Corso di Prevenzione incendi - D.M /02/2005 Prevenzione incendi 1

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1 Corso di Prevenzione incendi - D.M /02/2005 Prevenzione incendi 1

2 Il fuoco 24/02/2005 Prevenzione incendi 2

3 Parametri della combustione La combustione è caratterizzata da numerosi parametri fisici e chimici, i principali dei quali sono i seguenti: 24/02/2005 Prevenzione incendi 3

4 Temperatura di accensione Temperatura di combustione E la minima temperatura alla quale la miscela combustibile.comburente inizia a bruciare spontaneamente in modo continuo senza apporto di calore o di energia dall esterno. E il più elevato valore di temperatura che è possibile raggiungere nei prodotti di combustione di una sostanza. 24/02/2005 Prevenzione incendi 4

5 Aria teorica di combustione Potere calorifico E la quantità di aria necessaria per raggiungere la combustione completa di tutti i materiali combustibili. E la quantità di calore prodotta dalla combustione completa dell unità di massa o di volume di una determinata sostanza combustibile. 24/02/2005 Prevenzione incendi 5

6 Temperatura di infiammabilità Limiti di infiammabilità E la temperatura minima alla quale i liquidi combustibili emettono vapori in qualità tali da incendiarsi in caso di innesco. Tali limiti individuano il campo di infiammabilità all interno del quale si ha, in caso di innesco, l accensione e la propagazione della fiamma nella miscela. 24/02/2005 Prevenzione incendi 6

7 Limiti di esplodibilità: (% in volume) Sono la più bassa e la più alta concentrazione in volume di vapore della miscela al di sotto o al di sopra della quale non si ha esplosione in presenza di innesco. 24/02/2005 Prevenzione incendi 7

8 Carico d incendio E il potenziale termico della totalità dei materiali contenuti in uno spazio compresi i rivestimenti dei muri, dei pavimenti e dei soffitti pannellati. Il carico d incendio si esprime convenzionalmente in Kg di legno equivalente (potere calorifico del legno 4400 KCal/Kg = MJ/Kg). 24/02/2005 Prevenzione incendi 8

9 Stato di aggregazione Lo stato di aggregazione della materia è importante ai fini della combustione di un materiale perché : un solido o un liquido non brucia mai; un vapore o un gas brucia rapidamente; 24/02/2005 Prevenzione incendi 9

10 Cause e pericoli di incendio Principali cause e pericoli di incendio: deposito o manipolazione non idonea di sostanze infiammabili; accumulo di rifiuti, carta o altro materiale combustibile che può essere facilmente incendiato (accidentalmente o deliberatamente); negligenza nell uso di fiamme libere e di apparecchi generatori di calore; inadeguata pulizia delle aree di lavoro e scarsa manutenzione delle apparecchiature; impianti elettrici o utilizzatori difettosi, sovraccaricati e non adeguatamente protetti; 24/02/2005 Prevenzione incendi 10

11 Cause e pericoli di incendio Principali cause e pericoli di incendio: riparazioni o modifiche di impianti elettrici e effettuate da persone non qualificate; apparecchiature elettriche lasciate sotto tensione anche quando inutilizzate; utilizzo non corretto di impianti di riscaldamento portatili; ostruire la ventilazione di apparecchi di riscaldamento, macchinari, apparecchiature elettriche e di ufficio; fumare in aree ove è proibito, o non usare il posacenere; negligenze di appaltatori o di addetti alla manutenzione; ecc. 24/02/2005 Prevenzione incendi 11

12 Dinamica dell incendio 24/02/2005 Prevenzione incendi 12

13 Effetti dell incendio sull uomo I principali effetti dell incendio sull uomo sono: anossia (a causa della riduzione del tasso di ossigeno nell aria); azione tossica dei fumi; riduzione della visibilità; azione termica Essi sono determinati dai prodotti della combustione: gas di combustione (ossido di carbonio, anidride carbonica, idrogeno solforato, anidride solforosa, ecc.); fiamma; calore; fumo. 24/02/2005 Prevenzione incendi 13

14 Prodotti della combustione I prodotti della combustione sono suddivisi in quattro categorie: gas di combustione: prodotti della combustione che rimangono allo stato gassoso anche quando raggiungono raffreddandosi, la temperatura ambiente di riferimento (15 C); fiamme: costituite dall emissione di luce conseguente alla combustione di gas sviluppatosi in un incendio. 24/02/2005 Prevenzione incendi 14

