L Disciplinare descrittivo e prestazionale degli elementi tecnici

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2 1. OPERE DI INGEGNERIA NATURALISTICA Il presente appalto prevede la realizzazione di numerose opere di ingegneria naturalistica tra cui : - fascinata spondale viva di specie legnose - palizzata viva di sostegno - posa di rullo di fibra di cocco - impianto culmi e rizomi - repellenti in massi - copertura diffusa con astoni - rampa in massi Di seguito si riportano le specifiche delle singole opere. L1263 2

3 1.1 Fascinata spondale viva di specie legnose Descrizione: l opera è costituita da fascine formate da verghe o ramaglia, aventi capacità vegetative. L uso della fascina è previsto in diverse situazioni che rientrano nei diversi tipologici. In particolare sono previsti usi di fascine. Obiettivi ed ambiti di intervento: la fascinata spondale viva di specie legnose in generale viene inserita lungo le sponde in corsi d acqua con portata relativamente costante e il cui livello medio permetta che la fascina si trovi fuori dall acqua per almeno tre mesi durante il periodo di vegetazione. Le fascine creano uno spazio sotterraneo con un elevata capacità di trattenuta dell umidità e/o un effetto drenante; se le fascinate sono disposte orizzontalmente prevale la funzione stabilizzante su quella drenante. Si deve ricordare inoltre che l apparato epigeo contribuisce, una volta sviluppato, alla riduzione dell effetto erosivo dovuto all impatto dell acqua sul terreno. Si ricorda infine che le fascine vanno ricoperte con uno strato di terreno al fine di permettere il riscoppio delle gemme avventizie. Le specie utilizzate sono prevalentemente salici. Materiali impiegati: tutte le fascine previste nel presente appalto presentano queste caratteristiche. - Fascine formate da rami quanto più possibile dritti e lunghi, di piante legnose aventi elevate capacità di moltiplicazione vegetativa (genere Salix, solo la specie cinerea è da evitare); - filo di ferro zincato con Ø = 2 3 mm; - picchetti scortecciati di larice o castagno lunghi circa cm e Ø = 6 10 cm, o in alternativa tondini di ferro della medesima lunghezza con Ø = mm. Si ricorda che tutto il materiale vegetale dovrà essere dotato di certificato di provenienza. Accorgimenti esecutivi: - realizzazione di fascine di circa cm di diametro, della lunghezza di 2,5 4 m legate insieme ogni cm, in modo che le parti terminali grosse stiano da entrambe le parti; L1263 3

4 Le fascine sono costituite da verghe di specie legnose con capacità di propagazione vegetativa quali salici. La legatura con fili di ferro può non essere stretta; - Scavo di un solco poco profondo cm e di uguale larghezza; - Posizionamento delle fascine nel fosso scavato e loro fissaggio nel terreno con picchetti di legno o con tondini di ferro infilati in mezzo ai rami o esternamente alla fascina. Le fascine devono essere posizionate in modo tale che 1/2-2/3 delle stesse vengano a trovarsi nel terreno o in acqua, all altezza del livello di portata media ed abbiano le estremità compenetranti con le adiacenti. I paletti invece vengono posti ad una distanza tra cm e conficcati in direzione inclinata per evitare un eventuale svincolamento della fascina in caso di rialzamento dell acqua; - Ricoprimento delle fascine con uno strato di terreno tale da lasciare sporgere solo brevi segmenti di rami in modo da garantire il ricaccio delle gemme. Periodo di intervento: durante il riposo vegetativo (da tardo autunno a fine inverno). Sicurezza sui luoghi di lavoro: si presentano rischi di contusioni e graffi alle mani ed al volto, pertanto è obbligatorio l uso di guanti e di lenti o maschera di protezione. Manutenzione: eventuali risarcimenti per fallanze e ceduazioni ogni 3-5 anni. Tale intervento rientra nei seguenti tipologici: In particolare: Tipologico 1: sono previste fascine di 3,6 m lineari circa a contenimento dell area. Tipologico 2: la fascina è di circa 2 m di lunghezza e viene a sua volta protetta da una palizzata e da massi ciclopici. Tipologico 4.1 La fascina si trova compresa fra repellenti in massi e ha una lunghezza di circa 3,5-4 m lineari. Tipologico 5: la fascina serve da contenimento della base della sponda dove verrà realizzata la copertura diffusa. L1263 4

