Incontri. di Loredana Serra

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1 Incontri di Loredana Serra Milano, tre settembre Io non so più che cosa fare, me lo dici tu, se c è una soluzione. Il dottor Marchesani la lascia sfogare. Ne ha davvero bisogno. Terzo ricovero per Emanuela, 17 anni, 1 metro e 65 di altezza peso neanche 38 chilogrammi. Anoressica da più di sei mesi. Figlia adorata di Emma e Giulio Salemi, suo compagno di liceo scientifico. I genitori le hanno provate tutte, come gli ha appena confidato la madre. Sono passati dalla dolcezza alla rabbia, dall indifferenza alle urla, dai regali ai divieti di uscita. Niente ha sortito alcun cambiamento: semplicemente si rifiuta di mangiare. Il cibo mi fa schifo ha detto alla psicologa; ore ed ore di colloqui che non hanno portato a nulla di concreto. Il dottor Marchesani non vuole arrendersi. Se lo fa Emanuela morirebbe, ne è assolutamente sicuro. E lui non può accettare questa idea. Chad, tre settembre Bogal si solleva dalla stuoia e dà un occhiata ai figli stesi accanto a lei. Hopa, quattro anni e Souzi di sei mesi. Esce fuori dalla tenda e alza il viso verso il sole. E già alto e sta cominciando a scaldare l aria. Bogal deve andare a prendere il cibo per lei e le bimbe; due ore di marcia all andata e quasi tre per il ritorno. Sa già quanta fatica dovrà fare: il cammino verso la missione con la sacca vuota sembrerà veloce e il ritorno sarà una tortura 1

2 con la borsa che preme sulla spalla, dove ha già il segno lasciato da tutti gli altri viaggi. Bogal mette il velo ben posizionato sotto il mento, che non si sollevi, né mostri nulla; è già stata ripresa una volta e non ci tiene a subire le urla del capo villaggio. Si volta verso Hopa che ha aperto gli occhi e la fissa con un sorriso, le dà una carezza leggera e le sussurra che tornerà presto. Sistema la sacca e inizia il suo tragitto. Sulla strada incontrerà sua madre, anziana, che le chiederà di prendere del cibo anche per lei. Bogal chiede a sua sorella Bethel se vuole accompagnarla, ma le risponde che deve badare ai piccoli e non ha tempo. Milano, otto settembre Emanuela si volta sul letto per quel poco che le cinghie le consentono di fare. Inizia ad urlare. Forte, sempre di più. Che cavolo hai, si può sapere? Voglio uscire, adesso, subito. Uscirai quando lo dice il dottore, mica si può fare quando lo decidi tu. Sei un infermiera stronza, non capisci un cazzo di niente, lo sai? Giada fissa per un attimo la paziente, poi sistema le lenzuola che non si sa come Emanuela ha spiegazzato all inverosimile. E tu sei una ragazzina, viziata e abbastanza stupida da lasciarsi morire, lo sai? Emanuela la guarda senza riuscire a replicare. Questa qui è una nuova, l altra la tratta sempre bene. Dove è Nunzia, l altra infermiera? E' in ferie, ci sono io, credo che dovrai accontentarti. Emanuela di gira, offesa. E non dice più nulla.

3 Chad, nove settembre Ancora una volta la madre di Bogal, Aret, non ha più nulla da mangiare. E vero che sua figlia le ha portato razioni in più ma lei le ha distribuite ai nipoti. Il pane e il latte sono spariti già al mattino presto. Si è presentato Hashum, suo genero, e ha chiesto se avesse qualcosa per la sua famiglia; non ha potuto rifiutarsi, i nipoti sono piccoli e lei può resistere per un altro giorno. Solo deve fare attenzione a non dirlo a Bogal, perché si arrabbia molto. Bogal ha appena finito di allattare Souzi; la piccola è venuta al mondo alla missione. Che differenza dalla nascita di Hopa. La sua figlia più grande è nata al villaggio con l aiuto di una anziana che l ha aiutata molto, ma Bogal credeva di morire dal dolore. Quando si era accorta di essere nuovamente incinta non aveva gioito. Però erano arrivate due infermiere della missione ed avevano detto alle donne incinte che potevano andare da loro per partorire; metà delle donne anziane voleva rifiutare per paura che i bianchi si prendessero i piccoli; poi una ragazza del villaggio aveva avuto il bambino nella Casa Celeste ed era tornata con storie meravigliose; a Bogal era parsa sorprendente quella in cui aveva detto di non aver sentito nulla durante il parto. Quando era stato tempo di avere la seconda figlia si era messa in cammino. Souzi era nata nel giro di poche ore. La differenza con la sorella maggiore si nota molto. La piccola ha avuto le vaccinazioni, il latte che Bogal le dà è molto più ricco di quello che ha avuto Hopa. Ama tutte e due le figlie, ma Hopa ha tanto bisogno di attenzioni. Non cammina ancora bene, non sta dritta, a volte fissa sua madre per ore senza dire nulla. 3

