Le esportazioni: un punto di forza dell economia italiana

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1 16 APRILE 2018 Le esportazioni: un punto di forza dell economia italiana L Italia è tra i primi dieci paesi esportatori al mondo e le esportazioni sono da sempre un punto di forza dell economia italiana e ne rappresentano al meglio l eccellenza nel mondo. Anche nell ultima fase di ripresa ciclica, avviata nel 2013, le esportazioni sono state importanti per sostenere il ritorno alla crescita del PIL e hanno dato un contributo fondamentale soprattutto all inizio della ripresa, quando la domanda interna (ed in particolare gli investimenti) erano ancora molto deboli. Dall inizio del 2013 il PIL in Italia è cresciuto del 4.3% (in termini reali) ed a questa crescita le esportazioni hanno contribuito per il 5.5%, dunque superiore alla crescita del PIL. Al contempo, il contributo delle importazioni è stato anche più forte (6.1%), pertanto il canale estero ha apportato un contributo negativo alla crescita nel periodo considerato. Questo andamento non ha comunque impedito all avanzo della bilancia commerciale italiana di raggiungere il suo massimo storico a gennaio del GRAFICO , poco sotto i 50 miliardi di euro, livello poi sostanzialmente mantenuto anche nei mesi successivi. Se si confronta la dinamica dell export italiano con quella dei principali partners commerciali dal 2013 al 2017, si nota (Grafico 1) che la crescita delle esportazioni italiane è stata inizialmente più debole rispetto alle altre principali economie dell Area Euro, ma si è riportata in linea con quella della Francia alla fine del periodo, ed ha poi accelerato soprattutto negli ultimi due anni, andando a ridurre anche la distanza dalla Spagna. La dinamica recente delle esportazioni ed i settori più dinamici Se si guarda all andamento degli ultimi anni, si può parlare di ripresa dell export italiano solo a partire dal 2014, dopo una sostanziale stagnazione nel 2013: nel grafico 2 si nota come la dinamica sia stata robusta sia in valore (+14.8%) che in volume (+7.4%), considerando il periodo dal dicembre 2013 al dicembre

2 Quali sono stati i settori più dinamici che hanno trainato la ripresa dell export nel corso degli ultimi anni? Prima di guardare ai tassi di crescita, è utile considerare il peso delle diverse categorie merceologiche in cui si scompone l export dell Italia, per avere un idea di quali sono i prodotti che l Italia principalmente esporta. Il grosso delle esportazioni italiane è costituito da beni manufatti (98.3% circa, una quota costante nel tempo, dal 1999 ad oggi), mentre è trascurabile il peso dei beni agricoli, silvicoltura e pesca (1.6%,) e dell estrazione di minerali (0.1%), come evidenziato nel Grafico 3. GRAFICO 2. I settori più pesanti nel manifatturiero sono quelli di eccellenza del Made in Italy : al primo posto si trovano infatti i macchinari e le apparecchiature (18.3%, quota sostanzialmente stabile dal 1999), al secondo posto il tessile, abbigliamento e pelletteria (11.7%). Quest ultimo comparto ha registrato trasformazioni importanti negli ultimi venti anni per poter sopravvivere alla competizione della Cina. All interno del settore hanno resistito le imprese di alta gamma, ad alto valore aggiunto, la cui redditività si basa su brand e pricing power, non sui volumi. Al terzo posto si situa il settore dei mezzi di trasporto (con un peso dell 11.6%, dagli autoveicoli, ai motocicli, alla nautica). Infine, con un peso del 10.8%, la metallurgia. Seguono, con un peso tra il 7% e il 5% gli alimentari (si osservi l aumento della quota nel corso del tempo), i prodotti chimici, gomma e materie plastiche, altri prodotti manifatturieri, il farmaceutico e gli apparecchi elettrici. Chiudono la classifica due settori in cui l Italia ha da tempo perso il proprio vantaggio a causa di una forte concorrenza internazionale: i Computer/apparecchi elettronici e ottici e la lavorazione del legno/mobili e carta, dove però sopravvivono nicchie di eccellenza. GRAFICO 3. Il grafico 4 mostra invece la crescita delle esportazioni italiane nel corso degli ultimi anni. In considerazione del fatto che molte imprese di eccellenza del Made in Italy sono di alta gamma e non lavorano sulle quantità, ma sul prezzo, ci concentreremo sulla crescita dell export in valore. Il settore più dinamico risulta essere quello dei mezzi di trasporto (con una crescita in valore del 36.4%), seguito dal settore farmaceutico (circa il 26.2% in valore) e dagli alimentari (il 23.4% in valore), un settore che negli ultimi anni ha conquistato sempre più quote di mercato grazie ad una più efficace strategia di affermazione del marchio Made in 2

