LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2015

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2015"

Transcript

1 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2015 Centro Regionale di Radioprotezione Settembre 2016 ARPA LOMBARDIA

2

3 Relazione predisposta da: Maurizio Forte, Stefania Costantino con il contributo di: Giuseppe Abbate, Silvia Arrigoni, Pietro Badalamenti, Annamaria Cugini, Cecilia Danesino, Giovanni Gadaleta, Daniela Lunesu, Michelino Palermo, Marco Romanelli. si ringrazia inoltre per il contributo cartografico: Alessandro Menin Verificata da: Rosella Rusconi Responsabile CRR Approvata da: Maurizio Bassanino Responsabile U.O.C. Agenti Fisici e Radioprotezione Emessa il 7 settembre 2016

4

5 LA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2015 Indice 1. La misura della radioattività: perché? Le reti di monitoraggio La radioattività negli alimenti Il latte vaccino Le acque potabili La radioattività nell ambiente Ambiente: l aria Ambiente: le acque superficiali Ambiente: i boschi Valutazione dei risultati e stime di dose... 44

6

7 La misura della radioattività: perché? La misura della radioattività ambientale Il controllo della radioattività ambientale, sia di origine naturale che di origine antropica, è un obbligo stabilito dall Unione Europea, recepito successivamente sia a livello nazionale che regionale. In Lombardia la Rete di Monitoraggio della Radioattività è gestita da ARPA Lombardia, ed in particolare dal Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo. Il monitoraggio della radioattività è richiesto dalla normativa nazionale e da quella europea e riguarda soprattutto la radioattività artificiale. Anche la radioattività naturale (ad esempio la radioattività naturale nelle acque), tuttavia, è oggetto di specifici controlli. Nell ambiente che ci circonda sono presenti sostanze radioattive naturali di origine primordiale (legate alla nascita dell universo) e cosmogenica (prodotte dall interazione della radiazione cosmica con l atmosfera terrestre). Nel nostro ambiente quotidiano possiamo trovare anche sostanze radioattive artificiali introdotte dall uomo a seguito di immissioni controllate (come ad esempio quelle legate all uso di composti radioattivi a scopo sanitario) o di eventi incidentali (come l incidente di Chernobyl del 1986 e quello di Fukushima del 2011). I controlli sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia naturali che artificiali: sostanze radioattive naturali: lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle matrici più significative dal punto di vista della qualità dell ambiente e dell esposizione della popolazione; sostanze radioattive artificiali: i controlli sono finalizzati alla valutazione puntuale dello stato dell ambiente e all individuazione di eventuali situazioni di contaminazione di origine antropica dovute ad eventi incidentali nonché alla valutazione dell esposizione della popolazione. Questo tipo di verifiche rientra dalla fine degli anni ottanta nel piano di monitoraggio della radioattività ambientale previsto in tutte le regioni italiane e coordinato, a livello nazionale, dall ISPRA (Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione Ambientale). Riferimenti normativi Il Trattato Euratom (EC, 1957) dispone che tutti gli Stati membri dell Unione eseguano il controllo permanente del grado di radioattività dell ambiente e delle principali derrate alimentari e che i risultati di tali rilevazioni siano regolarmente comunicati alla Commissione Europea. La legislazione nazionale riprende tale obbligo nell articolo 104 del Decreto Legislativo 230/95 (DL, 1995) Controllo sulla radioattività ambientale, il quale prevede l esistenza di reti di sorveglianza nazionali dei livelli di radioattività nell ambiente, negli alimenti e nelle bevande e demanda alle singole Regioni la gestione delle reti uniche regionali attraverso il ricorso a strutture pubbliche idoneamente attrezzate. A livello centrale la rete dei controlli è coordinata dall ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione 1

