J ACCUSE! Di Alberto Beccari. I LAICI E LA FINE DELL EUROPA. (Una scia di sangue da Robespierre al Femminismo.)

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1 1 A VITTORIO - Lungo la broda del bollor vermiglio Ove i bolliti facean alte strida. Io vidi gente sotto infino al ciglio; E il gra Centauro disse: - Ei son tiranni Che dier nel sangue e nell aver di piglio. Quivi si piangon gli spietati dann... -i Dante. J ACCUSE! Di Alberto Beccari I LAICI E LA FINE DELL EUROPA. (Una scia di sangue da Robespierre al Femminismo.)

2 2 ALLONS ENFANTS DE LA PATRIE. (Andiamo figli della patria.) Innanzi tutto, vorrei dire che quando si scrive di storia non si è responsabili degli avvenimenti che si narrano. Mettiamo che uno storico veda un bambino cadere dalla finestra di un piano alto; se è uno storico che ama la verità, si limiterà a costatare il fatto ed a cercare i motivi che hanno determinato quel triste avvenimento e le gravi conseguenze: spiegherà che a causarlo furono la forza di gravità ed il bambino stesso che, evidentemente, si era sporto troppo dal davanzale e di lì la caduta e la morte. Se invece è uno storico nazista, accetterà la causa relativa all attrazione terrestre e le gravi conseguenze, ma affermerà che il bambino aveva i capelli neri ed essendo, quindi, di una razza inferiore, si era sporto per la mancanza di raziocinio; un bambino biondo non l avrebbe mai fatto. Io faccio parte di coloro che amano la storia; così come nessuno storico è colpevole della morte di Cesare, certamente non è per mia colpa che Robespierre fu un tiranno sanguinario: mi limito a narrare i fatti ed a cercare i motivi per i quali quest ultimo ha potuto agire ed ha agito in quel modo e cosa ne è derivato. Intendo, però, sbugiardare chi guarda la Rivoluzione Francese ed il Laicismo con quel tipo di lenti che variano di colore al cambiare della luce, assumendo sempre l intensità che serve alla sua ideologia, come, appunto farebbe un nazista. Ne dice Tre sono i motivi che mi hanno spinto a scrivere questo breve saggio: il primo per testimoniare che non faccio parte di quegli sciocchi i quali non si rendono conto della gravità del momento storico per l Europa, il secondo per dire ai giovani di non credere alle falsità che s insegnano nelle scuole ed attraverso i mas media, il terzo, soprattutto, perché seguo spesso i dibattiti televisivi e mi sono seccato. In quelle trasmissioni politiche e pseudoculturali, sento enunciare, quali bibliche verità, delle sciocchezze incredibili. Questo avviene, perché noi viviamo in un periodo nel quale ogni discussione significa solo un inutile contendere secondo luoghi comuni, ormai codificati ed assolutamente falsi, spesso, addirittura, ridicoli: la vecchiaia non esiste più (anche morendo a duecento anni si muore anziani, magari rimbambiti e rattrappiti, ma mai vecchi), gli omosessuali e le donne sono particolarmente intelligenti, i bambini vanno protetti (poi non li si lascia nascere, o li si uccide appena nati). Il tutto è, quindi, avulso dalla realtà, perché filtrato da ideologie e, spesso, condizionato dalla volontà di farlo coincidere con i propri desideri. Ciò è di gran nocumento: distorce la realtà, ingannando l opinione pubblica più sprovveduta e portando, di conseguenza, gli uomini (elettori) ad una visione errata dei fatti. Avviene così che il ventesimo secolo è considerato un periodo storico di grande civiltà, vissuto da uomini veramente evoluti (con che faccia di bronzo ce lo predicano di continuo), dimenticando i milioni di morti causati dalle ideologie e dalle guerre. E come ignorare l ecatombe di bambini del terzo mondo, quale mai s era vista, nemmeno nei periodi più neri dello sfruttamento coloniale? L occidente, infatti, oggi vive ed arricchisce sulla pelle di quei popoli. Si tratta di una drammatica realtà della quale, salvo i religiosi e qualche raro gruppo d uomini di buona volontà, i civili cittadini europei se ne infischiano. Come sono lontani i tempi nei quali il poeta gallo Namaziano, parlando di Roma, poteva affermare: bellissima regina del mondo interamente tuo Hai fatto di genti diverse una sola patria Dobbiamo dire, dunque, con sollievo che l Europa malvagia è giunta al capolinea? Di questo intendo parlare in modo chiaro, semplice e breve, soprattutto per non annoiare, affinché si comprenda il tragico inganno nel quale veniamo tenuti da un informazione drogata. Dai dibattiti televisivi si evidenzia che la quasi totalità di chi partecipa è ignorante in storia, e, fra questi, soprattutto i Laici; essi, infatti, si dividono, per la maggior parte, in due ordini di pensiero, i primi sono convinti che la civiltà abbia avuto inizio con la Rivoluzione Francese, gli altri con Carlo Marx: sanno tutto del dopo, del prima nulla. Poi vi sono gli altri, piuttosto rari, in verità, che sanno, ma fingono, chi per stoltezza chi per interesse; tutti, però, sostengono, che la storia è maestra di vita (e spesso hanno l impudicizia di citarla a vanvera), ma non ne tengono conto. La storia, come l economia, ha delle leggi fisse e precise, al di fuori delle quali esiste solo il disastro; ad esempio il motto latino: -Se vuoi la pace prepara la guerra - costituisce una delle sue regole più feroci, come hanno dimostrato anche recentemente, prima della caduta del muro di Berlino, i rapporti tra USA ed URSS, con la pace del terrore.

3 3 Poiché gli uomini non vogliono tener conto di queste leggi, essi, di fronte agli avvenimenti del loro tempo, si comportano sempre allo stesso modo, ripetendo, con monotonia, i medesimi errori. Goethe afferma che chi non conosce la storia antica, non capisce nulla di quel che vive. Noi ne abbiamo oggi un esempio clamoroso. Prendiamo, infatti, in considerazione le cause della caduta dell Impero Romano: un impero che sembrava essere eterno ed indistruttibile (molti, alla notizia del sacco di Roma da parte dei barbari, pensarono che fosse giunta la fine del mondo) In un estremo tentativo di salvare il salvabile, l imperatore Diocleziano condusse a termine la riforma dello stato: il suo fu un esperimento socialista con relativa pianificazione dell economia ed aumento della burocrazia. Ma a nulla servì la sua fatica. Già molte fattorie erano state abbandonate e i lavori dei campi, i più umili e faticosi, i Romani li avevano lasciati ai barbari Germani, accolti a braccia aperte entro i confini dell impero, con un ottusità pari alla nostra verso i Mussulmani. Dice Durant, nella Storia della Civiltà, che i barbari erano moralmente più sani del ceppo indigeno e si riproducevano rapidamente, ma, purtroppo, non erano in grado di assorbire la superiore civiltà latina e, quindi, tendevano ad introdurre i loro usi e costumi, divenendo sempre più prepotenti. Ben presto, essi stessi presero in mano la difesa dello stato, senza riuscire, però, ad interrompere l arrivo di nuovi barbari che diverrà travolgente e porterà al crollo dell impero. La presa di potere di questi ultimi, in effetti, sarà solo un dare visibilità ad uno stato di fatto. Dice Montanelli, nella Storia di Roma, a proposito del crollo della città e del suo impero: -Il Cristianesimo non distrusse nulla. Si limitò a seppellire un cadavere: quello di una religione in cui ormai non credeva più nessuno ed a riempire il vuoto che essa lasciava. Una religione conta non in quanto costruisce dei templi, ma in quanto fornisce una regola morale di condotta. Il paganesimo questa regola l aveva fornita. - - Ma anche la crisi militare non era che il risultato di una più complessa decadenza, innanzi tutto, biologica. Essa era cominciata nelle classi alte di Roma con l allentamento dei vincoli familiari e il diffondersi delle pratiche malthusianesime ed abortive. - I figli non accettavano più l autorità paterna, era aumentata la prostituzione e, soprattutto l omosessualità in una civiltà che non l aveva mai accettata tra adulti, contrariamente a quanto dicono, oggi, i gay. Catullo esalta i baci del fanciullo Giovenzio, 48 Se gli occhi tuoi melati, mio Giovenzio, Baciare li potessi a volontà, Li bacerei trecentomila volte ma chiama schifosi finocchi Cesare e Mamurra (affarista che seguiva il condottiero nelle sue campagne militari): 57 Che bella intesa di finocchi sconci: Son Cesare e Mamurra il bagascione Non per nulla, i contemporanei considerarono pazzo Nerone, per aver sposato un certo Sporo, dopo averlo fatto castrare, perché i Romani, non cristiani, ma gente seria, pensavano che il matrimonio, tra gli altri scopi, avesse anche quello di fare figli, difficile da realizzare tra omosessuali. Alla luce di questi fatti, risulta chiaramente che, nella Roma antica, l omosessualità era pura e semplice pedofilia; non è prudente richiamarla a giustificazione di certe proprie consuetudini(1) Cosa abbiamo a monte di questa crisi finale dell Impero Romano? Tutti i guai erano seguiti all emancipazione femminile. Essa inizia sempre con lo scopo di portare la donna a pari dignità con l uomo, ma sempre si esaurisce nella libertà sessuale. Chiedete ai giovani maschietti del sessantotto, quante delusioni portò loro la battaglia per l emancipazione femminile! Per lo stesso motivo erano in piena decadenza anche gli Etruschi nel sesto e settimo secolo avanti Cristo, tanto che e per i Romani della repubblica donna etrusca era sinonimo di puttana. Ed anche i Greci descrivevano i costumi di questo popolo come molto rilassati, tanto che, dopo le cene conviviali, raccontano, spesso uomini e donne si accoppiavano anche in pubblico. Questa è storia, ma, al fine di non essere considerato un maschilista, tirerò in ballo di nuovo Montanelli, fiore all occhiello dei Laici, non certamente cattolico,uomo del medio evo.