4 Milano, dodici settembre Sono giorni e giorni che sto qui, quand è che torno a casa? Emanuela urla verso la madre che ha sempre una faccia da funerale quando la viene a trovare. Mamma, voglio andare via, portami a casa, per piacere, giuro che mangio. Le hai già fatte queste promesse, e non le hai mai mantenute. Marchesani dice che è meglio se resti ancora qualche giorno. Marchesani non capisce niente, non vedi che mi hanno legata? che mi infilano flebo a tutte le ore? si chiamano torture, se non lo sai Ma quali torture E' appena entrata Giada, l infermiera stronza che non le dà mai tregua, che ribatte a tutte le sue frasi. Stiamo dando al tuo fisico quello di cui ha bisogno. Parla sempre con calma il che fa venire a Emanuela un nervoso da perderci la ragione. La madre va via, l orario di visita è finito. Emanuela rimane con Giada. Che c è dentro la flebo? è la prima volta che la ragazza mostra un minimo di interesse. Quello che tu ti ostini a non voler mangiare, proteine, zuccheri, grassi che aiutano il tuo fisico a ristabilirsi. Eri davvero mal messa, lo sai? Posso sapere perché sei arrivata a questo punto? Emanuela non risponde, non lo sa, o forse si ma non vuole dirlo a nessuno. Chad Bogal è arrivata di nuovo alla missione Casa Celeste. Il camion dei rifornimenti sta andando via.

5 Si stupisce sempre della quantità di sacchi che vengono lasciati ed immediatamente smistati. Ci sono farina, medicine, acqua potabile. A volte si chiede da dove arrivano, se tutti devono fare la fila per avere il cibo; ma non ha il coraggio di chiedere spiegazioni. Prende la sua sacca, la riempie sino all orlo, la sistema bene sulla spalla e sta per partire quando una delle ragazze la ferma. Bogal vuoi un passaggio? Stiamo andando dalle tue parti. Arrivano al villaggio in meno di un ora. Il dottore deve fare le vaccinazioni ai bambini. Bogal è riuscita a prendere scorte in più per sua madre e anche per sua sorella. Stasera mangeranno bene; hanno anche uova e pane fatto al mattino. Che bello se suo marito fosse lì con lei a cenare tutti assieme. E al lavoro nel nord del paese. Lo vede solo ogni tre mesi, ma va bene. Sta mettendo via i soldi per andarsene da lì. Vuole partire per la Grecia o l Italia. Quando arriverà le manderà i soldi, come fanno gli altri mariti e lei potrà, forse, lasciare la tenda, crescere le figlie anche se sarà sola con tranquillità. Milano Il giorno in cui il cibo è diventato il suo nemico Emanuela lo ricorda molto bene. Aveva mangiato la focaccia cotta su pietra, quella secca con molto rosmarino. Che goduria lei e Anna che se la sbafano tornando a casa con le mani unte che puliscono sui jeans, tanto per fare arrabbiare a morte le loro madri. Non ha avvisato che sarebbe tornata prima, tanto in casa c è la signora delle pulizie, quindi nessun problema. Non 5

6 ha dovuto neanche suonare per farsi aprire, le chiavi le ha trovate nello zaino. Mamma è fuori al lavoro; sente la voce di suo padre con un tono da ragazzino scemo. Sta parlando al telefono ed è tutto un susseguirsi di Tesoro, cara ci vediamo presto ; non è il tono che usa con la mamma, proprio no. L ultima frase, quando la sente, la fa correre in bagno, rimettere tutta la focaccia, la coca cola, le patatine. Continua a sentirla quella frase come un replay infinito. Anche adesso, in questo letto d ospedale, con le cinghie ai polsi e due flebo che la nutrono. Certo devi avere pazienza, prima mi devo liberare dei pesi morti, mia moglie in primo luogo e mia figlia ma credo che a loro basterà la carta di credito. Emanuela non è più riuscita a buttare giù cibo solido da quel pomeriggio in poi. Chad Souzi cresce a vista d occhio. Ha due cosce sode, la schiena dritta, mangia con gusto. Le infermiere alla missione le hanno già detto che il prossimo mese non le basterà più il latte; dovrà darle semi e frutta schiacciata per farla continuare a svilupparsi bene. Hopa, invece, pur mangiando, ha sempre l aria gracile, il viso spento e gli occhi stanchi. Il dottore le ha fatto due altre iniezioni, ma non sembrano funzionare. Parlano di portarla al nuovo ospedale, quello grande, ma ci vogliono quasi due giorni di viaggio. Bogal si chiede perché deve esistere questa ingiustizia; ama profondamente Hopa ma ci sono giorni in cui vorrebbe avere solo Souzi.

