RECENSIONE PERCORSO SULLE MOSTRE. TAPPA 1 : MITO E NATURA. DALLA GRECIA A POMPEI Il giorno 20 Ottobre 2015 ci siamo recati presso Palazzo Reale per

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1 RECENSIONE PERCORSO SULLE MOSTRE. TAPPA 1 : MITO E NATURA. DALLA GRECIA A POMPEI Il giorno 20 Ottobre 2015 ci siamo recati presso Palazzo Reale per vedere la mostra dal titolo Mito e natura. Dalla Grecia a Pompei, accompagnati e guidati dalla professoressa Basso. Il tema principale della mostra, nella quale sono presenti sia statue che esempi di pittura vascolare e murale, è quello di affiancare il mito alla natura infatti, in molte delle opere esposte, vengono raffigurati personaggi presi dalla mitologia e inseriti in un contesto in cui è la natura a prevalere. Il tema della natura risulta quanto mai attuale per la città di Milano che, avendo appena ospitato EXPO 2015, ha mostrato molta sensibilità e attenzione riguardo a questo tema. Il percorso della mostra si presenta come una sorta di viaggio nell età classica dove possiamo cogliere il ruolo che l uomo ha affidato alla natura. L opera principale e, forse, la più importante che si può ammirare è senza dubbio la Tomba del Tuffatore dove la natura assume un ruolo preponderante nella rappresentazione del passaggio verso l aldilà, tema molto profondo e sentito in età greca. La Tomba del Tuffatore, unico reperto del suo genere, è un esempio di pittura della Magna Grecia. E una sepoltura a lastroni, scoperta a Paestum nel 1968, chiusa da una copertura piana e con affreschi sulle pareti interne. L'uso delle tombe dipinte si afferma a Paestum in modo assai diffuso nel IV secolo a.c., durante il dominio lucano. La decorazione dipinta della tomba illustra un grande momento della pittura greca, caratterizzata dallo stesso spirito dei pittori vascolari dello stile severo. Sulle quattro lastre, che costituiscono le parti della cassa, sono rappresentate scene tradizionali di Simposio e di un banchetto (lati lunghi nord e sud) e personaggi in cammino (lati brevi est ed ovest); ma la scena principale sul coperchio evoca un paesaggio marino dove le ondulazioni fanno sentire un fremito della superficie dell'acqua, mentre il tuffatore è colto in pieno volo, in un movimento di grande eleganza. Il pittore ha utilizzato la tecnica a tempera con il procedimento della sinopia, su di un intonaco di calce e sabbia, applicato in due strati dei quali il più sottile, in superficie, ben levigato e liscio, contiene anche una polvere di marmo che gli conferisce brillantezza e consistenza. In più due alberi

2 inquadrano la scena. Un'interpretazione simbolica, quale emblema di un trapasso ultraterreno, si presta bene a denotare la scena del tuffo. La piattaforma da cui si slancia il tuffatore allude forse alle Pulai, le mitiche colonne poste da Ercole a segnare il confine del mondo, a simbolo del limite della conoscenza umana. Lo specchio d'acqua, secondo la stessa opinione dello scopritore, con il suo orizzonte curvo e ondulato, rappresenterebbe quindi il mare aperto e ondoso. Dunque, il giovane sta per immergersi nell acqua la quale richiama la credenza degli antichi che un fiume o una palude andavano attraversati per raggiungere l aldilà. In questa prima tappa del percorso mostre organizzato dalla scuola, abbiamo potuto apprezzare l opportunità che ci è stata offerta di poter apprendere dei contributi culturali direttamente a contatto con le fonti e i reperti archeologici, in un contesto diverso dall ambiente scolastico. Raffaella Campolongo, Francesco Lombardi Stocchetti, Elena Melina, Olimpia Opessi, Daniela Scrudato (classe IVLSU)

