Galileo Galilei

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1 > PRIMI CENNI BIOGRAFICI < Su esortazione del padre, comincia studi di medicina che però abbandona ben presto. Mentre coltiva il suo talento matematico, si occupa anche di belle lettere: Nel 1588 tenne due lezioni all Accademia fiorentina dove diede prova di cultura letteraria: Circa la figura, sito e grandezza dell Inferno di Dante e Considerazioni sul Tasso. Dal 1589, insegna matematica a Pisa e, successivamente, a Padova.

2 > PRIMI CENNI BIOGRAFICI < 1609 con la costruzione del cannocchiale, inizia il periodo delle scoperte astronomiche divenuto piuttosto noto, Galileo viene ammonito dal cardinale Bellarmino dal professare la nuova astronomia. A pochi giorni di distanza, l opera di Copernico viene messa all Indice... Galileo continuò comunque a lavorare al Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo, opera che mette a confronto i sistemi astronomici tolemaico e copernicano. Galileo si sentiva incoraggiato dall ascesa a Papa del cardinale Barberini Urbano VIII che gli aveva sempre mostrato benevolenza...

3 > PRIMI CENNI BIOGRAFICI < 1632 Il Dialogo fu pubblicato, ma già in settembre Galileo veniva citato dal Papa a comparire dinanzi al S. Uffizio di Roma. Il processo durò fino al giugno del 1633 e si risolse con l abiura di Galileo Galileo muore in sostanziale solitudine.

4 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < Al di là dei singoli contributi scientifici, il primo risultato storicamente decisivo dell opera di Galileo è certamente la difesa dell autonomia della scienza. A questo riguardo, la sua lotta riguardò due fronti: l autorità religiosa, cioè la Chiesa, e l autorità culturale, incarnata dai cosiddetti aristotelici.

5 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < La Controriforma cattolica, come sapete, aveva stabilito che ogni forma di sapere dovesse essere in armonia con la Sacra Scrittura, nell interpretazione fornita dalla Chiesa Cattolica. Il decreto poneva il problema se il fedele dovesse accettare solo il dettato religioso e morale della Bibbia oppure ogni singola affermazione scritturale.

6 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < La Controriforma cattolica, come sapete, aveva stabilito che ogni forma di sapere dovesse essere in armonia con la Sacra Scrittura, nell interpretazione fornita dalla Chiesa Cattolica. Il decreto poneva il problema se il fedele dovesse: 1) accettare solo il dettato religioso e morale della Bibbia oppure 2) accettare ogni singola affermazione scritturale.

7 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < Quasi tutti i teologi accettavano la seconda posizione, ritenendo che la prima fosse troppo pericolosa. Galileo, invece, pensava e dichiarava che si dovesse seguire la prima. Nelle cosiddette lettere copernicane, Galileo affrontò il tema del rapporto fra scienza e fede pervenendo al seguente schema di soluzione:

8 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < 1) La natura, oggetto della scienza, e la Bibbia, base della religione, derivano entrambe da Dio e, in quanto tali, non possono oggettivamente contraddirsi. 2) Eventuali contrasti tra verità scientifica e religiosa sono solo apparenti e vanno risolti rivedendo l interpretazione della Bibbia. La Bibbia, dice Galileo, ci insegna come si vadia al cielo, e non come vadia il cielo

9 > AUTONOMIA DELLE SCIENZE < Indipendente dall autorità della Bibbia, la scienza lo deve essere anche nei confronti di quella culturale dei sapienti del passato e, come loro massimo rappresentante, di Aristotele. In questo caso ci si trova in una situazione curiosa: in effetti i cosiddetti aristotelici erano ben lontani dall essere veri seguaci dell antico filosofo greco e Galileo se ne mostra consapevole... Galileo, in un testo della vecchiaia, giunse a sostenere che se il filosofo greco fosse tornato al mondo avrebbe riconosciuto lui come discepolo e non gli aristotelici e si sarebbe mostrato ben disposto a cambiare le proprie opinioni in armonia con le nuove scoperte.

