la osservò bene, poi le scoprì la spalla, osservando che il livido si stava, pian piano ritirando. La lasciò di malagrazia intimandole di andarsene

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "la osservò bene, poi le scoprì la spalla, osservando che il livido si stava, pian piano ritirando. La lasciò di malagrazia intimandole di andarsene"

Transcript

1 Si dice spesso che nel mondo accadono cose strane e inspiegabili. Misteri, sul quale, è meglio non indagare se non si vogliono scoprire verità che non si è ancora pronti a sapere. Solo che, a volte, non si può sempre far finta di non vedere e la verità ti cade addosso, come la pioggia in inverno e tu non puoi fermarla ne evitarla, perchè sai che prima o poi, forse sotto forma di candida neve, tornerà sempre. Chiusa in un piccola ed angusta stanzetta, continuo a piangere cercando di convincere me stessa che tutto quello che ho visto non sia vero, che non può accadere proprio a me una cosa simile. La paura mi blocca i movimenti e mi impedisce di ragionare su ciò che è giusto fare. Forse, se rimarrò ancora chiusa qui dentro, potrò evitare che mi riportino in quella realtà che ora odio, tanto quanto detesto me stessa per aver ceduto così facilmente. Chiusa in questa stanzetta, vorrei tanto che lui fosse insieme a me, ma non è più possibile, mi ha abbandonato per sempre, loro me lo hanno portato via e la colpa è mia, perché ero stata avvertita che non dovevo innamorarmi di lui, ma non si può resistere al proprio cuore e per questo continuerò a chiamare il suo nome, sempre e soprattutto per sempre La pioggia scendeva insistentemente da giorni e sembrava non avesse nessuna intenzione di smettere. Lilith era ferma sotto quel diluvio, i lunghi capelli castani le si incollavano al viso e l acqua le disegnava piccoli fiumi sulle guance, mascherando le lacrime, che da ore, uscivano imperterrite dagli occhi nocciola. Le palpebre si erano arrossate per il continuo piangere, la testa le martellava ininterrottamente, come se avesse voglia di scoppiare da un momento all altro. Il freddo e i brividi la scuotevano di continuo, ma non voleva, per nessuna ragione al mondo, tornare indietro. Casa sua sembrava così lontana e vuota; in quell edificio ora vuoto e silenzioso, si celavano troppi ricordi dolorosi. Ricordi che sperava di cancellare con la pioggia, ma che rimanevano indelebili nel suo cuore distrutto. Qualcuno le aveva tolto la voglia di vivere, portandosi via con se quella dei suoi genitori. Perché avevano scelto proprio la sua famiglia? Perché non avevano ucciso anche lei insieme con loro? Cadde in ginocchio, il terreno era scivoloso e il fango le macchiò persino il viso, disegnandole uno strano disegno sulla guancia, come a volerla deridere. Le avevano sempre raccontato che, durante la notte, alcune persone nel suo villaggio e in alcune città vicine, erano morte misteriosamente. A volte non era stato possibile ritrovare il corpo di quelle sventurate persone, altre volte invece erano talmente irriconoscibili da sembrare, agli occhi di tutti, terribili e spaventosi mostri deformati. Lei non ci aveva mai creduto. Vissuta in un piccolo paesino di montagna, isolato dal resto del mondo, aveva sempre creduto che quei racconti fossero solo frutto di vecchie superstizioni o storielle da raccontare ai bambini, perché vadano a letto presto. Come potevano esistere entità simili, aberrazioni di esseri umani la cui anima, pervasa dal male, vive solo per togliere la vita ad altri esseri viventi? Demoni dall aspetto spaventoso e maligni, come un cancro che corrode il corpo e non si può fare nulla per estirparlo, ecco come venivano descritti i responsabili di quei disastri. Il mondo era diviso a metà: sole e luna; giorno e notte, così come esisteva la contrapposizione tra bene e male, ma credere a cose che non si possono vedere è difficile. Per credere bisogna vedere, ma quando la realtà ti piomba addosso, pesante e così velocemente, che il cuore ti duole solo per aver incrociato lo sguardo con simili esseri. Erano comparsi senza fare alcun rumore, come ombre nell oscurità, celati da una notte fredda, ma soprattutto normale. Famelici spettri voraci, che in pochi minuti, si erano cibati della sua vita senza alcun rimorso. Lei era scappata, ma non era riuscita a salvare altri che se stessa, tanto che ora, ferma sotto la pioggia battente, era un bersaglio facile. Se fossero giunti di nuovo a lei, avrebbero potuto prenderla e forse non avrebbe neanche reagito. Non sarebbe scappata, non questa volta Mangiatemi! Questo chiedeva la sua mente e il suo cuore, dilaniato dal rimorso della fuga e dalle grida delle persone a lei più care. Ecco, stavano arrivando attirati da quella supplica. Lilith poteva sentire, nonostante il ticchettio martellante della pioggia, i loro molli passi. Strusciavano le 1

2 pensanti gambe contro il terreno e lei, poteva avvertire, il loro odore nauseante catturarle le narici e rivoltarle lo stomaco. Un fruscio sempre più vicino, un sibilo e gemiti terrificanti. Poi brividi freddi lungo la schiena e un dolore insopportabile alla spalla, come fuoco in una notte di gelo. Qualcuno l aveva afferrata, si sentiva stretta in una morsa orribile, non poteva e non voleva muoversi. Chiuse gli occhi, perché assistere alla sua morte non era una bella prospettiva. Poi tutto ebbe fine, si sentì abbandonata al nulla, il corpo leggero e libero da qualsiasi dolore. Il buio l avvolse La pioggia continuava a cadere, possibile che anche il cielo partecipasse al dolore che impediva al suo cuore di palpitare normalmente? La differenza era che, questa volta, non aveva freddo e non percepiva su di se il picchiettare delle gocce d acqua, forse morire donava un senso di benessere, perché lei, in quel momento, si sentiva davvero bene. Cercò di aprire gli occhi, li sentiva pesanti e ad ogni movimento delle palpebre, seguiva un dolore insopportabile alle tempie. Fece uno sforzo e cercò con gli occhi qualcosa che potesse risultarle famigliare. Iniziò persino a credere che fosse stesa nel suo piccolo letto, che non fosse accaduto nulla e che, ad averla sconvolta, fosse stato solo un orribile incubo. Invece si ritrovò in una piccola capanna, dall odore doveva essere molto vicina ad una stalla. Sotto di lei, un piccolo giaciglio di paglia, era avvolta da una coperta in lana orticante, che la copriva solo per metà, infatti i piedi, che erano rimasti scoperti per tutto il tempo, erano completamente intorpiditi. Si mise seduta cercando di capire cosa fosse accaduto e soprattutto dove si trovasse, ma nei suoi ricordi non trovò nulla. Qualcuno l aveva portata lì, questo era certo e, forse, era anche la stessa persona che l aveva salvata da quegli esseri, ma il resto era un nulla totale. Cercò qualcuno, ma vide solo il buio intorno a se, chiunque l avesse soccorsa, l aveva probabilmente abbandonata in quella catapecchia. Si guardò la spalla, nello stesso punto, che in quegli istanti orribili, le aveva provocato tanto dolore, v intravide dei segni violacei, come se formassero una mano dalle lunghe e fini dita. La vista di quel livido la fece sussultare, stava davvero per essere divorata da quegli esseri e per di più, in quel momento, era stata lei stessa a volerlo. Si avvolse con la coperta, chiudendosi su se stessa per riscaldarsi. Un rumore attirò la sua attenzione, dei passi leggeri e agili come quelli di un gatto. Si voltò verso la direzione in cui li aveva sentiti, ma continuò a non vedere nulla, solo una voce maschile provenne da quel buio impenetrabile. - Se vuoi morire da suicida, cerca di farlo in silenzio. Hai gridato come una pazza per tutto il tempo.- Rimase senza parole, non ricordava affatto di aver gridato in quel momento, ma solo di essersi sentita libera dal dolore che la opprimeva, anche se, ora che si era destata, era tornato a farle del male. - Chiunque tu sia fatti vedere, non parlo hai fantasmi!- cercò di essere coraggiosa, ma il tremore alle gambe, che nascondeva sotto la coperta, dimostrava ben altro. - Mi sembra che tu lo stia già facendo.- Uscì dall oscurità e Lilith lo osservò bene. Era un giovane, forse poco più grande di lei, occhi neri e profondi e un viso dai lineamenti molto particolari: naso all insù e labbra fini, che lo rendevano quasi non umano. Un leggero accenno di barba che circondava un mento poco pronunciato; capelli neri e corti, di cui alcune ciocche ricadevano, temerarie e fastidiose, davanti agli occhi. Non era molto alto, Lilith pensò che forse la superasse in altezza di pochissimi centimetri. Indossava dei pantaloni anch essi neri molto stretti e un mantello che lo copriva quasi completamente, come se dovesse fare di tutto per nascondersi nelle ombre. Lilith fu colpita inoltre dalla strana spada che aveva legata sulla schiena, era molto lunga e fine, leggermente ricurva alla punta. Un arma che lei non aveva mai visto, molto diversa da quelle semplici dei soldati che conosceva bene. Anche suo padre era un ex soldato e la sua spada era l opposto di quella del giovane, anche la corporatura era troppo sproporzionata per un combattente. Lilith ricordava bene il corpo di suo padre, i muscoli ben scolpiti e spalle ampie, mentre quel giovane le sembrava troppo snello e asciutto. Si avvicinò a lei velocemente, tanto che Lilith quasi non se ne accorse. La prese per il mento e 2

3 la osservò bene, poi le scoprì la spalla, osservando che il livido si stava, pian piano ritirando. La lasciò di malagrazia intimandole di andarsene il prima possibile, Lilith cercò di obiettare, ma lui non gliene diede il tempo. - Ti ho salvato da loro perché mi hai rotto i timpani con le tue grida, non certo per pietà. Non sono tenuto a farti da balia, quindi dato che stai meglio, puoi anche andartene.- Fu lapidario e fece per scomparire nuovamente nell ombra, ma Lilith lo fermò tenendolo per un braccio. Lui si voltò fulminandola con lo sguardo, sembrava furioso per l insistenza della ragazza e non aveva alcuna intenzione di portarsela dietro ancora per molto. - Non so dove andare e neanche so dove mi trovo.- Lilith aveva le lacrime agli occhi e non vedeva in lui la minima reazione alle sue parole, era freddo e completamente estraneo alla realtà. - Ti hanno preso la famiglia, non la casa e poi non sei tanto lontana dal tuo paese, in meno di un ora ci arriverai. Non avrai problemi e non sarai aggredita.- Si scostò dalla presa con un strattone e scomparve. Lilith scoppiò in lacrime, come poteva essere stato così insensibile nei suoi confronti? Lei non voleva di certo, che quello sconosciuto diventasse la sua guardia del corpo, voleva solo qualcuno con cui sfogarsi un po, ma neanche poteva pretendere che s interessasse a lei. Non si mosse per tutta la giornata e lui non si fece vedere. Lilith non riusciva a muovere neanche un muscolo del suo corpo, senza contare che le parole di quello strano individuo, continuavano a risuonarle nella mente, rimbombando come il suono delle campane di una chiesa. Doveva essere scesa di nuovo la notte, perché Lilith non vedeva ad un palmo dal suo naso, ma ormai si era abituata bene all oscurità opprimente, che la circondava. Aveva pianto così tanto che le lacrime non le uscivano più dagli occhi e si sentiva tremendamente stanca. Poi qualcuno sembrò avvicinarsi a lei, non fece in tempo a voltarsi che qualcosa le piombò addosso. Era una mantella nera, anche se era difficile capirne il colore, in quella perenne oscurità. Di nuovo davanti ai suoi occhi stanchi, comparve lui, le aveva gettato la mantella e ora le stava ordinando di indossarla. Sembrava infastidito dalla presenza della ragazza e soprattutto stanco di sentirla piangere in continuazione. Lilith fece come le era stato chiesto e lui la riaccompagnò a casa sua. Tra la fitta boscaglia, si muoveva agile come un furetto, i suoi passi non producevano alcun rumore; tanto che a confronto, quelli di Lilith, sembravano i passi di un elefante. Proprio come le aveva detto, in meno di un ora giunsero al suo villaggio. Lui non l accompagnò fino a casa, la lasciò proprio fuori del paese e scomparve sotto i suoi occhi ancora una volta. La ragazza si strinse in quella ruvida mantella, sprofondando completamente nel dolce odore di aromi selvatici, di cui era impregnata. Non ebbe il coraggio di tornare a casa sua, non riusciva neanche ad alzare lo sguardo sulla lontana figura scura dell abitazione, vi leggeva troppo del passato ed era doloroso oltre ogni dire. Si diresse verso il centro del villaggio e bussò ad una porta. Ad accoglierla fu una giovane della sua stessa età, indossava una lunga tunica in lana bianca, forse stava già dormendo, perché aveva tutti i capelli fuori posto e la voce ancora impastata dal sonno. Quando vide Lilith, l abbracciò così forte, che per un attimo alla giovane mancò il respiro, la fece entrare preparandole una parca cena, su cui Lilith si avventò con voracità. Le raccontò tutto dell aggressione e dell incontro con il misterioso uomo di cui, tra l altro, non conosceva neanche il nome, ma la risposta della sua amica fu completamente diversa da quella che si aspettava.- Devi stare attenta Lilith, si dice in giro che ci sia qualcuno in grado di ucciderli o quanto meno di tenergli testa e sappiamo tutti che, per essere in grado di farlo, bisogna essere uno di loro. Gli esseri umani non possiedono tanta forza da abbatterli. I soldati cadono come mosche, sotto i loro attacchi.- La ragazza tremava al solo pensiero di quegli esseri, mentre Lilith li aveva perfino visti. Ad ogni modo non diede importanza a quella storia, sapeva benissimo che non esisteva nessuno in grado di fronteggiarli, neanche suo padre, ex soldato, ma ancora in grande forma, era riuscito a fare nulla. L unica cosa che le occupava la mente, in quel momento, era sapere chi fosse, capire perché non riusciva a dimenticare il profumo di quel mantello e, se davvero era 3

4 lui quello di cui parlavano, lei gli avrebbe chiesto vendetta. Se, quello strano personaggio, era in grado di fronteggiare simili esseri, lei avrebbe fatto di tutto perché il loro sangue, vendicasse la morte ingiusta dei suoi genitori e la distruzione della sua vita. Nei giorni seguenti, nella mente di Lilith esisteva solo quel pensiero, cercò di ricordare la strada che avevano percorso insieme, in modo da poter tornare in quel luogo, ma soprattutto le premeva rivedere lui. Sapeva che non avrebbe mai accettato la sua richiesta, ma lei non si sarebbe arresa di certo per una cosa simile, per un rifiuto e delle parole cattive nei suoi confronti. Ogni giorno si recava in quella piccola capanna e lo cercava insistentemente, ma lui non c era, sembrava scomparso nel nulla, proprio come era apparso nella sua vita. Dopo più di dieci giorni passati a cercarlo, nella mente di Lilith stava diventando un ossessione continua, la notte andava a letto portando con se la mantella, sapeva che lui l aveva indossata ed era un modo per sentirlo vicino. Nessuno era in grado di capire il suo strano comportamento, la vedevano sparire di mattino presto e rientrare a notte fonda, stanca e dolorante, sempre con quel vecchio e lacero mantello sulle spalle e senza ricevere da lei alcuna spiegazione chiara. Una notte, appena rientrata, incontrò il viso della ragazza con cui si era confidata, Rihanna. Si conoscevano da quando erano bambine ed erano molto amiche, lei le aveva offerto un posto dove stare, finché Lilith non si fosse decisa a tornare a casa, ma benché si fosse sforzata di capire il dolore che la sua amica aveva nel cuore, ora non riusciva proprio a comprendere il suo ossessivo interesse per quel tipo. La fermò sulla soglia prendendola per un braccio, tirandola a se e chiudendola in un dolce e premuroso abbraccio. - Continui ad andare a cercare quel tizio, non ti rendi conto che è troppo pericoloso, potrebbe essere uno di loro.- Lilith non aveva intenzione di ascoltarla ancora per molto, ormai conosceva a memoria quella frase, perché Rihanna continuava a ripeterla quasi ogni sera, ma lei non voleva crederci. Lui l aveva salvata e quindi non poteva essere uno di loro.- Cerca di ragionare Lilith, non ti affezionare a un fantasma simile. Perché non riprendi la tua solita vita, cerca di superare il dolore. Io ti aiuterò, farò di tutto per farti tornare il sorriso sulle labbra, ma tu devi volerlo.- Lilith la scansò bruscamente, sapeva anche questo, ma non voleva tornare la sciocca ragazzina di prima. Non volva chiudersi in un sogno ovattato, provando a far finta che non le fosse accaduto nulla. Rihanna non cedette e prima di vederla sparire in camera, le gridò dietro. - Sono marchiati cerca un simbolo e capirai se è uno di loro. Questo è l unica cosa che posso dirti. - Quei giorni di ricerca estenuante, l avevano portata a sapere molte cose su quelle entità, sapevano che erano riconoscibile da strani segni sul corpo. Si diede della sciocca per non aver mai voluto credere in quella realtà orribile, esistevano però e l avevano colpita duramente. Nessuno sapeva chi li avesse creati, perché di certo non potevano nascere in modo naturale esseri dall aspetto così mostruoso, ma aveva sentito parlare che i più feroci erano quelli che assumevano l aspetto di esseri umani, ma lui non era uno di loro. Era solo un tipo speciale, soprattutto per lei. Quella notte non riuscì a dormire e decise di tornare a cercarlo. In poco tempo arrivò alla piccola capanna ed entrò, cominciava a fare freddo e non voleva tornare in paese. Si chiuse nella casupola e cercò tentoni un posto in cui fermarsi. Si sedette a terra e si prese le ginocchia con le braccia per riscaldarsi, chiudendosi nel mantello. Lo avrebbe aspettato li, anche se ci sarebbero voluti giorni. Si addormentò quasi subito, si sentiva stanca e abbattuta, ma sperava tanto di rivederlo, almeno nei suoi sogni. Nel tempo che, a Lilith parve un secondo, qualcuno entrò velocemente nella capanna, la ragazza fu investita da un vento gelido, che le fermò il sangue nelle vene. Si alzò di scatto e vide la figura di un uomo entrare con difficoltà e chiudere a forza la porta dietro di se con un calcio mal assestato. Camminava rimanendo chino su se stesso e si reggeva la spalla sinistra con la mano. La ragazza capì subito chi era, l odore che aveva imparato alla perfezione, le catturò le narici, ne era diventata quasi 4

