COMUNE DI POMPIANO VAS 1_V RAPPORTO AMBIENTALE VARIANTE PGT Regione Lombardia Provincia di Brescia. Sindaco. Responsabile di servizio

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1 COMUNE DI POMPIANO Variante Piano di Governo del Territorio 2011 Regione Lombardia Provincia di Brescia Sindaco Serafino Bertuletti Responsabile di servizio Segretario Comunale Direttore tecnico C.P.U.srl Alessandro Magli Data Febbraio 2012 Adozione Approvazione Pubblicazione BURL

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3 Sindaco Serafino Bertuletti Segretario Filippo Raco Ufficio tecnico Angiolino Calzoni Angelo Venturini Piano di Governo del Territorio Valutazione Ambientale Strategica C.P.U. s.r.l. Direttore Tecnico: Alessandro Magli Collaboratori: Elisa Molari, Paola Ceriali, Roberta Arrigoni

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5 INDICE PARTE I - LO SCHEMA METODOLOGICO - PROCEDURALE E I RIFERIMENTI NORMATIVI RIFERIMENTI NORMATIVI E DISCIPLINARI Il concetto di sviluppo sostenibile La direttiva 2001/42/ce del La legge regionale 12/2005 e le specifiche successive LO SCHEMA DEL PERCORSO METODOLOGICO E PROCEDURALE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE... 9 PARTE II INDIVIDUAZIONE DELL AMBITO DI INFLUENZA RICOGNIZIONI E ORIENTAMENTI INIZIALI DI PIANO ANALISI PRELIMINARE DELLO STATO DELL AMBIENTE INQUADRAMENTO TERRITORIALE VIABILITÀ E MOBILITÀ URBANA trasporto pubblico ACQUA Corsi d acqua Ciclo delle acque Acque sotterranee Acquedotto e fognatura RIFIUTI Isola ecologica ARIA E FATTORI CLIMATICI Caratteristiche climatiche SUOLO E SOTTOSUOLO Assetto geologico Sismicità Amianto e sostanze pericolose FLORA E FAUNA Rete ecologica RUMORE ENERGIA ED ELETTROMAGNETISMO Emissioni energetiche

6 Consumi e domanda di energia La produzione QUADRO SOCIOECONOMICO Situazione demografica Sistema agro-produttivo Allevamenti SALUTE Salute pubblica Sistema socio assistenziale Analisi della mortalità incidentalità PARTE III LA VALUTAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO PREMESSA OBIETTIVI E AZIONI DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE LA VALUTAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO La valutazione delle scelte di piano IL PIANO DI MONITORAGGIO APPENDICE SULLE OPPORTUNITÀ PER LA SOSTENIBILITÀ DEL TERRITORIO

7 PARTE I - LO SCHEMA METODOLOGICO - PROCEDURALE E I RIFERIMENTI NORMATIVI. 1 RIFERIMENTI NORMATIVI E DISCIPLINARI 1.1. Il concetto di sviluppo sostenibile Per sviluppo sostenibile s intende una forma di sviluppo che permanga tale anche per le future generazioni e che quindi preservi la qualità e la quantità del patrimonio e delle risorse naturali. L'obiettivo è dunque quello di mantenere uno sviluppo economico compatibile con l'equità sociale e gli ecosistemi. Ormai sono trascorsi quasi due decenni da quando l ONU ha ritenuto indispensabile affrontare il problema dell interazione tra le politiche di sviluppo e lo stato dell ambiente. Nel 1992 con la Conferenza di Rio de Janeiro sull Ambiente, l ONU e i governi di tutto il mondo sono stati chiamati per la prima volta a formalizzare il concetto di sviluppo sostenibile e mettere in evidenza come non sia più possibile prescindere dalle tematiche ambientali nella formulazione delle future strategie politiche. Tuttavia i proclami e gli accordi devono poter uscire dalle carte e dai verbali per potersi concretamente attuare e concretizzare in azioni. Nel 1997 è stato creato e sottoscritto un accordo internazionale noto come protocollo di Kyoto, con il quale 118 nazioni del mondo si sono impegnate a ridurre le emissioni di gas serra per rimediare ai cambiamenti climatici in atto, sviluppando le fonti alternative di energia ed il risparmio energetico. La sostenibilità dello sviluppo è un concetto che va localizzato territorialmente per poter essere concretamente perseguito: non esiste infatti un unica modalità secondo la quale un sistema economico è sostenibile, ma una serie di sostenibilità locali che devono essere rese compatibili con alcuni grandi questioni locali ( La via dell ecoefficienza Piano Regionale di Azione ambientale della Toscana). In tale ottica di pianificazione multidisciplinare del territorio, s inquadra la necessità di elaborare una Valutazione integrata degli effetti territoriali, ambientali, sociali ed economici e sulla salute umana, che rappresenti uno strumento valutativo di supporto, un aiuto concreto alle scelte degli organi politici nel rispetto della sostenibilità ambientale. A tal proposito, la CEE, nel Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi Strutturali dell Unione Europea definisce i 10 criteri di sostenibilità che debbono essere intesi quali orientamenti generali per i problemi in materia di ambiente e di sviluppo sostenibile propri dei piani, coodificato nella Carta Costituzionale europea del I seguenti punti, oltre che fare riferimento alle disposizioni legislative vigenti nell intero territorio dell Unione Europea, assumono un carattere ispiratore delle azioni e scelte politiche da intraprendere: I 10 CRITERI CHIAVE PER LA SOSTENIBILITÀ 1. Ridurre al minimo l impiego delle risorse energetiche non rinnovabili 2. Impiego delle risorse rinnovabili nei limiti della capacità di rigenerazione DESCRIZIONE L impiego di risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni future. Ciò vale anche per fattori insostituibili geologici, ecologici o del paesaggio che contribuiscono alla produttività, alla biodiversità, alle conoscenze scientifiche e alla cultura (cfr. comunque i criteri chiave nn. 4, 5, 6) Per quanto riguarda l impiego di risorse rinnovabili nelle attività di produzione primaria, quali la silvicoltura, la pesca e l agricoltura, ciascun sistema è in grado di sostenere un carico massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Quando si utilizza l atmosfera, i fiumi e gli estuari come depositi di rifiuti, li si tratta anch essi alla stregua di risorse rinnovabili, in quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di autorigenerazione. Se si approfitta eccessivamente di tale capacità, si ha un degrado a lungo termine della risorse. L obiettivo deve pertanto consistere nell impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o possibilmente ad un ritmo inferiore) a 3

8 3. Uso e gestione corretta, dal punto di vista ambientale, delle sostanze e dei rifiuti pericolosi/inquinanti 4. Conservare e migliorare lo stato della fauna e flora selvatiche, degli habitat e dei paesaggi 5. Conservare e migliorare la qualità dei suoli e delle risorse idriche 6. Conservare e migliorare la qualità delle risorse storiche e culturali 7. Conservare e migliorare la qualità dell ambiente locale 8. Protezione dell atmosfera (riscaldamento globale) 9. Sensibilizzare maggiormente alle problematiche ambientali, sviluppare l istruzione e la formazione in campo ambientale 10. Promuovere la partecipazione del pubblico alle decisioni che comportano uno sviluppo sostenibile quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future. In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti e in particolare dei rifiuti pericolosi. Un approccio sostenibile consisterà nell impiegare i fattori produttivi meno pericolosi dal punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi efficaci di progettazione di processi, gestione dei rifiuti e controllo dell inquinamento. In questo caso, il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni presenti e future. Queste risorse naturali comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative naturali. Il patrimonio naturale pertanto comprende la configurazione geografica, gli habitat, la fauna e la flora e il paesaggio, la combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e la fruibilità di tale risorsa. Vi sono anche stretti legami con il patrimonio culturale (Cfr. criterio chiave n. 6) Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per a salute e la ricchezza dell umanità e che possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, dell erosione o dell inquinamento. IL principio chiave consiste pertanto nel proteggere la qualità e quantità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che sono già degradate. Le risorse storiche e culturali sono risorse limitate che, una volta distrutte o danneggiate, nn possono essere sostituite. In quanto risorse non rinnovabili, i principi dello sviluppo sostenibile richiedono che siano conservati gli elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di un particolare periodo o tipologia, o che contribuiscano in modo particolare alle tradizioni e alla cultura di un data area. Si può trattare, tra l altro, di edifici di valore storico e culturale, di altre strutture o monumenti di ogni epoca, di reperti archeologici nel sottosuolo, di architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri ecc). Gli stili di vita, i costumi e le lingue tradizionali costituiscono anch essi una risorsa storica e culturale che è opportuno conservare. Nel contesto del presente dibattito, la qualità di un ambiente locale può essere definita dalla qualità dell aria, dal rumore, dalla gradevolezza visiva e generale. La qualità dell ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. La qualità dell ambiente locale può cambiare rapidamente a seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. E inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l introduzione di nuovi sviluppi. (Cfr. anche criterio n. 3 relativo alla riduzione dell impiego e del rilascio di sostanze inquinanti) Una delle principali forze trainanti dell emergere di uno sviluppo sostenibile è costituita nei dati che dimostrano l esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluorocarburi (CFC), distruzione dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni settanta e nei primi anni ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future. Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio (Conferenza della Nazioni Unite dell ambiente e lo sviluppo 1992). La consapevolezza dei problemi e delle operazioni disponibili è d importanza decisiva: l informazione, l istruzione e la formazione in materia di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l integrazione dei programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole, nell istruzione superiore e per gli adulti e tramite lo sviluppo di reti nell ambito di settori e raggruppamenti economici. E importante anche l acceso alle informazioni sull ambiente a partire dalle abitazioni e nei luoghi ricreativi. La dichiarazione di Rio (Conferenza della Nazioni Unite dell ambiente e lo sviluppo 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate nelle decisioni relative agli interessi comuni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo e in particolare il coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera delle proposte di sviluppo di 4

9 modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità La direttiva 2001/42/ce del 2001 La Direttiva europea (2001/42/CE) introduce la necessità di sottoporre a valutazione non solo i progetti, ma anche gli strumenti di pianificazione, in modo da inserire nell iter decisionale soluzioni più sostenibili ed efficaci. Nelle considerazioni iniziali della Direttiva 2001/42/CE si afferma che (1) * +la politica della Comunità in materia ambientale contribuisce, tra l altro, a perseguire gli obiettivi della salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell ambiente, della protezione della salute umana e dell utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali e che essa deve essere fondata sul principio della precauzione. L articolo 6 del trattato stabilisce che le esigenze connesse con la tutela dell ambiente devono essere integrate nella definizione delle politiche e delle azioni comunitarie, in particolare nella prospettiva di promuovere lo sviluppo sostenibile. E si aggiunge inoltre che (2) Il quinto programma comunitario di politica e azione a favore dell ambiente e dello sviluppo sostenibile Per uno sviluppo durevole e sostenibile * + ribadisce l importanza di valutare i probabili effetti di piani e programmi sull ambiente. La Direttiva riconosce l importanza della valutazione dei piani a livello ambientale in quanto (4) * + garantisce che gli effetti dell attuazione dei piani e dei programmi in questione siano presi in considerazione durante la loro elaborazione e prima della loro adozione e (5) l adozione di procedure di valutazione ambientale dovrebbero andare a vantaggio delle imprese, fornendo un quadro più coerente in cui operare inserendo informazioni pertinenti in materia ambientale nell iter decisionale. Viene inoltre posta l attenzione sulla necessità di una maggiore partecipazione all iter decisionale dei diversi soggetti competenti: (15) allo scopo di contribuire ad una maggiore trasparenza dell iter decisionale nonché allo scopo di garantire la completezza e l affidabilità delle informazioni su cui poggia la valutazione, occorre stabilire che le autorità responsabili per l ambiente ed il pubblico siano consultate durante la valutazione dei piani e dei programmi e che vengano fissate scadenze adeguate per consentire un lasso di tempo sufficiente per le consultazioni. Infine viene affrontato anche un altro problema, che emerge frequentemente in materia di tutela ambientale, ovvero la dimensione spaziale degli effetti ambientali di un piano. Raramente tali effetti possono essere racchiusi all interno di uno specifico confine amministrativo, ma devono essere studiati rispetto ad un opportuno ambito al fine di una loro corretta valutazione e migliore gestione. La Direttiva fa riferimento agli Stati membri e ai confini transfrontalieri, ma l osservazione ha la stessa valenza anche nel caso di ambiti più piccoli, in cui ugualmente vi siano più soggetti amministrativi deputati alla tutela dell ambiente, come nel caso di un Comune, facente parte di una Comunità Montana, di una Provincia e di una Regione: (6) I diversi sistemi di valutazione ambientale operanti nei diversi Stati membri dovrebbero prevedere una serie di norme procedurali comuni necessarie a contribuire ad un elevato livello di protezione dell ambiente. E ancora (7) * + i sistemi di valutazione ambientale di piani e programmi applicati nella Comunità dovrebbero garantire adeguate consultazioni transfrontaliere quando l attuazione di un piano o programma in preparazione in uno Stato membro potrebbe avere effetti significativi sull ambiente di un altro Stato membro. (8) Occorre pertanto intervenire a livello comunitario in modo da fissare un quadro minimo per la valutazione ambientale che sancisca i principi generali del sistema di valutazione ambientale e lascia agli stati membri il compito di definire i dettagli procedurali tenendo conto del principio di sussidiarietà La legge regionale 12/2005 e le specifiche successive Con la legge regionale 11 marzo 2005 n. 12 la Regione Lombardia ha dettato le nuove norme per il governo del territorio lombardo, nel rispetto dei criteri di sussidiarietà, adeguatezza, differenziazione, sostenibilità, 5

10 partecipazione, collaborazione, flessibilità, compensazione ed efficienza, ridefinendo tra l altro le competenze e gli strumenti relativi alla pianificazione territoriale. Il Titolo II della prima parte della legge definisce in particolare il significato e i contenuti degli strumenti di pianificazione, di livello comunale (Piano di Governo del Territorio), provinciale (Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale) e regionale (Piano Territoriale Regionale). L art. 4 della legge regionale, in attuazione alla direttiva dell Unione europea 2001/42/CE in materia di VAS stabilisce quanto segue: (Valutazione ambientale dei piani) 1. Al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell ambiente, la Regione e gli enti locali, nell ambito dei procedimenti di elaborazione ed approvazione dei piani e programmi di cui alla direttiva 2001/42/CEE del Parlamento europeo e del Consiglio del 27 giugno 2001 concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull ambiente e successivi atti attuativi, provvedono alla valutazione ambientale degli effetti derivanti dall attuazione dei predetti piani e programmi. Entro sei mesi dall entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale, su proposta della Giunta regionale, approva gli indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani, in considerazione della natura, della forma e del contenuto degli stessi. La Giunta regionale provvede agli ulteriori adempimenti di disciplina, in particolare definendo un sistema di indicatori di qualità che permettano la valutazione degli atti di governo del territorio in chiave di sostenibilità ambientale e assicurando in ogni caso le modalità di consultazione e monitoraggio, nonché l utilizzazione del SIT. 2. Sono sottoposti alla valutazione di cui al comma 1 il piano territoriale regionale e i piani territoriali di coordinamento provinciali, il documento di piano di cui all articolo 8, nonché le varianti agli stessi. La valutazione ambientale di cui al presente articolo è effettuata durante la fase preparatoria del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione o all avvio della relativa procedura di approvazione. 3. Per i piani di cui al comma 2, la valutazione evidenzia la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione; individua le alternative assunte nella elaborazione del piano o programma, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione, anche agroambientali, che devono essere recepite nel piano stesso. Dall articolato si legge quindi che il PGT, nonché le sue varianti, sono sottoposti a Valutazione Ambientale Strategica (VAS) al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile ed assicurare un elevato livello di protezione dell ambiente. Dalla lettura del comma 3 poi si evince che la legge regionale attribuisce alla VAS il compito di evidenziare la congruità delle scelte rispetto agli obiettivi di sostenibilità del piano e le possibili sinergie con gli altri strumenti di pianificazione e programmazione, di individuare le alternative assunte nella elaborazione del piano, gli impatti potenziali, nonché le misure di mitigazione o di compensazione che devono essere recepite nel piano stesso. In attuazione dell art. 4 della L.R. 12/2005, i riferimenti normativi che Regione Lombardia ha prodotto sino ad ora in termini di indirizzi generali e criteri per la valutazione ambientali di piani e programmi sono: d.c.r. 13 marzo 2007 n. VIII/351 Indirizzi generali per la valutazione di piani e programmi in attuazione del comma 1 dell art. 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12. Tale atto contiene un primo elenco di piani e programmi da sottoporre a valutazione e lo schema generale del processo metodologicoprocedurale integrato di pianificazione e di VAS. Questo primo documento regionale definisce: 3. Integrazione della dimensione ambientale nei piani e programmi 6

11 3.1.- L applicazione della direttiva e l introduzione della valutazione ambientale di piani e programmi (di seguito VAS) nel nostro ordinamento comportano un significativo cambiamento nella maniera di elaborare i piani e programmi (di seguito P/P), in quanto essi devono: - permettere la riflessione sul futuro da parte di ogni società e dei suoi governanti e nel contempo aumentare sensibilmente la prevenzione, evitando impatti ambientali, sociali ed economici negativi; - essere effettuata il più a monte possibile, durante la fase preparatoria del P/P e anteriormente alla sua adozione o all'avvio della relativa procedura legislativa; - essere integrata il più possibile nel processo di elaborazione del P/P; - accompagnare il P/P in tutta la sua vita utile ed oltre attraverso un azione di monitoraggio La VAS va intesa come un processo continuo, che si estende lungo tutto il ciclo vitale del P/P. Il significato chiave della VAS è costituito dalla sua capacità di integrare e rendere coerente il processo di pianificazione orientandolo verso la sostenibilità. Una prima forma di integrazione è rappresentata dall interazione positiva e creativa tra la pianificazione e la valutazione durante tutto il processo di impostazione e redazione del P/P; il dialogo permanente permette aggiustamenti e miglioramenti continui, che si riflettono nel prodotto finale rendendolo molto più consistente e maturo. Altre forme di integrazione imprescindibili sono la comunicazione e il coordinamento tra i diversi enti e organi dell amministrazione coinvolti nel P/P; l utilità di tale comunicazione diventa maggiore nelle decisioni di base circa il contenuto del piano o programma. Infine, l integrazione nella considerazione congiunta degli aspetti ambientali, sociali ed economici; la forte tendenza alla compartimentazione del sapere rende difficile la realizzazione di analisi integrate, che tuttavia permettono l emergere di conoscenze utili e interessanti quanto quelle che derivano dalle analisi specialistiche Nella gestione dei presenti indirizzi e negli ulteriori atti in attuazione della legge per il governo del territorio, si dovrà porre particolare attenzione, considerando che P/P pur soggetti a valutazione ambientale, attengono a natura e contenuti, in alcuni casi, molto diversi tra di loro, aspetto questo che comporta flessibilità e diversificazione di approccio, pur nella comune ottica di perseguire la valutazione degli effetti sull ambiente dell atto di pianificazione e programmazione L autorità competente per la VAS e l autorità proponente collaborano in ogni momento del procedimento al fine di assicurare l integrazione degli elementi valutativi e la speditezza ed efficacia del procedimento. In particolare al fine di: o dare applicazione al principio di integrazione degli obiettivi di sostenibilità ambientale nelle politiche settoriali; o individuare un percorso metodologico e procedurale, stabilendo le modalità della collaborazione, le forme di consultazione da attivare e i soggetti competenti in materia ambientale ed il pubblico da consultare; o definire le informazioni da includere nel rapporto ambientale e del loro livello di dettaglio; o verificare la qualità del rapporto ambientale e la congruenza del piano/programma con le informazioni e gli obiettivi del rapporto ambientale; o individuare le necessità e le modalità di monitoraggio. 4.- Ambito di applicazione 4.1 I P/P elaborati dalla Regione e dagli enti locali ai sensi dell articolo 3, paragrafo 2, della direttiva, richiamata dal comma 1 dell articolo 4 della legge per il governo del territorio, come individuati dai successivi punti 4.2 e 4.3, sono soggetti a VAS secondo le modalità previste dal successivo punto E effettuata una valutazione ambientale per tutti i P/P : a) elaborati per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione dei progetti elencati negli allegati I e II della direttiva 85/337/CEE; 7

12 b) per i quali, in considerazione dei possibili effetti sui siti, si ritiene necessaria una valutazione ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE. 4.3 I P/P indicati alla lettera a) del precedente punto 4.2 individuati nell allegato A. Tale elenco è meramente compilativo e non esaustivo. 4.4 I siti indicati alla lettera b) del precedente punto 4.2 comprendono le Zone di Protezione Speciale ZPS (direttiva 79/409/CEE) e i Siti di Importanza Comunitaria SIC (Direttiva Habitat), che costituiscono la rete ecologica europea Natura 2000 istituita dalla Direttiva 92/43/CEE. L individuazione e la classificazione delle ZPS e l individuazione dei SIC è contenuta nei provvedimenti specifici elaborati dalle rispettive autorità preposte. 4.5 L ambito di applicazione, relativamente al settore della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, è stato specificato dal comma 2 dell articolo 4 della legge per il governo del territorio, precisando che sono sempre soggetti a valutazione ambientale i seguenti piani e le loro varianti: - piano territoriale regionale; - piani territoriali regionali d area; - piani territoriali di coordinamento provinciali; - documento di piano. 4.6 Per i P/P che determinano l uso di piccole aree a livello locale e le modifiche minori, come definiti con provvedimento dalla Giunta regionale, si procede alla verifica di esclusione secondo le modalità previste dal successivo punto 5.0, al fine di determinare se possono avere significativi effetti sull ambiente. d.g.r. 27 dicembre 2007 n. VIII/6420 Valutazione ambientale di piani e programmi ulteriori adempimenti di disciplina in attuazione dell articolo 4 della legge regionale 11 marzo 2005, n. 12 e degli indirizzi generali per la valutazione ambientale dei piani e programmi approvati con delibera dal Consiglio regionale il 13 marzo 2007 atti n. VIII/351. In tale documento lo schema generale della precedente delibera è adattato alla specificità del piano cui si riferisce : in particolare il riferimento alle procedure di valutazione del PTCP sono quelle dell allegato 1c, mentre l allegato 2 della delibera fornisce ulteriori e aggiuntive indicazioni del coordinamento della procedura di VAS con quelle di VIA e VIC. D.g.r. 9/761 del 10 novembre 2010 ha approvato Determinazione della procedura di Valutazione ambientale di piani e programmi VAS (art. 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128, con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971 pubblicato sul S.O. alla G.U. n. 187 del 11 agosto

13 2 LO SCHEMA DEL PERCORSO METODOLOGICO E PROCEDURALE DI VALUTAZIONE AMBIENTALE I procedimenti per la formazione del Piano di Governo del Territorio e per la Valutazione Ambientale Strategica (V.A.S.) sono stati avviati rispettivamente con Deliberazione della Giunta Comunale n. 13 del 8 febbraio 2011 quale modifica integrativa della delibera del comunale n 37 del 26 maggio Si è quindi individuato quale percorso metodologico procedurale da seguire nella VAS del Documento di Piano, quello descritto dalla Determinazione della procedura per la Valutazione Ambientale di Piani e Programmi con D.G.R. n. VIII/6420 del 27 dicembre 2007 e D.g.r. 10 novembre 2010 n. 9/761 Determinazione della procedura di valutazione ambientale di piani e programmi VAS (art( 4, l.r. n. 12/2005; d.c.r. n. 351/2007) Recepimento delle disposizioni di cui al d.lgs. 29 giugno 2010, n. 128 con modifica ed integrazione delle dd.g.r. 27 dicembre 2008, n. 8/6420 e 30 dicembre 2009, n. 8/10971 pubblicato sul S.O. alla G.U. n. 187 del 11 agosto Il documento di scoping è il primo elaborato che viene prodotto nella procedura di V.A.S. con l'obiettivo di illustrare: - il percorso metodologico procedurale definito; - una proposta di ambito di influenza del DdP del P.G.T.; - le informazioni da includere nel Rapporto Ambientale. I contenuti del documento di scoping vengono discussi durante la prima Conferenza di Valutazione. L allegato 1b della citata d.g.r. n 8/6420 costituisce pertanto il prevalente riferimento per la procedura di V.A.S. in esame e definisce le fasi del procedimento, schematicamente indicate nei punti seguenti: 1. avviso di avvio del procedimento; 2. individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; 3. elaborazione e redazione del DdP e del Rapporto Ambientale; 4. messa a disposizione; 5. convocazione conferenza di valutazione; 6. formulazione parere ambientale motivato; 7. adozione del DdP; 8. pubblicazione e raccolta osservazioni; 9. formulazione parere ambientale motivato finale e approvazione finale; 10. gestione e monitoraggio. La Valutazione Ambientale VAS è stata avviata mediante pubblicazione dell avvio del procedimento. Con specifico atto formale sono stati individuati i soggetti direttamente coinvolti nel procedimento e la procedura adottata: 1) il Proponente, nonché Autorità procedente: il Sindaco Serafino Bertuletti; 2) l Autorità competente per la VAS: il geom. Angiolino Calzoni, in qualità di Responsabile dell'area Tecnico-Mnautentiva e Pianificazione del Territorio 9

14 3) la Conferenza di valutazione, istituita con la finalità di acquisire elementi informativi e pareri dei soggetti/enti territorialmente e ambientalmente interessati e che si prevede articolata in almeno due sedute: I. la prima, di tipo introduttivo, volta ad illustrare il documento di scoping, la ricognizione dello stato di fatto dello schema di piano, gli orientamenti iniziali e gli obiettivi e ad acquisire pareri, contributi ed osservazioni nel merito; II. la seconda, conclusiva, è finalizzata a valutare la proposta di Piano e di Rapporto Ambientale, esaminare le osservazioni ed i pareri pervenuti, prendere atto degli eventuali pareri obbligatori previsti; 4) i soggetti/enti competenti convocati ad esprimersi nell ambito dei lavori della Conferenza di valutazione: a) soggetti competenti in materia ambientale - ARPA Lombardia; - ASL Brescia; - Direzione regionale per i Ben Culturali e Paesaggistici della Lombardia nelle rispettive sedi della Soprintendenza ai beni architettonici e archeologici di Brescia; b) enti territorialmente interessati - Regione Lombardia; - Provincia di Brescia; - Comuni di Orzinuovi, Orzivecchi, Comezzano-Cizzago, Barbariga, Corzano e Trenzano; - Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio per le Province di Brescia, Cremona e Mantova; c) altri enti/soggetti con specifiche competenze, funzionalmente interessati al processo si informazione/partecipazione: - Consorzi di bonifica irrigui territorialmente competenti; - Telecom S.p.A. Milano; - Cogeme S.p.A. di Rovato (BS); - Snam S.p.A. di Brescia; - Enel S.p.A. di Brescia; - Gas Plus S.p.A. di Porzano di Leno (BS); 10