15 Prodotti della combustione I prodotti della combustione sono suddivisi in quattro categorie: fumi: formati da piccolissime particelle solide (aerosol), liquide (nebbie o vapori condensati). Queste particelle sono sostanze incombuste che si formano quando la combustione avviene in carenza di ossigeno e vengono trascinate dai gas caldi prodotti dalla combustione stessa. calore: causa principale della propagazione degli incendi. Realizza l aumento della temperatura di tutti i materiali e i corpi esposti, provocandone il danneggiamento fino alla distruzione. 24/02/2005 Prevenzione incendi 15

16 Il fumo Tra i prodotti della combustione il fumo è sicuramente il più pericoloso. Il fumo si produce essenzialmente perché la combustione avviene in carenza di ossigeno o perché sono presenti forti quantità di umidità nel combustibile che brucia. Il fumo è la causa principale dello scadimento della visibilità, dell'insorgere del panico e dello stato confusionale nelle persone coinvolte nell'incendio. 24/02/2005 Prevenzione incendi 16

17 Il fumo Il fumo occulta la segnaletica e ritarda l'uscita del personale aumentando così il rischio di asfissia. Il fumo ostacola le operazioni di salvataggio delle persone, la localizzazione dei focolai, impedendo di fatto l estinzione dell'incendio. Il fumo è costituito in ogni caso da gas asfissianti e tossici. 24/02/2005 Prevenzione incendi 17

18 Effetto dell energia termica sui materiali LATERIZIO : Buona resistenza se si considera il mattone pieno, mentre risulta cattiva se si considera il forato. Il forato sotto l'effetto del calore si dimostra fragile; quello pieno tende a vetrificare nella parte esposta. CALCESTRUZZO : Si sfalda lentamente fino ad esporre l'armatura in acciaio. In genere ha un REI abbastanza elevato, pertanto è largamente impiegato nelle compartimentazioni e nelle strutture portanti in genere. 24/02/2005 Prevenzione incendi 18

19 Resistenza al fuoco e compartimentazione 24/02/2005 Prevenzione incendi 19

20 Diagramma della resistenza meccanica 24/02/2005 Prevenzione incendi 20

21 Comportamento al fuoco del vetro Le lastre di vetro comune, se investite dal fuoco, possono rompersi immediatamente, ma anche resistere fino a temperature oltre 200 gradi Centigradi I vetri speciali, cioè quelli temperati, retinati compositi, ecc., possono resistere al fuoco con comportamento RE e in qualche caso anche REI, a temperature di oltre 700 gradi. 24/02/2005 Prevenzione incendi 21

22 La croce del fuoco 24/02/2005 Prevenzione incendi 22

23 Classi di fuoco Gli incendi vengono distinti in quattro classi principali, secondo lo stato fisico dei materiali combustibili, con una ulteriore categoria che tiene conto delle particolari caratteristiche degli incendi di natura elettrica. 24/02/2005 Prevenzione incendi 23

24 Sorgenti d innesco Le fonti di innesco possono essere suddivise in quattro categorie: accensione diretta: quando una fiamma, una scintilla o altro materiale incandescente entra in contatto con un materiale combustibile in presenza di ossigeno; accensione indiretta: quando il calore d innesco avviene nelle forme della convezione, conduzione e irraggiamento termico; attrito: quando il calore è prodotto dallo sfregamento di due materiali; autocombustione o riscaldamento spontaneo: quando il calore viene prodotto dallo stesso combustibile come lenti processi di ossidazione, reazioni chimiche, decomposizioni esotermiche in assenza di aria, azione biologica; 24/02/2005 Prevenzione incendi 24

25 Estinguente acqua L'acqua si distingue fra gli estinguenti per l'ampio campo di applicazione e per le sue qualità fisiche a contatto con il fuoco. Ogni Kg di acqua versata nell'incendio sottrae teoricamente 2.67 MJ (640 KCal) di energia termica per poterlo vaporizzare. Il volume in vapore di un Kg di acqua è pari a 1600 litri circa. 24/02/2005 Prevenzione incendi 25

26 Estinguente acqua: azione specifica Raffreddamento: azione principale svolta soprattutto su incendi di materiali solidi, superfici e strutture Soffocamento: azione svolta grazie all'enorme volume di vapore generato Miscelazione: nei combustibili miscibili in acqua si raggiungono concentrazioni tali da renderli inoffensivi (alcool 7/1 v/v, acetone 30/1 v/v). 24/02/2005 Prevenzione incendi 26

