RELAZIONE IDROGEOLOGICA
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1 Dott. Geologo Matteo Besson Località Ciabot d le Masche 1 Luserna San Giovanni Cell Cod. Fisc BSSMTT82T12G674X Part. IVA RITRIVELLAZIONE POZZO IRRIGUO RELAZIONE IDROGEOLOGICA IL PROFESSIONISTA INCARICATO IL COMMITTENTE Dott. Geologo Matteo Besson
2 INDICE 1. PREMESSA INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO GENERALE ASSETTO IDROGEOLOGICO GENERALE ASSETTO STRATIGRAFICO PRESUNTO INTERFERENZE CON I POZZI LIMITROFI INDICAZIONI DI CARATTERE TECNICO ESECUTIVO CHIUSURA DEL POZZO ESISTENTE CONCLUSIONI
3 1. PREMESSA La presente relazione geologico-idrogeologica-tecnica viene redatta, in ottemperanza al D.M. 11/03/1998 n 47, alla L.R. 30/04/1996 n 22 ed al D.P.G.R. 29/07/2003 n 10/R, relativamente al progetto per la costruzione di un pozzo ad uso irriguo in sostituzione di uno esistente (codice univoco CN 10362), da realizzarsi nel terreno distinto in mappa C.T. del comune di Cardè (TO) al Foglio 17 mappale 66, ubicato nel territorio del medesimo comune in località Cascinasse ed è identificabile sulla C.T.R. 1: sezione , ad una quota di circa 267 m s.l.m.. Il baricentro della zona ha coordinate UTM di circa E: N: Il presente lavoro è stato finalizzato allo studio idrogeologico generale della zona oggetto d intervento, nonché alla verifica dell assetto litostratigrafica locale ed alla caratterizzazione delle falde acquifere captate. La presente relazione costituisce, ai sensi del punto A.3 del sopra citato decreto, parte integrante degli atti progettuali. Fig. 1 Estratto C.T.R. sezione con ubicazione dell area oggetto dell intervento. 2
4 2. INQUADRAMENTO GEOLOGICO GENERALE I depositi presenti nell area in esame sono indicati sul Foglio n 68 Carmagnola della Carta Geologica d Italia alla scala 1: e corrispondono a depositi di origine alluvionale riferibili alle seguenti unità: Alluvioni attuali (a 3 ) alluvioni ghiaiose e ghiaioso-sabbiose degli alvei attuali. Alluvioni medio-recenti (a 2 ) sedimenti sabbioso-argillosi di età olocenica, poco potenti, con rapporto di giustapposizione sul fl R o localmente inseriti in questo. Alluvioni antiche-fluviale Wurm (a 1 ) alluvioni prevalentemente argillososabbiose, ghioase a Sud del Po, debolmente sospese sulle Alluvioni Medio-Recenti I depositi più recenti, indicati come Alluvioni medio-recenti, cui appartiene l area oggetto di studio sono geneticamente legati al Fiume Po e si rinvengono all interno di un ampia fascia che si sviluppa parallelamente all andamento dei corsi d acqua principali, inseriti dentro i sedimenti più antichi. Sono costituiti da depositi prevalentemente sabbiosi o limoso-sabbiosi di colore generalmente grigiastro o giallastro, potenti fino a 3 4 m ed interpretabili come sedimenti di esondazione fluviale poggianti su ghiaie in matrice sabbiosa, anch esse potenti qualche metro. Il basso terrazzo costituito dalle Alluvioni medio-recenti, pur risultando in genere relativamente elevato rispetto ai corsi d acqua presenti, appare soggetto ad esondazioni anche cospicue in occasione di portate di piena a carattere eccezionale. Fig. 2 Estratto Foglio 68 CARMAGNOLA della C.G.I. con ubicazione dell area oggetto dell intervento. 3
5 3. INQUADRAMENTO GEOMORFOLOGICO GENERALE L assetto geomorfologico della zona oggetto d intervento è caratterizzato da un andamento topografico sostanzialmente pianeggiante in cui gli unici elementi geomorfologici di rilievo sono rappresentati da forme la cui genesi è legata all interazione tra i processi di modellamento fluviale e l azione di regolarizzazione del territorio operata dapprima per lo sfruttamento ai fini agricoli ed in seguito per la sua antropizzazione. In tale contesto l elemento di maggior rilievo è rappresentato dall alveo del Fiume Po. Ad essi si accompagna un reticolo secondario estesamente sviluppato di canalizzazioni artificiali a prevalente uso irriguo. Si specifica che secondo i dati relativi alle aree inondabili tratti dal Progetto di Piano stralcio di integrazione al Piano per l Assetto Idrogeologico (PAI), la zona oggetto d indagine si colloca all interno della fascia B del Po. Fig. 3 Estratto delle fasce fluviali del Po 4