8 e la Ricerca Ambientale) che gestisce la rete RESORAD (Rete di Sorveglianza per il controllo sulla Radioattività ambientale), in cui confluiscono i dati prodotti da tutte le reti regionali. In collaborazione con tutte le Agenzie regionali, su mandato del Ministero dell Ambiente, l ISPRA ha recentemente rivisto e formalizzato nel Manuale della Rete Resorad (rev. 30 giugno 2014) la struttura attuale della rete nazionale RESORAD, anche sulla base delle richieste ed indicazioni fornite dall Unione Europea. In Lombardia la rete di monitoraggio della radioattività, che opera costantemente dal 1988, è gestita dall Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente. Con decreto n del della D.G. Ambiente, Energia e Reti, nel 2010 la Regione ha riconosciuto in tale rete la rete unica regionale di cui all art. 104 del decreto legislativo 230/95. La rete gestita da ARPA Lombardia è un esempio di buona pratica della conduzione delle reti regionali di monitoraggio ed è uno dei pochi casi in cui viene implementata a livello regionale la pressoché totalità dei controlli richiesti dall Unione Europea (Raccomandazione UE 473/2000); la rete lombarda rappresenta inoltre un eccellenza nel monitoraggio di alcuni comparti ambientali, come l aria, in virtù della frequenza e sensibilità dei controlli, nonché nella misura di alcuni composti radioattivi, come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio, la cui determinazione richiede l applicazione di tecniche di misura complesse e oramai disponibili a livello nazionale in pochissimi laboratori. A partire dal settembre 2012, con decreto del D.G. n. 533 del 2/08/2012, è stato istituito presso ARPA Lombardia il Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), individuato come struttura specialistica di riferimento per la gestione dei casi e dei problemi attinenti le radiazioni ionizzanti e la radioprotezione. A tale struttura è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale. ARPA Lombardia ha in carico la gestione delle analisi, che vengono effettuate presso le due sedi laboratoristiche del CRR di Milano e di Bergamo, e garantisce direttamente l esecuzione del monitoraggio radiometrico comprendente sia i controlli ambientali (prelievi ed analisi) che quelli sugli alimenti. In particolare, la sorveglianza sugli alimenti è condotta in collaborazione con la Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia e con il supporto delle (ex) ASL per quanto riguarda l attività di campionamento. Nella sede di Milano è attivo anche un laboratorio di radiochimica per le misure dei radionuclidi non rilevabili mediante la spettrometria gamma come lo stronzio 90, il plutonio ecc. 2

9 Dal Trattato Euratom (1957), Artt. 35 e 36 art 35: Ciascuno stato Membro provvede agli impianti necessari per effettuare il controllo permanente del grado di radioattività dell atmosfera, delle acque e del suolo La commissione ha il diritto di accedere agli impianti di controllo e può verificarne il funzionamento e l efficacia art. 36: Le informazioni relative ai controlli contemplati dall articolo 35 sono regolarmente comunicate dalle autorità competenti alla Commissione, per renderla edotta del grado di radioattività di cui la popolazione possa eventualmente risentire. Dal D.Lgs 230/95, Art Fermo restando quanto disposto dall'articolo 54, nonché le competenze in materia delle regioni, delle province autonome e dell'anpa*, il controllo sulla radioattività ambientale è esercitato dal Ministero dell'ambiente; il controllo sugli alimenti e bevande per consumo umano ed animale è esercitato dal Ministero della sanità. I ministeri si danno reciproca informazione sull'esito dei controlli effettuati. Il complesso dei controlli è articolato in reti di sorveglianza regionale e reti di sorveglianza nazionale. 2. La gestione delle reti uniche regionali è effettuata dalle singole regioni, secondo le direttive impartite dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente. Le regioni, per l'effettuazione dei prelievi e delle misure, debbono avvalersi, anche attraverso forme consortili tra le regioni stesse, delle strutture pubbliche idoneamente attrezzate. Le direttive dei ministeri riguardano anche la standardizzazione e l'intercalibrazione dei metodi e delle tecniche di campionamento e misura. 3. Le reti nazionali si avvalgono dei rilevamenti e delle misure effettuati da istituti, enti ed organismi idoneamente attrezzati. 4. Per assicurare l'omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità di esecuzione dei prelievi e delle misure, relativi alle reti nazionali ai fini dell'interpretazione integrata dei dati rilevati, nonché per gli effetti dell'articolo 35 del Trattato istitutivo della CEEA, sono affidate all'anpa* le funzioni d coordinamento tecnico. A tal fine l'anpa*, sulla base delle direttive in materia, emanate dal Ministero della sanità e dal Ministero dell'ambiente: a) coordina le misure effettuate dagli istituti, enti o organismi di cui sopra, riguardanti la radioattività dell'atmosfera, delle acque, del suolo, delle sostanze alimentari e bevande e delle altre matrici rilevanti, seguendo le modalità di esecuzione e promuovendo criteri di normalizzazione e di intercalibrazione; b) promuove l'installazione di stazioni di prelevamento di campioni e l'effettuazione delle relative misure di radioattività, quando ciò sia necessario per il completamento di un'organica rete di rilevamento su scala nazionale, eventualmente contribuendo con mezzi e risorse, anche finanziarie; c) trasmette, in ottemperanza all'articolo 36 del Trattato istitutivo della CEEA, le informazioni relative ai rilevamenti effettuati. 5. Per quanto attiene alle reti nazionali, l'anpa* provvede inoltre alla diffusione dei risultati delle misure effettuate. 6. La rete di allarme gestita dal Ministero dell'interno ai sensi della legge 13 maggio 1961, n. 469, concorre autonomamente al sistema di reti nazionali. *NDR: oggi ISPRA 3