5 1.2 Palizzata viva di sostegno Descrizione: struttura costituita dalla sovrapposizione di file di tronchi disposti orizzontalmente, sorretti e fissati a tronchi verticali infissi nel substrato. E una tipologia che può essere realizzata quasi esclusivamente utilizzando materiale naturale. Obiettivi ed ambiti di intervento: opera di difesa spondale. Materiali impiegati: - tronchi (larice, castagno, pino nero) scortecciati (lunghezza 3-4 m e Ø cm); - picchetti in ferro Ø = 14 (16) mm e lunghezza cm; - filo di ferro cotto o zincato (Ø 2 mm); - massi con volume tra 0,3-0,6 m 3. Accorgimenti esecutivi: si realizza dapprima il piano di posa, a reggi poggio con inclinazione di circa 10 verso monte. Si posa quindi la prima fila di legname parallelamente al pendio (corrente), controllandone il posizionamento in bolla e realizzando gli appoggi e i fissaggi con tondini in ferro tra legni successivi. Si posa in seguito la seconda fila di tondame parallelo al senso della corrente, fissandola alla sottostante tramite tondini di ferro. Va sottolineato che per operare un fissaggio corretto con i tondini in ferro bisogna perforare completamente i due tronchi da fissare; la foratura parziale può infatti provocare rotture o fessurazioni del legno stesso. Gli strati successivi di legname vengono messi in posto ripetendo lo schema sopra descritto. Nel caso in cui quest opera venga utilizzata come difesa spondale, è opportuno porre una fila di massi al piede della palizzata, al contatto con l acqua ed ulteriormente fissati con piloti in legno o in profilato metallico di lunghezza di 2 m, infissi nel fondo per almeno 3/4 della lunghezza. Periodo di intervento: tutto l anno. Sicurezza sui luoghi di lavoro: si deve prestare particolare attenzione nell uso dei macchinari in alveo e degli strumenti di taglio. L1263 5

6 Gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: ripristino di eventuali locali svuotamenti o dislocazioni dovuti ad erosioni a seguito di forti precipitazioni ed eliminazione di specie infestanti. La presente opera di ingegneria naturalistica è prevista nei seguenti tipologici: 1 e 2 In particolare: Tipologico 1: lunghezza di circa 3-3,5 m Tipologico 2: lunghezza di 2 m circa a protezione della fascinata. L1263 6

7 1.3 Posa di rullo di fibra di cocco Descrizione: cilindri in rete di fibre di cocco o in fibra sintetica e/o metallica zincata e plastificata, riempiti con fibre di cocco a formare dei rulli di diametri da 20 a 60 cm e lunghezza da 3 a 6 m. Obiettivi ed ambiti di intervento: canali in erosione, corsi d'acqua a bassa pendenza, sponde di laghi, aree lagunari. Protezione immediata della sponda dall'erosione. Poderosa azione filtrante adatta alla ricostruzione di sponde erose con materiale di dragaggio. Materiali impiegati: - pali di legno di castagno o resinosa Ø 8-10 cm e lunghezza cm per una fila di rulli e sponde di piccoli corsi d acqua; sino a pali Ø18 25 cm e lunghezza 3-5 m per rulli su più file e sponde di corsi d acqua a profondità sino a 2-3 m; - rulli di cocco Ø 50 cm disposti su una o più file; - feltro organico o a fibre miste (organiche/sintetiche); - ramaglie e fascine vive di salicii da disporre a raccordo lato sponda; - canne. Accorgimenti esecutivi: - infissione dei pali a file irregolari a distanza da 0,30 a 1,00 m e per una profondità di circa 2/3 della lunghezza; - Posa in opera dei rulli di cocco, in una o due file sovrapposte a seconda dell'altezza della sponda; - Stesura eventuale a tergo della difesa spondale longitudinale di feltro organico ( o a fibre miste organiche/sintetiche); - Messa in opera di fascine o ramaglie vive di salici o tamerici da disporre a raccordo lato sponda; - Riempimento con materiale di dragaggio o semplice raccordo con materiale di riporto e successiva riprofilatura della sponda; - Messa a dimora sopra i rulli o a contatto con la sponda di pani o rizomi di canna. - Semina finale su tutte le superfici di intervento; L1263 7