27 Estinguente acqua: azione specifica Per certi usi l acqua può esse addizionata da ritardanti della combustione per rallentare lo sviluppo delle fiamme sul materiale trattato. 24/02/2005 Prevenzione incendi 27

28 Estinguente polvere chimica La polvere antincendio è costituita essenzialmente da un composto salino capace di decomporsi per effetto del calore, mescolato con opportuni additivi, che hanno lo scopo di migliorarne le caratteristiche di fluidità, idrorepellenza ed anticompattamento. I sali più usati sono i BICARBONATI di sodio e potassio (per incendi dì classe B e C) e i SOLFATI o FOSFATI d'ammonio (per incendi di classe A - B e C). Gli additivi sono costituiti da STEARATI e SILICONI con cariche di silice, calcio, carbonato di calcio e fosfato di calcio. 24/02/2005 Prevenzione incendi 28

29 Estinguente polvere: azione specifica Soffocamento : nella decomposizione termica si formano enormi quantità di inerti (acqua e anidride carbonica). Raffreddamento : fra i prodotti della decomposizione termica è presente molta acqua. Catalisi negativa : i prodotti della decomposizione termica dell estinguente esercitano un'azione d'inibizione della combustione. 24/02/2005 Prevenzione incendi 29

30 Estinguente polvere: regole di erogazione Dopo aver tolto la sicura cominciare ad erogare l estinguente sul fuoco, partendo da una distanza di 4-5 metri dalle fiamme, riducendo tale distanza fino a quella necessaria per distribuire bene l estinguente sul fuoco. 24/02/2005 Prevenzione incendi 30

31 Estinguente polvere: regole di erogazione L erogazione dell'estinguente deve essere fatta alla base delle fiamme, partendo da sopravento, senza dirigere il getto contro persone. 24/02/2005 Prevenzione incendi 31

32 Estinguente polvere: regole di erogazione Per distribuire bene la polvere è necessario muovere velocemente il polso della mano che regge la manichetta dell'estintore. 24/02/2005 Prevenzione incendi 32

33 Estinguente polvere: regole di erogazione Per migliorare la distribuzione della polvere, l operatore deve girare intorno al focolare; la sua azione deve essere progressiva e mirata ad evitare sprechi ed azioni inutili. 24/02/2005 Prevenzione incendi 33

34 Estinguente schiuma La schiuma si ottiene erogando per mezzo di una lancia apposita, una miscela di liquido schiumogeno ed acqua in concentrazione variabile dal 2 al 6 %. La lancia è costruita per incorporare nell'erogazione un quantitativo d'aria in maniera da conferire una determinata consistenza alla coltre di estinguente versato. 24/02/2005 Prevenzione incendi 34

35 Estinguente schiuma Il liquido schiumogeno è composto da: A - una sostanza attiva (tensioattivo) B - una o più sostanze sussidiarie (additivi) C - acqua e solventi ( 50/75 % ). 24/02/2005 Prevenzione incendi 35

36 Estinguente schiuma: proprietà 1) CONCENTRAZIONE: rapporto in volume tra acqua e liquido schiumogeno. 2) TEMPO DI DRENAGGIO O DI DIMEZZAMENTO: rappresenta il tempo necessario a raccogliere la metà del liquido schiumogeno usato per generarla. 3) RAPPORTO DI ESPANSIONE: rappresenta l incremento di volume della miscela grazie all'incorporamento di aria. - BASSO = da 12 a 20 volte il volume della miscela. - MEDIO = circa 200 volte il volume della miscela. - ALTO = circa 1000 volte il volume della miscela. 4) FLUIDITÀ O SCORRIMENTO: rappresenta la capacità di una schiuma di dilagare e richiudersi attorno agli ostacoli. 24/02/2005 Prevenzione incendi 36

37 Estinguente schiuma: azione specifica SOFFOCAMENTO : azione principale svolta essenzialmente per interposizione fisica fra combustibile e comburente (aria). RAFFREDDAMENTO : azione secondaria svolta per mezzo delle grosse quantità di acqua presenti nella coltre. 24/02/2005 Prevenzione incendi 37

38 Estinguente CO : 2 Anidride Carbonica L'anidride carbonica (CO 2 ) è un gas più pesante dell'aria con spiccata caratteristica di inerte nei confronti della combustione. Per l uso antincendio la CO 2 viene liquefatta sotto pressione e imbottigliata in appositi estintori dotati di erogatore ad espansione (cono di espansione). 24/02/2005 Prevenzione incendi 38