7 Milano Giada ha convinto il dottor Marchesani a fare uscire Emanuela con lei. Vanno al supermercato. La ragazza non si fida. Ad ogni passo chiede Perché?. Entrano, gli scaffali ordinati contengono talmente tanta roba che a Emanuela prende un senso di soffocamento. Conta. le dice Giada. Cosa devo contare? Le persone? No, conta i tipi di cibo. Cosa vuol dire? Il numero di cibi offerti: ad esempio li vedi i grissini? Quanti tipi ne abbiamo? E poi le marmellate prova ad iniziare così. A Emanuela sembra solo una perdita di tempo, però si è potuta alzare dal letto, è in giro ed è senza flebo. Inizia a contare e Giada le passa un foglio bianco. Annota. le intima. Diventa una specie di gioco, e le tiene la mente così occupata che non pensa più a niente per quasi un ora. Quando escono vanno in una gelateria. Lo vuoi un cono? Offro io. le dice Giada. No, grazie. Si vanno a sedere su una delle panchine del parco. Allora quanti tipi di grissini abbiamo? Ne ho contati trentasette. Marmellate? Ho preso nota di ventotto marmellate diverse. "Sai dove ero due mesi fa? chiede Giada. No, come faccio a saperlo? Ero in Chad, in una missione chiamata Casa Celeste. Siamo tutti volontari, anche il dottor Marchesani fa parte del nostro staff. Embè? che mi frega di cosa fate voi? Sai quanto tempo ci vuole a procurare il cibo al villaggio più vicino? Due ore all andata e tre al ritorno. Casa Celeste 7

8 è in un posto controllato dai militari altrimenti ci assalirebbero e ci ruberebbero tutte le derrate alimentari. Ripeto che me ne importa? Voglio solo farti capire che quello che tu rifiuti, il cibo, costringendo il tuo corpo a fare i salti per non farti morire beh ci sono persone disposte a morire per averlo. Che devono farsi ore di cammino, a piedi o con mezzi di fortuna, pur di sfamare i figli. Volevo solo farti riflettere sul numero quasi assurdo - di possibilità di scelta che abbiamo, noi, qui e la forzatura di farsi piacere pane sempre lo stesso tutti i giorni. Io non so perché hai iniziato a rifiutarti di mangiare, ma qualsiasi sia la motivazione, prova a pensarci. Dai, che dobbiamo tornare o Marchesani ci manderà a cercare. Chad Hopa non sta di nuovo bene. Anche altre volte è stata male, ma oggi è peggio. Ciondola la testa, muove le gambe senza interruzione. Le infermiere della Casa Celeste stanno cercando di convincere Bogal a dare l'autorizzazione a portare la piccola in città. Milano Emanuela parla con Giada ogni pomeriggio, le piace molto di più della psicologa che le fa mille domande e non le dice mai niente. Sono due giorni che non ha più le cinghie, quasi tre sere che butta giù latte e biscotti semi-secchi che non le fanno venire voglia di vomitare. Non c entra niente la chiacchierata che hanno fatto al parco. Quelle sono cretinate che i dottori dicono per convincerti.

9 Cosa è successo? le chiede mentre la vede passare perché sembra molto agitata; Giada si ferma. Sai chi hanno portato stamattina? Una delle bimbe del villaggio di cui ti parlavo. Ha una grossa insufficienza renale e l hanno mandata qui grazie alle insistenze del dottor Marchesani. Stiamo cercando di salvarla; scusa sono un po di corsa. E sera quando Emanuela prende coraggio e va al reparto dei bambini. La prima volta che ci è passata si è stupita del numero di piccoli ammalati; lei è sempre stata una bimba sana, non ha fatto neanche le malattie esantematiche. Come sei magra, hai il cancro anche tu? le ha domandato una prugnetta con una bandana rossa in testa. No è riuscita a malapena a rispondere, poi è corsa subito in camera e ha pianto tutte le lacrime che aveva; Giada l ha trovata così con gli occhi rossi da coniglio. Emanuela le ha detto del padre e delle sue parole cattive ed ingiuste. Forse hai estrapolato le parole dal contesto ha cercato di calmarla. Non ho.non sono stupida! vuole lasciarci per andarsene con un altra. Allora dovrai accettarlo, perché questa è la vita, Emy non va come vogliamo noi già grazie se stiamo in piedi, se respiriamo, se riusciamo a muoverci. Hai visto i bimbi di sotto, no? pensa alla loro forza. Pensa a quello che ti ho fatto vedere nel supermercato, e poi passa a conoscere la piccola che abbiamo portato qui, con mille difficoltà e casini." Quella sera Emanuela ha preso il latte da sola. E ha chiesto un biscotto. 9