8 In analogia con i punti precedenti potranno venire realizzati rulli in fibra biodegradabile, in genere in cocco, costituiti da una rete in fibra sintetica o biodegradabile in cocco di maglia massima 60 x 80 mm riempiti in fibra di cocco naturale, con fibre di lunghezza cm, di peso secco per metro lineare di rullo tra 4 e 40 kg in funzione del ø da 20 a 60 cm, con una resistenza a pressione di 1,3 tonn/m2 ed una deformazione da 1,5 a 3,5 cm in funzione del diametro se sottoposti ad un peso di 80 kg. I rulli saranno a moduli cuciti lunghi da 3 a 6 m e e fissati al substrato mediante cucitura con filo di nylon di ø di 5 mm o filo di ferro a pali in legno disposti su una fila esterna al rullo, di diametro e lunghezza funzionali alle caratteristiche di progetto ed al numero di file sovrapposte. In genere per rulli disposti a fila unica si prevedono pali di Ø cm lunghi almeno 200 cm e distanti 80 cm. I rulli stessi potranno essere piantati con specie idonee alle caratteristiche locali, in genere canne. A tergo dei rulli verrà effettuata la messa in opera di fascine o ramaglie vive di salici o tamerici da disporre a raccordo lato sponda. La durata prevista dei rulli è di 5-10 anni ed il progetto dovrà tenere conto della sostituzione della funzione meccanica e di drenaggio del rullo stesso da parte delle specie piantate. Il rullo ad operazione conclusa dovrà sporgere per 5-10 cm sul livello medio dell'acqua. Periodo di intervento: la lavorazione potrà avvenire durante il periodo di riposo vegetativo, possibilmente in primavera prima della germogliazione. Sicurezza sui luoghi di lavoro: I fissaggi e l uso delle macchine in alveo possono essere operazioni alle quali porre particolare attenzione. Gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: la verifica nel tempo degli agganci e della funzione antierosiva svolta del rullo stesso. Tale opera è previste nel tipologico 2 dove è lungo circa 4 m e viene fissato con pali in castagno di diametro cm e lunghi almeno 2 m, o piloti in acciaio. L1263 8