39 Estinguente CO : 2 Anidride Carbonica L'erogazione della CO 2 liquefatta in atmosfera, genera due tipi di fenomeni fisici: la CO 2 erogata passa rapidamente allo stato gassoso e si raccoglie in concentrazioni notevoli (35%) in basso saturando l ambiente. per passare da liquido a gas deve necessariamente assorbire calore dalla sua stessa massa pertanto si raffredda tanto rapidamente da solidificare in aria e creare una nube cosiddetta neve carbonica. 24/02/2005 Prevenzione incendi 39

40 Estinguente CO : 2 azione specifica Agisce essenzialmente per soffocamento (saturazione) sfruttando le sue caratteristiche di inerte nei confronti della combustione, ma possiede anche una notevole capacità di raffreddamento, tanto che in certi casi è controindicata per lo choc termico prodotto. 24/02/2005 Prevenzione incendi 40

41 Estinguente CO : 2 azione specifica L anidride carbonica non conduce la corrente elettrica per cui è spesso usata come presidio antincendio in cabine e centrali elettriche, e non lascia tracce nell'uso perché gassifica rapidamente. Per ottenere lo spegnimento di incendi occorre spesso arrivare a concentrazioni del 30-35% mentre l utilizzo come inertizzante di atmosfere pericolose può richiedere anche percentuali del 70-75%. 24/02/2005 Prevenzione incendi 41

42 Estinguente CO : 2 azione specifica La C02 erogata in ambiente chiuso può provocare asfissia per mancanza d'ossigeno. 24/02/2005 Prevenzione incendi 42

43 Estinguente Halon Sono composti chimici, in genere liquidi basso bollenti o gas liquefatti, che derivano dalla sostituzione di atomi di idrogeno con atomi di alogeni (da qui il nome Halon), nella molecola dei metano o dell'etano. I più conosciuti ed usati sono: Halon 1211 = difluoro cloro bromo metano (C F2,Cl Br) Halon 1301 = tetrafluoro bromo metano (C F3, Br) Halon 2402 = tetrafluoro dibromo etano (C2, F4, Br2, ) 24/02/2005 Prevenzione incendi 43

44 Estinguente Halon: azione specifica Gli Halon operano tramite un meccanismo chimico chiamato anticatalisi, che impedisce il protrarsi della reazione di combustione. EFFICACIA = sono adatti particolarmente a spegnere incendi di liquidi infiammabili, di impianti elettrici sotto tensione, apparecchiature elettroniche o molto delicate. 24/02/2005 Prevenzione incendi 44

45 Estinguente Halon: azione specifica Gli Halon non lasciano tracce del loro impiego e l azione svolta è rapida ed efficace anche a basse concentrazioni (dal 2 al 9 %). Normalmente si considera sufficiente erogare una quantità di estinguente pari al 7%, per spegnere un qualsiasi incendio, soprattutto se in ambiente chiuso. 24/02/2005 Prevenzione incendi 45

46 Estinguente Halon: limitazioni d uso La soglia olfattiva di questi prodotti (odore acre e pungente) è al di sotto delle concentrazioni considerate pericolose e questo costituisce un segnale di allarme per gli operatori. Gli Halon sono poco efficaci sugli incendi ove si richiede un raffreddamento energico dei materiali coinvolti per ottenere l estinzione. 24/02/2005 Prevenzione incendi 46

47 Estinguente Halon: la legge lo vieta Gli Halon sono stati individuati come corresponsabili nel deterioramento della fascia di ozono. Le conseguenti misure restrittive previste in sede internazionale hanno decretato la cessazione della produzione e dell uso degli Halon. Il costo del corretto smaltimento dell Halon (L /kg) non grava di norma sull utilizzatore ma viene supportato dal produttore del prodotto sostitutivo. 24/02/2005 Prevenzione incendi 47

48 Azione degli estinguenti 24/02/2005 Prevenzione incendi 48

49 Azione degli estinguenti 24/02/2005 Prevenzione incendi 49

50 Idoneità degli estinguenti 24/02/2005 Prevenzione incendi 50

51 Indicazioni sugli estintori 24/02/2005 Prevenzione incendi 51

52 Focolare tipo: classe di fuoco A I focolari tipo per fuochi di classe A sono costituiti da una catasta di travi di legno su zoccolo metallico di 250 mm di altezza e di 900 mm di larghezza. 24/02/2005 Prevenzione incendi 52

53 Focolare tipo: classe di fuoco A I focolari tipo per fuochi di classe A hanno una lunghezza eguale a quella del focolare tipo. 24/02/2005 Prevenzione incendi 53

