Fondato nel anno 2009, n 3, luglio - agosto - settembre. trimestrale unitalsi emiliano-romagnola

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1 Fondato nel 1930 trimestrale unitalsi emiliano-romagnola autorizzazione: Tribunale di Bologna n del 5/6/1973 anno 2009, n 3, luglio - agosto - settembre Poste Italiane s.p.a. Sped.Abb.Post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 2, DCB - BO in caso di mancato recapito inviare a Bologna per la restituzione al mittente, previo pagamenti resi

2 IN QUESTO NUMERO I santi modelli da seguire Benedetto XVI 5 Quando l amore ci porta... Guiscardo Mercati 7 Guglielmo Marconi Italo Frizzoni 9 Lettera delle Conferenze Episcopali... Nuova Enciclica per approfondire La redazione 10 Il santo Curato d Ars Giuliana Calori 11 Gita - Pellegrinaggio in Francia Pietro Magnanini 13 Madre Orsola Mezzini - Un nuovo libro Roberto Bevilacqua 14 Incontro con S.E Mons. Moretti Valerio Valeri 16 Una nottata... particolare Bruno Bulgarini 17 A Loreto con il Treno della Grazia Testimonianze 19 Pellegrinaggio dell Immacolata La redazione 20 Gita - Pellegrinaggio in Francia Galleria immagini 24 Ministri della vita Danio Romagnoli 26 Due vite spese per i giovani Giuseppe Mezzadri 27 G&G: la voce negli occhi Stefania Avanzini 29 La famiglia Giovanni Lazzaretti 30 Il velo Simonetta Delle Donne 32 Unitalsi, una famiglia Bologna, Faenza, Modena, Parma, Reggio 36 Novità editoriali La redazione 38 Ci hanno preceduto 39 Info utili Gianfranco Cammi 40 Preghiera di una povera mendicante... Suor Marie Bernard editore: U.N.I.T.A.L.S.I. Sezione Emiliano Romagnola direttore responsabile: Italo Frizzoni direzione redazione amministrazione: Unitalsi Emiliano Romagnola via Irma Bandiera Bologna tel: fax: sito web: lecodilourdes@unitalsiemiliaromagna.it redazione: Mons. Guiscardo Mercati, Roberto Bevilacqua, Giuliana Calori, Gianfranco Cammi, Rita Coruzzi, Valerio Valeri hanno collaborato a questo numero: Benedetto XVI, P. Magnanini, G. Mercati, S. Avanzini, R. Bevilacqua, G. Bratti, B. Bulgarini, G. Calori, G. Cammi, S. Delle Donne, I. Frizzoni, G. Lazzaretti, G. Mezzadri D. Romagnoli, V. Valeri, G. Zanarini. progetto - elaborazione grafica: Albertazzi, Cammi, Galli - responsabile web: G.Cammi - stampa: Digi Graf Pontecchio M. foto di: Archivio Unitalsi Nazionale e Regionale, R. Bevilacqua, G. Bratti, G. Rocca, D. Romagnoli, in copertina: il volume dell enciclica. 2

3 EDITORIALE Benedetto XVI I santi modelli da seguire Una «preziosa occasione per approfondire il valore della missione dei presbiteri nella Chiesa e nel mondo». Così, all Angelus di domenica, il primo da Castel Gandolfo al rientro dalla Valle d Aosta, Benedetto XVI ha definito «l Anno Sacerdotale che stiamo celebrando», additando ai sacerdoti come modelli i santi che la Chiesa ricorda in questi primi giorni di agosto: da sant Alfonso Maria de Liguori, «grande maestro di teologia morale e modello di virtù cristiane e pastorali» a san Francesco nella festa del Perdono di Assisi. Nella stessa serata di domenica Johann Sebastian Bach,Wolfgang Amadeus Mozart e Benjamin Britten sono stati i protagonisti del concerto che l Orchestra da Camera bavarese di Bad Bruckenau ha tenuto in onore del Papa. Il quale, al termine, nel ringraziare gli artisti e il direttore, l oboista Albrecht Mayer, ha sottolineato in un breve discorso come «purtroppo dopo gli avvenimenti della torre di Babele le lingue ci separano, creano barriere. Ma in questa ora abbiamo visto e sentito che c è una parte indistrutta del mondo, anche dopo la torre e la superbia di Babele, ed è la musica: la lingua che noi possiamo tutti capire, perché tocca il cuore di noi tutti. Questo per noi non è solo una garanzia che la bontà e la bellezza della creazione di Dio non sono distrutte, ma che noi siamo chiamati e capaci di lavorare per il bene e per il bello, e sono anche una promessa che il mondo futuro verrà, che Dio vince, che la bellezza e la bontà vincono». Di seguito le parole del Papa prima della preghiera mariana. Cari fratelli e sorelle! Sono rientrato pochi giorni fa dalla Valle d Aosta, ed ora con vivo piacere mi ritrovo tra voi, cari amici di Castel Gandolfo. Al vescovo, al parroco e alla comunità parrocchiale, come pure alle autorità civili e a tutti i castellani insieme ai pellegrini e ai villeggianti rinnovo con affetto il mio saluto, unito a un sentito ringraziamento per la vostra accoglienza sempre tanto cordiale. Grazie anche per la vicinanza spirituale, che molti mi hanno dimostrato quando a Les Combes mi è capitato il piccolo infortunio al polso della mano destra. Cari fratelli e sorelle, l Anno Sacerdotale che stiamo celebrando costituisce una preziosa occasione per approfondire il valore della missione dei presbiteri nella Chiesa e nel mondo. Utili spunti di riflessione, al riguardo, ci vengono dalla memoria dei santi che la Chiesa quotidianamente ci propone. In questi primi giorni del mese di agosto, ad esempio, ne ricordiamo alcuni che sono veri modelli di spiritualità e di dedizione sacerdotale. Ieri era la memoria liturgica di sant Alfonso Maria de Liguori, vescovo e dottore della Chiesa, grande maestro di teologia morale e modello di virtù cristiane e pastorali, sempre attento alle necessità religiose del popolo. Oggi contempliamo in san Francesco d Assisi l ardente amore per la salvezza delle anime, che ogni sacerdote deve costantemente nutrire: ricorre infatti oggi il cosiddetto «Perdono di Assisi», che egli ottenne dal papa Onorio III nell anno 1216, dopo aver avuto una visione, mentre si trovava in preghiera nella chiesetta della Porziuncola. Apparendogli Gesù nella sua gloria, con alla destra la Vergine Maria e intorno molti Angeli, gli chiese di esprimere un desiderio, e Francesco implorò un «ampio e generoso perdono» per tutti coloro che «pentiti e confessati» avrebbero visitato quella chiesa. Ricevuta l approvazione pontificia, il Santo non aspettò nessun documento scritto, ma corse ad Assisi e, giunto alla Porziuncola, annunciò la bella notizia: «Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!». Da allora, dal mezzogiorno del 1 agosto alla mezzanotte del 2, si può lucrare, alle consuete condizioni, l indulgenza 3