5 dipendente. Lilith si precipitò ad aiutarlo, ma lui, non appena la vide, la scansò bruscamente facendola cadere a terra. - Che diavolo ci fai ancora qui!- Più che una domanda, sembrava un ordine ad andarsene, ma Lilith non si sarebbe fatta spaventare da un tono sgarbato dopo tutto quel tempo. Lui si accasciò in un angolo come un cane bastonato. Era stato ferito, forse mentre si scontrava con uno di quegli orribili mostri e Lilith, dentro di se, sperò che non fosse una lesione grave, spaventata dal fatto che, nonostante lo avesse solo sfiorato, si era completamente sporcata di sangue. Si avvicinò di nuovo, ma lui si spostò ancora una volta, appiattendosi contro la parete. - Voglio solo aiutarti, fammi vedere dove ti sei ferito, con una mano sola non puoi neanche bendarti come si deve.- Lilith si avvicinò ancora e questa volta non trovò resistenza, il giovane si era ben reso conto che la ragazza, per quanto gli risultasse sgradevole e insistente, aveva ragione. Si scoprì la spalla e Lilith notò un profondo taglio dai bordi slabbrati e laceri, non sembrava una lezione di un arma, bensì più quello di un artiglio. Lilith la pulì per bene, intingendo un lembo del suo vestito in una tinozza d acqua piovana nascosta in un angolo della capanna, poi cercò di fasciarla meglio che poteva con quello che aveva a disposizione. - Prenderò dei medicinali dal paese per disinfettarla, ma per stasera posso fare solo questo.- Fece un sorriso, infondo la ferita era meno grave di quello che sembrava, ma lui non la degnava di uno sguardo, ne di parlarle. Strinse forte la fasciatura, anche solo per farlo reagire, ma lui non fece nulla, sembrava che non fosse neanche li in quel momento. Le iridi corvine erano rivolte in un punto indeterminato, statiche e senza la minima luce. Sbadatamente Lilith con la mano toccò qualcosa di strano all altezza della spalla. Sembrava una cicatrice dalla pelle raggrinzita, ma non ne era sicura. Spostò leggermente la scura casacca e scoprì uno strano simbolo, al tatto Lilith cercò di capire come fosse fatto, sembrava un cerchio, ma era tagliato in quattro parti da due linee oblique opposte e nel punto in cui le linee si incontravano c era una sporgenza; sembrava marchiato a fuoco. Il cuore di Lilith ebbe un sussulto, quello era il marchio che lo identificava come uno di loro, lo stesso da cui Rihanna l aveva messa in guardia. Lui si scansò coprendosi la spalla, ma non lo fece con la sua solita freddezza, sembrava addirittura dispiaciuto che lei fosse venuta a conoscenza di quella verità, che in fondo al cuore, probabilmente, anche lui odiava. Sapeva che da lì a pochi secondi l avrebbe vista scappare via spaventata, perché ora sapeva e doveva temere la sua natura. La vedeva seduta a terra, si era portata la mano alla bocca, sbalordita o forse terrorizzata. Si pentì di averla fatta avvicinare tanto, ma in tutto quel tempo non aveva fatto altro che vederla ogni giorno. Sapeva che lo stava cercando, ma non avrebbe mai pensato che fosse una ragazza così ostinata, più di una volta l aveva osservata rimanendo nascosto nell ombra, l aveva vista uscire di casa indossando il mantello che lui le aveva dato e una notte l aveva anche vista dormire, stretta a quel pezzo di stoffa, come se fosse l unico appiglio alla vita che ancora possedesse. Non capiva perché quella ragazzina fosse tanto caparbia, eppure quando l aveva salvata le era sembrata una semplice donna, distrutta da brutti ricordi, ma in fondo, chi non lo era? Questo l unico particolare che l accomunava a lei, vecchi e tristi ricordi di un passato impossibile da dimenticare. - Posso farti una domanda?- Lilith parlò a voce così bassa, che lui faticò a capire cosa voleva, ma fece un semplice si con la testa. - Ti sei ferito perché hai attaccato degli esseri umani o perché hai combattuto con qualcuno di quei mostri?- Ci fu un secondo di puro silenzio, tanto che si poteva ascoltare il sibilo del vento tra le assi della capanna. Lui rimase stupito da quella domanda e anche se tentato di mandarla via, rispose. - Sono loro che mi attaccano, io di certo non vado contro i miei simili.- Come risposta era un po scarsa, ma Lilith sapeva che non sarebbe riuscita a fargli dire di più. Lo vide rabbrividire e si avvicinò a lui, coprendolo con il mantello, forse la ferita si stava infettando e questo la mise in allarme. Fece per alzarsi, sarebbe corsa al paese a prendere qualche medicinale, ma lui la fermò facendola sedere di nuovo. Lilith incontrò i suoi occhi ancora una volta, avrebbe potuto perdersi in quelle 5

6 profonde iridi e, più lo guardava, più non riusciva a credere che fosse uno di loro era così diverso. Lei aveva visto quei demoni che tutti temevano, aveva incontrato i loro occhi e vi aveva visto tutto il male che li permeava, mentre nei suoi trovava se stessa. Avevano la medesima espressione, dolce e bisognosa di qualcuno a cui appoggiarsi. La febbre salì velocemente, era pallido e continuava a battere i denti. In qualche modo doveva aiutarlo; si avvicinò a lui e lo abbracciò istintivamente, il calore del suo corpo lo avrebbe scaldato prima. Poggiò la testa sul petto di lui, lo sentiva respirare profondamente e faticava nel farlo, ma la cosa che la stupì di più, fu il fatto che non riuscisse a percepire il battito del suo cuore. Le tornò in mente tutte le volte che aveva abbracciato suo padre e si perdeva in quei dolci gesti affettuosi, divertendosi ad ascoltare il cuore di lui battere sempre più forte dall emozione. Mentre ora non sentiva nulla, nonostante il silenzio avvolgesse ogni cosa intorno a quella situazione. Si scostò lentamente e lo guardò negli occhi cercando una risposta. Notò che lui la stava osservando attentamente, forse non capiva cosa la legasse tanto ad un essere come lui, ma dall espressione di lei, leggeva ogni suo pensiero - Non ho mai sentito il battito del mio cuore, in nessuno di noi batte realmente. Forse è perché cerchiamo di somigliare agli umani che è li, anche se non funziona.- Lilith lo guardò di sottecchi, aveva avvertito nella sua voce una nota di triste malinconia, come se bramasse qualcosa che non avrebbe mai potuto avere. - Questo vuol dire che non provate neanche le emozioni, come ad esempio l amore?- Abbassò lo sguardo verso terra, non voleva vedere quella ragazza, lei lo faceva sentire strano. Non la voleva intorno, ma in quel momento non avrebbe voluto mandarla via. Nonostante tutto sentiva il calore di quel corpo accanto al suo e la cosa gli piaceva. La sentì muoversi verso di lui e Lilith lo costrinse a guardarla negli occhi. Si avvicinò sempre di più, lui sentì il profumo di quella ragazza, un aroma di dolci fiori di campo, un odore che non avrebbe mai dimenticato, lo stesso che era mescolato sulla mantella, proprio insieme al suo e lei ora era lei al suo fianco. Lilith era così vicina a lui che riusciva a sentire il suo respiro su di se, era convinta che se mai avesse scoperto la sua natura lo avrebbe odiato, invece ogni sentimento di rabbia in lei era scomparso, come era svanito ogni desiderio di vendicarsi per la morte della sua famiglia. Lo baciò lentamente, in modo che se avesse voluto spostarsi avrebbe avuto tutto il tempo. Posò le sue labbra sulle sue, le sentì fredde come la neve. Inizialmente non ebbe risposta a quel bacio, lui rimase fermo senza capire il perché di quel gesto e Lilith si scostò. Si vergognava di ciò che aveva fatto, era il suo primo bacio e non aveva avuto risposta. Avvampò dall imbarazzo e cercò di andare via nuovamente, si diede della stupita per tanti motivi, ma lui la fermò ancora una volta attirandola a se con più forza. - Se il mio cuore potesse battere, credo che ora starebbe per impazzire.- Lilith si strinse nell abbraccio più forte che poteva, non avrebbe voluto che finisse, per nulla la mondo si sarebbe separata da lui ora. Questa volta fu lui ad agire, le prese il mento con la mano e lo portò verso di se, la baciò con più trasporto stavolta e appena si furono staccati, gli sussurrò il suo nome: Malinar. Poi riprese a baciarla sempre più appassionatamente. Dai baci passarono alle carezze; Malinar percorse tutto il corpo della ragazza, toccandola con delicatezza, tanto che Lilith aveva i brividi ad ogni tocco. La esplorò avidamente, come se non volesse perdersi neanche un particolare di quel corpo così delicato, che lo faceva ardere di passione. Dalle carezze passarono a ciò che non era mai stato permesso e da cui Lilith era stata messa in guardia, ma la passione che li avvolgeva, che li scaldava in quella fredda notte, li unì per sempre in un atto di amore puro Il mattino arrivò troppo presto e con lui anche la consapevolezza di ciò che era accaduto. Lilith si destò lentamente, si era addormentata nel piccolo e scomodo giaciglio di paglia, che stavolta le piaceva. Il problema era il fatto che fosse sola. Malinar l aveva lasciata durante la notte e lei non riusciva a capire il perché di quella fuga. Si sentì persa in quel momento, sola 6

7 come non mai. Le lacrime iniziarono a rigarle il viso, gli occhi nocciola si scurirono improvvisamente. Iniziò a singhiozzare e il rumore dei suoi lamenti giunse alle orecchie di Malinar, che si precipitò da lei in pochi secondi. La trovò in lacrime e chiusa su se stessa nel piccolo giaciglio, che era stato il loro nido d amore, l abbracciò cercando di calmarla. - Pensavo te ne fossi andato. Ho creduto che mi avessi abbandonato durante la notte e mi sono sentita così male, che non riuscivo a trattenere le lacrime. Non lasciarmi mai ti prego!- Malinar non riuscì a capire perché tanta preoccupazione per non averlo visto, eppure non si era reso conto che, non appena l aveva sentita piangere, era corso da lei. Il sentimento era lo stesso, solo espresso in modo molto diverso. Quella notte li aveva legati, nonostante lui avesse fatto di tutto per tenerla lontana dalla sua mente e ora il nome di Lilith gli riempiva ogni pensiero. Allo stesso modo Lilith non sarebbe riuscita a staccarsi da lui e vivere sola, vi aveva trovato l appoggio che tanto desiderava e, l unica cosa che la spingeva, era il desiderio di sentir battere il cuore di lui. Malinar la guardò negli occhi e le fece un piccolo sorriso. Lilith rimase senza respiro, quella era la prima volta che le sorrideva e si sentiva il cuore palpitare sempre più forte, solo che lui cambiò completamente espressione e divenne serio e cupo. Si scostò leggermente da lei e parlò con un filo di voce, come se le parole gli morissero in gola. - Ci sono delle cose che devo dirti. Cose che ti allontaneranno da me.- Lilith lo fissò senza capire, perché le stava parlando in quel modo? Lei non voleva perderlo, aveva accettato il fatto che Malinar fosse uno di loro, cosa altro doveva sapere? - Io non posso amare gli esseri umani, la mia stessa natura me lo vieta. Sono un abominio e lo sai anche tu.- Fece una pausa in cui Lilith cercò di dirgli che per lei non era importante. Che avrebbe vissuto anche in posti oscuri pur di stare con lui, ma Malinar non la fece intervenire. - Mio padre mi da la caccia da quando mi sono rifiutato di uccidere una donna. Questo è il mio mondo Lilith e tu non puoi farne parte. Mio padre voleva che uccidessi mia madre, perché una donna conta meno di una bestia per quelli come me, ma io mi sono rifiutato e sono fuggito. Ho sempre vissuto nell ombra pur di proteggere quella donna e con me ho trascinato anche un altra persona. Non c è via di scampo e mio padre è giunto fino a me ora, è stato lui a ferirmi questa notte e tornerà nuovamente per questo, tu non dovrai essere presente quando accadrà.- Di li a poco Lilith sarebbe scoppiata nuovamente in lacrime, pregandolo di non abbandonarla, ma le cose non sarebbero andate come lei voleva. Ora più che mai lo sentiva distante, stava recuperando la freddezza che aveva sempre ostentato. Lo sentì così lontano da lei, che quasi non riusciva neanche a toccarlo. Lo baciò cercando di trattenerlo il più possibile, ma non ci fu nulla da fare, quelle labbra che tanto bramava si erano già distaccate dalle sue e lo vide sparire dalla sua vista, per l ennesima volta. In quel momento così difficile, non sarebbe bastato piangere per vederlo comparire, neanche lamenti più forti sarebbero serviti. Era tornata di nuovo sola I giorni trascorsero nuovamente tutti identici. Lilith era tornata al paese, aveva riaperto la sua vecchia casa e si era decisa a vivere li. Gli incubi sulla morte della sua famiglia non la tormentavano più da tempo, né il timore per quegli strani esseri. Viveva ogni istante come se fosse il suo ultimo minuto, sperava di poter incontrare il suo sguardo anche solo di sfuggita, ma Malinar era lontano e lei lo sapeva bene. Non accettava quella situazione, il fatto che si era avvicinata ad un uomo simile con estrema facilità, la stessa con cui ora l aveva abbandonata. Cercò anche di odiarlo e forse avrebbe dovuto farlo, ma non ne fu capace. Ogni volta che cercava di disprezzare quegli occhi profondi che la guardavano, le guance le si coloravano di un bel rosso acceso e si vergognava persino di guardarsi allo specchio. Era in ansia per lui, la notte non riusciva a dormire e il mattino uno strano senso di malessere le pervadeva il corpo. Furono questi sintomi a farle capire che era successo qualcosa a Malinar, qualcosa che la faceva stare molto male. Neanche Rihanna riusciva a capire cosa stesse accadendo alla sua amica, la vedeva distante ed estranea alla realtà. Era scomparsa per due giorni e una volta 7