54 Misure del focolare tipo: classe di fuoco A Il numero di designazione rappresenta il diretto riferimento sia al numero di travi in legno del focolare sia alla sua stessa lunghezza. 24/02/2005 Prevenzione incendi 54

55 Focolare tipo: classe di fuoco B I focolari tipo per fuochi di classe B vengono realizzati in una serie di recipienti cilindrici di lamiera di acciaio saldati. Questi focolari sono designati dalla lettera B preceduta dal volume liquido, in litri, contenuto. I recipienti sono impiegati con fondo d'acqua nella proporzione seguente: 1/3 d'acqua, 2/3 di benzina. La quantità di liquido contenuta è allora tale che l'altezza di acqua nei recipienti è approssimativamente uguale a 1 cm e l'altezza di benzina è uguale a 2 cm. 24/02/2005 Prevenzione incendi 55

56 Distribuzione dei presidi antincendio portatili 24/02/2005 Prevenzione incendi 56

57 Distribuzione dei presidi antincendio portatili 24/02/2005 Prevenzione incendi 57

58 Antincendio: aspetti generali In tutte le aziende o lavorazioni devono essere adottate idonee misure per prevenire gli incendi e per tutelare l incolumità dei lavoratori in caso d incendio. Deve essere reso noto al personale mediante avviso il divieto di utilizzare certe sostanze per lo spegnimento di incendi quando le materie con le quali verrebbero a contatto possono reagire in modo pericoloso. 24/02/2005 Prevenzione incendi 58

59 Antincendio: aspetti generali Sono soggette, ai fini della prevenzione incendi, al controllo dei VV.FF. le aziende e le lavorazioni : nelle quali si producano, si impiegano, si sviluppano o si detengono prodotti infiammabili, incendiabili o esplodenti; che, per dimensioni, ubicazione ed altre ragioni presentano in caso di incendio gravi pericoli per la incolumità dei lavoratori. 24/02/2005 Prevenzione incendi 59

60 Antincendio: aspetti generali La determinazione delle aziende e lavorazioni soggette al controllo del Comando del Corpo dei vigili del fuoco competente per territorio è fatta in base al D.M. 26/05/59 n.689 modificato successivamente dal D.M. 16/02/82. In questi sono incluse delle tabelle di sostanze e lavorazioni in base alle quali è possibile riscontrare se una attività è soggetta o no al controllo dei VV.FF.. 24/02/2005 Prevenzione incendi 60

61 Antincendio: nuovi adempimenti (626/94) Alcuni lavoratori devono essere incaricati dell attuazione delle misure di prevenzione incendi, evacuazione dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e, comunque, di gestione dell emergenza. Ai fini delle designazioni, si deve tenere conto delle dimensioni dell azienda e dei rischi specifici. 24/02/2005 Prevenzione incendi 61

62 Antincendio: informazioni ai lavoratori Ciascun lavoratore deve ricevere una adeguata informazione su : le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio e l evacuazione dei lavoratori; i nominativi dei lavoratori incaricati di applicare le misure antincendio e di pronto soccorso. 24/02/2005 Prevenzione incendi 62

63 Antincendio: datore di lavoro Il datore di lavoro può svolgere i compiti di prevenzione incendi e di evacuazione nel caso di :» Aziende artigiane e industriali fino a 30 addetti» Aziende agricole e zootecniche fino a 10 addetti» Aziende della pesca fino a 20 addetti» Altre aziende fino a 200 addetti 24/02/2005 Prevenzione incendi 63

64 Nomine: modulistica tipo 24/02/2005 Prevenzione incendi 64

65 Lavoratori incaricati I lavoratori incaricati della prevenzione e lotta antincendio, non possono rifiutare l'incarico, e devono : spegnere prontamente l'incendio o ridurne gli effetti agevolare ed aiutare i lavoratori ad abbandonare i locali di lavoro in presenza di incendio che possa causare un pericolo grave ed imminente prestare operazioni di primo soccorso. 24/02/2005 Prevenzione incendi 65

66 Lavoratori incaricati I lavoratori incaricati della prevenzione e lotta antincendio devono seguire un apposito corso di formazione ed addestramento la cui durata è in rapporto alla tipologia di rischio aziendale.. 24/02/2005 Prevenzione incendi 66

67 Addestramento professionale L addestramento pratico deve cominciare sui campi di intervento con una serie di prove individuali di spegnimento. Se necessario devono eseguirsi prove sulla camera fumo, lungo un percorso che simula le più frequenti situazioni di pericolo all interno degli edifici. 24/02/2005 Prevenzione incendi 67