9 1.4 Impianto culmi e rizomi Descrizione: rivestimento vegetale stabilizzante di superfici in erosione con piante caratterizzate da capacità di propagazione attraverso rizomi e cespi, prevalentemente raccolte dal selvatico. Obiettivi ed ambiti di intervento: stabilizzazione, copertura e completamento della vegetazione su versanti, sponde fluviali, paludi costiere salmastre, ambienti igrofili e substrati non drenanti. I rizomi ed i cespi sono utilizzabili in zone con caratteristiche ecologiche particolari come i parchi naturali e le aree protette, le scarpate di alta montagna, oppure quando le sementi delle specie da utilizzare non sono reperibili in commercio. I culmi di canna sono particolarmente adatti per consolidare le sponde fluviali e lacustri. Materiali impiegati: rizomi e pezzi di rizomi di lunghezza cm di specie vegetali adatte, prelevate dal selvatico, come la Canna di palude Phragmites australis e la Scagliola palustre Typhoides arundinacea. Pani di terra di canneto di dimensioni 30 x 30 cm. Cespi di erbe graminoidi e non, che sviluppano più cauli e quindi possono essere suddivise in più pezzi, in grado di riprodursi vegetativamente, come nel caso del Tagliamani Ampelodesmos mairutanicus, del Miglio multifloro Oryzopsis miliacea e del Carice maggiore Carex pendula. I cespi devono portare almeno 4-5 culmi con l apparato radicale. Accorgimenti esecutivi: i rizomi prelevati dal selvatico sono frammentati in pezzi di cm, depositati sul terreno con una densità di impianto di 3 5 per m2 e ricoperti con un po di terra. Da zone paludose può essere conveniente prelevare con mezzo meccanico parti superficiali di canneto con il relativo substrato fangoso da spargere direttamente sulle superfici da ricolonizzare. I culmi di canna, che formano radici avventizie negli internodi, devono essere giovani, robusti, con poche foglie e lunghi circa cm. Si mettono a dimora velocemente dopo il prelievo effettuato scavando in profondità, ed infissi nel terreno in fori di circa 30 cm fino a metà della loro lunghezza, in gruppi di 3 5 pezzi distanti tra loro cm circa. Dal selvatico possono essere prelevati anche cespi di erbe graminoidi e non, che vengono poi sistemati in buche poco profonde. L1263 9

10 I rizomi ed i cespi devono essere impiegati immediatamente dopo il prelievo o possono essere immagazzinati per breve tempo in un luogo fresco, come sotto uno strato di sabbia umida. Per le specie vegetali stolonifere, spesso di difficile reperimento in commercio, è possibile, partendo da un cespo, ottenere per suddivisione gli stoloni ed i culmi con relative radici, coltivabili in vivaio per poi essere impiantati. Periodo di intervento: il trapianto deve avvenire all inizio o al termine del periodo di riposo vegetativo. Per i culmi di canna il periodo appropriato va da maggio fino alla fine di giugno. Sicurezza sui luoghi di lavoro: sistemi di ancoraggio in condizioni di elevata pendenza o su superfici scivolose. Uso di calzature antiscivolo. Sono da raccomandare attenzione nell uso di macchine in alveo. Gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: quando necessarie le potature e i diradamenti, l irrigazione di sostegno e l integrazioni di fallanze. Tale opera è previste nei seguenti tipologici: dove, nelle penisole realizzate in alveo è necessario il riporto di terreno e il trapianto di specie palustri. L

11 1.5 Repellenti in massi Descrizione: costruzioni in pietrame e materiale vivo poste in senso trasversale rispetto all'asse del corso d'acqua. Le costruzioni trasversali alla riva possono avere un'orientazione inclinante, declinante o ad angolo retto rispetto alla direzione del flusso, a seconda dell'effetto che si desidera ottenere. Queste opere svolgono la loro funzione solo localmente, in modo puntiforme. Obiettivi ed ambiti di intervento: corsi d acqua nei quali è necessario deviare il flusso di corrente dell'acqua o modificare la sezione dell'alveo. Ricostruzione di linee di sponda di fiumi e ruscelli a seconda delle caratteristiche idrauliche del corso d'acqua. Se utilizzati in serie i singoli repellenti non devono distare più di 1,5-2,5 volte della loro lunghezza l uno dall altro, per evitare che la corrente possa nuovamente raggiungere la sponda, erodendola. Tra un repellente e l altro, si creano delle zone di ristagno dove vengono depositati dei detriti (sabbia, legname ). I campi tra i repellenti hanno quindi un importante significato ecologico, in cui si possono trovare appunto zone di ristagno idrico o di corrente rallentata, habitat idonei per numerose specie animali e per la loro riproduzione. Lo sviluppo di queste zone dipende unicamente dalla successione naturale e può essere colonizzata da molte specie animali e vegetali. Costruiti con ordine alterno su entrambe le sponde del fiume, nei periodi di magra i gruppi di repellenti daranno vitalità strutturale al fiume ed al suo corso. Materiali impiegati: - ramaglia o fascine vive e morte; - fune di ferro per legature, e tasselli per fissaggio dei massi fra loro; - materiale di riempimento (ghiaia, sassi); - massi da scogliera. Accorgimenti esecutivi: - formazione di uno scavo o infissione di eventuale paleria in legno a file singole o doppie; - inserimento di ramaglia viva e di talee, intreccio di ramaglia; - ricoprimento con materiale inerte (ghiaia, sassi); L