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16 Nella fase di preparazione si procede all'avviso di avvio del procedimento di Valutazione ambientale. L'Avviso di avvio del procedimento di V.A.S. del DdP avviene con pubblicazione sull'albo pretorio e su web regionale. Contestualmente all'avviso su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale, stabilendo i termini entro il quale chiunque abbia interesse, può presentare proposte o suggerimenti. Avvenuto l'avvio del procedimento, l'autorità Procedente definisce: i soggetti competenti in materia ambientale e gli enti territorialmente interessati, ove necessario anche transfrontalieri, da invitare alla conferenza di valutazione; le modalità di convocazione della conferenza di valutazione, articolata almeno in una seduta introduttiva e in una seduta finale di valutazione; l'autorità competente in materia di SIC e ZPS, se necessario; i singoli settori del pubblico interessati all'iter decisionale; le modalità di informazione e di partecipazione del pubblico, di diffusione e pubblicizzazione delle informazioni, organizzando e coordinando le conseguenti iniziative. L'elaborazione della procedura di V.A.S. vera e propria ha inizio con la redazione del documento di scoping, che contiene il percorso metodologico procedurale definito, una proposta di ambito di influenza del DdP del P.G.T. e le informazioni da includere nel rapporto ambientale, la verifica delle possibili interferenze con i Siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS). Il Documento di scoping (da scope: raggio d azione ) ha il compito di definire l ambito di influenza su cui agisce il piano da sottoporre a valutazione, le caratteristiche delle informazioni che devono essere fornite nel Rapporto Ambientale, che costituisce la relazione finale del processo di valutazione, nonché indicare il quadro normativo di riferimento e le linee guida che il piano dovrà seguire, mutuate dai piani e programmi sovra ordinati (PTR, PTCP). Il documento rappresenta anche la base su cui impostare le consultazioni con gli organi e gli enti cui spettano competenze ambientali, nonché quelli territorialmente interessati, individuati dal Consorzio gestore del Parco ed invitati al primo tavolo di confronto istituzionale. dopo aver definito gli scopi dell analisi ambientale, verrà fornito il panorama normativo in cui essa si inserisce, partendo dall ambito europeo, passando per quello nazionale e finendo con l illustrazione di quanto previsto dalla Regione Lombardia nel campo della pianificazione territoriale e della valutazione ambientale. Una sezione specifica del Documento di scoping verrà dedicata ad un approfondimento sull importanza di seguire un percorso metodologico procedurale integrato tra la redazione della Variante del Piano di coordinamento territoriale e la sua valutazione; questo al fine di garantire, in ogni fase della progettazione, la sostenibilità ambientale delle scelte proposte dal piano stesso. Tale documento, predisposto dall'autorità Procedente in collaborazione con l'autorità Competente per la V.A.S., è inviato ai fini della consultazione ai soggetti interessati (punto 3.3 dell'allegato 1b). Il suo contenuto è discusso nella prima conferenza di valutazione, durante la quale si raccolgono osservazioni, pareri e proposte di modifica ed integrazione. La prima conferenza di valutazione, convocata dall'autorità Procedente d'intesa con l'autorità Competente per la V.A.S., segna l'avvio del confronto; ad essa segue l'elaborazione del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica in riferimento al DdP (fase di elaborazione e redazione). L'Autorità Procedente mette a disposizione presso i propri uffici e pubblica su web la proposta di DdP, il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica per sessanta giorni, dando notizia dell'avvenuta messa a disposizione mediante pubblicazione all'albo Pretorio. L'Autorità Competente, in. collaborazione con l'autorità Procedente, trasmette inoltre la proposta di DdP e Rapporto Ambientale, per la necessaria consultazione, ai soggetti competenti in materia ambientale ed agli Enti territorialmente interessati; tutti si esprimeranno nell'ambito della seconda Conferenza di Valutazione. Il parere dei soggetti interessati deve essere inviato entro 60 gg. dalla messa a disposizione, all'autorità Competente per la V.A.S. e all'autorità Procedente. 12

17 Durante la seconda conferenza sono valutati la proposta di DdP e del Rapporto Ambientale e sono esaminati le osservazioni e i pareri pervenuti. In seguito alla consultazione viene presa una decisione e formulato il parere motivato, che costituisce presupposto per la prosecuzione del procedimento di approvazione del DdP. Il parere motivato può essere condizionato all'adozione di specifiche modifiche e integrazioni alla proposta del DdP valutato. Di seguito ha inizio la fase di adozione del DdP comprensivo della dichiarazione di sintesi e conseguentemente si procede agli atti di approvazione. In caso di parere motivato positivo, il Consiglio Comunale adotta con propria delibera il P.G.T. (DdP, Piano dei Servizi e Piano delle Regole), il Rapporto Ambientale, la Dichiarazione di Sintesi. Diversamente l'autorità Procedente, in collaborazione con l'autorità Competente per la V.A.S., provvede alla revisione del piano alla luce del contenuto del parere motivato espresso. Il parere motivato ed il provvedimento di adozione con la relativa documentazione, sono trasmessi in copia integrale ai soggetti interessati che hanno partecipato alle consultazioni. L'Autorità Procedente provvede contestualmente a: a) depositare nella segreteria comunale e su web, per un periodo continuativo di gg., gli atti di P.G.T. (DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica, parere motivato, dichiarazione di sintesi, sistema di monitoraggio); b) dare comunicazione del deposito degli atti di cui alla lettera a), sul Bollettino Ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale; c) comunicare l'avvenuto deposito ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, con l'indicazione dell'indirizzo web e delle sedi dove può essere presa visione della documentazione integrale; d) depositare la sintesi non tecnica, in congruo numero di copie, presso gli uffici della Provincia e della Regione, con indicazione delle sedi e dell'indirizzo web ove può essere presa visione della documentazione integrale. Entro i termini previsti dalle specifiche norme di P.G.T., e comunque non inferiori a quarantacinque giorni dalla pubblicazione della notizia di avvenuto deposito, chiunque ne abbia interesse può prendere visione della proposta di Piano e del relativo Rapporto Ambientale e presentare proprie osservazioni, anche fornendo nuovi o ulteriori elementi conoscitivi e valutativi. Conclusa la fase di deposito e raccolta delle osservazioni, l'autorità Procedente e l'autorità Competente per la V.A.S. esaminano e controdeducono le eventuali osservazioni pervenute e formulano il parere motivato e la dichiarazione di sintesi finale. In presenza di nuovi elementi conoscitivi e valutativi evidenziati dalle osservazioni pervenute, l'autorità Procedente provvede all'aggiornamento del DdP e del Rapporto Ambientale e dispone, d'intesa con l'autorità Competente per la V.A.S., la convocazione di una ulteriore Conferenza di valutazione, volta alla formulazione del parere motivato finale. In assenza di osservazioni presentate, l'autorità Procedente, d'intesa con l'autorità Competente per la V.A.S., nella dichiarazione di sintesi finale, attesta l'assenza di osservazioni e conferma il precedente parere motivato. Prima di procedere con l'approvazione deve essere effettuata la verifica di compatibilità da parte della Provincia che, garantendo il confronto con il Comune interessato, valuta esclusivamente la compatibilità del DdP con il proprio Piano Territoriale di Coordinamento. Entro 120 gg. dal ricevimento della relativa documentazione, o decorsi inutilmente i quali, la valutazione si intende espressa favorevolmente ai sensi del c. 5 - art. 13, I.r. 12/2005. Il provvedimento di approvazione definitiva del DdP avviene con delibera di Consiglio Comunale e motiva puntualmente le scelte effettuate in relazione agli esiti del procedimento di V.A.S. e contiene la dichiarazione di sintesi finale (schema M). Gli atti del DdP : sono depositati presso la segreteria comunale ed inviati per conoscenza alla Provincia ed alla Regione, 13

18 ai sensi del comma 10 dell'art. 13, I.r. 12/2005; acquistano efficacia con la pubblicazione dell'avviso della loro approvazione definitiva sul B.U.R.L., ai sensi del comma 11 dell'art. 13, I.r. 12/2005; sono pubblicati per estratto sul web (vedi allegato 3 d.g.r. n. 8/6420). Gli atti del DdP approvati (P/P, Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica), la Dichiarazione di sintesi finale e il provvedimento di approvazione definitiva devono essere inviati, in formato digitale, alla Regione Lombardia Direzione Generale Territorio e Urbanistica Struttura Valutazione Ambientale Strategica. La procedura di valutazione prosegue con la fase di attuazione e gestione durante la quale, come previsto nel sistema di monitoraggio, vi sono le valutazioni periodiche dei possibili effetti significativi sull'ambiente dell'attuazione del DdP mediante rapporti di monitoraggio e di valutazione periodica. La gestione del DdP può essere considerata come una successione di procedure di screening delle eventuali modificazioni parziali del DdP, a seguito delle quali decidere se accompagnare o meno l'elaborazione delle varianti con il procedimento di V.A.S.. Fasi di consultazione e partecipazione Consultazione, comunicazione e informazione sono elementi imprescindibili della valutazione ambientale. Il punto 6.0 degli indirizzi generali per la valutazione ambientale di piani e programmi prevede infatti l'allargamento della partecipazione a tutto il processo di pianificazione/programmazione, individuando strumenti atti a perseguire obiettivi di qualità. La comunicazione e l'informazione caratterizzano il processo decisionale partecipato volto a informare i soggetti, anche non istituzionali, interessati alla decisione per consentirne l'espressione dei diversi punti di vista. Consultazione La consultazione è espressa negli Indirizzi generali come "componente del processo di piano o programma prevista obbligatoriamente dalla Direttiva 2001/42/CE, che prescrive il coinvolgimento di autorità e pubblico al fine di fornire un parere sulla proposta di piano o programma e sul Rapporto Ambientale che la accompagna, prima dell'adozione del piano o programma o dell'avvio della relativa procedura legislativa". Nella V.A.S. del DdP in esame la consultazione è intesa come insieme delle fasi che prevedono l'intervento e la condivisione delle decisioni con i soggetti che, ai sensi della vigente normativa, devono essere convocati e che esprimono parere in fase di valutazione. Le modalità di consultazione previste nella procedura metodologica di riferimento sono: fase 1: individuazione dei soggetti interessati e definizione delle modalità di informazione e comunicazione; fase 2: invio documento di scoping (prima della prima conferenza); fase 3: prima conferenza: analisi e integrazione documento di scoping; fase 4: invio proposta di DdP e proposta RA al fine dell'espressione del parere che deve essere inviato entro 45gg. dalla messa a disposizione; fase 5: messa a disposizione del pubblico e su web per 60 gg della proposta di DdP, del R.A. e della S.N.T.; fase 6: seconda conferenza: analisi e integrazione della proposta di RA; fase 7: espressione del parere motivato; fase 8: adozione e dichiarazione di sintesi; fase 9: trasmissione in copia integrale del parere motivato e del provvedimento di adozione; fase 10: deposito nella segreteria comunale e su web per un periodo continuativo di trenta giorni degli atti di P.G.T. (DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica, parere motivato, dichiarazione di sintesi, sistema di monitoraggio) e comunicazione dell'avvenuto deposito ai soggetti competenti in materia ambientale e agli enti territorialmente interessati, con l'indicazione dell'indirizzo web e delle sedi dove può essere presa visione della documentazione integrale; 14

19 fase fase fase fase 11: deposito della sintesi non tecnica, in congruo numero di copie, presso gli uffici della Provincia e della Regione, con indicazione delle sedi e dell'indirizzo web ove può essere presa visione della documentazione integrale; 12: verifica di compatibilità della Provincia; 13: deposito degli atti del DdP approvato e loro invio per conoscenza alla Provincia e alla Regione; 14: invio in formato digitale alla Regione Lombardia degli atti del DdP approvati (DdP, Rapporto Ambientale, Sintesi non Tecnica), della Dichiarazione di sintesi finale e del provvedimento di approvazione definitiva. Partecipazione Ai sensi degli Indirizzi generali la partecipazione dei cittadini è intesa come "insieme di attività attraverso le quali i cittadini intervengono nella vita politica, nella gestione della cosa pubblica e della collettività; è finalizzata a far emergere, all'interno del processo decisionale, interessi e valori di tutti i soggetti, di tipo istituzionale e non, potenzialmente interessati alle ricadute delle decisioni". La partecipazione nel presente procedimento di VAS è data nell'insieme dei momenti di informazione e comunicazione al pubblico. Si sottolinea la possibilità di adottare un approccio di ascolto permanente che caratterizza la V.A.S., ossia di tenere in considerazione le osservazioni/suggerimenti pervenuti durante tutta la redazione della V.A.S. (dall'avvio del procedimento alla pubblicazione della proposta del RA, quindi fino alla seconda conferenza), acquisite ai fini dell'espressione del parere motivato. Sono di seguito espresse le modalità di partecipazione presenti nella procedura metodologica di riferimento: fase 0 - analisi proposte pervenute che precedono il piano, osservazioni che giungono appena viene dato avvio al procedimento di piano mediante sua pubblicazione all'albo Pretorio e su web; fase 1 - atto formale: individuazione singoli settori di pubblico portatori di interesse e definizione della loro partecipazione ed informazione; fase 2 - messa a disposizione del pubblico e su web per 60 gg della proposta di DdP, RA e di SNT, dando notizia dell'avvenuta messa a disposizione mediante pubblicazione all'albo Pretorio; fase 3 - dopo l'adozione: deposito nella segreteria comunale e su web per un periodo continuativo di 30 gg., gli atti di P.G.T. (DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica, parere motivato, dichiarazione di sintesi, sistema di monitoraggio) e comunicazione del deposito degli atti sul Bollettino Ufficiale della Regione e su almeno un quotidiano o periodico a diffusione locale; fase 4 - raccolta delle osservazioni per 30 gg. dalla pubblicazione della notizia di avvenuto deposito dei documenti adottati; fase 5 - deposito degli atti del DdP approvato e loro pubblicazione per estratto su web. Modalità specifiche di partecipazione La forma prevalente di partecipazione adottata consiste nella pubblicazione su web della documentazione prodotta durante la procedura di valutazione, in particolare: avviso di avvio del procedimento; verbale della prima seduta conferenza di valutazione; proposta di DdP, Rapporto Ambientale e Sintesi non tecnica, prima della seconda seduta della conferenza di valutazione; verbale della seconda seduta conferenza di valutazione; atti del PGT adottato (DdP adottato corredato da Rapporto Ambientale e Sintesi non Tecnica, parere motivato, dichiarazione di sintesi, sistema di monitoraggio), prima dell'approvazione finale; atti del DdP approvato. 15

20 Verranno tenute in considerazione le osservazioni/suggerimenti pervenuti durante tutta la redazione della V.A.S.. Si sottolinea che, con l'adozione del Rapporto Ambientale insieme al D.d.P., lo stesso attraversa una fase formale di partecipazione, ovvero il passaggio canonico delle osservazioni / controdeduzioni. 16

21 PARTE II INDIVIDUAZIONE DELL AMBITO DI INFLUENZA 1 RICOGNIZIONI E ORIENTAMENTI INIZIALI DI PIANO PTR Piano territoriale regionale Analizzando la Tav. 4 del PTR 2010 vigente (Tavola dei Sistemi Territoriali), il territorio di Pompiano rientra all interno del Sistema Territoriale Pianura Irrigua. Tale strumento di pianificazione sovra comunale individua opportuni temi e obiettivi specifici, i quali non sono altro che la declinazione degli obiettivi generali del PTR sui temi di interesse individuati nei diversi sistemi territoriali che compongono il territorio lombardo (così come individuati dal PTR stesso). Ognuno di questi temi, derivanti dai 24 obiettivi generali del PTR, è declinato in sotto obiettivi e in linee di azione atte al loro perseguimento; tali misure scaturiscono in gran parte dalla programmazione regionale ed hanno scenari di attuazione differenti, secondo le differenti caratteristiche dei sistemi territoriali individuati. Per il comune di Pompiano, inserito nel Sistema della Pianura Irrigua sopra richiamato, valgono i seguenti obiettivi generali che possiamo considerare per il territorio: ST5.1 Garantire un equilibrio tra le attività agricole e zootecniche e la salvaguardia delle risorse ambientali e paesaggistiche, promuovendo la produzione agricola e le tecniche di allevamento a maggior compatibilità ambientale e territoriale (ob. PTR 8, 14, 16) Non incrementare i livelli di pressione ambientale derivanti dal settore primario Incentivare e supportare le imprese agricole e gli agricoltori all adeguamento alla legislazione ambientale, ponendo l accento sui cambiamenti derivanti dalla nuova Politica Agricola Comunitaria Favorire l adozione comportamenti (e investimenti) per la riduzione dell impatto ambientale da parte delle imprese agricole (sensibilizzazione sull impatto che i prodotti fitosanitari generano sull ambiente, per limitare il loro utilizzo nelle zone vulnerabili definite dal PTUA) Promuovere l utilizzo di fonti energetiche rinnovabili derivate da biomasse vegetali e animali Incentivare l agricoltura biologica e la qualità delle produzioni; ST5.2 Garantire la tutela delle acque ed il sostenibile utilizzo delle risorse idriche per l agricoltura, in accordo con le determinazioni assunte nell ambito del Patto per l Acqua, perseguire la prevenzione del rischio idraulico (ob. PTR 4, 7, 8, 14, 16, 18) Tutelare le risorse idriche sotterranee e superficiali attraverso la prevenzione dall inquinamento e la promozione dell uso sostenibile delle risorse idriche Ridurre i carichi di fertilizzanti e antiparassitari nell agricoltura e utilizzare di prodottoti meno nocivi Limitare la dispersione dei reflui zootecnici e del sistema fognario all interno delle aree vulnerabili ed eliminare gli scarichi di acque reflue non trattate in corpi idrici superficiali Utilizzare le risorse idriche sotterranee più pregiate solo per gli usi che necessitano di una elevata qualità delle acque Garantire la tutela e il recupero dei corsi d acqua, ivi compreso il reticolo minore, e dei relativi ambiti, in particolare gli habitat acquatici nell ambito del sistema irriguo e di bonifica della pianura, anche ai fini della tutela della fauna ittica Incentivare la manutenzione del reticolo idrico minore 17

22 ST5.3 Tutelare le aree agricole come elemento caratteristico della pianura e come presidio del paesaggio lombardo (ob. PTR 14, 21) Tutelare le aree agricole anche individuando meccanismi e strumenti per limitare il consumo di suolo e per arginare le pressioni insediative Governare le trasformazioni del paesaggio agrario integrando la componente paesaggistica nelle politiche agricole Promuovere azioni per il disegno del territorio e per la progettazione degli spazi aperti, da non considerare semplice riserva di suolo libero Evitare la frammentazione del territorio agricolo da parte di infrastrutture e di insediamenti industriali, commerciali ed abitativi Promuovere azioni locali tese alla valorizzazione, al recupero o alla riproposizione degli elementi propri del paesaggio rurale tradizionale della pianura lombarda (macchie boschive, filari e alberate, rogge e relativa vegetazione ripariale, fontanili e delle colture tipiche di pianura (es. risaie), fondamentali per il mantenimento della diversità biologica degli agro ecosistemi Incentivare la multifunzionalità degli ambiti agricoli, per ridurre il processo di abbandono dei suoli attraverso la creazione di possibilità di impiego in nuovi settori, mantenere la pluralità delle produzioni rurali, sostenere il recupero delle aree di frangia urbana ST5.4 Promuovere la valorizzazione del patrimonio paesaggistico e culturale del sistema per preservarne e trasmetterne i valori, a beneficio della qualità della vita dei cittadini e come opportunità per l imprenditoria turistica locale (ob. PTR 10, 18, 19) Sviluppare sistemi per la valorizzazione turistica integrata dei centri dell area dal punto di vista storico-culturale, degli eventi culturali organizzati, del paesaggio agricolo e dell enogastronomia Incentivare la valorizzazione e la promozione di percorsi di fruizione paesaggistica che mettano in rete centri e nuclei storici minori, architetture religiose e rurali, anche in relazione alla realizzazione di nuovi itinerari ciclabili e al recupero di manufatti rurali in abbandono ST5.5 Migliorare l accessibilità e ridurre l impatto ambientale del sistema della mobilità, agendo sulle infrastrutture e sul sistema dei trasporti (ob. PTR 2, 3, 4, 7, 8, 9, 13, 17) Migliorare il rapporto infrastrutture-paesaggio anche prevedendo meccanismi di compensazione ecologica preventiva e passando dalla logica della progettazione di una nuova infrastruttura a quella della progettazione del territorio interessato dalla presenza della nuova infrastruttura Uso del suolo Favorire interventi di riqualificazione e riuso del patrimonio edilizio storico Mantenere forme urbane compatte, evitando la dispersione e le saldature lungo le infrastrutture Evitare la riduzione del suolo agricolo anche utilizzando lo strumento della compensazione o altri strumenti di disincentivazione 18

23 PTCP: indirizzi per la formazione degli strumenti urbanistici comunali del PTCP Vigente della Prov. di Brescia Gli indirizzi della normativa vigente come anche nel PTCP della Provincia di Brescia, delineano un sistema di pianificazione che persegua i seguenti principali obiettivi : - ridurre il consumo di suolo, tenendo conto dell elevato livello di urbanizzazione del territorio comunale entro i confini amministrativi; - passare da un modello di piano definito da norme e previsioni rigide ad un piano che attui progetti prestazionali in forza di regole e condizioni definite per obiettivi; - fornire maggiore operatività all esigenze di rinnovamento funzionale ed edilizio del tessuto urbano consolidato con l introduzione di criteri di indifferenza funzionale; - adottare regole di trasformazione che consentano la dotazione di un patrimonio di aree pubbliche da destinare a nuove attrezzature e servizi di interesse pubblico generale programmate nel Piano dei servizi; - introdurre una tendenziale parità di trattamento nell attribuzione dei diritti edificatori, secondo l obiettivo di una partecipazione generalizzata alle trasformazioni pubbliche e private introdotte dal nuovo strumento urbanistico. In particolare, l obiettivo della partecipazione generalizzata è perseguito distinguendo le proprietà fondiarie, pubbliche e private nelle seguenti categorie : - proprietà con diritti edificatori esercitabili nella proprietà stessa; - proprietà con diritti di edificazione non esercitabili nella proprietà stessa, ma esercitabili e trasferibili altrove con cessione gratuita dell area all Amministrazione comunale (principio della compensazione). 2 ANALISI PRELIMINARE DELLO STATO DELL AMBIENTE 2.1. INQUADRAMENTO TERRITORIALE Il territorio di Pompiano si estende per una superficie di 15,19 Kmq a sud ovest del capoluogo provinciale, tra i comuni di Corzano, Barbariga, Orzinuovi, Orzivecchi e Comezzano-Cizzago. Con una popolazione di ab.al 2010 per una densità abitativa di circa 257 abitanti per chilometro quadrato. Dista da Brescia circa 25 km alla quale è direttamente collegata attraverso SP 235 (Bettolino Orzinuovi - Brescia) e la SP 668 (Lenese). Trattasi di un territorio complessivamente sub-pianeggiante che ricade nel paesaggio bresciano posto a Sud della linea delle risorgive. Pompiano è attraversato da più canali che, irrigando abbondantemente il terreno, ne accrescono la produttività. Infatti il territorio del Comune di Pompiano è costituito da una pianura in leggero e graduale declivio da Nord-Ovest verso Sud-Est. Trattasi di impercettibili differenze di altitudine: si parte dai 100 m s.l.m. della Breda Franca, che diventano 97 alle Faéde e 98 all Averolda, 93 al centro di Pompiano, 87 a Zurlengo, 83 a Gerola e 77 al limite Sud-Est del confine comunale. Il comune ha origini antiche, con un'ecomia radicata nel territorio dedita all'agricoltura ed all'industria. Dal punto di vista urbanistico si distinguono un nucleo principale, disposto lungo la SP 235, dove è concentrata la maggior parte degli abitanti, e le frazioni di Zurlengo e Gerolanuova, collocate a sud. L uso del territorio prevalente è quello agricolo, con presenza significativa di allevamenti zootecnici. Le attività industriali sono concentrate in due poli (a Est e ad Ovest), lungo la SP

24 Lo sfondo a bande azzurre e argentee dello stemma municipale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, è attraversato da un castello rosso munito di una torre centrale e merlato alla guelfa VIABILITÀ E MOBILITÀ URBANA Il paese di Pompiano è situato a 25 km a Sud-Ovest di Brescia in direzione della sponda sinistra del fiume Oglio e rientra nella famiglia dei comuni attraversati dalla S.P.235 di collegamento Brescia-Pavia. Il territorio comunale è attraversato fondamentalmente da due assi di collegamento, la SP. 235 e la S.P. 668, la prima considerata dal P.T.C.P. come una strada secondaria di collegamento che congiunge Brescia con Pavia passando da Orzinuovi e proseguendo poi fino a Crema (S.P. 235). Lungo questa strada il paese si sviluppa a pianta raccolta nel sistema insediativo residenziale e linearmente nel sistema insediativo commerciale-produttivo, il centro del paese si estende infatti a ridosso della strada stessa, la S.P. 235 dando luogo da tempo a diversi problemi di congestione del traffico, oltre che di inquinamento acustico e ancor peggio a un cattivo stato di salubrità dell ambiente, dati soprattutto dalla dimensione delle carreggiate che è abbastanza ridotta e la disposizione risulta essere abbastanza frastagliata a causa del tipo di tessuto abitativo che in certi tratti è costituito da una tipologia edilizia tipicamente storica preesistente. A sud del territorio comunale, invece, transita una strada di tipo principale, la S.P. 668 Lenese, che lo mette in collegamento con il comune di Manerbio, a circa 15 chilometri di distanza, ove è possibile immettersi nell autostrada A21 Cremona-Brescia. 20

25 Longitudinalmente il comune di Pompiano è attraversato dalla strada locale denominata via Cristoforo Colombo che diventa dopo la frazione di Zurlengo via Silvio Pellico terminando nella S.S. 668 con il nome di via Orzinuovi modificato dopo l attraversamento della frazione Gerolanuova. Queste vie, oltre ad essere un collegamento importante tra i 2 assi viari precedentemente descritti rappresentano l unico attraversamento longitudinale del comune di Pompiano ed è proprio per questi motivi che sono di frequente sottoposte al passaggio di autocarri e mezzi pesanti deturpando la quiete dei nuclei delle frazioni che sono costretti ad oltrepassare. Nelle zone più marginali del paese, oltre il centro storico, dove il fenomeno dell urbanizzazione è più recente, la viabilità comunale risulta essere molto più ampia e scorrevole. In aggiunta al sistema viabilistico sopra descritto è in previsione la nuova bretella esterna della S.P. 235 che passerà a Nord del centro abitato; in tal modo si devierà tutto il traffico in passaggio per Pompiano. Ulteriore previsione è quella del nuovo tracciato della strada comunale delle Frazioni, che collega Zurlengo alla SP 668 evitando l attraversamento di Gerolanuova e l interferenza con il Cimitero esistente trasporto pubblico Il comune di Pompiano è inserito in una rete di trasporto pubblico caratterizzata dal solo trasporto su strada a causa dell assenza di un tracciato ferroviario che attraversa il territorio, ma la prossimità ad alcune stazioni ferroviarie (Borgo S. Giovanni, Ospitaletto, S.Zeno-Folzano e Bagnolo Mella) ne permette il collegamento in breve tempo con il solo mezzo privato. Il servizio pubblico è quindi definito dal solo trasporto su gomma garantito da due aziende diverse quali Brescia Trasporti e SIA SpA. Il territorio del comune in esame è servito da tre linee diverse così suddivise: L36bManerbio-Orzinuovi L41Brescia-Orzinuovi-Soncino 21