8 tornata sembrava un estranea. Lilith non le aveva raccontato nulla di Malinar, le aveva semplicemente detto che voleva continuare a vivere dimenticandosi del passato e lo aveva persino dimostrato tornando a casa, ma lei non ci credeva. Poi, una sera, tutto il suo mondo mutò nuovamente. Lilith si sentiva distrutta, non dormiva decentemente da giorni e aveva proprio bisogno di riposarsi anche solo per qualche ora, ma le palpebre si rifiutavano di chiudersi. Un rumore la riscosse da quello stato di torpore, si alzò cercando di essere più leggera possibile. Sembrava una scena già vissuta, la stessa di quando era stata aggredita e i suoi genitori erano morti. Lei si era svegliata di soprassalto, qualcosa era caduto a terra in cucina ed era andata a vedere. In un secondo, mentre apriva la porta della sua stanza, la vita per lei terminò negli occhi sbiancati dei suoi genitori distesi a terra. Si fece coraggio, anche se le tremavano le gambe e si concentrò in un angolo della cucina, era tutto buio e non sentiva provenire alcun rumore. Avanzò incerta, se fossero stati loro non avrebbe avuto scampo, eppure era tutto troppo silenzioso, ricordava bene i rumori di artigli sfregati contro il legno, i mugolii gutturali e risatine isteriche, che li contraddistinguevano. Il fuoco del camino emanava ancora qualche tiepida fiammella, tanto da intiepidire un po la stanza. In quella penombra, Lilith non riuscì a vedere nulla, che non fossero le ombre della credenza e del tavolo al centro della stanza. Fece per tornarsene a letto, in quei giorni si era lasciata suggestionare troppo dalle sue paure ed era diventata sospettosa e sempre all erta, per questo non riusciva a dormire. Venne bloccata da una mano che le fermò i passi, mentre un altra le tappò la bocca. Non era la mano di Malinar, questa era più fine e l aveva afferrata con una leggerezza quasi sovrumana, molto più simile ad una leggera carezza. Il suo assalitore le parlò all orecchio, una voce melodiosa e dolce. - Adesso ti libero, ma non fare rumori sospetti. Malinar mi ha mandato a cercarti.- Lilith sentì la presa allentarsi velocemente e si voltò di scatto per vedere il viso della persona che l aveva afferrata. Era un giovane molto alto, dai lunghi capelli biondi, un viso fine e pallido, occhi scuri, in contrasto con il resto del viso. Lilith capì subito la natura di quel giovane, nonostante la diversità nell aspetto fisico, aveva gli stessi atteggiamenti di Malinar, che fosse lui la persona a cui Malinar si era riferito, prima di abbandonarla? Lui prese la parola nuovamente non appena incrociò gli occhi nocciola di Lilith e sorrise sommessamente. - Devi essere davvero speciale se sei riuscita a penetrare il cuore di pietra di Malinar, anche se a guardarti bene non hai nulla di diverso da un altra donna.- Quella frase la offese ed evitò il suo sguardo accuratamente, ma lui non sembrò farci alcun caso e continuò. - Vestiti in fretta e prendi dei cambi, al resto penso io. Dobbiamo lasciare questo paese il prima possibile.- Lilith era completamente basita, ma fece come le era stato chiesto. Corse in camera e si cambiò, indossando dei pantaloni molto stretti e una camicia pesante, si avvolse nel solito mantello e prese solo un cambio, quell uomo sembrava avere molta fretta e lei non poteva sprecare tempo inutilmente. Tornò in cucina e lo vide fermo al lato della finestra, sbirciava furtivo fuori controllando ogni minimo rumore sospetto. Si voltò non appena Lilith fu nella sala, la fissò per qualche secondo compiacendosi del fatto che avesse scelto di indossare dei pantaloni invece che una gonna, che avrebbe solo rallentato la fuga e infondo notò che era davvero molto bella per essere un semplice essere umano, ma ancora non capiva cosa avesse spinto Malinar tra le sue braccia. Lui lo conosceva da molti anni, non si definivano proprio amici, anzi più di una volta si erano trovati in disaccordo e rivali, ma lo rispettava, soprattutto perché Malinar si era ribellato, dove lui non era riuscito a dire una parola. Il destino degli ultimi nati era quello di prendere, come prima preda, la vita della donna che li aveva generati; un atto di devozione verso il padre, l unico a cui non si poteva disobbedire. Lui fece come doveva e non provava alcun rimorso in quello che aveva fatto, mentre Malinar non ne aveva avuto il coraggio, forse perché sua madre era diversa da tutte le altre. Si avvicinò a Lilith, si sentiva sempre osservato da quei piccoli occhi nocciola e un simile atteggiamento lo metteva molto a disagio. - Per quanto tempo riesci a correre?- Lilith 8

9 rimase pensierosa, non aveva problemi a correre, ma ricordava come si muoveva Malinar e sapeva che non sarebbe riuscita a reggere quel ritmo molto a lungo. - Corri con tutte le tue forze come se che diavolo!- Non finì la frase, che la porta si spalancò di colpo, un vento freddo e pungente travolse Lilith, lui la prese per mano e iniziò a correre. Erano arrivati. Lilith sentiva il loro respiro affannoso, il loro serpeggiare sul terreno. Iniziò a correre con tutte le sue forze, mentre si sentiva trascinare da lui. Come aveva pensato lei era troppo rumorosa rispetto al passo di quel ragazzo, anche se i gemiti e i gorgoglii gutturali di quelle creature, sovrastavano il suo passo. Di li a poco avrebbero iniziato a seguirli e dovevano approfittare del tempo che gli avevano concesso. Venne condotta nel bosco, correvano come se avessero dietro i padroni con le fruste, i rami dei cespugli le ferivano le gambe e, nonostante avesse legato i capelli, loro continuavano ad impigliarsi dappertutto. Cercò di non fargli capire che aveva dolore in ogni parte del corpo, continuando a correre. Le mancava già il respiro e il freddo le intirizziva ogni muscolo. Corsero per tutta la notte; di sottecchi lui osservava la ragazza stupendosi di come potesse ancora resistere, aveva allentato il passo, ma lo aveva fatto di sua volontà e non perché era stata lei a dire qualcosa. In tutto il tempo non si era mai lamentata, neanche quando veniva ferita e ora aveva strappi e tagli sulle gambe e alcuni anche sul viso, ma non diceva nulla. Decise di fermarsi o lei sarebbe crollata da un momento all altro, ma al contrario di un grazie ricevette una brutta occhiataccia. - Perché ci fermiamo io non non sono stanca - ansimava vistosamente, le spalle si alzavano e abbassavano al ritmo di ogni profondo e doloroso respiro. Non voleva darlo a vedere, ma era davvero esausta e lui l aveva capito. Lilith provò a dire ancora qualcosa, ma le forze le vennero meno e perse i sensi, lui la sorresse sorridendo ed evitando che cadesse a terra. Quando Lilith si svegliò si accorse di non essere nello stesso posto dove si erano fermati. Si guardò intorno e capì che doveva essere in una specie di piccola grotta, era umido e freddo. Come era arrivata in quello strano posto, non riusciva a spiegarselo. Provò ad alzarsi, ma nessun muscolo del corpo aveva intenzione di obbedirle. Aveva male dappertutto, i crampi la stavano facendo impazzire, aveva davvero dato tutta se stessa in quella fuga. Poi lo scorse in un angolo della grotta, era seduto con gambe e mani incrociate, la testa ciondolava leggermente, forse aveva vegliato tutto il tempo e anche a lui la stanchezza iniziava a giocare strani tiri. Come provò a muoversi di nuovo, lui si destò di scatto, tanto che nel vederlo in quello stato, a Lilith scappò una leggera risata. Si avvicinò a lei e le chiese come stesse. Naturalmente Lilith mentì, non voleva dirgli che non riusciva a muovere neanche un muscolo del corpo, ma non poteva davvero aspettarsi che lui le credesse. Infatti lo vide chinarsi su di lei e iniziò a massaggiarle le cosce, senza neanche chiederle nulla. Per Lilith fu molto imbarazzante, ma lui sembrava non farci molto caso. - Hai ancora tutti i muscoli anchilosati, devi riposare un po e provare a fare dei piccoli movimenti. Ho dovuto portarti in braccio fino a qui.- Se solo avesse detto che era un debole essere umano, Lilith sarebbe scoppiata. Si era impegnata così tanto pur di non essergli di peso, pur di rivedere Malinar il prima possibile, che una critica era proprio l unica cosa di cui aveva bisogno. - In compenso hai resistito anche troppo, credevo che saresti crollata molto prima. Sei stata brava.- Il cuore di Lilith iniziò a battere così forte a quella frase, che probabilmente anche lui doveva averlo sentito, perché lo vide sorridere. Le fece bere uno strano infuso verdino dal sapore orribile, dicendole che era un tonico per farla tornare in forma prima del tempo, ma mandarlo giù per lei fu un altra sfida. Lo fece senza obiettare, solo per vederlo stupito del suo comportamento. Ogni cosa che faceva era una prova per farsi apprezzare da quello strano tipo, anche se non sapeva neanche il suo nome. Lui la trattava con superficialità facendole notare la grande differenza che c era tra loro, la diversa natura che l allontanava anche da Malinar, ma lei non si faceva mettere i piedi in testa da un ragazzino viziato, quale le sembrava. Passarono tre giorni in viaggio, notte e dì in cammino verso una meta a lei 9

10 sconosciuta. Lui la chiamava per nome, mentre lei non si rivolgeva mai a lui. Fu una sera che non riuscì più a trattenersi, mentre lui le faceva bere nuovamente quello strano e maleodorante infuso. - Sembra che non sia usanza per quelli come voi presentarsi.- Lui la guardò in tralice, ma lei non abbassò lo sguardo. Era davvero strana come essere umano, così delicata e debole che sembrava dovesse rompersi da un momento all altro, però aveva una lingua tagliente come il ferro di una spada. - Non mi sembra che tu me lo abbia chiesto.- La parola stupida, fu l unica che in quel momento le passò per la mente, arrossì vistosamente e lui rise di gusto a quella scena. Nonostante tutto quella piccola ragazzina non sarebbe riuscita a sembrare più forte di quanto non lo fosse. - Ad ogni modo per quelli come noi i nomi non contano, alcuni neanche lo hanno Sono Iliam.- Lilith gli sorrise, un gesto che scaldò il cuore immobile di Iliam. Lilith si fece raccontare qualcosa di più su lui e Malinar, rimanendone sconvolta. Sapeva che gli esseri come loro rappresentavano il male, ma più li guardava e più non riusciva a capire dove fosse nascosto questo male in loro. Erano costretti ad agire in modo empio, perché così nascevano. Iliam glielo aveva detto più di una volta. - Gli esseri umani nascono dall amore di due persone, i tuoi genitori si amavano e tu sei la realizzazione di questo desiderio. Per questo sei bella e candida come la neve d inverno e calda, come il sole estivo. Noi veniamo creati per necessità e per il male che dovremo compiere, quelli che ne sono degni possono scegliersi un corpo migliore, come me e Malinar, altri sono costretti a vivere un esistenza in bilico, incapaci di pensare o agire. Schiavi del loro stesso male.- Più sentiva quelle parole e più aveva voglia di piangere, ma non lo fece mai. Iliam non le aveva detto quelle parole per sentirsi compatito, né per ricevere da lei pietà. Solo per metterla dinanzi alla realtà delle cose, la stessa che lei non aveva mai accettato. Iliam le disse anche di Malinar e di come si era ribellato a quella vita squallida, ma che lo aveva condotto solo alla fuga. Ora lui la stava conducendo da Malinar, ma la mise in guardia, perché molto probabilmente non lo avrebbe riconosciuto e Iliam, nonostante i continui solleciti di Lilith, non le aveva spiegato oltre. Si rimisero in viaggio nuovamente, ma avevano abbandonato l andatura svelta dei giorni precedenti. Si erano addentrati nuovamente in un fitto boschetto e Iliam si sentiva a suo agio immerso in quella folta vegetazione, si muoveva agile e a volte saltava sui rami come uno scoiattolo, controllando il territorio. La meta arrivò inaspettata, tanto che Lilith non sapeva più come comportarsi. Da quando era scappata si era cambiata solo una volta e ora che si guardava sembrava una vagabonda, i vestiti erano logori e aveva tanto bisogno di una bagno ristoratore. Nonostante la sua grande resistenza anche Iliam sembrava provato dalla stanchezza e Lilith si era divertita in quelle ultime ore a vederlo combattere con i capelli, che non avevano nessuna intenzione di liberargli la visuale. Iliam le indicò una piccola casetta nel bosco, solitaria in un piccolo spiazzo verde. Sembrava disabitata da anni, ma aveva iniziato a capire che Malinar preferiva posti isolati come quelli dove vivere. Entrarono e la porta cigolò rumorosamente, facendola piombare in una sinistra oscurità una volta che la porta si fu chiusa. Aveva sempre creduto alle parole di Iliam, mai aveva dubitato che non fosse un amico di Malinar, ma adesso, chiusa in quella casetta al buio, iniziava ad avere paura. Iliam si accorse del timore della ragazza e cercò di calmarla chiamando una persona. Si rivolse a lei con il nome di Signora Madre e solo dopo quel flebile richiamo, Lilith avvertì dei leggeri passi farsi sempre più vicini. La luce filtrava da piccole fessure delle assi, formando dei raggi candidi che colpivano a caso alcuni punti della casa. Uno di loro colpì una piccola figura in un angolo, Lilith calcolò che doveva essere più bassa di lei, anche se era seduta. Una voce smielata e femminile le chiese di avvicinarsi. Lilith fece come le era stato chiesto, sotto la spinta gentile del giovane. - Iliam, è davvero questa la giovane nel cuore di mio figlio?- Lilith ancora non riusciva a vedere il suo viso, ma dalla voce sembrava davvero essere molto più piccola di lei e ora che la vedeva più da vicino riuscì a rendersi conto delle dimensioni del corpo di quella donna. I suoi dubbi furono svelati non 10

11 appena Iliam rispose con un mesto sì e la donna si rese visibile alla luce. Lilith rimase con il respiro sospeso a metà, quella persona era poco più che una bambina, piccoli occhi verde smeraldo e una riccia chioma corvina, dello stesso colore brillante di Malinar. Anche il viso esprimeva la sua giovane età, pelle lattea e morbida e un corpo ben delineato, anche se ancora leggermente acerbo. Lilith ipotizzò che non dovesse avere più di tredici anni, quindici al massimo. Era davvero lei la madre di Malinar? Lilith si sentì accarezzare una guancia dalla piccola mano vellutata di lei. Iliam le si fece vicino e le poggiò una mano sulla spalla. - Ora sai perché Malinar non è riuscito a farle del male.- La ragazza la fece sedere accanto a lei e Lilith rimase stupita dal buon profumo di rose che emanava, dolce e delicato, proprio come lei. Quella bambina non aveva nome, proprio come le aveva detto Iliam, ma persino Malinar la chiamava Signora Madre e a Lilith non risultò difficile trattarla come una specie di regina. Nonostante il suo aspetto era molto saggia, ogni parola usciva dalle sue labbra carica di significati nascosti. Non giudicò Lilith per essere stata con Malinar, anzi ne sembrava addirittura lieta, sperava che quella ragazza potesse salvare suo figlio dall abisso della solitudine in cui era piombato per colpa sua. - Il mio aspetto è stato scelto dal padre di Malinar, lui voleva che avessi queste sembianze, ma commise un errore. Il mio corpo non è abbastanza forte da sopportare altre gravidanze e dopo Malinar non fui più in grado di avere altri discendenti. Per questo decise che non ero più utile ed ordinò a mio figlio di uccidermi. Io non dissi nulla, sapevo che era quella la mia fine e non potevo tirarmi indietro, ma al mio posto lo fece Malinar.- Iniziò a piangere sotto gli occhi di Lilith e lei si sentì presa da quel dolore. Ora che sapeva il perché della scelta di Malinar, non riusciva a fare altro che pensare a lui, voleva rivederlo il prima possibile. Espresse questo desiderio alla madre, ma lei diventò cupa e i suoi occhi si scurirono come in preda ad un altro nascosto dolore. Fu Iliam ad intervenire, prese Lilith per il braccio e la spostò verso di se, anche sul suo viso c era la stessa espressione. Quel silenzio gelò il sangue di Lilith, sapeva che Iliam le aveva tenuto nascoste delle cose, ma ora non era più tempo di rimanere in silenzio. Si fece più insistente e Iliam cedette dopo aver avuto il consenso della madre. La condusse fuori, Lilith fece un lungo respiro e continuò a camminare. Il cuore le batteva sempre più velocemente ad ogni passo. Iliam la portò davanti all entrata di una grotta completamente coperta da piante rampicanti verdi e rigogliose, nonostante l inverno inoltrato. Il giovane fece un gesto con la mano e si creò un apertura nell intrigo di fronde ed entrarono. C era uno strano odore in quella spelonca, sembrava sangue rappreso e muffa, un tanfo tale da darle il voltastomaco. Lilith si strinse ad Iliam e lui la sentì tremare, aveva paura di quel luogo e ne aveva tutte le ragioni. Anche se ciò che vide davanti a se fu anche peggiore. Un intrigo di rovi dalle spine lunghe e taglienti, rami nodosi e robusti che si attorcigliavano sulla parete scoscesa della caverna. Tra i rami gocciolava un liquido rosso e viscoso, era sangue, ma peggiore fu vedere la figura di Malinar intrappolato tra le insidiose fronde. La testa penzolava verso il basso, aveva le mani intrappolate sopra la testa e le gambe strette nel labirinto di rami. Le spine gli penetravano le carni da cui usciva tutto il sangue, che lentamente colava verso il terreno, fermandosi in una vecchia conca di marmo nero. Lilith gridò, Malinar era bianco come un cencio ed immobile in quella prigione di rovi. Cercò di avvicinarsi, ma Iliam la fermò. - Non puoi, lo so che è difficile, ma non devi toccarlo, potrebbe ucciderti.- Lilith guardò il giovane senza capire, come poteva Malinar fargli del male in quelle condizioni? - Quei rovi sono l unica cosa che lo tengono in vita. Suo padre gli ha avvelenato la mente, se io lo libero la sete di uccidere lo corroderà fino ad esaurirlo del tutto. I rovi cercano di pulirgli il sangue, per questo non si rapprende della conca e lui non muore. Ma se ora tu ti avvicini sentirà il tuo odore, odore di essere umano e tutto quello che ho fatto sarà stato inutile.- Lilith cadde a terra in lacrime, batté forte le ginocchia sulla roccia della caverna, ma in quel momento il misero dolore che provava, era poco a confronto di quello del suo cuore. Cercò aiuto nello sguardo di Iliam, ma lo vide assente. Malinar si mosse leggermente, ma Iliam se ne accorse subito e cercò di 11