68 Norme di comportamento in emergenza In caso di emergenza, attenersi scrupolosamente alle seguenti disposizioni: Non attardarsi per alcun motivo nelle stanze a recuperare effetti personali o altri oggetti. Evitare di portare al seguito ombrelli, borse o pacchi ingombranti e pesanti. Usare un comportamento tale da non provocare turbamenti o scene dì panico (come grida, corse, spinte) nei corridoi e soprattutto lungo le scale. Dirigersi con la massima calma verso le vie di fuga seguendo le direzioni indicate dagli appositi cartelli sistemati nei corridoi. Non usare per alcun motivo gli ascensori e/o i montacarichi, anche se funzionanti. 24/02/2005 Prevenzione incendi 68

69 Norme di comportamento in emergenza Al fine di acquistare agilità si consiglia alle donne, che calzano scarpe con tacchi alti, di togliersi le stesse prima di accedere alle scale. A meno che non venga esplicitamente richiesto, non spostare le auto in sosta nei cortili, ma allontanarsi rapidamente a piedi. 24/02/2005 Prevenzione incendi 69

70 Norme di comportamento in emergenza Nel caso si venga raggiunti dal fumo all'interno dei locali, allontanarsene camminando chini o strisciando sul pavimento avendo posto un fazzoletto (possibilmente bagnato) sulla bocca e sul naso a protezione delle vie respiratorie. Disponendo di indumenti di lana (cappotti, sciarpe, scialli, pullover, ecc...) si consiglia di avvolgerli sulla testa in modo da non esporre i capelli al fuoco. 24/02/2005 Prevenzione incendi 70

71 Antincendio: evacuazione Oltre alle normali indicazioni da seguire in caso di emergenza è fondamentale che vengano designati i luoghi sicuri dove i lavoratori di devono recare quando viene comunicato loro di abbandonare il loro normale posto di lavoro. Questi luoghi sicuri devono essere designati per ogni reparto ed indicati su apposite piantine da affiggere in luoghi appropriati. 24/02/2005 Prevenzione incendi 71

72 Misure precauzionali d esercizio Il miglior PROGETTO di sicurezza può essere vanificato da chi lavora nell ambiente, se non vengono applicate e tenute nella giusta considerazione le MISURE PRECAUZIONALI d ESERCIZIO. 24/02/2005 Prevenzione incendi 72

73 Misure di prevenzione incendi Progettazione degli impianti elettrici in maniera tale da evitare innesco di incendio (Norme CEI). Collegamento all impianto di messa a terra di tutte le parti metalliche di silos, serbatoi e tubazioni contenenti o convoglianti sostanze combustibili o infiammabili. Realizzazione di impianti di protezione contro le scariche atmosferiche (gabbie di Faraday, aste parafulmini, ecc.). 24/02/2005 Prevenzione incendi 73

74 Misure di prevenzione incendi Installazione di impianti e dispositivi di RILEVAZIONE fumi, fiamme, scintille e gas infiammabili, in grado di inviare tempestivi allarmi e comandare intercettazioni di fluidi pericolosi ed attivazioni di impianti di spegnimento automatici. Installazione un adeguato numero di estintori portatili e carrellati idonei. Ventilazione naturale o artificiale degli ambienti dove possono accumularsi gas o vapori infiammabili. 24/02/2005 Prevenzione incendi 74

75 Misure di prevenzione incendi Installazione di impianti di spegnimento automatici, (impianti sprinkler ad acqua, impianti a CO 2, HALON, SCHIUMA AD ALTA ESPANSIONE, ecc. ). Realizzazione di apposita rete idrica antincendio sul perimetro esterno dei fabbricati. Realizzazione di porte, portoni, corridoi, scale, rampe, ecc. adeguate per numero, dimensioni e distribuzione. 24/02/2005 Prevenzione incendi 75

76 Misure di prevenzione incendi Installazione di sistemi e dispositivi automatici per l evacuazione dei fumi e del calore in caso d incendio (es. fusibile tarato a circa C. Compartimentazione di reparti critici con pareti aventi grado di resistenza al fuoco adeguato. Formazione e addestramento degli addetti alla prevenzione e lotta antincendio. 24/02/2005 Prevenzione incendi 76

77 Misure di prevenzione incendi Utilizzazione di materiali incombustibili che, pur garantendo analoghi risultati dal punto di vista della funzionalità e del processo produttivo, presentino caratteristiche di incombustibilità. Adozione di pavimenti ed attrezzi antiscintilla. Adozione di adeguata segnaletica di sicurezza, riferita in particolare ai rischi presenti nell ambiente di lavoro. 24/02/2005 Prevenzione incendi 77