10 > CENNI SUGLI STUDI FISICI DI GALILEO < L INTUIZIONE TEORICA DEL PRINCIPIO DI INERZIA Un corpo tende a conservare indefinitamente il suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme fino a che non intervengano forze esterne a modificare tale stato. Galileo superava così un doppio pregiudizio: - La quiete è cosa naturale - Il moto si mantiene solo fino a che permane la forza che lo ha provocato

11 > CENNI SUGLI STUDI FISICI DI GALILEO < In questo contesto di studi, Galileo perviene alla scoperta del cosiddetto SECONDO PRINCIPIO DELLA DINAMICA, in accordo con il quale accade che le forze applicate ai corpi non causano velocità, ma accelerazioni, le quali risultano proporzionali alle forze che le hanno prodotte. Ecco che la velocità di caduta di un corpo non dipende dal peso del corpo medesimo. La cosa si può facilmente verificare avendo l accortezza di eliminare l aria, che oppone resistenza al movimento.

12 > DEMOLIZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO < Gli studi galileiani sul moto dei corpi in generale furono, naturalmente, importanti anche per lo studio del moto planetario. In particolare, l uso del cannocchiale consente a Galileo di compiere delle osservazioni di fondamentale importanza.

13 > DEMOLIZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO < Tradizionalmente si riteneva che la Luna, come gli altri corpi celesti e a differenza della Terra, fosse rivestita da una superficie liscia e levigata. le osservazioni di Galileo mostrano, invece, come molte delle macchie scure visibili anche ad occhio nudo siano ombre proiettate dalle alture lunari...

14 > DEMOLIZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO < Gli antichi credevano che solo la Terra costituisse un centro astrale: nessun altro corpo celeste potesse costituire un nucleo di movimento per altri corpi. Invece Galileo scoprì i quattro satelliti di Giove chiamati pianeti medicei, i quali compivano intorno ad esso movimenti analoghi a quelli che la Luna compie attorno alla Terra.

15 > DEMOLIZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO < La cosmologia tolemaica sosteneva che i corpi celesti, essendo perfetti, fossero incorruttibili e non soggetti a divenire. Galileo, grazie al cannocchiale, scoprì delle macchie scure che si formano e scompaiono sulla superficie del Sole...

16 > DEMOLIZIONE DEL SISTEMA TOLEMAICO < Insomma: accadde che una serie di semplici osservazioni sperimentali si trovarono a contraddire in modo inequivocabile antichissime convinzioni. Le cose non erano così semplici come possono apparire oggi a noi: vi fu persino chi invitato a utilizzare personalmente il cannocchiale per vedere ciò che Galileo andava descrivendo si rifiutò di farlo dicendo che questo doveva certamente essere uno strumento diabolico, capace di deformare le immagini e di produrre quindi degli inganni...

17 > IL DIALOGO < Galileo nel 1632, fiducioso nella bontà delle sue scoperte e nella benevolenza del nuovo papa, Urbano VIII, pubblica il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. In quest opera, utilizzando il pretesto di voler presentare imparzialmente i due maggiori modelli cosmologici della storia, espone in modo netto il suo favore per il sistema copernicano.

18 > IL DIALOGO < Per presentare la teoria geocentrica Galileo sceglie SIMPLICIO, uomo pedante e attaccato alla tradizione, al senso comune e all autorità di Aristotele. SALVIATI (nobile fiorentino, storicamente esistito) difende invece la teoria copernicana, cioè l eliocentrismo. SAGREDO (nobile veneziano, anche lui esistito), infine, fa la parte del moderatore imparziale. Nel Dialogo emerge chiaramente anche la cosiddetta relatività galileiana. Sia dunque il principio della nostra contemplazione il considerare che qualunque moto venga attribuito alla Terra è necessario che noi, come abitatori di quella e in conseguenza partecipi del medesimo, ci resti del tutto impercettibile e come s'e' non fusse mentre che noi riguardiamo solamente alle cose terrestri

19 > IL DIALOGO < Il dialogo fra i tre personaggi avviene nel corso di quattro giornate. Nella quarta giornata, Galileo esponeva anche la sua dottrina delle maree, che considerava decisiva per il trionfo del copernicanesimo. Contro Keplero, che aveva spiegato le maree come effetto dell attrazione lunare, Galileo sostenne che tale fenomeno risultasse dalla combinazione del movimento della Terra intorno al proprio asse con quello intorno al Sole. Ironia della sorte: Galileo riteneva che la miglior prova a favore del copernicanesimo fosse... Una teoria sbagliata!