12 portare via Lilith. Al contrario, lei si fermò non appena sentì la voce di Malinar pronunciare il suo nome. Si voltò e incontrò il suo sguardo stanco e sofferente. Iliam la esortò ad andare via, ma lei non aveva intenzione di lasciarlo solo. Malinar la chiamò di nuovo, la sua voce era un sibilo sommesso e pieno di dolore, chissà quali sofferenze doveva provare? Iliam la strattonò di nuovo e all ennesima resistenza di lei, la caricò sulle spalle appena in tempo. Il colore degli occhi di Malinar era diventato rosso e iniziava ad agitarsi convulsamente. Se Lilith fosse rimasta ancora li si sarebbe liberato. Mentre Iliam la portava via, Lilith sentì il grido di dolore di Malinar, stava resistendo con tutto se stesso a quel dolore e l unica cosa che lei poteva fare era stargli il più lontano possibile. La riportò dalla madre di Malinar e non appena la vide scoppiò in lacrime, Lilith l abbracciò d istinto perché sapeva che anche lei era disperata per il dolore a cui suo figlio era destinato. La notte passò coperta dai lamenti di Lilith, Iliam provò in tutti i modi a farla dormire, ma alla fine dovette darle un sonnifero per riuscire a calmarla. La ragazza crollò addormentata tra le braccia di Iliam, era stato scorretto, ma almeno poteva riposarsi un po anche lui. Il mattino successivo a svegliarla fu la madre di Malinar, la condusse fuori e passeggiarono insieme per qualche minuto. - Signora Madre perché mi avete portato fuori?- La ragazzina non rispose subito, si inginocchiò a terra e iniziò a giocherellare con dei fili d erba, più Lilith la guardava e più la vedeva piccola, chiusa in un leggero abito azzurro, come se non soffrisse il freddo dell inverno. Parlò dopo qualche minuto di silenzio. - Sai perché Iliam è venuto a prenderti?- Lilith scosse la testa in segno negativo, in realtà non si era mai posta quella domanda. - Malinar ti ha chiamata spesso in quella prigione, ma soprattutto ha fatto il tuo nome quando non doveva e lo hanno sentito in troppi. Ho mandato io Iliam a prenderti per proteggerti, se lui non fosse arrivato in tempo saresti già morta o peggio. Quando non ti hanno trovata a casa, io ho ricevuto un messaggio e questo mi ha allarmata. Il padre di Iliam sapeva dove mi nascondevo e nonostante questo non era venuto a prendermi. Mi sono chiesta il perché e la risposta è giunta quando ho letto il messaggio.- Fece una pausa, come se dire quelle parole le costasse la sua stessa vita. Lilith stava iniziando a capire la situazione, Malinar e sua madre erano sempre fuggiti da quell essere che chiamavano ancora padre. Pensavano di essere al sicuro in quella casa, ma il fatto che la Signora Madre era stata avvertita da una lettera significata tutto il contrario. - Lui ha saputo di te per bocca di Malinar e ti vuole. Mi ha scritto che se tu andrai da lui, curerà Malinar dal suo male e sarà libero per sempre.- Da come lo aveva detto Lilith capì che quella ragazzina non voleva in alcun modo che lei si sacrificasse per salvare Malinar. La lasciò sola con il suo cruccio, non poteva intervenire e la scelta spettava a lei. Lilith rimase sola a pensare, si sedette a terra e incrociò le gambe. Il vento freddo le scompigliava i capelli, ma lei cercava di essere imperscrutabile, voleva salvare Malinar, ma voleva anche stare insieme a lui e se fosse andata da suo padre, non lo avrebbe mai rivisto. Della propria vita le importava davvero poco, ma Malinar doveva vivere. Iliam la raggiunse nel pomeriggio, le porse qualcosa da mangiare, ma lo stomaco di Lilith si rifiutava categoricamente di ingerire qualcosa di più che non fosse aria. - Gli esseri umani hanno bisogno di mangiare, non rifiutare ciò che domani non potresti avere.- Iliam voleva farla reagire, ma fu inutile. Era rimasto a guardare quella piccola donna tutta la mattina, assorta nei suoi pensieri più cupi. Era determinata, su questo non c erano dubbi e benché lui non amasse gli umani, doveva ammettere che era davvero diversa dai suoi simili. Forse era questa diversità che l aveva unita a Malinar, ma la loro relazione non era giusta, come non lo era il sacrificio che le era stato chiesto. - Non andare. Non ne vale la pena, chi ti dice che Malinar sia innamorato di te e chi ti dice che ciò che provi per lui sia vero?- Lilith guardò Iliam senza capire il vero significato delle sue parole, anche Malinar le aveva detto che lui non poteva amare gli esseri umani come lei, eppure in cuor suo sapeva che non era impossibile. Non ricevendo alcuna risposta da lei 12

13 Iliam continuò e questa volta fu più duro con lei. - L amore è solo un sentimento ipocrita che cerca di far stare bene la persona che lo vuole provare, ma non c è niente di vero in una simile cosa. Perché rischiare la propria vita per un altro, se è proprio la vita la cosa che più si ama? Per questo quelli come noi non possono amare.- Si sbagliava e Lilith fu pronta a rispondergli. Non accettava quel modo di parlare e non voleva più ascoltarlo, lei era davvero innamorata di Malinar. - Come puoi dire una cosa simile. Lui è tuo amico. Perché sennò saresti corso a salvare me, una stupida umana?- Riconoscenza, ecco ciò che lo aveva spinto. Più di una volta aveva coperto le spalle di Malinar e lui aveva fatto lo stesso. Iliam sapeva che non avrebbe corso alcun rischio andando a prendere la ragazza, anche se non fosse riuscita a correre l avrebbe portata lui a spalla, come poi aveva fatto, ma non avrebbe mai rischiato la sua vita per quella di Malinar. - Ad ogni modo Iliam a me non importa se lui non è innamorato di me. L amore non serve a farti stare bene, perché il più delle volte è un amore sofferto, ma se ora non facessi tutto ciò che è in mio potere per salvarlo, come potrei continuare a vivere sapendo che è chiuso in quella prigione?- Iliam si alzò e fece per andarsene, ma non prima di averle detto come stavano realmente le cose. In realtà a lui non importava molto della vita di quella ragazza, ma lo doveva a Malinar. - Se proprio lo vuoi sapere sono venuto a prenderti per un solo motivo. Malinar mi ha chiesto di proteggerti, ma da lui. Se ora si liberasse da quella prigione non avrebbe fatto altro che vivere la vita come avrebbe sempre dovuto. Io ho ucciso molte persone Lilith e non ne ho mai sentito il rimorso, questa è la nostra natura ed è anche la natura di Malinar.- Scomparve dalla vista di Lilith in un secondo. Forse aveva ragione Iliam, ma perché non era neanche riuscito a guardarla in viso mentre parlava, se per lui era una così normale uccidere? Ad ogni modo, anche sapendo quella che Iliam aveva detto come verità, lei non poteva tirarsi indietro. Sarebbe andata dal padre di Malinar, anche se tutti credevano che era una decisione sbagliata. La Signora Madre pianse per lei e questo le diede la forza di andare avanti, perché le dava la speranza che in fondo c era qualcosa da salvare. Iliam la condusse dal padre, fu un viaggio fin troppo sereno. Sapevano che Lilith stava andando da lui e per questo nessuno di loro aveva intenzione di attaccarli. A notte ormai inoltrata Lilith si trovò davanti ad una strana costruzione, sembrava scavata nella roccia, molto simile ad una semplice grotta, ma era artificiale. Ai lati dell entrata c erano una miriade di graffi e scalfitture più o meno profonde, sembravano fatti con le unghie e forse lo erano, perché c erano degli schizzi di sangue rappreso un po dappertutto. Inoltre sull arco dell entrata era stato riprodotto lo stesso simbolo che Lilith aveva scoperto sul corpo di Malinar. Era un luogo inquietante, all interno era tutto buio e si sentivano tante voci gutturali e risatine sprezzanti, provenire dal profondo. Il cuore le batteva così lentamente che sembrava volersi fermare da un momento all altro. Iliam si bloccò improvvisamente fissando gli occhi nel profondo della spelonca, poi si rivolse a Lilith con un tono di supplica insito in ogni parola. - Li davanti c è il futuro che hai scelto, io posso portarti via se me lo chiedi, ma non appena sarai entrata il mio dovere di proteggerti sarà nullo e non verrò a salvarti.- Lilith gli posò un lieve bacio sulla guancia ringraziandolo per tutto quello che aveva fatto per lei, anche se Iliam non lo avrebbe mai ammesso. Il giovane le tese un velo azzurro, la Signora Madre le aveva detto che doveva indossarlo per entrare nella grotta. Nessuno, a parte il padre, doveva vederla in viso. Era un segno di remissione e ubbidienza, che doveva rispettare se voleva arrivare viva al cospetto dell uomo. Iliam continuò a guardare l entrata della caverna anche dopo che Lilith fu scomparsa dalla sua vista. Forse ora aveva capito cosa la rendeva speciale. In quel piccolo bacio aveva percepito i battiti del suo cuore, veloci e carichi di emozioni. Lui non avrebbe mai sentito il suo cuore battere in quel modo. Lilith camminava lentamente, contando ogni passo e osservando ogni minimo particolare intorno a lei. Le pareti della grotta riportavano gli stessi graffi che aveva visto all entrata ed 13

14 era sicura che se avesse aguzzato la vista avrebbe trovato anche qualche unghia infilata in quelle cavità. Cercò di non pensarci oltre e proseguì. Le voci si facevano sempre più vicine, Lilith cercò di riportare alla mente quello che la madre di Malinar le aveva detto su come doveva comportarsi. Non doveva mai guardare nessuno in faccia, a meno che non fosse stato il padre a darle l ordine. Al suo cospetto si sarebbe dovuta inginocchiare e non si sarebbe potuta alzare prima di un ordine. Avrebbe dovuto rivolgersi a lui chiamandolo Sommo Padre e non avrebbe dovuto parlare se non interpellata. Doveva semplicemente servirlo, lei era un oggetto da utilizzare a piacimento del padre. Arrivò finalmente nel luogo in cui si riunivano tutte le voci. Si ritrovò in un grande stanza ricavata nella roccia, l odore di muffa e di corpi ammassati in un luogo privo di finestre era nauseante. Era proprio al centro della sala e iniziò a camminare tra file di esseri deformi. Non li guardò come le era stato detto, ma riusciva a sentire i loro gemiti e le risate, la stavano deridendo e avrebbero tanto voluto ucciderla. Vedeva i loro piedi mentre procedeva a testa bassa, alcuni sembravano umani, ma erano completamente ritorti e deformati, altri sembravano animali, altri ancora erano indescrivibili. Quella ridicola sfilata sembrò non avere mai termine, qualcuno di loro cercava di afferrarla, in modo da farle fare una mossa sbagliata, magari avrebbe parlato o si sarebbe difesa, così loro avrebbero avuto il permesso di ammazzarla, ma Lilith non fece nulla. Continuò a camminare come se non ci fossero. Giunse alla fine e incontrò con lo sguardo la figura di una specie di trono in pietra, si inginocchiò davanti a quella strana seduta e attese. La madre di Malinar non le aveva descritto l aspetto del padre, ma da quello che sapeva doveva sembrare quasi umano dato che era il più potente. Il fatto che potesse avere un aspetto addirittura piacente la disgustò. Lo sentì arrivare, i passi sembravano umani e questo diede fondo alla sua ipotesi, ma non alzò lo sguardo. Lo sentì mentre si sedeva, aveva un passo pesante, completamente diverso da quello felpato di Iliam e Malinar. L attesa stava diventato snervante, non sopportava quella finta riverenza che doveva ostentare, le mani le prudevano da morire, avrebbe voluto intervenire e far finire quella farsa, ma doveva resistere. Finalmente il padre parlò, ma quella voce la fece tremare come una foglia e lui se ne accorse perché rise a quella reazione. Lilith avrebbe pianto, perché non poteva di certo sbagliarsi, non poteva confondere quella voce. Era la stessa di suo padre, ma come poteva davvero essere così? - Puoi alzarti, togliti il velo e guardami.- Sperava con tutto il suo cuore, che solo la voce fosse uguale, ma anche quella bastava a farla vacillare. Si alzò lentamente e si tolse il velo tenendolo stretto in mano e alzò timidamente lo sguardo su di lui. Si trovò davanti un uomo abbastanza vissuto, dai capelli corti castani, occhi nocciola identici ai suoi, una barba leggermente incolta che donava al viso un aspetto maturo. Alto e nonostante si intravedesse lo stile di vita contadina, l allenamento da soldato era ancora ben riconoscibile dalla forma perfetta dei muscoli e dalla giovinezza che ostentava nonostante l età. Quello che aveva davanti era suo padre. Avrebbe tanto voluto gridargli contro, come si era permesso di assumere quelle sembianze? Quello che voleva era farla soffrire e ci stava riuscendo perfettamente. Le lacrime le solcarono il viso, ma non fece alcun rumore mentre piangeva, nonostante tutto cercava di rispettare le regole che le erano state imposte. Il padre le fece un semplice gesto intimandole di seguirlo, lei lo fece proseguendo a testa bassa, guardarlo per lei era troppo difficile. Percorse un corridoio stretto e maleodorante fino ad arrivare in una stanzetta piccola e buia, in un angolo un piccolo giaciglio di paglia. Entrarono e la porta si chiuse rumorosamente dietro di loro. Il buio li chiuse in un atmosfera tetra, Lilith tremava come una foglia, la gola le bruciava da morire, mentre cercava di non piangere. - Così tu sei la sgualdrina di Malinar, stava tornando da te quando l ho trovato.- Quella voce e il tono che usava era più duri delle parole, Lilith non rispose, lui non le aveva dato il permesso di parlare. Rimase molto compiaciuto di quell atteggiamento così remissivo e continuò. - Tu sei venuta qui per cercare di salvare Malinar, ma dovrai guadagnarti la sua vita. Farai tutto ciò che ti viene ordinato, nessuno di loro ha il permesso di toccarti infondo sei solo un umana, buona come carne da macello, ma 14

