caso abi ano ntoniani DJ FABO
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- Elisa Colombo
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1 Il caso Fabiano Antoniani i DJ FABO
2 La vicenda F. A. subisce nel 2014 un gravissimo incidente stradale, in seguito al quale rimane tetraplegico e cieco, pur conservando piena lucidità mentale e il senso del dolore. Dopo diversi tentativi di terapie e quasi un anno di ricovero presso l'ospedale Niguarda, le sue condizioni cliniche vengono dichiarate irreversibili. Cure sperimentali in India - cellule staminali. Fallito anche quest ultimo tentativo, Fabiano comincia a maturare l'idea di porre fine a quella che non considera neanche più vita. Entra in contatto con l'associazione Luca Coscioni ed in particolare con il suo tesoriere, Marco Cappato. Quest'ultimo prospetta a Fabiano e alla sua famiglia diverse possibili strade Svizzera - suicidio assistito - associazione Dignitas ; il 27 febbraio 2017, pone fine alla propria vita sul letto del centro gestito da quest ultima, vicino a Zurigo.
3 All interno del centro di Zurigo Fabiano ha avuto due colloqui privati con un medico, secondo la procedura prevista dalla legge svizzera, finalizzati ad accertare l effettività, l attualità e la libertà della scelta del suicidio. Solo dopo l esito positivo di tale valutazione, il medico ha prescritto la dose di farmaco letale, che F.A. si è somministrato da solo In questa vicenda, Marco Cappato interviene solo in modo marginale: più in particolare, accompagnando Fabiano dalla sua abitazione di Milano al centro gestito da Dignitas e prendendo parte ai preparativi per il suicidio. Tuttavia, egli stesso sceglie di autodenunciarsi ai carabinieri di Milano, dando così origine al procedimento penale su cui la Procura si è espressa con la richiesta in esame.
4 Cronologia giudiziaria della vicenda Il 28 febbraio 2017 Marco Cappato si presenta presso i Carabinieri di Milano rappresentando che, nei giorni immediatamenteprecedenti precedenti, si era recato in Svizzera per accompagnare presso la sede della Dignitas Fabiano Antonani, che lì aveva programmato e poi dato corso al suo suicidio assistito. Marco Cappato veniva così iscritto nel registro degli indagati da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Milano che, tuttavia, in data 2 maggio 2017, presentava nei confronti tidell indagato d richiesta ihi di archiviazione i i nella quale si proponeva un interpretazione costituzionalmente orientata dell art. 580c.p., tale per cui la condotta doveva ritenersi penalmente irrilevante.
5 Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, fissava udienza per la data del 6 luglio Nel corso dell udienza, i pubblici ministeri presentavano una memoria per chiedere al Giudice di sollevare questione di legittimità costituzionale dell art. 580 cp c.p. in relazione alla parte in cui incrimina la condotta di partecipazione fisica o materiale al suicidio altrui senza escludere la rilevanza penale della condotta di chi aiuta il malato terminale o irreversibile a porre fine alla propria vita, quando il malato stesso ritenga le sue condizioni di vita fonte di una lesione del suo diritto alla dignità. Anche la difesa di Marco Cappato presentava una memoria difensiva con la quale chiedeva di valutare la compatibilità dell art. 580 c.p. con la nostra Carta Costituzionale. In data 10 luglio 2017, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Milano, rigettava le richieste avanzate daipubblici ministeri e dalla difesa di Marco Cappato e imponeva alla Procura di formulare l imputazione nei confronti di Marco Cappato per la fattispecie di aiuto al suicidio
6 In data 5 settembre 2017, Marco Cappato chiedeva di essere giudicato con il rito immediato e, in data 18 settembre 2017, veniva emesso dl dal Tribunale di Milano il decreto che dispone il giudizio immediato con data di inizio fissata per l 8 novembre 2017davanti allaprima sezione della Corte di Assise Udienze successive: 4 dicembre;17dicembre;13gennaio 13 0RDINANZA 14 febbraio 2018 Corte costituzionale
7 PROCURA DELLA REPUBBLICA DI MILANO, RICHIESTA DI ARCHIVIAZIONE DEL 26 APRILE 2017, PROC. 9609/2017 R.G.N.R. fattispecie di riferimento nell'art. 580 c.p., ed in particolare nella condotta di partecipazione materiale nel suicidio altrui Art. 580 c.p. Istigazione o aiuto al suicidio: Chiunque determini altri al suicidio o rafforzi l'altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l'esecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni ( )