10 Le reti di monitoraggio La rete regionale, nazionale ed europea La rete Nazionale di sorveglianza discende da esigenze di monitoraggio della radioattività nell ambiente e negli alimenti a seguito dell adesione al Trattato Euratom e dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli evidenziata a fronte dell incidente di Chernobyl (1986). Ad ARPA Lombardia ed in particolare al Centro Regionale di Radioprotezione (CRR), che dispone di laboratori a Milano e a Bergamo, è assegnato il compito di gestire e coordinare le attività legate alla Rete Regionale di monitoraggio della radioattività ambientale, comprese le attività che confluiscono nella Rete Nazionale e successivamente nella Rete Europea istituita ai sensi del Trattato Euratom. Molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state identificate da ISPRA come punti rappresentativi della macroregione Nord Italia. La struttura della rete di monitoraggio della radioattività è stata definita in sede europea con l emanazione della Raccomandazione 2000/473/Euratom (EC, 2000) che richiama gli obblighi sanciti dal Trattato Euratom (1957). In questo documento sono elencate le matrici, alimentari ed ambientali, da sottoporre ad analisi, con quale periodicità effettuare i campionamenti, quali radionuclidi tenere in considerazione e che sensibilità analitica raggiungere (Tabella 1). La stessa Raccomandazione propone la suddivisione degli stati europei in aree macroregionali: la Lombardia appartiene all area macroregionale Nord (Figura 2); in tale area molte delle attività di monitoraggio svolte da ARPA Lombardia sono state recentemente identificate da ISPRA (Manuale della Rete Resorad, rev. 30 giugno 2014) come punti rappresentativi della macroregione Nord per la rete europea, in virtù della sensibilità, completezza e continuità dei set di dati forniti. A livello regionale le reti di monitoraggio, che derivano dalla necessità di potenziare il sistema dei controlli della radioattività ambientale, sono definite in modo tale da soddisfare sia le richieste dell Unione Europea che quelle Nazionali e sono gestite dalle Agenzie Regionali o Provinciali per la Protezione dell Ambiente, le cui attività sono coordinate dall Istituto per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). ARPA Lombardia, come attuatore della rete unica regionale, ha definito il piano annuale di monitoraggio includendo matrici e punti di prelievo che afferiscono alla rete nazionale ed ulteriori matrici, punti di prelievo, e/o osservazioni ritenuti necessari o utili ai fini della sorveglianza ambientale locale (Tabella 2). La composizione della Rete Regionale di monitoraggio per l anno 2015 è stata concordata con Regione Lombardia e formalizzata nel febbraio La struttura della Rete 2015 La revisione della rete di monitoraggio effettuata nel 2014, che ha comportato una razionalizzazione dei punti di prelievo sulle matrici per le quali non sono stati registrati negli ultimi anni casi di superamento dei livelli stabiliti dall Unione Europe, è stata mantenuta anche per il

11 A seguito dell entrata in vigore della Direttiva 2013/51/Euratom, che stabilisce requisiti per la tutela della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano (il cui recepimento D.Lgs. 28/ febbraio 2016) è stata avviata la pianificazione, in collaborazione con la D.G. Welfare, delle attività di monitoraggio radiometrico delle acque potabili sul territorio regionale. Nel complesso il piano di monitoraggio regionale deve garantire il controllo dei seguenti comparti: alimenti, aria, ambiente acquatico e ambiente terrestre per i quali si rimanda alle schede di dettaglio. 5

12 Tabella 1 - Requisiti minimi delle reti di monitoraggio della radioattività secondo la Raccomandazione 2000/473 Matrice Parametro analitico Livello Notificabile (*) ARIA BETA GLOBALE (**) 0,005 BQ/M 3 Cs-137 0,03 BQ/M 3 ACQUE SUPERFICIALI BETA RESIDUO (**) 0,6 BQ/L Cs BQ/L ACQUE POTABILI H BQ/L Sr-90 0,06 BQ/L Cs-137 0,1 BQ/L RADIONUCLIDI NATURALI NON SPECIFICATO LATTE Sr-90 0,2 BQ/L Cs-137 0,5 BQ/L DIETA MISTA Sr-90 0,1 BQ/D.P. (***) (*) Livello notificabile: concentrazione minima di cui si richiede notifica (**) Misura non obbligatoria (***) Becquerel/giorno persona Cs-137 0,2 BQ/D.P. C-14 (*) NON SPECIFICATO Ricadute Figura 1 - Comparti controllati dalla rete di monitoraggio regionale Dose gamma in aria Particolato - gas Muschi Bacche Selvaggina Funghi Suolo Acqua potabile Carne Latte Latticini Frutta Verdura Cereali ecc. Acqua superficiale DMO Sedimenti Pesci d acqua dolce 6