4 4 Nella Storia dei Greci, parlando delle cause relative alla decadenza di quel popolo, egli mette in primo piano la denatalità, colpa delle donne quasi completamente affrancate. Esse partecipavano attivamente alla vita pubblica e culturale. Platone le aveva ammesse alla sua università. Naturalmente, per far fronte a questi nuovi compiti, la donna, doveva abbandonare quello della maternità. L aborto era punito soltanto se fatto contro la volontà del marito. Ma, dice argutamente Montanelli: -Le volontà dei mariti sono sempre quelle delle mogli. - L omosessualità dilagava: - Essa era stata praticata anche nei tempi eroici, ma ora era diventata corrente in tutti i ceti. - Ma torniamo a Roma. Dice Giovenale che la donna romana, anche la più seria, contraeva almeno cinquanta matrimoni, usando il divorzio come un mezzo per far denaro. Forse il numero è esagerato, ma non avrete mai visto, oggigiorno, una moglie abbandonare un notaio per un contadino; il caso contrario, nonostante questi professionisti siano pochi, è sicuramente più frequente. Pur essendo la situazione descritta da Giovenale, vista con gli occhi della caricatura, resta il fatto che all epoca di Settimio Severo, l imperatore stesso inviterà le donne a finanziare i traffici marittimi dell impero, perché, proprio loro, possedevano i maggiori capitali. Ma per non citare solo Montanelli, annoterò, di nuovo, alcune osservazioni del grande storico americano Will Durant. Nella sua Storia della civiltà egli afferma: - Le cause essenziali del declino di Roma consistettero nel suo popolo, nel suo costume morale, nella lotta di classe, nella decadenza del commercio, nel dispotismo burocratico, nella tassazione opprimente, nelle guerre logoranti. - - Tra i fattori più importanti e decisivi di questo declino vi furono quelli biologici. - - Gli eccessi sessuali d altronde, avevano ridotto l attitudine a procreare; lo stesso effetto avevano avuto l evitare o differire il matrimonio... - le perdite dovute alla guerra ed alla rivoluzione pratiche anticoncezionali, l aborto e l infanticidio ebbero un effetto quantitativo.ancora più: un serio declino demografico si fa sentire sotto Adriano (lo si è voluto mettere in dubbio, ma la massa di barbari importata nell impero da Aurelio, Valentiniano, Aureliano, Probo e Costantino non lasciano posto alle confutazioni)... Non vi pare che sin ora abbiamo parlato dell Europa contemporanea? La Chiesa vide questa decadenza morale e cercò di rimediarvi con rigide regole restrittive, in campo sessuale, che furono alla base dell Europa rinata e della sua splendida civiltà. Anche in questo momento, come evidenzia Montanelli, la Chiesa sta conducendo avanti, con coraggio, la sua battaglia di retroguardia per salvare, come allora, il salvabile. Per pura curiosità aneddotica ricordiamo che, anche allora, altri avevano idee diverse relativamente alla dura realtà; Cipriano, verso il 230, rispondendo all accusa che i cristiani fossero la causa delle disgrazie dell impero, attribuiva queste ad avvenimenti naturali: - Voi dovete sapere che il mondo è diventato vecchio e non ha più il suo antico vigore. Esso porta i segni del suo declino. La pioggia e il calore del sole sono in diminuzione, i metalli sono quasi esauriti, e l agricoltura sta scomparendo dai campi. - Vuoi vedere che Pecoraro Scanio è una reincarnazione di quell antico romano? Voi osserverete che, se fossimo veramente verso la fine, qualcuno dei soloni che ci governano se ne sarebbe sicuramente accorto, ma non ci sono mai esistiti soloni che abbiano governato un tramonto. Ad Impero Romano praticamente morto, il poeta Claudiano minacciava i barbari: - Apprendete genti violente che Roma non vi teme - E Namaziano, nonostante i Visigoti di Alarico avessero già saccheggiato Roma, nel suo poema Il Ritorno, la considera ancora il centro del mondo. Purtroppo un popolo di smidollati, quali erano ormai gli antichi romani, poteva produrre solamente una classe dirigente ottusa, legata soprattutto al proprio egoismo. Noi oggi vi troviamo allo stesso punto, con analoghi cervelloni, e stiamo assistendo, anche noi, all inizio della fine (2). Ormai siamo la propaggine occidentale della terza Roma: l Impero Americano; siamo la Gallia di quello stato ed i barbari premono da oriente. Continua, così, la lunga lotta tra due civiltà, (nulla ha a che vedere con le guerre di religione) una che considera al centro della storia l uomo, l altra che non lo tiene in alcun conto. Due chiari esempi: Gengis Khan, trovando davanti al suo esercito un vallone incassato che gli impediva di proseguire, lo colmò lanciando alla carica la cavalleria e gli ultimi passarono sui primi,

5 5 Nell Islam il diritto va inteso come diritto della comunità (ummah), non della persona. L Islam non conosce la persona, ma l individuo (fartd) che è parte integrante della comunità e ne dipende. Se l abbandona per ateismo o conversione, perde tutti i diritti ed è passibile di morte. Stato e fede son dunque una cosa sola. (Che differenza col: - Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio. -) Mi sembrano esempi calzanti. La guerra, tra le due civiltà, è iniziata tra Greci e Persiani, poi è continuata tra Romani e Parti, Europei (Franchi e Spagnoli) e Arabi, Europei) e Turchi (Crociate (3), Veneziani e Turchi e tra questi ultimi e l Impero Austriaco. Essa è stata combattuta dall occidente con grandi ideali. I Romani si battevano sostenendo che gli dei avevano dato a Roma il compito di rendere civile il mondo, gli Spagnoli per portare a tutti il messaggio cristiano della salvezza ed ora gli Americani per la democrazia (4). Quando vengono meno questi ideali ogni civiltà finisce, come oggi è finita la nostra, con la caduta, in Europa, della fede nel nostro Dio. Naturalmente i fenomeni dei quali abbiamo parlato, non sorgono all improvviso. Se ripensiamo al protestantesimo vediamo come l idea della predestinazione, col tempo, si sia andata trasformando, nella mente del popolo, in qualcosa che deve riguardare anche il presente; se uno è predestinato alla salvezza, deve essere prediletto da Dio sin dalla nascita: la ricchezza non è più un arma del demonio, ma un segno della benedizione divina. Col protestantesimo nasce lo sviluppo della borghesia che fa del denaro lo scopo della vita e che porterà a fare dell ottocento e del novecento i secoli più barbari della nostra civiltà, pieni di malattie guerre e rivoluzioni. Nel concetto popolare della predestinazione, come vedremo, si cela l alibi per lo sfruttamento più vergognoso, un tempo degli operai ed oggi, con somma impudenza, degli esseri del terzo mondo (sono uomini? guardando la televisione sembra che preferiamo fare del pietismo sui cani.) Ma anche la sacralità della vita come bene di Dio è andata trasformandosi, nella considerazione popolare, in un bene supremo al quale tutto sacrificare: morale, decoro, ideali; si può raggiungere ogni bassezza pur di evitare la morte. Queste sono solamente concause; il colpo di grazia all Europa, lo darà la Rivoluzione Francese col suo Laicismo ed è questo che intendo dimostrare nel mio breve saggio. Comincerò affermando che le idee più diffuse su tale avvenimento storico non corrispondono alla realtà. Ciò è dovuto anche alla posizione del governo Francese (i nostri cugini d oltralpe sono maestri nel saper vendere la loro merce); ma soprattutto alla parzialità dei suoi partigiani e ad uno strano complesso d inferiorità degli avversari. Per i nostri contemporanei, la Rivoluzione Francese è stata un avvenimento che ha liberato gli uomini dalla tirannia; tale è l interpretazione liberale, quella socialista e quella comunista. Ma questo è un falso clamoroso dato da un aggiustamento della storia ad usum delfini ed ottenuto tramite una censura dispotica che ha impedito, nelle scuole statali, la conoscenza della verità. Pare che solo i Laici abbiano in tasca il vangelo della storia. Per fortuna ora le cose stanno cambiando, ma gli studenti europei sono ancora tenuti all oscuro di questa novità. Vogliamo allora vedere, perché l Illuminismo e i successivi drammatici avvenimenti sono stati la causa prima del crollo europeo? Intendo dimostrare che con la Rivoluzione Francese nascono: 1) nazionalismo ed eserciti di popolo 2) genocidio 3) egoismo come metodo di vita 4) antisemitismo ed il concetto di una colpa contestuale alla nascita. 5) ideologia 6) esosità impositiva. 7) e, soprattutto, la scristianizzazzione (scattolicizzazione in modo particolare). Con questo non intendo dire che in quel tempo nulla si è fatto di valido, basta pensare al codice napoleonico; anche il Fascismo ha fondato città (Sabaudia è un capolavoro), create l INPS ed altre assistenze bellissime, ma resta la dura realtà di un Mussolini che ha portato l Italia al disastro della sconfitta. Come ho già detto, un popolo di rammolliti decadenti genererà sempre una classe di nani politici. Con la più opaca cecità, i nostri governanti stavano conducendo l Europa alla rovina, quando la distruzione delle due torri americane ha svegliato la classe dirigente degli Stati Uniti e l ha resa cosciente della sua

6 6 responsabilità. L Europa, ormai ridotta allo stato di colonia (salvo qualche piccolo gallo dagli speroni spuntati e col complesso di Napoleone che s illude di non saperlo), è stata costretta a seguirli. Speriamo che il popolo degli Stati Uniti si renda conto che, anche al suo interno, si notano i primi sintomi della decadenza e sappia eliminarli. Sarà difficile, perché la storia insegna che indietro non si torna, ma è altrettanto vero che mai si sono avute conoscenze così precise dei precedenti come quelle che possiamo avere al giorno d oggi. NOTE (1) Da Una nuova forma di schiavitù di Francesca Sferlazzo (che non è l onorevole Tremaglia): - Dunque, sotto il nome di Libertà, si celano Associazioni pedofile riconosciute, le quali sostengono e affermano il loro diritto come rientrante tra quelli di Libertà. Le principali associazioni sono, in Europa, la DPA (Danish Pedophile Association) e, negli Stati Uniti, il P.L.F (Pedophile Liberation Front) e ancora la NAMBLA (North American Man -Boy Love Association), accanto ad altri gruppi, operanti in vari Paesi per attuare - una riforma sessuale radicale - La stessa associazione Danese, DPA nata nel 1983 come gruppo interno della LBL (associazione gay e lesbica danese) e divenuta autonoma nel 1985, ricevette una sorta di legittimazione ufficiale... (2) Tra noi e l antica Roma le cose coincidono persino nei particolari. Dice Carl W. Weber in Panem et Circences: - Non si deve assolutamente pensare che la grande maggioranza degli spettatori manifestasse con grida e fischi la sua scandalizzata disapprovazione quando una donna di teatro - leggera - lasciava cadere le vesti sino ad uno striptaese totale e poi, nuda sul palcoscenico, danzava e faceva o accettava mosse inequivocabili. - Non vi viene fatto di pensare ai nostri films e sceneggiati? - E prosegue: - Non meno arrogante suona la critica ai movimenti lascivi o stupidi degli interpreti di pantomioma in una civiltà che ha fatto di Elvis Presley un idolo per milioni di persone e che porta nelle nostre case, attraverso la televisione, piccole e grandi star i cui movimenti inconsulti e affettati fanno sembrare persino la gestualità di un pantomimo di quart ordine un sublime balletto. - (3) Fu la notizia della caduta di Gerusalemme, in mano turca (1070), a fornire il pretesto necessario per scatenare la guerra santa contro gli infedeli. Verso la fine del secolo undicesimo, il mondo arabo era già in piena decadenza e, ben presto, la Siria, la Palestina e quasi tutta l Asia Minore caddero sotto i turchi Selgiuchidi, una popolazione di religione islamica. Nel 1095, il pontefice Urbano II, rispondendo alla richiesta d aiuto del sovrano bizantino (monarca d un impero molto ricco), minacciato dall invasione turca, invitò tutto l occidente ad intervenire. Ebbe così inizio la prima crociata. Il papa promise ai partecipanti, tra le altre cose, la remissione dei peccati con le indulgenze plenarie, anche se, alla base dell impresa, vi erano forti interessi politici ed economici, più che motivi religiosi. Contrariamente, quindi, a quanto sostengono molti ignoranti, quando gli occidentali partirono per liberare il Santo Sepolcro, gli abitanti della Palestina (Arabi), vivevano sotto l oppressione turca; gli Arabi saranno liberati dagli alleati, con la prima guerra mondiale, per passare sotto il dominio, molto meno pesante, di Francesi ed Inglesi. (4) Come sempre, in ogni guerra, i motivi di fondo erano economici, ma i popoli si muovevano grazie grandi ideali, senza i quali nulla è possibile. Serse, re dei Persiani, impiegò quattro anni per preparare la spedizione contro Atene. Quando si mosse, il suo esercito era formato da due milioni e mezzo di soldati. Dice Erodoto che, quando si fermavano per bere, i fiumi si prosciugavano. Ma, con poche persone, Atene li fermò.

