LINEA GUIDA PER L APPLICAZIONE DEL D.LGS. 12 GIUGNO 2003, N.233 (ATEX) AL SETTORE DEI GAS TECNICI A CURA DEL COMITATO TECNICO DI ASSOGASTECNICI

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1 LINEA GUIDA PER L APPLICAZIONE DEL D.LGS. 12 GIUGNO 2003, N.233 (ATEX) AL SETTORE DEI GAS TECNICI A CURA DEL COMITATO TECNICO DI ASSOGASTECNICI Edizione febbraio 2004

2 LINEA GUIDA PER L APPLICAZIONE DEL D.LGS. 12 GIUGNO 2003, N.233 (ATEX)AL SETTORE DEI GAS TECNICI A CURA DEL COMITATO TECNICO DI ASSOGASTECNICI SOMMARIO DEI CONTENUTI SCOPO DEL DOCUMENTO... 3 CAMPO DI APPLICAZIONE... 3 DEFINIZIONI... 3 ADEMPIMENTI... 4 APPLICAZIONE AL SETTORE DEI GAS TECNICI... 6 TERMINI PER L ADEGUAMENTO... 8 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI... 8 ALLEGATI TECNICI

3 SCOPO DEL DOCUMENTO Questa breve linea guida intende focalizzare il campo di applicazione della direttiva Atex per quanto riguarda le aziende appartenenti al settore dei gas tecnici. La direttiva 1999/92/CE, recepita in Italia con il d.lgs. 12 giugno 2003, n.233, integra il d.lgs. 626/94 introducendo il Titolo VIII bis, intitolato Protezione da atmosfere esplosive. Mentre la direttiva Atex (Atmosfere esplosive) originaria, la 94/9/CE, era indirizzata ai costruttori di apparecchiature destinate ad essere utilizzati in atmosfere potenzialmente esplosive, questo nuovo decreto va a coinvolgere tutte le aziende che si trovano ad operare con sostanze che, in determinate condizioni, possono dare luogo ad atmosfere esplosive. CAMPO DI APPLICAZIONE Il d.lgs. 12 giugno 2003, n.233 è indirizzato alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al rischio di atmosfere esplosive come definite all'articolo 88-ter del d.lgs 626/94, compresi i lavori in sotterraneo e le aree potenzialmente esplosive dal punto di vista geologico. Il decreto non si applica: a) alle aree utilizzate direttamente per le cure mediche dei pazienti; b) all'uso di apparecchi a gas di cui al decreto del Presidente della Repubblica 15 novembre 1996, n ; c) alla produzione, alla manipolazione, all'uso, allo stoccaggio ed al trasporto di esplosivi o di sostanze chimicamente instabili; d) alle industrie estrattive a cui si applica il decreto legislativo 25 novembre 1996, n.624; e) all'impiego di mezzi di trasporto terrestre, marittimo, fluviale e aereo per i quali si applicano le pertinenti disposizioni di accordi internazionali tra i quali i vari Regolamenti per il trasporto delle sostanze pericolose. DEFINIZIONI Ai fini del d.lgs. 12 giugno 2003, n.233, per «atmosfera esplosiva», si intende una miscela con l'aria, a condizioni atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri in cui, dopo accensione, la combustione si propaga all'insieme della miscela incombusta. Per «normale attività» si intende la situazione in cui gli impianti sono utilizzati entro i parametri progettuali. 1 Riguarda gli apparecchi a gas per uso domestico utilizzati per la cottura, il riscaldamento, la produzione di acqua calda, ecc.. 3

4 Classificazione delle aree Il decreto divide le aree pericolose in sei classi così definite: ZONA 0 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia. ZONA 1 Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva, consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapori o nebbia, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività. ZONA 2 Area in cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva consistente in una miscela di aria e di sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. ZONA 2-0 Area in cui è presente in permanenza o per lunghi periodi o frequentemente un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria. ZONA 2-1 Area in cui la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile nell'aria, è probabile che avvenga occasionalmente durante le normali attività ZONA 2-2 Area i n cui durante le normali attività non è probabile la formazione di un'atmosfera esplosiva sotto forma di nube di polvere combustibile o, qualora si verifichi, sia unicamente di breve durata. ADEMPIMENTI Sono specificatamente definiti i seguenti obblighi del datore di lavoro: Prevenzione e protezione contro le esplosioni Adottare le misure tecniche e organizzative adeguate alla natura dell'attività per prevenire la formazione di atmosfere esplosive. Nel caso in cui non sia possibile prevenire la formazione di atmosfere esplosive, è necessario: a) evitare l'accensione di atmosfere esplosive; b) prendere misure per attenuare le conseguenze di un'eventuale esplosione, in modo da garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori. 4