3 IL MITO DI EUROPA Nella mostra Mito e Natura abbiamo potuto ammirare il celebre cratere di Assteas, raffigurante il rapimento di Europa da parte di Zeus nelle sembianza di un toro bianco. Il vaso fu rinvenuto, da scavatori clandestini negli anni Settanta del secolo scorso nella necropoli sannitica di Sant Agata de Goti, l antica Saticula. Dopo essere stato ceduto dai tombaroli per un milione di lire transitò sul mercato antiquario e nel 1981 fu acquistato dal Paul Getty Museum di Malibu. Nel 2007 il cratere è stato restituito all Italia. Il pubblico potrà conoscere la figura del ceramografo pestano Assteas, artigiano attivo a Paestum tra il 375 e il 350 a.c., che unico in Italia meridionale, era solito firmare le sue opere migliori, come nel caso di questo vaso. Egli era uno tra i più prolifici pittori vascolari a figure rosse della Magna Grecia, titolare di un grande laboratorio in cui si producevano hydriai e crateri (i primi destinati a contenere acqua e i secondi per mescolare il vino con varie spezie, secondo il rituale del simposio greco) illustrati soprattutto con scene mitologiche e teatrali. Giulia Ricotti 3LSU

4 IL MITO DI DEMETRA Demetra è per gli antichi Greci la divinità femminile legata alla coltivazione della terra e protettrice della fecondità dei campi; appartenente alla seconda generazione divina, è figlia di Crono e Rea. Nel mito Demetra è inscindibilmente legata alla figlia Persefone, nata dall unione con Zeus. La giovane venne rapita dal dio Ade, innamorato di lei: nel momento in cui si accingeva a raccogliere dei fiori la terra si aprì e Persefone venne trascinata negli Inferi, regno del dio. Iniziò così la lunga ricerca di Demetra alla ricerca della figlia, che la portò a percorrere tutto il mondo conosciuto. Per nove giorni e nove notti senza bere né mangiare la dea vagò in cerca di Persefone fino a che il Sole gli rivelò l accaduto. Adirata e folle di dolore, Demetra abbandonò la sua funzione divina, causando sterilità della terra e carestie. A dirimere la controversia intervenne Zeus imponendo ad Ade la restituzione di Persefone ma la giovane, avendo mangiato un chicco di melograno era ormai legata in eterno al mondo degli Inferi. Si giunse quindi ad un compromesso che prevedeva il ritorno di Persefone sulla terra nei sei mesi di primavera ed estate e il suo ritorno negli Inferi per il resto dell anno. Per il tempo in cui madre e figlia rimangono separate la terra è sterile. Questo compromesso divino spiega gli attributi della dea ben raffigurati nella coppa corinzia datata al 450 a.c. proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Atene e presente nella sezione la natura coltivata dono degli dei della mostra Mito e Natura. Demetra seduta in trono regge tra le mani una fiaccola, a ricordo dell incessante ricerca della figlia, delle spighe e degli steli di papavero, legati alla coltivazione ed alla fertilità dei campi. Giulia Frigoli 3LSU Il soggetto del piatto è la dea della natura e delle messi Demetra, seduta sul trono e stringe nelle sue mani spighe d'orzo, steli fruttiferi di papaveri e una fiaccola. La fiaccola sta ad indicare la continua ricerca di Persefone, figlia di Demetra,durata sia di giorno che di notte. Persefone era stata catturata dal dio degli inferi Ade e Demetra si mise a cercarla, durante il periodo di ricerca, la divinità smise di curare i campi facendoli così diventare sterili e aridi. Raggiunto un'accordo Persefone poté ritornare dalla madre e passare con lei un periodo di sei mesi, ma solo dopo che ade le fece mangiare i semi del melograno, frutto degli inferi, così Persefone sarà costretta a tornare negli inferi. Questo mito spiega il cambiamento delle stagioni. Giulia Mauri VLSU