7 7 PRIMA PARTE. LA MARSEILLAISE. (La Marsigliese.) I AUX ARMES CITOYENS! (Alle armi cittadini!) Con questo saggio mi propongo di scrivere, non una storia della Rivoluzione Francese, bensì una breve esposizione dellenorme scempio che fece di vite umane e di cose, ma, soprattutto, del grave danno che essa rappresentò, ed ancora rappresenta, per leuropa e la sua civiltà. Non credo, tuttavia, si possa parlare di un evento storico, il quale si protrasse nel tempo, senza riassumere, almeno schematicamente, gli avvenimenti di quel periodo. Affinché il lettore possa avere una traccia che serva ad inquadrare i fatti dei quali si tratta, troverà, alla fine di questo prima parte, una cronologia minima. Quando inizia questo tragico dramma, come dice Pierre Gaxotte, nel suo La Rivoluzione Francese: - La Francia dell Antico Regime era un edificio molto grande e molto antico costruito da cinquanta generazioni nel giro di oltre mille e cinquecento anni. Ciascuna vi aveva lasciato la propria traccia, sempre aggiungendo qualcosa al passato senza demolire o escludere quasi nulla. La pianta delledificio era pertanto confusa, gli stili disparati, irregolari le parti che lo componevano. Certe ali abbandonate minacciavano di crollare, alcune erano scomode, altre troppo fastose. Ma linsieme era ricco, la facciata grandiosa, e ci si viveva meglio e più numerosi che altrove. - Il regno si è andato formando in secoli devoluzione i quali ne hanno fatto qualcosa di simile ad un carciofo. Il cuore dello stato è rappresentato da Parigi, con attorno tutte le foglioline che hanno generato qualcosa di composito, ma di altrettanto ordinato, dove si vive sicuramente più liberi che in ogni altro regno delleuropa continentale contemporanea. Nei tempi bui che seguono la caduta dell Impero Romano e poi quella dellimpero Carolingio, molto del potere passa agli ecclesiastici. Sono i tempi nei quali Papa Leone sconfigge Attila con la sola parola, e la Chiesa rappresenta sì un rifugio, ma, soprattutto, la conservatrice delle leggi e delle lettere, delle arti e della politica, avendo salvato quanto si poteva salvare della civiltà latina, anche grazie ai suoi amanuensi (con S. Benedetto inizia a rinascere la civiltà europea). In quei periodi, rappresentati dal trionfo della violenza, spesso, anche convertendo gli invasori, la Chiesa cerca di arginare abusi e devastazioni; il vescovo subentra al funzionario latino e diventa il capo delle comunità più importanti, proteggendone gli abitanti. Più tardi, passati i tempi cupi di solo disordine, quando si dovrà pensare e provvedere ad una ricostruzione civile e sociale, gli uomini di Chiesa saranno i soli a saper parlare, scrivere e leggere; le vetrate e le sculture delle cattedrali rappresenteranno lunico libro che il popolo è in grado di capire E così che, all ombra dei monasteri, si ripopola il territorio e si formano le comunità. Ma ecco che giunge il feudalesimo; il potere passa nelle mani di pochi: si tratta di piccoli e grandi proprietari, in genere nominati dal principe per meriti di guerra, rissosi avventurieri, briganti divenuti ricchi e potenti, che cercano di darsi una rispettabilità esteriore, ma che conservano, nell animo, la rozzezza delle origini. Prepotenze e soprusi sono la regola, mentre la giustizia si basa sulla forza e la violenza del potere e non più sul Diritto Romano. Attorno al castello del signore, che spesso è un villaggio fortificato, corrono a ripararsi i contadini; essi hanno bisogno dessere protetti dai soldati del feudatario ed in cambio gli cedono parte del proprio lavoro e dei propri raccolti. Dice Alexis de Tocqueville ne L Ancien Régime e la Rivoluzione: - Quando la nobiltà non possiede soltanto privilegi, ma il potere; quando governa e amministra; i suoi diritti particolari possono essere maggiori e nello stesso tempo meno visibili. Nei tempi feudali si considerava la nobiltà pressa poco come oggi si considera il governo: si sopportavano i gravami che imponeva, in grazia delle garanzie che dava. I nobili avevano privilegi incomodi, possedevano diritti onerosi; ma assicuravano l ordine pubblico, amministravano la giustizia, facevano osservare le leggi, soccorrevano i deboli, dirigevano gli interessi comuni. - E quando il potere va oltre il lecito, unica controparte è ancora la Chiesa che spesso protegge e difende. In seguito, i tempi diverranno più umani perché è giunto il momento dei re che procederanno ad unificare la Francia, come ho già detto, foglia a foglia (feudo dopo feudo).

8 8 Già ai tempi di Luigi XII il paese non ha più bisogno della protezione dei signori; sotto il suo successore diminuisce ulteriormente il loro potere, sino al formarsi dellunità del regno che si compirà definitivamente con Richelieu e Luigi XIV. Prima di allora, infatti, i grandi feudatari avevano rappresentato un forte pericolo per il potere centrale; ancora, dopo Luigi XIII, si tenterà di tornare al passato con la fallita rivolta della Fronda, contro la regina Anna (quella dei tre moschettieri, per intenderci) ed il cardinale Mazzarino. Luigi XIV avrà finalmente la forza di portare a compimento lunità della Francia e di debellare i grandi nobili riottosi, strappandoli dai loro feudi, sino al punto di rinchiuderli tutti, come stipendiati, nella sua reggia di Versaille, divenuta una dorata prigione. Da questo momento il regime feudale sarà finito, i nobili conserveranno il nome altisonante, alcune immunità ed alcuni privilegi, ma non esisteranno più come potere politico. Ucciderli, da parte dei rivoluzionari, sarà solamente una stupida ed inutile ecatombe. Luigi XIV, salito al trono, aveva compiuto un immane sforzo per semplificare il sistema e giungere al potere assoluto, ma se ciò gli era riuscito per quanto riguardava i grandi feudatari, aveva invece fallito relativamente ai poteri locali e quindi, accanto al governo del re, restavano ancora i diritti prodotti dai sistemi che lavevano preceduto. La monarchia rappresentava un governo assoluto ed immutabile, eguale in ogni punto del suo territorio; però, questo impossessarsi foglia a foglia, dei territori che il sovrano andrà man mano acquistando, gli donerà, sì, quel potere, ma garantirà anche il rispetto delle libere prerogative locali.(1) Dice ancora Alexis de Tocqueville: - Nel diciottesimo secolo dirigevano tutti gli affari della parrocchia un certo numero di funzionari che non erano più gli agenti del feudo e non erano più scelti dal feudatario; gli uni venivano nominati dall intendente della provincia; gli altri erano eletti dai contadini stessi. Toccava a queste autorità ripartire le imposte, restaurare le chiese, costruire le scuole, radunare e presiedere lassemblea della parrocchia. Vegliavano sui beni comunali, ne regolavano l uso, e intentavano e sostenevano i processi in nome della comunità. Non soltanto il feudatario non dirigeva più l amministrazione di questi piccoli interessi, ma non la sorvegliava. Tutti i funzionari della parrocchia erano sotto il governo, o sotto il controllo, del potere centrale, come dimostreremo nel capitolo seguente. Inoltre, non si vede quasi più il feudatario agire come rappresentante del re nella parrocchia, come intermediario fra lui e gli abitanti. Egli non è più incaricato di applicarvi le leggi generali dello Stato, di raccogliervi le milizie, di imporre le tasse, di rendere noti gli ordini del principe, di distribuire i suoi soccorsi: tutti doveri e diritti che spettano ad altri. Il feudatario è ormai solo un abitante che alcune immunità e alcuni privilegi separano ed isolano da tutti gli altri; la sua condizione è diversa, non il suo potere. Il feudatario non è che il primo abitante, hanno cura di specificare gli intendenti nelle lettere ai loro sottodelegati. - Questo regime assoluto, ma confuso, che risulta incomprensibile alluomo moderno, reggerà la Francia sino allepoca della rivoluzione che imporrà un sistema elettorale di tipo britannico (completamente estraneo alla mentalità del popolo francese) per cercare di distruggere le tradizionali libertà locali e creare un nuovo potere, ancor più accentratore di quello monarchico; un accentramento che raggiungerà il suo momento massimo sotto Napoleone. A seguito della richiesta del deputato bretone Isaac René Guy Le Chapelier (un moderato) di abolire -... tutte queste idee di corpi e ordini che rinascono senza posa... - Lassemblea costituente varò dapprima una legge che privava i lavoratori del diritto di associazione, ed una seconda che proibiva a tutte le società di avere un esistenza politica.(2) La Bastiglia fu presa il 14 Luglio 1789; il governatore Launay, che non aveva opposto alcuna resistenza, venne massacrato ed il suo corpo fu trascinato per le strade (mentre la testa mozza era infilata in cima ad una picca) e si liberano i prigionieri: quattro falsari, un giovane degenerato e due pazzi. Taccio sulle panzane di quanto i rivoluzionari dissero d aver trovato dentro la prigione, per trasformare un crimine inutile, commesso dalla plebaglia, in episodio eroico. Nacque così la leggenda della Bastiglia che secondo gli apologeti rappresentava il simbolo del potere reale in qualità di prigione politica quale non era più da tempo. Paradossalmente si potrebbe ipotizzare la distruzione del Colosseo quale simbolo del potere imperiale sui giochi gladiatori. Fatto sta che si prese la data di quellatto crudele ed insignificante come commemorativa della Rivoluzione Francese: un avvenimento che, secondo gli apologeti, costituirebbe il simbolo del colpo di piccone col quale si abbatteva un mondo arteriosclerotico per generarne uno libero e sano. Essi ignorano, volutamente, l esistenza precedente di un parlamento inglese che godeva di piena libertà! Chi ha avuto la ventura di leggere Storia della Rivoluzione Francese, del Michelet, un opera di dimensioni ciclopiche (che segue gli avvenimenti con puntigliosa meticolosità ed inutile abbondanza), ha limpressione che si sia trattato duno scoppio dira popolare purificatrice la quale ha generato: -... lavvento della Legge, la resurrezione del Diritto, la reazione della Giustizia. -