12 - ripetizione a strati alterni delle due operazioni precedenti; - posizionamento di massi da scogliera di dimensioni adeguate alla portata sia solida che liquida del corso d'acqua; - legatura con fune di ferro dei massi fra loro. Raccomandazioni: - i repellenti devono venire addossati alle sponde esistenti e si protraggono all interno dell alveo per circa 1,5m di lunghezza; - la distanza tra i repellenti non deve essere inferiore alla larghezza del corso d'acqua; - per il restringimento di sezione i repellenti andranno posizionati contrapposti sulle due sponde; - per l'effetto meandreggiante i repellenti andranno posizionati sfalsati, con una distanza che rispetta la cadenza naturale del meandreggio. Periodo di intervento: i repellenti morti possono essere realizzati in qualsiasi stagione ma in periodo di magra. Sicurezza sui luoghi di lavoro: importante porre attenzione nell uso delle macchine in alveo. Gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: verifica delle legature e del posizionamento dei massi dopo gli eventi di piena Nel presente progetto i massi sono impiegati sia per la realizzazione di repellenti tipologico 4.2 che per la realizzazione di protezioni alle strutture fitodepuranti (tipologico 2) e per il contenimento dell alveo di minima (tipologico 5). Le legature con funi devono sempre venire previste. L

13 1.6 Copertura diffusa con astoni Descrizione: rivestimento di sponda, precedentemente rimodellata mediante copertura con ramaglia viva con capacità di propagazione vegetativa quali Salici, con densità di verghe o rami per metro, di lunghezza minima di 150 cm, disposte perpendicolarmente alla corrente, previa posa di paletti di castagno infissi per almeno 60 cm e sporgenti per 20 cm a file distanti 1 m e con interasse da 1 a 3 m a seconda della pressione idraulica. La parte inferiore dei rami dovrà essere conficcata nel terreno o nel fondo e lo strato inferiore dovrà coprire lo strato superiore con sormonto di almeno 30 cm. La ramaglia verrà fissata ai paletti tramite filo di ferro e/o talee trasversali, e ricoperta con un sottile strato di terreno vegetale. La base della sponda così ricoperta verrà consolidata eventualmente con blocchi di pietrame collocati in un fosso preventivamente realizzato. Obiettivi ed ambiti di intervento: intervento per la stabilizzazione di sponda di corsi d acqua con necessità di una protezione immediata dall erosione. Materiali impiegati: - ramaglia viva, verghe o astoni di specie con capacità vegetativa, di lunghezza compresa tra m 1.5 e m 4; - picchetti in legname di castagno di diametro compreso tra 10 cm e 12 cm di lunghezza 80 cm; - fil di ferro cotto diametro mm 3 e terreno vegetale per la copertura. Accorgimenti esecutivi: - rimodellamento e regolarizzazione della superficie di sponda fino ad ottenere una pendenza non superiore a 30 ; - Scavo di un fosso alla base della sponda con profondità di circa 30 cm; - Battitura dei picchetti per una profondità di almeno 60 cm. I picchetti andranno posizionati secondo file parallele alla direzione dell'acqua e dovranno avere un interasse variabile da 1 a 3 m a seconda della pressione idraulica. Le risultanti file parallele dei picchetti, perpendicolari al corso d'acqua, avranno un interasse di 1 m; L