4 plenaria anche per i defunti, visitando una chiesa parrocchiale o francescana. Che dire di san Giovanni Maria Vianney, che ricorderemo il 4 agosto? Proprio per commemorare il 150 anniversario della sua morte ho indetto l Anno Sacerdotale. Di quest umile parroco, che costituisce un modello di vita sacerdotale non solo per i parroci ma per tutti i sacerdoti, mi riprometto di parlare nella catechesi dell Udienza generale di mercoledì prossimo. Il 7 agosto, poi, sarà la memoria di san Gaetano da Thiene, il quale soleva ripetere che «non con l amore sentimentale, ma con l amore dei fatti si purificano le anime». Ed il giorno dopo, l 8 agosto, la Chiesa ci additerà come modello san Domenico, del quale è stato scritto che «apriva bocca o per parlare con Dio nella preghiera o per parlare di Dio». Non posso infine dimenticare di ricordare anche la grande figura di papa Montini, Paolo VI, di cui il 16 agosto ricorre il 31 anniversario della morte, avvenuta proprio qui a Castel Gandolfo. La sua vita, così profondamente sacerdotale e ricca di tanta umanità, rimane nella Chiesa un dono di cui ringraziare Dio. La Vergine Maria, Madre della Chiesa, aiuti i sacerdoti ad essere tutti totalmente innamorati di Cristo, seguendo l esempio di questi modelli di santità sacerdotale. 4

5 LA PAROLA DELL ASSISTENTE ECCLESIASTICO Mons. Guiscardo Mercati * Quando l amore ci porta alla ragione e, dalla ragione, alla fede Carissimi, vi scrivo nel mezzo di questa estate rovente in cui la cronaca ci ha riempito con le sue solite pagine intrise di egoismi, di bassi piaceri, di rivalità, odi. Scandali, dicono i giornali, come al solito. Ma notate come, pur facendone essi stessi oggetto di lucro, usando la parola scandali i giornali ci ricordano che tutto ciò non è normale, ma negazione di fondamentali regole di vita individuale e sociale che, forse, neppure conoscono, ma delle quali tuttavia avvertono l esigenza e la presenza. In questa contraddizione possiamo cogliere l oscuramento verso il quale sta remando la nostra cultura, passo dopo passo perché non si veda l abisso al quale la negazione dei valori della vita ci conduce, cancellando secoli di ragione e di civiltà. Già 26 secoli or sono, facendo un semplice e corretto uso della ragione umana, il greco Ippocrate aveva scritto quel giuramento che aveva fatto dell arte medica un lento ma sicuro progresso di umanesimo e di scienza. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo., dice quel giuramento; ora si vuol far passare per diritto civile la possibilità di somministrare non una medicina (questa è sempre e solo per la vita), ma un veleno per procurare morte e aborto. Stiamo avviandoci verso una cultura e di conseguenza una legislazione che vuole risolvere i problemi connessi alla vita umana eliminando la vita stessa? Pare di sì, e se questo accade è perché la nostra cultura non cerca più e non conosce più la verità sull uomo, interrompendo quel cammino secolare che ha portato l uomo agli attuali livelli di scienza morale, fisica e tecnica. Sono i temi suggeritimi dalla premessa della nuova encicli- 5

6 ca. Caritas in Veritate, scritta da Benedetto XVI il 29 giugno scorso. Credo che anche il Papa parta da queste considerazioni non per lodare un inesistente buon tempo antico, ma per restare ancorato ad una analisi realistica dei comportamenti dell uomo d oggi, per fare appello alla sua ragione e al suo desiderio di bene e di felicità. Egli parte infatti da un invito che tocca da vicino ogni uomo e ogni cristiano: cercare anzitutto la verità della persona umana. La persona non è semplice materia, non è semplice merce, ma c è in essa quella presenza di Dio che da sempre l umanità ha avvertito come dimensione trascendente, come desiderio di vita oltre la morte, come reciproca donazione che ha la sua unica ragion d essere in un vincolo di amore. Amare ed essere amati è il motore che ha mosso ogni progresso di cultura e di civiltà. Come dimenticarlo? L amore che dà sicurezza e gioia di vivere, che lega una persona all altra, che costruisce solidarietà, che porta a salvezza incitando al dono e anche fino al sacrificio di se stessi per il bene degli altri. E il cemento che ha costruito la nostra civiltà e che ha avuto la sua più alta espressione in Gesù. Il suo insegnamento è così rispondente alla verità della persona umana da costituire per se stesso dimostrazione della sua natura divina. L aver Egli fatto dell uomo non più un lupo, ma un fratello per gli altri uomini, da amare come ciascuno di noi vuole essere amato, è diventato il lievito che ha maturato nella storia delle società cristiane (e solo in esse) quel codice di diritti e di doveri che chiamiamo umani e universali. Il Vangelo è la loro radice, come riconosceva lo stesso Mahatma Gandhi. L invito del Papa è a cercare questa verità nella quotidianità del vivere, nelle varie condizioni che ne segnano le tappe e le vicende degli anni dell uomo. Noi, per impegno associativo, ci prendiamo cura di quanti vivono la sofferenza fisica o morale, una condizione sempre meno accettata dalla cultura contemporanea. Eppure, noi vediamo e sperimentiamo come la malattia o la menomazione fisica non lede la dignità della persona, ma, al contrario, la rivela in tutta la sua grandezza; rende evidente la sete di amore della persona e perfino il valore terapeutico dell amore stesso. Toccata dall amore, la sofferenza ci dice, sì, il limite dell essere umano, ma ce ne disvela anche il fine trascendente, la destinazione ultraterrena. E se questa esperienza per il non credente diventa inquietudine e balbettio perché gli è difficile trovare il significato non solo della vita, ma ancor più della sofferenza, per chi ha incontrato l amore e Dio è l amore per essenza diventa gioia e senso del vivere. Questo ce lo ricorda la storia dell Unitalsi è il miracolo accaduto a Giovanni Battista Tomassi, quando, toccato dall amore delle persone che accudivano gli ammalati in pellegrinaggio alla grotta di Massabielle, ha ritrovato la ragione e, con la ragione, la fede. E proprio questo, come da anni stiamo tutti sperimentando, è il vero e universale miracolo di Lourdes e di ogni vero pellegrinaggio. Che ce lo disveli l amore donato e l amore ricevuto (caritas) conferma il nostro impegno statutario del servizio gratuito in spirito di autentica carità cristiana. E un servizio agli ammalati, a noi stessi, al mondo in mezzo al quale viviamo e al quale, con un amore che è dono e gratuità, riveliamo la verità dell uomo: della sua natura ferita dal peccato, ma anche della sua grandezza di creatura che ha in sè l impronta di Dio. Una gioia che supera ogni sofferenza, che dà ragione alla speranza in qualunque condizione di vita. * Assistente Ecclesiastico Regionale 6