9 9 Purtroppo di quest opera, pedissequamente di parte, la storia non si è mai completamente liberata; e, tra l altro, bisogna riconoscere ai Francesi, come ho già detto, l abilità geniale nel saper vendere la propria merce: l ira popolare fu costruita e strumentalizzata da una borghesia che voleva impossessarsi del potere. Così, contrariamente a quanto si legge nei libri scolastici, fonte palese della più clamorosa falsificazione storica, la Rivoluzione Francese non rappresenta il trionfo della libertà sulla tirannia, ma solamente il risultato di un secolo di odio verso la religione cattolica che ha i suoi progenitori in Voltaire e Rousseau e che si dedica a filosofare; un secolo di incredulità serpeggiante che apre la strada all Ateismo. Purtroppo ques tultimo rappresenta l eredità più duratura e nefasta della rivoluzione, la causa prima della fine dell Europa.(3) Dopo queste serie considerazioni, torniamo al nostro argomento e guardiamo quale era la situazione della Francia al momento della rivoluzione: drammatica, davvero, come dicono gli storici Laici? Sotto il profilo della libertà, le cose andavano sicuramente bene nel regno di Francia che rappresentava uno stato allavanguardia in tale campo. Osserva ancora Pierre Gaxotte: - Voltaire non cessava di fare appello all autorità contro quelli che egli trattava da nemici, fossero essi Fréron, o Rousseau, o l ispettore dell Opéra o uno dei suoi librai. Ascoltiamo con che tono d Alembert reclamava la protezione del potere per i suoi amici: Apprendo, Signore, che nell ultimo foglio di Fréron l Encyclopédie viene definita un opera scandalosa. So che questi fogli e i loro autori non hanno nessuna importanza, ma questo fatto non deve, a mio parere, autorizzare una simile licenza,permettere a un censore di approvarla. Mancherei a me stesso e a tutti i miei colleghi se trascurassi di esprimervi il mio rammarico, pur risoluto a non perdere la calma se in seguito giustizia non ci venisse resa, per una mala sorte di cui non mi sentissi colpevole. Ho buon motivo, Signore, di sperare in Voi. Ne rispondono la vostra equità e l onore che ho di essere vostro confratello... Ci tocca vedere gli uomini del re correre in aiuto ai nemici del re! - Moltiplichiamo questo esempio per mille e avremo unidea di ciò che fu la politica interna della Francia tra il 1750 e il 1789: una progressiva abdicazione della monarchia. - E, infatti, proprio godendo la Francia di questa libertà, si formarono quei gruppi dei quali parla Augustin Cochin, ne Lo spirito del Giacobinismo: - Che cosa sono in effetti, queste società di pensiero al momento della loro prima comparsa, intorno al 1750? Sono piccoli gruppi disseminati per tutta la Francia, in cui si conversa e in cui ci si riunisce solo per conversare. Conversare di che? Di tutto e di nulla, di scienza, di agricoltura, di economia, di politica, di letteratura, in breve di tutto ciò che vien chiamato filosofia dei lumi. Conversare ha senso soprattutto in relazione a ciò che esclude, cioè l azione. Queste piccole società e queste accademie non aspirano affatto all azione. Non ci si riunisce per complottare, ci si riunisce, ancora una volta, per conversare. Qgni settimana, per qualche ora, i partecipanti, principalmente gli avvocati e coloro che gravitano intorno a essi, in genere tutti quelli che hanno a che fare con il diritto e che si basano sull arte della parola, i piccoli lumi locali come i medici e il clero, lasciano i loro impegni quotidiani dove agiscono come tutti, cioè razionalmente e in contatto con la realtà e dove, quando occorre, parlano ma non conversano, per giocare al cittadino e al filosofo e gustare l ebbrezza di rifondare il mondo senza la fatica di farlo davvero, visto che ci si limita a conversarne. - Nella conversazione, nei detti circoli, si discuteva anche delle libertà, ma non di quelle francesi, locali e regionali, concrete e legate ad una tradizione secolare, bensì, con demagogia, della parole astratte: le libertà del popolo, anche se quei chiacchieroni, cosa comune a molti intellettuali, il popolo lo disprezzavano. Quante volte lo vedremo, di poi nella storia ; ma, a forza di parlarne, gli avrebbero appioppato un iniziale maiuscola, facendone un mito ideologico, questo strano feticcio che non esiste e che spesso si gonfierà, appunto, con l iniziale maiuscola e, qualche volta, sulla bocca degli ignoranti, con una doppia p, diventando Poppolo! Se i partecipanti avessero potuto prevedere le conseguenze del loro conversare, da buoni ricchi borghesi reazionari quali erano, ne sarebbero rimasti inorriditi. Purtroppo, questi filosofanti chiacchieroni si prendevano molto seriamente, non parlavano per brillare in un salotto letterario come certi nostri intellettuali di sinistra che credono in Bertinotti, ma per risolvere problemi dei quali, causa la loro attività, spesso conoscevano ben poco; tuttavia si trattava di gente colta e intelligente che non avrebbe sopportato sciocchezze troppo evidenti. Questo nei primi tempi, perché, come dice Jean Baechler nella sua introduzione a Lo spirito del Giacobinismo di Augustin Cochin: - Assai presto, le società di pensiero vengono sottoposte a un meccanismo di selezione, In effetti non tutti hanno le doti necessarie a diventare homo ideologicus. Ci vogliono una certa leggerezza di spirito, gregarismo, ignoranza... assai largamente diffusi ma non universali. Gli individui più competenti, più

10 10 profondi, più colti si elimineranno assai presto da soli per incapacità di sopportare la conversazione degli imbecilli... Avviene dunque una selezione negativa, puramente meccanica: - Qui non cè bisogno di un padrone che designi o di un dogma che escluda. Basta la forza delle cose, i più leggeri saliranno per conto loro in alto, i più pesanti e i più carichi di realtà cadranno a terra. È questione di procedimento, non di scelta -. Vediamo, ora, com è stato possibile che questo partito di sognatori e di chiacchieroni sia riuscito a generare un avvenimento così sconvolgente. Forse perché la rivoluzione era inevitabile? No certamente! Penso che a questo punto, prima di procedere oltre, sia interessante considerare la distribuzione della popolazione francese (ventotto milioni dabitanti) secondo il ceto sociale (stato) ed il lavoro svolto. Nobili trecentosettantamila, molti di questi (tra i quali sicuramente i più ex potenti) vivevano alla corte del re, erano stipendiati da lui e lontani dalle loro proprietà. Ecclesiastici duecentomila, prevalentemente del basso clero e quindi, questi ultimi, più soggetti alla sirena della demagogia. Essi rappresentavano i due stati più importanti; il terzo stato era formato da tutte le altre categorie di sudditi. Dipendenti pubblici, civili e militari, cinquecentomila. Operai specializzati e lavoratori autonomi quattromilioni settecentomila. Coltivatori diretti undici milioni. Salariati agricoli, manovalanza generica ed altri undici milioni cinquecentomila. Con questi numeri approssimati, ma grosso modo veri, si può avere una visione completa dello stato sociale ed economico dei cittadini. Dice Estanislao Cantero Núñez nel suo La Rivoluzione Francese: -In generale, la tesi di Pierre Gaxotte, senza cadere in una descrizione idilliaca dellantico Regime, continua a essere valida. Negli anni precedenti la Rivoluzione, la Francia era più prospera che mai; il commercio e l industria si trovavano in una situazione fino ad allora sconosciuta e con prospettive di sviluppo; durante il secolo XVIII la crescita economica e demografica, l accesso alla proprietà da parte dei contadini che possedevano circa il 50% della terra - quindi una percentuale più elevata quanto alla terra coltivabile, un aristocrazia non riluttante agli affari, una borghesia sempre più prospera, -... insomma una situazione che, in apparenza, in nulla faceva presagire quanto si sarebbe poi verificato. Un problema di deficit nel bilancio preventivo che oggi ci farebbe sorridere e una crisi economica non troppo grave negli anni immediatamente precedenti il 1789, sono all origine, dopo la convocazione dellassemblea dei Notabili del 1787, di quella degli Stati Generali. Il loro compito principale consisteva nel cercare una soluzione al problema del deficit generato in gran parte dallindebitamento prodotto dal sostegno alla Guerra dindipendenza americana attraverso una riforma tributaria. Ne nacque un uragano che mutò il volto della Francia e di buona parte dell Europa. A partire da allora gli avvenimenti si succedono in un crescendo di barbarie che raggiunge il suo vertica all epoca del Terrore. - Nel 1789, l anno della rivoluzione, la Francia era, dunque, un paese prospero in preda ad una momentanea crisi economica, ma con buone prospettive per il futuro, come dimostra una notevole crescita demografica (indice sicuro di speranza). Poteva una simile società essere costruita e reggersi sulla miseria, come ci insegnano i libri di testo? Si tende a propagare la menzogna, spesso, mediante misere informazioni, ad esempio con l inganno della tassazione. In realtà, questa era basata sul tenore di vita ed il cittadino tendeva ad imboscarsi mostrando una povertà spesso inesistente (come d altra parte avveniva in Italia prima della riforma Vanoni). Estanislao Cantero Núñez cita, in proposito, questo significativo episodio: - Un giorno Rousseau, che si era perso in montagna e vagava affamato, entra da un contadino e gli chiede di mangiare. Laltro rifiuta: non ha niente, gli hanno preso tutto. Non il minimo avanzo; cerchi pure, è tutto vuoto. Rousseau supplica, si intestardisce. dice chi è. L altro ascolta, si calma, si rassicura, apre tremando un nascondiglio, ne estrae con gran mistero pane, carne e vino, protestando che sarebbe un uomo rovinato se si scoprisse che ha tali ricchezze -. Naturalmente le condizioni sociali, lo strapotere e l indifferenza della monarchia, il costo della nobiltà e il ruolo del clero imponevano delle riforme. In questo paese, inoltre, lo stato andava verso la bancarotta, nonostante le forti entrate: le uscite, infatti, segnavano un forte saldo negativo, quasi tutto dovuto a spese per il mantenimento dei nobili e della corte (si sperperava, come oggi, per chi sosteneva il regime). Le politiche proposte dai vari ministri delle finanze, per correggere la situazione, a carico delle due classi dominanti, nobiltà e clero, non furono accettate. Come sempre, infatti, per essere accolta, qualunque riforma devessere fatta a spese altrui. Tra laltro, proprio in quell anno, si verificarono violenti uragani che distrussero i raccolti causando laumento dei prezzi. Per rimediare si usò il solito, inutile, metodo del calmiere e le merci fuggirono allestero aumentando la crisi.