6 4. ASSETTO IDROGEOLOGICO GENERALE Dal punto di vista litologico, i depositi interessati dall opera di captazione sono formati da materiali molto permeabili (essenzialmente ghiaie, ghiaie e sabbie) formanti degli ottimi acquiferi. Taluni livelli ghiaioso-sabbiosi risultano fortemente cementati, formando dei diaframmi impermeabili in grado di pressurizzare localmente le falde e garantire loro una certa protezione nei confronti di eventuali apporti inquinanti dall alto. Nella maggior parte della pianura torinese la falda presente in queste alluvioni (falda superficiale o freatica) è seguita in profondità da altre falde, più o meno indipendenti tra loro, in pressione. Schematicamente si può ipotizzare una schema idrogeologico come segue: Complesso superficiale, rappresentato da un materasso alluvionale avente una potenza pari a circa 52 m (secondo la Carta della Base dell Acquifero Superficiale), essenzialmente costituito da materiali fini nella porzione più superficiale e da depositi grossolani, talora intercalati da sottili livelli di limi argillosi, nel settore basale; tale complesso ospita una falda acquifera a superficie libera. Complesso di origine fluvio-lacustre, rappresentato da alternanze di depositi fini limoso-argillosi e di depositi grossolani ghiaioso-sabbiosi aventi una potenza variabile; questo complesso contiene un sistema multifalde in pressione. Complesso terziario di origine marina, costituito da depositi limoso-argillosi e da subordinati livelli di sabbie e di sabbie ghiaiose; all interno degli strati più grossolani possono essere contenute falde acquifere di interesse significativo. Sinteticamente, a partire dal p.c. la successione stratigrafica è costituita da una sequenza di depositi alluvionali, connessi con le varie fasi fluviali e fluvioglaciali quaternarie, ospitanti una falda a superficie libera (falda freatica), la cui potenza media, variabile da luogo a luogo, è circa pari a m. Tale sequenza poggia generalmente su un setto argilloso, potente 5-7 m, che costituisce il termine di passaggio al sottostante Complesso Villafranchiano, di origine fluvio-lacustre di età Pliocene sup. Pleistocene inf. Questo complesso, presente nel sottosuolo dell intera Pianura Torinese, è costituito da alternanze di livelli sabbioso-ghiaiosi, permeabili e di livelli limoso-argillosi localmente torboso-ligniferi, impermeabili. L alternanza di tali orizzonti, aventi differenti caratteristiche di permeabilità, costituisce un sistema acquifero multifalde in pressione 5
7 che risulta estendersi, secondo la direzione verticale, da profondità circa pari a -55/-70 m dal p.c., sino a circa -150/-180 m dal p.c. I setti limoso-argillosi che separano le varie falde di tale sistema hanno tuttavia spessore ed estensione variabile cosicché, localmente, può riscontrarsi la parziale o totale comunicazione di falde diversa (Di Molfetta e Verga, 1982). In accordo con quanto sopra riportato, le note illustrative della Carta della base dell acquifero superficiale del settore di pianura della Provincia di Torino (Bortolami, et al. 2002) indicano che dal punto di vista idrogeologico i lititotipi presenti nell area d intervento sono riferibili al raggruppamento identificato come depositi fluviali prevalentemente ghiaiosi debolmente alterati (Pleistocene sup. Olocene) Tale complesso possiede elevata permeabilità e contiene una ricca falda idrica a superficie libera, in diretta interdipendenza con i corsi d acqua. La suddetta carta indica inoltre che in corrispondenza del sito in cui è prevista la trivellazione del nuovo impianto di captazione, la base dell acquifero superficiale dovrebbe collocarsi alla quota di +215 m s.l.m.; tenendo conto che la C.T.R. in scala 1: indica una quota riferita all area di intervento pari a +267 m s.l.m., si evince che lo spessore dell acquifero superficiale dovrebbe risultare pari a 52 m. Fig. 4 Estratto Carta della Base dell Acquifero Superficiale (PTA) con ubicazione dell area oggetto dell intervento 6
8 Per quanto concerne la soggiacenza della falda acquifera a superficie libera si specifica che, secondo quanto riportato dalla Carta della Soggiacenza della falda superficiale, il livello piezometrico si attesta a circa 5 m di profondità dal p.c. Fig. 5 Estratto Carta della soggiacenza della falda superficiale 5. ASSETTO STRATIGRAFICO PRESUNTO L assetto stratigrafico è desumibile dalla stratigrafia di un pozzo di proprietà del Sig. Ardusso (pozzo n. 5682), posto a circa 700 m a S rispetto all area oggetto di studio. 7
9 Fig. 7 Stratigrafia del pozzo 5682 del Comune di Cardè 8