15 mi appartieni ed è bene che te ne ricordi. Hai ben capito?- Lilith fece per replicare, lei non apparteneva a nessuno e lui non doveva permettersi di trattarla in quel modo, fece un piccolo scatto, ma si riprese subito. Si morse il labbro inferiore per evitare di dire qualcosa di sbagliato. Mentre il sangue le scendeva verso il mento, rispose con un mesto si, Sommo Padre. Lui si avvicinò di nuovo e la prese per il mento, bagnandosi le dita con il sangue. La spostò verso di se e poggiò la lingua sulla ferita, assaporando l amaro gusto del rosso liquido. Si voltò compiaciuto e la lasciò sola. Pianse per tutto il tempo chiusa in quella umida stanza, si rannicchiò in un angolo cercando di sparire, la sua mente era satura del pensiero di Malinar chiuso in quella prigione, lo stava facendo per lui e doveva resistere. Il tempo passava, ma in quella perenne oscurità Lilith non sapeva dire quanti giorni erano passati. Aveva lo stomaco vuoto e brontolante, era stanca e voleva tanto andarsene via. Il padre non si era fatto vedere fino a quel momento, forse voleva che fosse allo stremo delle forze in modo che non sarebbe stata in grado di reagire. Anche se il motivo di quel gesto le rimaneva sconosciuto, cosa poteva temere lui da una semplice umana? La porta si aprì lentamente e la lieve luce del corridoio le colpì gli occhi, fece per inginocchiarsi, ma ogni muscolo del corpo era indolenzito. Non ce ne fu bisogno, dalla porta entrò una ragazza, poco più alta di lei. Non la vide in viso, perché coperta da un velo nero. Si avvicinò a Lilith, camminando lentamente e le porse dei vestiti nuovi. Non le disse nulla e sparì lasciando la porta aperta, da cui subito dopo entrò lui. Vederlo ancora con le sembianze di suo padre le diede la nausea, ma cercò di non dimenticare il suo ruolo. Si inchinò e aspettò l ordine per alzarsi, seguito da quello di cambiarsi il prima possibile. Avrebbe dovuto vestirsi davanti agli occhi maligni di quell essere, ma non poteva obiettare. Si spogliò e si vestì in pochi minuti, lui la osservava impassibile cercando si capire cosa ci fosse di tanto invitante in un corpo così fine e minuto. Lilith indossò una vecchia tunica senza maniche e strappata all altezza del ginocchio. Dovette anche indossare un velo nero, come quello della donna che le aveva portato i vestiti. Lui le fece cenno di seguirla e lei si mosse lentamente dietro di lui a capo chino. Le gambe le tremavano terribilmente e la testa le vorticava, facendola vacillare. La fame la distruggeva e lui lo sapeva, ma vederla così in difficoltà lo eccitava, sentiva la paura di quel misero essere e voleva esserne inebriato. La condusse in una stanza circolare, le pareti erano sporche di sangue e dal soffitto pendevano pesanti catene di ferro. Per la prima volta lui la toccò energicamente, la prese per le braccia e la fece muovere come voleva. Lilith si lasciava manovrare come una marionetta, non aveva neanche la forza di parlare. Lui le legò i polsi a delle catene, Lilith ricadde verso il terreno in ginocchio con le braccia legate sopra la testa, senza capire cosa avesse intenzione di farle. Poi tutto accadde velocemente, un bruciore terribile le colpì la schiena, un sibilo nell aria veloce come il vento e ancora dolore. Le frustate venivano veloci, tanto che il dolore per ognuna di loro era mescolato con il precedente e perse il conto in fretta. Forse dieci o più, ma Lilith non emise neanche un piccolo gemito di dolore, ne un grido per implorarlo di fermarsi. Quando non avvertì più il tocco della frusta sulla pelle, la vista le si annebbiò, ma riuscì a scorgere la figura di lui chino davanti ai suoi occhi. Sembrava piuttosto arrabbiato, forse perché non sopportava il silenzio della ragazza. L espressione cambiò subito tornando vuota, ma fiera del suo operato, prese il viso di Lilith con una mano e lo alzò verso di lui. - Resistere non ti porterà a nulla, non ti ho fatto venire da me per torturarti. Nel tempo che ti ho lasciato chiusa in quella stanzetta, sono successe molte cose. Il tuo amato è venuto a cercarti, sembra che la prigione di rovi gli abbia giovato e non risente molto del veleno che gli ho somministrato, ma quando resisterà nel vederti in questo stato? Il sangue chiama altro sangue, per questo ti ho ferita. Voglio proprio vedere quanto è grande il sentimento che ti ha portato a sacrificarti per un simile mostro.- Si avvicinò così tanto che le loro labbra si sfiorarono, ma Lilith non riuscì a spostarsi e sentì i denti di lui lambirgli le labbra, poi la morse e il sangue iniziò ad uscire. La lasciò sola e se ne 15

16 andò solo per avere una visuale migliore della scena, infatti sali una scala a chiocciola e sbucò in un angolo della stessa stanza, ma molto più in alto. Vedeva la ragazza legata e il sangue che sporcava la roccia sotto di lei, si leccò le labbra assaporando ancora il gusto di quel liquido, era così dolce che in quel momento gli sembrò un peccato farla uccidere da suo figlio. La schiena le bruciava terribilmente e i polsi sanguinavano chiusi in quelle fredde e strette manette, aveva capito perfettamente cosa voleva da lei, ma in quel momento, anche se sperava che Malinar non arrivasse mai o che resistesse alla tentazione, essere uccisa da lui era la cosa migliore. La stessa porta da cui lei era entrata si aprì velocemente e un uomo piombò nella stanza, anche se faticava a vederlo, Lilith capì chi fosse. La sua voce le colpì le orecchie e i suoi passi vicini le fecero fermare il cuore per alcuni istanti. Non sarebbe mai dovuto arrivare e vederla in quello stato. Sentì le braccia di Malinar cingerla debolmente, le sue mani si posarono sulla schiena e si tinsero di rosso, Malinar sentì il calore del liquido bagnargli le dita e il suo respiro si fece più affannoso. Lilith lo notò, ma lo lasciò fare. Spezzò le catene con un colpo di spada, le manette rimasero ai suoi polsi, ma si sentì libera. Ricadde in avanti e Malinar la sorresse, la sentiva così debole, il respiro lento e spezzato e il battito del cuore così sommesso. La voltò verso di se e provò a destarla accarezzandola con la mano, ma il viso di lei si macchiò di rosso e Malinar rimase ad osservarlo, la baciò leggermente e il sapore del sangue lo pervase. Qualcosa dentro di lui si stava destando, qualcosa di spaventoso che temeva, che aveva sempre tenuto celato nel profondo della sua anima. Ora che sentiva su di se tutto quel sangue e il sapore sulle labbra, però non avrebbe resistito. Ma quella che stringeva tra le braccia era Lilith, non un essere umano qualsiasi. Gli tornarono alla mente tutte le volte che aveva ucciso, perché lo aveva fatto anche se solo per proteggersi. Anche se non ne aveva lasciato traccia, il colore e l odore di quel liquido rosso lo ricopriva. Era nel suo essere, ma non doveva cedere. Lilith si destò stretta in quell abbraccio, che lentamente diventava più vigoroso. Guardò Malinar e lo vide mutare velocemente, i suoi occhi erano venati di rosso, il respiro somigliava sempre di più a quello di un essere spaventoso, persino la voce stava cambiando. Lilith si mosse, non senza provare dolore dappertutto e lo abbracciò, Malinar non ricambiò quel gesto. Tra le lacrime e la sofferenza disse ciò che provava e ciò che era giusto dovesse accadere in quel luogo. - Quello che ho fatto era solo per te, ma se la tua vita dipende dalla mia morte, allora sono contenta di morire per mano tua perché so che non lo fai per tua volontà.- Malinar la strinse così forte, che le ferite sulla schiena si riaprirono, ma Lilith non sentì nulla. Aveva perso i sensi e ciò che sarebbe stato di lei, ormai, non le importava più. L odore del sangue lo stava facendo impazzire e più il tempo passava, più lo desiderava, ma stringeva Lilith tra le braccia e non poteva farle del male. Quando Iliam gli aveva riferito della decisione della ragazza, gli aveva chiesto di liberarlo da quella prigione che lui stesso aveva deciso. Da quando in lui era tornata la sete di uccidere, aveva paura di cosa potesse fare, non aveva ancora capito come suo padre avesse potuto mutarlo tanto durante lo scontro, ma ricordava bene cosa aveva fatto prima di essere trovato da Iliam. Aveva ucciso e anche tante persone, Iliam lo aveva trovato rintanato in quella casetta poco distante dal paese di Lilith, giaceva da giorni in quel luogo completamente ricoperto di sangue, il viso pallido e gli occhi sgranati, era scosso da continui convulsioni e quando non riusciva a resistere, i suoi occhi si iniettavano di sangue e diveniva una bestia indomabile. Iliam lo aveva portato da sua madre ed era stata lei a parlargli della prigione di rovi, ma il problema rimaneva Lilith e aveva chiesto al suo compagno di andare a prenderla e proteggerla. Nei giorni in cui erano stati lontani, Malinar aveva pensato spesso a quella ragazza, chissà perché si era lasciato coinvolgere, ma da quando aveva sentito la sua voce nella testa, non era più riuscito a dimenticarla e la osservava sempre da lontano per capire cosa avesse di così speciale, da non riuscire a dimenticarla. Non aveva mai creduto nell amore, neanche per sua madre, provava tanto trasporto. L aveva salvata dalla morte, ma a guidarlo era stata la riconoscenza per averlo messo al mondo e il viso così giovane di lei. 16

17 Mentre Lilith era diversa. Lei si era appoggiata a lui con tanta facilità, aveva conosciuto la sua natura e non era fuggita e ora la stringeva tra le braccia, combattuto dal desiderio di ucciderla, insito nella sua natura, e la voglia di amarla, che lei gli aveva insegnato. La lasciò in malo modo e Lilith cadde a terra sbattendo la testa, Malinar si rintanò in un angolo della stanza, cercando l oscurità e la solitudine, voleva chiudersi in quel silenzio e non pensare alla ragazza. Non doveva pensarci, perché velocemente la voglia di amarla si stava tramutando in sadica perversione e lui non riusciva a trattenersi. La scena a cui aveva assistito dall alto, l aveva disgustato. Che vigliacco che aveva generato, ma poco male. Se non era riuscito ad ucciderla ora, prima o poi lo avrebbe fatto e lui sapeva come. Malinar fu trasportato via di peso e non fece alcuna resistenza, mentre Lilith fu chiusa nuovamente in quella che era diventata la sua stanza. Si svegliò di soprassalto, la schiena le bruciava come il fuoco e si sentì le labbra gonfie e doloranti. Ad ogni modo si ritrovò ancora in quel piccolo giaciglio di paglia, Malinar non l aveva uccisa e questo le scaldò il cuore dall emozione. Al suo fianco scorse la figura di una donna coperta dal solito velo, le passò un infuso bluastro maleodorante e le disse che le avrebbe fatto guarire prima le ferite sulla schiena. Quella era la prima volta che qualcuno le rivolgeva la parola, ma quella voce le risultò così famigliare da farla sussultare. La donna si tolse il velo e Lilith si ritrovò davanti il giovane viso della madre di Malinar, gli occhi arrossati dimostravano che aveva pianto per molto tempo. Lei abbassò lo sguardo e parlò a voce così bassa, che Lilith faticò quasi a sentirla. - Sta diventando un gioco sadico, ora lui ha me, te e Malinar. Ognuno di noi ha fatto il suo gioco senza rendersene conto. Vuole che Malinar ti uccida, così potrà farlo soffrire in eterno.- Era così afflitta dal dolore, credeva di essere lei la colpa di tutto e della sofferenza di suo figlio, se solo lui non si fosse mai rifiutato di adempiere al suo destino... Lilith lesse nei suoi occhi il desiderio di essere già morta e cercò di farle capire che stava sbagliando. Se Malinar avesse agito come era suo destino, sarebbe diventato il mostro che cercava in tutti i modi di sconfiggere e questo non lo avrebbe mai accettato, avrebbe preferito morire piuttosto. La ragazzina fece un debole si con la testa, ma non era convinta di quelle parole, la colpa che si covava nel cuore non l avrebbe mai abbandonata. Vennero a prenderle in due, avevano l aspetto di umani, ma la loro espressione era contorta in un ghigno malefico e innaturale, come se non bastasse erano identici. Le presero di forza e le trascinarono nella stessa stanza ovale dove Lilith aveva rivisto Malinar, ma questa volta era gremita di esseri ripugnati che gridavano e si agitavano come pazzi. Vennero lasciate davanti al padre di Malinar, dovettero inchinarsi nuovamente e attendere un suo ordine. Lui prese la madre di Malinar per i capelli e la trascinò fino ad una parete libera della stanza, la ragazzina batté violentemente contro la roccia, ma non disse nulla. Con gesto veloce estrasse un pugnale dalla lama ritorta e iniziò a provocarle dei profondi tagli sulle braccia e sulle gambe, poi la colpì allo stomaco. La ragazzina si contorse dal dolore, non aveva fatto nulla per difendersi, lo aveva lasciato agire come voleva. La fece legare per i polsi alla parete e la lasciò in agonia. Volse lo sguardo verso la porta e fece un gesto con la mano. Poco dopo, gli stessi due esseri, che avevano portato Lilith e la donna in quella stanza, trascinarono a braccia il corpo di Iliam. Lo avevano picchiato e ferito, non si muoveva e non reagiva. Quando la madre di Malinar lo vide in quello stato, scoppiò in lacrime, dimenticandosi completamente delle sue ferite. Iliam fu gettato di peso sul pavimento e a Lilith fu dato l ordine di soccorrerlo, la ragazza fece come le era stato detto e andò verso Iliam. Lo sollevò delicatamente facendogli poggiare la testa sulle gambe di lei. - I traditori fanno questa fine.- Lilith si voltò verso l essere che tanto somigliava a suo padre, ma ora non provava che odio per quella figura. - Malinar non resisterà ancora, quando entrerà in questa stanza dovrà fare una scelta. Salvare te o sua madre uccidendo l altra, ma prima dovrà eliminare il traditore, perché Iliam era così legato ad entrambe, che ha cercato di farvi 17

