Scogliera in massi ciclopici
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- Patrizia Novelli
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2 Scogliera in massi ciclopici GEOTESSILE 400 gr/mq TIPO ALTEZZA INCLINAZIONE s1-s2 H= x=3 y=2 s3 H=2.4 x=2 y=3 s4 H=3.0 x=2 y=3 s5 H=3.0 adattamento ponte s6 H=2.3 x=1 y=1 s7 H=2.3 x=6 y=5 s11 H=1.9 x=3 y=2 s13 H=2.4 x=3 y=2 MASSI CICLOPICI dim. min. 80/100 cm TALEE DI SPECIE ARBUSTIVE (salice) x y MATERIALE ESISTENTE DI FONDO 2 1 Dettaglio tipologico Scala 1:50 Dettaglio 1 Scogliera spondale in massi ciclopici rinverdita con talee di salice Data 17/06/2016
3 Scogliera in massi ciclopici a 2 livelli GEOTESSILE 400 gr/mq TIPO ALTEZZA INCLINAZIONE s8 H=1.9 x=6 y=5 s9 H=1.7 x=6 y=5 s10 H=2.1 x=1 y=1 MASSI CICLOPICI dim. min. 80/100 cm TALEE DI SPECIE ARBUSTIVE (salice) x y 2 1 MATERIALE ESISTENTE DI FONDO MASSI CICLOPICI dim. min. 80/100 cm TALEE DI SPECIE ARBUSTIVE (salice) Dettaglio tipologico Scala 1:50 Dettaglio 2 Scogliera spondale in massi ciclopici a 2 livelli con talee di salice Data 17/06/2016
4 1,1 min cm Parapetto in legno 1,8-2,0 m Nota: La staccionata sarà realizzata in modo tale da essere facilmente rimossa per operazioni di pulizia o interventi di urgenza. Pali in legname di castagno scortecciato (diametro 8/10 cm) Dettaglio tipologico Scala 1:25 Dettaglio 3 Parapetto anticaduta in pali di legno di castagno Data 17/06/2016
5 Sistemazione sedime pista TALEE DI SPECIE ARBUSTIVE (salice) MASSI CICLOPICI dim. min. 80/100 cm GEOTESSILE 400 gr/mq STACCIONATA IN PALI DI CASTAGNO RICOSTRUZIONE RILEVATO PISTA IN MATERIALE DI RECUPERO (ove necessario) SEDIME PISTA CICLOPEDONALE (finitura in misto di cava/frantumato da riciclo) GEOTESSILE 400 gr/mq Dettaglio tipologico Scala 1:50 Dettaglio 4 Ricostruzione rilevato e sistemazione sedime della pista Data 17/06/2016
6 STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Identificativo: Tipologia d Opera: Simbolo: ID01 PULIZIA FORESTALE Descrizione Sintetica: Intervento di pulizia mirato alla rimozione di tutte quelle forme vegetali (piante, arbusti, ramaglie, erbacce ) morte, instabili, infestanti, o ingombranti effettuato mediante taglio asportazione e trasporto o accatastamento in zone idonee (lontane dalle aree interessate dal flusso della corrente). In genere si preferisce non asportare l apparato radicale che nel caso di piante di elevate dimensioni ha un benefico effetto stabilizzante e di contenimento. E possibile che le parti più minute vengano triturate e disperse in loco Mezzi Impiegati: Motosega Decespugliatore Trituratore Mezzi meccanici di trasporto Esempio di area prima e dopo la pulizia:
7 STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Identificativo: Tipologia d Opera: ID10-a RIVESTIMENTI CON BIOSTUOIA Descrizione Sintetica: L opera consiste nel posizionamento e nel fissaggio di un elemento antierosivo bidimensionale naturale su di una scarpata allo scopo di impedire l erosione dovuta all impatto delle gocce di pioggia al ruscellamento ed ai piccoli scivolamenti superficiali di terreno. I materiali a base naturale in genere hanno anche la capacità di trattenere acqua e di schermare i raggi del sole e fornire materiale organico alle piante decomponendosi L elemento steso viene fissato al pendio con dei picchetti e preliminarmente viene associata un operazione di semina o idrosemina al fine di consolidare e proteggere le superfici instabili ed incoerenti. Materiali Impiegati: Rete in juta, fibra di cocco o di altri vegetali Picchetti di legno e/o ferro in diverse forme a T o U in funzione della consistenza del substrato Terreno vegetale Esempio applicativo (pendio rivestito con juta in fase di inerbimento):
8 Identificativo: Tipologia d Opera: ID10-b Schema tipico d intervento: RIVESTIMENTI CON BIOSTUOIA Simbolo: Bs STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Modalità d esecuzione: 1. Modellamento e preparazione delle scarpate mediante scoronamenti ed eliminazione di pietrame e ramaglia 2. Scavo di un solco di cm di profondità lungo il lato a monte della superficie da proteggere 3. Inserimento nel solco della stuoia ripiegata in un doppio strato e ricoprimento con il terreno proveniente dallo scavo 4. Fornitura e stesura della stuoia lungo la massima pendenza curando la sovrapposizione dei rotoli (10-15 cm) 5. Fissaggio con chiodi al terreno 6. Ricoprimento dei lembi esterni con terreno 7. Finiture e modellazione del terreno circostante 8. L intervento si ritiene comprensivo di ogni altro onere ed accessorio per eseguire il lavoro a regola d arte 9. Preventivamente alla stesura del biotessuto può essere eseguita una semina o idrosemina Note: Per la conservazione delle biostuoie di origine naturale assicurarsi di non sottoporle ad umidità eccessiva prima del loro utilizzo a causa della successiva difficoltà di posa.