20 > CONVERGENZA FRA SAPERE E TECNICA < Galileo non avrebbe potuto rivoluzionare l astronomia senza l uso del cannocchiale: questo manifesta l importanza assunta dagli strumenti d osservazione nel corso della Rivoluzione scientifica. Con gli inizi del XVII secolo si passò, progressivamente, da una fase di lenta evoluzione degli strumenti a una fase di rapida invenzione. Cominciava così a prendere forma quella commistione fra scienza e tecnica alla quale siamo così abituati...

21 > IL METODO < La questione del metodo è, evidentemente, cruciale: prescindendo dai singoli contenuti, la scienza è un metodo, o meglio, un insieme di metodi interconnessi. Non deve stupire, quindi, il fatto che riflessioni di carattere metodico risultassero assai comuni nell epoca che stiamo considerando. In Galileo non vi era una teoria organica ed esplicita del metodo, analoga per esempio a quella che Bacone svolgerà nel Nuovo Organo, oppure a quella celeberrima di Cartesio. Galileo, tutto preso dalle sue ricerche, applicò il metodo più che teorizzarlo. Ciò nonostante, nelle sue opere si trovano disseminate qua e là alcune preziose note metodologiche.

22 > IL METODO < Galileo tendeva ad articolare il lavoro della scienza in due parti fondamentali: il MOMENTO RISOLUTIVO O ANALITICO e quello COMPOSITIVO O SINTETICO. MOMENTO ANALITICO Risolvere, cioè scomporre, un fenomeno complesso nei suoi elementi semplici, quantitativi e misurabili, formulando un ipotesi matematica sulla legge da cui il fenomeno dipende. MOMENTO SINTETICO Verifica sperimentale, attraverso cui si tenta di comporre o riprodurre artificialmente il fenomeno, in modo tale che se l ipotesi supera la prova, risultando quindi veri-ficata (fatta vera), essa viene accettata e formulata in termini di legge, mentre se non la supera viene smentita e falsificata.

23 > IL METODO < Lo schema di cui sopra appare un poco generico e incapace di far comprendere le vie concrete e i modi originali seguiti da Galileo nelle sue scoperte. Pare che quello degli effetti naturali che o la sensata esperienza ci pone dinanzi agli occhi o le necessarie dimostrazioni ci concludono, non debba in conto alcuno esser revocato in dubbio Parlando di sensate esperienze, Galileo mette in evidenza il momento osservativoinduttivo, preponderante in alcune scoperte (come quella relativa alle macchie solari). Con l espressione necessarie dimostrazioni, invece, si riferisce al momento raciocinativo o ipotetico-deduttivo, che emerge in altre scoperte (principio di inerzia).

24 > IL METODO < Galileo, allora, è un induttivista o un deduttivista? La cosa è stata molto discussa, ma in realtà Galileo era entrambe le cose. In un punto del Dialogo, per esempio, Galileo dice quello che l esperienza e il senso ci dimostra si deve anteporre ad ogni discorso ancorché ne paresse assai ben fondato, mentre altrove fa dire a Salviati: senza esperienza sono sicuro che l effetto seguirà come vi dico, perché così è necessario che segua. L esperienza è innanzitutto la base, lo spunto delle teorie, perché anche l intuizione più geniale non nasce nel vuoto. Inoltre l ipotesi, l intuizione, acquista validità solo tramite la conferma sperimentale. Certo, non sempre una verifica diretta è possibile. Per esempio, nessuno può verificare il principio di inerzia. D altro canto, nessuna esperienza o esperimento acquista senso al di fuori di una qualche ipotesi interpretativa di natura teorica.

25 > IL METODO < Altre considerazioni Abbiamo già proposto lo schema concettuale della scienza galileiana, ma riprendiamo qui alcuni elementi: Galileo si schierò contro l antropomorfismo e il finalismo: È arroganza, anzi pazzia da parte dell uomo dichiarare inutili quelle opere della natura di cui egli non intende l utilità ai propri fini. La scienza non deve avanzare pretese impossibili da soddisfare: L uomo non deve chiedersi tanto il perché la natura è fatta come è fatta, quanto il come essa funzioni! Questo non significa negare che essa abbia un essenza di natura divina o delle precise finalità, ma occorre ammettere che si tratta di cose non conoscibili scientificamente.