11 11 La storia insegna che la miseria ha sovente generato delle sommosse, ma mai delle rivoluzioni, dovute, queste ultime, a cause più profonde. In tali occasioni, generalmente, il popolo corre a rubare pane e farina, bruciando forni e uccidendo i fornai e, per questa causa, i giorni successivi la fame non può che aumentare, ma tutto si arresta lì. L alto costo dei prodotti agricoli, avvenuto in quellanno tragico e dovuto a fattori naturali, non fu certo la causa scatenante del flagello promosso dalla borghesia (fra i deputati del terzo stato vi erano un banchiere, una trentina di imprenditori e più di seicento avvocati). Questa si sentiva compressa, pur godendo di una certa ricchezza, e voleva impadronirsi del potere per divenire classe dirigente: e tutta sua fu la rivoluzione! A questi fatti, si associò lodio antireligioso (anticattolico in modo particolare) della maggior parte dei borghesi, che generò la persecuzione della Chiesa e fu il motore principale del drammatico sconvolgimento. Purtroppo l insegnamento statale e laico, il mito della dea ragione, genereranno quella rottura tra scienza e divinità la quale sarà una delle tante cause che mineranno la civiltà europea. Ora, forse troppo tardi, sembra, da parte di qualcuno, si cerchi di rimediare a questo guaio. Per quindici anni (quasi un intera generazione) divenne impossibile la trasmissione della fede; chiuse le chiese, i preti furono uccisi o costretti a scegliere tra spretarsi e sposarsi o essere deportati ed esiliati L imperio dell ideologia sostituirà la verità con l utopia del potere che tende ad instaurare una società omogenea. È necessario distruggere quanto si opponga a questo progetto, si va quindi verso un regime totalitario con la persecuzione della Chiesa, la soppressione dei poteri periferici, la proibizione del diritto di associazione e di parola, il Giacobinismo, il Comitato di Salute Pubblica, il Tribunale rivoluzionario, il Terrore. Dice René Sedillot - Dal punto di vista demografico le cifre sono implacabili: morti nelle guerre interne, dei quali cifra per nulla esagerata fornita dal recente studio di Reynald Secher (51) nella Vandea militare corrispondente a una estensione di chilometri quadrati e giustiziati (52), dei quali il 28% contadini, il 31% artigiani e operai, il 20% commercianti, da l 8 al 9% nobili e dal 6 al 7% appartenenti al clero; morti nelle guerre esterne fino al 1800, un milione di morti nelle guerre napoleoniche; più di emigrati (53) e un calo del tasso di natalità. Il commercio recuperò il livello di attività del 1789 solo a partire dal 1825; la produzione industriale recupera il suo livello del 1789 nel 1809; la produzione agricola ristagna fra il 1789 e il 1815; si perse la stabilità monetaria che era esisita dal 1725 al 1789; in 7 anni si moltiplicò per 20 il volume della massa monetaria; la carta moneta, i famosi assegnati, si svalutò al punto da non valere praticamente nulla in un solo anno, nella proporzione del 90% (54) ; si produsse la bancarotta dello Stato; il deficit si aggravò moltiplicandosi; si aumentarono le imposte per poter sostenere la guerra, nella quale ci si imbarcò coscientemente e volontariamente, e le spese della nuova amministrazione. Il frenetico vandalismo (55) distrusse gran parte del patrimonio culturale francese, specialmente i monumenti dell arte e della cultura cristiane; si produsse un regresso culturale ben espresso dal presidente del Tribunale rivoluzionario nel rispondere a Antoine -Laurent de Lavoisier che: -la Rivoluzione non ha bisogno di scienziati - Ecco i benefici che questo grande sconvolgimento ha donato ad un popolo, al quale erano state promesse Libertà, Eguaglianza e Fraternità. Si cianciò e si ciancia tutt ora di diritti umani e libertà dalla tirannide, ma da Robespierre a Napoleone si ebbero solo una continua feroce dittatura e orribli massacri. (1) Ne abbiamo la conferma da questo fatto che cita Pierre Gaxotte: - Nel 1668, dopo la prima conquista della Franca Contea, Luigi XIV firmò con i rappresentanti del Paese un capitolato il cui primo articolo dice: Ogni cosa rimarrà in Franca Contea nel medesimo stato in cui attualmente si trova, per quanto riguarda privilegi, franchigie e immunità. La clausola garantiva il rispetto delle leggi e degli editti in vigore sotto la dominazione spagnola; un altra vietava lintroduzione di nuove imposte; un altra ancora conservava a Besançon la sua Accademia. Dole otteneva di essere la sede delle riunioni degli Stati... e infine, l atto terminava con questa dichiarazione: Sua Maestà promette e giura sui Santi Vangeli che Ella e i suoi augusti successori conserveranno e manterranno con cura e lealtà ogni e qualsivoglia loro privilegio, franchigia e libertà, antico possesso, usanza, costume e ordinamento, e che in generale Ella farà tutto ciò che un Principe e Conte Palatino di Borgogna è tenuto a fare. Ampliate questo esempio e raffiguratevi cosa era la francia di Luigi XV e di Luigi XVI, con le province, le città, le classi, le associazioni, i mestieri, le cariche, tutti provvisti di carte, diritti, immunità, statuti. -

12 12 (2) Con la sua legge, Isaac René Guy Le Chapelier chiedeva di abolire gli antenati degli odierni partiti politici. Non occorrevano collegamenti tra cittadini e potere: ormai contava soltanto la Nazione che diverrà, un centinaia danni dopo, Stato -Partito nellunione Sovietica e nella Germania nazista. (3) Abbiamo visto, infatti, sia Montanelli sia Will Durant individuare, nel venir meno dei valori della religione, una delle cause principali nella caduta dellimpero Romano. La Grecia stessa, persa la fede, si abbandonò alla filosofia di Zenone che tentò, inutilmente, per salvarla, di darle una morale stoica. Uguale tentativo fu fatto da Seneca a Roma con identico fallimento. E chi ha distrutto la nostra religione e la nostra morale se non i Laici, nati dalla Rivoluzione Francese, senza, per altro, essere capaci di sostituire alcunché, tranne uninutile Dea Ragione, nuova fede che sarà un ben triste surrogato. Sotto la sua bandiera, i soldati di Napoleone marciarono, di vittoria in vittoria, rubando e violentando. Ché forse non erano una morale laica anche quella di Stalin, di Hitler; non erano derivati tutti quegli ismi dalla ragione dei filosofi, ovvero dalla Dea Ragione? E non è forse proprio il filosofo colui che la usa per necessità? Dice Pascal: - Una delle confusioni dei dannati sarà il vedere che sono condannati da quella stessa ragione con la quale avevano preteso di condannare il Cristianesimo. - Quella ragione che, solo allora, potrà confondersi con la sapienza nella verità.

13 13 II LE JOUR DE GLOIRE EST ARRIVÉ. (Il giorno della gloria è arrivato.) Iniziamo il capitolo citando di nuovo La Rivoluzione Francese di Pierre Gaxotte: - In questo Paese prospero, in questo Paese ricco, lo Stato era povero. Essendo ormai risaputo, questo paradosso non ci meraviglia più. Allora faceva scandalo: Era straordinario, dice Besenval, vedere il Re prossimo alla bancarotta in un periodo in cui la Francia era così fiorente, la popolazione a un livello invidiabile, l agricoltura e l industria al massimo sviluppo, e Parigi che rigurgitava di denaro... Le entrate sono la parte più chiara del bilancio: 504 milioni, dei quali 256 in imposte indirette. Per le uscite, nell ipotesi più sfavorevole, si arriva a 629 milioni, e cioè a un deficit di 125 milioni per il Per vincere la crisi economica, dal 1774 al 1779, si ricorre a uomini di notevole valore in questo campo, ma, nonostante il succedersi dei vari ministri del tesoro (Turgot, Necker, Calonne ed, infine di nuovo Necker), la situazione non migliora per nulla, anzi, tende a peggiorare. In tali condizioni drammatiche il re Luigi XVI convoca gli Stati Generali, vale a dire l assemblea consultiva dei rappresentanti delle tre classi sociali (dette, appunto, stati) che non si era più riunita dal 1614; ovviamente egli non può prevedere, in alcun modo, le conseguenze della sua decisione. In quell assemblea si esprimevano solamente tre voti, perché si votava secondo le classi: quella dei nobili, del clero e del terzo stato che, in pratica rappresentava tutti gli altri sudditi, cioé la maggioranza assoluta degli eletti e degli elettori. All apertura degli Stati Generali, il 5 Maggio 1789, dopo l elezione dei deputati, si giunse subito ad uno scontro: la nobiltà ed il clero chiedevano che si votasse, secondo la prassi, per ordini (avrebbero avuto sempre la maggioranza), i rappresentanti del terzo stato chiedevano che si votasse per testa (un deputato un voto); poiché, come ho detto, erano in numero superiore a quello delle altre due classi, sarebbero stati i veri arbitri della situazione. Evidentemente il conflitto era insanabile: avrebbe significato il passaggio del potere dai due ordini privilegiati al terzo, rappresentando un rischio enorme per il re, poiché, già, s intravedevano nell assemblea i germi rivoluzionari. Pochi giorni dopo l apertura degli Stati Generali, infatti, per la precisione il 12 Luglio, il deputato Desmoulins parlò di rivolta, la presa della Bastiglia avverrà il 14 e la monarchia cadrà in Settembre; il re sarà giustiziato pochi mesi dopo. Nell anno cruciale dall ottantotto all ottantanove, tuttavia, non esiste ancora un partito del terzo stato che non hacapocoda. In apparenza è il popolo a governare, ma s intravede e và prendendo corpo un disegno politico, anche se non condiviso da tutti. Quando Luigi XVI avrà fatto chiudere, dalle guardie, la sala dove si riuniscono gli eletti degli Stati Generali, i rappresentanti del terzo stato si trasferiranno in un locale adibito al gioco della pallacorda (una specie di tennis), proclamandosi Assemblea Nazionale ed il 20 Giugno giureranno di non separarsi fino a quando avranno preparato una costituzione. Poiché a loro si sono uniti anche numerosi esponenti della nobiltà e del clero, (ovviamente speravano di restare a galla), il monarca sarà costretto ad accettare il fatto compiuto. In questo modo, il terzo stato otteneva il voto individuale. Il conflitto tra Luigi XVI ed il parlamento si era concluso con la vittoria di quest ultimo: i due primi ordini, nobiltà e clero, uscivano distrutti come forze politiche ed ora si poteva imporre al re una monarchia costituzionale, nella quale il diritto di legiferare passasse agli eletti del popolo; in effetti, come vedremo, alla borghesia. Tale situazione indicava una progressiva abdicazione del potere centrale, ma la disponibilità di Luigi XVI era solo apparente ed il sovrano si preparava a sciogliere l assemblea con la forza, quando entrarono in scena i Parigini: le strade furono bloccate dalla plebaglia, magazzini e botteghe furono saccheggiati ed i ribelli s impadronirono, ovunque, di picche e fucili; fu il trionfo dell anarchia. La notizia dell insurrezione giunse alla reggia di Versailles durante la notte e vi sarebbero state mille eccellenti ragioni per organizzare una repressione spietata, ma mancava un vero re e, vinta dall incertezza, la corte fu costretta ad accettare nuovamente il fatto compiuto. Il giorno 14, come abbiamo visto, i rivoluzionari si gettarono, senza trovare resistenza, sulla Bastiglia e la occuparono. I Parigini, più stupiti che vergognosi, appresero, il giorno successivo, non esservi stato nessun assassinio; la crudele decapitazione del governatore Launay era la giusta punizione di un colpevole, da parte di un popolo che si era sollevato in difesa della Libertà. In effetti, non veniva abbattuto un carcere politico che rappresentava il potere arbitrario del re, come ancor oggi si tende a far credere, ma, come abbiamo visto, una prigione ove erano rinchiusi pochi delinquenti comuni.