14 - Stesura della ramaglia e delle verghe in modo continuo, fino a rivestire tutta la superficie della sponda, e in modo tale che la base delle verghe sia conficcata nel solco alla base della sponda, a contatto con terreno e acqua. Le verghe vanno poste ortogonali rispetto alla base di sponda; - Qualora la lunghezza delle verghe non sia sufficiente a ricoprire l'intera altezza della scarpata, devono essere realizzati più strati in modo che la fila di ramaglia sottostante sormonti di almeno cm quella sovrastante, e quest ultima abbia le basi degli astoni ben conficcate nel terreno umido; - Lo strato di ramaglia verrà ancorato alla base della sponda con una fascina di verghe di salice mentre il resto della ramaglia sarà ancorata al terreno sottostante con filo di ferro fissato ai paletti; - Ricopertura della ramaglia con uno strato di terreno di uno spessore tale da ricoprire appena la ramaglia stessa (circa 1 cm - la ramaglia deve risultare visibile). Periodo di intervento: l intervento sarà eseguito durante il riposo vegetativo. Sicurezza sui luoghi di lavoro: gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: prevedere tagli scalari dei salici. La copertura diffusa con astoni di salici è prevista nel Tipologico 5 L

15 1.7 Rampa in massi Descrizione: consolidamento del fondo dell'alveo di un fiume in pietrame di grosse dimensioni in sostituzione delle briglie in tratti di salto. Tale struttura risulta più funzionale anche alla risalita dei pesci. Può essere realizzata lungo l'alveo del corso d'acqua in alternativa ad una briglia. Obiettivi ed ambiti di intervento: questa tecnica di ingegneria naturalistica viene realizzata ogni qual volta è necessario superare un salto all interno di un corso d acqua. I salti, realizzati in alveo sono opere che, da un punto di vista idraulico risolvono il problema dell erosione del fondo e spondale, andando a stabilizzare la pendenza del fondo e bloccare l evoluzione locale del fondo alveo (qui decisamente in erosione), ma nel contempo creano una frattura ecologica tra monte e valle. La rampa a blocchi si configura in sostanza come un consolidamento del fondo dell'alveo. Utilizzata soprattutto per alvei di corsi d'acqua a pendenza medio - bassa e con fondo ghiaioso e sabbioso. Materiali impiegati: - massi Ø 0,4-1,0 m; - cemento per le fasce di ancoraggio dei massi; - pali in legno Ø 25 cm lunghezza = 2,5 m; - tondini in acciaio Ø 24 mm o putrelle di dimensioni tali da garantire il bloccaggio dei massi. Accorgimenti esecutivi: - posizionamento dei massi nell'alveo del corso d'acqua, profondamente interrati nel fondo. Tranne tre strisce di massi che devono venire affogati in plinti di cemento. La collocazione dei massi dovrà avvenire a vari livelli per consentire alla fauna ittica di risalire l'ostacolo. Nel posizionamento dei massi si dovrà seguire la pendenza naturale dell'alveo e il dislivello tra la base e l'apice non dovrà essere superiore a cm. Nel caso di dislivelli eccessivi si provvederà alla realizzazione di una serie di rampe poste a una distanza di 1,5-2,5 m l'una dall'altra. L

16 - Si prevede che il pietrame venga consolidato con longheroni in ferro o acciaio infissi nel fondo e posto su un letto di ghiaia per favorirne l'assestamento. Periodo di intervento: in qualsiasi periodo dell'anno, ma in periodo di magra. Sicurezza sui luoghi di lavoro: Gli operatori dovranno essere dotati di protezione individuale quali casco, guanti antitaglio, scarpe di sicurezza con suola imperforabile, occhiali protettivi o schermi protettivi. Manutenzione: verifica della posizione dei massi e loro eventuale ricollocazione in seguito a eventi di piena. Le rampe in massi sono previste in più punti del corso del Severo e sono descritti graficamente nel Tipologico 3. L

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