9 STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Identificativo: Tipologia d Opera: ID16-a PIANTUMAZIONI DI TALEE Descrizione Sintetica: L intervento consiste nella messa a dimora di talee o arbusti di essenze autoctone allo scopo di stabilizzare aree in erosione o prive di copertura arbustiva. Le talee vengono inoltre utilizzate per sopperire con l apparato radicale al processo di deperimento naturale del legname. Tipologia applicabile a scarpate in scavo o riporto completamenti di altre opere di ingegneria naturalistica e recupero ambientale. Materiali Impiegati: Materiale da vivaio: piantine a radice nuda, o talee di lunghezza variabile a seconda della tipologia applicativa nel quale vengono inserite Densità di piantumazione di circa 7-10 talee al mq (valore variabile a seconda dei casi) Esempio applicativo: talee di salice inserite in una grata viva con un ottimo grado di attecchimento (2 mesi)
10 Identificativo: Tipologia d Opera: ID16-b Schema tipico d intervento (Sezioni): PIANTUMAZIONI DI TALEE Simbolo: PT STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Modalità d esecuzione: 1. Realizzazione del foro di inserimento 2. Inserimento della talea Note: Le piantine a radice nuda sono da utilizzare solo in periodo di riposo vegetativo Le talee vengono inserite a distanze variabili da pochi cm a 0,8 1,0 metri a seconda del tipo di sistemazione in atto e del tipo di effetto finale desiderato
11 STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Identificativo: Tipologia d Opera: ID24-a Riprofilature Scoronamenti Sagomatura Sponde Descrizione Sintetica: Interventi di sistemazione finalizzati al consolidamento delle sponde in erosione. Le opere consistono nella riprofilatura delle sponde mediante asportazione di quelle porzioni di terreno instabile, eventuali scoronamenti della testate delle scarpate finalizzati a liberare il pendio da carichi instabili e/o precari e sagomatura della pendenza di scarpa tale da garantire la stabilità del materiale di sponda. Materiali e attrezzatura Impiegata: Piccoli escavatori e/o ragni Attrezzature manuali varie da scavo e da taglio Moteseghe Autocarri Scarpata spondale prima dell intervento: Scarpata protetta con georete ed inerbimento dopo le operazioni di riprofilatura:
12 STUDIO ASSOCIATO INGEGNERIA ARCHITETTURA URBANISTICA ing. ALBERTO MAZZUCCHELLI arch. ROBERTO POZZI arch. MAURIZIO MAZZUCCHELLI Identificativo: Tipologia d Opera: Simbolo: ID24-b Riprofilature Scoronamenti Sagomatura Sponde Schema tipico d intervento (sezione): Lmax ~ 2.50 m Hmax ~ m Modalità d esecuzione: 1. Asportazione mediante mezzi meccanici o manualmente degli eventuali corpi instabili o corone di terreno alla sommità della scarpata 2. Riprofilatura delle sponde su angoli di scarpa idonei ai materiali in sito mediante asportazione di materiale instabile e/o precario 3. Trasporto dei materiali asportati alle discariche e/o accatastamento degli stessi in sito allo scopo di utilizzazione per sistemazioni o riempimenti correlati 4. Eventuale protezione del piede spondale mediante opere longitudinali (vedi Palizzate ) 5. Eventuale protezione della scarpata mediante la posa di bioreti (vedi Bioreti ) 6. Eventuale rinverdimento (vedi piantagioni, semina, idrosemina, talee) Note: Il taglio di essenze arboree instabili e/o crollate lungo la sponda o le scarpate non dovrebbe contemplare anche l asportazione delle ceppaie in quanto queste ultime possono garantire un benefico effetto stabilizzante del terreno superficiale e subsuperficiale contribuendo alla riduzione dell erosione e del trasporto solido.
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