7 PERSONAGGI Italo Frizzoni * Gugliemo Marconi Nel centenario del premio Nobel in fisica ( ) Marconi era nato nel cuore di Bologna il 25 aprile 1874, nell attuale via IV Novembre n 7, nella Parrocchia di San Salvatore dei Canonici Lateranensi. Figlio di Giuseppe Marconi, proprietario terriero originario di Capugnano in Comune di Porretta Terme sull Appennino Bolognese e della giovane Annie Jamenson, sua seconda moglie nata nel sud dell Irlanda da una famiglia scozzese di fabbricanti di whisky, e nipote del fondatore della storica distilleria Jamenson Sons. La villa Griffone di campagna ed i poderi circostanti, furono acquistati da Giuseppe unitamente al padre Domenico e ai fratelli e dista una dozzina di chilometri dal centro di Bologna, in frazione Pontecchio, a metà dell ottocento in Comune di Praduro e Sasso, che nel tempo mutò la sua denominazione in quell attuale di Sasso Marconi. La prima moglie di Giuseppe, Giulia de Renoli, figlia di un noto banchiere, morì di parto nel Vedovo con un figlio sposò Annie Jamenson nell aprile del 1864 quando la stessa studiava bel canto presso il Conservatorio di Bologna. Un anno dopo, nel 1865 nacque il primogenito Alfonso e nove anni dopo Guglielmo. Quest ultimo, di natura molto gracile, fu portato, proprio per questo, in campagna a Villa Griffone, perché l aria di campagna giovasse alla sua salute. Qui visse fino alla maggiore età, passando i mesi invernali nella residenza di Bologna, e trascorrendo l estate a Pontecchio. Non frequentò scuole regolari, ma fu seguito da un maestro di Pontecchio, Germano Bollini che gli insegnò a leggere e scrivere, mentre la madre gli diede lezioni di pianoforte e d inglese. 7 Prese la licenza elementare tardivamente a tredici anni, studiando poi privatamente a Firenze e a Livorno. Qui ottenne dalla madre di poter prendere lezioni di fisica, la materia che adorava, dal professor Vincenzo Rosa, piemontese, insegnante in quella città. Fu un sodalizio lungo e affettuoso. In Marconi il ricordo per il Rosa rimarrà troppo insistente e importante per pensare che la preparazione che gli aveva dato fosse di carattere generale, e non piuttosto specifica e strettamente legata alla materia che doveva poi sviluppare. Tanto che lo definì unico e vero maestro. E quando venne in Italia nel 1905 con la prima moglie, Beatrice O - Brien, figlia d Edward Dunnough O - Brien, quattordicesimo barone d Inchiquins, si fermò ad Alessandria per farla conoscere al professore. Dal matrimonio nacquero tre figlie, Lucia, che sopravisse soltanto alcune settimane, Degna e Gioia, e un figlio, Giulio. Divorziarono nel Proprio in quel periodo iniziò i primi rudimentali esperimenti sui parafulmini e sui primi apparecchi a sensibilità elettrica. Rientrato a Pontecchio, continuò le sue ricerche, anche basandosi sulle esperienze di Hertz di cui aveva letto alcuni articoli e dopo alcuni contatti con l illustre professor Augusto Righi, giunse nel 1895 all esperimento decisivo che provò la possibilità di trasmettere a distanza, per mezzo delle onde hertziane, segnali telegrafici senza ricorrere a fili di collegamento. Dopo quella prima scoperta seguirono numerosissime altre esperienze condotte per aumentare la sicurezza della navigazione; più in Inghilterra, dove si era trasferito e dove all epoca la sua scoperta fu capita e incoraggiata. Non dimentichiamo che allora la flotta commerciale inglese era la più potente del mondo e poteva giovarsi della nuova invenzione per accrescere la sicurezza. La prima grande utilità della nuova invenzione fu di mettere in contatto immediato le navi in mare con la terra ferma. Nel 1899 fece il primo collegamento radio attraverso la Manica dalla Francia all Inghilterra. Una delle applicazioni della scoperta di Marconi che più commosse il

8 mondo, fu il salvataggio delle navi in difficoltà. Il primo salvataggio fu di un piroscafo nella Manica il 3 marzo 1899, ma il più famoso resta quello dei passeggeri del Titanic, il transatlantico naufragato nell Atlantico il 15 aprile In 700 si salvarono grazie allo SOS lanciato dal telegrafo. Marconi giunse fra i primi per ricevere i superstiti, che in religiosa processione per le vie di New York, gli andarono a consegnare una gran targa d oro. Nel 1901, a soli 27 anni, riuscì a collegarsi telegraficamente da Poldhu nella punta estrema della Cornovaglia, con Terranova, nell America Settentrionale. Molte altre trasmissioni transoceaniche e transcontinentali furono effettuate negli anni successivi. Nel 1909 ottenne il premio Nobel per la fisica. In vita ricevette 16 lauree honoris causa, 25 onorificenze d alto rango, 12 cittadinanze onorarie. Appartenne a 32 prestigiose accademie ed associazioni scientifiche. Bologna ha dedicato all illustre concittadino una via nel centro della città e l aereoporto internazionale. Il Sodalizio Culturale Petroniano Fameja Bulgneisa lo annovera quale Presidente perpetuo. Nel 1914 fu nominato senatore a vita del Regno d Italia, nel giugno del 1915 si arruolò volontario nell Esercito italiano col grado di tenente di complemento del Genio dirigibilisti, per poi diventare ufficiale di vascello nel Fu nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 1927 e della Regia Accademia d Italia il 19 settembre 1930 e membro del Gran Consiglio fascista. Nel 1936 Marconi fu promosso contrammiraglio della riserva per meriti eccezionali. Nel 1938, Vittorio Emanuele III di Savoia decretò il giorno del 25 aprile, anniversario della nascita di Guglielmo Marconi, a tutti gli effetti, giorno di solennità civile. Nel 1924 Guglielmo Marconi riuscì a trasmettere per la prima volta la voce umana fra l Inghilterra e l Australia e nel 1930 il panfilo Elettra, ancorato nel porto di Genova, riuscì a trasmettere a Sidney in Australia a ben ventiduemila chilometri di distanza un segnale che provocò l accensione dell impianto d illuminazione del Municipio di quella città. Il 15 giugno 1927 sposò in seconde nozze la contessa Maria Cristina Bezzi Scali. La loro figlia fu chiamata Maria Elettra Elena Anna. Anche il panfilo che ospitò molte ricerche in varie parti del mondo si chiamava Elettra. 8 La BBC nel 1936, inaugurando il primo servizio di televisione regolare al mondo, dopo aver sperimentato alcuni sistemi di trasmissione, adottò definitivamente il sistema elettronico Marconi-EMI. Il mattino del 20 luglio 1937, dopo aver ricevuto l estrema unzione muore a Roma. Le sue spoglie sono custodite accanto a quelle della consorte Maria Cristina, a Sasso Marconi località Pontecchio presso Villa Griffone nel mausoleo a lui dedicato. Nella Villa esiste un interessantissimo museo ed è sede della Fondazione a lui dedicata. * Presidente Regionale