26 L56Chiari-Rovato-Iseo Q8 Milano-Crema-Orzinuovi R34Crema-Soncino-Verolanuova 22

27 2.3. ACQUA Corsi d acqua Il comune di Pompiano è dotato di studio del reticolo idrico minore approvato con delibera di CC.n. 4 del 17 febbraio 2009, pubblicato sul BURL n.15 del 15/04/2009. Per quanto riguarda le acque superficiali, il Comune di Pompiano è caratterizzato dalla presenza di rogge e cavi irrigui che lo attraversano con direzione di deflusso prevalentemente Nord- Sud. Si possono inoltre distinguere i corsi d acqua che hanno origine a monte del territorio comunale (da fontanili o per derivazione da corsi d acqua d ordine superiore) da quelli che si originano dalle risorgive presenti in Pompiano (Vaso C.na Prada, Vaso Fiumicello, ). I corsi d acqua principali che attraversano il territorio sono: Vaso Bianca Vaso Averolda Vaso Provaglia Roggia Torcola Roggia Cesaresca Roggia Martinenga Battista Comuna Vaso Fiumicello Vaso Fiume Vaso Patrina Vaso Fiume di Motella Vaso Conta Griffa (o ramo 3/5) Vaso Recuperone Vaso Palazzina Vaso Bianchina Vaso Trovato Vaso Fontanone Vaso C.na Prada Roggia Provaina Vaso Stornello Roggia Gambalone Roggia Conta Alta Sul territorio comunale operano due consorzi di bonifica, così come definiti dalla L.R. n. 7/2003: il Consorzio di Bonifica Sinistra Oglio (comprensorio n. 9, sup Ha) ed il Consorzio Mella e Fontanili (comprensorio n. 10, sup Ha, non ancora operativo). L uso delle acque a fini irrigui è gestito da diversi consorzi irrigui, alcuni dei quali irrigano direttamente il territorio comunale mentre altri operano sui territori a valle. Il Comune di Pompiano è interessato da un corso d acqua soggetto ad un regime di tutela paesaggistica: la roggia Strone. 23

28 Oltre alla fitta rete irrigua, uno degli elementi idrografici più significativi del comune di Pompiano sono i fontanili che originano anche alcuni dei corsi d acqua che attraversano il territorio comunale. Oltre alla loro valenza in termini di risorsa idriche, essi originano degli importanti biotopi con vegetazione e fauna tipiche. Nel comune di Pompiano i fontanili sono stati censiti complessivamente n. 6 fontanili significativi, localizzati lungo il confine nordoccidentale del comune che, come precedentemente evidenziato, originano alcuni dei corsi d acqua che attraversano l intero territorio comunale. Spostandosi in senso orario, lungo i confine comunale occidentale, si trovano: Il fontanile Bianca, che origina il vaso omonimo. L ampia testa di fontanile è situata appena al di fuori del territorio comunale, ad est della Cascina Faede in comune di Comezzano- Cizzago; I fontanili a nord di C.na Prada, che originano rispettivamente il Vaso Fontanone ed il Vaso C.na Prada. Per il Vaso Prada si hanno dai dati di portata riferiti al 1984 pari a 57 l/s medi, con valori compresi fra 24 e 78 l/s (Regione Lombardia); Il fontanile ubicato ad est di C.na Palazzina; I fontanili a nord di Zurlengo che originano il Vaso Fiumicello; Il fontanile Trovato (San Giuseppe), ubicato a Nord di C.na celeste. Origina il Vaso Omonimo; Il fontanile ad est di C.na Feniletto, che confluisce nella Roggia Torcola. Tra gli elementi idrografici presenti sul territorio comunale si segnala anche il bacino idrico legato all attività estrattiva i sabbia e ghiaie corrispondente all ATEg32, posto a sud dell abitato Ciclo delle acque Con la legge n. 36/1994, nota come Legge Galli, è stato avviato in Italia un profondo processo di modernizzazione e riorganizzazione del settore idrico, reso scarsamente efficiente dall estrema frammentazione degli operatori (oltre nel 1994). Questa frammentazione impediva l affermarsi di una gestione efficiente di tipo industriale e determinava una disomogeneità degli standard qualitativi del servizio. Per fare fronte a questa situazione, la legge assegna alle autorità regionali e locali la riorganizzazione dei servizi di acquedotto e smaltimento attraverso un integrazione territoriale. I principi della legge Galli: - integrazione territoriale e industriale, attraverso l introduzione degli Ambiti Territoriali Ottimali (A.T.O) - separazione tra le seguenti funzioni: programmazione, regolamentazione, organizzazione e controllo del servizio idrico, che devono essere svolte dalle autorità locali gestione del servizio, affidata ad un operatore unico indipendente proprietà delle infrastrutture. - copertura completa dei costi operativi e di investimento - obblighi di efficienza e produttività. I cosiddetti Ambiti Territoriali Ottimali sono stati introdotti, allo scopo di superare l eccessiva frammentarietà che caratterizzava il settore idrico nel nostro Paese L ATO della provincia di Brescia coincide con il territorio della Provincia di Brescia e ricomprende oltre alla Provincia di Brescia i 206 Comuni bresciani. Con atti successivi la Regione ha disciplinato i rapporti tra gli Enti locali ricompresi nell ATO 24

29 scegliendo la forma della convenzione di cooperazione e approvando un Regolamento per il funzionamento dell Autorità d Ambito Acque sotterranee lo stato di qualità delle acque superficiali e sotterranee, nonché il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale, e degli obiettivi per specifica destinazione delle risorse idriche e misure integrate dal punto di vista quantitativo e qualitativo per la loro attuazione, rivestono un ruolo importante per la sostenibilità dell ambiente e della qualità della vita umana Il D.Lgs.152/99 ha effettuato una prima designazione di zone vulnerabili all inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole, individuando come tali, per quanto riguarda il territorio lombardo, quelle di cui al regolamento attuativo della legge regionale 15 dicembre 1993, n.37. Ai fini di procedere, ai sensi dell articolo 19 del decreto stesso, alla revisione e al completamento della suddetta designazione, è stata individuato il livello di vulnerabilità delle diverse aree, considerando: i fattori ambientali che possono concorrere a determinare uno stato di contaminazione delle acque superficiali e sotterranee (caratteristiche idrogeologiche e capacità protettiva dei suoli); i carichi di origine antropica (provenienti dal comparto agro zootecnico e civile industriale); le caratteristiche qualitative delle acque superficiali e sotterranee e la loro evoluzione nel tempo. L andamento della falda freatica evidenzia un andamento circa Nord- Sud con una leggera componente orientale più marcata nella porzione meridionale del territorio comunale (interessata dalla cava e dai fontanili). Il gradiente idraulico medio è di circa il 3 0/00. La diminuzione di granulometria che si osserva da Nord a sud nel sottosuolo del territorio comunale, con conseguente diminuzione di permeabilità e di trasmissività dell acquifero, si rifletta sull andamento del gradiente idraulico con una diminuzione dello stesso da nord a sud. La soggiacenza della falda freatica è molto bassa, entro 1-3 metri dal piano campagna con fenomeni di emergenza (fontanili), e risente dei minimi dislivelli morfologici locali presenti nel territorio comunale. Si passa da valori di circa 1-1,5 metri nelle aree più depresse, a 2-3 metri nelle aree più stabili e rilevate. Le oscillazioni stagionali della prima falda si attestano mediamente su valori di 2-3 metri nell area nord del territorio per limitarsi a circa 1-2 m nella porzione meridionale, grazie all azione di sfioro esercitata dai numerosi fontanili presenti nel territorio comunale, ed in 25

30 quelli limitrofi, ed al bacino di cava. Risultano attivi più di 80 derivazioni di acque sotterranee. Prevalentemente si tratta di pozzi ad uso irriguo o zootecnico, anche se significativa è la presenza dei pozzi ad uso domestico di piccolo diametro, ubicati presso le numerosi cascine isolate e non raggiunte dal pubblico acquedotto. Attualmente l acquedotto comunale è alimentato dal pozzo comunale denominato Noce, realizzato nel 1989 e profondo 108 m. La zona di rispetto risulta pari a 200 m dall opera di captazione (criterio geometrico D.g.r. 6/15137 del ). Il territorio comunale è caratterizzato da una bassa soggiacenza della falda, con valori inferiori ai 5 m dal piano campagna e zone (più depresse) con valori prossimi al metro. Il comune di Pompiano rientra tra le zone vulnerabili da nitrati di provenienza agrozootecnica (contrassegnate in rosso in cartografia). In tali zone le sole misure limitate al settore agricolo risultano di scarsa incisività e pertanto devono essere definite misure atte al controllo delle perdite nell ambiente dei nitrati prodotti dal comparto civile. Occorre pertanto limitare le dispersioni del sistema fognario ed eliminare gli scarichi di acque reflue non trattate in corpo idrico superficiale. Inoltre deve essere operata una riduzione degli scarichi provenienti da insediamenti civili sul suolo e negli strati superficiali del sottosuolo. 26

31 Carta idrogeologica. Relativamente all analisi chimiche relative al pozzo comunale, per il periodo (fonte Cogeme), nonché da quanto esaminato dall'asl di Brescia, nei rapporti di prova aggiornati al 2011, contenenti anche analisi microbiologica, tutti i dati a disposizione evidenziano una situazione di conformità dal punto di vista dei parametri chimico fisici analizzati, ai limiti imposti dal D. Lgs. 31/01 per le acque destinate al consumo umano. Entrando nell analisi dei singoli parametri il primo dato significativo è fornito dalla sostanziale stabilità del parametro Nitrati che ha partire dal 1995 fino al 2006 si attesta su valori inferiori ai 20 mg/l, a fronte di un valore limite previsto dal D.Lgs. 31/01 di 50 mg/l. 27

32 gen-90 gen-91 gen-92 gen-93 gen-94 gen-95 gen-96 gen-97 gen-98 gen-99 gen-00 gen-01 gen-02 gen-03 gen-04 gen-05 gen-06 mg/l Variante PGT Si sottolinea come la presenza di Nitrati in falda, associata anche ad elevate concentrazioni di Solfati, sia indicatrice della presenza di contaminazioni d origine antropica legate a fenomeni d infiltrazione di tali sostanze nel sottosuolo che interessano gli acquiferi più superficiali. Tra le possibili fonti inquinanti si segnalano: l uso di fertilizzanti in agricoltura, dilavamento da superfici agricole trattate con fertilizzanti azotati o soggette a spargimento di liquami; scarichi industriali e reflui domestici (intesi sia come scarichi diretti o provenienti da impianti di depurazione malfunzionanti, sia come contributo derivato dalle perdite delle reti fognarie in continuo degrado). 60 Andamento Nitrati pozzo NOCE andamento della concentrazione dei Nitrati pozzo Noce Nitrati NO3 mg/l Valore limite D.Lgs 31/01 Ambiente di riferimento per il comune di Pompiano: AREA di appartenenza Zona vulnerabile da nitrati (PTUA) Zona di attenzione per i nitrati (PTUA) Area Ovest SI NO (Fonte: Piano d Ambito ATO Provincia di Brescia) Acquedotto e fognatura Per quanto riguarda la rete di distribuzione dell acquedotto (così come riportato in tavola PS C5a Rete Acquedotto del Piano dei Servizi) è possibile dichiarare che essa copre tutto il territorio urbanizzato consolidato del Comune di Pompiano, nel capoluogo e in entrambe le frazioni. Da un punto di vista di un bilancio idrico del sistema acquedottistico, il volume prelevato dagli impianti di captazione può essere suddivisa in volume contabilizzato e in volume non contabilizzato. Il volume contabilizzato è l entità misurata dai contatori installati all utenza, mentre il non contabilizzato deriva dai consumi di utenze non fatturate, dai lavaggi delle condotte, dai controlavaggi dei filtri dell impianto di potabilizzazione, dallo sfioro di troppo pieno dei serbatoi. Di seguito vengono riportati alcuni dati relativi ai 28

33 consumi derivanti dall acquedotto del comune di Pompiano, il cui volume fatturato è pari a mc all anno. Denominazione acquedotto Consumi volume addotto (mc/anno) Consumi volume contabilizzato (mc/anno) Consumi volume non contabilizzato (mc/anno) % utenze consumatori Pompiano In materia di efficienza, efficacia ed economicità dei servizi idrici e di tutela degli interessi degli utenti, risulta fondamentale dedicare specifica attenzione alla problematica della rilevazione, individuazione e riduzione delle perdite negli impianti e nelle reti di acquedotto. Lo scostamento medio nazionali tra volumi adotti e fatturati è pari al 40%. In base alle rilevazioni effettuate sulla valutazione delle perdite del sistema acquedottistico di Pompiano risulta poco efficiente in quanto si rileva un indice delle perdite totali in distribuzione pari al 41%, e dell'acqua non servita all'utenza un indice del 59%. Si necessitano pertanto interventi di ricostruzione e manutenzione per ridurre le perdite. (Fonte: dati SIRIO - Piano d ambito della provincia di Brescia) Per quanto riguarda la rete fognaria, il Comune di Pompiano (sia il capoluogo che le frazioni) sono serviti da una rete prevalentemente di tipo unitario, che raccoglie gli scarichi di acque reflue domestiche e assimilate degli abitanti residenti, di acque meteoriche di dilavamento e di acque reflue industriali (si veda la tavola PS C5b Rete Fognaria che costituisce documento conoscitivo del Piano dei Servizi). Il servizio fognatura sul territorio ha una copertura del 93%. Il comune è sprovvisto di depuratore e ha ottenuto l autorizzazione dalla Provincia di Brescia Area Ambiente Servizio Acque in data luglio 2007 (ATTO DIRIGENZIALE 1981), allo scarico delle acque reflue urbane in corpo idrico superficiale. Più precisamente i recapiti finali sono in Vaso Fiume, in Roggia Bianca e nel Vaso Fiume di Cossirano. Negli interventi di tutela e delle infrastrutture idriche prevista dal PTUA per il Comune di Pompiano risulta il collettamento della rete fognaria all impianto di trattamento delle acque reflue urbane intercomunali di prossima realizzazione nel Comune di Barbariga. La ristrutturazione e la manutenzione delle reti fognarie risulta essenziale perla riduzione di perdite verso le acque sotterranee. L atto autorizzativo sopra richiamato ha validità 4 anni, nel frattempo è prevista l osservanza di alcune disposizioni e prescrizioni, tra le quali il sottoporre a trattamento mediante passaggio in fossa biologica o fossa Imhoff gli scarichi privati di acque reflue domestiche prima del recapito in pubblica fognatura. 29

34 2.4. RIFIUTI La gestione dei rifiuti di Pompiano è affidata in gestione alla società Cogeme Spa. Sul territorio sono attive le seguenti modalità di raccolta: - Raccolta dei rifiuti solidi urbani porta a porta; - Raccolta differenziata porta a porta, per i seguenti rifiuti: imballaggi in plastica (da inserire negli appositi sacchi verdi); carta e cartone (da inserire, pressati e legati, in scatole o sacchetti di carta); vetro e lattine (da inserire in un contenitore plastico che sarà svuotato e lasciato per il riutilizzo). Per l'anno corrente 2010, su un numero di abitanti pari a 3.920, la raccolta differenziata registrata nel comune è pari al 41,18%, con un valore di 198 Kg per abitante. Si riportano inoltre i seguenti dati statistici: RIFIUTI KG RD raccolta differenziata RSI rifiuti solidi ingombranti RSU rifiuti solidi urbani Spazzamento TOTALE Al 31/05/2011 i dati registrati presentano la percentuale di rifiuti differenziati leggermente in calo verso un 38,32 %. Prospetto analitico raccolta differenziata: TIPOLOGIA Totale per rifiuto % RD per rifiuto Toner 140 0,01 Carta imballaggi ,11 Plastica imballaggi ,03 Rottami metallici imballi 530 0,03 Vetro imballaggi ,77 Pneumatici ,49 Filtri olio/gasolio 50 0,00 Carta ,10 Abiti 580 0,03 Neon e tubi catodici 140 0,01 Frigoriferi RAEE ,30 Olio alimentare ,06 Olio da autotrazione 850 0,05 Vernici ,10 Medicinali 311 0,02 Batterie auto ,06 Tv, monitor. video e altre apparecchiature ,41 Apparecchiature elettriche ,42 Apparecchiature elettroniche ,13 Legno ,29 Polistirolo ,07 Rottami pesanti metallici ,78 Vegetale ,66 30

35 anno Pro capite (kg/ab giorno) RD con ing. A rec % Servizi RD (n) Rec. Compl. Mat.+en. (%) Avvio a Rec. Di mat. (%) Recupero di energia (%) Smaltimento in discarica (%) Smalt. In discarica extra provinciale (%) Pc Raee ob 08 (kg/ab*anno) Costi ( /ab) Variante PGT (Fonte: amministrazione comunale 2011) Di seguito vengono riportati i dati estrapolati dalla fonte Arpa Lombardia del catasto e osservatorio rifiuti dell anno 2007 e ,371 41,5% 17 78,7 37,8% 40,9% - - 3, ,265 41,8% 16 74,8% 38,5% 36,4% 0,7% - + 5,42 70 Come risulta dalla tabella sovrastante si nota che la produzione di rifiuti pro capite dal 2007 ad oggi è diminuita, mentre la raccolta differenziata è aumentata. PRODUZIONE PRO-CAPITE - Anno

36 PRODUZIONE PRO-CAPITE - Anno 2009 RACCOLTA DIFFERENZIATA - Anno

37 RACCOLTA DIFFERENZIATA - Anno 2009 Nonostante sia attiva la raccolta differenziata, ad oggi il numero degli imballaggi in plastica, carta e cartone, vetro e lattine, vengono conferiti presso l isola ecologica risulta elevato Isola ecologica Nel comune di Pompiano sono presenti due isole ecologiche : una situata in via Meano e una in via Trieste. Qui è possibile conferire tutti quei rifiuti che non rientrano nella raccolta differenziata o in quella dei rifiuti solidi urbani. Presso l isola ecologica comunale è possibile portare materiali quali scarti vegetali, abiti usati e scarpe, scarti di legno (mobili, porte, finestre,..), rottami di ferro, batterie, pile, farmaci scaduti, frigoriferi, televisori, computer, olio vegetale (cucina), olio minerale (auto, lampade al neon, imballaggi in polistirolo. A tale area possono avere accesso i cittadini residenti e le ditte presenti nel territorio comunale, mediante l utilizzo di una tessera identificativa. via Meano via Trieste 33

38 2.5. ARIA E FATTORI CLIMATICI La presenza di una rete stradale importante di collegamento tra i principali nodi del territorio, ad elevati volumi di traffico per il trasporto di persone e di merci, costituisce la principale fonte di inquinanti atmosferici per il comune di Pompiano in particolare per quel che riguarda la strada provinciale sp235. La qualità dell aria nella Regione Lombardia è costantemente monitorata da una rete fissa, rispondente ai criteri del DM 60/02 e del D.Lgs. 183/04. Il monitoraggio così realizzato, integrato con l inventario delle emissioni (INEMAR), gli strumenti modellistici, i laboratori mobili e altri campionatori per campagne specifiche, fornisce la base di dati per effettuare la valutazione della qualità dell aria, così come previsto dalla normativa vigente. Come previsto dalle direttive europee recepite dalla norma nazionale, l informazione è infine completata con la trasmissione annuale (mensile per l ozono) dei dati rilevati al Ministero dell Ambiente per il successivo invio alla Commissione Europea. L attività di livello regionale è in parte svolta in modo analogo da ogni Dipartimento Provinciale di ARPA Lombardia. In particolare al Dipartimento di Brescia compete il controllo e la gestione diretta di quattordici stazioni di monitoraggio fisse, che rilevano in continuo le concentrazioni dei principali inquinanti, e di un mezzo mobile, utilizzato per campagne limitate nel tempo in aree con problemi specifici. Sulla base dei dati acquisiti dalle stazioni di propria pertinenza, si basa l emissione del Bollettino Giornaliero della Qualità dell Aria nonché la sua trasmissione ad Enti Locali e mass media. Il comune di Pompiano non rientra tra i comuni indicati a livello regionale tra quelli a rischio di superamento dei limiti di criticità per la qualità dell aria. Difatti la qualità misurata dai vicini centri di monitoraggio ne indicano un IQA tra eccellente e accettabile (0-25; 25-50); su tutto il territorio del comune la qualità dell'aria è soddisfacente con poco o nessun rischio per la popolazione. L IQA, indice di qualità dell aria, è suggerito dalla Commissione nazionale per l Emergenza Inquinamento Atmosferico (CNEIA); esso trasmette lo stato della qualità dell aria sulla base degli elementi inquinanti ivi presenti e degli effetti che questi potrebbero determinare sulla salute. L indice considera cinque inquinanti: ozono, polveri sottili, monossido di carbonio, biossido di zolfo e biossido di azoto. Per ognuno di questi inquinanti l EPA o l'oms hanno stabilito degli standard per proteggere la salute umana. L ozono e il particolato atmosferico sono gli inquinanti che nel nostro Paese, possono più frequentemente determinare problemi per la salute. Non sono presenti aziende a rischio di incidente rilevante e insalubri, risultano invece quattro aziende sottoposta ad Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA): l'az. Agricola Giudici dott. Piero, l'az. Agricola Tomasini dott. Gian Antonio, l'az. Agricola Bradanini Angelo e l'az. Agricola Roncali Alberto, tutte suinicole. I dati sull inquinamento atmosferico per tipo d inquinante sono ricavabili dal database dell INEMAR (INventario EMissioni ARia), progettato per realizzare l'inventario delle emissioni in atmosfera, ovvero stimare le emissioni a livello comunale dei diversi inquinanti, per ogni attività della classificazione Corinair e tipo di combustibile. Gli inquinanti atmosferici considerati dall inventario sono suddivisi in due gruppi: gli inquinanti primari e quelli secondari. I primi vengono emessi nell atmosfera direttamente da sorgenti di emissione antropogeniche o naturali, mentre gli altri si formano in atmosfera in seguito a reazioni chimiche che coinvolgono altre specie, primarie o secondarie. I principali inquinanti della provincia di Brescia sono i seguenti: 34

39 COV (Composti Organici Volatili) CH4 (Metano) CO (Monossido di carbonio CO2 (Biossido di Carbonio) N2O (Protossido d azoto) NH3 (Ammoniaca) PM2,5, PM10 e PTS NOx e NO 2 (Ossidi e Biossidi di azoto SO2 (Biossido di zolfo) CO2 eq Precursori O3 Tot. Acidificanti Dai dati e dal grafico sottostante possiamo individuare quali macrosettori contribuiscano in maniera sostanziale alle emissioni in atmosfera di un dato inquinante: ad esempio vediamo che il metano (CH4) viene diffuso prevalentemente dal macrosettore dell agricoltura e dall estrazione e distribuzione di combustibile. Responsabile della presenza di una percentuale di ammoniaca (NH3) all interno dell atmosfera è il macrosettore dell agricoltura, mentre per il monossido di carbonio (CO) invece ritroviamo come causa principale la combustione non industriale il trasporto su strada. I composti organici volatili (COV) sono inseriti all interno dell atmosfera principalmente dall utilizzo d solventi, e dai processi prodittivi; mentre per quanto riguarda i precursori dell ozono li ritroviamo fondamentalmente in tutti i macrosettori con una percentuale maggiore di emissioni per il trasporto su strada,l uso di solventi, processi produttivi, ed altre sorgenti mobili e macchinari. Combustione nell'industria Trattamento e smaltimento rifiuti Agricoltura Altre sorgenti e assorbimenti Uso di solventi Altre sorgenti mobili e macchinari Estrazione e distribuzione combustibili Combustione non industriale Trasporto su strada Processi produttivi 0% 20% 40% 60% 80% 100% CO2 PM10 CO2_eq PREC_OZ N2O CH4 CO PM2.5 COV PTS SO2 NOx NH3 SOST_AC 35

40 (Fonte: INEMAR Pompiano dato 2008) Analizzando i singoli macrosettori possiamo identificare quale settore nel dettaglio contribuisce maggiormente all emissione dell inquinante all interno dell atmosfera. In relazione all agricoltura troviamo maggiormente inquinante il settore della fermentazione enterica, della coltivazione con fertilizzanti e della gestione dei reflui riferita ai composti azotati per quanto riguarda il metano e il settore gestione dei reflui riferita ai composti azotati per l emissione di ammoniaca. AGRICOLTURA Emissioni di particolato dagli allevamenti Gestione reflui riferita ai composti organici Fermentazione enterica Coltivazioni senza fertilizzanti Coltivazioni con fertilizzanti Gestione reflui riferita ai composti azotati Analizzando i dati di emissione per il macrosettore del trasporto su strada è possibile notare come il settore che produce maggior emissione di monossido di carbonio (CO) sia quello delle automobili. Per quanto concerne invece le emissioni riguardanti i precursori dell ozono e gli ossidi di azoto, i maggiori responsabili sono i veicoli pesanti oltre alle automobili. 36

41 25 TRASPORTO SU STRADA Veicoli pesanti > 3.5 t e autobus Veicoli leggeri < 3.5 t Ciclomotori (< 50 cm3) Motocicli (> 50 cm3) Automobili Veicoli a benzina - Emissioni evaporative (Fonte: INEMAR Pompiano dato 2008) 37