14 14 Una volta fissata la strategia di far pressione sul re, perché cedesse al suffragio universale, occorreva organizzare il modo di prendere in mano il potere, possibilmente partendo dalla periferia che era la più sprovveduta politicamente. Vediamo, ora, la tattica per raggiungere l obiettivo. Dice Jean Baechler: - E questa sarà quella della macchia d olio, o dell investire progressivamente. A Digione gli ideologi sono poco numerosi, appena una ventina di personaggi attivi. Il partito è composto da medici, da chirurghi, soprattutto da uomini di legge, avvocati, procuratori, notai, oscuri piccolo -borghesi, parecchi dei quali si faranno eleggere deputati del Terzo agli Stati, senza farsi un nome (pag. 58). Gli agitatori cominciano con l impadronirsi dell ordine degli avvocati. Poi si rivolgono agli altri corpi e corporazioni della città, procedendo dai più ai meno sicuri: medici, procuratori del baliato, notai, procuratori al parlamento, procuratori alla corte dei conti, conciatori, scrivani, farmacisti, orologiai, speziali, parrucchieri. A ogni nuova vittoria la palla di neve si ingrossa, più che proporzionalmente, in virtù dell argomento decisivo: - Voi siete i soli a non... - Quando una ventina di corporazioni su cinquanta è conquistata, si riunisce finalmente l organo dei magistrati della municipalità, che viene anch esso conquistato, anche con mezzi fraudolenti. - Ogni volta si comincerà dai borghesi e molti di questi, aderendo alle nuove idee, saranno eletti a scatola chiusa, senza nemmeno essere conosciuti dal popolo. Ad ogni vittoria, come avviene sempre quando la nave affonda, s ingrosserà la schiera dei topi che fuggono. Sarà facile, così, prendere in mano il potere locale. Da qui si procederà, senza alcuna logica e secondo la convenienza, prima nelle città e poi nei paesi. I buoni cittadini pensarono bene di non opporsi; e, per quale motivo avrebbero dovuto farlo, mentre le autorità locali erano indecise e disorientate, prive di qualsiasi disposizione da parte del potere centrale? L ordinanza reale del 24 Gennaio 1789, che regolava l elezione dei deputati agli Stati Generali, è un esempio stupefacente di assurdità: il sistema elettorale, creato per cittadini assolutamente impreparati alla democrazia, favoriva ogni imbroglio da parte dei circoli rivoluzionari. Quando si riunivano le assemblee, molto spesso ci si portava dietro una massa confusa e stordita e blaterante; gli elettori erano convocati senza spiegar loro di cosa si trattasse ed i poveri contadini, venuti, il più delle volte, da molto lontano, non conoscevano nessuno dei candidati. Nel corso delle riunioni, i membri delle varie conventicole, dispersi in mezzo alla folla, monopolizzavano la parola, usandola per la più ridicola demagogia, zittivano con urla e schiamazzi chi avesse dissentito, affascinando una massa ignorante. Quante volte vediamo, ancor oggi, queste tattiche trionfare e, nel corso delle assemblee, per evitare certe spiegazioni, protrarre le riunioni fino ad ottenere che i meno politicizzati se ne tornino a casa, vinti dalla stanchezza. Nel 1788 fu condotta una campagna contro la burocrazia che aveva un peso politico soprattutto nei paesi sperduti, dove il contadino ignorante credeva al suggerimento degli uomini di sua fiducia. Ed ancor oggi, quante volte lo vediamo consigliarsi col suo medico, o con l amico sindacalista! Come avrebbero potuto tali votanti esprimere una qualunque volontà per riformare le istituzioni in modo logico ed articolato? Si possono immaginare le conseguenze prodotte da questa selezione; il potere, ben presto, cadde nelle mani di galoppini rozzi ed inquadrati. In una simile situazione fu facile introdurre l ideologia rivoluzionaria che indicava nel Popolo (sempre con la p maiuscola) il depositario del potere delegato agli eletti. Di questo potere vi sono gli agit prop specializzati: i militanti rivoluzionari delle sezioni e dei club, nei quali regna il più demagogico massimalismo. Così, dietro la speranza di una democrazia rappresentativa, nascono le condizioni per la scalata al potere di Robespierre. Egli è il laico per antonomasia, perché crede che il suo pensiero coincida, completamente, con la verità e, come tutti coloro che giungono al vertice sulle ali di un ideologia, imporrà la dittatura ed il terrore. Ma continuiamo nella descrizione degli avvenimenti. Nonostante la debolezza del potere centrale, non è che le cose andassero proprio lisce per i rivoluzionari. Già pochi giorni dopo la presa della Bastiglia, nelle campagne francesi scoppiarono rivolte di contadini ed il diffondersi della ribellione spinse i delegati dell Assemblea Nazionale a dichiarare decadute tutte le libertà locali sopravissute all assolutismo monarchico. La successiva approvazione della Dichiarazione Dei Diritti Dell Uomo rappresentava il contraltare, all inglese, che avrebbe garantito al cittadino libertà di parola, di stampa, e, soprattutto, la sovranità popolare attraverso un parlamento eletto e rappresentativo. La parola d ordine fu: Libertà, Uguaglianza e Fratellanza, gli alti concetti espressi da grandi menti che, in pratica, non servono mai a nulla, se non ad indottrinare gli sciocchi.(1) Sin dal 1789, soprattutto a Parigi, si ebbe una fioritura di giornali, club e circoli frequentati da intellettuali, borghesi e aristocratici, che partecipavano alle vicende della rivoluzione e animavano il

15 15 dibattito politico. Tra i vari club, il principale fu quello dei Giacobini, che si era formato con lo scopo di illuminare il popolo, e che rappresentava la sinistra nell assemblea. Ben presto si trasformò in movimento politico moderato, ma, col precipitare degli avvenimenti, si frantumò in tre partiti: di destra, di centro e di sinistra. Quest ultimo, detto dei Montagnardi, minoritario ed estremista, era guidato da Danton, Marat (un sanguinario), Robespierre e Saint Just, l ideologo del gruppo e del terrore; al centro stava la cosiddetta Palude, all estremo opposto i Girondini, Essi, ora, rappresentavano la destra; erano repubblicani e anticlericali, avevano contribuito alla caduta della monarchia, rappresentavano l alta borghesia ed erano odiati dai contadini. Dicevano di rispettare la proprietà e si dichiaravano contro l intervento dello stato in campo economico; auspicavano un regime che funzionasse secondo i principi rivoluzionari, ma usando vie legali. I Montagnardi, molti dei quali oggi definiremmo Comunisti, volevano portare la rivoluzione fino in fondo e perciò non facevano economia nell uso della violenza. Dato che si era stabilita l uguaglianza politica e civile, perché non stabilire anche quella economica? Si andava da chi affermava che tutti i beni materiali sono, fondamentalmente, dello stato dati in temporanea gestione, a chi ne chiede la proprietà comune. Il centro era formato dalla cosiddetta Palude. Si trattava di moderati che tentavano una politica di conciliazione: tra i loro membri vi erano gli ardenti difensori del principio del cedere per non perdere, una specie di gattopardi dell epoca assimilabili a certe correnti della Democrazia Cristiana di fine novecento. Sarà l insieme di questi partiti a voler trasformare la Francia in un regime di monarchia democratica che, inizialmente, pareva poter rappresentare un sistema politico duraturo. Ma gli avvenimenti precipiteranno in poco tempo. Preoccupato per la propria sicurezza, nel Giugno del 1791 il re decise di fuggire con la famiglia, ma fu fermato a Varennes, ricondotto a, Parigi e apparentemente reintegrato nelle sue funzioni, in realtà, prigioniero. Nel frattempo la situazione era deteriorata drammaticamente sotto il profilo economico, aggravata anche dall opposizione della Chiesa e dei nobili che emigravano all estero ed organizzavano complotti. Già nel 1791 i sovrani d Austria e di Prussia, temendo la diffusione in Europa della peste rivoluzionaria, avevano minacciato di intervenire militarmente contro la Francia, dove stava prendendo piede l idea di una guerra che servisse ad esportare la rivoluzione. Questa soluzione era sostenuta con forza dai ricchi borghesi e dal re stesso; egli, infatti, pensava che solo una sconfitta dell esercito rivoluzionario gli avrebbe permesso di restaurare la monarchia assoluta. Nell Aprile del 1792 Luigi XVI, con l approvazione dell assemblea legislativa, decise la dichiarazione di guerra all Austria a fianco della quale si schierò la Prussia. Ben presto l esercito francese si rivelò impreparato e subì alcune sconfitte che si ritorsero contro coloro che avevano voluto la guerra, e per primo il re, accusato di tramare con il nemico. La popolazione parigina insorse contro Luigi XVI: il 10 Agosto 1792, una folla tumultuante invase il palazzo reale delle Tuileries (la corte era stata trasferita da Versailles a Parigi) e fece prigioniero il re. La mobilitazione popolare si concluse tragicamente, con l uccisione, da parte del popolo, di centinaia di prigionieri, soprattutto nobili e preti. Nel Settembre del 1792, sotto la pressione popolare, si decise l elezione di una nuova assemblea che emanasse un altra costituzione; fu così eletta la Convenzione Nazionale che il 21 dello stesso mese abolì la monarchia e proclamò la repubblica. Il primo scontro tra Montagnardi e Girondini si ebbe a proposito della sorte da destinare al re, vinsero i primi ed il monarca fu ghigliottinato il 21 Gennaio In effetti, Luigi XVI non era stato nemmeno un re, ma solo un buon uomo che avrebbe fatto volentieri l orologiaio. La vita l aveva messo in una posizione nella quale sembrava essere, più che altro, una foglia al vento nelle mani altrui. Per far fronte ad una nuova coalizione europea, venne decisa la coscrizione obbligatoria: nascevano in quel modo il nazionalismo e, come logica conseguenza, gli eserciti di popolo che sarebbero stati, in seguito, forieri d immani tragedie (pensate alle due guerre mondiali). (2) Per ottenere l appoggio delle masse popolari, il Comitato di Salute Pubblica impose provvedimenti per stabilizzare i prezzi e i salari; l entrata in vigore di una nuova Costituzione Democratica prevedeva l approvazione popolare d ogni legge mediante plebisciti e riconosceva il diritto al lavoro ed all istruzione. Questa costituzione, in pratica, non fu mai applicata. Gli eletti, appena giunti al potere, infatti, ebbero un brusco risveglio: a volte la pensavano in assolutamente diverso da quanto avrebbe pensato la Maggioranza degli elettori; allora questo popolo (ora senza la p maiuscola) sbagliava e bisognava costringerlo alla ragione con ogni mezzo. Si chiama, allora, rivoluzionaria ogni decisione che giunga direttamente dai rappresentanti del Popolo (ora nuovamente con la p maiuscola) ed aristocratica quella che vi si oppone (così sarà giudicata la rivolta