9 EVENTI Lettera delle Conferenze Episcopali Cattoliche nazionali ai Leaders dei Paesi del G8 On. Stephen Joseph Harper On. Taro Aso On. Nicolas Sarkozy On. Dmitry Anatolyevich Medvedev On. Angela Merkel On. Gordon Brown On. Silvio Berlusconi On Barack Obama Ai Capi di Stato e di Governo dei Paesi del G8, Gentili Presidenti, in questo tempo di crisi finanziaria ed economica globale, vi scriviamo a nome delle Conferenze Episcopali Cattoliche dei Paesi Membri del G8 per esortarvi a prendere provvedimenti condivisi, nel prossimo Vertice del G8 in Italia, finalizzati a proteggere i più poveri e assistere i Paesi in via di sviluppo. Come il nostro Santo Padre Benedetto XVI ha scritto nella lettera al Primo Ministro Gordon Brown alla vigilia del Vertice del G20 che lo stesso Primo Ministro ha ospitato: La crisi attuale ha sollevato lo spettro della cancellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto internazionale, specialmente per l Africa e per gli altri Paesi meno sviluppati. L aiuto allo sviluppo, comprese le condizioni commerciali e finanziarie favorevoli ai Paesi meno sviluppati e la remissione del debito estero dei Paesi più poveri e più indebitati, non è stata la causa della crisi e, per un motivo di giustizia fondamentale, non deve esserne la vittima. Nuova Enciclica per approfondire la Populorum Progressio Lunedì, 29 giugno 2009, festa solenne dei santi Pietro e Paolo, Benedetto XVI ha firmato la sua terza enciclica, la prima del suo Magistero sociale. Lo scorso 13 giugno, durante l udienza concessa ai soci e ai corsisti della Fondazione «Centesimus Annus», il Papa aveva sostenuto la necessità di ripensare i «paradigmi economico-finanziari dominanti negli ultimi anni». Secondo il pontefice, proprio «la crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo, mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni». Il pontefice, parlando di economia di 9 mercato, cita un passaggio decisivo della Centesímus annus del 1991, ritenendo che «la libertà nel settore dell economia deve inquadrarsi in un solido contesto giuridico che la metta al servizio della libertà umana integrale, una libertà responsabile il cui centro è etico e religioso». A questo punto del discorso, íl Papa ricorda ai presenti l imminente pubblicazione dell Enciclica dedicata all economia, al lavoro e allo sviluppo: la Caritas in veritate. L enciclica sociale sullo sviluppo che nelle intenzioni del Pontefice celebra ed aggiorna la Populorum progressio (1967) di Paolo VI. È stata proprio l enciclica di Paolo VI ad insistere, oltre che sull apprezzamento della cultura e della civiltà tecnica che contribuiscono alla liberazione dell uomo, anche sul dovere gravissimo, che incombe sulle Nazioni più sviluppate, di aiutare í Paesi in via di sviluppo.

10 Giuliana Calori Giovanni Maria Vianney, il Santo Curato d Ars Al termine dell Anno Paolino dedicato a studiare la figura dell Apostolo Paolo e ad approfondire i suoi insegnamenti a 2000 anni dalla sua nascita, Benedetto XVI ha indetto ora L Anno Sacerdotale, in occasione dei 150 anni dalla morte del Santo Curato d Ars, Giovanni Maria Vianney, avvenuta nel Per oltre 40 anni egli si era preso cura della piccola parrocchia di Ars, riuscendo a risvegliare una fede assopita attraverso una intensa attività apostolica, sostenuta da una profonda vita di preghiera, di penitenza e di digiuno. Giovanni Maria Vianney nasce a Dardilly l 8 maggio 1786 da Mathieu e da Marie Béluse, quarto di sei figli. La sua era una famiglia contadina di discrete condizioni economiche, con una solida tradizione cristiana, generosa nelle opere di carità. Fin da bambino fu educato alla continua preghiera, al timore dei peccati e a un dolcissimo amore verso la Vergine Madre di Dio. A 13 anni ricevette la sua Prima Comunione nella parrocchia di Ecully dove era parroco don Balley, sacerdote che poi lo aiuterà tantissimo nella preparazione al sacerdozio. Giovanni Maria all età di 17 anni riceve la Cresima dal Cardinale Fesch Arcivescovo di Lione e in quell occasione aggiunse al suo il nome di Battista; è allora che nasce in lui il desiderio di diventare sacerdote. C era però un ostacolo grave al suo ingresso in Seminario: gli mancava un minimo di istruzione. Certo della sua vocazione Giovanni Maria andò a Ecully nella primavera del 1811 da don Balley, al quale stava molto a cuore quel giovane. Grazie alla sua stima, al suo incoraggiamento e alle sue insistenze presso i superiori della diocesi, riuscì ad accedere agli ordini sacri, dopo aver affrontato dure prove. Inizialmente, infatti, venne rinviato dal Seminario maggiore perché ritenuto non idoneo agli studi necessari per l esercizio del sacro ufficio. Don Balley si prese tutte le responsabilità e dedicò tutto se stesso per farlo studiare. Dopo varie vicissitudini Giovanni Maria Vianney fu ordinato sacerdote il 13 agosto 1815 e subito fu inviato come coadiutore proprio ad Ecully da don 10 Balley. Vi rimase per circa due anni fino alla morte del suo protettore. Nel febbraio del 1818 fu mandato parroco ad Ars l ultimo villaggio della diocesi. Così scrive del Santo Curato il Papa Giovanni Paolo II: sulla strada del rientro a Roma dal Belgio, ebbi la fortuna di sostare ad Ars; era la fine di ottobre del 1947, la domenica di Cristo Re. Con grande commozione visitai la vecchia chiesetta dove San Giovanni Maria Vianney confessava, insegnava il catechismo e teneva le sue omelie. Fu per me un esperienza indimenticabile perché fin dagli anni del seminario ero rimasto colpito dalla figura del parroco di Ars, soprattutto dopo la lettura della sua biografia scritta da Mons. Trochu. San Giovanni Maria Vianney sorprende soprattutto perché in lui si rileva la potenza della grazia che agisce nella po vertà dei mezzi umani. Mi toccava nel profondo, in particolare, il suo eroico servizio confessionale: quell umile sacerdote che confessava più di 10 ore al giorno nutrendosi poco e dedicando al riposo appena alcune ore, era riuscito, in un difficile periodo storico, a suscitare una sorta di rivoluzione spirituale in Francia e non soltanto in Francia. Migliaia di persone passavano per Ars e si inginocchiavano al suo confessionale. Sullo sfondo della laicizzazione e dell anticlericalismo del XIX secolo, la sua testimonianza costituisce un evento davvero rivoluzionario. Scrive ancora Giovanni Paolo II:...Giovanni Maria Battista Vianney è morto ad Ars il 4 agosto 1859 dopo una quarantina d anni di estenuante dedizione; aveva 73 anni. Al suo arrivo Ars era un oscura borgata della diocesi di Lione, oggi di Belley. Alla fine della sua vita, vi si accorreva da tutta la Francia e la sua fama di santità, dopo la sua morte, attirò subito l attenzione della Chiesa universale. San Pio X lo beatificò nel 1905, Pio XI lo canonizzò nel 1925 e poi, nel 1929, lo dichiarò Patrono dei parroci di tutto il mondo. In questo Anno Sacerdotale preghiamo il Signore Gesù con le stesse parole che gli rivolgeva il Santo Curato: ti amo, o mio Dio, e il mio solo desiderio è di amarti fino all ultimo respiro della mia vita. Ti amo, o Dio infinitamente amabile, e preferisco morire amandoti piuttosto che vivere un solo istante senza amarti. Ti amo, Signore, e l unica grazia che ti chiedo è di amarti eternamente. Mio Dio, se la mia lingua non può dirti ad ogni istante che ti amo, voglio che il mio cuore te lo ripeta tante volte quante volte respiro. Ti amo, o mio Divino Salvatore, perché sei stato crocifisso per me e mi tieni quaggiù crocifisso con Te. Mio Dio, fammi la grazia di morire amandoti e sapendo che ti amo.