42 Caratteristiche climatiche I problemi dell inquinamento atmosferico nelle regioni del bacino padano, sono collegati anche a fattori meteo-climatici e geomorfologici sui quali è impossibile intervenire; ecco perché è importante fare alcune considerazione anche in merito alle caratteristiche climatiche tipiche del territorio. Le variabili meteorologiche sono di fondamentale importanza rispetto ai livelli di inquinamento presenti. Regolano infatti la velocità con cui gli inquinanti vengono trasportati e si disperdono in aria (es. velocità del vento, flussi turbolenti di origine termica o meccanica) o portati al suolo (rimozione da parte della pioggia). Definiscono il volume in cui gli inquinanti si disperdono: l'altezza di rimescolamento, connessa alla quota della prima inversione termica, può essere identificata come la quota massima fino alla quale gli inquinanti si diluiscono. Determinano la velocità (o addirittura la presenza) di alcune reazioni chimiche che determinano la formazione in atmosfera degli inquinanti secondari, quali ad esempio l'ozono (es. radiazione solare). Le principali caratteristiche fisiche riguardano, la spiccata continentalità della provincia divisa tra bassa media alta pianura quasi totalmente pianeggiante, ad eccezione della parte nord ove si sviluppano ambiti collinari e prealpini. Il comune di Pompiano è sito nella parte meridionale ella provincia, dove il debole regime del vento contribuisci a mantenere condizioni di stabilità atmosferica. L analisi dei dati di temperatura e piovosità riferiti all intera provincia evidenzia un elemento di variabilità legato alla topografia, con un gradiente termico decrescente in direzione nord. Il clima nel territorio di pianura è caratterizzato da inverni freddi, con temperatura media 3,5 C, ed estati calde e afose con temperatura media 22,5 C. Il mese più freddo è gennaio con temperatura media 2,4 C, quello più caldo luglio con temperatura media 23,4 C. Riguardo alle precipitazioni medie annue - pioggia e neve fusa - si può osservare dall analisi dei dati una maggiore piovosità nella parte centro-settentrionale della provincia, con un incremento che va dagli 800 mm nella parte meridionale, confinante con la provincia di Mantova, ai 1600 mm in quella centrale. In seguito vengono analizzati dati rilevati sulle condizioni climatiche rilevate allo storico nella stazione di rilevamento di Ghedi, Brescia, che per conformità del territorio oltre che per la vicinanza, possono dare una buona indicazione anche per il comune oggetto di studio. In base alla media trentennale di riferimento ( ) per l'organizzazione Mondiale della meteorologia, la temperatura media del mese più freddo, gennaio, si attesta attorno a +0,5 C; quella del mese più caldo, luglio, è di circa +23,5 C. Nel medesimo trentennio, la temperatura minima assoluta ha toccato i -19,4 C nel gennaio 1985 (media delle minime assolute annue di -10,7 C), mentre la massima assoluta ha fatto registrare i +39,0 C nel luglio 1983 (media delle massime assolute annue di +33,4 C). La nuvolosità media annua si attesta a 4,2 okta giornalieri, con minimi di 3 okta giornalieri a luglio e ad agosto e massimo di 5,5 okta giornalieri a gennaio. Le precipitazioni medie annue sono di circa 850 mm e presentano un picco primaverile ed autunnale e minimo relativo invernale. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 77,6% con minimo di 71% a giugno e massimi di 86% a dicembre e a gennaio. Il vento presenta una velocità media annua di 3,3 m/s, con minimo di 3,1 m/s a settembre e massimo di 3,7 m/s a marzo; le direzioni prevalenti sono di levante tra febbraio e novembre e di ponente a dicembre e a gennaio. 38

43 (Fonte: stazione metereologica di Ghedi, Brescia- In base alle medie climatiche del periodo , la temperatura media del mese più freddo, gennaio, è di +1,7 C, mentre quella del mese più caldo, luglio, è di +23,5 C; mediamente si contano 75 giorni di gelo all'anno e 29 giorni con temperatura massima uguale o superiore ai +30 C. I valori estremi di temperatura registrati nel medesimo trentennio sono i -19,4 C del gennaio 1985 e i +39,0 C del luglio Le precipitazioni medie annue si attestano a 888 mm, mediamente distribuite in 84 giorni di pioggia, con minimo relativo in inverno, picco massimo in autunno e massimo secondario in estate per gli accumuli. L'umidità relativa media annua fa registrare il valore di 75,1 % con minimi di 69 % a giugno e a luglio e massimo di 85 % a dicembre; mediamente si contano 88 giorni di nebbia all'anno. Di seguito è riportata la tabella con le medie climatiche e i valori massimi e minimi assoluti registrati nel trantennio e pubblicati nell'atlante Climatico d'italia del Servizio Meteorologico dell'aeronautica Militare relativo al medesimo trentennio. 39

44 Nella tabella sottostante sono riportate le temperature massime e minime assolute mensili, stagionali ed annuali dal 1951 ad oggi, con il relativo anno in cui si queste si sono registrate. La massima assoluta del periodo esaminato di +39,0 C risale al luglio 1983 (superato il precedente record di +37,2 C del luglio 1957), mentre la minima assoluta di -19,4 C è del gennaio (Fonte: stazione metereologica di Ghedi, Brescia- Altri dati di maggiore precisione sono stati recuperati tramite le registrazioni delle stazioni meteorologiche del centro agrometereologico provinciale di Brescia, localizzate in particolare nelle località di Orzinuovi confinante con il comune di Pompiano. Nel corso dell anno 2009 si evidenzia un clima piuttosto umido: nel complesso con una media che si aggira tra il 76 e i 78 %. In dettaglio: Stazione: Orzinuovi TEMPERATURA ARIA (ANNUALE) - Periodo di calcolo dal: 01/01/2009 al: 31/12/2009 Anno Media Medie ( C) Media Minime ( C) Media Massime ( C) Minima Minime ( C) ,4 13,8 14,9-9,1 38,2 Massima Massime( C) Stazione: Orzinuovi UMIDITA' ARIA (ANNUALE) - Periodo di calcolo dal: 01/01/2009 al: 31/12/2009 Anno Media Medie(%UR) Media Minime(%UR) Media Massime(%UR) Stazione: Orzinuovi PRECIPITAZIONE (ANNUALE) - Periodo di calcolo dal: 01/01/2009 al: 31/12/2009 Anno Precipitazione Totale (mm.) Precipitazione Media Oraria (mm.) Precipitazione Massima Oraria (mm.) 40

45 ,0 0,115 43,6 Stazione: Orzinuovi TEMPERATURA SUOLO (ANNUALE) - Periodo di calcolo dal: 01/01/2009 al: 31/12/2009 Anno Media Medie ( C) Minima Medie ( C) Massima Medie ( C) ,6 1,1 30,1 Stazione: Orzinuovi BAGNATURA FOGLIARE (ANNUALE) - Periodo di calcolo dal: 01/01/2009 al: 31/12/2009 Anno Bagnatura Totale (ore) Bagnatura Media (ore) ,6 (Fonte: Provincia di Brescia - Settore Agricoltura Ufficio Interventi in Campo Agronomico ed Agriturismo, 2010) Temperatura media, precipitazioni e umidità del comune di Pompiano: Mese Temperatura media mensile Umidità Massima Minima Gennaio 3,8-1,3 94,5% Febbraio 7,7 0,6 91,9% Marzo 12,5 3,5 84,1% Aprile 18,8 7,1 76,8% Maggio 22,3 11,5 71,2% Giugno 27,3 17,8 65,3% Luglio 31, ,1% Agosto 28,2 17,8 73,8% Settembre 24,1 13,9 78,9% Ottobre 16,5 7,9 87,3% Novembre 11,2 6,2 94,4% Dicembre 4,1-1,6 89,3% (Fonte: Dati registrati dalla stazione meteo di Brescia Ghedi ilmeteo.it) I dati testimoniano come il mese più caldo è luglio con una temperatura massima di 31,4 mentre punte più fredde le ritroviamo a dicembre, dove nel 2010 si sono toccati i -1,6. Le escursioni termiche maggiori 41

46 (11 ) si registrano nei mesi tardi primaverili ed estivi (aprile,maggio, giugno, luglio, agosto, settembre), mentre nei mesi freddi le temperature estreme differiscono di circa 5. 42

47 2.6. SUOLO E SOTTOSUOLO (estratto dallo Studio della Componente Geologica, Idrogeologica e sismica ) Assetto geologico Il comune di Pompiano è dotato di studio della Componente geologica, idrogeologica e sismica redatto ai sensi D.G.R. n. 8/1566 del 22/12/2005 e D.G.R. n. 8/7374 del 28/05/2008. Brevemente, di seguito, vengono indicate le caratteristiche principali. Per quanto riguarda l inquadramento pedo-paesaggistico, la maggior parte del territorio comunale appartiene al Sistema denominato L : Piana fluvioglaciale e fluviale costituente il livello fondamentale della pianura (L.F.d.P.), formatasi per colmamento alluvionale durante l'ultima glaciazione ("würmiana"). Carta dei pedopaesaggi Per quanto riguarda le proprietà applicative del suolo, brevemente vengono descritte di seguito: -capacità d uso dei suoli: Pompiano è caratterizzato da suoli di II e III classe, quindi, seppur in misura diversa, adatti ad un utilizzo agricolo. Le principali limitazioni sono ascrivibili alla bassa soggiacenza della falda che, qualora interessi l orizzonte pedogenetico, può influenzare negativamente il normale sviluppo vegetativo delle colture. -Attitudine allo spandimento agronomico dei liquami zootecnici: Il territorio comunale di Pompiano è caratterizzato per la maggior parte da suoli moderatamente adatti allo spandimento agronomico dei reflui zootecnici. I suoli di classe S1 suoli adattti sono concentrati lungo due fasce di territorio poste a sud della C.na Prada e ad est della C.na Feniletto. -Capacità protettiva nei confronti delle acque sotterranee: Il territorio comunale è caratterizzato da suoli con un grado di protezione da moderato a basso. In particolare la porzione settentrionale del comune è caratterizzata da suoli che offrono un grado di protezione moderato, così come i suoli presenti tra la cava di 43

48 Pompiano e l abitato di Gerolanuova. La restante parte del territorio comunale è interessata da suoli a basso grado di protezione nei confronti dell infiltrazione di sostanze inquinanti nel sottosuolo. -Capacità protettiva nei confronti delle acque superficiali: il territorio comunale è caratterizzata dalla presenza di suoli in grado di fornire un grado di protezione moderato nei confronti dei fenomeni di scorrimento di inquinanti verso i corpi idrici superficiali. I suoli in grado di fornire un elevato grado di protezione sono concentrati nella porzione meridionale del territorio comunale, prevalentemente lungo un fascia che si estende longitudinalmente dal centro abitato fino alla C.na Fenilnuovo. Per quanto riguarda la geomorfologia dell area, il territorio comunale in esame si presenta pianeggiante, con una leggera pendenza (2,5 per mille) verso i quadranti sudorientali. Altimetricamente si passa dalla quota di circa 98 m s.l.m. a nord (a monte di C.na Averolda) ai 78 m s.l.m. nei pressi di C.na Celeste. Tra gli elementi geomorfologici più significativi è sicuramente da segnalare il terrazzo presente nella porzione meridionale del territorio comunale, che dall abitato di Gerolanuova risale fino a Zurlengo per poi sfumare (attraverso l annullamento dei dislivelli) arrivando all abitato di Pompiano, Il terrazzo, con un dislivello massimo di m è ben visibile in prossimita dell abitato di Gerolanuova. (per tutti gli altri approfondimenti si rimanda alla relazione dello studio geologico) Per quanto riguarda le classi di fattibilità geologica, nel territorio comunale sono state individuate le seguenti classi: - Aree ad elevata vulnerabilità dell acquifero sfruttato ad uso idropotabile e/o del primo acquifero (classe 3) - Aree a bassa soggiacenza della falda o con presenza di falde sospese.(classe 3) - Aree con emergenze idriche diffuse (fontanili, sorgenti, aree con emergenza della falda) (4) La maggior parte del territorio rientra il classe 3 Aree a bassa e/o elevata vulnerabilità della falda, dove è comunque consentita l edificazione. Le aree che corrispondono alla classe 4, coincidono con l alveo dei corsi d acqua, le teste dei fontanili e il lago di cava. 44

49 45

50 46

51 Sismicità (estratto dallo Studio della Componente Geologica, Idrogeologica e sismica ) Il Comune di Pompiano è inserito, ai sensi dell O.P.C.M. 3274/03 e della d.g.r /03, in zona sismica 2; zona con pericolosità sismica media, dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti. L O.P.C.M., che suddivide il territorio italiano in 4 zone sismiche, identificate attraverso una numerazione crescente al diminuire del sisma atteso: zona 1 (alta): PGA < 0,25g zona 2 (media): 0,15 PGA < 0,25g zona 3 (bassa): 0,05 PGA < 0,15g zona 4 (molto bassa): PGA < 0,05g (dove PGA indica il picco di accelerazione gravitazionale) In fase pianificatoria è risultato necessario procedere all analisi di primo livello e di secondo livello per le zone Z3 e Z4. Analisi di primo livello Per il comune di Pompiano, le caratteristiche geologiche, morfologiche ed idrogeologiche hanno portato all individuazione delle zone Z3a Zona di ciglio H > 10 m (scarpata con parete subverticale, bordo di cava, nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica) l area della cava, e Z4a Zona di 47

52 fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvio-glaciali granulari e/o coesivi tutto il territorio comunale. Analisi di secondo livello Il secondo livello si applica a tutti gli scenari qualitativi suscettibili di amplificazioni sismiche (morfologiche Z3 e litologiche Z4) e riguarda le costruzioni il cui uso prevede normali affollamenti, senza contenuti pericolosi per l ambiente e senza funzioni pubbliche e sociali essenziali, industrie con attività non pericolose, reti viarie e ferroviarie la cui interruzione non provoca situazioni di emergenza. Obiettivo di tale approfondimento è l individuazione delle aree in cui la normativa nazionale risulta sufficiente o insufficiente a tenere in considerazione gli effetti sismici (utilizzazione o meno dei parametri dello spettro elastico previsti dalla normativa nazionale per la zona sismica di appartenenza). La procedura consente la stima quantitativa della risposta sismica dei terreni espressa come Fattore di amplificazione (Fa). Il valore di Fa si riferisce agli intervalli di periodo s e s. Tali periodi sono stati scelti sulla base delle tipologie di edifici maggiormente presenti sul territorio regionale ed in particolare: l intervallo s si riferisce a strutture basse, regolari e piuttosto rigide; l intervallo tra s si riferisce a strutture più alte e flessibili. Di seguito si riportano i valori di Fa forniti dalla Regione Lombardia per il territorio comunale in esame: Valori di soglia del fattorie di amplificazione Fa per l intervallo di periodo 0,1 0,5 s Comune Categoria di suolo tipo B Categoria di suolo tipo C Categoria di suolo tipo D Categoria di suolo tipo E Pompiano 1,5 1,9 2,3 2,0 Valori di soglia del fattorie di amplificazione Fa per l intervallo di periodo 0,5 1,5 s Comune Categoria di suolo tipo B Categoria di suolo tipo C Categoria di suolo tipo D Categoria di suolo tipo E Pompiano 1,7 2,4 4,3 3,1 Amplificazioni litologiche: Zone Z4a, zona di fondovalle con presenza di depositi alluvionali e/o fluvioglaciali granulari e coesivi. Sulla base dell analisi delle informazioni di natura stratigrafica, litologica e geotecnica il sottosuolo del territorio comunale risulta costituito nei primi 30 metri da ghiaie e sabbie alternate a litozone argillose che diventano via via più potenti spostandosi da nord a sud. Per quanto riguarda la scelta dei dati stratigrafici, geotecnici e geofisici, in termini di valori di Vs, da utilizzare nella procedura di 2 livello si è fatto riferimento alla tabella sotto riportata, estratta dall allegato 5 della DGR n. 8/1566 del 22/12/2005 e DGR n. 8/7374 del 28/05/2008: Livelli di attendibilità: 48

53 Zone Z3a, zona di ciglio H>10 (scarpata con parete subverticale, bordo di cava, nicchia di distacco, orlo di terrazzo fluviale o di natura antropica. Nel caso del territorio comunale di Pompiano è stato cartografato in tale classe l ambito estrattivo ATE32. Nelle integrazioni del Febbraio 2006 alla D.G.R del 22/12/05, sono contenute le indicazioni per l analisi di 2 livello sui siti classificati come Z3a. Nella tabella seguente sono riportati i valori di amplificazione Fa e la relativa area d influenza Ai per ciascuna classe altimetrica e classe d inclinazione. La cava di Pompiano è caratterizzata da un dislivello massimo di 20 metri, con piano circostante subpianeggiante. Sulla base delle indicazioni fornite dalla Tabella 20 si considera un fattore di amplificazione pari a 1.1 con un area d influenza di 20 m dal ciglio cava. Tali aree ricadono in classe di pericolosità sismica H2. Per tale caso si considera il suolo appartenente alla categoria: C. in questo caso viene confermata la relazione: Fa (Fattore di amplificazione) < Valore soglia comunale Non esiste inoltre memoria storica (ultimi 1000 anni) di eventi sismici all'interno del territorio comunale. Nel raggio di 30 km dal comune di Pompiano si sono registrati 14 terremoti dal 217 a.c. al 2002: 49

54 Anno Epicentro Magnetudo Distanza 1919 Lumezzane 4,78 29,91 km 1894 Cellatica 4,95 19,89 km 1885 Grontardo 5,22 29,25 km 1884 Pontoglio 4,83 18,19 km 1839 Flero 4,83 13,92 km 1802 Soncino 5,67 12,54 km 1799 Ghedi 5,06 21,15 km 1781 Caravaggio 5,03 28,86 km 1771 Predore 4,83 24,69 km 1540 Brescia 4,83 19,09 km 1521 Brescia 4,83 20,13 km 1471 Brescia 4,63 19,55 km 1197 Brescia 5,03 20,32 km 1065 Brescia 5,17 20,32 km Amianto e sostanze pericolose Non sono segnalate informazioni disponibili inerenti la presenza di amianto nel territorio comunale, in quanto lo stesso non è inserito nel elenco dei comuni mappati dal PRAL (Piano Regionale Amianto Lombardia) Per quanto concerne la presenza di radon il comune di Pompiano è stato inserito nel piano regionale di mappatura del radon indoor svoltosi nel La Regione Lombardia ha predisposto un piano di monitoraggio per l individuazione delle cosiddette Radon Prone Areas (aree ad elevata probabilità di alte concentrazioni di radon), come previsto dal D.Lgs. 241/00. Dalle elaborazioni registrate risulta che in Lombardia, sono presenti in totale 119 Comuni nei quali il 10% delle unità immobiliari site al piano terra può superare la soglia di 400 Bq/m3 (corrispondenti al 8% dei Comuni totali), e 616 Comuni nei quali il 10% delle unità immobiliari site al piano terra supererebbe la soglia di 200 Bq/m3 (corrispondenti al 40% dei Comuni totali). Il comune di Pompiano risulta nella categoria di comuni con probabilità di media concentrazioni di radon indoor. Il Piano Regionale Amianto Lombardia (PRAL), elaborato a seguito dell art.3, è stato approvato con d.g.r. VIII/1526 del e pubblicato sul BURL n.3 2 supplemento straordinario del 17 gennaio Il PRAL, sin dalla sua approvazione, è monitorato dal Nucleo Amianto, gruppo di lavoro previsto dalla citata legge regionale e istituito con d.d.g. n del , n del 23 febbraio 2007 e n del 12 febbraio Tale gruppo di lavoro ha l obiettivo di sovrintendere e monitorare la realizzazione delle azioni previste dal PRAL e, durante il 2008, terzo anno di attività, ha individuato, governato e monitorato le migliori forme partecipative e organizzative, per realizzare le azioni previste dal PRAL e propedeutiche al 50

55 raggiungimento degli obiettivi a lungo termine e consistenti principalmente nella rimozione dal territorio regionale dell amianto entro il Di seguito vengono descritti le principali linee d azione e i risultati raggiunti, secondo la seguente articolazione: 1. Censimento della presenza di amianto sul territorio regionale 2. Siti prioritari da bonificare 3. Mappatura dei siti con coperture in cemento amianto 4. Siti per lo smaltimento di rifiuti contenenti amianto 5. Localizzazione dell amianto naturale 6. Monitoraggio dei livelli di concentrazione di fibre di amianto nell aria 7. Tutela sanitaria 8. Strumenti per la formazione e l aggiornamento degli operatori personale delle ASL e dell ARPA 9. Linee di indirizzo e coordinamento delle attività delle ASL e dell ARPA 10. Risorse Finanziarie 51

56 2.7. FLORA E FAUNA Rete ecologica Il documento Rete Ecologica Regionale RER costituisce parte integrante del Piano Territoriale Regionale Approvato con d.g.r. n. 66/ 2009 che la riconosce come infrastruttura Prioritaria per la Lombardia e indica che la traduzione sul territorio della RER avviene mediante i progetti di Rete Ecologica Provinciale e Locale mediante uno specifico Documento d indirizzi. L ottica delle reti ecologiche lombarde è di tipo polivalente; in tal senso esse devono essere considerate come occasione di riequilibrio dell ecosistema complessivo, sia per il governo del territorio ai vari livelli, sia per molteplici politiche di settore che si pongano anche obiettivi di riqualificazione e ricostruzione Ambientale. Gli indirizzi trattati dalla RER riprendono e sviluppano i presupposti già indicati nella D.G.R. del 27 dicembre 2007 n.8/6415 Criteri per l interconnessione della Rete Ecologica Regionale con gli strumenti di programmazione territoriale. In essa vengono indicati i campi di governo prioritari che, al fine di contribuire concretamente alle finalità generali di sviluppo sostenibile. Nelle reti ecologiche polivalenti concorrono in concreto le seguenti categorie di elementi spaziali: Elementi della Rete Natura 2000: i SIC e ZPS ed in prospettiva le Zone di Conservazione Speciale costituiscono i capisaldi delle reti ecologiche di livello sovra regionale da portare a coerenza globale sotto il profilo funzionale; la loro considerazione è pertanto imprescindibile a tutti i livelli della rete. Aree protette ed a vario titolo tutelate: elementi della struttura di base delle reti ecologiche regionali e provinciali sono le aree protette istituite (Parchi nazionali e regionali, Riserve, Monumenti naturali, Parchi Locali d interesse sovra locale), le oasi di protezione ai sensi delle leggi faunistiche. A livello locale dovranno essere considerate anche i Parchi locali e le aree destinate a verde dagli strumenti urbanistici. Rilevanza potenziale, per le opportunità che offrono alle prospettive di rete, possono avere anche le altre aree a vario titolo vincolate o oggetto di azioni di riqualificazione ambientale da parte di enti pubblici e privati. Categorie di unità ambientali di rilevanza intrinseca: alcune categorie di unità ambienali derivanti dal quadro conoscitivo hanno una elevata valenza in sé e concorrono in quanto tali ai fini degli obiettivi di rete ecologica, indipendente dalla loro posizione spaziale. In particolare gli elementi ad elevata naturalità intrinseca quali i boschi, i corsi d acqua ed i laghi, le zone umide, le praterie polifite, le aree naturali senza vegetazione (greti, unità rupestri ecc). Aree ulteriori a vario titolo rilevanti per la biodiversità: la presenza di elementi d interesse per la biodiversità non coincide con le categorie precedenti, per cui va specificatamente censita e trattata. Lavoro fondamentale a questo riguardo è stata l identificazione a livello regionale delle 35 aree prioritarie riconosciute con d.d.g. 3 aprile 2007 n Ulteriori aree di interesse per la biodiversità erano indicate in qualche progetto provinciale di rete ecologica. Nello sviluppo del programma complessivo, sarà importante poter tener conto delle informazioni fornite dagli atlanti floristici e faunistici, nonché dalle ulteriori segnalazioni di rilevanza che arriveranno in futuro per specie o habitat. Nodi e gangli della rete: dal momento che la rete ecologica si estende sull intero ecosistema, l insieme delle relazioni che determina il suo riconoscimento comprende anche le aree antropizzate; diventa importante individuare i nodi prioritari rispetto a cui appoggiare i sistemi di relazione spaziali. Per quanto attiene le esigenze della biodiversità occorre individuare i capisaldi (core-areas) in grado di funzionare come sorgente di ricolonizzazione per specie di interesse. All interno degli ambiti più o meno fortemente antropizzati (come la Pianura padana) assume rilevanza il concetto di ganglio funzionale, ovvero di un area circoscritta con presenza di livelli di naturalità elevata, attuale o da prevedere con azioni di rinaturazione, in grado di funzionare come punto di rifugio e di diffusione delle specie di interesse attraverso corridoi ecologici che si diramano dal ganglio centrale. Corridoi e connessioni ecologiche: elementi fondamentali della rete sono i corridoi e le connessioni ecologiche, che hanno il compito di consentire la diffusione spaziale di specie altrimenti incapaci di rinnovare le proprie popolazioni locali, e più in generale di meglio governare i flussi di organismi, acqua e sostanze critiche. E da rimarcare che non necessariamente aree di pregio per la biodiversità devono essere servite da corridoi di collegamento ecologico; in qualche caso una scorretta individuazione o realizzazione di corridoi ecologici potrebbe al contrario favorire la diffusione di specie indesiderate. Barriere e linee di frammentazione: la definizione e l attuazione della rete ecologica deve considerare i principali fattori di pressione in grado di pregiudicarne la funzionalità, in primo luogo le principali linee di frammentazione 52

57 ecologica già esistenti. Fattori primari di frammentazione sono costituiti dalle grandi infrastrutture trasportistiche e dai processi di urbanizzazione diffusa che si traducono in sempre maggiori consumi di suoli con saldatura lungo le direttrici stradali. (sprawl lineare). Varchi a rischio: particolarmente critiche devono essere considerate le decisioni collegate ad ulteriori urbanizzazioni lungo determinate direttrici ove i processi di frammentazione sono avanzati ma non ancora completati; dove cioè rimangono ancora varchi residuali la cui occlusione completerebbe l effetto barriera nei confronti dei flussi rilevanti per la continuità eco sistemica, in tal senso diventa rilevante sia individuare i principali punti di conflitto esistenti e legati a nuove ipotesi di trasformazione del suolo. Ecomosaici ed ambiti strutturali della rete: gli ecosistemi di area vasta comprendono al loro interno elementi ed usi del suolo di varia natura, ricomponibili in aggregati più o meno fortemente interconnessi (ecomosaici) di vario livello spaziale. Per le reti di area vasta (tipicamente quelle di livello provinciale) diventa importante il riconoscimento degli ecomosaici che compongono il territorio, individuando tra essi quelli che possono svolgere un ruolo forte come appoggio per politiche di conservazione o riequilibrio ecologico. L approccio per ecomosaici consente anche il riconoscimento delle matrici naturali interconnesse, ove esistenti. Un ruolo strutturale e funzionale specifico (anche in negativo, come nel caso dei fondovalle fortemente insediati) può anche essere assunto dalle fasce di transizione tra differenti ecomosaici. Unità tampone: possibilità di individuare fasce spaziali di protezione degli elementi più vulnerabili della rete dal complesso delle pressioni esterne. Nel concetto di servizi ecosistemici inoltre si aggiungono anche le potenzialità che determinate unità naturali possono svolgere nel contenimento diretto di fattori d inquinamento idrico o atmosferico. Ambiti di riqualificazione e valorizzazione ecologica: la riqualificazione delle aree a vario titolo degradate può essere ottenuta abbinando azioni di rinaturazione in grado di riqualificare situazioni critiche (ad esempio il recupero di grandi poli di attività estrattiva, sistemi verdi per l agricoltura, fasce di protezione per grandi infrastrutture trasportistiche) contribuendo agli obiettivi delle reti ecologiche. Tali azioni possono derivare da molteplici politiche, o come compensazione per gli impatti residui prodotti dai singoli interventi. I Territori di Pompiano sono riconosciuti dalla Regione Lombardia che, nel P.T.R., li individua come facenti parte della Rete Ecologica Regionale. 53