8 Secondo i PM solo la condotta di chi abbia agevolato in senso stretto la fase esecutiva del suicidio, fornendo i mezzi o partecipando all esecuzione dello stesso, può essere oggetto di rimprovero penale la condotta di accompagnamento del malato dalla sua abitazione i al centro presso il quale ha ricevuto l aiuto richiesto, e la partecipazione ai preparativi del suicidio stesso, non risulterebbero penalmente rilevanti con l inserimento di Fabiano nel centro gestito dalla Dignitas, la sua sorte non era più nelle mani di Cappato serie causale autonoma in grado di determinare l evento in maniera del tutto indipendente
9 Diritto al fine-vita 1) natura fondamentalissima del diritto alla vita, riconosciuto tanto dalla Corte costituzionale quanto dalla Corte di Strasburgo 2) in un ordinamento costituzionale, nessun valore può essere preso come un assoluto; al contrario tutti i diritti in gioco debbono essere bilanciati per assicurare il massimo rispetto per la persona umana imposto dalla Costituzione stessa. 3) Il diritto alla vita (o meglio, al principio della sua indisponibilità) va bilanciato con diritto alla dignità e all autodeterminazione ricavabile dagli artt. 2, 3, 13 e 32, Cost. nonché dagli artt. 3 e 8 CEDU
10 Il principio di indisponibilità del diritto alla vita incontra un limite nella «persona», ossia in quell insieme di valori che costituiscono l individualità id di ogni essere umano, e che ben si compendiano nel concetto di «dignità della figura umana» In base all'art. 32 c. 2 Cost. a Fabiano Antoniani doveva essere riconosciuto il diritto a rinunciare ai trattamenti sanitari che lo tenevano in vita (in particolare, la respirazione e la nutrizione artificiali).
11 Il diritto al rispetto della dignità umana impone di far prevalere il diritto all autodeterminazioneautodeterminazione sul principio di indisponibilità della vita; ciò trasforma il suicidio almeno in questa specifica ipotesi da mero fatto in un vero e proprio diritto itt soggettivo. la metamorfosi del suicidio da mero fatto a diritto soggettivo trasforma il bene vita in un diritto disponibile; ; la condotta di aiuto a disporne mediante il suicidio non può più essere considerata un offesa alla vita stessa, in quanto essa è oggetto di atto di disposizione ione autonomo e legittimo da parte del suo titolare.
12 Tribunale di Milano provvedimento del G.i.p. In Italia non esiste il diritto a una morte dignitosa 1) Tale diritto incontra un insormontabile ostacolo nell assenza di una previsione normativa che facoltizzi questa scelta e il giudice non può trasformarsi in legislatore 2) ammettendo il diritto a una morte dignitosa (per mano propria o con aiuto altrui) per coloro che percepiscono la loro esistenza come troppo dolorosa ci sarebbe il rischio assai concreto di un eccessivo, incontrollato accesso a tale opzione: si pensi ai casi di persone che percepiscono l indegnità della propria vita a causa di patologie depressive, il cui giudizio sulla propria esistenza è pesantemente inficiato da tale condizione.
13 In Italia non esiste, né è riconosciuto in Costituzione, un diritto al suicidio Chi chiede la possibilità di assistenza nel gesto suicidario id i chiede ciò che l ordinamento non ha mai concesso L art. 580 c.p. protegge bene giuridico vita che è presupposto di ogni altro diritto Il diritto alla vita non può essere piegato all esercizio dell autodeterminazione
14 Legittimare il suicidio assistito solo per alcune categorie di malati è una violazione i dell uguaglianza li Il diritto alla vita tutelato in ambito penale non può avere declinazioni diverse a seconda della percezione soggettiva del singolo Per rispettare la dignità umana si andrebbe a distruggerne il suo stesso presupposto, ossia la vita stessa Incriminazione i i per cappato ex art. 580 c.p. per aver rafforzato il proposito suicidario di Antoniani e per averlo trasportato t t fisicamente i presso la clinica i
15 Corte di Assise di Milano Ordinanza, 14 febbraio 2018 Art. 580 c.p. Istigazione o aiuto al suicidio Chiunque determini altri al suicidio o rafforza l altrui proposito di suicidio, ovvero ne agevola in qualsiasi modo l esecuzione lesecuzione, è punito, se il suicidio avviene, con la reclusione da cinque a dodici anni. Se il suicidio non avviene, è punito con la reclusione da uno a cinque anni, sempre che dal tentativo di suicidio derivi una lesione personale grave o gravissima.