11 Don Pietro Magnanini Gita - Pellegrinaggio in Francia In qualità di Assistente Spirituale ho accompagnato un gruppo dell Unitalsi, composto di 44 persone, nella gita-pellegrinaggio in Francia dal 19 al 26 luglio E bene subito precisare che l espressione gita-pellegrinaggio è del tutto azzeccata in quanto il viaggio constava proprio di due parti: di un pellegrinaggio vero e proprio e di una parte riservata ai ricordi storici dell ultima guerra mondiale (sbarco degli Alleati in Normandia) e alle bellezze dei monumenti sacri e profani della dolce Francia. Prima meta del pellegrinaggio è stata il Santuario di Ars, la parrocchia del Santo Curato Jean Marie Vianney, al quale siamo giunti attorno alle cinque pomeridiane dello stesso 19 luglio. All altare dove riposa il corpo del Santo abbiamo celebrato la Santa Messa e abbiamo pregato in particolare per i Sacerdoti e le vocazioni sacerdotali (quest anno è appunto l anno sacerdotale indetto da Papa Benedetto XVI, durante il quale il curato d Ars verrà proclamato patrono di tutti i sacerdoti del mondo). Il giorno seguente abbiamo visitato il Santuario di Paray le Monial, dove Gesù, apparso a Santa Margherita Maria Alacoque, ha chiesto la devozione al suo Cuore Misericordioso, devozione che da qui si è diffusa in tutto il mondo. Nel Santuario abbiamo celebrato i divini misteri e pregato il Sacro Cuore di Gesù. Nel pomeriggio abbiamo raggiunto il convento di Nevers, dove è vissuta, dopo le apparizioni, ed è morta la veggente di Lourdes Bernadette Soubirous. Davanti alle sue sante spoglie mortali abbiamo elevato a Dio le nostre preghiere per i bisogni della Chiesa universale avvalorate dall intercessione di Santa Bernadette. Il giorno 21 siamo arrivati a Lisieux, città di Santa Teresa del Bambin Gesù; abbiamo celebrato l Eucarestia nella cripta della grande Basilica dedicata alla Santa. Ci siamo poi recati alla casa dove ella ha vissuto prima di entrare in convento e dove sono raccolti tanti suoi ricordi. Il convento delle Carmelitane l abbiamo invece visto soltanto dall esterno perché si era già fatto tardi: rimane pertanto un invito a ritornare ancora a Lisieux per completare la visita ai luoghi della Santa! Il gruppo si è sempre mostrato consapevole del valore di questi Santuari ed ha 11 partecipato compatto e puntuale alla Messa, alle meditazioni e alle preghiere in quei luoghi benedetti. Impossibile poi descrivere le emozioni colà provate! Credo che rimarranno ricordi indelebili per tutta la vita. Con Lisieux si chiude, possiamo dire, il pellegrinaggio ed inizia la seconda parte del nostro viaggio, quella turistica. Meravigliosa la Cattedrale di Rouen e l intera città, antica capitale del ducato di Normandia, fondata come insediamento romano sulla Senna ed oggi importante città portuale e industriale. Le sue case in ti-

12 pico stile normanno con la struttura in legno, completamente ricostruite dopo i duri bombardamenti subiti dalla città, sono davvero un gioiello architettonico meritevole di essere visitato con attenzione. Da Rouen siamo passati a Caen che conserva alcune magnifiche vestigia del suo passato. Fu questo il luogo scelto da Guglielmo il Conquistatore per costruirvi il suo castello nel XI secolo. La sosta per il pranzo è stata nella graziosa cittadina di Honfleur posta sulla Manica, delizioso porticciolo alla foce della Senna di fronte a Le Havre. A Caen abbiamo celebrato la Messa nella Abbazia degli Uomini retta dai Padri Francescani. Qui abbiamo pregato in particolare per tutti coloro che hanno perduto la vita durante le operazioni di sbarco a pochi chilometri dalla città. La mattina seguente abbiamo visitato questi luoghi dello sbarco, luoghi ancora pieni dei tristi ricordi della guerra e ci siamo recati all interno dei grandi cimiteri di guerra lì presenti (americano, inglese, polacco e tedesco) dove riposano i resti di migliaia di giovani soldati caduti negli aspri combattimenti di quei giorni. Oltremodo interessante è stata la visita a Bayeux del museo che custodisce il celebre arazzo lungo 70 metri, in realtà un ricamo su lino, che racconta l invasione normanna dell Inghilterra nel 1066 per mano di Guglielmo il Conquistatore; opera d arte unica e al tempo stesso uno straordinario documento storico. Consta di 58 pannelli dove 12 sono minuziosamente riprodotti momenti della vita medievale, sia quotidiana che militare. Il nostro viaggio è proseguito verso Mont Saint Michel preceduto da una sosta presso la cittadina di Saint Malo dove abbiamo celebrato la Messa alla Chiesa parrocchiale. Questa cittadina è chiamata città martire perchè durante la guerra fu totalmente distrutta dai bombardamenti alleati. A Mont Saint Michel la Messa è stata celebrata nella chiesa di San Pietro e siamo poi saliti al famoso monastero che si trova sulla cima del monte. Simbolo della Normandia ed oggi Patrimonio Mondiale, l abazia è stata meta di pellegrinaggio per centinaia d anni. Nell VIII secolo, questo era un semplice scoglio in mezzo al mare, poi nel 708, secondo la leggenda, Auberte, vescovo di Avranches, ebbe la visione dell Arcangelo Michele che gli ordinò di costruire un luogo di preghiera su quella roccia, accessibile solo con la bassa marea. Da allora, Mont Sain. Michel prosperò ininterrottamente fino a diventare uno dei principali luoghi di pellegrinaggio della Francia. Trascorsa la notte a Saint Malo siamo partiti per Bourges, passando per Nantes e, nella bella Cattedrale gotica di St. Etienne, divenuta Patrimonio dell Umanità nel 1993, abbiamo celebrato la Messa. Il giorno seguente siamo arrivati a Clermont Ferrand e da qui abbiamo intrapreso la via del ritorno in Italia passando per Chambery, storica capitale di quella che un tempo era la Savoia italiana e giungendo sani e salvi a Bologna, pienamente soddisfatti di questa bellissima ed interessantissima visita in territorio francese, della quale conserveremo tutti un ricordo piacevole ed il desiderio di ritornarvi per gustare ancora una volta le cose viste. Vedi servizio fotografico nelle pagine

