Presentazione del percorso formativo
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- Monica Federici
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1 Come accogliere le donne vittime di violenza? Presentazione del percorso formativo Silvana BORSARI -Viola DAMEN Francesca RAGAZZINI Regione Emilia Romagna Bologna, 19 marzo 2018
2 Da dove nasce: Piano d azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere- anno 2015: Formazione per le figure professionali che si occupano delle vittime e degli autori di atti di violenza di genere e domestica. in un ottica di cooperazione interistituzionale e orientata in tre aree di intervento: Riconoscimento del fenomeno Presa in carico delle vittime Accompagnamento nel percorso di uscita dalla violenza
3 Da dove nasce: Formare le operatrici e gli operatori del settore pubblico e del privato sociale: le Amministrazioni pubbliche garantiranno un adeguata formazione iniziale e continua del proprio personale volta a: Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne : Favorire il riconoscimento immediato e l emersione del fenomeno della violenza contro le donne ; Stabilire un adeguata relazione con la (potenziale) vittima per evitare la vittimizzazione secondaria; Garantire la corretta presa in carico e gestione dei casi, tenendo in debita considerazione le condizioni di vulnerabilità multiple come quelle che caratterizzano i disabili, come anche le donne migranti
4 Da dove nasce: Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità (DPCM 25 novembre 2016): Le Regioni sono state destinatarie di un finanziamento volto, tra le altre cose, a realizzare una formazione del personale del Pronto soccorso degli ospedali di tutta la regione, dei 118, delle rete di riferimento (ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale) per migliorare le capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza.
5 La progettazione: Coordinamento in capo a: Servizio Politiche sociali e socio-educative Servizio Assistenza Territoriale Servizio Assistenza Ospedaliera ASSR Area Formazione Supporto di un Comitato scientifico: rappresentanti di RER, AUSL Formazione, Centri antiviolenza, Servizi sociali Territoriali, Città Metropolitana, Consultori, Centri LDV, PS,. Referenti AUSL per organizzazione Formazione: Annamaria Ferraresi, dell Azienda Ospedaliera Università di Ferrara per AVEC Lodovica Cavalli, dell Azienda Usl di Piacenza- Per AVEN Pierdomenico Lonzi /Emanuela Manzari dell Azienda Usl della Romagna per Romagna
6 Finalità del progetto Migliorare le capacità di accoglienza delle donne che subiscono violenza e definirne i protocolli integrati locali di assistenza e contrasto alla violenza di genere e alla violenza assistita avvalendosi della professionalità delle operatrici dei centri antiviolenza, del personale sanitario e socio-sanitario che presta servizio presso i dipartimenti di emergenza e i PS nel rispetto delle linee di indirizzo per il soccorso e l assistenza delle donne vittime di violenza (Allegato E del Piano di azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere). Le professionalità che entrano in contatto con i destinatari del Percorso per le donne che subiscono violenza devono essere in grado di individuare i casi di violenza dichiarati, le situazioni di rischio e gli eventi sentinella, fornire assistenza specifica secondo un modello condiviso e attraverso una rete di servizi dedicati, che operano secondo modalità strettamente integrate.
7 Destinatari formazione e livelli intervento: Formazione in aula per facilitatori delle reti (Area Vasta) personale del Pronto Soccorso degli ospedali personale del 118 personale della rete di riferimento (ospedaliera e territoriale sanitaria e sociale) Formazione intervento (Ambito distrettuale) Tutti i componenti della rete a livello distrettuale (Sanità, sociale, forze dell ordine, Centri antiviolenza, associazionismo, ecc.) FAD (livello regionale) 2 moduli: violenza di genere, violenza assistita sui minori Potenzialmente tutti gli operatori della rete dei servizi (in servizio e neo assunti)
8 Durata del percorso: 56 ore così suddivise: Avvio del progetto formativo Formazione a distanza Formazione in aula facilitatori (24 ore) Formazione in aula professionisti dell emergenza (24 ore) (20 ore) Formazione sul campo Reti distrettuali (12 ore) A queste si aggiungono 2 giornate seminariali di apertura e chiusura del progetto.