16 Istigazione 1) Condotta di chi determini altrial suicidio, facendogli assumere un progetto o una decisione che prima non aveva 2) Condotta di chi rafforza il proposito non ancora sicuro, non definito dell aspirante suicida Chi interviene nel processo di formazione della decisione suicidiaria
17 Aiuto Chi contribuisce alla realizzazione del suicidio sul piano materiale *** In entrambe le ipotesi il suicidio deve essere in rapporto di derivazione causale con la condotta dell agente e Le condotte sono alternative: integra la fattispecie qualsiasi contributo materiale al suicidio
18 Interpretazione art. 580 c.p. Introdotto nel 1930 (Codice Rocco) Suicidio: disvalore / fatto contrario ai principi fondamentali della società Sacralità e indisponibilità della vita Oggi: interpretazione in base agli artt. 2, 13, 32 Cost. Libertà e autodeterminazione dell individuo + impostazione laica
19 Il diritto alla salute, come tutti i diritti di libertà, implica la tutela del suo risvolto negativo: il diritto di perdere la salute, di ammalarsi, di non curarsi, di vivere le fasi finali della propria esistenza secondo i canoni di dignità dell interessato finanche di lasciarsi morie (Cass del 2007) Il diritto itt all autodeterminazione t i si esplica nella facoltà di ogni individuo, che sia in grado di assumere dt determinazioni i iconsapevoli e ponderate, di decidere se e come porre a termine alla sua vita (Corte Europea dei diritti dell uomo)
20 La nuova legge 219 del 2017 Art. 2 Terapia eapadel dolore, o divieto etodi ostinazione o irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita Il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze, anche in caso di rifiuto o di revoca del consenso al trattamento sanitario indicato dal medico
21 In presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico puo' ricorrere alla sedazione palliativa profonda continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente. Il ricorso alla sedazione palliativa profonda continua o il rifiuto della stessa sono motivati e sono annotati nella cartella clinica e nel fascicolo sanitario elettronico. Nei casi di paziente con prognosi infausta a breve termine o di imminenza di morte, il medico deve astenersi da ogni ostinazione irragionevole nella somministrazione delle cure e dal ricorso a trattamenti inutilio sproporzionati
22 Il diritto di decidere di lasciarsi morire è stato espressamente riconosciuto dalla legge a tutti i soggetti capaci, a prescindere dalle motivazioni sottese a tale decisione NON è stato riconosciuto il diritto al suicidio assistito Il paziente non può esigere trattamenti sanitari contrari a norme di legge, alla deontologia professionale o alle buone pratiche clinico assistenziali; a fronte di tali richieste, il medico non ha obblighi professionali (art. 1) NON si può esigere dal medico la somministrazione o prescrizione di un farmaco che procuri la morte
23 Il riconoscimento del diritto di ciascun individuo di autodeterminarsi t ianche su quando e come porre fine alla propria esistenza, rende ingiustificata la sanzione penale nel caso in cui le condotte di partecipazione p al suicidio siano state di mera attuazione di quanto richiesto da chi aveva fatto la scelta liberamente e consapevolmente
24 La questione di legittimità costituzionale La Corte cost. dovrà vagliare la legittimità cost. dell art. 580 c.p. 1) nella parte in cui incrimina le condotte di AIUTO al suicidio in alternativa a quelle di ISTIGAZIONE, a prescindere dal loro contributo alla determinazione / rafforzamento della volontà nonostante l ISTIGAZIONE sia certamente più incisiva anche solo sotto il profilo causale, rispetto a quelle di chi abbia semplicemente contribuito alla realizzazione (materiale) dell altrui autonoma deliberazione e nonostante del tutto diversa risulti, nei due casi, la volontà e la personalità del partecipe
25 2) nella parte in cui prevede che le condotte di agevolazione dell esecuzione del suicidio, che NON incidano sul percorso deliberativo dell aspirante suicida, siano sanzionabili allo stesso modo della condotta di istigazione Tale incriminazione i i i è in contrasto t e violazione i dei principi i isanciti agli articoli 3, 13, 25 della Costituzione, che individuano la ragionevolezza della sanzione penale in funzione dell offensività della condotta accertata. In forza dei principi costituzionali dettati agli artt. 2, 13 della Costituzione e agli artt. 2 e 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell Uomo Uomo, all individuo sia riconosciuta la libertà di decidere quando e come morire e che, di conseguenza, solo le azioni che pregiudichino la libertà della sua decisione i possano costituire i offesa al bene tutelato t t dll dalla norma in esame.
26 Il riconoscimento del diritto alla libertà e alla autodeterminazione e la recente approvazione della legge 219 del 2017 «devono presidiare l esegesi della norma di cui all art. 580 c.p. orientando l interprete nell individuazione id i dl del bene giuridico tutelato e, di conseguenza, delle condotte idonee a lederlo». libertà dell individuodidecidere di decidere sulla propriavita vita, anche se da ciò dipenda la sua morte Corte Costituzionale.?
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