10 L assetto stratigrafico del sottosuolo può schematizzarsi come segue: da 0.00 m a 0.50 m dal p.c.: terreno vegetale da 0.50 m a 1.50 m dal p.c.: terra da 1.50 m a 2.00 m dal p.c.: sabbia da 2.00 m a 2.50 m dal p.c.: sabbia e ghiaia da 2.50 m a 3.00 m dal p.c.: argilla limosa grigio-scuro da 3.00 a 8.00 m da p.c.: argilla limosa bluastra da 8.00 a m da p.c.: argilla sabbiosa bluastra da a 14.5 m da p.c.: argilla limosa bluastra da 14.5 a 15.5 m da p.c.: argilla sabbiosa marrone da 15.5 a 51 m da p.c. ghiaia e ciottoli Da tale stratigrafia si può ipotizzare la base dell acquifero collocata ad una profondità a profondità superiori dei quella dell opera di captazione, confermando quanto riportato nella Carta della Base dell Acquifero Superficiale. 6. INTERFERENZE CON I POZZI LIMITROFI Relativamente all influenza generata dall opera in progetto, sull intorno definibile significativo, durante la sua attivazione bisogna poi sottolineare il raggio di influenza del pozzo stesso. Si sottolinea come il nuovo pozzo sia in sostituzione di un pozzo esistente, pertanto manterrà la medesima interferenza con i pozzi già esistenti. 7. INDICAZIONI DI CARATTERE TECNICO ESECUTIVO All inizio della perforazione è possibile che si verifichino modesti cedimenti all interno dei depositi argilloso-limosi, poco o affatto in grado di resistere a sollecitazioni di taglio agenti secondo la direzione verticale. Al fine di evitare tale inconveniente si potrà procedere all inumidimento di tali materiali mediante aspersioni di acqua, migliorando così la coesione; qualora il problema dovesse ancora sussistere si renderà necessaria la realizzazione di un avanforo di diametro leggermente superiore a quello previsto per le perforazioni. 9
11 In seguito potrà quindi realizzarsi il completamento della terebrazione (Ø t = 700 mm) presumibilmente senza particolari problemi ad eccezione del possibile rinvenimento di livelli cementati particolarmente resistenti all azione dello scalpello. Si specifica che il diametro delle colonne risulterà pari a Ø t = 400 mm. Raggiunta la profondità di progetto, corrispondente a L = m dal p.c., si consiglia prima di iniziare il pompaggio, di effettuare il cosiddetto pistonaggio, cioè di immettere aria compressa a forte pressione in condizioni di sigillatura della testa del pozzo, oppure di produrre forti pressioni in corrispondenza del filtro mediante la caduta di un maglio a perfetta tenuta con il rivestimento, il tutto con la finalità di allontanare le particelle di materiale più fine presenti in prossimità del filtro e di aumentare così la permeabilità dell acquifero nell intorno dello stesso. Si consiglia inoltre per il miglior funzionamento della pompa emungitrice, di munire il tubo aspirante di un idoneo filtro o meglio di una serie di filtri, opportunamente distanziati fra loro ed aventi maglie via via di dimensioni minori (si consiglia un raggio di maglia in arrivo pari a mm). Filtri a maglie di minori dimensioni non sono consigliabili, in quanto, pur risultando senza dubbio più efficaci, appaiono però soggetti ad un più repentino intasamento, obbligando quindi a troppo frequenti operazioni di manutenzione e pulizia. La perforazione del pozzo potrà essere eseguita con sistema a rotopercussione ed il rivestimento definitivo realizzato in lamiera di acciaio elettrosaldata o mediante tubo in P.V.C. di spessore pari ad almeno 6 mm munito di regolare certificato di atossicità. Nel tratto captante saranno installati dei tubi-filtro prefabbricati o realizzati in cantiere mediante fresatura del tubo cieco. La formazione del mantello drenante potrà essere realizzata con materiale ghiaioso a granulometria calibrata e l impermeabilizzazione dell intercapedine mediante boiacca cementizia gettata in opera. I fluidi derivanti dalla perforazione potranno essere allontanati dal luogo dell interveto mediante canalizzazione provvisoria e dispersi sui terreni limitrofi. Nel tratto captante, in funzione delle caratteristiche granulometriche dei litotipi rinvenuti nel corso della perforazione, saranno installati degli idonei tubi filtri prefabbricato, del tipo a finestratura verticale, presumibilmente posizionati a profondità comprese tra m e m. L opera di captazione verrà equipaggiata con una pompa centrifuga sommersa ad asse verticale, presumibilmente una CAPRARI di diametro 200 mm. 10