9 Tempi di realizzazione nov dic gen feb mar apr mag giu lug ago set ott nov dic Progettazione complessiva Progettazione e realizzazione e- learning Evento di apertura Formazione in aula E-learning Formazioneintervento Evento conclusivo
10 Contenuti (aree tematiche) il fenomeno della violenza di genere: le dimensioni e gli aspetti culturali (inclusa la resistenza allo svelamento), la violenza assistita quale aspetto di maltrattamento e abuso sui bambini. effetti della violenza sulla salute psico-fisica e sulle conseguenze sociali per le donne colpite, nonché su tutte le conseguenze per le/i bambine/i che assistono la violenza assistita e le diverse tipologie di maltrattamento/abuso sul minore, le conseguenze sullo sviluppo e l importanza di assumere un approccio integrato di intervento/accoglienza/trattamento la normativa nazionale e regionale in materia, nozioni giuridiche l assistenza in emergenza alla donna vittima di violenza (accoglienza, presa in carico, valutazione del rischio, passaggio in carico ) l assistenza ai minori vittime di violenza diretta o indiretta (accoglienza, presa in carico, valutazione del rischio, passaggio in carico.) strumenti (segni e sintomi) e indicatori standardizzati per una corretta identificazione e registrazione dei casi sia di violenza di genere che sui minori strategie comunicativo-relazionali nell identificazione dei casi, accoglienza e presa in carico principi e strumenti per il funzionamento delle reti le reti per l accoglienza alle vittime di violenza: componenti, modalità di funzionamento, strumenti di gestione e facilitazione, criticità strumenti e protocolli operativi: es. strumenti di screening (compresi gli strumenti per la valutazione del rischio di recidiva), sistemi informativi, definizioni e strumenti di registrazione
11 Competenze coinvolte nella formazione Le/i docenti sono selezionati tra esperti dei singoli temi (anche attingendo alle elevate professionalità presenti nel territorio regionale), provenienti dalle diverse professionalità coinvolte al fine di assicurare una formazione multidisciplinare: Operatori dei Centri anti violenza Assistenti sociali Psicologi Ostetriche/medici di Consultorio Forze dell ordine Medici legali Operatori dell Emergenza urgenza Esperto di Organizzazione dei servizi sociali e sanitari (reti)..
12 Accogliere le donne vittime di violenza - Un progetto formativo per gli operatori della rete dei servizi Partecipanti formazione in aula: AREA TERRITORIALE AREA VASTA/AUSL Profilo sociale profilo sanitario TOTALE N. partecipanti N. partecipanti AVEN AVEC ROMAGNA TOTALE AREA VASTA/AUSL AREA EMERGENZA N. partecipanti AVEN 33 AVEC 21 ROMAGNA 14 TOTALE 68 Ad oggi 143 operatori iscritti
13 Perché un focus sull emergenza urgenza? Nell articolata rete di offerta di servizi sanitari, il Pronto Soccorso in particolare riveste un ruolo centrale a garanzia dei percorsi per condizioni di elevata gravità e con esiti fortemente dipendenti dall immediatezza della risposta sanitaria (per es. infarto, traumi, sepsi, ictus ecc.) ma è anche uno snodo fondamentale tra l ospedale e il territorio nella gestione dei percorsi per i pazienti portatori di bisogni complessi anche dal punto di vista socio-sanitario. Di fatto rappresenta una delle principali porte di accesso all ospedale (la maggior parte dei ricoveri ordinari avviene a seguito di un accesso in PS) ma in alcuni casi, in particolare per i gruppi della popolazione più vulnerabili, dell intero sistema dei servizi. Proprio per le sue caratteristiche, il Pronto Soccorso oggi si caratterizza sempre più con una doppia veste: da un lato come servizio ad alta specializzazione per la gestione di quadri clinici complessi, dall altra come un servizio di prossimità, di bassa soglia e di potenziale raccordo tra il sanitario e i servizi territoriali. Il Pronto Soccorso oltre ad essere il luogo appropriato per trattare patologie acute è un osservatorio privilegiato per evidenziare la correlazione esistente tra problemi sociali e sanitari. Partendo dalla richiesta di una prestazione sanitaria si coglie l occasione per indirizzare gli utenti che lo necessitano o lo richiedono verso altri servizi sanitari e sociali presenti sul territorio. In questo modo, il Pronto Soccorso svolge una funzione di ponte e diventa un nodo nella rete dei servizi socio-sanitari.