18 scappare, quindi vi difenderà dalla furia di Malinar ad ogni costo.- Era un gioco sadico, proprio come la Signora Madre aveva detto a Lilith, in ogni caso Malinar avrebbe perso qualcuno di importante e se solo si fosse rifiutato, magari togliendosi la vita prima, nessuno dei tre sarebbe sopravvissuto. Dopo questo anche Lilith fu legata con delle catene, in modo che non interferisse e a Iliam fu consegnato lo stesso pugnale con cui la madre di Malinar era stata ferita, tutto per istigare Malinar ad attaccarlo per primo. Quando lo fecero entrare era irriconoscibile. Lo tenevano legato per i polsi e le caviglie e lo trascinavano come una bestia, gli occhi di Malinar erano completamente vermigli, neanche la pupilla era più riconoscibile, sembrava curvo su se stesso e per avanzare poggiava anche le mani a terra. Le dite sembravano più lunghe e le unghie affilate, i capelli si erano allungati e gli ricadevano tutti in avanti, emetteva strani suoni gutturali, da mettere i brividi. Ci fu un chiasso agitato per qualche minuto poi, ad un gesto del padre, tutto tacque. Malinar fu liberato dalle catene rimanendo a quattro zampe per qualche secondo. Sembrava annusare l aria, come se un odore particolare lo attirasse, poi si fissò su Iliam osservando il pugnale che stringeva in mano. Malinar tentennò inizialmente, come se qualcosa gli stesse dicendo di non fare nulla. Lilith lo osservava e non riusciva a credere che dentro quel corpo deformato dal male ci fosse l uomo che amava, eppure vederlo riluttante ad agire la rincuorava che tutto non era ancora perso. Il problema comunque rimaneva, cosa si poteva fare per evitare che Iliam e Malinar si uccidessero e che ne Lilith, ne la madre di Malinar perissero per l altra? Iliam era quello nella posizione peggiore, doveva difendere se stesso e le due donne per evitare che Malinar facesse qualcosa, ma non era una cosa semplice ridotto in quelle condizioni. Lilith osservò anche lui in quella situazione, sembrava che il tempo si fosse fermato dandole la possibilità di osservare ogni cosa. Anche Iliam era diverso, le aveva sempre detto che a lui importava solo di se stesso e quello che aveva fatto per Malinar era solo per semplice riconoscenza, eppure era tornato per salvarle e ora si sarebbe battuto per fermare il mostro, che divorava il corpo del suo compagno. Lilith parlò al giovane prima che iniziasse la fine di tutto, era sicura di una cosa e lui poteva aiutarla. - Iliam salva lei Malinar ha lottato perché sua madre non morisse e non sopporterebbe di dover essere lui stesso a farle del male.- Aveva parlato con le lacrime agli occhi, ma Iliam la guardò male come se avesse detto una grande idiozia. - Stupida! Credi che serva a qualcosa fare l eroina? Qui ci fanno fuori tutti quanti comunque, quindi non pensare a cose simili e fidati di Malinar.- Al suono del suo nome, Malinar fece uno scatto e iniziò a muoversi in direzione di Iliam, che nel frattempo aveva provato a mettersi in piedi, fallendo miseramente. Camminava usando le mani e i piedi, proprio come un animale, ma era estremamente veloce. Balzò su Iliam con forza e lo fece capitolare a terra, il pugnale volò via e ci fu un grido di quegli strani esseri, mentre Malinar si rialzava avvicinandosi pericolosamente a sua madre. Il sangue lo attirava verso di lei, era un richiamo naturale a cui, ridotto in quelle condizioni, non riusciva più a resistere. Lilith gridò cercando di attirare la sua attenzione e vi riuscì, Malinar volse lo sguardo verso la ragazza e la vide in lacrime e disperata. Seccato da quella voce stridula, che gli feriva le orecchie si avventò prima su di lei. Fu un lampo, Iliam non fece in tempo a mettersi in mezzo e Malinar colpì la ragazza in pieno viso, dove si aprirono tre lunghi graffi dall occhio destro fino al mento. Compiaciuto dell operato si guardò la mano con sui l aveva colpita, si levò un grido di incitamento dagli orribili spettatori e Malinar ne fu inebriato. A fatica Lilith cercò di guardarlo in viso, mentre il sangue le tingeva tutto il viso e le ferite facevano male come non mai. Sorrise sommessamente, perché in fondo sapeva che aveva cercato di trattenersi e provò a parlargli. - Una volta mi hai detto che non hai mai sentito battere il tuo cuore e allora io ti ho offerto il mio - Le parole le morirono in gola quando Malinar la graffiò di nuovo, questa volta le ferite di aprirono all altezza del seno, vicino al cuore. Tre profondi tagli dai bordi slabbrati. - sono pronta a farlo di nuovo e se vuoi puoi prenderti il mio cuore, perché con te in questo stato è fermo proprio come lo è sempre stato il tuo.- Iliam s intromise tra i due con una 18

19 velocità impressionate, Malinar l avrebbe colpita di nuovo e lui doveva difenderla. Prese il colpo in pieno petto e cadde riverso a terra, questa volta era stato più potente. Iliam tossì convulsamente portandosi la mano sui tagli e provò a fermarlo sgattaiolando alle sue spalle, gli afferrò le braccia mentre Malinar si contorceva come una biscia impazzita per liberarsi. Tra le grida di Lilith e i lamenti di Iliam, che non riusciva a fermarlo, Malinar iniziò a calmarsi, il suo respiro divenne più lento e fissò i rossi occhi sulla ragazza. Sembrava sofferente e lei capì che quella espressione significata aiuto. La voce di Malinar era roca e gutturale, simile a quella degli spettatori al massacro, ma era satura di dolore e Lilith ne fu pervasa. - Dimmi dimmi che mi ami che mi ami anche se sono così orribile - Scese il silenzio più assoluto, ogni attenzione era rivolta alla scena, niente più grida e applausi macabri, solo attesa. Il padre di Malinar aveva osservato la scena e a quelle parole aveva avuto un conato amore? Che diavolo c entrava in quel momento? Dovevano vivere non pensare all amore, ad un sentimento così cieco da rendere idiote le persone. Lilith lo guardò intensamente, gli occhi di lui avevano qualcosa dei vecchi, stavano diventando dolci e pieni di emozioni, come la notte che li aveva uniti. Si, lo amava davvero, era stato il destino a farli incontrare perché Malinar aveva udito la sua voce nel silenzio della notte e per lei, Malinar era diventato un pensiero fisso che l aveva spinta ai limiti di se stessa pur di vederlo. - Si, ti amo anche così sei il mio Malinar - A quelle parole gli occhi di lui tornarono ad essere freddi e privi di sentimento, Lilith tremò al pensiero che la sua confessione non fosse servita a nulla. Malinar si liberò di Iliam come se fosse una fastidiosa zanzara e si guardò intorno. Velocemente riuscì, con una sola mossa, a rompere le catene che imprigionavano Lilith. La ragazza cadde in ginocchio a terra e incontrò lo sguardo di Malinar. - Lo faccio solo per te - fu più un sibilo appena percettibile, ma Lilith lo sentì comunque. Malinar scattò in avanti e liberò anche la madre, lasciando tutti i presenti senza respiro. Una risata sadica troneggiò sui mormorii del rivoltante pubblico e Malinar si rivolse a suo padre. - Credi che riusciranno ad andarsene? Sei uno sciocco Malinar e questa è l ultima volta che mi deludi!- Lo gridò così forte, che le pareti della grotta tremarono e tutto accadde in pochi minuti. Malinar fece rialzare Iliam e lo portò, insieme alle due donne, accanto all uscita. A bloccare la via si interponevano una decina di esseri informi e senza volto, ma Malinar fu agile e svelto. Si avventò su di loro schiacciandoli come insetti, tre morirono sotto i suoi artigli, il sangue violaceo di quegli esseri lo macchiò completamente, piegandosi poi su se stesso sfoderò un poderoso calcio, spazzandone via altri due dalla strada. Era una furia senza limiti, sembrava instancabile, ma si era anche fatto dominare dalla forza del mostro dentro di lui. Spalancò la porta e li gettò completamente fuori, mentre fronteggiava gli ultimi rimasti, che per quanto si sforzassero, non riuscivano ad evitare alcun colpo, mentre Malinar non era stato neanche sfiorato. Lilith non ebbe il tempo di chiamarlo a se, Malinar se ne era già andato e lei lo vide gettarsi in quella massa di carne putrida alla ricerca del suo vero obiettivo. Ormai un mostro senza limitazioni, Malinar si gettò nella mischia, colpì senza tregua quelli che per lui erano solo intralci, parò alcuni colpi e ne evitò altri, molto agilmente. Ormai quella danza ripetitiva stava diventando per lui monotona e doveva accelerare i tempi. Con un potente saltò, balzò in avanti scavalcando molti avversari e piombando direttamente davanti al suo unico obiettivo. Questi lo guardò sprezzante e per nulla intimorito, lo derise, come se avesse solo messo su una ridicola sceneggiata. Malinar non lo degnò neanche di uno sguardo, respirava rumorosamente, le mani gli prudevano e richiedevano la testa di un essere che aveva odiato per anni. Si avventò su di lui improvvisamente, cercando di colpirlo, ma il padre fu altrettanto lesto ed evitò senza troppe difficoltà. Tutti gli altri esseri rivoltanti sembravano essersi fermati completamente, osservavano il combattimento senza neanche capirne il motivo. Malinar venne colpito da un poderoso pugno allo stomaco, ma non sembrò risentirne e continuò a colpire, fino a che non fosse arrivato a destinazione 19

20 Iliam era molto provato e non reggeva bene il passo, lo stesso per la madre di Malinar. Era stata ferita gravemente, questo per evitare fughe e non riusciva a correre bene. Il padre di Malinar aveva pensato a tutto, ferendoli così duramente si assicurava che non sarebbero andati molto lontano e se ci fossero stati imprevisti, avrebbe potuto riprenderli in fretta. Lilith osservava la ragazzina che correva al suo fianco e che non faceva che incespicare sui suoi passi, la vedeva sempre più piccola e indifesa, ora più che mai somigliava proprio ad una bambina. Iliam sorresse il passo della donna, aiutato da Lilith, ma neanche lui era in buone condizioni. Dalla ferita che Malinar gli aveva procurato, il sangue non smetteva di uscire e nelle stesse condizioni si trovava anche Lilith. I graffi sul viso le bruciavano come il fuoco e la vista le si offuscava ad ogni passo, ma non doveva cedere. La corsa sembrava non avere mai termine e l uscita sempre più lontana. Alle loro spalle sentivano grida disumane e crolli, la grotta stava lentamente cedendo e sprofondando insieme al massacro che Malinar stava compiendo, ma sarebbe riuscito a sopravvivere? Lilith non voleva neanche pensare all eventualità di non rivederlo più, lei si sarebbe salvata e avrebbe atteso il ritorno dell uomo che amava. L uscita era davanti ai loro occhi, ma il cuore era rimasto nelle profondità dell inferno da cui erano, così faticosamente, scappati. Chiusa in questa piccola stanza provo a non pensare a nulla. Non esco da quando sono riuscita a fuggire da un inferno e non voglio farlo. Se esco la realtà mi attende crudele, il viso della madre di Malinar che mi fissa, i suoi occhi sono rossi dal continuo piangere e sembra invecchiata di colpo. Anche lei si è chiusa in un suo piccolo rifugio illusorio, ripensa a come sarebbe stata la vita di suo figlio se lei fosse morta quando doveva. Ora invece rimane ad avvizzire in un angolo, sperando di vedere il viso di suo figlio. Sono passati cinque giorni dalla nostra fuga. Iliam sembra l unico che riesce a vivere normalmente, per quanto possa essere normale la vita per uno come lui. A volte viene da me, mi cura le ferite e cerca di farmi mangiare, ma io la maggior parte delle volte mi rifiuto e lui continua a ripetermi che non si può vivere di speranze. Eppure Malinar ci era riuscito, lui sperava di salvare se stesso e sua madre, di stare con me e di poter vivere insieme alle persone che amava. A volte non riesco proprio a sopportare la vicinanza di Iliam, per il suo modo indifferente di essere, per la sua non curanza dei miei sentimenti, ma infondo all anima anche lui nasconde tanti segreti e il fatto che continua a prendersi cura di me e della madre del suo compagno, indica che si sente responsabile. Ma io sono sicura che lui non è morto, forse non riesce ad uscire dall inferno, ma è vivo e io continuerò a chiamarlo La sera si inoltrò velocemente e con lei giunse il freddo. Lilith continuava a non voler uscire da quella piccola realtà che si era creata e Iliam non sapeva più cosa fare. Non riusciva a capire cosa avesse spinto Malinar a tanto, sacrificandosi per qualcun altro. Perché? Cosa dava la sicurezza che quel sacrificio non sarebbe stato vano, che una volta morti la persona che si voleva salvare non facesse la stessa fine? Il dolore di chi rimane è grande e per questo lui non si sarebbe mai sacrificato per nessuno, era sicuro che sarebbe vissuto solo per se stesso, ma in quella stanza si era comportato in modo completamente diverso. Nell istante in cui Malinar stava per colpire Lilith, lui l aveva difesa, anche se le aveva detto apertamente che, una volta entrata, non sarebbe corso ad aiutarla. Tutto quel parlare di amore lo aveva confuso forse e non sapeva più come comportarsi, ma anche adesso che tutto era terminato non riusciva a lasciarle sole. La Signora Madre stava appassendo come un fiore privato dell acqua e questo gli provocava un profondo dispiacere. Aveva il viso di una ragazzina, ma era molto di più. Il suo animo era maturo e delicato come un petalo e l aver smesso di sperare la stava distruggendo. Al contrario Lilith continuava a sperare, ma questa sua determinazione la stava portando alla follia. Chissà cosa ne era stato del suo compagno? Quante volte avevano combattuto da rivali, ma mai aveva sperato che morisse. Malinar era importante per lui, 20

Claudio Bencivenga IL PINGUINO

Claudio Bencivenga IL PINGUINO Claudio Bencivenga IL PINGUINO 1 by Claudio Bencivenga tutti i diritti riservati 2 a mia Madre che mi raccontò la storia del pignuino Nino a Barbara che mi aiuta sempre in tutto 3 4 1. IL PINGUINO C era

Dettagli

Il principe Biancorso

Il principe Biancorso Il principe Biancorso C era una volta un re che aveva tre figlie. Un giorno, stando alla finestra con la maggiore a guardare nel cortile del castello, vide entrare di corsa un grosso orso che rugliava

Dettagli

Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il

Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il Bartolomea e il basilisco del Duomo C'era una volta, intorno al 1600, dentro le mura di Modena, una bambina di nome Bartolomea, a cui era morto il padre. La bambina viveva con sua madre, Maria, in via

Dettagli

FAVOLA LA STORIA DI ERRORE

FAVOLA LA STORIA DI ERRORE FAVOLA LA STORIA DI ERRORE C era una volta una bella famiglia che abitava in una bella città e viveva in una bella casa. Avevano tre figli, tutti belli, avevano belle auto e un bel giardino, ben curato,

Dettagli

Auguri mamma! Festa della mamma 2014

Auguri mamma! Festa della mamma 2014 Festa della mamma 2014 Quest anno dedichiamo alla mamma un intero libro. Si tratta de L abbraccio di David Grossman, splendido nell edizione Mondadori illustrata da Michal Rovner. Il nostro libro si presenterà

Dettagli

Scopri il piano di Dio: Pace e vita

Scopri il piano di Dio: Pace e vita Scopri il piano di : Pace e vita E intenzione di avere per noi una vita felice qui e adesso. Perché la maggior parte delle persone non conosce questa vita vera? ama la gente e ama te! Vuole che tu sperimenti

Dettagli

Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1)

Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1) Abbi il piacere di leggere fino alla fine...(poi pensa... E scegli l opzione numero 1) Cos è il virtu@le? Un giorno entrai di fretta e molto affamato in un ristorante. Scelsi un tavolo lontano da tutti,

Dettagli

Roberta Santi AZ200. poesie

Roberta Santi AZ200. poesie AZ200 Roberta Santi AZ200 poesie www.booksprintedizioni.it Copyright 2012 Roberta Santi Tutti i diritti riservati T amo senza sapere come, né quando né da dove, t amo direttamente, senza problemi né orgoglio:

Dettagli

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore

Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Traccia: Obbiettivo dell incontro: accompagnare i bambini verso la comprensione che per credere in Gesù dobbiamo amarlo e non dubitare mai del suo Amore Per la preghiera: vedi in allegato. Sviluppo dell

Dettagli

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World

LOCUZIONI AL MONDO. Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World LOCUZIONI AL MONDO Il mistero di ogni persona (22/4/2013 24/4/2013) Testi tradotti dai messaggi originali pubblicati sul sito Locutions to the World 2 Sommario 1. La decisione della SS. Trinità al tuo

Dettagli

Attimi d amore. Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza

Attimi d amore. Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza Attimi d amore Scende come la pioggia un petalo di rose e quando ti vedo perdo la testa per te mia cara ragazza Distesa davanti alla collina Occhi verdi come il prato distesa e non pensi a nulla. Ricordo

Dettagli

I tre pesci. (Favola araba)

I tre pesci. (Favola araba) Favolaboratorio I tre pesci I tre pesci. (Favola araba) C'erano una volta tre pesci che vivevano in uno stagno: uno era intelligente, un altro lo era a metà e il terzo era stupido. La loro vita era quella

Dettagli

DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione -

DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione - PROVA DI ITALIANO DOLCI RICORDI - Adattamento e riduzione - Molti anni fa vivevo con la mia famiglia in un paese di montagna. Mio padre faceva il medico, ma guadagnava poco perché i suoi malati erano poveri

Dettagli

Incredibile Romantica. Dimentichiamoci Questa Città

Incredibile Romantica. Dimentichiamoci Questa Città Siamo Solo Noi Siamo solo noi che andiamo a letto la mattina presto e ci svegliamo con il mal di testa che non abbiamo vita regolare che non ci sappiamo limitare che non abbiamo più rispetto per niente

Dettagli

Scuola media di Giornico. tra stimoli artistici e nozioni scentifiche. Il fotolinguaggio. Progetto sostenuto dal GLES 2

Scuola media di Giornico. tra stimoli artistici e nozioni scentifiche. Il fotolinguaggio. Progetto sostenuto dal GLES 2 Scuola media di Giornico L affettività e la sessualità, tra stimoli artistici e nozioni scentifiche. Il fotolinguaggio Progetto sostenuto dal GLES 2 Dai sensi all azione Sensi Sensazioni Emozioni Sentimenti

Dettagli

Sean e le na Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose

Sean e le na Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose Sean e le Una Storia per la Buona Notte Scarpe Luccicose da Drynites Sean e le Scarpe Luccicose Sean era così timido che quando arrivava il postino a consegnargli una lettera, era troppo timido per salutare.