26 > IL METODO < Altre considerazioni L intero pensiero galileiano si basa, al di là delle opportune cautele, su un sostanziale ottimismo: - La natura è uniforme: le leggi che scopriamo essere valide qui ed ora, sono valide ovunque e sempre. - Fra il mondo reale e le capacità conoscitive dell uomo vi è una armonia di fondo, ciò significa che ciò che riusciamo a comprendere con il nostro intelletto corrisponde alla struttura reale del mondo. Tale persuasione realista non si lasciava scoraggiare neppure davanti alla cosiddetta argomentazione di Urbano VIII, secondo cui lo studioso, non conoscendo le infinite vie di Dio non può mai essere sicuro che una sua teoria corrisponda effettivamente al modo seguito da Dio nell ordinare le cose, e deve quindi accontentarsi di parlare per ipotesi.

27 > IL PROCESSO < Idee preliminari Per lungo tempo, e in particolare nel 800, la condanna di Galileo è stata avvolta nei fumi delle polemiche tra filo-clericali ed anti-clericali. Già sappiamo che, durante il 1616: 1) le opere di Copernico vennero messe all Indice. 2) Galileo venne, a quanto pare, ammonito di non difendere né tenere la teoria copernicana da parte del cardinal Bellarmino su ordine del pontefice Paolo V.

28 > IL PROCESSO < Idee preliminari Il verbale di questa seduta del 1616 sarà di grande rilievo nel processo del 1633: i precisi termini di questo verbale appariranno, infatti, del tutto ignoti a Galileo. Per questa ragione, molti storici sono giunti a negare l esistenza di un vero precetto del 1616, ritenendo il verbale un falso fabbricato successivamente per avere prove scritte contro Galileo.

29 > IL PROCESSO < Il processo Nel 1632 il Dialogo, come sappiamo, venne pubblicato. Urbano VIII venne convinto dagli avversari di Galileo di essere stato da questi preso in giro per il tramite della persona fittizia di Simplicio... Nell ottobre del 1632 a Galileo venne intimato di trasferirsi a Roma e di mettersi a disposizione del Commissario generale del Sant Uffizio. Dopo aver cercato di prendere tempo Galileo, ormai vecchio e malaticcio, dovette recarsi a Roma.

30 > IL PROCESSO < Il processo L accusa più forte era molto semplice: Galileo avrebbe trasgredito il precetto del 1616, che gli vietava di insegnare o comunque diffondere la teoria copernicana. Galileo reagì dicendo che: 1) Non rammentava di essere stato in tal modo precettato in presenza di testimoni. 2) In qualunque caso, il precetto vietava di difendere e tenere la teoria copernicana, non di insegnarla. La maggior difficoltà di Galileo consisteva nel fatto di non avere alcun testimone a suo favore. Il cardinal Bellarmino, protagonista della vicenda, era infatti già deceduto!

31 > IL PROCESSO < Il processo Come extrema ratio, Galileo cominciò a sostenere che il Dialogo non solo non approvava la teoria di Copernico, ma al contrario difendeva il sistema tolemaico! Questa affermazione, sin troppo chiaramente falsa, mise Galileo nelle mani dei giudici: essi ebbero buon gioco nel mostrargli che le cose non stavano affatto come lui diceva! Galileo allora ammise di aver preso le difese del sistema copernicano, ma continuò a ribadire che i termini del verbale del 1616 gli erano del tutto sconosciuti...

32 La condanna e l abiura > IL PROCESSO < Il 22 giugno 1633 venne emessa la sentenza di condanna. Nello stesso giorno Galileo, in ginocchio davanti ai cardinali della Congregazione, pronunciò la sua abiura: Io Galileo [...] dell'età mia di anni 70, costituito personalmente in giudizio, inginocchiato avanti di voi Eminentissimi e Reverendissimi cardinali, in tutta la Repubblica cristiana contro l'eretica pravità generali Inquisitori; avendo davanti gl' occhi miei li sacrosanti Vangeli, quali tocco con le proprie mani, giuro che ho sempre creduto, credo adesso, e con l'aiuto di Dio crederò per l'avvenire, tutto quello che tiene, predica e insegna la S. Cattolica e Apostolica Chiesa [...]. Pertanto [...] con cuor sincero e fede non finta abiuro, maledico e detesto li sudetti errori e eresie, e generalmente ogni e qualunque altro errore, eresia e setta contraria alla S. Chiesa; e giuro che per l'avvenire non dirò mai più né asserirò, in voce o in scritto, cose tali per le quali si possa aver di me simil sospizione; ma se conoscerò alcun eretico o che sia sospetto d'eresia lo denonzierò a questo S. Offizio, o vero all'inquisitore o Ordinario del luogo, dove mi trovarò.

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