14 Il punto di vista dei professionisti non sai neanche dove indirizzarla. Ipotizziamo che riconosci il problema, dove lo indirizzi? A chi lo mandi? (Infermiere) poi magari c è anche la persona che ti chiede il numero di telefono posso avere il suo numero di telefono che se ho bisogno, io gliel ho anche dato, dico la verità, però in quel momento lì mi son sentita di darglielo, dopo dico mah forse ho fatto male, anzi, sicuramente ho fatto male, però in quel momento mi sembrava una persona bisognosa e io l ho fatto (Infermiera) noi vediamo spesso persone donne soprattutto e bambini, anche, che si presentano per un trauma anche piccolo che poi capisci che dietro non c è solo quello. ma di solito non te lo dicono (medico)
15 Che cosa si può fare? Molte risposte volte a risolvere problemi complessi nascono creando reti formali o informali. Il modello organizzativo in rete è sicuramente il più efficace anche per promuovere l equità di accesso e l appropriatezza nella presa in carico sanitaria e sociale. In base all esperienza, i legami rappresentano l aspetto più fragile delle reti ed allo stesso tempo sono le fasi in cui è più facile che l utente si «perda». Qualsiasi intervento volto a consolidare i rapporti tra i nodi e ad accompagnare l utente riduce la possibilità che i soggetti più fragili escano dal percorso.
16 Ricognizione 2017 PRESENZA DI PERCORSI STRUTTURATI ALL INTERNO DEI PS Tutte le strutture hanno definito percorsi strutturati in tutti i PS generali e/o specialistici (ostetricoginecologici) Nella maggior parte dei casi sono già disponibili procedure interne che definiscono le modalità di comportamento per i professionisti (negli altri casi le procedure sono in via di formalizzazione)
17 Cosa prevedono i percorsi? Presenza di codici di accesso prioritario 71% 65% Identificazione di figure di riferimento nell equipe di PS Identificazione di spazi dedicati e riservati 94% 94% Comportamenti ed azioni in caso di violenza sessuale Modalità per la dimissione da PS e affidamento alla rete 100%
18 Le reti DONNE MINORI Le reti formalizzate prevedono da un minimo di 1 ad un massimo di 19 interfacce strutturate Le reti formalizzate prevedono da un minimo di 1 ad un massimo di 10 interfacce strutturate
19 La formazione Complessivamente nell ultimo triennio sono stati erogati dalle aziende sanitarie e altri enti (RER, Ordine dei medici, ecc.) più di 50 eventi formativi relativi ai temi della violenza di genere e dell abuso sui minori. I destinatari sono molto vari e per lo più si tratta di iniziative non dedicate al personale dell emergenza urgenza. La durata in ore è variabile ma generalmente molto inferiore alle 20 ore. Si tratta di iniziative «occasionali» che non coprono il bisogno delle equipes (anche alla luce del turn-over)
20 Il progetto formativo Il progetto formativo è stato pensato per rispondere ai bisogni dei professionisti della rete (con un attenzione alle peculiarità dell emergenza urgenza) Modalità di fruizione «flessibili» Momenti di condivisione con gli altri servizi della rete Contenuti specifici teorici e pratici Formazione sul campo e discussione di casi Fruibilità del modulo in FAD per i neoassunti/neoinseriti Rispetto dello standard orario previsto dal DPCM
21 Grazie :
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