78 Misure di prevenzione incendi Predisposizione di un adeguato numero di coperte ignifughe per soffocare incendi su indumenti o piccoli recipienti di liquidi infiammabili e per essere usate come schermo protettivo tra l operatore e le fiamme. Predisposizione di contenitori di sabbia utile per arginare l espandersi di liquidi infiammabili. Verifica, obbligatoria, dei mezzi di estinzione almeno una volta ogni 6 mesi. 24/02/2005 Prevenzione incendi 78

79 Misure precauzionali di esercizio Molti incendi possono essere prevenuti con l attenzione del personale (che va richiamata) sulle cause e sui pericoli di incendio più comuni. Il personale deve porre attenzione su: deposito ed utilizzo di materiali infiammabili e facilmente combustibili; utilizzo di fonti di calore; impianti ed apparecchi elettrici; fumo; rifiuti e scarti combustibili; aree non frequentate; rischi legati a incendi dolosi. 24/02/2005 Prevenzione incendi 79

80 Vie di esodo: sistemi di vie d uscita Il problema dell esodo delle persone minacciate da un incendio è di capitale importanza, a tal punto da comportare soluzioni tecniche irrinunciabili. Gli elementi fondamentali nella progettazione del sistema di vie d uscita si possono fissare in: dimensionamento e geometria delle vie d uscita; sistemi di protezione attiva e passiva delle vie d uscita; sistemi di identificazione continua delle vie d uscita (segnaletica, illuminazione ordinaria e di sicurezza). Il dimensionamento delle vie d uscita deve tenere conto del massimo affollamento ipotizzabile nonché della capacità d esodo dell edificio. 24/02/2005 Prevenzione incendi 80

81 Porte: numero e dimensionamento Il numero ed il dimensionamento delle porte varia in relazione all anno di costruzione dello stabile ma indicativamente devono tendere degli ultimi riferimenti legislativi. 24/02/2005 Prevenzione incendi 81

82 Piano di emergenza aziendale In tutte le aziende, ai fini della prevenzione incendi, è fondamentale che venga stilato un Piano di Emergenza Aziendale, che nei casi più semplici ed a minor rischio si ridurrà a semplici istruzioni in caso di emergenza. In caso di emergenza è necessario che tutti sappiano cosa fare e non fare. Le varie procedure e priorità di allarme e intervento devono essere ben definite, collaudate, verificate e soprattutto conosciute da tutti. 24/02/2005 Prevenzione incendi 82

83 Piano di emergenza aziendale In caso di emergenza le persone tendono istintivamente a sfollare attraverso i percorsi che normalmente utilizzano per entrare. Anche con esercitazioni, a cadenza annuale, può essere insegnato alle persone di utilizzare il percorso d esodo alternativo più sicuro rispetto al percorso utilizzato per entrare. 24/02/2005 Prevenzione incendi 83

84 Piano di emergenza aziendale: stesura La stesura del piano prevede varie fasi principali: individuazione del rischio e delle conseguenze; obiettivi; collegamenti tra soccorso interno ed esterno; procedure di allertamento - persone chiave; procedure di intervento - coordinamento. L individuazione del rischio e delle conseguenze comporta : l ubicazione e la quantificazione dei rischi; l esame delle conseguenze ipotizzabili per persone e cose; l individuazione di mezzi, uomini e istruzioni per far fronte al rischio; 24/02/2005 Prevenzione incendi 84

85 Piano di emergenza aziendale: obiettivi Gli obbiettivi del piano possono così essere definiti : salvataggio e protezione delle persone (salvataggio, pronto soccorso, evacuazione,...); contenimento e rapido controllo dell incidente; minimizzazione dei danni ai beni e all ambiente; bonifica dell ambiente. 24/02/2005 Prevenzione incendi 85

86 Piano di emergenza aziendale: allertamento L allertamento e l intervento deve prevedere : l individuazione delle persone chiave; l individuazione delle persone incaricate alla lotta antincendio; l individuazione del coordinatore che deve essere unico; l individuazione di un sistema di preallarme da effettuarsi attraverso un cercapersone in modo da avvertire le persone interessate senza allarmare gli altri; l individuazione di un sistema di allarme, diviso per reparti o zone operative, per l informazione immediata di tutte le persone operanti nella zona di pericolo. 24/02/2005 Prevenzione incendi 86