16 16 della Vandea, quella, sì, veramente popolare). Ora cambia completamente il modo di giudicare, non importa più che un atto sia buono o cattivo, ma che sia rivoluzionario o no. Una volta che ci si è convinti di rappresentare adeguatamente il popolo e di difendere i suoi interessi, il risultato è che ogni provvedimento il quale vada in tal senso (naturalmente secondo gli eletti), è automaticamente giustificato, mentre, all inverso, qualunque parere divergente è colpevole. Questo modo di vedere, al di sopra d ogni giustizia, trasformerà il governo in una specie di dio che non sbaglia mai; il potere non ha più avversari, ha soltanto nemici, l opposizione diventa il diavolo col quale non si discute, perché ha sempre torto. Il popolo, infatti, è il sovrano assoluto, ed ha sempre ragione, egli rappresenta il bene e chi si oppone rappresenta il male. Così hanno inizio le purghe che si succedono le une alle altre, (3) per separare, con la morte, il grano dal loglio. Diventa necessario il terrore Ciò che fornisce teste alla fame della ghigliottina è la divisione dei cittadini, ormai divenuti succubi di Robespierre e del suo Comitato di Salute Pubblica, tra buoni e cattivi; per i governanti nonvi èalcuna differenza fra la lotta per il potere e la lotta per gli interessi del popolo, perché le due cose coincidono. Robespierre è il primo dei ripugnanti tiranni che ci regalerà l evo moderno, ma ciò che fa di lui una figura immortale non è tanto la sua importanza storica (fu a capo del governo solo pochi mesi) ma il fatto d avere rappresentato il momento più tragico della Rivoluzione Francese: quello del terrore. Nell ultima violenta fase della rivoluzione, i capi rivoluzionari, influenzati dalle idee illuministiche, cercarono di costruire nuovi ideali, nuovi valori religiosi e morali, che sostituissero quelli del passato. Così nell Ottobre del 1793 fu approvato un nuovo calendario che doveva sostituire l era cristiana con l era rivoluzionaria. (non vi ricorda un po l era fascista?) Il nuovo calendario dette il via ad un ulteriore processo di scattolicizzazione della società francese che in alcune zone divenne radicale e violento; le chiese furono trasformate in templi della Dea Ragione, si distrussero arredi e ornamenti, si fusero le campane, furono abbattute le croci, gli ecclesiasti ricevettero l ordine di abiurare o sposarsi. Chi rifiutò fu deportato o ucciso. (4) Dal Settembre del 1793 al Luglio del 1794 i tribunali rivoluzionari agirono in modo spietato contro tutti coloro che erano sospettati d essere contrari alla rivoluzione: solo durante l inverno del furono giustiziati circa 35 mila Francesi, dopo processi sommari. Il terrore indiscriminato generò un alleanza tra molti deputati stanchi delle continue esecuzioni e timorosi di essere uccisi, i quali organizzarono un colpo di stato. Il 27 Luglio del 1794 Robespierre fu arrestato assieme agli altri capi Montagnardi ed il giorno dopo furono tutti ghigliottinati senza processo. Gli uomini, saliti al potere volevano ripristinare una repubblica moderata, ma, di nuovo, si scatenò il terrore, bianco questa volta, contro chi li aveva preceduti nel governo del paese (come sempre la rivoluzione mangiava i suoi figli) sino al giungere, infausta e sanguinaria, per l Europa tutta, della dittatura di Napoleone. NOTE: (1) Questo risulta chiaramente dal fatto che, ancor oggi, ogni cittadino americano dovrebbe vivere nella ricerca della felicità, cosa che gli garantisce la costituzione, quella felicità che è possibile trovare solamente in rari momenti, i quali non dipendono, certamente, dalla concessione di uno stato. In quanto alla Libertà, devo dire che la prima e più grande è quella di non essere uccisi; elusa e derisa dai rivoluzionari, non ha certo trovato applicazione nemmeno nei governi Laici dei successivi duecento anni. L Uguaglianza se la sono dovuta dimenticare, soprattutto, i cittadini di quei regimi che ne facevano una bandiera della loro ideologia, perché anche là, come dice Orwel nella Fattoria degli animali, i maiali erano sempre più eguali degli altri. Infine: la Fratellanza, una parola nata diciotto secoli prima che aveva ricevuto ben misera cittadinanza in questo mondo. Tre bellissimi vocaboli, quindi, ma anche oggi, pieni come siamo di governi Laici, essi valgono solamente quando non si ha la disgrazia d intralciare il cammino dei ricchi e dei potenti. (2) Sarà proprio la coscrizione obbligatoria (unita all aumento delle imposte, anch esse necessarie per finanziare le guerre), come vedremo poi, a provocare la più grave sollevazione popolare: la controrivoluzione nella Vandea. Prima di allora, infatti, esistevano solamente modesti eserciti formati da soldati di carriera pagati dal monarca che, qualche volta, non aveva nemmeno i soldi necessari, di conseguenza i morti in guerra erano relativamente pochi e la popolazione civile ne risentiva solamente nei pressi dei campi di battaglia e dove passavano gli eserciti; ma ora il suddito si era trasformato in cittadino ed aveva il dovere di difendere la patria. (3) Più tardi vedremo le stesse cose sotto il regime di Stalin.

17 17 Dice Leon Trotsky in Per una storia grafica del Bolscevismo. - Il quindicesimo congresso venne riunito al solo scopo di tirare un bilancio conclusivo sullo strangolamento dell Opposizione di Sinistra. I ritardi nella sua convocazione furono determinati da questa sola considerazione. Un identico atto fu compiuto dal sedicesimo congresso, questa volta in relazione all Opposizione di Destra. - - Finalmente, il diciottesimo congresso fu tenuto dopo che le purghe di Yagoda, Yezhov e Beria avevano con successo sradicato l opposizione, terrorizzando il partito e ricostruendo l apparato di governo nello stato e nell esercito. - E neanche questa fu l ultima purga. (4) Dice Pierre Chaunu: - Francamente io non capisco come oggi i Cattolici possano inneggiare alla rivoluzione. Altra cosa è il perdono e altra solidarizzare con i carnefici, rinnegando le vittime e i martiri. Penso che la Chiesa tema, parlando male della rivoluzione, di sembrare antimoderna. lo credo che sia il contrario. E sono orgoglioso che sia stato un paese protestante come l Inghilterra a dare asilo ai preti Cattolici perseguitati. Infatti nonvi èlibertà più fondamentale della libertà religiosa. -

18 18 III MUGIR CES FÉROCES SOLDATS. (Muggire questi feroci soldati.) Nel 1789 la Rivoluzione Francese scuote e modifica la Francia; è naturale che molte categorie di cittadini subiscano un duro contraccolpo. La Convenzione, già nel primo anno della repubblica, aveva votato una nuova costituzione a carattere demagogicamente democratico che non entrerà mai in vigore. Si svilupperà allora, da parete dei distretti francesi, un tentativo federalista che non sarà accettato. Verrà così abolita ogni autonomia locale, quelle autonomie che erano giunte all Europa da Roma stessa. I deputati della montagna, infatti, stavano procedendo rapidamente verso la dittatura. Rappresentanti dell autorità centrale, con poteri illimitati, (veri e propri dittatori) saranno inviati nei vari dipartimenti più inquieti e presso gli eserciti tentennanti, guidati da generali insicuri. È logico che di fronte ad atti così insensati, cominciasse a maturare il malcontento delle categorie sociali e, in queste condizioni particolari, esplodesse la reazione. Nella Vandea, che era una regione fortemente religiosa e conservatrice, il malcontento popolare si espresse sotto forma di rivolta armata. Oltre l ira per l inganno della costituzione tradita e l imposizione di rappresentanti del governo, spesso rozzi e ladroni, la reazione violenta della regione fu causata da tre motivi fondamentali: la lotta alla Chiesa Cattolica, l aumento delle imposte, la coscrizione obbligatoria. Abbiamo già visto la violenta scattolicizzazione e ci restano da considerare le cause che generarono gli altri due motivi. La guerra, contro gli eserciti stranieri, dopo le vittorie che avevano permesso alle armate rivoluzionarie l occupazione della Savoia e del Belgio, nei primi mesi del 1793, quando altri stati avevano aderito alla coalizione antifrancese, era divenuta critica e le truppe francesi avevano subito alcune sconfitte. Per riequilibrare la situazione, occorrevano più soldi e più soldati. Le conseguenze logiche furono: l incremento delle imposte e la proclamazione della leva di massa, ossia, l estensione del servizio militare a tutti gli uomini in grado di svolgerlo. A tale scopo, il 24 Febbraio del 1793 Parigi emise un bando di reclutamento che chiedeva al Paese trecentomila uomini. L arruolamento era volontario, ma la legge stabiliva che, se non si fosse raggiunto il numero necessario, sarebbe stato possibile il ricorso al sorteggio. L undici Marzo, il manifesto fu affisso nei comuni delle regioni occidentali; la reazione fu immediata, spontanea e i contadini della Vandea si rivoltarono al grido di: - Niente sorteggio, abbasso la milizia! - È evidente che i Vandeani preferivano restare sudditi con meno tasse e senza obblighi di leva, com erano sotto il re, che divenire cittadini della repubblica con queste dure imposizioni. In pochi giorni, i paesi della Vandea insorsero contro le truppe della repubblica; manifestazioni di primitiva ferocia e bagni di sangue segnarono l inizio della controrivoluzione vandeana che doveva durare tre anni. I contadini devoti al re iniziarono a combattere una spaventosa guerriglia; dopo essersi fatti benedire dai sacerdoti realisti, si lanciavano, armati spesso in modo primitivo, ma con coraggio inaudito, contro i soldati della rivoluzione. Dice ancora Pierre Chaunu: - Ma vorrei ricordare che sotto le insegne del Sacro Cuore combatterono anche dei battaglioni dei paesi protestanti della Vandea. Cattolici, protestanti ed ebrei affrontarono insieme la ghigliottina, per esempio a Montpellier, per difendere la libertà. - La crisi provocata dalla rivolta vandeana e dalle sconfitte militari infiammò la lotta politica all interno della Convenzione con un effetto devastante. Questa assemblea, sotto lo stimolo dei Montagnardi, accelerò il percorso verso la dittatura votando per l istituzione di due nuovi organi di potere: il tribunale rivoluzionario, (aveva il compito di arrestare e condannare tutti gli individui sospettati di tramare contro la repubblica), ed il Comitato di Salute Pubblica. Nei fatti, quest ultimo divenne il nuovo governo giungendo ad esautorare l assemblea stessa che l aveva voluto e votato. Tutto ciò con l appoggio del movimento popolare dei Sanculotti, operai e artigiani Parigini che costituivano i gruppi rivoluzionari più violenti. Il Comitato di Salute Pubblica, di fronte al dilagare della rivolta, data la sua natura e le sue origini, poteva rispondere soltanto con estrema durezza, decretando la pena di morte per tutti i ribelli sorpresi armati ed ordinando ai soldati di fare, della Vandea, terra bruciata. Anche gli abitanti di questa regione erano popolo, ma senza la p maiuscola.