58 Estratto della tavola delle RER Gli elementi individuati all interno del territorio comunale sono costituiti dalla componente di secondo livello della Rete Ecologica Regionale che si sviluppa lungo la zona nord-occidentale fino al centro sud del territorio lungo le principali rogge. 54

59 2.8. RUMORE Il comune di Pompiano è dotato di Piano di zonizzazione acustica redatto ai sensi del DPCM 01/03/1991, DPCM 14/11/1997, Legge Quadro 447/1995, LR n. 13 del 10/08/2001, approvato con Delibera del Consiglio Comunale n.4 del 17/02/09. La zonizzazione si prefigge i seguenti obiettivi: - salvaguardare il benessere delle persone rispetto all'inquinamento acustico nell'ambiente esterno e negli ambienti abitativi; - prescrivere l'adozione di misure di prevenzione nelle aree in cui i livelli di rumore sono compatibili rispetto agli usi attuali e previsti del territorio; - perseguire la riduzione della rumorosità ed il risanamento ambientale nelle aree acusticamente inquinate; Pertanto tale indagine costituisce una utile indicazione alla amministrazione comunale per una corretta programmazione dello sviluppo e della gestione del territorio. l Mosaico Informativo Regionale delle Classificazioni Acustiche, MIRCA costituisce un sistema informativo di catalogazione, presentazione, aggiornamento dinamico georeferenziato, dei Piani di Classificazione Acustica sviluppati a livello comunale. I riferimenti normativi per lo sviluppo dei PCA in Lombardia e utilizzati per lo studio sulla zonizzazione acustica nel comune di Pompiano sono i seguenti: Riferimenti Normativi D.P.C.M. 01/03/1991 "Limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno" Legge Nazionale 26 ottobre 1995 n 447 Legge quadro sull inquinamento acustico. (GU n. 254 del ). Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 14 novembre 1997, Determinazione dei valori limite delle sorgenti sonore (GU n. 280 del ). Regione Lombardia Legge Regionale del 10 agosto 2001, n. 13 Norme in materia di inquinamento acustico" (BURL n. 33 del 13/8/2001). Deliberazione della Giunta Regionale 12 luglio 2002, n. VII/9776 Approvazione del documento Criteri tecnici di dettaglio per la redazione della classificazione acustica del territorio comunale (BURL n. 29 del 15/7/2002). Per quanto riguarda il fattore rumore, la S.P. 235 Orceana rappresenta sicuramente l elemento più critico in termini di impatto acustico in quanto attraversa trasversalmente il centro abitato, da Ovest ad Est lungo l asse Orzinuovi- Pompiano, rappresentando inoltre un significativo elemento di discontinuità nel tessuto urbano. Di seguito si riporta l estratto della tavola della classificazione acustica del territorio comunale. Il territorio è stato suddiviso nelle cinque classi acustiche: Classe I aree particolarmente protette: Quali le scuole. Classe II aree destinate ad uso prevalentemente residenziale: è stata attribuita la classe II alle aree caratterizzate da una bassa densità abitativa e classificate come zona B2 Ambito residenziale prevalente estensivo. 55

60 Classe III aree di tipo misto: è stata attribuita la classe III il centro storico per la densità di popolazione, la presenza di attività commerciali e uffici ed essendo comunque attraversato dalle strade principali del comune, le restanti aree residenziali, esterne a quelle inserite in classe 2, caratterizzate da edifici ad alta densità, presenza di attività commerciali e da vie di attraversamento, le principali strade che attraversano il territorio comunale, le aree agricole esterne al centro abitato, il campo sportivo comunale. Classe IV aree di intensa attività umana: sono state inserite in tale classe gli insediamenti zootecnici intensivi rilevanti presenti sul territorio comunale, l ambito estrattivo ATEg32, sono stati anche inserite le aree produttive situate tra via Buonarotti e via dello Spino pur essendo classificate come D1: ambito produttivo polifunzionale consolidato lo stesso dicasi per l area produttiva D1 lungo via Montelungo. Classe V aree Prevalentemente industriali: l area produttiva di tipo industriale- artigianale, esistente e di espansione, collocate a Est ed a Ovest dell abitato, lungo la SP 235 al confine con i comuni di Corzano e Orzivecchi. 56

61 57

62 58

63 2.9. ENERGIA ED ELETTROMAGNETISMO Emissioni energetiche Attraverso i dati messi a diposizione dal Sistema Informativo Regionale Energia Ambiente, che rappresenta il sistema del monitoraggio della sicurezza, dell efficienza e della sostenibilità del sistema energetico comunale, è possibile delineare il bilancio ambientale comunale in termini di emissioni di gas serra (espresse come CO 2 equivalente) connesse agli usi energetici finali. Vengono quindi considerate le emissioni legate ai consumi di energia elettrica e non le emissioni prodotte dagli impianti di produzione elettrica; trattandosi dei soli usi energetici, le emissioni non tengono conto di altre fonti emissive (ad es. emissioni da discariche e da allevamenti zootecnici). I dati resi disponibili non costituiscono pertanto una misura delle emissioni di gas serra sul territorio, ma restituiscono una fotografia degli usi energetici finali in termini di CO 2eq per il comune di Pompiano. Comune Pompiano 20, , , ,1107 Comune di Pompiano - emissioni per settore (KT): Settore RESIDENZIALE 7, , , , INDUSTRIA NON ETS 5, , , ,75221 AGRICOLTURA 3, , , , TRASPORTI URBANI 2, , , , TERZIARIO 2, , , ,

64 Dal grafico soprastante compare il leggero calo delle emissioni dal 2005 al 2008, mentre i settori principali di emissioni sono determinati dal settore residenziale e da quello industriale in percentuali constanti nell'arco di tempo utilizzato. Rispetto alle emissioni registrate in tutta la regione si evidenzia la preponderante influenza del settore del agricoltura nel comune interessato. Comune di Pompiano Regione Lombardia Comune di Pompiano - emissioni per vettore (KT): Vettore 2008 GAS NATURALE 21708,05 TRASFORMAZIONE 17436,12 GASOLIO 15039,32 BENZINA 5749,03 Altri<2% 2521,627 CARBONE 1965,026 GAS DI PROCESSO 1730,43 (Fonte: Cestec - Regione Lombardia, SIRENA aggiornamento 2008, richiesta 2011) Dai dati forniti dall'amministrazione comunale al 2007 si registrano i seguenti consumi: Illuminazione pubblica Edifici comunali T CO2 prodotta per MWh elettrico T CO2 prodotta per MWh elettrico Illuminazione votiva 261,43 7,94 0,00 Scuola primaria - 9,94 34,82 Scuola secondaria I + palestra - 22,59 99,43 Municipio - 23,18 14,75 T CO2 per MWh di metano bruciato 60

65 TOTALI 261,43 63,95 149, Consumi e domanda di energia Sempre grazie ai dati raccolti dal SiReNa, sono riportati, con un dettaglio a livello comunale, i consumi energetici finali, suddivisi per i diversi settori d'uso (residenziale, terziario, agricoltura, industria non ETS, trasporti urbani) e per i diversi vettori impiegati (gas naturale, energia elettrica, energia immessa in reti di teleriscaldamento, ecc.), con l'esclusione della produzione di energia elettrica 1. Consumi di energia del comune di Pompiano nel corso degli anni, valore espresso in (MWh) - Energia fornita dalla potenza di un milione di watt per un periodo di 1 ora: Comune Pompiano 82021, , , ,5 Settore RESIDENZIALE 36896, , , ,22 INDUSTRIA NON ETS 16828, , , ,53 AGRICOLTURA 10835, , , ,78 TRASPORTI URBANI 9660, , , ,282 TERZIARIO 7801, , , ,675 1 L unità di misura considerata da SiReNa è il TEP: tonnellata equivalente di petrolio indica l energia che si libera dalla combustione di una tonnellata di petrolio 61

66 Possiamo affermare che il settore che presenta una richiesta maggiore in termini di consumi energetici è il settore residenziale, seguito dal settore industriale da quello agricolo, dai "trasporti" e da ultimo dal "terziario". Il vettore maggiormente richiesto riguarda il gas naturale ed a seguito l'energia elettrica come si può constatare dal grafico sottostante. Consumi per vettore, anno 2008: Vettore 2008 GAS NATURALE 21708,05 TRASFORMAZIONE 17436,12 GASOLIO 15039,32 BENZINA 5749,03 Altri<2% 2521,627 CARBONE 1965,026 GAS DI PROCESSO 1730,43 Dai dati forniti dall'amministrazione comunale al 2007 si registrano i seguenti consumi: Elettrici Metano MWh/anno MWh (8 kwh/mc) (mc/anno) Illuminazione votiva 19,85 0,00 0,00 Scuola primaria 24,86 172, ,00 Scuola secondaria I + palestra 57,22 492, ,00 Municipio 57,95 73, ,00 TOTALI 159,88 737, , La produzione Sul territorio comunale, in un area di proprietà comunale, è stato realizzato un impianto fotovoltaico ubicato sul tetto dell'auditorium, presso la scuola secondario di primo grado "Don Giovanni Papa", in via Ortiglia. L impianto è destinato alla produzione di energia elettrica ed opera in parallelo alla rete elettrica del distributore locale ENEL. La potenza di picco del campo fotovoltaico sarà di 65 kwp con un inclinazione dei moduli di 25. L efficienza dello stesso viene costantemente monitorata. il coefficente termico della potenza del pannello è pari a -0,44%/. 62

67 La produzione di energia per l'anno 2011 è la seguente : (Fonte: Comune di Pompiano, aggiornamento ): Altre fonti di energia alternativa provenienti da impianti privati sul territorio rendono una quantità totale di oltre 1.418,57 Kw. Inoltre il comune in data 8 aprile 2010, ha aderito alla campagna "Energia sostenibile per l'europa" mediante la sottoscrizione del patto dei sindaci, al fine di diffondere concretamente, anche nella realtà di Pompiano, un approccio al consumo razionale dell'energia e un maggior ricorso alle fonti rinnovabili. 63

68 L'intento del progetto è quello di definire le linee d'azione per necessarie a ridurre le emissioni climalteranti, favorendo un percorso verso la sostenibilità energetica, adeguandosi agli obiettivi fissati dalla Commissione Europea per l'anno Obiettivo generale, primo fra tutti vi troviamo la volontà di Ridurre le emissioni di gas climalteranti e inquinanti atmosferici del 20% all interno del territorio comunale entro il Tra gli obiettivi strategici la volontà è quella di identificare il settore di attività e i vettori che generano inquinamento atmosferico, promuovendo l efficienza energetica e l'uso razionale dell'energia, aumentando il ricorso alle fonti rinnovabili. 64

69 2.10. QUADRO SOCIOECONOMICO Situazione demografica Come si può evincere dalla tabella sotto riportata l'andamento demografico del Comune di Pompiano vede ridursi la propria popolazione attestandosi a valori decisamente inferiori rispetto all andamento del S.U.S. 2 (sistema urbano sovra comunale) per il decennio 51-61, contrariamente per il decennio vede un leggero aumento di crescita rispetto ai valori del S.U.S., inoltre vede una crescita nettamente maggiore rispetto al S.U.S. per il decennio 71-81, mentre "segue" sostanzialmente l'andamento del S.U.S. per i decenni successivi. INCREMENTI POPOLAZIONE RESIDENTE DAL 1951 AL ' ' ' '01 Provincia 2,88% 8,46% 6,20% 2,70% 6,15% S.U.S. 8-17,22% -4,36% 3,55% 2,71% 6,53% Pompiano -26,38% 2,82% 19,95% 4,77% 7,15% Per Pompiano il calo demografico è intervenuto in maniera massiccia nel periodo quando la popolazione è diminuita di 877 unità pari al 26% circa. Una crescita appena percettibile è stata registrata nel decennio successivo pari a 69 unità. Tale periodo coincide con l'affermarsi della struttura industriale e del primo terziario, unitamente ad un nuovo tipo di produzione agricola ormai in avanzata industrializzazione. Nel decennio , si è assistito ad una ripresa importante in termini di popolazione residente attestatasi intorno al 20% circa (502 unità). Negli anni successivi la tendenza è stata confermata con una crescita, nel ventennio , di 370 unità pari al 12% circa, sostanzialmente concentrato nel decennio che registra un incremento di popolazione pari a di 226 unità (+ 7,15%). II trend di crescita della popolazione viene confermato anche nell'analisi dei dati a tutto il decennio Analizzando il decennio si evidenzia una crescita della popolazione pari al 13,37 %. POMPIANO POPOLAZIONE RESIDENTE

70 II fenomeno della costituzione di nuclei familiari sempre più frazionati che si è riscontrato negli ultimi decenni è sempre più evidente, a livello provinciale il n di componenti per famiglia è passato da 3,40 nel 1971 a 2,58 nel 2001, per un valore di 2,62 all'ultimo aggiornamento disponibile. FAMIGLIE RESIDENTI - decennio Il saldo naturale degli ultimi anni è positivo, è in linea con l'aumento di popolazione, in quanto, come si evince dai valori riportati il numero dei nati risulta di molto superiore a quello dei morti: SALDO NATURALE Nati Morti Saldo NatiI Morti Saldo NatiI Morti Saldo (Fonte: amministrazione comunale UTC) Sistema agro-produttivo Come altri comuni del circondario, anche questo non vanta una rete di uffici e servizi articolata. L'agricoltura si mostra molto florida, grazie alle favorevoli caratteristiche del terreno, che consentono proficue coltivazioni di cereali, frumento, ortaggi, foraggi e vite; diffuso è l'allevamento di bovini, suini e avicoli. Il tessuto industriale è costituito soprattutto da fabbriche tessili e dell'abbigliamento; a queste si affiancano varie aziende che operano nei comparti edile, chimico, metalmeccanico, metallurgico, del legno, della stampa, della plastica e della produzione di giochi e giocattoli. Il terziario si compone di una sufficiente rete distributiva e dell'insieme dei servizi, che comprendono l'esercizio del credito e dell'intermediazione 66

71 monetaria nonché attività di consulenza informatica, che costituiscono un valido supporto per l'economia locale. L indagine socio-economica è stata sviluppata sull analisi dei dati dell ISTAT con riferimento al censimento del 2001 nella parte dei dati sull occupazione. Occupati per sesso Maschi Femmine Totali 35% 65% M F POMPIANO Occupati per attività economica Agricoltura Industria Altre attività Totale POMPIANO % 9% 51% Agricoltura Industria Altre attività Occupati per classi di età e attività economica : agricoltura e più Totale POMPIANO Occupati per classi di età e attività economica : industria e più Totale POMPIANO Occupati per classi di età e attività economica : altre attività e più Totale POMPIANO Dai dati sopra descritti si può dire che il 42% della popolazione totale (0-85 anni e più) e il 95% della popolazione in età lavorativa (15-60 anni) risulta occupata. Risulta inoltre che il settore con la maggiore percentuale di occupazione (51%) è quello dell industria, basti pensare alle attività nel settore secondario presenti nel comune come i mangimifici, e l azienda meccanica di notevole dimensione. Risulta invece, sui dati 67

72 del 2001, di bassa percentuale (9%) il settore dell agricoltura che è sempre stato nel tempo il settore dominante dell economia Allevamenti Sul territorio del comune di Pompiano sono presenti 54 allevamenti, di cui la maggior parte bovini a cui seguono i suini, gli equini e i polli. Considerando invece il numero di capi si riscontra una preponderanza degli avicoli corrispondente a ben un 64%, fanno seguito i suini (28%), e in misura minore bovini e conigli e da ultimi equini e struzzi. in tabella a seguire viene riportato l'elenco allevamenti: FRIGERIO CARLANGELO Equini Sportivo 2 BERTOLINI ENRICO & FIGLI ALFIO E ALEX Suini Riproduzione - ciclo aperto 1404 VALTULINI BORTOLOMEO E FIGLI GIANFRANCO & SERAFINO Suini Riproduzione - ciclo aperto CASEIFICIO SOCIALE GIARDINO SOC. COOP.AGR Suini Ingrasso - finissaggio 4500 VILLADORO DI SOLARI PIETRO Bovini Riproduzione linea vacca - vitello 38 VILLADORO DI SOLARI PIETRO GIUSEPPE Suini Ingrasso - finissaggio 150 AZ.AGR. VILLADORO DI SOLARI PIETRO G Suini Ingrasso - finissaggio 1250 GARDONI SILVIO E EMILIO Suini Ingrasso - finissaggio 3080 MICHELETTI G. FAUSTO Suini Ingrasso - finissaggio 1030 MICHELETTI MARIO Bovini Riproduzione latte trasformazione 70 AZ.AGR. MICHELETTI MARIO Suini Ingrasso - finissaggio 550 MICHELETTI G. PIETRO & FIGLI S.S Bovini Riproduzione latte trasformazione 180 GIUDICI DOTT. PIERO Suini Riproduzione - ciclo aperto 3640 MENNI MARIA Conigli Riproduzione vendita riproduttori 30 GHILARDI PIETRO Suini Ingrasso - finissaggio 2000 RONCALI ALBERTO Suini Ingrasso - finissaggio 2600 LA NUOVA CASCINA S.S Conigli Riproduzione carne ciclo completo 8050 LA NUOVA CASCINA S.S Suini Ingrasso - svezzamento 1700 MANINETTI STEFANO & CALORINI RINA S.S Polli Galline uova da cova 9000 COLORINI RINA G. INCUBAZIONE UOVA Polli Incubatoio BETTONI ANGELO E FIGLI S.S. SOCIETA AGRICOLA Suini Riproduzione - ciclo chiuso 3944 BETTONI ANGELO E FIGLI S.S. SOCIETA AGRICOLA Equini Amatoriale 4 GAFFURINI DARIO Equini Amatoriale 6 RONGA TERZO Suini Ingrasso - finissaggio 928 TOMASINI DR. GIANANTONIO Suini Ingrasso - finissaggio 5456 BRADANINI ANGELO Suini Ingrasso - finissaggio 4500 ROBUSTI S.S Bovini Riproduzione latte trasformazione 195 AGNESI GIUSEPPE E FERNANDO Bovini Riproduzione latte trasformazione 149 AZ.AGR. ALBERTI PAOLO-GIACOMO E C. S.S. SOCIETA AGRICOLA Bovini Riproduzione latte trasformazione 149 GEROLA S.S Bovini Riproduzione latte trasformazione 328 GEROLA S.S Struzzi Rurale 2 BETTONI AGOSTINO, GIUSEPPE E BORTOLO S.S. SOCIETA AGRICOLA Bovini Riproduzione latte trasformazione 217 BETTONI ANGELO E FIGLI S.S. SOC. AGR Bovini Produzione carne rossa 1 68

73 BOSETTI MARIO PIETRO E SERGIO S.S. Bovini Riproduzione latte trasformazione 285 BOSETTI MARIO PIETRO SERGIO S.S. Equini Amatoriale 1 BUFFOLI GOTTARDO IGNAZIO & GIUSEPPE S.S. Bovini Riproduzione latte trasformazione 148 AZ. AGR. AVEROLDA DEI CUGINI GHILARDI S.S. Bovini Riproduzione latte trasformazione 86 GRAZIOLI ZAVERINO E FRANCO ACHILLE S.S.SOCIETA AGRICOLA Bovini Riproduzione latte trasformazione 154 AZIENDA AGRICOLA CASTELVECCHIO DI PICCINI GIANPAOLO Bovini Riproduzione latte trasformazione 157 PLODARI GIANDOMENICO Equini Amatoriale 1 PLODARI GIANDOMENICO Bovini Produzione carne rossa 2 RONCALI FULVIO IPPOLITO Bovini Produzione carne rossa 39 SILINI GIANPIETRO Bovini Riproduzione latte trasformazione 70 SOZZI ROMANO E ENZO S.S Bovini Riproduzione linea vacca - vitello 28 TOMASINI ANSELMO E C. S.S. Bovini Riproduzione latte trasformazione 217 TOMASINI ANSELMO E C. S.S. Suini Ingrasso - finissaggio 1938 TOMASONI BORTOLO & C. S.S Bovini Riproduzione latte trasformazione 252 TORRI IVAN Bovini Produzione carne rossa 50 TORRI IVAN Bovini Produzione carne rossa 22 AZ. AGR. VARISCO GIACOMO GIUSEPPE Bovini Riproduzione linea vacca - vitello 15 GHILARDI GIOVANNI Equini Amatoriale 1 GIUDICI DOTT. PIERO Suini Ingrasso - finissaggio LARO DI BATTAGLIOLA LUCIANA & C. S.S Conigli Riproduzione carne ciclo completo 8500 FAVALLI ANGIOLINA IN MANENTI Polli Produzione carne Tipologie di allevamenti per numero di capi: Tipologia N capi Percentuale Equini 15 0,01% Bovini ,18% Conigli ,80% Polli ,91% Struzzi 2 0,00% Suini ,11% 0% 1% 7% 28% Equini Bovini Conigli 0% 64% Polli Struzzi Suini 69

74 2.11. SALUTE Salute pubblica Il territorio dell'asl della provincia di Brescia è diviso in dodici Distretti Socio-Sanitari, ognuno dei quali ha una sede principale ed una serie di sedi diffuse in modo da facilitare l'accesso dei cittadini. Le prestazioni più richieste e ad accesso diretto vengono erogate nella maggior parte dei presidi periferici, mentre le prestazioni più complesse e di utilizzo meno diffuso vengono erogate nelle sedi principali dei Distretti o in quelle dei Servizi, nelle sedi centrali di Brescia. Nel Distretto lavorano medici, psicologi, infermieri, assistenti sanitari, ostetriche, terapisti della riabilitazione, assistenti sociali, operatori di vigilanza, educatori professionali, personale amministrativo, secondo un'organizzazione cui fa capo il Direttore di Distretto. I Distretti socio sanitari sono l'articolazione gestionale dell'asl. Svolgono per i propri cittadini funzioni di analisi e governo della domanda, in collaborazione coi medici di medicina generale ed in raccordo con i Comuni per l integrazione tra servizi socio-sanitari e servizi sociali. I dodici distretti socio sanitari erogano sul territorio le seguenti prestazioni suddivise per aree funzionali: Area Cure Primarie governo della domanda dei servizi sanitari; anagrafe degli assistiti; assistenza medica primaria: medicina generale, pediatria di libera scelta, continuità assistenziale, guardia turistica, a livello ambulatoriale e domiciliare; assistenza farmaceutica; continuità dei percorsi sanitari tra cure primarie e servizi specialistici; educazione al buon uso dei farmaci, servizi sanitari, stili di vita; assistenza protesica, integrativa e forniture sanitarie complementari; partecipazione del cittadino alla spesa sanitaria. Area Igiene e Medicina di Comunità: certificazioni sanitarie di sanità pubblica e nell'interesse del singolo; profilassi delle malattie infettive e della tubercolosi; igiene della nutrizione e tutela delle acque potabili; igiene degli ambienti confinati e della pianificazione territoriale; prevenzione rischio di patologie correlate all'inquinamento atmosferico, emergenze igienico ambientali; prestazioni medico legali di 1 livello; gestione Commissioni invalidi civili; Area materno infantile gestione delle attività dei consultori familiari; gestione delle attività del nucleo tutela minori con provvedimenti dell A.G.; gestione problematiche extracomunitari e nuove povertà; consulenza psicologica e psicoterapeutica Area assistenza agli anziani e cure domiciliari accoglienza richieste e valutazione dei bisogni per non autosufficienti, anziani e non, e per malati terminali (UCAM - Unità di Continuità Assistenziale Multi-dimensionale, ex UVMD - Unità di Valutazione Multidimensionale); uso razionale delle risorse del territorio; 70

75 valutazione e rivalutazione dei profili voucher socio-sanitari in accordo con il MMG (Medico di Medicina Generale); organizzazione ed erogazione dell Assistenza Domiciliare (ADI - Assistenza Domiciliare Integrata); Area Disabilità: valutazione interventi per disabili (Equipe Operativa Handicap); gestione della rete dei servizi diurni e residenziali (Nucleo Servizi Handicap); gestione interventi per l'integrazione lavorativa (Nucleo Inserimenti Lavorativi). (Fonte: ASL di Brescia,2011) Il comune di Pompiano si colloca all interno del distretto sanitario n 8 della bassa bresciana occidentale, a cui hanno accesso soltanto gli stranieri residenti o lavoratori in uno dei seguenti comuni: Barbariga, Borgo San Giacomo, Brandico, Corzano, Dello, Lograto, Longhena, Maclodio, Mairano, Orzinuovi, Orzivecchi, Pompiano, Quinzano d'oglio, San Paolo e Villachiara. In termini normativi fanno riferimento al Regolamento Locale di Igiene della Provincia di Brescia. 71

76 Il comune fa riferimento allo sportello avente sede nel comune di Orzinuovi: Sul territorio del comune analizzato, sono inoltre presenti altri servizi a carattere socio sanitario assistenziale tra cui la presenza di una farmacia e ambulatori medici; si evidenzia la mancanza di case di riposo e centri di ricovero Sistema socio assistenziale Oltre al fondamentale ruolo sanitario necessario per la corretta gestione di un territorio, assume rilievo la componente sociale e assistenziale per un offerta completa e diversificata in base all utenza. Con l approvazione della Legge n. 328/2000, ai Comuni è stato chiesto di assumere un ruolo sempre più incisivo riguardo le politiche socio-assistenziali. Il comune di Pompiano possiede un piano dei servizi alla persona redatto nel 2011, che è lo strumento attraverso il quale si progetta e si attua il sistema integrato di interventi e servizi che hanno come obiettivo prioritario il miglioramento della qualità della vita di ogni singolo cittadino. La sua principale funzione è quella di individuare i bisogni della comunità e fornire risposte concrete a tali necessità. I servizi offerti sono riportati in seguito: Area Minori e Famiglia Affido e adozioni Assegno per il nucleo familiare numeroso (art. 65 della Legge n. 448/1998 e s.m.i.) Assegno di maternità (art. 66 della Legge n. 448/1998 e s.m.i.) Attività di sostegno economico Centro Ricreativo Estivo Diurno Gestione dei progetti leggi di settore Progetto contro la dispersione scolastica Progetto affettività Boys and girls Progetto adolescenti Kiss & Hug Progetto sicurezza Organizzazione di iniziative culturali e ricreative Servizi di assistenza pre-scuola e sullo scuolabus Servizio tutela minori Servizio di assistenza domiciliare minori (A.D.M.) Sportello sostegno affitto Area Giovani Consulta dei Giovani Sportello Orientagiovani Progetti sovracomunali Sala musica Gioventù Card Area Disabili COMUNE DI ORZINUOVI Indirizzo: Presidio ASL Via Crispi, 2 Telefoni: Fax Orari: Dalle alle 8.00 di tutti i giorni della settimana. Dalle 8.00 alle del sabato e dei giorni infrasettimanali prefestivi. Dalle 8.00 alle di ogni giorno festivo. Note: Per i Comuni di Orzinuovi, Orzivecchi, Corzano, Pompiano, Villachiara, Maclodio, Lograto 72