87 Piano di emergenza aziendale: allertamento Chi scopre l incendio deve comunicare l emergenza al suo superiore o al centralino fornendo i seguenti dati : proprio nome, qualifica e mansione; natura dell incendio (tipo di materiale che brucia); gravità dell incendio (piccolo - medio - grave); presenza anche dubbia di persone in pericolo; esatta ubicazione dell incendio; dà il segnale d allarme; solo se l incendio è all inizio cerca di intervenire con l estintore; si comporta secondo le istruzioni a seconda che faccia parte o no delle squadre antincendio; 24/02/2005 Prevenzione incendi 87

88 Piano di emergenza aziendale: azioni Gli addetti alla prevenzione e lotta antincendio devono : recarsi sul luogo di raduno stabilito o sul luogo dell incendio; mettersi a disposizione del coordinatore (responsabile antincendio, responsabile S.P.P., addetto alla sicurezza, caposquadra,...); iniziare l intervento. L addetto al centralino telefonico deve : attendere istruzioni precise dal coordinatore per l eventuale intervento del Vigili del Fuoco; se istruito adeguatamente deve chiamare lui stesso i soccorsi esterni se informato adeguatamente sull emergenza; 24/02/2005 Prevenzione incendi 88

89 Piano di emergenza aziendale: comportamenti Tutti devono : mettere in sicurezza l impianto; arrestare l eventuale impianto di aria condizionata o ventilazione; togliere corrente; chiudere porte e finestre; accertarsi che non resti qualcuno nei locali; radunarsi nel posto di raduno previsto; verificare di esserci tutti (anche le persone antipatiche); se il reparto non è interessato dall incendio, restare in attesa di istruzioni al proprio posto di lavoro. 24/02/2005 Prevenzione incendi 89

90 Piano di emergenza aziendale: comportamenti L'elettricista deve : recarsi sul luogo dell incendio e, in accordo con il coordinatore in loco, provvedere a togliere tensione. Gli autisti devono : prendere i mezzi non interessati dall intervento, accostarli ai lati delle strade o in luogo sicuro, lasciando sgombero il passaggio per i mezzi di soccorso, spegnere il motore e tenersi a disposizione del coordinatore. Il personale addetto al primo soccorso deve: provvedere al soccorso di eventuali infortunati, dando disposizioni per le eventuali ambulanze necessarie. 24/02/2005 Prevenzione incendi 90

91 Informazioni ai Vigili del Fuoco 24/02/2005 Prevenzione incendi 91

92 Tabella da tenere a disposizione 24/02/2005 Prevenzione incendi 92

93 Maschere antigas La protezione degli organi della respirazione in ambienti contaminati da gas o vapori nocivi può essere assicurata mediante l uso di maschere antigas. L impiego delle maschere ha però molte limitazioni per cui è fondamentale sapere quando non usarle. Quando non è possibile usare questi dispositivi si deve ricorrere all uso di autorespiratori. I filtri individuali antigas possono essere distinti in: monovalenti, polivalenti, universali. 24/02/2005 Prevenzione incendi 93

94 Maschere antigas: modalità d impiego Per maggiore facilità la maschera dovrà essere indossata senza che il filtro sia già avvitato al facciale. Per indossare la maschera e verificare la tenuta: appoggiare la mentoniera al mento; indossare il facciale in modo che aderisca perfettamente al viso; tendere i tiranti superiori, facendoli passare sopra al capo, e sistemarli sulla nuca; agire immediatamente su tutti i cinghiaggi; chiudere ermeticamente col palmo della mano la sede di avvitamento per il filtro; aspirare profondamente: non si dovrà avvertire nessuna infiltrazione d aria; togliere i tappi ed applicare il filtro al bocchettone, avvitando a fondo. 24/02/2005 Prevenzione incendi 94

95 Autorespiratori Gli autorespiratori sono apparecchi di respirazione costituiti da una unità funzionale autonoma, portata dall operatore che può quindi muoversi con completa libertà. Essi rappresentano il mezzo protettivo più sicuro in quanto, agli effetti della respirazione, isolano completamente l operatore dell ambiente esterno. 24/02/2005 Prevenzione incendi 95

96 Segnaletica: presidi antincendio 24/02/2005 Prevenzione incendi 96

97 Segnaletica: indicazioni vie ed uscite 24/02/2005 Prevenzione incendi 97

98 Segnaletica: divieti e pericoli 24/02/2005 Prevenzione incendi 98

99 Segnaletica: informazioni 24/02/2005 Prevenzione incendi 99

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