12 Si prevede che l entità dell emungimento possa risultare pari a circa Q = 90 l/s. L opera di captazione, essendo in sostituzione di una già esistente, non creerà modificazioni nell assetto idrogeologico esistente. Sarà inoltre realizzata opportuna cameretta di manovra rialzata rispetto al p.c., di modo da impedire infiltrazioni di eventuali acque meteoriche e/o di ruscellamento all interno della perforazione. Si precisa che al termine della perforazione, come prescritto dalla L.R. 30/04/1996 n 22 e dal D.P.G.R. 29/07/2003 n 10/R dovrà essere realizzata una prova di pompaggio con almeno tre diversi gradini di portata, la cui interpretazione potrà fornire i dati utili alla definizione dell equazione caratteristica del pozzo e della sua efficienza idraulica. Si rammenta che il D.P.G.R. 20/07/2003 n 10/R dispone che il pozzo dovrà essere dotato di: Tubetto piezometrico di adeguata lunghezza (comunque superiore alla profondità del livello dinamico determinatosi alla portata massima di esercizio) ed idoneo ad introdurre un sondino per l effettuazione di misure piezometriche nel pozzo; Rubinetto installato sul tubo di mandata per il prelievo di campioni; Misuratore di volume da installare nei casi previsti dalla normativa vigente. 8. CHIUSURA DEL POZZO ESISTENTE Come già riportato, la presente captazione andrà a sostituire un pozzo esistente (codice univoco CN 10362) ormai non più efficiente, pertanto in questo capitolo si procederà a fornire, nel rispetto della normativa vigente, la soluzione più adeguata per la chiusura definitiva del pozzo esistente. 11
13 Figura 8 - Foto pozzo esistente Vista l impossibilità di effettuare una misurazione di profondità del pozzo oggetto di chiusura, le modalità di chiusura del pozzo verranno stabilite in corso d opera, a seguito delle seguenti operazioni preliminari: 1) estrazione dei manufatti di approvvigionamento (pompa, tubazioni di mandata)); 2) misurazione della profondità dell opera di captazione Visto che la base dell Acquifero Superficiale si colloca a 52 m da p.c., e che il pozzo oggetto di chiusura risulta profondo 48 m, non intercettando la falda profonda, si procederà con il riempimento della colonna del pozzo con terreno naturale di riporto, dal fondo del pozzo fino ad all avampozzo ad una profondità di 2.3 m da p.c. L avampozzo sarà o rimosso o tagliato ad una quota di 0.8 m da p.c. Da 2.3 m a 0.3 m da p.c. verrà realizzato un tappo di argilla bentonitica in modo da impedire possibili infiltrazioni di inquinanti esterni, il tutto verrà poi ricoperto con terreno naturale di riporto. 9. CONCLUSIONI Lo studio eseguito consente di esprimere le seguenti considerazioni: Non sono state evidenziate problematiche particolari di carattere geomorfologico, geotecnica ed idrogeologico tali da influenzare negativamente la fattibilità dell intervento; 12
14 Si precisa che l emungimento effettuato dal nuovo impianto di captazione interesserà esclusivamente la falda freatica, localizzata verosimilmente ad una profondità di circa m dal p.c.; i tubi filtro verranno posizionati presumibilmente a profondità comprese tra m e m. Le caratteristiche idrogeologiche generali dell acquifero fanno presumere che l emungimento delle acque non produrrà effetti significativi sullo stesso, anche se un eventuale pompaggio prolungato, con ogni probabilità, indurrà una momentanea depressione del livello piezometrico nell intorno dell opera di captazione; tuttavia, considerando le caratteristiche di permeabilità dei livelli ospitanti l acquifero, si suppone che tale effetto verrà in ogni caso a cessare in assenza di emungimento e che il ripristino del livello piezometrico naturale possa avvenire in breve tempo. Pertanto sulla base dei dati ricavati dalla verifica dell assetto stratigrafico locale e delle caratteristiche idrogeologiche generali del territorio, si conferma la compatibilità dell estrazione prevista in progetto con le potenzialità dell acquifero oggetto della captazione. Il tecnico responsabile Dott. Geol. Matteo BESSON 13
15 ALLEGATI Schema nuovo pozzo Progetto di chiusura Pozzo CN
16 ELABORATO GRAFICO NUOVO POZZO (schema tipo) Forza motrice (Trattore) Albero cardanico telescopico protetto Tubazione fuoriuscita acqua RIVESTIMENTO RIEMPIMENTO CON GHIAI ETTO VAGLIATO E LAVATO Tubo mm FILTRI POSIZIONE DA VERIFICARE in sede di esecuzione 400 mm 700 mm
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18 Rilievo fotografico
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