5 E necessario tenere conto di possibili fenomeni di propagazione delle esplosioni e rivedere periodicamente la valutazione dei rischi in occasione di cambiamenti o modifiche al processo. Valutazione del rischio di esplosione La valutazione dei rischi deve essere effettuata tenendo conto almeno dei seguenti elementi: a) probabilità e durata della presenza di atmosfere esplosive; b) probabilità che le fonti di accensione, comprese le scariche elettrostatiche, siano presenti e divengano attive ed efficaci; c) caratteristiche dell'impianto, sostanze utilizzate, processi e loro possibili interazioni; d) entità degli effetti prevedibili. Il rischio deve essere valutato in modo complessivo, tenendo conto dei possibili collegamenti fra le diverse aree. Classificazione delle aree a rischio di esplosione Il datore di lavoro ripartisce, secondo le zone già citate, le aree in cui possono formarsi atmosfere pericolose. Per tali aree di lavoro devono essere applicate le seguenti prescrizioni minime: a) Formazione professionale lavoratori b) Istruzioni scritte e abilitazione al lavoro c) Controllo di fughe ed emissioni d) Controllo di cariche elettrostatiche e) Utilizzo di impianti e attrezzature adeguate f) Riduzione del rischio residuo, relativo all esplosione g) Presenza di allarmi e sistemi di evacuazione h) Messa in servizio e collaudo impianto in zone a rischio di esplosione i) Gruppo di continuità per alimentazione sistemi di controllo e di emergenza (da valutare) j) Segnale apposito nelle aree classificate Documento sulla protezione contro le esplosioni Il datore di lavoro provvede a elaborare e a tenere aggiornato un documento, denominato: «documento sulla protezione contro le esplosioni» che, in particolare, deve precisare: a) che i rischi di esplosione sono stati individuati e valutati; b) che saranno prese misure adeguate per raggiungere gli obiettivi di protezione contro le esplosioni; 5

6 c) quali sono i luoghi che sono stati classificati nelle zone di rischi definite dal decreto; d) quali sono i luoghi in cui si applicano le prescrizioni minime previste dal decreto; e) che i luoghi e le attrezzature di lavoro, compresi i dispositivi di allarme, sono concepiti, impiegati e mantenuti in efficienza tenendo nel debito conto la sicurezza; f) che, ai sensi del titolo III del d.lgs. n.626/94, sono stati adottati gli accorgimenti per l'impiego sicuro di attrezzature di lavoro. E, infine, opportuno sottolineare che il decreto legislativo comporta la predisposizione dei disegni di classificazione delle aree anche dal punto di vista elettrico. APPLICAZIONE AL SETTORE DEI GAS TECNICI Le principali sostanze di produzione e/o uso del settore, a titolo di esempio, che devono essere prese in considerazione ai fini dell applicazione del decreto in parola, sono: acetilene idrogeno ammoniaca ossido di etilene altre sostanze piroforiche o infiammabili, compresi i servizi di stabilimento (esempio gas metano, ecc.) per uso di processo Per quanto riguarda l applicazione al settore delle diverse zone si propongono, sempre a titolo di esempio, le seguenti possibili classificazioni: ZONA Esempi di classificazione delle aree con riferimento alla norma EN Zona 0 Lo sfiato di messa all aria delle rampe di acetilene, in modo simile all esempio 3 di pag.39 Zona 1 Il pozzetto situato intorno alla pompa per trasferimento di ossido di etilene può essere considerato come nell esempio 1 di pag.37 La valvola di sfiato di un gascromatografo di processo su una linea idrogeno può essere considerato come nell esempio 3 di pag.39 Il travaso di ossido di etilene da autobotte etilene può essere considerato come nell esempio 9 di pag.45 Zona 2 La valvola di regolazione su una tubazione per acetilene può essere considerata come nell esempio 4 di pag.40 Zona 2-0 Attività di coordinamento con clienti produttori di bottoni, farine, zucchero, birra, ecc., ove si verifica la presenza di polveri in trasporto pneumatico o in stoccaggio Zona 2-1 Attività di coordinamento con clienti produttori di bottoni, farine, zucchero, birra, ecc., ove si verifica la presenza di polveri in trasporto pneumatico o in stoccaggio Zona 2-2 Attività di coordinamento con clienti produttori di bottoni, farine, zucchero, birra, ecc., ove si verifica la presenza di polveri in trasporto pneumatico o in stoccaggio Gli apparecchi e i sistemi di protezione devono essere conformi alle categorie del DPR n.126 del 23 marzo 1998 (cfr. anche UNI EN e IEC 61508). In particolare: a) alla zona 0 devono corrispondere apparecchi di categoria 1; b) alla zona 1 devono corrispondere apparecchi di categoria 1 o 2; c) alla zona 2 devono corrispondere apparecchi di categoria 1 o 2 o 3; 6