19 19 Inizialmente i gruppi Vandeani hanno la meglio, perché sparano alle spalle delle guardie isolate: il guerrigliero esplode un colpo, fa centro (essendo un abile cacciatore), nasconde immediatamente il fucile dietro un albero e si rimette all aratro con l aria innocente. I primi scontri, iniziati a Cholet, portano alla sollevazione del 13 Marzo, guidata dai capi popolari Jacques Cathelineau, Gaston Bourdic e Jean -Nicolas Stofflet. All inizio, i successi dei Vandeani, sembrano giustificare le forti preoccupazioni di Parigi e la durezza delle reazioni. Tra l altro si mette a capo dei rivoltosi un certo Souchu che disconosce il potere della Convenzione, proclama re Luigi XVII e, come atto finale, decide di liquidare i compatrioti favorevoli alla rivoluzione. Il numero delle vittime é controverso, tuttavia la valutazione si attesta poco al di sotto dei mille morti. Dopo i vari successi e l occupazione di diversi centri Henry de La Rochejacquelein e d Elbée organizzano le anarcoidi squadre dei rivoltosi nella Armata Cattolica Reale che in realtà diventa un armata Brancaleone; appena vinto uno scontro, i rivoltosi, se in quel momento i campi hanno bisogno del loro lavoro, lasciano l esercito per tornarsene a casa, e si dileguano, nella settimana di Pasqua, per andarsene a celebrare le feste con la famiglia. Questa sarà una caratteristica della guerra vandeana: le formazioni si aggregano e disgregano con rapidità; tuttavia l armata riunirà sino a ben quarantamila unità, ottenendo clamorose vittorie ed occupando anche centri importanti In campo repubblicano regna un clima di confusione e di grande timore. La rivolta assume dimensioni e potenza non previste. A Saumur, cadono nelle mani dei ribelli cannoni e fucili. Sarebbe possibile, a questo punto, una marcia su Parigi, ma i contadini guerrieri non se la sentono di allontanarsi troppo dalle loro case e dai loro campi. Marciano invece alla conquista di Angers, la occupano e tentano di ripetere il colpo con Nantes. Qui avviene la prima disfatta: nel corso dello scontro rimane ucciso il comandante dei rivoltosi e la Armata Cattolica Reale si disperde. Da questo momento il destino della rivolta é segnato. Parigi decide di mettere in campo l armata di Magonza, così chiamata perché reduce dall occupazione della città germanica, alla quale viene ordinato di chiudere in una morsa i Vandeani e concludere la guerra. La battaglia di Cholet, avvenuta il 17 Ottobre, vede la disfatta dei contadini. Assume il comando La Rochejacquelein che riesce a raccogliere i resti della truppa impazzita e tenta di marciare verso nord per portare la guerra in Bretagna, puntando sul porto di Granville dove spera, come gli è stato promesso, di trovare l aiuto di una spedizione inglese; ma la città è nelle mani dei repubblicani. Ricomincia la ritirata, e, per i ribelli, in vari scontri, giunge la catastrofe: i resti della formazione vandeana sono travolti e massacrati, i prigionieri finiscono davanti al plotone d esecuzione. La repressione vandeana rappresenta, indubbiamente il momento più orribile della rivoluzione. Pierre Chaunu, a proposito della Vandea dice testualmente: - Questo è il capitolo più orrendo. Nel Dicembre 1793 il governo rivoluzionario da ordine di sterminare la popolazione delle 778 parrocchie: Bisogna massacrare le donne perché non riproducano e i bambini perché sarebbero i futuri briganti. Questo scrissero. Firmato dal ministro della Guerra del tempo Lazare Carnot. Il generale Clébert si è rifiutato di eseguire quell ordine: Ma per chi mi prendete? Io sono un soldato non un macellaio. Allora hanno mandato Turreau, un cretino, alcolizzato, con un armata di vigliacchi. - Fu il massacro. Con un simile comandante ed un simile esercito si scatena la repressione. Le bande criminali del generale Turreau battono il paese in lungo ed in largo depredando e massacrando, mentre le commissioni militari percorrono la regione ordinando fucilazioni senza processo. A Nantes il tribunale rivoluzionario é in seduta permanente e ordina un numero incredibile di condanne a morte. Per rendere più rapide le esecuzioni, non essendoci ancora le camere a gas, i condannati, dopo essere stati legati strettamente a gruppi, vengono stipati su battelli che i boia vanno ad affondare in mezzo alla Loira. (1) Secondo Jules Michelet, nella sua storia della rivoluzione, questi: affogamenti in massa, erano mezzi per abbreviare la morte e i sacrifici umani. Una specie di pietà nei confronti dei giustiziati. (2) Le cose miglioreranno quando, nel Dicembre del 1794 il governo repubblicano annuncerà l amnistia per gli insorti, concedendo ai Vandeani la libertà di culto e l esenzione dalla coscrizione obbligatoria., Ma vediamo la situazione in Vandea alla fine della breve guerra. Citiamo di nuovo Pierre Chaunu : - Nove mesi dopo il generale Hoche, nominato comandante, arrivò in Vandea. Restò inorridito. Scrisse una lettera memorabile e ammirabile al governo della Convenzione:

20 20 Non ho mai visto nulla di così atroce. Avete disonorato la Repubblica! Avete disonorato la Rivoluzione! Io porto alla vostra conoscenza che a partire da oggi farò fucilare tutti quelli che obbediranno ai vostri ordini. - La popolazione aveva subito un vero e proprio massacro, paesi e città erano state rase al suolo, donne orrendamente straziate, bambini uccisi solo perché colpevoli di essere nati, a volte arsi vivi. Non per nulla vi fu chi scrisse a Parigi: - La Vandea non esiste più. Vengo dall averla sepolta nella palude di Savenay. Ho massacrato i bambini sotto le zampe dei cavalli ed ho massacrato le donne. Non ho un solo prigioniero da portarmi dietro. Ho sterminato tutti. - Duecentocinquantamila erano stati i morti ed il resto della popolazione dispersa con gli stessi criteri che userà Stalin verso determinate etnie. Ancor oggi, se vi recaste in Francia a chiedere: - Dov è la Vandea? - Vi sentireste rispondere: - La Vandea non esiste più. - Ma non è vero, essa esiste ancora, coi suoi ideali, nel cuore degli onesti. Questa è, indiscutibilmente, la tragedia della Vandea. Gli storici si trovano oggi in disaccordo: secondo alcuni le cause della rivolta vandeana andrebbero attribuite alla ribellione spontanea causata dall odio contro i borghesi Parigini, l Ateismo, le tasse e, soprattutto, i reclutamenti forzati di truppe; secondo altri si tratterebbe di un vero e proprio piano controrivoluzionario elaborato e guidato dai nobili, tanto che si giungerà ben presto, ad una Armata Cattolica e Reale. Resta il fatto che la rivolta fu un insurrezione spontanea di popolo (non come quella parigina, strumentalizzata dalla borghesia e rivolta soprattutto al furto ed al saccheggio), anche se poi vi s innesteranno altri motivi politici: a capo delle bande, che si formeranno rapidamente, troveremo, infatti, contadini, plebei e, solamente più tardi, anche dei nobili. Abbiamo visto come andavano le cose in Vandea, ma procedevano con lo stesso sistema in tutta la Francia ed a Parigi in modo particolare. Con l accentramento d ogni potere e l abolizione delle autonomie locali, la strada verso la dittatura correva in discesa. Il governo di quel tempo passerà alla storia per avere imposto terribili misure d emergenza: ormai, infatti, occorreva rendere il terrore qualcosa di legale pensando, in tal modo, di rigenerare la nazione; si giunse sino ad affermare che virtù e terrore non potevano esistere l una senza l altro. E proprio in questo clima fu approvata dalla Convenzione la così detta Legge sui Sospetti (3) della quale c interessano due passi in modo particolare; sono ritenuti sospetti, per definizione: 1) tutti i nobili ed i loro parenti, senza definire il grado di parentela (colpevoli, quindi di essere nati) 2) tutte le persone che per condotta, relazioni, atteggiamenti, opinioni verbali o scritte si dimostrino nemici della rivoluzione e della liberta. La Legge sui Sospetti, oltre a definire chi fosse da considerarsi indiziato, disponeva l arresto immediato ed il giudizio presso il tribunale rivoluzionario od altri tribunali locali. Fu il momento più infame del terrore, per qualunque minima infrazione alle leggi si poteva essere ghigliottinati. Questa legge, rimase in vigore per circa un anno e portò all arresto di mezzo milione di persone. Non si fecero distinzioni: nobili, ecclesiastici, borghesi, contadini e operai furono condannati come renitenti alla leva, disertori, ribelli o responsabili di altri crimini, spesso per piccole mancanze. I tribunali rivoluzionari agirono in modo spietato contro tutti coloro che erano sospettati d essere nemici della rivoluzione e quindi del popolo che i governanti si arrogavano, come sempre, il diritto di rappresentare. Durante l inverno del furono giustiziati circa trentacinquemila Francesi, dopo processi privi di qualunque garanzia giuridica. Tra questi molti nobili assolutamente innocenti ed inoffensivi, il reato dei quali era soltanto quello d essere nati col sangue blu: una colpa indelebile, salvo che non si riuscisse a cancellarla con la corruzione, cedendo denaro e proprietà a funzionari compiacenti. La prigione ed il tribunale rivoluzionario erano alla Conciergerie ed i prigionieri, condotti attraverso uno stretto corridoio, all aula del tribunale rivoluzionario, erano giudicati in pochi minuti e quindi ricondotti in prigione, dove venivano immediatamente preparati per l esecuzione, caricati sulle carrette e condotti al patibolo. Durante l attesa del processo, in questo regime d uguaglianza, chi poteva pagare godeva d un trattamento privilegiato. Tra questi processi vergognosi, il caso più clamoroso fu quello della Regina Maria Antonietta che, tutt al più, poteva essere accusata di stoltezza. Nessuno ricordava ai Parigini quella bella sedicenne che li aveva incantati nei giorni del matrimonio; ma anche lei era nata nobile: questa la sua colpa.

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