77 C.D.D. C.A.H. Assistenza ad personam in ambito scolastico Inserimento lavorativo Interventi diversi Area Anziani Centro diurno anziani Integrazione rette d istituto Servizio di assistenza domiciliare domestica Servizio di assistenza sanitaria Servizio di telesoccorso Attività di sostegno economico Soggiorni climatici Festa dell anziano ed attività ricreative Promozione del volontariato Inoltre per avere un quadro completo di quelli che sono i bisogni più prossimi ai cittadini l'ente effettua indagini mediante questionari verso le famiglie a cadenza regolare per poter fornire servizi adeguati alle necessità ricorrenti Analisi della mortalità L insieme di indicatori utilizzati per descrivere la mortalità permette di identificare immediatamente le aree a maggiore o minore rischio di morte per specifici patologie e di stimare l impatto relativo che le stesse esercitano sulla salute e sul bisogno di assistenza. I dati di mortalità sono utilizzati da molti anni a fini epidemiologici per valutare lo stato di salute di una popolazione e sollevare ipotesi sul possibile ruolo eziologico di fattori ambientali nelle diverse realtà geografiche. I limiti dei dati di mortalità sono ben noti: non possono essere utilizzati per studiare patologie a bassa letalità o per le quali vi sono forti discrepanze di interpretazione delle cause di morte o di codifica dei dati a partire dalle certificazioni del decesso. Tuttavia, essi costituiscono una base informativa di riconosciuta validità per studi descrittivi e analitici e vengono utilizzati per molteplici fini, dalla rilevazione della frequenza dei tumori o delle malattie del sistema circolatorio alla valutazione di efficacia di programmi di screening in campo oncologico. Per ogni comune della provincia, l SMR esprime il rapporto standardizzato di mortalità (Standardized Mortality Ratio, SMR) tra il distretto sanitario e la provincia di Brescia. Un valore superiore a 1 indica una mortalità maggiore rispetto alla media provinciale. In questa rappresentazione, gli SMR sono smussati (per tenere conto anche dei comuni limitrofi) con una tecnica detta smussatura Kernel. Numero di decessi per gruppi di cause nel distretto socio sanitario n 8: Bassa bresciana occidentale: Popolazione maschile: 73

78 CAUSE Osservati Attesi SRM IC 95% Malattie infettive e parassitarie Tumori Malattie delle ghiandole endocrine Disturbi psichici Malattie del sistema nervoso e organi di senso Malattie dell apparato circolatorio Malattie dell apparato respiratorio Malattie dell apparato digerente Malattie dell apparato genito-urinario Malformazioni congenite Stati morbosi mal definiti Traumatismi e avvelenamenti Altre cause TOTALE Popolazione femminile: CAUSE Osservati Attesi SRM IC 95% Malattie infettive e parassitarie Tumori Malattie delle ghiandole endocrine Disturbi psichici Malattie del sistema nervoso e organi di senso Malattie dell apparato circolatorio Malattie dell apparato respiratorio Malattie dell apparato digerente Malattie dell apparato genito-urinario Malformazioni congenite Stati morbosi mal definiti Traumatismi e avvelenamenti Altre cause TOTALE Sulla componente maschile, dai dati riportati si può notare un difetto di morti per le malattie del sistema circolatorio (-16%) e un eccesso di morti per le malattie dell apparato respiratorio (+48%) e digerente (+20%). Mentre nella popolazione femminile si evidenzia un difetto di morti per le malattie dell apparato digerente (-13%) e per traumatismi e avvelenamenti (-54%). Un eccesso di morti si vede per le malattie dell apparato respiratorio (+86%) e genito-urinario (+135%). 74

79 Numero di decessi per cause specifiche nel distretto socio sanitario n 8: Bassa bresciana occidentale: Popolazione maschile: CAUSE Osservati Attesi SRM IC 95% Tbc Tumori stomaco Tumori colon-retto Tumori fegato Tumori polmone Tumori prostata Tumori vescica Leucemie e linfomi Diabete Ipertensione Infarto e ischemie cardiache Ictus cerebri Arteriosclerosi Polmoniti Bronchite cronica e non specificata, enfisema ed asma Cirrosi epatica Accidenti stradali Cadute accidentali Suicidi Popolazione femminile: CAUSE Osservati Attesi SRM IC 95% Tbc / / / Tumori stomaco Tumori colon-retto Tumori fegato Tumori polmone Tumori mammella Tumori utero Tumori ovaio Tumori vescica Leucemie e linfomi Diabete Ipertensione Infarto e ischemie cardiache Ictus cerebri Arteriosclerosi Polmoniti Bronchite cronica e non specificata, enfisema ed asma Cirrosi epatica Accidenti stradali Cadute accidentali Suicidi

80 Le tabelle evidenziano nel target maschile un difetto di morti per tumori del colon-retto (-48%), della vescica (-45%) e per BPCO (-44%). Un eccesso di morti si evidenzia per i tumori dello stomaco (+59%), del fegato (+206%), per le polmoniti (+87%), cirrosi epatica (+71%) e per accidenti stradali (+29%). Per la popolazione femminile si riscontra invece, un difetto di morti per tumori del colon-retto (-27%), BPCO (- 44%) e per cadute accidentali (-72%), mentre si osserva un eccesso per le polmoniti (+161%). In entrambi i sessi si nota un forte eccesso di morti per segni, sintomi e stati morbosi mal definiti (nelle femmine 4,5 volte il valore atteso). Nell ASL, in generale, non si osservano sensibili differenze tra le morti osservate e attese, per questa causa. E noto che un eccesso di morti per cause mal definite depone per una non elevata qualità dei dati in ambito locale. Pertanto, è probabile che le differenze osservate in questo Distretto siano dovute a difetti nella compilazione delle schede e/o di codifica locale delle cause di morte. Il mancato riconoscimento di una causa definita per un numero di morti (23 nei maschi e 39 nelle femmine ) ha probabilmente comportato una sottostima dei morti per altre cause, in genere del sistema circolatorio incidentalità Nonostante la presenza della strada provinciale SP 235 che attraversa il centro di Pompiano, nel comune si sono registrati i seguenti incidenti stradali: sono valori annuali bassi e sempre privi di decessi. L'annata del 2004 riporta un numero più elevato di incidenti. POMPIANO incidenti morti feriti Incidenti stradali annui nel comune di Pompiano e confinanti: Barbariga Orzinuovi Comezzano-Cizzago Corzano Orzivecchi Pompiano (Fonte: Atlante statistico dei comuni, dati ISTAT 2010) 76

81 PARTE III LA VALUTAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO 3.1. PREMESSA Il comune di Pompiano è dotato di Piani di Governo del Territorio approvato con delibera di CC.n. 4 del 17 febbraio 2009, pubblicato sul BURL n.15 del 15/04/2009. L amministrazione comunale ha inteso dare avvio alla procedura di variante al PGT vigente Variante PGT 2011 (Documento di Piano, Piano dei Servizi, Piano delle Regole) al fine di ridefinizione del sistema di pianificazione che si costruisce attraverso le relazioni tra il Documento di piano, il Piano dei servizi ed il Piano delle regole. Pertanto con deliberazione di Giunta Comunale n. 49 del il Comune di Pompiano ha avviato il procedimento di Variante al Piano di Governo del Territorio (Documento di Piano, Piano dei Servizi, Piano delle Regole) provvedendo, contestualmente, ad avviare la procedura di Valutazione Ambientale (VAS) cui sottoporre la Variante al Documento di Piano, come previsto dall art.4 della L.R. n.12/2005 e dai relativi criteri attuativi. Nel procedere alla redazione della variante al PGT, la Giunta Comunale intende, innanzitutto attenersi ai principi indicati all art. 2, comma 5, della citata legge regionale n. 12/2005 che cosi dispone: Il governo del territorio si caratterizza per: la pubblicità e la trasparenza delle attività che conducono alla formazione degli strumenti; la partecipazione diffusa dei cittadini e delle loro associazioni; la possibile integrazione dei contenuti della pianificazione da parte dei privati. A tal fine si è proceduto, in data , alla pubblicazione del relativo avviso pubblico per sollecitare la collaborazione attiva dei cittadini, ed al riguardo sono pervenuti n. 33 suggerimenti e proposte. Nello stesso tempo si è acquisito l apporto fattivo di taluni privati, ossia di coloro che per titolarità o disponibilità di beni immobili, hanno avuto la possibilità di collaborare fattivamente con la parte pubblica nella definizione delle scelte territoriali, ferma restando alla amministrazione comunale l esclusiva competenza di ogni decisione (Naturalmente, si è trattato di soggetti che, interessati a progetti di sviluppo strategico, risultavano interlocutori idonei e necessari per il perseguimento di obiettivi di primaria rilevanza pubblica) OBIETTIVI E AZIONI DELL AMMINISTRAZIONE COMUNALE Negli ultimi anni si è assistito ad una rapida evoluzione del mercato e si avverte sempre più la necessità avviate iniziative diverse tese a favorire lo sviluppo del territorio con interventi volti a promuovere azioni capaci di incentivare e consolidare le attività economiche locali. La crisi attuale che coinvolge non solo il comune di Pompiano, induce a ricercare soluzioni innovative per ridare un nuovo slancio all economia locale, con proposte e progetti innovativi che mirano non solo a salvaguardare e consolidare il tessuto economico e sociale del territorio. Pertanto l amministrazione pubblica non può pensare solo alla programmazione ed alla pianificazione urbanistica del territorio in senso stretto e tradizionale, ma deve dimostrare capacità di intervento creando nuove risorse puntando sulle infrastrutture e sui servizi e sulle nuove opportunità. Gli obiettivi dell amministrazione comunale sono sintetizzati nella seguente tabella: 77

82 OBIETTIVI OB1. POTENZIAMENTO DELL'OFFERTA DEI SERVIZI E DELLA VIABILITA SOSTENIBILE OB2. RIDIMENSIONAMENTO DELLE AREE A DESTINAZIONE RESIDENZIALE IN GRADO DI RISPONDERE ALLE ESIGENZE LOCALI OB3. INDIVIDUAZIONE DI NUOVE AREE A CARETTERE ARTIGIANALE POLIFUNZIONALE PER IL RILANCIO DELL ATTIVITA ECONOMICA IN RISPOSTA A NUOVE ESIGENZE LOCALI OB4. PRESERVARE IL PAESAGGIO ATTRAVERSO LA SALVAGUARDIA E CONNETTIVITA AMBIENTALE OB5. RIQUALIFICAZIONE DEL TESSUTO URBANO CONSOLIDATO IN RISPOSTA ALLE ESIGENZE DELLA POPOLAZIONE A seguito, la rappresentazione sintetica degli obiettivi di piano, utile alla comprensione delle dinamiche strategiche messe in gioco nel piano. 78

83 Le azioni che vengono intraprese con la variante PGT 2011 sono le seguenti: AZIONI A1. Ampliamento della superficie territoriale dell ambito di trasformazione residenziale C1a, ai fini della distribuzione volumetrica già attribuita con la conseguente diminuzione della densità abitativa. OB.2 AZIONI A2. Previsione di un nuovo ambito produttivo artigianale polifunzionale promosso da un unico operatore locale, atto a rispondere alle esigenze di piccoli operatori economici. OB.3 AZIONI A3. Ampliamento dell area produttiva esistente dell azienda Pasotti quale realtà importante economicosociale territoriale. OB.3 AZIONI A4. Riduzione del consumo di suolo ai fini del contenimento dei margini urbani. OB.2 AZIONI A5. Conferma/modifica delle previsioni in termini di servizi del PGT vigente OB.1 AZIONI A6. Realizzazione di un nuovo polo sportivo comunale attrezzato con campo da calcio, campi da tennis, campi da bocce, relativi servizi connessi e percorso ciclopedonale di connessione. OB.1 AZIONI A7. Riqualificazione del complesso denominato Cascina Navoni attraverso il recupero degli edifici esistenti al fine di creare un polo dedicato a servizi socio-sanitari assistenziali, legati all istruzione (asilo nido) e residenza sociale. OB.1 79

84 AZIONI A8. Previsione di un nuovo percorso ciclopedonale di connessione con la viabilità ciclabile esistente per connettersi al di là del confine comunale con il comune di Orzivecchi. OB.1 OB.4 AZIONI A9. Previsione di un nuovo percorso ciclopedonale di connessione con la ciclabile già esistente, che parte dall area del cimitero e che si connette fino al confine comunale con Corzano. OB.1 OB.4 AZIONI A10. Previsione di possibilità di ampliamento di volume degli edifici del tessuto residenziale consolidato, ai fini di soddisfare le nuove esigenze delle famiglie di Pompiano e modifica di alcuni piani attuativi. OB.5 A11. Disegno della rete ecologica comunale. AZIONI Recepimento delle indicazioni provinciali e regionali, e definizione di nuovi elementi di rete a livello locale. OB.4 È opportuno inoltre sottolineare la forte nesso degli obiettivi individuati a livello comunale, con quelli riguardanti la pianificazione e programmazione sovralocale (coerenza verticale), sia in termini di determinazione degli obiettivi sia in termini di valutazione e coerenza. 80

85 3.3. LA VALUTAZIONE DEL DOCUMENTO DI PIANO La valutazione delle scelte di piano I capitoli che seguono sono a dimostrare quali saranno i principi e i criteri che verranno utilizzati per la redazione del rapporto ambientale. La VAS ha valutato le azioni e gli interventi previsti dalla variante PGT 2011 attraverso un supporto matriciale che consente di misurare loro le interazioni e le ricadute rispetto a: gli elementi sensibili e vulnerabili individuate nella fase interpretativa; le diverse componenti territoriali analizzate nella fase conoscitiva. (questo metodo è stato ripreso tale dal rapporto ambientale del PGT vigente e viene riproposto anche dalla variante) Questo processo si basa sulla costruzione di una scheda di valutazione che, per il singolo ambito o progetto della variante, riporta: le azioni e gli interventi previsti dal Piano; le componenti ambientali, sociali ed economiche e gli elementi sensibili e vulnerabili; la valutazione degli effetti delle azioni rispetto alle singole componenti sensibili; le criticità rispetto alle singole componenti sensibili; gli obiettivi declinati per le singole componenti sensibili; le mitigazioni o le compensazioni ambientali necessarie in caso di azioni che presentano criticità. Gli impatti sulle componenti e sugli elementi del territorio sono valutati secondo i seguenti parametri: impatto nullo o non significativo: se l'azione di piano non genera alcun impatto oppure genera impatti che non presentano una significatività rilevabile; impatto nullo o non significativo a seguito di misure di mitigazione: se l'azione di piano genera impatti teoricamente negativi che possono però essere ridotti o annullati attraverso azioni di mitigazione immediatamente individuate o rimandate alla fase attuativa; impatto negativo: se l'azione di piano genera criticità o svantaggi non mitigabili; impatto positivo: se l'azione di piano produce un beneficio puntuale o diffuso sulla componente. Al termine della scheda è indicato un giudizio sintetico di compatibilità ambientale (elaborato VAS1a_v). Questo metodo di valutazione è stato applicato ripetutamente durante il processo decisionale per l'individuazione delle azioni di piano e ha permesso di: dare indicazioni progettuali per l'attuazione delle scelte, affinché sia garantita la sostenibilità delle azioni e degli interventi; individuare soluzioni alternative per quelle azioni o interventi che fossero giudicati eccessivamente impattanti o non sufficientemente mitigabili. Inoltre lo stesso metodo, inserito all'interno del processo complessivo della VAS, ha un obiettivo di più lungo periodo che consiste nell'attivare un vero e proprio sistema di supporto alle decisioni anche per le scelte che dovranno essere operate in futuro (fase di monitoraggio). Tale processo è infatti "aperto", ovvero può essere applicato non solo per le scelte già oggi definite dal PGT ma anche per eventuali altri interventi o azioni che si rendessero necessari in fase di attuazione. Lo stesso sistema di supporto può essere inoltre applicato per verificare periodicamente i reali effetti e le trasformazioni indotte dal PGT. 81

86 CS7 Suolo CS6 Aria CS5 Rumore CS4 Fontanili e zone umide CS3 Rete ecologica CS2 Flora e fauna CS1 Acque superficiali e sotterranee Variante PGT Per garantire questo risultato è necessario monitorare nel tempo gli effetti che il Piano ha prodotto sul territorio anche al fine di individuare eventuali interventi correttivi. Sono stati pertanto individuati degli indicatori quali/quantitativi che, misurati al momento della redazione del Piano e periodicamente durante le fasi attuative, consentiranno di apprezzare eventuali variazione derivanti dalle scelte compiute. La scelta delle componenti e degli elementi (Componenti Sensibili CS) tiene conto della varietà delle discipline analizzate, della complessità del territorio interessato e delle effettive ricadute derivanti dalle azioni previste dal Piano. La risorsa acqua è universalmente riconosciuta come scarsa e preziosa e quindi da tutelare. La qualità delle acque, specie superficiali, influisce sulla salute delle persone, sul territorio, sulla popolazione animale e sul paesaggio. La valutazione prende in considerazione le azioni con effetti diretti (interventi sui corsi d'acqua, scarichi, scavi, ecc.) o indiretti (impermeabilizzazioni, spandimenti, trattamenti, ecc.) sulle acque. Sono considerati come negativi gli impatti derivanti da azioni quali lo spandimento di liquami, l'uso di diserbanti, la dispersione anche accidentale di inquinanti connessi ad attività produttive, artificializzazione degli alvei. L'entità degli impatti sulle acque sotterranee dipende dalla vulnerabilità dell'acquifero e dalla presenza di bersagli a valle flusso. Quella sulle acque superficiali dipende ad esempio dalla tipologia di scarico e dalle caratteristiche del corpo recettore. La presenza di specie animali e vegetali e la loro varietà costituiscono un valore assoluto ed un indice della salute ambientale del territorio. Flora e fauna incidono inoltre sulle caratteristiche paesaggistiche dei luoghi e come risorsa devono essere valorizzate e tutelate. La valutazione tiene conto degli effetti indotti che incrementano o riducono, migliorano o peggiorano, gli habitat naturali. Sono considerate ad impatto negativo le azioni che comportano la riduzione di aree boscate e arbustive o la loro frammentazione, la banalizzazione del territorio agricola con riduzione o impoverimento del patrimonio vegetale, l'artificializzazione delle sponde, l'edificazione (o la realizzazione di infrastrutture) in prossimità di ambiti ad elevata naturalità, ecc.. L'entità dell'impatto è legata al livello di sensibilità o vulnerabilità del contesto naturale. La rete ecologica è un elemento specifico della più generale componente "Flora e fauna". Il mantenimento o la creazione di ambiti ad elevata naturalità e di corridoi di collegamento rappresentano fattori decisivi per la biodiversità. La valutazione considera l'effetto delle azioni sulla dimensione (ampiezza dei collegamenti), dotazione ecosistemica (equipaggiamento vegetazionale) e continuità (riduzione delle barriere e mantenimento dei varchi) degli ambiti e dei corridoi, nonché sui fattori di pressione antropica. Sono pertanto valutate negativamente le azioni che interrompono i corridoi o riducono la loro larghezza, che compromettono le matrici di naturalità. Componenti peculiari della Rete ecologica, comprendono il sistema dei fontanili lungo il confine territoriale Ovest e la zona umida di Roccafranca confinante a Nord-Ovest. Tali componenti sono considerate invarianti non trasformabili. La valutazione considera negativamente le azioni che interferiscono con la fascia di rispetto (50 ml.). La componente rumore è presa in considerazione in quanto derivante da specificità locali (infrastrutture di mobilità rilevanti). La valutazione misura e giudica la vivibilità e la qualità ambientale dei luoghi a più diretto contatto con le fonti ove si riscontra un elevato grado di esposizione da parte della popolazione. Hanno un potenziale impatto negativo gli insediamenti industriali, residenziali e quelli che comportano un significativo aumento del traffico veicolare. La qualità dell'aria è significativa per la vivibilità dei luoghi, per la salute delle persone e per la qualità del territorio. L'inquinamento atmosferico rappresenta un significativo fattore di pressione antropica sull'ecosistema. La valutazione tiene conto delle azioni locali nella consapevolezza che vi sono azioni esterne al territorio comunale sulle quali il Piano non può incidere. Sono ritenute negative la azioni che incrementano le fonti di inquinamento (insediamenti e traffico veicolare) e che aumentano le concentrazioni puntuali rispetto al grado di esposizione della popolazione. Il suolo è una risorsa scarsa e non rinnovabile e pertanto da utilizzare in modo sostenibile. Il consumo di suolo ai fini edificatori rappresenta un significativo fattore di pressione antropica sull'ecosistema. La valutazione giudica le azioni che producono consumo di suolo in funzione delle caratteristiche intrinseche dei terreni interessati (valore agronomico, valenza paesistico-ambientale), della loro localizzazione rispetto all'urbanizzato esistente (compattazione), della qualità degli interventi (ottimizzazione della capacità edificatoria). Sono valutati negativamente gli interventi sparsi, quelli che sottraggono all'agricoltura terreni particolarmente produttivi e di valore e le previsioni che non rispondono ad esigenze realistiche dal punto di vista della crescita insediativa. 82

87 CS16 Perequazione compensazione incentivazione CS15 Sistema dei servizi CS14 Popolazione CS13 Economia locale CS12 Patrimonio culturale CS11 Terzo paesaggio CS10 Paesaggio CS9 Sistema urbano CS8 Mobilità Variante PGT La scelta del mezzo di trasporto utilizzato (taglio modale) produce effetti sulla qualità della vita, sulla salute delle persone e sulla qualità del territorio. Sono oggetto di valutazione le azioni che incidono sulla modalità di trasporto e sui flussi di traffico. Le azioni giudicate negativamente sono quelle che comportano aumenti dei flussi di traffico veicolare privato, che non consentono lo sfruttamento della rete dei trasporti pubblici o l'impiego di mezzi alternativi. Viene considerata favorevolmente la previsione realizzativa della nuova tangenziale esterna alla S.P. 235, con opportune misure di mitigazione ambientale e mantenimento dei corridoi ecologici. La qualità architettonica e urbanistica della città rappresenta un fattore determinante per il miglioramento del paesaggio e della vita sociale. La valutazione prende in considerazione le caratteristiche degli interventi in riferimento alla qualità intrinseca, alle relazione che instaurano con il resto della città/territorio e al contributo per la soluzione di criticità rilevate. Sono giudicate negativamente gli interventi incoerenti con le caratteristiche dei luoghi, che non valorizzano le potenzialità, che riducono la riconoscibilità e l'identità culturale. La componente paesistica è elemento imprescindibile per la qualità del territorio. Gli elementi del paesaggio rappresentano le testimonianze culturali e storiche della comunità insediata così come pervenute attraverso la successiva stratificazione dei processi evolutivi. La valutazione giudica le azioni rispetto agli effetti prodotti sui singoli elementi che compongono il paesaggio e sulle relazioni tra di essi intercorrenti (riconoscibilità, integrità e interferenze). Si considerano negativi gli impatti che interrompono le relazioni, snaturano gli elementi e ne riducono la loro percepibilità. L insieme di tutte le porzioni di territorio sottratte all azione umana, intesi quale spazio-rifugio della biodiversità al di fuori degli spazi dominati dall uomo (Manifesto del Terzo Paesaggio, Gilles Clèment, Ed. Quodlibet 2005). Il Terzo paesaggio è perciò la somma del residuo, sia rurale che urbano, e dell incolto, dove la biodiversità è particolarmente forte; esso rappresenta indecisione, instabilità, nomadismo biologico, "pratiche consentite di non organizzazione", contiguità, evoluzione incostante, improduttività: nuovi valori positivi all'interno di una concezione biologica, non economica, del territorio. L'insieme dei residui che formano il Terzo Paesaggio funge da elemento di connessione e vivificazione tra i vuoti della maglia delle attività antropiche. Gli spazi incolti, preferibilmente, devono essere lasciati indeterminati e in contatto tra loro per il mantenimento della fauna e vegetazione spontanea. La valutazione ritiene negative le azioni invasive sul terzo paesaggio, quali la bonifica e l estirpazione di vegetazione spontanea, l intubamento di rogge, l urbanizzazione delle aree marginali dei comparti di sviluppo. La conservazione del patrimonio rappresentativo di una comunità è fondamentale per il riconoscimento di una identità comune e per il mantenimento delle tradizioni locali. Sono presi in considerazione i beni di interesse storico, architettonico, artistico, testimoniale che hanno valenza monumentale (riconosciuta anche attraverso strumenti di tutela giuridica) e quelli che rivestono un ruolo nella comunità locale. La valutazione ritiene negative, non solo le azioni che riducono la percepibilità del bene, ma anche quelle non finalizzate alla sua valorizzazione. Una economia locale efficiente e dinamica ha riflessi positivi sulla qualità della vita dei cittadini/lavoratori, attiva risorse da investire sul territorio (anche a miglioramento della qualità ambientale) e nell'innovazione tecnologica e concorre allo sviluppo armonico della comunità. La valutazione considera le azioni che producono risorse o avviano iniziative imprenditoriali con riflessi diretti o indiretti sulla crescita delle aziende o degli occupati a livello locale, con particolare riferimento a quelle di tipo "innovativo" rispetto al tessuto economico consolidato. Sono valutate negativamente le azioni che hanno effetti ridotti sul sistema occupazionale, che comportano la riduzione o delocalizzazione delle attività insediate. La comunità insediata intesa come aggregazione di persone è la componente di maggior peso per la valutazione degli effetti di Piano. Ogni azione influisce sulla salute delle persone, sullo sviluppo sociale, sulla crescita culturale, sullo stile di vita, sulla prospettiva generazionale (opportunità per le generazioni future). Sono considerate negative le azioni che aumentano il grado di esposizione al rischio; che riducono le possibilità per le generazioni future di fruire delle medesime opportunità oggi disponibili; che producono limitazioni irreversibili. La dotazione di strutture e servizi a supporto delle attività quotidiane rappresenta un indicatore essenziale di qualità di un territorio e di una comunità sociale ed economica. La componente è valutata rispetto all'incidenza delle azioni rispetto alla: diffusione sul territorio, varietà dell'offerta, grado di fruibilità e rispondenza alle esigenze. Sono ritenute negative le azioni che producono un incremento di fabbisogno non accompagnato da un proporzionale potenziamento del servizio richiesto (es. insediamento di attività con elevato carico urbanistico che mette in crisi il sistema dei parcheggi). Sono i nuovi strumenti introdotti dalla legge urbanistica regionale che consentono percorsi e processi virtuosi di sinergia tra pubblico-privato. La valutazione è positiva dove vengono utilizzati tali meccanismi nelle azioni di piano. 83

88 Per le azioni che inducono alcuni impatti negativi vengono riportate le singole schede di valutazione (vedi VAS 1a_v_allegato schede ambiti trasformazione) nelle quali sono riportati: tutti gli impatti stimati, con l'evidenziazione di quelli negativi; le specifiche di mitigazione e compensazione ambientale, qualora già definite, da realizzare contemporaneamente all'attuazione degli interventi; gli obiettivi di sostenibilità che il progetto attuativo deve raggiungere. Esempio scheda 84