13 Roberto Bevilacqua Madre Orsola Mezzini - Un nuovo Libro Nel 90 anniversario della morte Domenica 23 agosto u.s., nel Santuario di Campeggio di Monghidoro (BO), luogo che racchiude una fedele riproduzione della grotta di Lourdes divenuto ormai tradizionale meta di pellegrinaggio anche da parte degli amici della Sottosezione di Bologna si è tenuto un importante incontro per celebrare il 90 anniversario della morte di Madre Orsola Mezzini. Una nobile figura di donna, nata il 12 dicembre del 1853 nel borgo di Sumbilla di Campeggio e deceduta a Bologna il 23 marzo 1919, che dedicò la propria esistenza al prossimo, in particolare ai sordomuti, essendo stata tra le prime a seguire l opera intrapresa da Don Giuseppe Gualandi, fondatore della Piccola Missione per i Sordomuti. Dopo la concelebrazione eucaristica, presieduta dal Domenicano Padre Bernardo Boschi (nativo anch egli di Campeggio), la mattinata è proseguita con la presentazione del nuovo libro Il linguaggio e la forza dell amore. Scritto da Nicola Gori, redattore del quotidiano l Osservatore Romano ed autore di numerose pubblicazioni a carattere religioso; il volume traccia in modo divulgativo i connotati di questa serva di Dio che ricoprì ruoli fondamentali nella Fondazione Gualandi a favore dei sordi e per la quale, in virtù anche delle sue non comuni doti, sono in corso a Roma presso la congregazione per le cause dei Santi, i processi di beatificazione e canonizzazione. Una vera e propria tavola rotonda, aperta dal saluto del Presidente della Cooperativa Sociale di Campeggio, Remo Boschi (promotore dell evento) ed alla quale in successione sono intervenuti: il Sindaco di Monghidoro, Lorenzini; Madre Poli (da un anno Superiora delle Suore della Piccola Missione per i sordomuti); Madre Ferri (ex Superiora); Padre Boschi domenicano ed infine, Padre Di Blosio della Piccola Missione. Un interessantissimo momento illustrativo coordinato dalla ex giornalista RAI, Paola Rubbi. Un occasione di fraterno incontro, fra la comunità di Campeggio, le suore della Piccola Missione, i loro assistiti e quanti si trovavano a villeggiare in quel luogo. Conclusosi, ovviamente, con il pranzo sociale presso l ampia struttura degli Impianti Sportivi. 13

14 Valerio Valeri 12 settembre 2009: incontro con S.E. Mons. Moretti Mons. Mercati saluta la venuta di S.E. Mons. Luigi Moretti, nostro Assistente Ecclesiastico nazionale, per aver chiesto questo incontro che vuole rappresentare la visita del Pastore per trattare ed accogliere proposte fattive. Tra di esse non può mancare la formazione spirituale per avere nel cuore la persona di Cristo, figura che dobbiamo vedere nei nostri fratelli. Mons. Moretti porge il suo carissimo saluto e si dichiara contento di essere qui, a Bologna, per incontrare gli amici della Sezione Emiliano-Romagnola e, prosegue: per confrontare e condividere con voi la vita della nostra associazione, che vive nell esperienza di tante persone che dedicano vita ed entusiasmo. Farò considerazioni di esperienza parlando con chi condivide le responsabilità nell Unitalsi. Vorrei riflettere insieme ed interloquire su cosa significhi oggi vivere un esperienza associativa come la nostra. Diverso è portare una divisa dal portarla con delle responsabilità. Abbiamo riconsiderato il nostro modo di essere, le nostre esperienze e abbiamo riletto il patrimonio passato per renderlo attuale. Siamo diventati una Associazione pubblica di fedeli, cioè ecclesiale. La nostra realtà si radica dentro l esperienza della Chiesa. Chi entra nell Unitalsi, sceglie due volte: l essere cristiano e cercare aiuto per vivere meglio l esperienza della crescita nella vita cristiana con una carità che si manifesta nell attenzione ai più deboli. Si è istituita la Giornata dell Adesione per far sì che chi partecipa oggi deve dare un adesione esplicita e rinnovata ogni anno ed abbia il senso dell appartenenza alla vita associativa sapendo cosa si sceglie e ritrovandosi assieme agli altri per vivere una attenzione particolare alla vita di carità. 14 Tutto ciò deve far aiutare le persone a vivere questa esperienza vera. La responsabilità di garantire tutto ciò è di tutti coloro che hanno delle responsabilità, non solo di noi sacerdoti, l Unitalsi non è clericale ma laicale. L autenticità dell identità dell Associazione siete voi, non noi Assistenti di ogni livello. Il corso di formazione non è per complicarvi la vita, ma per darvi un minimo di strumenti e di possibilità per farvi vivere bene questa opportunità. Il compito di noi sacerdoti è molto più importante, dobbiamo aiutarvi a diventare quello che dovete essere. È questa la grande sfida che farà sì di rendere l Unitalsi credibile e utile. Non è semplice e non è facile, aiutiamoci ad essere tutto questo! Non dobbiamo essere perfetti, ma dobbiamo sapere dove andare, all interno del progetto che stiamo realizzando. La nostra esperienza associativa, ecclesiale, come tale ha il suo elemento decisivo nella comunione. (Gesù nel Cenacolo chiede agli Apostoli che siano una cosa sola). Dobbiamo pertanto essere unitari, seppur con le varie specificità regionali! Siamo quindi parte di un corpo unico; non esistono 20 Unitalsi, ma una sola! Non essere solo semplici esecutori passivi, ma far sì che diventi patrimonio di tutti. Dobbiamo aiutarci a far crescere la prospettiva sempre più adeguata alle aspettative della Chiesa, ma sempre dentro l Unitalsi. Non dobbiamo rappresentare un circolo chiuso; questo vale per tutti: Sottosezioni, Sezioni e Presidenza Nazionale! Una esperienza uguale per tutti, anche se con sensibilità diverse e senza sacrificare la creatività arrivando ad una esperienza di fraternità e condivisione del servizio. Il mio incontro con voi Unitalsiani è stato un dono di Dio e lo ringrazio per questa chiamata; dal di fuori, non conoscendovi prima, ho potuto cogliere tutte le esperienze ricche e straordinarie. All Unitalsi si può arrivare in tanti modi, ma chi è responsabile deve favorire il vivere dentro questa esperienza. Abbiamo un ruolo decisivo ed importante: dobbiamo riuscire a creare le condizioni per una forte spiritualità e curarne