7 Gli apparecchi vengono anche classificati nei due seguenti gruppi: Gruppo I: destinati ai lavori in sotterraneo, nelle miniere e nei loro impianti di superficie esposti a rischio di sprigionamento di grisou e/o di polveri combustibili; Gruppo II: destinati ad essere utilizzati in altri siti esposti al rischio di atmosfere esplosive. Le categorie del gruppo secondo sono quelle esplicitate nella tabella seguente: Categoria Livello di protezione Livello di protezione assicurato Destinati ad ambienti in cui 1 molto elevato anche in caso di guasto si rileva sempre, spesso o per eccezionale lunghi periodi un atmosfera 2 elevato anche in presenza di anomalie ricorrenti o difetti di funzionamento esplosiva vi è probabilità che si manifestino atmosfere esplosive 3 normale a funzionamento normale vi sono scarse probabilità che si manifestino (e comunque solo per breve tempo) atmosfere esplosive Dal punto di vista pratico, occorre svolgere le seguenti attività: 1) classificazione delle aree e predisposizione del documento sulla protezione contro le esplosioni, il cui svolgimento, in alcuni casi, può essere opportuno venga assegnato ad un professionista esterno; 2) organizzazione di un corso per i responsabili del servizio di prevenzione e protezione che, a loro volta, dovranno provvedere all addestramento di tutti i lavoratori interessati; 3) preparazione di un pacchetto di addestramento per il suddetto corso; 4) integrazione, quando pertinente, con adeguata procedura, del manuale del sistema di gestione della sicurezza ai fini della prevenzione dei rischi di incidente rilevante; 5) Integrazione del documento di valutazione dei rischi. 7

8 TERMINI PER L ADEGUAMENTO La tempistica relativa all applicazione del decreto può essere così schematizzata: EVENTO DATA APPLICAZIONE DA: Entrata in vigore2 11 settembre 2003 Le attrezzature poste in servizio prima del 30 giugno 2003 devono subito essere adeguate 30 giugno 2003 Le attrezzature poste in servizio dopo il 30 giugno 2003 devono già ottemperare alle prescrizioni del decreto 30 giugno 2003 Adeguamento dei luoghi di lavoro già operativi prima del 30 giugno giugno 2006 I luoghi di lavoro posti in servizio dopo il 30 giugno 2003 devono già ottemperare alle prescrizioni del decreto 30 giugno 2003 RIFERIMENTI LEGISLATIVI E NORMATIVI Decreto legislativo 12 giugno 2003, n.233, pubblicato sulla G.U. n. 197 del Direttiva 1999/92/CE del 16 dicembre 1999, pubblicata sulla G.U. CE n.l023 del 28 gennaio 2000 Direttiva 94/9/CE del 23 marzo 1994, pubblicata sulla G.U. CE n.l100 del 19 aprile 1994 Decreto del Presidente della Repubblica 23 marzo 1998, n.126 (di recepimento della direttiva 94/9/CE) pubblicato sulla G.U. n.101 del 4 maggio 1998 Decreto legislativo 19 settembre 1994 n.626, con successive modificazioni ed integrazioni (si consiglia per questo la consultazione di un testo coordinato); EN (CEI 31-30) per atmosfere esplosive in presenza di gas, riguardante la classificazione dei luoghi pericolosi; EN (CEI 31-33) per atmosfere esplosive in presenza di gas, riguardante le costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas (diversi dalle miniere); EN per atmosfere esplosive in presenza di polveri combustibili; UNI EN (2001) Atmosfere esplosive Prevenzione dell esplosione e protezione contro l esplosione Concetti fondamentali e metodologia UNI EN Apparecchi non elettrici per atmosfere potenzialmente esplosive Metodo di base e requisiti UNI EN (1998) riguardante la sicurezza del macchinario Parti del sistema di comando legati alla sicurezza Principi generali per la progettazione 2 La direttiva 1999/92/CE prescriveva l entrata in vigore negli Stati nazionali entro il 30 giugno Il decreto legislativo è stato di fatto pubblicato il 26 agosto

9 IEC (2002) sulla sicurezza funzionale di dispositivi elettrici, elettronici e elettronici programmabili 3 Norma Italiana CEI EN Classif. CEI CT 31 - Anno Fascicolo 4591 Edizione: Prima - Costruzioni elettriche per atmosfere esplosive per la presenza di gas - Parte 17: Verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere) Norma Italiana CEI 31-35/A;V1 - Classif. CEI 31-35/A;V1 - CT 31 - Anno Fascicolo 6778 Edizione: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della Norma CEI EN (CEI 31-30)- Classificazione dei luoghi pericolosi. Esempi di applicazione Norma Italiana CEI 31-35;V1 - Classif. CEI 31-35;V1 - CT 31 - Anno Fascicolo 6565 Edizione: Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive - Guida all'applicazione della Norma CEI EN (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi Norma Italiana CEI 31-35/A - Classif. CEI 31-35/A - CT 31 - Anno Fascicolo 5926 Edizione: Seconda - Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della Norma CEI EN (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi - Esempi di applicazione Norma Italiana CEI Classif. CEI CT 31 - Anno Fascicolo 5925 Edizione: Seconda - Costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza di gas - Guida all'applicazione della Norma CEI EN (CEI 31-30) - Classificazione dei luoghi pericolosi. ALLEGATI TECNICI Gli allegati seguenti mostrano due esempi di classificazione delle aree, rispettivamente, per un sito destinato alla produzione di acetilene e latte di calce e per un deposito di bombole (quest ultimo tratto da un documento tedesco TRG 280 del 9 agosto 1989). 3 Per sicurezza funzionale si intende la parte della sicurezza globale che dipende dal fatto che un sistema o un apparecchio operi in modo corretto in risposta ad un input ricevuto 9

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