca' Foscari, dal 1978 lavora alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia, collaborando alla mostra «Arti e Mestieri nella Repubblica di Venezia» e alla stesura del relativo catalogo, nonché a pubblicazioni di didattica museale. Annalisa Perissa. Nata a Venezia nel 1953, laureata in Storia dell'arte all'università di Padova con tesi sui leonardeschi, dal 1978 lavora alla Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Venezia; ha collaborato alla mostra e al catalogo «Arti e Mestieri nella Repubblica di Venezia» e ha pubblicato su argomenti di arte lombarda e di didattica museale. Giovanni Scarabei/o. Vive a Venezia dove è nato nel Insegna Storia Veneta presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'università di Venezia, corso di laurea in Storia. Fra i suoi lavori più recenti Carcerati e carceri a Venezia nell'età moderna, Roma lstltito Universitario d VENEZ OSTI e 76 BIBLIOTECA Ci

3 - I' ' SCUOLE DI ARTI MESTIERI E DEVOZIONE A VENEZIA SILVIA GRAMIGNA ANNALISA PERISSA SAGGIO INTRODUTTIVO DI GIANNISCARABELLO FOTOGRAFIE DI ALBERTO FAVARETTO ARSENALE COOPERATIVA EDITRICE

4 INDICE Progetto grafico: Diego Birelli Cura editoriale: Mario Gabbiato Quaderni di Materiali Veneti n.14/ltinerari di storia e arte 1 Arsenale Cooperativa Editrice 1981 Venezia Giovanni Scarabello CARATTERI E FUNZIONI SOCIO-POLITICHE DELL'ASSOCIAZIONISMO A VENEZIA SOTTO LA REPUBBLICA Silvia Gramigna Dian Annalisa Perissa Torrini LE SCUOLE A VENEZIA SCHEDE STORICO-ARTISTICHE a cura di Silvia Gramigna Dian e Annalisa Perissa Torrini BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE REFERENZE FOTOGRAFICHE Le schede storico-artistiche siglate (a.p.) sono di Annalisa Perissa, quelle siglate (s.g.) sono di Silvia Gramigna. Desideriamo vivamente ringraziare il professor Francesco Valcanover e la dottoressa Giovanna Nepi Scirè per averci iniziato e, con preziosi suggerimenti, incentivato alla ricerca; don Gastone Vio per la generosità con cui ha voluto mettere a nostra disposizione la sua vasta conoscenza della materia, costituendo in tal modo un importante contributo al presente lavoro; monsignor Antonio Niero; i parroci che gentilmente ci hanno aperto gli archivi parrocchiali e gli ambienti, non sempre accessibili al comune visitatore; ed infine la signorina Patrizia Gualano per la collaborazione dattilografica. S.G. - A.P.

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