3 Italy. Ha mostrato dinamismo anche il settore che raggruppa altre attività manifatturiere (gioielleria, giocattoli, strumenti musicali, articoli sportivi, forniture mediche e dentistiche), con una crescita sostenuta in valore (19%). E stata superiore al 15% in valore anche la crescita dei prodotti chimici (17.7%) e delle esportazioni di computer e apparecchi elettrici e ottici (17.2%). Ad impedire alle esportazioni italiane di crescere più vivacemente è stata la performance relativamente ridotta dei macchinari (comunque positiva, all 11.8%, sempre in valore) e della lavorazione dei metalli (3.7%), che come abbiamo visto sopra hanno un peso non trascurabile nell export italiano (rispettivamente 18% e 11% circa). E stato poi notevole il calo (ma solo in valore, non in volume) dei prodotti petroliferi e minerari, a causa della riduzione del prezzo del petrolio e delle materie prime, ma il loro peso nell export complessivo è molto ridotto (rispettivamente 3% e 0.1%) e hanno sottratto solo mezzo punto percentuale alla crescita complessiva nel periodo considerato. GRAFICO 4. I rischi posti dal protezionismo L economia italiana è tra i maggiori paesi esportatori al mondo, non solo in termini quantitativi (in valore), ma anche in relazione alla complessità produttiva dei prodotti esportati. In generale, tutte le principali economie dell Area Euro hanno un elevato grado di apertura al resto del mondo (il peso di esportazioni e importazioni in percentuale del PIL è cioè molto alto). L aumento del protezionismo, e la conseguente riduzione del commercio internazionale che ne deriverebbe, rappresenta un rischio importante, soprattutto alla luce delle recenti decisioni dell Amministrazione USA. Proprio ad inizio marzo, infatti, l Amministrazione Trump ha annunciato l imposizione di tariffe sulle importazioni di acciaio (al 25%) e sull alluminio (al 10%), per proteggere la produzione domestica. Il 22 marzo l Amministrazione USA ha poi deciso di esentare l UE dalle tariffe, ma non è chiaro ancora se questa decisione sia permanente o solo temporanea. I maggiori esportatori di acciaio e alluminio verso gli Stati Uniti non sono comunque paesi europei (i primi tre sono Canada, Brasile e Corea del Sud), ma la Germania è all ottavo posto e l Italia e la Spagna rientrano nei primi venti. Considerate isolatamente, queste misure hanno un impatto trascurabile sia per l Italia sia per il resto dell Area Euro, visto il modesto peso che acciaio e alluminio rivestono nel complesso delle esportazioni verso gli Stati Uniti, per non dire delle esportazioni complessive: per l Italia l 1.2% e lo 0.5%, rispettivamente per acciaio e alluminio, sul totale delle esportazioni che 3

4 si dirigono verso gli Stati Uniti, quota che scende a poco più dello 0.1% e allo 0.04% se si considera il totale delle esportazioni. Anche in Germania, l ottavo esportatore di alluminio verso gli Stati Uniti, il peso sia sulle esportazioni complessive verso gli USA che sul totale delle esportazioni, è molto modesto. Rischi ben più rilevanti potrebbero emergere però se l Amministrazione Trump annunciasse altre misure, relative a beni che rivestono un importanza maggiore per le esportazioni dell Area Euro (ad esempio, le autovetture). Questo potrebbe avvenire se vi avviasse una vera e propria guerra commerciale, uno scenario che non riteniamo probabile. Gli Stati Uniti, del resto, sono il primo partner commerciale dell Area Euro, verso cui si dirige il 13.4% delle esportazioni dell Area (che rappresentano il 2.6% del PIL). Gli Stati Uniti sono anche il primo partner della Germania ed il terzo per Italia e Francia. La quota di esportazioni verso gli Stati Uniti di Germania ed Italia è circa del 9%, ma la Germania risulta maggiormente esposta in termini di esportazioni verso gli Stati Uniti come peso sul PIL (3.4%, rispetto al 2.4% dell Italia). GRAFICO 5. GRAFICO 6. 4

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