15 molto il senso (senza di me non potete fare nulla, dice Gesù). Dobbiamo attingere a questa sorgente vera e crescere il livello di questa attenzione spirituale. Mons. Moretti, ha poi proseguito affermando che, pur essendo giuridicamente divenuti una Onlus, non dobbiamo però fermarci ad essere solo scuola di solidarietà. Non solidali, ma caritatevoli. Devo cercare e servire l altro perchè così servo Cristo, non perchè è cosa bella e buona. Se non amiamo più il Signore, faremo sicuramente cose belle, ma diverse! Aiutiamoci a scaldare il cuore dell Associazione, facendo in modo che tutti i responsabili si abituino a parlare di Gesù Cristo per condividere quello di bello che Gesù fa in noi. Gli altri strumenti della vita e della società sono necessari, ma noi dobbiamo avere un anima pastorale; guai a noi se la perdiamo e se non riusciamo ad andare oltre la solidarietà per vivere la carità: dobbiamo sempre vedere Cristo nel nostro prossimo! Ricordo un affermazione del Santo Padre: passare dalla collaborazione alla corresponsabilità; è questo il volto nuovo della Chiesa e dell Unitalsi: muoversi in una logica completamente diversa. Ecco allora che la formazione ci aiuta a conoscere per condividere questo cammino; non scaricate la Croce, ma prendetela! La Chiesa ci chiede di essere un esperienza che diventi testimonianza della Chiesa stessa, per renderne visibile e credibile il volto. Siamo chiamati a vivere una dimensione di missionarietà, cioè aiutare a far vivere agli altri l incontro con il Signore. Il pellegrinaggio è esperienza di Fede. Non dobbiamo mai snaturarci; dobbiamo mantenere il nostro senso di identità e specificità, ma all interno dell esperienza della Chiesa. Per far questo l unitalsiano deve incarnarsi nella realtà delle parrocchie, attuare un legame vero con il Vescovo e i parroci, far parte dei consigli pastorali e delle consulte per poter vivere un cammino di Chiesa comune. Il proporsi deve essere senza pretese, ma per mettersi a servizio; cerchiamo di essere anzitutto credibili, cioè servi che credono nel servizio: verità che si impone e non deve essere dimostrata. La gente si accorgerà così dell Unitalsi: se esprimiamo le nostre grandi possibilità! A questo punto, Mons. Moretti ha affrontato il problema dei giovani, dal momento che nel pomeriggio si sarebbe poi recato a Forlì per il loro incontro regionale, affermando che sta crescendo un movimento straordinario di giovani, che va aiutato a crescere! Dobbiamo essere, per loro, una scuola di vita ed aiutarli a capire che fanno parte di un unità più grande. Siracusa, con il convegno nazionale, è stata un esperienza magnifica. Il nostro compito è quello di creare e favorire la crescita di persone che dovranno poi assicurarsi le responsabilità all interno dell Associazione. Il limite dei due mandati per le cariche Sezionali e Sottosezionali è stato introdotto proprio per dare spazio a tutti; non arrocchiamoci su noi stessi! È importante guardare avanti con fiducia: siamo Unitalsi oggi, nel nostro tempo! Non dobbiamo pensare sempre al passato, ma nemmeno fare fughe in avanti. Amiamo l oggi che viviamo. Parlate sì delle questioni tecniche, ma anche di quello che siamo per essere credibili a tutti i livelli, con un organizzazione trasparente. Mons. Moretti ha concluso il suo intervento ricordando le parole di Gesù: A chi è stato dato di più, sarà chiesto di più. Abbiamo una grande opportunità, ma anche una grande responsabilità! Il tempo è tiranno ed essendo in programma la celebrazione della Santa Messa in Santuario, rimane poco 15 spazio per eventuali domande o repliche. Il Consigliere regionale aggiunto Belosi si lamenta degli Assistenti che dovrebbero fare formazione ai responsabili delle proprie Sottosezioni per renderli in grado di rispondere anche ai quesiti posti dai malati e dai disabili, ai quali non si riesce sempre a dare una risposta pronta ed esauriente. Mons. Moretti risponde che gli Assistenti non devono far mancare quello di cui si ha diritto e che devono aiutare anche loro in questa crescita. È pertanto necessario sollecitare e stimolare gli Assistenti di Sottosezione ad occuparsene meglio. Don Baldazzi, Assistente della Sottosezione di Cesena, ringrazia per il richiamo fatto agli Assistenti ed afferma quanto sia faticoso, all interno dell Unitalsi e della Chiesa, rendere evidente il discorso di Cristo nella morale familiare e sacramentale. Gli risponde Mons. Moretti che si appartiene alla Chiesa per il battesimo; ci si deve sforzare ad aiutare le persone che vivono queste difficoltà a farle sentire Chiesa e non abbandonarle. Non è giusto ridurre il problema semplicemente al discorso di consentire o meno la comunione con l ostia consacrata. È una banalizzazione del problema e ricorda che chi si accosta all ostia in maniera indegna, è condannato. Il compito, anche dell unitalsiano, è quello di non sbattere la porta in faccia a nessuno e di aiutare a trovare il senso della verità con cui ci si rapporta a Dio che è il Dio della misericordia. Il Signore dice: non giudicate! l Unitalsi non deve essere una strada chiusa per nessuno. Riprende la parola Mons. Mercati ringraziando Mons. Moretti per il suo discorso e nel ringraziare i convenuti, ricorda loro di far tesoro delle parole ascoltate.

16 Bruno Bulgarini Una nottata... particolare Ore dormo. Improvvisamente si spalanca la porta della camera... una poliziotta, affacciandosi, urla le feu le feu vite vite! (il fuoco il fuoco in fretta... fretta!). Ci precipitiamo fuori dall albergo, scendendo velocemente le scale, con le urla della polizia e dei pompieri che ci sollecitano non capisco perché ma per un attimo mi viene in mente la figura del cane mentre raduna le pecore del gregge. Siamo in mezzo alla strada, all incrocio fra Boulevard de la Grotte e Place Jeanne D Arc. I pompieri stanno stendendo le manichette e cominciano a dirigere i getti verso la cucina dell albergo a fianco al nostro. E un andirivieni frenetico... gli ordini secchi, concisi, di tipo militaresco si susseguono, si accavallano... ma le operazioni procedono speditamente e si fanno, ovviamente, più tranquille quando i tecnici del gas riescono a chiudere le valvole di immissione del gas stesso verso gli alberghi. Mi guardo; sono in boxer,.. a piedi nudi e a torso nudo! Mi vergogno. Per fortuna un anima buona mi presta una giacca della tuta. Non capisco... c è chi è completamente vestito con la valigia in mano e chi, come il sottoscritto, sarebbe più idoneo per un soggiorno a Biarritz che per un pellegrinaggio a Lourdes. Nell attesa che le operazioni si concludano... ascolto i commenti! Si parla di tutto e di più... abbiamo trovato alcune sedie di un bar, ovviamente chiuso, e ci godiamo lo spettacolo in prima fila. C e chi ha scambiato l allarme antincendio collocato sulle scale per la suoneria della sveglia e racconta di averla maltrattata perché non riusciva a fermare il suono! Un altro racconta di aver maledetto il compagno di stanza per questa sveglia così antelucana pensando possibile che per andare alla Messa del personale alle 6.15 si debba alzare così presto? Una signora, accomodata come noi su di una sedia, non vuole perdere tempo e, nonostante il trambusto, il vociare, le luci lampeggianti, l andirivieni dei pompieri dorme! 16 Alle 4.15 un negoziante, venuto a cuocere i croissants, mosso a compassione del mio stato, mi si avvicina ed, in silenzio, mi offre un paio di ciabatte! Vi voglio bene Francesi anche se ci avete preso a testate ai mondiali del 2006! (ma ai rigori abbiamo vinto noi!). Un insegnante mi confida di non aver mai pensato ad una vera emergenza... anzi l allarme che suonava era sicuramente per avvisarci di una prova di evacuazione programmata, come si fa nelle scuole, perché anche l Unitalsi dovrà ottemperare a queste norme di sicurezza! Poi mi confessa di aver avuto qualche dubbio se era una prova di evacuazione era proprio necessaria programmarla per la prima notte del pellegrinaggio? Alle 4 e 30 è tutto finito! I pellegrini dell hotel La Coupole rientrano per recuperare i propri bagagli purtroppo dovranno cambiare albergo, il loro è inagibile! Alle 5.03 un fragoroso, spontaneo applauso saluta l autorizzazione a rientrare nelle nostre camere. In fondo è andata bene ringraziando il Signore abbiamo solo avuto una nottata particolare!