5 LA TOMBA DEL TUFFATORE DESCRIZIONE: La tomba del tuffatore è stata rinvenuta a Paestum, più precisamente a Tempa del prete, si tratta di una tomba ipogea a cassa, costituita da cinque lastre calcaree in travertino locale che, al momento del ritrovamento, si presentavano fra loro accuratamente interconnesse e stuccate. L'eccezionalità della scoperta risiede nel fatto che le pareti del manufatto e, cosa ancor più insolita, la stessa lastra di copertura, sono interamente intonacate e decorate con pittura parietale di soggetto figurativo, realizzata con la tecnica dell'affresco. L affresco è l unico esempio di pittura non su vasi. RINVENIMENTO: è stata la quarta tomba ritrovata composta da quattro lastre (ciò che vediamo noi è il coperchio). Tutte le quattro lastre rinvenute al loro interno sono affrescate. LA RAPPRESENTAZIONE: vediamo un giovane tuffatore completamente nudo, sospeso tra il trampolino e il bacino d acqua sottostante. Probabilmente è un significato più simbolico: voleva raffigurare il passaggio dal mondo terreno all aldilà. Vediamo quindi l acqua come una rappresentazione del mondo ultraterreno. Il tuffatore si trova sospeso quindi in un momento di passaggio tra vita e morte. In questo modo vediamo come la natura intervenga spiegando una realtà difficile da comprendere attraverso i concetti. Lucia Viscardi 3LSU

6 MOSAICO CON ANATRE, SPIGOLA E TRIGLIE (79-80 A.C) Il mosaico con anatre, spigola e triglie ritrovato a Pompei e probabilmente risalente al a.c, presente nella sezione natura morta ( still life ) della mostra Mito e Natura, dalla Grecia a Pompei, nella sua semplicità espressiva rappresenta il dono, o meglio la cortesia per gli ospiti. Nel mondo ellenistico-romano, infatti, era tradizione offrire determinate pietanze durante il pranzo. Il mosaico di conseguenza rappresenta anatre, legate tra di loro, una spigola e triglie, alcune con la bocca aperta, non coscienti del loro destino, cioè quello di essere cucinate ed in seguito offerte in pasto ai commensali. Caterina Rossi V LSU IL RILIEVO GRIMANI Nella mostra mito e natura, nella sezione "Il verde reale e il verde dipinto", è presente il rilievo Grimani, che rappresenta una pecora che allatta il suo cucciolo in un ambiente naturale e campestre. La scena di maternità richiama sentimenti di pace, rinascita, serenità, e prosperità. Possiamo cogliere il significatobmetaforico del soggetto: la natura rappresenta un periodo di pace e serenità. Esso fa parte di una serie di quattro rilievi in marmo con la rappresentazione di animali selvaggi e domestici, che dovevano in origine decorare una fontana semicircolare, come provano i fori per le tubature e per l'uscita dell'acqua visibili sulla superficie. La fontana voleva forse evocare uno dei tanti magnifici versi Virgilio, Orazio o Tibullo Questi rilievi indicano il passaggio da opere realizzate tramite incisioni, a opere scolpite in cui si possono notare i singoli particolari e si può iniziare a parlare di rilievi "a tutto tondo". Elena Prada 3 LSU Sara Lattanzi VLSU

7 PILASTRO DELLA CASA DEL BRACCIALE D'ORO A POMPEI -Tecnica: Rilievo -Soggetto: Alla fine degli anni Settanta dagli scavi di Pompei nei pressi del golfo, vennero alla luce i resti di quella che oggi viene chiamata Casa del Bracciale d'oro, proprio perché al suo interno venne ritrovato il corpo di una donna con al polso un bracciale d'oro. Quello raffigurato é un pilastro rinvenuto con gli scavi nel giardino della casa, a decorazione vegetale in rilievo. Le decorazioni vegetali simboleggiano lo stato di pace, benessere e prosperitá che caratterizzano l'etá augustea; ma, allo stesso tempo, vi é anche la forte connotazione dionistica conferita dalla presenza di tralci d'edera e di vite con grappoli d'uva. Chiara Zuliani VLSU