10 Chad / Milano La bimba del villaggio ha un colore stranissimo. Il corpo è color cioccolato scuro, quasi fondente e la faccina è pallida, la pelle trasparente, le manine stringono le dita di Emanuela. E entrata stamattina presto e la piccola le ha teso la mano. L ha afferrata d istinto e ora non la molla più. Il dottor Marchesani è entrato, l ha vista ma non l ha rimproverata. Anzi ha iniziato a spiegarle della Casa Celeste, della piccola che si chiama Hopa, che ha quattro anni ma quasi due di malnutrizione ne hanno compromesso lo sviluppo. Fortunatamente non per sempre. Aveva una brutta infezione ai reni, ma ora si sta riprendendo. Vuoi stare a farle compagnia? La madre arriverà tra poco. Emanuela annuisce. Allora era vera la storia della missione. Mezz ora dopo entra in camera una donna avvolta in una tunica color verde smeraldo, il velo che le copre il volto; insieme c è Giada che le presenta Emanuela. Si chiama Bogal. Per una volta Emanuela è contenta delle lezioni di francese per cui sua madre ha tanto insistito. Parlano della missione, delle figlie di Bogal, del volo in aereo che ha fatto. Emanuela si ritrova a parlare di cibo, di acqua, di cocacola. Ah si, Bogal l'ha assaggiata una volta, in città col marito. No, non le piace. Chiacchierano del supermercato, ma Bogal non sa cosa sia ed Emanuela prova a spiegarglielo. Poi parlano della guerra civile, dei morti lungo le strade, delle risorse del Chad e della povertà della popolazione. Discutono così a lungo che Hopa comincia a piangere, forse per attirare l'attenzione.

11 Giada ritorna, dice "adesso basta" e riporta Emanuela nella sua stanza. "Allora, ti sei divertita a scambiare opinioni con Bogal?" "Sì.". E mentre lo dice ne è davvero convinta. Stamattina Emanuela e Bogal si sono divise una brioche e hanno bevuto un cappuccino. Bogal non lo aveva mai assaggiato. Le piace, commenta su come sono fortunati ad avere così tanto. E' rimasta stupita dei letti ordinati, del cibo pronto portato tutti i giorni coi carrelli. Emanuela ha cominciato ad osservare il mondo da un'altra prospettiva. Ha fatto altre due volte il gioco che ha iniziato con Giada. Quasi venti tipi di pasta, più di trenta di formaggi, dieci di riso, quarantatre tra bevande alcoliche e non, trentacinque di alimenti per cani e gatti! Bogal le ha parlato del pane, dell'acqua potabile, delle difficoltà giornaliere per sfamarsi e per dar da mangiare alle figlie, del marito lontano, della madre da accudire. Chad Bogal e Hopa sono tornate al villaggio. La bimba si è ripresa bene. Sono arrivate con il camion dei rifornimenti. Finalmente Bogal ha soddisfatto la sua curiosità. Giada ha fatto il viaggio con loro. Utilizza le ferie per tornare alla missione. C'è di nuovo da scaricare, smistare, distribuire viveri e vestiti, riprendere a fare le vaccinazioni. Ma a Giada piace tantissimo tutto questo impegno. Souzi è ancora cresciuta di peso. L'ha vista ieri, quella bimba diventerà un gigante se continua così. Hopa ha 11

12 messo su qualche chilo, cammina molto meglio e parla, anche se con qualche difficoltà. Milano Emanuela pesa quasi 45 chili, ora, e ha un colorito naturale, le braccia non sembrano più così sottili, ha ripreso la taglia quaranta, la peluria del viso sta scomparendo. Segno che gli ormoni stanno iniziando a lavorare di nuovo. Non mangia ancora carne o pesce. Però ama mozzarelle e grissini. Il cammino è ancora lungo per arrivare alla normalità ma il dottor Marchesani è molto ottimista. All'ultima visita lei gli ha sempre sorriso.

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