17 LA PAGINA DEI GIOVANI In pellegrinaggio a Loreto con il Treno della Grazia Testimonianza di una bambina A Loreto io e mia sorella Diletta abbiamo fatto un esperienza molto bella e importante. Avevamo il cuore pieno di gioia e di felicità. Siamo state fortunate ad andare a Loreto perché abbiamo conosciuto dei nuovi amici, anche diversi da noi perché disabili. Quando eravamo insieme a loro facevamo in modo che fossero felici come noi. Tutti noi bambini eravamo divisi in sedici squadre ed io ero nella squadra gialla. Insieme con gli educatori facevamo tanti giochi divertenti. Un giorno siamo andati al mare dove abbiamo giocato, cantato e fatto il bagno. Io non lo volevo fare perché avevo freddo. Tutte le sere c era uno spettacolo bellissimo che s intitolava A tutta pinna. Era la storia di un pesce che voleva essere diverso dagli altri; per questo comincia a dire delle bugie. Il capo dei pesci, però, gli fa capire che bisogna sempre dire la verità e fidarsi di se stessi perché gli altri ci vogliono bene per quello che ognuno è veramente. Una sera c è stata la fiaccolata con la statua della Madonna di Loreto. È stato molto emozionante vedere tante luci brillare nel buio. Domenica per salutarci c è stata una grande festa in piazza. Ognuno ha ricevuto un palloncino e poi al via tutti l abbiamo lasciato andare. Il cielo pieno di palloncini colorati era bellissimo. È stato bello anche giocare con i coriandoli lanciati dai cannoni. È stata proprio una festa stupenda. Quando siamo tornati a Forlì, mi sono accorta di quanto si stava bene a Loreto. Avrei voluto rimanerci ancora qualche giorno ma era impossibile. Spero di ritornarci di nuovo l anno prossimo insieme ai miei genitori, alle maestre e ai miei compagni. (Elettra, 9 anni, di Forl)ì 17 Paola: una mamma di Forlì Loreto ha scritto una pagina profonda nel diario della nostra vita per le emozioni che ha scatenato in noi, per quelle sensazioni di amore profondo e gratuito verso il prossimo, per il valore e la considerazione della vita in sé, per la condivisione di gioia e dolore nel contempo, per le nostre sofferenze e quelle di chi ci sedeva accanto che sembravano diluirsi come per magia. Grande lo stupore per l aria respirata, un aria avvolta da un manto che sapeva di divino e rendeva la commozione a volte inspiegabile. Nel nostro essere piccoli uomini e donne immersi in una quotidianità quasi robotica si è fatta breccia una semplicità pura che ci ha reso diversi, proprio come quei nostri compagni di viaggio capaci di assaporare il senso e la qualità dell esistenza più vera. Il lancio dei palloncini ha fatto da ponte con coloro che non sono più e gli spari dei coriandoli ci hanno riportato sulla strada di casa più fiduciosi della forza dell amore e del nostro essere nel vero e più ampio senso della parola. Grazie Loreto!!! Un Pediatra: Marco Pelagalli E come già più volte successo, mi trovo a ringraziare la cara amica Ivonne Cicognani per avermi prima buttato lì sulla scrivania come se niente fosse il programma del Treno della Grazia 2009 e successivamente caldeggiato la mia presenza all iniziativa che sarebbe, senza il suo interessamento, sicuramente passata inosservata. L iniziale titubanza a partire, infatti, è stata abbondantemen-

18 te ricompensata dal ricco bottino di Grazia, appunto, che mi è stato donato a Loreto! Per fare un po di cronaca, l esperienza ha avuto inizio giovedì 18 giugno quando il treno è partito da Parma accogliendo in molte stazioni dell Emilia-Romagna centinaia di bambini con le loro famiglie, operatori dell Unitalsi, ragazzi di ACR, tutti accomunati dalla voglia di incontrare Maria nella sua splendida casa di Loreto, giocando, pregando e crescendo insieme nella fede. All arrivo l accoglienza riservataci dall Arcivescovo di Loreto, Mons. Giovanni Tonucci, personaggio assolutamente fuori dal comune per spessore di fede e capacità di trasmetterla con estremo coinvolgimento proprio a tutti, dai bambini ai più anziani, è stata a dir poco entusiasmante: Mons. Giovanni ha, infatti, spostato tutta una serie di appuntamenti per poter essere con noi ad inaugurare l iniziativa aprendoci il Santuario della Santa Casa e presiedendo la cerimonia di benvenuto. E anche nei giorni successivi non ci ha fatto mancare la gioia della sua presenza in molte occasioni. Venerdì 19, dopo la liturgia penitenziale e l incontro parallelo per i genitori ed i ragazzi, la giornata si è svolta sul lungomare di Porto Recanati con una serie di divertenti giochi in spiaggia che hanno coinvolto proprio tutti. Al ritorno, fiaccolata e recita del rosario dal Belvedere al Santuario. Sabato 20 si è svolto in modo più classico con la S. Messa in Cripta, giochi ed attività in piazza a Loreto e domenica il tutto si è concluso con la S. Messa presieduta dall arcivescovo Mons. Tonucci che, come calorosamente ci aveva accolto, in modo altrettanto paterno ci ha congedati dandoci appuntamento al prossimo anno. Dal punto di vista personale, è 18 stata veramente un esperienza indimenticabile che mi ha coinvolto sui tre aspetti umani che mi vedevano partecipe a Loreto: come Pediatra, in quanto insieme ad altri magnifici professionisti, abbiamo cercato di gestire al meglio l infermeria locale per dare risposta agli eventuali bisogni sanitari di bambini e adulti (e, ringraziando nostro Signore, devo dire che l impegno da questo punto di vista è stato veramente modesto, non avendo dovuto far fronte a nessuna problematica seria). Come educatore, perché sia la particolarità di svolgere tutte le attività nella splendida piazza di Loreto, quindi a portata di vista, sia il fatto di essere quattro medici in infermeria oltre a due infermiere, mi ha permesso di seguire molte delle attività proposte per i ragazzi, sempre arricchenti e stimolanti anche per noi adulti. Come fedele, in quanto le numerose proposte di preghiera e di crescita spirituale vissute in un luogo talmente impregnato di devozione come la Santa Casa di Loreto non possono che riportarti a casa con un bagaglio stracolmo del calore della bella gente incontrata, di umanità e di buoni propositi da cercare di mettere in pratica durante un intero anno, affinché la ricchezza di eventi così belli ci mantenga operosi nel servizio ai fratelli fino al prossimo Treno della Grazia Suor Rosetta alleluia... alleluia... Grande festa, nel giorno della partenza del Treno della Grazia! Tutti insieme andiamo a Loreto, andiamo nella Casa dove è vissuta Maria, con Gesù e Giuseppe, là Maria ci attende. Sul treno, durante il viaggio, come ogni volta, si crea un clima di festa e ognuno sente nel cuore la voglia di vivere il pellegrinaggio nella gioia, insieme, cercando e trovando il coraggio di fare un gesto d amore anche verso chi è in maggiore difficoltà nel partecipare, nel condividere. Bimbi e ragazzi sani, e tanti, tanti bimbi disabili. E poi famiglie con i loro bimbi. Sono splendidi i giovani che organizzano gli incontri. Si crea un clima di comunione, di fede e di gioia, mentre nasce l amicizia fra i gruppi, in un cammino di condivisione, di preghiera, gioco e canti. Pure il Reparto Bimbi dell Opera di S. Teresa del Bambino Gesù di Ravenna è presente a condividere.

19 PELLEGRINAGGIO L Unitalsi, anche quest anno, organizza con il treno in occasione dell Immacolata il PELLEGRINAGGIO A LOURDES dal 5 al 10 dicembre 2009 La peculiarità, come sempre, consiste nell andare insieme sacerdoti, pellegrini sani e malati, personale di assistenza, all incontro con la Madonna. Un pellegrinaggio rappresenta sempre per chi lo compie un momento importante nella vita. per informazioni rivolgersi presso la propria Sottosezione 19

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