89 3.4. IL PIANO DI MONITORAGGIO Il procedimento di Valutazione Ambientale prevede una sua estensione postuma all approvazione del PGT, in cui per la gestione e attuazione del piano stesso, vengano monitorati i caratteri territoriali, ambientali, culturali e socioeconomici in oggetto verso una analisi critica sulle dinamiche in atto. Attraverso la fase del monitoraggio sarà possibile valutare gli effetti ambientali delle azioni previste dal PGT e la loro sostenibilità, e nel caso poter introdurre tempestivamente misure correttive. Il monitoraggio avviene attraverso la raccolta di dati registrati con cadenza annuale (ove presente l aggiornamento del dato), che potranno rivelarsi utili come supporto per scelte future. Tale attività viene realizzata mediante l utilizzo di indicatori scelti sulla base di alcuni requisiti essenziali. Risulta importante la scelta di codesti indicatori, in particolare è auspicabile che siano rappresentativi, scientificamente validi e certi, così come le loro fonti (i dati); che non siano statici, ma malleabili a seconda delle dinamiche in atto e di facile o immediata interpretazione. Inoltre gli indicatori vanno pesati a seconda delle dimensioni e delle caratteristiche del comune e della reperibilità delle informazioni; nel caso si rivelassero inadeguati possono anche essere cambiati nel corso del tempo. Il piano di monitoraggio della variante PGT 2011 di Pompiano sarà articolato come segue: 1 il monitoraggio annuale della raccolta dati compilati a seguito di ogni singola trasformazione: al fine di valutare se l obiettivo fissato nel PGT è stato raggiunto, in quale dimensione e con quale andamento positivo/negativo. 2 il monitoraggio dello stato dell'ambiente: serve per la stesura dei rapporti sullo stato e l ambiente, ponendo l attenzione sugli indicatori descrittivi; Il primo tipo di monitoraggio, con scadenza annuale, ha lo scopo di raccogliere tutte le informazioni che verranno compilate dai proponenti di ogni singola trasformazione urbanistica, valutando se l obiettivo fissato nel PGT è stato raggiunto, in quale dimensione e se il trend di andamento è stato positivo o negativo. Il secondo tipo di monitoraggio, con scadenza annuale, è quello che tipicamente serve per la stesura dei rapporti sullo stato dell'ambiente. Di norma esso tiene sotto osservazione l'andamento di indicatori riguardanti grandezze caratteristiche dei diversi settori ambientali: gli indicatori utilizzati per questo tipo di monitoraggio prendono il nome in letteratura di indicatori descrittivi. I rapporti di monitoraggio rappresenteranno i documenti di pubblica consultazione che l'amministrazione comunale emanerà con una periodicità fissata in fase della definizione finale del sistema di monitoraggio. La struttura di tali rapporti dovrà essere tale da rendere conto in modo chiaro: - degli indicatori selezionati con relativa periodicità di aggiornamento; - dell'area di monitoraggio associata a ciascun indicatore; - dello schema di monitoraggio adottato (disposizione dei punti, fonti dei dati, metodologie prescelte, riferimenti legislativi, ecc.) e della periodicità di acquisizione dei dati; - delle difficoltà/problematiche incontrate durante l'esecuzione del monitoraggio; - delle variazioni avvenute nei valori degli indicatori, con un'analisi accurata dei dati e l'interpretazione delle cause che hanno dato origine a un determinato fenomeno; - dei possibili interventi di modificazione del piano per limitarne gli eventuali effetti negativi; - delle procedure per il controllo di qualità adottate. 85

90 SISTEMA INSEDIATIVO / SISTEMA PAESISTICO SISTEMA INSEDIATIVO Variante PGT 1. MONITORAGGIO DI VALUTAZIONE AMBIENTALE OBIETTIVI DI PIANO DATI INTERVENTO QUANTITA VALORE OBIETTIVI RAGGIUNTO Contenere il consumo di suolo delle espansioni insediative e Recuperare il patrimonio insediativo edilizio e insediativo non utilizzato Migliorare l efficienza nel consumo e produzione di energia Interventi tessuto esistente su Interventi su nuovi siti (o lotti liberi) Area recuperata/ riqualificata Recupero / ristrutturazione di singoli edifici esistenti Nuovi edifici Realizzazione di nuovi impianti finalizzati al risparmio energetico Certificazione energetica Superficie (mq) Slp (mq) Superficie territoriale (mq) Volumetria realizzata (mc) Slp realizzata (mq) Solare termico Solare fotovoltaico Geotermico e pompe di calore Altro KWh KWh KWh Edifici esistenti N. % lettera Nuovi edifici N. % lettera VALORE INIZIALE PREVISTO VALORE FINALE REALIZZATO TREND SI PARTE NO

91 S I S T E M A P A E S I S T I C O A M B I E N T A L E SISTEMA INFRASTRUTTURALE Variante PGT Mantenimento dell assetto paesistico esistente (Parco Agricolo Sud Milano) Adeguamento al sistema dei servizi del suolo e del sottosuolo Razionalizzare le nuove infrastrutture in coerenza con quelle esistenti al fine di ridurre i consumi di suolo e contenere la frammentazione territoriale Valorizzazione della mobilità ciclopedonale N. interventi secondo la normativa di piano Forniture idriche Nuove reti acquedotto o loro ristrutturazione Fognature Nuove reti fognature o loro ristrutturazione tipo Abitanti serviti N Lunghezza rete ml Nuovi pozzi N Altro Abitanti serviti N Lunghezza rete ml Reti separate N Impianti depurazione di Tipo N Realizzazione di nuove strade Dati dimensionali ml Realizzazione di percorsi ciclopedonali Tipo illuminazione Arredo urbano Dati dimensionali Pavimentazione Tipo illuminazione Arredo urbano ml Recuperare / Presenza di edifici storici/rurali da Slp recuperata mq 87

92 valorizzare il patrimonio edilizio rurale o dei centri storici Realizzazione della rete ecologica provinciale Recupero delle aree degradate e valorizzazione delle valenze paesistico naturalistiche recuperare nei nuclei storici Realizzazione di fasce di mitigazione ambientale Piantumazione di filari alberati Interventi sul RIM Copertura di rogge Interventi rivolti al recupero Tipo (es. sistemazione sponde rim.) Interventi rivolti alla valorizzazione Tipo (es. rimboschimento) ml/n ml 88

93 SISTEMA INSEDIATIVO / SISTEMA INSEDIATIVO Variante PGT MONITORAGGIO E SCHEDA DI VALUTAZIONE DEGLI AMBITI DI TRASFORMAZIONE (da compilare a cura del proponente dell ambito) La scheda deve far parte integrante del progetto dei piani attuativi e richiamata dalla relativa convenzione (da aggiornarsi ogni due anni) DATI GENERALI NOME AMBITO DESTINAZIONE PREVISTA DALL AMBITO DATI DEL RICHIEDENTE ESEMPIO SCHEDE: OBIETTIVI DI PIANO DATI INTERVENTO QUANTITA VALORE OBIETTIVI RAGGIUNTO TREND Contenere il consumo di suolo delle espansioni insediative e Recuperare il patrimonio insediativo edilizio e insediativo non utilizzato Migliorare l efficienza nel consumo e produzione di energia Interventi tessuto esistente su Interventi su nuovi siti (o lotti liberi) Area recuperata/ riqualificata Recupero / ristrutturazione di singoli edifici esistenti Nuovi edifici Realizzazione di nuovi impianti finalizzati al risparmio energetico Superficie (mq) Slp (mq) Superficie territoriale (mq) Volumetria realizzata (mc) Slp realizzata (mq) Solare termico Solare fotovoltaico Geotermico e pompe di calore Altro KWh KWh KWh VALORE INIZIALE PREVISTO VALORE FINALE REALIZZATO SI PARTE NO

94 SISTEMA INFRASTRUTTURALE Variante PGT Certificazione energetica Edifici esistenti N. % lettera Mantenimento dell assetto paesistico esistente (Parco Agricolo Sud Milano) Adeguamento al sistema dei servizi del suolo e del sottosuolo Razionalizzare le nuove infrastrutture in coerenza con quelle esistenti al fine di ridurre i consumi di suolo e contenere la frammentazione territoriale Valorizzazione della mobilità ciclopedonale N. interventi secondo la normativa di piano Forniture idriche Nuovi edifici N. % lettera Nuove reti acquedotto o loro ristrutturazione tipo Abitanti serviti N Lunghezza rete ml Nuovi pozzi N Altro Fognature Nuove reti Abitanti serviti N fognature o loro Lunghezza rete ml ristrutturazione Reti separate N Impianti di Tipo N depurazione Realizzazione di nuove strade Dati dimensionali ml Tipo illuminazione Arredo urbano Realizzazione di percorsi ciclopedonali Dati dimensionali ml Pavimentazione Tipo illuminazione Arredo urbano 90

95 SISTEMA PAESISTICO AMBIENTALE Variante PGT Recuperare / valorizzare il patrimonio edilizio rurale o dei centri storici Realizzazione della rete ecologica provinciale Presenza di edifici storici/rurali da recuperare nei nuclei storici Realizzazione di fasce di mitigazione ambientale Slp recuperata Piantumazione di filari alberati mq ml/n Recupero delle aree degradate e valorizzazione delle valenze paesistico naturalistiche Interventi sul RIM Copertura di rogge Interventi rivolti al recupero Tipo (es. sistemazione sponde rim.) Interventi rivolti alla valorizzazione Tipo (es. rimboschimento) ml 91

96 POPOLA ZIONE ENERGIA RIFIUTI SUOLO ACQUA RUMORE ARIA Variante PGT 2. MONITORAGGIO INDICATORI AMBIENTALI INDICATORE UNITA DI MISURA FONTE concentrazione media annua µg/m3 INEMAR superamenti/anno n eventi NO2 UTC O3 CO PM10 PTS rilevamenti qualità puntuali estensione areale mq RILIEVO CLASSE I CLASSE II UTC CLASSE III (zonizzazione acustica) CLASSE IV CLASSE V PROVINCIA CLASSE VI esposti di lamentela n eventi studi di clima acustico interventi di risanamento acustico lunghezza rete adduzione CAMPAGNE DI RILIEVO n pozzi idropotabili profondità di captazione GESTORE SERVIZI portata qualità n utenti quantità erogata consumo procapite annuo lunghezza rete smaltimento quantità in ingresso al depuratore qualità in ingresso al depuratore potenzialità depuratore suolo non urbanizzato UTC siti degradati siti da bonificare siti bonificati dati caratterizzazione del suolo indice di permeabilità medio produzione totale UTC produzione pro capite annua % raccolta differenziata produzione annua per codice CER % recupero e riutilizzo discariche abusive estensione isola ecologica edifici certificati per classe energetica UTC consumi per tipo consumi negli edifici pubblici consumi nell illuminazione pubblica Piano Energetico Comunale pannelli solari fotovoltaici mq pannelli solari termici mq residenti UTC famiglie stranieri Nati 92

97 4 APPENDICE SULLE OPPORTUNITÀ PER LA SOSTENIBILITÀ DEL TERRITORIO Proposte di sviluppo sostenibile Le politiche di sostenibilità urbana si stanno affermando soprattutto attraverso l adozione di strumenti di iniziativa volontaria, tuttavia è necessario che le politiche di sostenibilità urbana improntino gli strumenti obbligatori tradizionali della pianificazione del territorio, a cominciare dal Piano di Governo del Territorio. Una simbiosi tra strumenti obbligatori e strumenti volontari si prospetta come un interessante via attraverso cui questi ultimi possono iniettare nei primi quella linfa di novità in grado di svecchiarli. Le politiche sono un sistema di azioni che si realizzano tramite strumenti di programmazione e di attuazione. Si distinguono i veri e propri strumenti, attraverso cui le politiche prendono corpo, cioè i piani, i programmi e i progetti (strumenti di primo livello: ad esempio il Piano di Governo del Territorio, ma anche quei programmi per accedere a finanziamenti nazionali o regionali: ad esempio i Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio PRUSST e l Agenda 21 Locale) e gli strumenti di cui piani, programmi e progetti abbisognano per essere formati, approvati, gestiti e attuati (strumenti di secondo livello: partecipazione dei cittadini, negoziazione e concertazione, procedure di VAS, piani di monitoraggio, piani di settore, sistemi informativi territoriali e ambientali, premi per buone pratiche, iniziative educative per le scuole,..). Se si guarda al panorama degli strumenti a disposizione degli enti locali per avviarsi sul terreno di una strategia della sostenibilità, ci si trova di fronte ad una gamma di possibilità ricchissima. I sistemi urbani sono complessi e il perseguimento della sostenibilità è un compito tra i più ardui: gli strumenti devono essere pochi, efficaci e appropriati alla situazione che si riscontra nel contesto locale. In questa sede si è deciso di porre in evidenza alcuni degli innumerevoli strumenti attuativi per affrontare il governo del territorio e delle scelte locali in modo sostenibile attraverso una programmazione di breve, media e lunga durata che un Amministrazione Comunale si trova periodicamente a fare. REGOLAMENTO DI BIO EDILIZIA E DI INCENTIVAZIONE URBANISTICA PROTOCOLLO ITACA Valutazione energetico ambientale dell edificio Con la costituzione di uno specifico gruppo di lavoro nel 2001, ITACA (istituto per l Innovazione e la Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale) ha ritenuto necessario avviare un confronto tra le regioni italiane tale da consentire la formulazione di una serie di regole condivise con le quali poter definire le soglie ed i requisiti necessari per la predisposizione di progetti con caratteristiche di bioedilizia. E' su tali basi che è stato elaborato un protocollo di lavoro condiviso (Protocollo ITACA) che consente di attribuire un punteggio di eco-sostenibilità agli edifici ma soprattutto è stata definita, in modo univoco, "una regola" basata su presupposti di: certezza scientifica, interesse pubblico e semplicità. Il Protocollo, corredato da settanta schede che inquadrano ogni singolo requisito relativo ai diversi aspetti dell'ecosostenibilità di un progetto, rappresenta per l'italia uno strumento assolutamente innovativo. Sono state individuate le dieci regole fondamentali della bioedilizia, intendendo con ciò enunciare i principali obiettivi ispiratori per chiunque intenda avvicinarsi a questa disciplina, anche al fine di guidare l'elaborazione di scelte normative regionali o locali e di strategie di programmazione delle politiche per la casa. Sono da considerarsi in sintesi priorità strategiche con le quali attivare una serie di processi ed azioni rivolte al raggiungimento di obiettivi specifici per l'edilizia sostenibile: 1. Ricercare uno sviluppo armonioso e sostenibile del territorio, dell'ambiente urbano e dell'intervento edilizio. 2. Tutelare l'identità storica delle città e favorire il mantenimento dei caratteri storici e tipologici legati alla tradizione degli edifici. 3. Contribuire, con azioni e misure, al risparmio energetico e all'utilizzo di fonti rinnovabili. 4. Costruire in modo sicuro e salubre. 5. Ricercare e applicare tecnologie edilizie sostenibili sotto il profilo ambientale, economico e sociale. 6. Utilizzare materiali di qualità certificata ed eco-compatibili. 7. Progettare soluzioni differenziate per rispondere alle diverse richieste di qualità dell'abitare. 8. Garantire gli aspetti di "Safety" e di "Security" dell'edificio. 93

98 9. Applicare la domotica per lo sviluppo di una nuova qualità dell'abitare. 10. Promuovere la formazione professionale, la progettazione partecipata e l'assunzione di scelte consapevoli nell'attività edilizia. Senza avere la pretesa di esaurire ogni aspetto della bioedilizia, si è inteso perseguire l'obiettivo di redigere un'insieme di regole minime che consentono, alle Amministrazioni Pubbliche, di effettuare scelte differenziate per incentivare la realizzazione di edifici che prefigurino un interesse collettivo attraverso la scelta di soluzioni maggiormente rispettose dei valori ambientali. Tale strumento è costituito da un insieme di regole e di requisiti di tipo prestazionale che elencano, non solo i parametri caratteristici di un determinato aspetto (quali ad esempio l'isolamento termico, ecc.), ma individuano soprattutto l'obiettivo finale che deve essere perseguito e che consiste in particolare nella riduzione dei consumi di energia al di sotto di una soglia predefinita. E' composto in particolare da una serie di linee guida raccolte in 70 schede di valutazione che corrispondono ad altrettanti requisiti di compatibilità ambientale. Considerata l'effettiva complessità di alcune parti del metodo proposto è stata valutata la possibilità di affiancare ad esso un sistema semplificato composto da 28 schede. Tale semplificazione ha fatto propri comunque quei requisiti che sono stati ritenuti fondamentali ed indispensabili per la realizzazione di interventi aventi caratteristiche di eco-sostenibilità. buone pratiche Comune di Rimini ( - Il Regolamento portante Misure Volontarie in Bioedilizia, allegato al Regolamento Edilizio Comunale vigente, prevede forti incentivi per la bioedilizia a fronte di determinati investimenti che consentono di diminuire il consumo di risorse (acqua, luce, gas), di orientarsi verso risorse rinnovabili (fotovoltaico, solare termico, e altri) oltre che di aumentare lo standard a verde. Prerogativa specifica richiesta ai progetti sarà basarsi su studi bioclimatici del sito in cui sorgeranno, migliorando le qualità progettuali, in maniera tale da sfruttare correttamente soleggiamento e brezze, per migliorare il comfort abitativo e ridurre la spesa energetica. La tesi è che una buona impostazione di base del progetto, tale da consentire lo sfruttamento delle energie passive presenti nell'intorno, consente grandi ottimizzazioni, a fronte del solo studio iniziale approfondito. Le case costruite in bioedilizia avranno muri spessi per resistere al caldo estivo, impianti di riciclo dell'acqua piovana, dispositivi di risparmio idrico, pannelli solari per il riscaldamento dell acqua sanitaria, pannelli fotovoltaici per produrre (e vendere) energia, materiali salubri al di là di ogni dubbio. Il Regolamento di bioedilizia prevede tre forme di incentivo: economico: sgravi fiscali (riduzione degli Oneri di Urbanizzazione secondaria fino ad massimo del 50% proporzionalmente agli interventi realizzati), edilizio: recupero di superficie utile (scomputo delle murature perimetrali proporzionalmente agli interventi realizzati), una certificazione di qualità degli interventi di bioedilizia, a garanzia per l'utente di ciò che acquista. Comune di Bovisio Masciago ( - Il regolamento di bioedilizia costituisce uno degli strumenti di regolamentazione comunale, da collegarsi direttamente agli altri documenti integrativi del PGT, ed attua, per la materia della bioedilizia / bioarchitettura, la regolamentazione integrativa al Regolamento Edilizio di cui costituisce parte normativa relativa alla materia. Il regolamento di bioedilizia valuta la qualità energetica e ambientale di un edificio o parte di esso, ed è lo strumento per disciplinare la valutazione del livello di biosostenibilità dei singoli interventi in bioedilizia e per graduare i contributi previsti dal medesimo regolamento. Il Regolamento è diviso in requisiti cogenti e raccomandati, e comprende i requisiti bioedili richiesti con le corrispondenti scale di prestazione quantitativa e di prestazione qualitativa che determinano il punteggio di valutazione dei singoli interventi, ai fini delle agevolazioni economiche previste. Per le finalità del presente regolamento vengono concesse agevolazioni economiche a fronte dei maggior costi connessi con la realizzazione di interventi edilizi eseguiti dai soggetti privati, sulla base dei criteri e le valutazioni previsti dal regolamento. Tali agevolazioni sono concesse nella misura massima della riduzione del 30% del contributo sul costo di costruzione, al raggiungimento di almeno 85 punti del punteggio previsti per gli interventi di Bioedilizia realizzati. I requisiti valutati appartengono alle seguenti categorie: 1. APPROCCIO ALLA PROGETTAZIONE 2. PRESTAZIONI DELL INVOLUCRO 3. MATERIALI DA COSTRUZIONE ECOSOSTENIBILI 4. AREE VERDI 5. EFFICIENZA ENERGETICA DEGLI IMPIANTI 6. FONTI ENERGETICHE RINNOVABILI 7. SOSTENIBILITA AMBIENTALE 8. CERTIFICAZIONE ENERGETICA altri comuni lombardi: Comune di Corbetta, Comune di Pioltello, Comune di Caccivio, Comune di Canzo, Comune di Melzo, Comune di Carugate riferimenti normativi regionali 94

99 DGR 22 dicembre 2008 VIII/ Determinazioni in merito alle disposizioni per l efficienza energetica in edilizia e per la certificazione energetica D.g.r. 27 dicembre n. 8/ Indirizzi inerenti l'applicazione di riduzioni degli oneri di urbanizzazione in relazione a interventi di edilizia bioclimatica o finalizzati al risparmio energetico PIANO REGOLATORE COMUNALE DELL ILLUMINAZIONE PUBBLICA Introduzione Con la l.r. n. 17 del si promuove l iniziativa per una maggiore attenzione al risparmio energetico e alla riduzione dell inquinamento luminoso, salvaguardando quelle zone "protette" elencate nella deliberazione della Giunta regionale n.7/2611 del 2/12/2000 dove sono siti gli osservatori astronomici; la legge impone ai comuni di dotarsi di piani d illuminazione per disciplinare le nuove installazioni e di adeguare gli impianti esistenti ai requisiti prescritti dalla legge stessa. Da queste considerazioni nasce l esigenza di elaborare un Piano Regolatore Generale dell Illuminazione Pubblica per le Amministrazioni Comunali e per dare l opportunità di uno sviluppo organico agli interventi di illuminazione nell area comunale. Per "sviluppo organico" deve intendersi la impostazione di un unico Piano redatto con criteri omogenei. Lo stato di fatto della maggior parte dell illuminazione delle aree pubbliche è spesso una situazione ereditaria, che si presenta disorganica ed eterogenea, realizzata, il più delle volte, con interventi isolati e limitati, in relazione alle necessità contingenti ed alle disponibilità economiche. Il Piano ha lo scopo di ottimizzare ed omogeneizzare sia gli interventi immediati sia quelli futuri ed ha caratteristica di indirizzo per i soggetti preposti alla programmazione ed alla disciplina degli interventi stessi. Vantaggi/Miglioramenti Il Piano Regolatore Comunale dell illuminazione Pubblica è uno strumento tecnico che preveda e disciplini le modalità di intervento nell esecuzione dei futuri progetti e lavori di illuminazione pubblica al fine di regolamentarne l inserimento nelle aree comunali. Il Piano disciplinerà anche tutti quegli interventi privati per attività commerciali, sportive, ornamentali, ecc., che hanno incidenza nell area pubblica. Il Piano sarà redatto nell osservanza delle disposizioni delle prescrizioni della l.r. n.17/00, del Codice della Strada, delle normative tecniche vigenti dell UNI e del CEI, e dell immagine urbana sia diurna sia notturna in relazione all inserimento degli apparecchi di illuminazione e dei loro sostegni e linee di alimentazione. Dall adozione di un tale strumento di programmazione dei lavori conseguiranno vantaggi derivanti essenzialmente dalla razionalizzazione e dal coordinamento degli interventi che si susseguiranno nel tempo. Ciò porterà ad evitare sprechi e sovrapposizioni nella realizzazione di opere parziali, che risulteranno necessariamente congruenti tra loro. Tale strumento ha duplice valenza: - sul piano tecnico, tutti gli interventi che vengono eseguiti, anche se frazionati nel tempo e modesti sul piano economico, dovranno seguire una logica e risultare armonizzati con le scelte urbanistiche; - sul piano economico, la previsione globale del sistema consentirà di valutare i costi di intervento e di gestione con anticipo, e di programmare le risorse evitando così sprechi negli interventi frazionati. Lo strumento del Piano si prefigge di produrre sensibili miglioramenti nei seguenti settori: - riduzione dell inquinamento luminoso; - sicurezza del traffico e delle persone; - arredo urbano; - economia di gestione. Inoltre si potranno conseguire: - economie di scala dovute alla riduzione delle tipologie delle apparecchiature ed alla ottimizzazione delle stesse; - economie di costruzione dovute alla razionalizzazione ed alla contestualità degli interventi nel sottosuolo per l insediamento dei vari servizi; - economie congruenti all adozione di sistemi a tecnologia avanzata, a bassi oneri di gestione in termini energetici e manutentivi. buone pratiche Comune di Canneto sull Oglio ( Comune di Bigarello ( 95

100 PIANO URBANO GENERALE DEI SERVIZI DEL SOTTOSUOLO Introduzione Il comune in base alla Direttiva Micheli 3/3/1999, alla legge regionale della Lombardia 26/03 e al Regolamento Regionale 3/05, deve predisporre il Piano del Sottosuolo. Il PUGSS integra, per quanto riguarda l'infrastrutturazione del sottosuolo, il Piano dei Servizi (art. 9 comma 8 LR 12/05) che è uno dei tre documenti di base del Piano di Governo del territorio (art 7 LR 12/05). Il piano è predisposto per pianificare l'utilizzo razionale del sottosuolo stradale a partire dai dati della componente geologica, del quadro urbano e dei sottoservizi presenti. Il piano si pone l'obiettivo di gestire il sottosuolo per assicurare efficienza, efficacia ed economicità. La realizzazione dell'infrastruttura (art. 39 LR 26/03) è opera di pubblica utilità assimilata ad urbanizzazione primaria. La sua realizzazione è subordinata all'autorizzazione. Le disposizioni si applicano per la realizzazione dei servizi tecnologici nelle aree di nuova urbanizzazione ed ai rifacimenti o integrazioni di quelli già esistenti (art. 39 comma 4). Questo intervento è occasione di miglioramento del sistema urbano. A cosa serve il pugss Quante volte è accaduto che la stessa strada sia stata scavata prima per riparare un acquedotto, poi per installare una fibra ottica, e poi ancora una volta per allacciare una nuova utenza del gas? Probabilmente molte volte. I risultati indesiderati sono rappresentati, in questo caso, da un disturbo alla città ed ai cittadini, ripetuto nel tempo, e da una strada lasciata in pessime condizioni, sulla quale diventa urgente intervenire, senza avere spesso le necessarie risorse per farlo. Poter sapere cosa c è nel sottosuolo di una città, poter stabilire quindi le regole sul come operare nel sottosuolo, e poter infine controllare e gestire, anche dal punto di vista economico, le attività che hanno luogo nel sottosuolo, con profitto e beneficio per la città, è l obiettivo del PUGSS. E uno strumento operativo e dinamico che può realmente permettere di trarre benefici, per tutti, dalla gestione del sottosuolo. Perché fare il pugss Per conoscere come sono fatte le reti tecnologiche che tengono in vita la città, per sapere quanto è esteso e quanto vale il patrimonio sotterraneo, per stabilire le regole che deve seguire chiunque voglia effettuar e interventi che riguardino il sottosuolo urbano, per poter programmare con razionalità gli interventi sulle reti, per poter gestire in maniera proficua le concessioni per la costruzione di nuove reti interrate, per favorire l uso di tecnologie a basso impatto ambientale, per evitare che le strade, i marciapiedi e le piazze diventino dei colabrodi perché manomesse e lasciate in cattivo stato a causa di interventi mal controllati o mal programmati. buone pratiche Comune di Mediglia ( Comune di Abbiategrasso ( TERRITORIO/PIANO-di-GOVERNO-del-TERRITORIO/Piano-dei-Servizi/PUGSS) Riferimenti normativi - L.R. 11/3/05 n Legge per il Governo del Territorio - Regolamento regionale 28/2/2005 n.3 - Criteri guida per la redazione del PUGSS comunale - L.R. 26/03 - Disciplina dei servizi locali di interesse generale. Norme in materia di gestione dei rifiuti, di energia e di utilizzo del sottosuolo - Direttiva 3/3/99 - Razionale sistemazione nel sottosuolo degli impianti tecnologici - Il D.Lgs. 446/97, all'art. 63, disciplina l'applicazione del canone per l'occupazione permanente o temporanea di spazi ed aree pubbliche - D.Lgs. 507/93 al capo II disciplina il campo di applicazione, le tariffe e le eventuali esenzioni relativamente alla TOSAP - 96