Dettagli

La cenerentola di casa

La cenerentola di casa La cenerentola di casa Audrina Assamoi LA CENERENTOLA DI CASA CABLAN romanzo www.booksprintedizioni.it Copyright 2012 Audrina Assamoi Tutti i diritti riservati Questa storia è dedicata a tutti quelli che

Dettagli

1. Ascolta la canzone e metti in ordine le immagini:

1. Ascolta la canzone e metti in ordine le immagini: Pag. 1 1. Ascolta la canzone e metti in ordine le immagini: Pag. 2 Adesso guarda il video della canzone e verifica le tue risposte. 2. Prova a rispondere alle domande adesso: Dove si sono incontrati? Perché

Dettagli

Il coraggio di cambiare ciò che non era

Il coraggio di cambiare ciò che non era Il coraggio di cambiare ciò che non era Riccobono Stefania IL CORAGGIO DI CAMBIARE CIÒ CHE NON ERA racconto Alle persone che amo... con immenso amore. Prologo arrivo a New York, Luglio Una calda mattina

Dettagli

Maschere a Venezia VERO O FALSO

Maschere a Venezia VERO O FALSO 45 VERO O FALSO CAP I 1) Altiero Ranelli è il direttore de Il Gazzettino di Venezia 2) Altiero Ranelli ha trovato delle lettere su MONDO-NET 3) Colombina è la sorella di Pantalone 4) La sera di carnevale,

Dettagli

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013

domenica 24 febbraio 13 Farra, 24 febbraio 2013 Farra, 24 febbraio 2013 informare su quelle che sono le reazioni più tipiche dei bambini alla morte di una persona cara dare alcune indicazioni pratiche suggerire alcuni percorsi Quali sono le reazioni

Dettagli

LA DISTRUZIONE DEL BALLO

LA DISTRUZIONE DEL BALLO LA DISTRUZIONE DEL BALLO Un bel giorno una ballerina era a casa a guardare la TV quando, all improvviso,suonò il campanello. Andò ad aprire era un uomo che non aveva mai visto il quale disse: Smetti di

Dettagli

4. Conoscere il proprio corpo

4. Conoscere il proprio corpo 4. Conoscere il proprio corpo Gli esseri viventi sono fatti di parti che funzionano assieme in modo diverso. Hanno parti diverse che fanno cose diverse. Il tuo corpo è fatto di molte parti diverse. Alcune

Dettagli

CONOSCERE IL PROPRIO CORPO

CONOSCERE IL PROPRIO CORPO CONOSCERE IL PROPRIO CORPO Gli esseri viventi sono fatti di parti che funzionano assieme in modo diverso. Hanno parti diverse che fanno cose diverse. Il tuo corpo è fatto di molte parti diverse. Alcune

Dettagli

TELEFONO AZZURRO. dedicato ai bambini COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO?

TELEFONO AZZURRO. dedicato ai bambini COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO? COS E IL BULLISMO? IL BULLISMO? 1 Ehi, ti e mai capitato di assistere o essere coinvolto in situazioni di prepotenza?... lo sai cos e il bullismo? Prova a leggere queste pagine. Ti potranno essere utili.

Dettagli

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014

EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014 questionario di gradimento PROGETTO ESSERE&BENESSERE: EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ a.s. 2013/2014 classi prime e seconde - Scuola Secondaria di I grado di Lavagno CLASSI PRIME Mi sono piaciute perché erano

Dettagli

GLI AUSTRALOPITECHI. Tra gli animali che vedi nelle figure, sai dire quale è una scimmia? Cerchia l animale giusto e collega i nomi ai disegni.

GLI AUSTRALOPITECHI. Tra gli animali che vedi nelle figure, sai dire quale è una scimmia? Cerchia l animale giusto e collega i nomi ai disegni. GLI AUSTRALOPITECHI Prerequisiti: orientarsi nel tempo fra passato, presente e futuro, usare gli strumenti sussidiari al testo (cartine, immagini, tabelle ) Obiettivi: studio dell evoluzione dell uomo

Dettagli

un tubicino che gli entrava nell'ombelico.

un tubicino che gli entrava nell'ombelico. Un altro Miracolo Quel bimbo non aveva un nome né sapeva se era un maschietto o una femminuccia. Inoltre non riusciva a vedere, non poteva parlare, non poteva camminare né giocare. Riusciva a muoversi

Dettagli

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla!

Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Un pensiero per la nostra Maestra Grazie Maestra Carla! Quarta Primaria - Istituto Santa Teresa di Gesù - Roma a.s. 2010/2011 Con tanto affetto... un grande grazie anche da me! :-) Serena Grazie Maestra

Dettagli

HOLTER MONITOR. Illustrazione di Matteo Pericoli 2002

HOLTER MONITOR. Illustrazione di Matteo Pericoli 2002 HOLTER MONITOR Illustrazione di Matteo Pericoli 2002 Lui. Che strano apparecchio, mi sembrava un lettore di cd, ma vedo che ha dei fili che finiscono sotto la tua maglietta... A che cosa servono? Lei.

Dettagli

IL SOGNO di GIUSEPPE Canzoni

IL SOGNO di GIUSEPPE Canzoni IL SOGNO di GIUSEPPE Canzoni CANZONE: QUESTO VESTITO BELLISSIMO Giacobbe: Ecco, figlio qui per te una cosa certo che ti coprirà, ti scalderà, e poi sarà un pensiero mio per te. Ti farà pensare a me, al

Dettagli

CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati).

CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati). CONSIGLI PER GIOVANI NAVIGANTI (anche già navigati). HEY! SONO QUI! (Ovvero come cerco l attenzione). Farsi notare su internet può essere il tuo modo di esprimerti. Essere apprezzati dagli altri è così

Dettagli

Amore in Paradiso. Capitolo I

Amore in Paradiso. Capitolo I 4 Amore in Paradiso Capitolo I Paradiso. Ufficio dei desideri. Tanti angeli vanno e vengono nella stanza. Arriva un fax. Lo ha mandato qualcuno dalla Terra, un uomo. Quando gli uomini vogliono qualcosa,

Dettagli

Wretched - Libero Di Vevere, Libero Di Morire. Scritto da Joel Lunedì 11 Agosto 2008 03:35

Wretched - Libero Di Vevere, Libero Di Morire. Scritto da Joel Lunedì 11 Agosto 2008 03:35 01 - Come Un Cappio Un cappio alla mia gola le loro restrizioni un cappio alla mia gola le croci e le divise un cappio che si stringe, un cappio che mi uccide un cappio che io devo distruggere e spezzare

Dettagli

Angeli - Voglio Di Piu' Scritto da Joel Lunedì 11 Agosto 2008 01:19

Angeli - Voglio Di Piu' Scritto da Joel Lunedì 11 Agosto 2008 01:19 01 - Voglio Di Piu' Era li', era li', era li' e piangeva ma che cazzo hai non c'e' piu',non c'e' piu',non c'e' piu' e' andato se ne e' andato via da qui Non c'e' niente che io possa fare puoi pensarmi,

Dettagli

VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI. Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata

VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI. Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata VENGO ANCH IO CONDIVIDERE LA MALATTIA E LE CURE CON I FIGLI I BENEFICI DELLA COMUNICAZIONE IN FAMIGLIA Dott.ssa Lucia Montesi Psicologa Psicoterapeuta U.O. Oncologia Area Vasta 3, Macerata FORMATO FAMIGLIA

Dettagli

Poesie, filastrocche e favole per bambini

Poesie, filastrocche e favole per bambini Poesie, filastrocche e favole per bambini Jacky Espinosa de Cadelago Poesie, filastrocche e favole per bambini Ai miei grandi tesori; Elio, Eugenia ed Alejandro, coloro che ogni giorno mi fanno crescere

Dettagli

L albero di cachi padre e figli

L albero di cachi padre e figli L albero di cachi padre e figli 1 Da qualche parte a Nagasaki vi era un bell albero di cachi che faceva frutti buonissimi. Per quest albero il maggior piacere era vedere i bambini felici. Era il 9 agosto

Dettagli

UN VIAGGIO TRA LA SCOPERTA DEL PROPRIO CORPO E LA RICERCA DELLA BELLEZZA: IL LABORATORIO "MA COME TI TRUCCHI?!" PER PERSONE CON DISABILITÀ.

UN VIAGGIO TRA LA SCOPERTA DEL PROPRIO CORPO E LA RICERCA DELLA BELLEZZA: IL LABORATORIO MA COME TI TRUCCHI?! PER PERSONE CON DISABILITÀ. UN VIAGGIO TRA LA SCOPERTA DEL PROPRIO CORPO E LA RICERCA DELLA BELLEZZA: IL LABORATORIO "MA COME TI TRUCCHI?!" PER PERSONE CON DISABILITÀ. Relatore: Martina Tarlazzi Make your smile up LA NASCITA DEL

Dettagli

Estate_. - Se fosse per te giocheremmo solo a pallamuso. - aggiunse Morbidoso, ridendo.

Estate_. - Se fosse per te giocheremmo solo a pallamuso. - aggiunse Morbidoso, ridendo. Estate_ Era una giornata soleggiata e piacevole. Né troppo calda, né troppo fresca, di quelle che ti fanno venire voglia di giocare e correre e stare tra gli alberi e nei prati. Bonton, Ricciolo e Morbidoso,

Dettagli

START! Chicco, Nanà e la Magica Canzone della Super Attenzione!

START! Chicco, Nanà e la Magica Canzone della Super Attenzione! START! Chicco, Nanà e la Magica Canzone della Super Attenzione! MATERIALE Un pupazzetto a forma di uccellino in un cestino, inizialmente nascosto da qualche parte. Stampa della diapositiva 8, incollata

Dettagli

L'indifferenza. Mi manca il coraggio di guardarti negli occhi. Nel piazzale davanti alla scuola, nei suoi corridoi affollati,

L'indifferenza. Mi manca il coraggio di guardarti negli occhi. Nel piazzale davanti alla scuola, nei suoi corridoi affollati, L'indifferenza Mi manca il coraggio di guardarti negli occhi. Nel piazzale davanti alla scuola, nei suoi corridoi affollati, nei suoi bagni che odorano di fumo di sigarette aspirate avidamente hai subito

Dettagli

Lasciatevi incantare

Lasciatevi incantare Lasciatevi incantare Rita Pecorari LASCIATEVI INCANTARE favole www.booksprintedizioni.it Copyright 2013 Rita Pecorari Tutti i diritti riservati Tanto tempo fa, io ero ancora una bambina, c era una persona

Dettagli

LA NATURA E LA SCIENZA

LA NATURA E LA SCIENZA LA NATURA E LA SCIENZA La NATURA è tutto quello che sta intorno a noi: le persone, gli animali, le piante, le montagne, il cielo, le stelle. e tante altre cose non costruite dall uomo. Lo studio di tutte

Dettagli

«Mamma, dopo che il dottore ti ha detto

«Mamma, dopo che il dottore ti ha detto Indice Cominciamo 7 La curiosità di Alice 9 Un po di imbarazzo 25 Innamorarsi 43 Fare l amore 55 Concepimento 71 Gravidanza 83 La nascita 95 Il nostro corpo: le donne 111 Il nostro corpo: gli uomini 127

Dettagli

La spiaggia di fiori

La spiaggia di fiori 37 La spiaggia di fiori U na nuova alba stava nascendo e qualcosa di nuovo anche in me. Remai per un po in direzione di quella luce all orizzonte, fino a che l oceano di acqua iniziò pian piano a ritirarsi

Dettagli

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS)

Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Casa di cura e di riposo per anziani di Gundeldingen, Basilea (BS) Werner Wassermann, datore di lavoro La signora L. lavora da noi da tanto tempo. È stata capo reparto e noi, ma anche gli altri collaboratori

Dettagli

Nonni si diventa. Il racconto di tutto quello che non sapete

Nonni si diventa. Il racconto di tutto quello che non sapete Nonni si diventa Il racconto di tutto quello che non sapete Introduzione Cari nipoti miei, quando tra qualche anno potrete leggere e comprendere fino in fondo queste pagine, forse vi chiederete perché

Dettagli

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI

CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI CORSO VENDITE LIVELLO BASE ESERCIZIO PER L ACQUISIZIONE DEI DATI 1. Vai a visitare un cliente ma non lo chiudi nonostante tu gli abbia fatto una buona offerta. Che cosa fai? Ti consideri causa e guardi

Dettagli

CHE COSA TI FA VENIRE IN MENTE QUESTA PAROLA?

CHE COSA TI FA VENIRE IN MENTE QUESTA PAROLA? CHE COSA TI FA VENIRE IN MENTE QUESTA PAROLA? Mi fa pensare all'oscurità, perchè l'ombra è oscura, nera e paurosa. Penso ad un bambino che non ha paura della sua ombra perchè è la sua. Mi fa venire in

Dettagli

Amare il rischio Amare gli altri. Amare l amato. Amare la vita Amare il mondo

Amare il rischio Amare gli altri. Amare l amato. Amare la vita Amare il mondo Amare il rischio Amare gli altri Amare l amato Amare la vita Amare il mondo Amare l amato In ognuno di noi è forte il desiderio di amore: la fame e la sete di amicizia, di intimità, di unione e di comunione

Dettagli

ADE CERCA MOGLIE. Completa. Rispondi

ADE CERCA MOGLIE. Completa. Rispondi IL DIO ADE Il dio Ade è fratello del dio Zeus. Ade è il re dei morti. Per gli antichi greci, dopo la morte, gli uomini vanno negli Inferi. Gli Inferi sono un luogo buio e triste che si trova sotto terra.

Dettagli

poesie del rispetto Le muse per una città che si vuole bene

poesie del rispetto Le muse per una città che si vuole bene Una parola sola è come muta Pensiamo le parole: una a una, una parola sola è come muta, ombra d assenza, eco di silenzio. Anche quando è nobile, un nome, la parola assoluta di qualcuno, se è sola, si affanna,

Dettagli

CIAO, SONO LA BEFANA. TI VOGLIO RACCONTARE UNA DELLE TANTE STORIE CHE RACCONTANO SU DI ME. E COME TUTTE LE STORIE LA MIA COMINCIA CON

CIAO, SONO LA BEFANA. TI VOGLIO RACCONTARE UNA DELLE TANTE STORIE CHE RACCONTANO SU DI ME. E COME TUTTE LE STORIE LA MIA COMINCIA CON NON SONO TANTO BELLA. HO UN NASO LUNGO E BITORZOLUTO, MA SONO TANTO, TANTO BUONA. CIAO, SONO LA BEFANA. TI VOGLIO RACCONTARE UNA DELLE TANTE STORIE CHE RACCONTANO SU DI ME. E COME TUTTE LE STORIE LA MIA

Dettagli

Maggio 2014 San Vito. Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane

Maggio 2014 San Vito. Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane Maggio 2014 San Vito Laboratorio di narrazione con mamme straniere e italiane PRIMO INCONTRO In cerchio. Presentazione dell attività e delle regole Presentazione (sedute in cerchio). Mi chiamo.la favola/fiaba

Dettagli

PIANO DI EVACUAZIONE CLASSI PRIME PLESSO DUCA D AOSTA A.S.2009/2010

PIANO DI EVACUAZIONE CLASSI PRIME PLESSO DUCA D AOSTA A.S.2009/2010 PIANO DI EVACUAZIONE CLASSI PRIME PLESSO DUCA D AOSTA A.S.2009/2010 PREMESSA Abituare i bambini già da piccoli, seppur attraverso il gioco, a tenere poche ma essenziali norme comportamentali in caso di

Dettagli

Io..., papà di... ricordo, mi emoziono, racconto! giugno 2015

Io..., papà di... ricordo, mi emoziono, racconto! giugno 2015 Io..., papà di...... ricordo, mi emoziono, racconto! giugno 2015 Lettura albo, strumento utilizzato in un Percorso di Sostegno alla Genitorialità biologica EMAMeF - Loredana Plotegher, educatore professionale

Dettagli

RELAZIONE INTERVENTO CROCE ROSSA ITALIANA

RELAZIONE INTERVENTO CROCE ROSSA ITALIANA Giulia Poggi 1 A RELAZIONE INTERVENTO CROCE ROSSA ITALIANA La Croce Rossa è un associazione internazionale fondata a Ginevra (Svizzera) nel 1864 da Henry Dunant. Nel 1859 durante la battaglia di Solferino

Dettagli

Mafia, amore & polizia

Mafia, amore & polizia 20 Mafia, amore & polizia -Ah sì, ora ricordo... Lei è la signorina... -Francesca Affatato. -Sì... Sì... Francesca Affatato... Certo... Mi ricordo... Lei è italiana, non è vero? -No, mio padre è italiano.

Dettagli

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la

A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la PARTE A PROVA DI COMPRENSIONE DELLA LETTURA A.1 Leggere i testi da 1 a 5. Indicare nel Foglio delle Risposte, vicino al numero del testo, la lettera A, B o C corrispondente alla risposta scelta. Esempio

Dettagli

La strada che non andava in nessun posto

La strada che non andava in nessun posto La strada che non andava in nessun posto All uscita del paese si dividevano tre strade: una andava verso il mare, la seconda verso la città e la terza non andava in nessun posto. Martino lo sapeva perché

Dettagli

Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ

Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ Flavia Volta SOGNANDO LA FELICITÀ Flavia Volta, Sognando la felicità Copyright 2014 Edizioni del Faro Gruppo Editoriale Tangram Srl Via Verdi, 9/A 38122 Trento www.edizionidelfaro.it info@edizionidelfaro.it

Dettagli

Candela bianca. Silvia Angeli

Candela bianca. Silvia Angeli Candela bianca È successo ancora. Il buio della stanza mi chiama alla realtà. Abbandono riluttante le coperte calde, rifugio sicuro e accendo una candela bianca, con la sua fiamma dorata. È successo di

Dettagli

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI

BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA Beati voi, beati voi, beati voi, beati voi. BEATI VOI BEATI VOI MI FA#-7 LA MI LA MI FA#-7 LA6 MI LA MI FA#-7 Se sarete poveri nel cuore, beati voi: LA6 MI sarà vostro il Regno di Dio Padre. MI FA#-7 Se sarete voi che piangerete, beati voi, LA6 MI perché

Dettagli

seguente elenco, quali stranezze potrebbe avere una strega :

seguente elenco, quali stranezze potrebbe avere una strega : 1. Il titolo del racconto che leggerai è UNA STRANA STREGA, segna nel seguente elenco, quali stranezze potrebbe avere una strega : Avere il naso aquilino Si no Possedere un pentolone Si no Essere sempre

Dettagli

SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE...

SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE... SE IO FOSSI UN ALBERO E INVENTASSI UNA STORIA DAL MIO DISEGNO...TI RACCONTEREI CHE... Una volta si fece la festa degli alberi nel bosco e io e una bimba, che non lo sapevo chi era, giocavamo con gli alberi

Dettagli

NELLA FORMA ATTIVA IL SOGGETTO COMPIE L AZIONE ESPRESSA DAL VERBO. Angela intervista Laura

NELLA FORMA ATTIVA IL SOGGETTO COMPIE L AZIONE ESPRESSA DAL VERBO. Angela intervista Laura NELLA FORMA ATTIVA IL SOGGETTO COMPIE L AZIONE ESPRESSA DAL VERBO Angela intervista Laura chi compie l azione azione compiuta oggetto su cui passa l azione NELLA FORMA PASSIVA, INVECE, IL SOGGETTO SUBISCE

Dettagli

E LE CANDELE A COSA SERVONO?

E LE CANDELE A COSA SERVONO? Con un phon Spingendo le eliche con la mano Con un ventilatore Soffiando Girando il perno Con il vento Spingendo i personaggi cl. cl. 3 e e Goldoni ins. ins. E.De Biasi Tolgo le eliche, tengo il perno

Dettagli

6. La Terra. Sì, la terra è la tua casa. Ma che cos è la terra? Vediamo di scoprire qualcosa sul posto dove vivi.

6. La Terra. Sì, la terra è la tua casa. Ma che cos è la terra? Vediamo di scoprire qualcosa sul posto dove vivi. 6. La Terra Dove vivi? Dirai che questa è una domanda facile. Vivo in una casa, in una certa via, di una certa città. O forse dirai: La mia casa è in campagna. Ma dove vivi? Dove sono la tua casa, la tua

Dettagli

Racconti di me. Un regalo

Racconti di me. Un regalo 1 Racconti di me di Cetta De Luca Un regalo Io non regalo oggetti. Magari un sogno, un emozione qualcosa che rimanga nella vita di valore. A volte solo un ricordo, a volte me stessa. 2 Apparenza Tu che

Dettagli

IL TEMPO METEOROLOGICO

IL TEMPO METEOROLOGICO VOLUME 1 CAPITOLO 4 MODULO D LE VENTI REGIONI ITALIANE IL TEMPO METEOROLOGICO 1. Parole per capire A. Conosci già queste parole? Scrivi il loro significato o fai un disegno: tempo... Sole... luce... caldo...

Dettagli

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza

La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza La depressione maggiore è un disturbo mentale che si manifesta con: uno stato d animo di profondo dolore o tristezza mancanza di energia e di voglia di fare le cose Materiale a cura di: L. Magliano, A.

Dettagli

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro

La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro La strage di Capaci raccontata da Tina Montinaro Venerdì 17 aprile, è venuta nella nostra scuola signora Tina Montinaro, vedova di Antonio Montinaro, uno dei tre uomini di scorta che viaggiavano nella

Dettagli

TEMPO TEMPO. Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse!

TEMPO TEMPO. Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse! TEMPO Oggi la maestra ha chiesto ai bambini e alle bambine di pensare a una frase con la parola tempo. Quante idee diverse! OGGI IL TEMPO È BRUTTO. PER FARE QUESTO DISEGNO HO IMPIEGATO TANTO TEMPO. TANTO

Dettagli

LA BALLERINA. Chiara Boscolo IIIA

LA BALLERINA. Chiara Boscolo IIIA Sulle ali del tempo, sorvolo il vento. Viaggio per conoscere i luoghi del mondo. Il sentiero è la scia dell arcobaleno. Nei miei ricordi il verde della foresta, il giallo del sole, l azzurro ed il blu

Dettagli

- Siamo lontani - Andremo lontano. - Lontani - Nessuno ci avvicina

- Siamo lontani - Andremo lontano. - Lontani - Nessuno ci avvicina Voce fuori campo: Nell ora presente,noi siamo forse alla vigilia del giorno nel quale l Austri si butterà sulla Serbia e dall ora l Austria e la Germania gettandosi sui serbi e sui russi è l Europa in

Dettagli

TANDEM Köln www.tandem-koeln.de info@tandem-koeln.de

TANDEM Köln www.tandem-koeln.de info@tandem-koeln.de Nome: Telefono: Data: Kurs- und Zeitwunsch: 1. Ugo è a. italiano b. da Italia c. di Italia d. della Italia 3. Finiamo esercizio. a. il b. lo c. gli d. l 5. Ugo e Pia molto. a. non parlano b. non parlare

Dettagli

Scuola Secondaria di I grado di Lavagno Istituto Comprensivo don Lorenzo Milani LAVAGNO - VR

Scuola Secondaria di I grado di Lavagno Istituto Comprensivo don Lorenzo Milani LAVAGNO - VR Scuola Secondaria di I grado di Lavagno Istituto Comprensivo don Lorenzo Milani LAVAGNO - VR PERSONE DA AIUTARE Ci sono persone che piangono dal dolore, li potremmo aiutare, donando pace e amore. Immagina

Dettagli

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario

Mentore. Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Mentore Rende ordinario quello che per gli altri è straordinario Vision Creare un futuro migliore per le Nuove Generazioni Come? Mission Rendere quante più persone possibili Libere Finanziariamente Con

Dettagli

PRONOMI DIRETTI (oggetto)

PRONOMI DIRETTI (oggetto) PRONOMI DIRETTI (oggetto) - mi - ti - lo - la - La - ci - vi - li - le La è la forma di cortesia. Io li incontro spesso. (gli amici). Non ti sopporta più. (te) Lo legge tutti i giorni. (il giornale). La

Dettagli

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa

Parrocchia Santi Pietro e Paolo. Venite alla festa Parrocchia Santi Pietro e Paolo Venite alla festa Questo libretto e di: Foto di gruppo 2 Occhi, naso, bocca, orecchie, mani... per pregare Occhi: se i miei occhi sono attenti, possono cogliere i gesti

Dettagli

Una risposta ad una domanda difficile

Una risposta ad una domanda difficile An Answer to a Tough Question Una risposta ad una domanda difficile By Serge Kahili King Traduzione a cura di Josaya http://www.josaya.com/ Un certo numero di persone nel corso degli anni mi hanno chiesto

Dettagli

IL 23 FEBBRAIO SIAMO ANDATI ALLA SCUOLA CARMINATI PER PARLARE CON I RAGAZZI DI 2B DELL ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA.

IL 23 FEBBRAIO SIAMO ANDATI ALLA SCUOLA CARMINATI PER PARLARE CON I RAGAZZI DI 2B DELL ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA. IL 23 FEBBRAIO SIAMO ANDATI ALLA SCUOLA CARMINATI PER PARLARE CON I RAGAZZI DI 2B DELL ARTICOLO 3 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA. COME AL SOLITO CI SIAMO MESSI IN CERCHIO ABBIAMO ASCOLTATO LA FIABA DEI Mille

Dettagli

S- magari si potrebbe dire la prima riga, la seconda riga UNITÀ DIDATTICA: TESTO POETICO. Obiettivi

S- magari si potrebbe dire la prima riga, la seconda riga UNITÀ DIDATTICA: TESTO POETICO. Obiettivi UNITÀ DIDATTICA: TESTO POETICO Obiettivi - Confrontare due testi poetici - Trovare le differenze e le somiglianze - Osservare le differenze e coglierne le caratteristiche. ATTIVITÀ L argomento presentato

Dettagli

Classe di livello B1+ Apprendenti stranieri di età tra 18-22 anni. Attività sull immigrazione. Berline Flore Ngueagni Università Ca Foscari

Classe di livello B1+ Apprendenti stranieri di età tra 18-22 anni. Attività sull immigrazione. Berline Flore Ngueagni Università Ca Foscari 1 Classe di livello B1+ Apprendenti stranieri di età tra 18-22 anni Attività sull immigrazione Berline Flore Ngueagni Università Ca Foscari 1- Che cosa vedi in questa immagine? 2- Secondo te che luogo

Dettagli

Parco naturale La Mandria

Parco naturale La Mandria Parco naturale La Mandria La favola di Rosa Ciao bambini io sono Turcet, il topolino che vive qui al Castello! Quando ero piccolo mio Nonno Topone mi raccontò la storia del Re Vittorio Emanuele e della

Dettagli

I 12 principi della. Leadership Efficace in salone

I 12 principi della. Leadership Efficace in salone I 12 principi della Leadership Efficace in salone Leadership = capacita di condurre e di motivare Per condurre i tuoi dipendenti devono avere stima e fiducia di te. Tu devi essere credibile. Per motivare

Dettagli

L amore è un granello di sabbia

L amore è un granello di sabbia L amore è un granello di sabbia Erika Zappoli L AMORE È UN GRANELLO DI SABBIA romanzo www.booksprintedizioni.it Copyright 2013 Erika Zappoli Tutti i diritti riservati A Serena e Samuel con la sola vostra

Dettagli

M.K. Shear, E. Frank, A. Fagiolini, V.J. Grochocinsky, G.B. Cassano SCI-SAS. Structured Clinical Interview for Separation Anxiety Symptoms

M.K. Shear, E. Frank, A. Fagiolini, V.J. Grochocinsky, G.B. Cassano SCI-SAS. Structured Clinical Interview for Separation Anxiety Symptoms M.K. Shear, E. Frank, A. Fagiolini, V.J. Grochocinsky, G.B. Cassano SCI-SAS Structured Clinical Interview for Separation Anxiety Symptoms Expanded Separation Anxiety Interview Ansia di separazione in età

Dettagli

VIAGGIO ALLA SCOPERTA. della Malattia di Crohn e della Colite Ulcerosa. Leggi le avventure di Ricky e Susy. Scopri come affrontarle e dominarle!

VIAGGIO ALLA SCOPERTA. della Malattia di Crohn e della Colite Ulcerosa. Leggi le avventure di Ricky e Susy. Scopri come affrontarle e dominarle! VIAGGIO ALLA SCOPERTA della Malattia di Crohn e della Colite Ulcerosa. Scopri come affrontarle e dominarle! Impara cose importanti. Trova gli alleati per il tuo viaggio! Scopri le armi in tuo possesso.

Dettagli

La storia di Victoria Lourdes

La storia di Victoria Lourdes Mauro Ferraro La storia di Victoria Lourdes Diario di un adozione internazionale La storia di Victoria Lourdes Diario di un adozione internazionale Dedicato a Monica e Victoria «La vuoi sentire la storia

Dettagli

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO

ESERCITAZIONE OSSERVARE UN ALBERO L esercizio richiesto consiste nella scelta di un albero e il suo monitoraggio/racconto al fine di sviluppare l osservazione attenta come mezzo per la conoscenza del materiale vegetale. L esercitazione

Dettagli

Pompei, area archeologica.

Pompei, area archeologica. Pompei, area archeologica. Quello che impressione è l atteggiamento di queste persone nell ultimo momento di vita. Cercano di coprirsi da qualcosa. Si intuisce che il motivo principale della causa è il

Dettagli

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna

Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Helsana Assicurazioni SA, Lucerna Il datore di lavoro Sandra Meier La signora F. è impiegata nella nostra azienda al servizio clienti. Lavora alla Helsana da oltre 20 anni. L ho conosciuta nel 2006 al

Dettagli

Ombra di Lupo Chiaro di Luna SCHEDE 1/5

Ombra di Lupo Chiaro di Luna SCHEDE 1/5 Ombra di Lupo Chiaro di Luna Tratto da Lupus in Fabula di Raffaele Sargenti Narrazione e Regia Claudio Milani Adattamento Musicale e Pianoforte Federica Falasconi Soprano Beatrice Palombo Testo Francesca

Dettagli

SCUOLA D INFANZIA DI MOTTALCIATA ANNO SCOL. 2003/04 GRUPPO DI BAMBINI DI 4 E 5 ANNI.

SCUOLA D INFANZIA DI MOTTALCIATA ANNO SCOL. 2003/04 GRUPPO DI BAMBINI DI 4 E 5 ANNI. SCUOLA D INFANZIA DI MOTTALCIATA ANNO SCOL. 2003/04 GRUPPO DI BAMBINI DI 4 E 5 ANNI. SITUAZIONE: L insegnante invita i bambini a rispondere ad alcune domande relative all ombra. Dopo aver raccolto le prime

Dettagli

IL LUNEDÌ SCOMPARSO. Dai 5 anni

IL LUNEDÌ SCOMPARSO. Dai 5 anni PIANO DI L ETTURA IL LUNEDÌ SCOMPARSO Silvia Roncaglia Dai 5 anni Illustrazioni di Simone Frasca Serie Arcobaleno n 5 Pagine: 34 (+ 5 di giochi) Codice: 978-88-384-7624-1 Anno di pubblicazione: 2006 L

Dettagli

Buongiorno vi ringrazio nuovamente per avermi invitato sono molto lieto di assistervi nella vendita della vostra casa

Buongiorno vi ringrazio nuovamente per avermi invitato sono molto lieto di assistervi nella vendita della vostra casa A ACQUISIZIONE INCARICO PRESENTAZIONE DA 1 MINUTO Buongiorno vi ringrazio nuovamente per avermi invitato sono molto lieto di assistervi nella vendita della vostra casa Posso dare un occhiata veloce alla

Dettagli

(Ricostruita con l uso delle fonti) Classe 2^B

(Ricostruita con l uso delle fonti) Classe 2^B (Ricostruita con l uso delle fonti) Classe 2^B A.s. 2010/2011 1 Con un genitore o di un adulto che ti conosce bene, rivivi il momento bellissimo della tua nascita e poi, con il suo aiuto, raccogli foto,

Dettagli