101 PIANO ENERGETICO COMUNALE Introduzione Il protocollo di Kyoto fissa una diminuzione dei gas serra del 5.2% (6.5% per l'italia) entro il 2012 E' un obbiettivo ambizioso e purtroppo i paesi più sviluppati hanno una pericolosa tendenza all'incremento, piuttosto che al decremento (l'italia si attesta ad un + 6%). Le vicende climatiche dell'estate appena trascorsa hanno posto prepotentemente il problema del risparmio energetico. Obiettivi - Censimento Energetico degli Edifici di proprietà comunale con particolare riferimento alle strutture scolastiche (asili, scuole materne, elementari e medie inferiori), dove individuare i possibili interventi di risparmio energetico e ricorso alle fonti rinnovabili. redigere il censimento degli edifici e delle utenze di proprietà comunale, con le relative caratteristiche di efficienza energetica; individuare, là dove possibile, opportunità, indicazioni, strategie o urgenze per la gestione razionale dei consumi energetici delle utenze comunali; dotare l'amministrazione, gli Uffici tecnici e il futuro gestore degli impianti di uno strumento aggiornabile ed utilizzabile ai fine anche di orientare le scelte d'intervento, quantificarne e monitorarne i risultati. - Capitolati d'appalto per la gestione energetica degli impianti e degli edifici, contenenti forme innovative per l'incentivo d'interventi "energy saving" ripagati con il risparmio stesso nel corso dei una gestione pluriennale. - Regolamento Edilizio con uno specifico richiamo a "Linee guida per l'energia", contenenti raccomandazioni progettuali per l'uso efficiente dell'energia e la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare nelle aree in trasformazione, recupero e riqualificazione urbana. Struttura Prima fase: Linee Guida per l'energia nel Regolamento Edilizio Seconda fase: il censimento energetico degli edifici e delle utenze comunali Terza fase: la diagnosi energetica degli edifici Quarta fase: la valutazione dei possibili interventi di risparmio Quinta fase: la realizzazione degli interventi Vantaggi/Miglioramenti Il Piano Energetico Comunale, dopo aver condotto una approfondita analisi sul patrimonio degli edifici comunali, aiuta l amministrazione comunale a programmare quali siano gli interventi, di carattere di ristrutturazione/riqualificazione, da attuare prioritariamente al fine del risparmio ed efficienza energetica. buone pratiche

102 PIANO DELLA RETE DEGLI ITINERARI CICLABILI Le finalità e i criteri che devono ispirare la pianificazione di percorsi ciclabili sono: a. favorire e promuovere un elevato grado di mobilità ciclistica e pedonale, alternativa all'uso dei veicoli a motore nelle aree urbane e nei collegamenti con il territorio contermine, che si ritiene possa raggiungersi delle località interessate, con preminente riferimento alla mobilità lavorativa, scolastica e turistica; b. puntare all'attrattività, alla continuità ed alla riconoscibilità dell'itinerario ciclabile, privilegiando i percorsi più brevi, diretti e sicuri secondo i risultati di indagini sull'origine e la destinazione dell'utenza ciclistica; c. valutare la redditività dell'investimento con riferimento all'utenza reale e potenziale ed in relazione all'obiettivo di ridurre il rischio d'incidentalità ed i livelli di inquinamento atmosferico ed acustico; d. verificare l'oggettiva fattibilità ed il reale utilizzo degli itinerari ciclabili da parte dell'utenza, secondo le diverse fasce d'età e le diverse esigenze, per le quali è necessario siano verificate ed ottenute favorevoli condizioni anche plano-altimetriche dei percorsi. Al fine di predisporre interventi coerenti con le finalità ed i criteri anzidetti il Comune si dota dei seguenti strumenti di pianificazione e di progettazione: a. un piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare, comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica di spesa e di una motivata scala di priorità e di tempi di realizzazione. Il livello di indagini preliminari e di dettaglio degli elaborati di piano deve essere adeguato alla estensione dimensionale della rete ciclabile ed alla complessità del modello di organizzazione della circolazione delle altre componenti di traffico. Per i comuni che sono tenuti alla predisposizione del Piano urbano del traffico (PUT), ai sensi dell'articolo 36 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, il piano della rete ciclabile deve essere inserito in maniera organica, quale piano di settore, all'interno del PUT, secondo le indicazioni delle direttive ministeriali pubblicate nel supplemento ordinario n. 77 alla Gazzetta Ufficiale del 24 giugno Per i comuni non tenuti alla predisposizione del PUT occorre comunque procedere ad una verifica di compatibilità, soprattutto ai fini della sicurezza, con le altre modalità di trasporto; b. i progetti degli itinerari ciclabili, previsti dal piano di cui al punto a), che prevedano anche, ove necessario, la riqualificazione dello spazio stradale circostante; in particolare, i progetti devono considerare e prevedere adeguate soluzioni per favorire la sicurezza della mobilità ciclistica nei punti di maggior conflitto con i pedoni e i veicoli a motore (intersezioni, accessi a nodi attrattivi, ecc.). RIFERIMENTI NORMATIVI DECRETO MINISTERIALE 30 novembre 1999, n. 557 Regolamento recante norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili (G.U. n. 225, 26 settembre 2000, Serie Generale) Deliberazione di Giunta Regionale n. VI/47207 del 22 dicembre 1999 (pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia sussidi tematici il 12 maggio 2000), Manuale per la realizzazione della rete ciclabile regionale Di seguito vengono riportate una serie di iniziative che si potrebbero attuare sempre le quadro dello sviluppo sostenibile del territorio. AGENDA 21 LOCALE PROMOZIONE ED ADESIONE A PROGETTI DI AGENDA 21 LOCALE AVVIATI DA ENTI SOVRACOMUNALI (Provincia, Parco,.) La Provincia di Cremona ha sottoscritto, nel 2000, la Carta di Aalborg e ha aderito alla Campagna delle Città Europee Sostenibili e al Coordinamento Agende 21 Locali Italiane, adottando i principi di Agenda 21 e portandoli all'interno delle proprie competenze e attività, quindi impegnandosi ad organizzare le proprie azioni per lo sviluppo sostenibile in un Piano d'azione Locale e a monitorare la situazione del territorio attraverso la realizzazione del Rapporto sullo Stato dell'ambiente nella Provincia di Cremona. Il 13 ottobre 2004 l'impegno a promuovere i contenuti dello sviluppo sostenibile è stato confermato dall'approvazione degli Aalborg Commitments (delibera del C.P. 113), aggiornamento a distanza di 10 anni della carta di Aalborg, che impegna le amministrazioni aderenti all'attuazione di programmi di sostenibilità. In particolare, in questi quattro anni di attività, l'ufficio ha seguito lo sviluppo di attività in sinergia con i diversi servizi del Settore Ambiente, come la redazione del Piano Energetico Ambientale Provinciale o la costituzione dei forum legati a specifiche attività, come la pianificazione relativa alle cave e quella sui rifiuti, applicando sistematicamente i principi di Agenda 21..nel mondo Agenda 21 è un documento di intenti ed obiettivi programmatici su ambiente, economia e società sottoscritto da oltre 170 paesi di tutto il mondo, durante la Conferenza delle Nazioni Unite su Ambiente e Sviluppo (UNCED) svoltasi a Rio de Janeiro nel giugno Tale documento è formato da 40 capitoli e suddiviso in 4 sezioni: dimensioni economiche e sociali, conservazione e gestione delle risorse per lo sviluppo, rafforzamento del ruolo delle forze sociali e strumenti di attuazione. 98

103 In particolare, il capitolo 28 "Iniziative delle amministrazioni locali di supporto all'agenda 21" riconosce un ruolo decisivo alle comunità locali nell'attuare le politiche di sviluppo sostenibile, tenuto conto che oltre il 45% della popolazione mondiale vive in contesti urbani, percentuale destinata a crescere fino al 63% nel Nel capitolo 28 si legge "Ogni amministrazione locale dovrebbe dialogare con i cittadini, le organizzazioni locali e le imprese private e adottare una propria Agenda 21 locale. Attraverso la consultazione e la costruzione del consenso, le amministrazioni locali dovrebbero apprendere e acquisire dalla comunità locale e dal settore industriale, le informazioni necessarie per formulare le migliori strategie". L'Agenda 21 locale può in questo modo essere definita come un processo, condiviso da tutti gli attori presenti sul territorio (stakeholder), per definire un piano di azione locale che guardi al 21 secolo. Il Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile (WSSD), tenutosi a Johannesburg dal 26 agosto al 4 settembre 2002, ha rappresentato un'importante occasione per rilanciare l'impegno degli Enti locali. Nei documenti finali del Summit il governo locale ha ottenuto il riconoscimento della comunità internazionale per il suo ruolo di attore chiave nell'attuazione dell'agenda 21. L'obiettivo per il prossimo decennio è di passare dall'agenda 21 all'azione 21 e di adottare Piani d'azione "concreti e realistici". in Italia Dopo Rio, affinché l'europa risponda positivamente alla sfida dello sviluppo sostenibile, viene organizzata nel 1994 la Conferenza di Aalborg nel cui ambito nasce la Campagna europea città sostenibili. La Conferenza di Lisbona del 1996 e quella di Hannover del 2000 rappresentano un momento di confronto importante per i paesi che hanno raccolto questa sfida. Oggi in Italia sono numerose le amministrazioni che, firmando la Carta di Aalborg e aderendo alla Campagna europea città sostenibili, stanno promuovendo processi di Agenda 21 locale sul proprio territorio. Un impulso decisivo in questa direzione viene dalla nascita del Coordinamento nazionale Agende 21 locali nel 1999 a Ferrara, recentemente trasformato in Associazione. L'Associazione riveste un ruolo di primo piano nel diffondere, valorizzare e monitorare le esperienze di Agenda 21 locale in corso e nel favorire la partnership e lo scambio di informazioni tra gli enti locali. Inoltre, nel 2000 l'anpa ha pubblicato un Manuale tecnico-operativo per lo sviluppo dei processi di Agenda 21 locale. Anche questo strumento, diffuso capillarmente, si è rivelato particolarmente utile per incentivare le amministrazioni a muoversi sulla via dello sviluppo sostenibile. Infine, il Ministero dell'ambiente con il Bando 2000 per il cofinanziamento di progetti di Agenda 21 locale ha messo a disposizione delle amministrazioni locali e degli enti parco 12,9 milioni di euro (pari a circa 25 miliardi di lire) e sta sostenendo l'attuazione di 110 progetti. Il Bando 2000 ha avuto un ruolo determinante nella diffusione in Italia dei processi di Agenda 21 locale: il 62% dei progetti cofinanziati rappresentano nuove esperienze di Agenda 21 locale, che coinvolgono soggetti, interessi e risorse mai prima dedicate alla sperimentazione di processi di pianificazione territoriale integrata e partecipata. LINK SISTEMA DI ECOGESTIONE E AUDIT AMBIENTALE - EMAS L'obiettivo del Sistema di ecogestione e audit (Eco-Management and Audit Scheme, EMAS) consiste nel promuovere costantemente il miglioramento delle prestazioni ambientali. EMAS infatti è un sistema istituito per le organizzazioni che desiderano migliorare, su base volontaria e tramite un costante monitoraggio, le proprie prestazioni ambientali. Alla nuova versione di EMAS può partecipare qualunque genere di organismo, compresi quelli del settore pubblico, che possono ricavarne notevoli vantaggi. La struttura del Sistema infatti presenta un approccio flessibile alla registrazione che permette l'adesione di singoli dipartimenti o uffici dell organismo pubblico. FASEPRELIMINARE - Per partecipare ad EMAS, alle organizzazioni viene chiesto di: - svolgere un'analisi iniziale sotto il profilo ambientale; - coinvolgere attivamente i dipendenti nell'attuazione di EMAS; - rendere accessibili le relative informazioni al pubblico e agli altri interessati. FASE DI VALUTAZIONE - L'organizzazione che intende aderire al Regolamento EMAS è tenuta a svolgere i seguenti compiti: - effettuare l'analisi ambientale iniziale con la quale viene stabilita la posizione iniziale dell'organizzazione rispetto alle condizioni ambientali; - stabilire la propria politica ambientale cioè gli obiettivi ed i principi generali di azione rispetto all'ambiente, definendo il 99

104 quadro di riferimento per fissare obiettivi specifici e target; - elaborare il programma ambientale che contiene una descrizione delle misure adottate per raggiungere gli obiettivi specifici ed i target, conseguenti alla politica ambientale; - attuare il sistema di gestione ambientale, cioè quella parte del sistema complessivo di gestione (struttura, pianificazione, responsabilità, pratiche, procedure, processi e risorse) che consente di sviluppare, mettere in atto, realizzare e mantenere la politica ambientale; - effettuare l'auditing cioè svolgere una valutazione sistematica, periodica, documentata e obiettiva delle prestazioni dell'organizzazione, del sistema di gestione ambientale e dei processi destinati a proteggere l'ambiente; - redigere la dichiarazione ambientale, rivolta al pubblico, che comprende la politica ambientale, una breve descrizione del sistema di gestione ambientale, una descrizione dell'organizzazione, degli aspetti ambientali significativi, degli obiettivi e target ambientali ed in generale delle prestazioni ambientali dell'organizzazione. FASE DI GESTIONE Il Regolamento stabilisce che la dichiarazione ambientale sia sottoposta ad esame per la convalida da parte di un Verificatore Ambientale Accreditato indipendente dall'impresa. Una volta che la Dichiarazione ambientale sia stata convalidata, l'organizzazione può chiedere la registrazione, da parte dell'organismo nazionale competente, per essere inserita in un apposito Elenco EMAS europeo. Ottenuta la registrazione, le organizzazioni possono utilizzare un apposito logo. VANTAGGI - EMAS aiuta tali organismi a: - rispettare la normativa ambientale nazionale ed internazionale; - realizzare risparmi finanziari mediante la riduzione dei rifiuti, risparmi energetici e minori consumi di risorse; - migliorare il controllo di gestione all'interno dell'organismo e ridurre i problemi ambientali; - dimostrare ai dipendenti e alla clientela il proprio impegno per un ambiente migliore; - integrare i principi dello sviluppo sostenibile nelle attività dell'organismo, nel quadro delle iniziative locali legate ad Agenda 21; - L'adesione ad EMAS produce una serie di vantaggi, tra cui: - Riorganizzazione interna e conseguente crescita dell'efficienza; - Riduzione dei costi a seguito di una razionalizzazione nell'uso delle risorse e nell'adozione di tecnologie più pulite; - Crescita della motivazione dei dipendenti e della loro partecipazione, con conseguente riduzione delle conflittualità interne; - Creazione di un rapporto di maggiore fiducia con gli organismi preposti al controllo ambientale e con quelli che rilasciano le autorizzazioni; - Riduzione delle probabilità di eventi che possono arrecare danno all'ambiente; - Maggiori garanzie in termini di certezza del rispetto delle normative ambientali; - Riconciliazione con i cittadini che percepiscono l'impegno al miglioramento ambientale da parte dell'organizzazione; - Crescita delle conoscenze tecnico-scientifiche e loro uso per il miglioramento continuo delle prestazioni ambientali; - Riequilibrio sul territorio tra necessità di sviluppo e difesa dell'ambiente; - Maggiori garanzie di successo nelle azioni che vengono intraprese in materia ambientale, a seguito di una più attenta valutazione; - Riduzione del carico burocratico ("corsie preferenziali") per le organizzazioni aderenti ad EMAS; - Maggiori garanzie di accesso ai finanziamenti per le piccole imprese; - Incremento del valore patrimoniale per la garanzia di una corretta gestione ambientale che ne esalta la valutazione. GPP Green Public Procurement Acquisti Verdi nella Pubblica Amministrazione Il GPP (Green Public Procurement) è definito dalla Commissione europea come... l approccio in base al quale le Amministrazioni Pubbliche integrano i criteri ambientali in tutte le fasi del processo di acquisto, incoraggiando la diffusione di tecnologie ambientali e lo sviluppo di prodotti validi sotto il profilo ambientale, attraverso la ricerca e la scelta dei risultati e delle soluzioni che hanno il minore impatto possibile sull ambiente lungo l intero ciclo di vita. Il GPP è uno degli strumenti principali che gli enti locali e la Pubblica Amministrazione (PA) hanno a disposizione per mettere in atto strategie di sviluppo sostenibile mirate a ridurre gli impatti ambientali dei processi di consumo e produzione, attraverso una gestione più responsabile delle risorse naturali e dei rifiuti. Si tratta di uno strumento di politica ambientale volontario che intende favorire lo sviluppo di un mercato di prodotti e servizi a ridotto impatto ambientale attraverso la leva della domanda pubblica. in Europa In base alle stime della Commissione Europea, la spesa pubblica nei paesi membri nel 2002 ammontava a miliardi di Euro, pari al 16,3% del relativo PIL. Se, quindi, tutti gli acquisti di beni, servizi e lavori fossero effettuati scegliendo le opzioni a minore impatto ambientale e stimolando il mercato a migliorare le proprie prestazioni, i vantaggi per l ambiente sarebbero considerevoli. La diffusione del GPP può agevolare anche il settore privato e i consumatori a fare scelte di acquisto migliori sotto il profilo 100

105 ambientale e può incentivare il sistema produttivo all innovazione tecnologica, potenziando ulteriormente gli effetti sull ambiente. in Italia Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del Mare, seguendo le indicazioni sviluppate nella Comunicazione della Commissione europea Politica integrata dei prodotti, sviluppare il concetto di ciclo di vita ambientale (COM(2003) 302), e in applicazione del comma 1126, articolo 1, della legge 296/2006 (legge finanziaria 2007), ha elaborato con la collaborazione degli altri Ministeri Competenti (Economia e Finanza e Sviluppo Economico) e di enti e strutture tecniche di supporto (CONSIP, ENEA, APAT, ARPA), attraverso un ampio processo di consultazione con enti locali e parti interessate, il Piano d'azione per la sostenibilità ambientale dei consumi della pubblica amministrazione (di seguito PAN GPP). i settori di intervento Sono state individuate 11 categorie rientranti nei settori prioritari di intervento per il GPP, selezionate tenendo conto dei seguenti parametri: impatti ambientali; volumi di spesa pubblica coinvolti. 1. ARREDI (MOBILI PER UFFICIO, ARREDI SCOLASTICI, ARREDI PER SALE ARCHIVIAZIONE E SALE LETTURA) 2. EDILIZIA (COSTRUZIONI E RISTRUTTURAZIONI DI EDIFICI CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI MATERIALI DA COSTRUZIONE, COSTRUZIONE E MANUTENZIONE DELLE STRADE) 3. GESTIONE DEI RIFIUTI 4. SERVIZI URBANI E AL TERRITORIO (GESTIONE DEL VERDE PUBBLICO, ARREDO URBANO ) 5. SERVIZI ENERGETICI (ILLUMINAZIONE, RISCALDAMENTO E RAFFRESCAMENTO DEGLI EDIFICI, ILLUMINAZIONE PUBBLICA E SEGNALETICA LUMINOSA) 6. ELETTRONICA (ATTREZZATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE D UFFICIO E RELATIVI MATERIALI DI CONSUMO, APPARATI DI TELECOMUNICAZIONE) 7. PRODOTTI TESSILI E CALZATURE 8. CANCELLERIA (CARTA E MATERIALI DI CONSUMO) 9. RISTORAZIONE (SERVIZIO MENSA E FORNITURE ALIMENTI) 10. SERVIZI DI GESTIONE DEGLI EDIFICI (SERVIZI DI PULIZIA E MATERIALI PER L IGIENE) 11. TRASPORTI (MEZZI E SERVIZI DI TRASPORTO, SISTEMI DI MOBILITÀ SOSTENIBILE) i vantaggi Il possibili benefici derivanti dal GPP sono i seguenti: La razionalizzazione della spesa pubblica: il GPP favorisce la diffusione di una cultura attenta a contenere i consumi non necessari non solo presso chi materialmente effettua gli acquisti ma anche da parte del personale che a vario titolo opera presso gli uffici pubblici. Inoltre il GPP favorisce la diffusione di un approccio più corretto per valutare il prezzo del bene/servizio o lavoro oggetto d acquisto, introducendo la considerazione del costo totale, che include, accanto al prezzo, anche i costi indiretti (ad es. connessi all utilizzo e allo smaltimento del prodotto) in modo da effettuare scelte d acquisto convenienti dal punto di vista economico-finanziario in un ottica di medio e lungo termine (approccio LCC - Life Cycle Costing). L integrazione delle considerazioni ambientali nelle altre politiche dell ente: l introduzione del GPP in un ente coinvolge in modo trasversale settori che tradizionalmente non si occupano di ambiente, come l economato, e settori che possono incidere notevolmente sulle performance ambientali dell ente, come i trasporti, le infrastrutture e l edilizia. Il miglioramento dell immagine della pubblica amministrazione: applicando il GPP l amministrazione dimostra con i fatti il proprio impegno verso la sostenibilità ambientale, migliorando la propria credibilità e immagine nei confronti dei cittadini. L accrescimento delle competenze degli acquirenti pubblici: il GPP mette in prima linea la responsabilità e la capacità di ottimizzare da un punto di vista economico e non solo finanziario le scelte d acquisto, valorizzando le professionalità dei responsabili degli acquisti. Stimolo all innovazione: il GPP stimola le imprese a investire in R&S e a proporre soluzioni ecoinnovative che possano soddisfare il committente pubblico, specie laddove vengano richiesti requisiti di performance. La preparazione rispetto all evoluzione della legislazione ambientale: rispondendo a capitolati che integrano criteri di carattere ambientale le aziende anticipano la legislazione ambientale sempre più restrittiva e si trovano così preparate al momento in cui diventa operativa. Benefici di tipo sociale: il GPP può integrare aspetti di tipo etico-sociale quali le condizioni di lavoro o l integrazione di categorie sociali svantaggiate. La diffusione di modelli di consumo e di acquisto sostenibili: l adozione di pratiche di acquisto verdi da parte degli enti pubblici funge da stimolo ed esempio anche per le aziende private e i singoli cittadini. Buone Pratiche ( 101

106 FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI SOLARE TERMICO Sono gli impianti più diffusi e diffondibili sui tetti degli edifici italiani. Essi utilizzano la radiazione solare, attraverso un collettore (pannello) solare, principalmente per riscaldare acqua, per usi sanitari e, dopo attenta valutazione, anche per il riscaldamento degli ambienti e per le piscine. La tecnologia è matura ed affidabile, con impianti che hanno una vita media anche di oltre 20 anni e tempi di ritorno dell'investimento che possono essere molto brevi. L acqua calda prodotta con un impianto solare termico può essere utilizzata: 1. per gli usi sanitari (bagno, cucina, lavatrice, lavastoviglie) 2. per integrazione al riscaldamento degli ambienti (meglio se abbinato ad un tipo di riscaldamento diffuso come pavimenti e pareti radianti in quanto richiedono acqua a temperatura più bassa rispetto ai normali termosifoni utilizzati e disperdono meno il calore) 3. per il mantenimento in temperatura delle piscine sia per le famiglie sia per strutture più grandi (centri sportivi, ospedali, alberghi, ecc ) SOLARE FORTOVOLTAICO E' la tecnologia che converte direttamente l'irradiazione solare in energia elettrica. I pannelli sono composti da unità di base, le celle fotovoltaiche, che praticamente si comportano come delle minuscole batterie in seguito all irraggiamento solare. Il materiale usato per le celle fotovoltaiche commerciali è il silicio e poiché si richiede una sua certa purezza, i prezzi sono tuttora elevati, sebbene in costante diminuzione, il che comporta che questa tecnologia debba essere incentivata economicamente. La durata media di un impianto è di circa anni, la ricerca sperimentale sta rendendo sempre più efficiente il rendimento degli impianti che vengono utilizzati da aziende, edifici pubblici, da una domanda energetica diffusa. Il costo di un impianto per usi residenziali di 2-3 kw è pari a Euro. Da Settembre 2005 in Italia è previsto il Conto Energia : un sistema di incentivazione che premia l energia, il kwh, prodotta da impianti fotovoltaici con prezzi incentivanti. In questo modo la spesa iniziale per l installazione di un impianto fotovoltaico domestico si ripaga approssimativamente in 10 anni di funzionamento dell impianto stesso e successivamente la produzione di energia porta persino ad un piccolo guadagno annuale. L energia elettrica prodotta può essere utilizzata per tutte le utenze domestiche che richiedono per il funzionamento consumo di energia elettrica (elettrodomestici, illuminazioni, computer, ecc ) con il vantaggio di non produrre emissioni inquinanti e una volta coperto il costo dell installazione di avere energia elettrica gratuita. Il costo per un impianto fotovoltaico varia ovviamente in base alla tecnologia e alle esigenze: il costo a kw installato si aggira intorno ai 7-8mila euro circa. Un impianto da 3 kw con moduli mono o policristallino (che occupa circa 24mq su falda inclinata o 60mq su un tetto piano) ha un costo di circa mila euro, comprensivo di inverter, staffe di supporto, progettazione dell impianto, installazione elettrica e meccanica, collaudo finale. La durata media di impianto fotovoltaici si aggira intorno ai anni. BIOMASSA La biomassa utilizzabile ai fini energetici consiste in tutti quei materiali organici che possono essere utilizzati direttamente come combustibili o trasformati in combustibili liquidi o gassosi, negli impianti di conversione, per un più comodo e vasto utilizzo. Il termine biomassa riunisce materiali di natura eterogenea, dai residui forestali agli scarti dell'industria di trasformazione del legno o delle aziende zootecniche. In generale si possono definire biomasse tutti i materiali di origine organica provenienti da reazioni fotosintetiche (il processo che permette alle piante di convertire l'anidride carbonica in materia organica sfruttando l energia solare). In Italia le biomasse coprono circa il 2,5% del fabbisogno energetico, con un apporto di anidride carbonica in atmosfera che può essere considerato virtualmente nullo poiché la quantità di CO2 rilasciata durante la combustione è equivalente a quella assorbita dalla pianta durante il suo accrescimento. Perché questo processo sia effettivamente considerabile neutro in termini di produzione 102

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