13 Matrice Tabella 2 - Piano annuale di campionamento ed analisi 2015 Regione Lombardia N. punti di controllo Frequenza di campionamento Parametri analitici Punto di prelievo DOSE GAMMA AMBIENTALE 2 Giornaliera Dose gamma Centri urbani ARIA - PARTICOLATO ATMOSFERICO (PTS) 2 Giornaliera/Settimanale/Mensile Gamma emettitori ARIA FASE GASSOSA 1 Settimanale Gamma emettitori FALLOUT 2 Mensile Gamma emettitori 1 Mensile Stronzio 90 1 Mensile Plutonio DMO 7 Trimestrale Gamma emettitori 1 Semestrale Stronzio 90 1 Semestrale Plutonio ACQUE SUPERFICIALI 3 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori ACQUE REFLUE, DEPURATE, FANGHI 3 Trimestrale/Semestrale Beta totale Centri urbani Centri urbani Corsi d acqua superficiali Fiumi/Laghi 12 Semestrale Gamma emettitori Impianti di depurazione PESCI DI LAGO 4 Trimestrale/Semestrale Gamma emettitori Corpi idrici superficiali FUNGHI SPONTANEI (prodotti locali) FRUTTI DI BOSCO (prodotti locali) UNGULATI SELVATICI (cinghiali, caprioli, daini) 7 Annuale Gamma emettitori 5 Annuale Gamma emettitori 7 Annuale Gamma emettitori LATTE VACCINO DI CENTRALE 13 Mensile Gamma emettitori 5 Mensile Stronzio 90 CARNE BOVINA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori CARNE SUINA 2 Trimestrale Gamma emettitori POLLAME 2 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - PASTA 1 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - RISO 2 Trimestrale Gamma emettitori CEREALI E DERIVATI - FARINA 1 Trimestrale Gamma emettitori DERIVATI DEL LATTE 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori FRUTTA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori VERDURA A FOGLIA LARGA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori VERDURA NON A FOGLIA 2 Mensile/Trimestrale Gamma emettitori MOLLUSCHI 1 Trimestrale Gamma emettitori PASTO COMPLETO 1 Mensile Gamma emettitori 1 Mensile Stronzio 90 ACQUA POTABILE DI RETE 3 Mensile Gamma emettitori 1 Trimestrale Stronzio 90 1 Mensile Alfa/Beta tot 1 Mensile Trizio Ambiente boschivo naturale Centrali di produzione Centri di produzione rilevanti o grandi centri di smercio Grandi centri di smercio Mense aziendali Rete di distribuzione 7

14 Matrice N. punti di controllo Frequenza di campionamento Parametri analitici Punto di prelievo MANGIME ANIMALE 1 Trimestrale Gamma emettitori 1 Trimestrale Stronzio 90 FORAGGIO 1 Annuale Gamma emettitori 1 Annuale Stronzio 90 Azienda agricola Azienda agricola Figura 2 - Definizione delle aree macroregionali (cartina aggiornata al 2000) Sono visualizzate le aree macroregionali individuate dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom. L Italia è divisa in tre aree (nordcentro-sud). A ciascuna area macroregionale corrisponde un punto della rete diradata che deve garantire prestazioni elevate e un controllo approfondito. 8

15 La radioattività negli alimenti Gli alimenti Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee viene monitorata la radioattività presente nei principali alimenti distribuiti in Lombardia. Ogni anno sono sottoposti a misura radiometrica oltre 400 campioni degli alimenti più comuni, scelti in base alle indicazioni del piano regionale di monitoraggio. Gli alimenti sono prelevati in grandi centri di distribuzione e non sono necessariamente prodotti in Lombardia in quanto viene privilegiato il criterio del campionamento al consumo. Il monitoraggio degli alimenti è condotto in collaborazione con le ATS (ex ASL) e la Sanità Regionale. Si ricercano i gamma emetitori, come il cesio 137, e in alcuni casi lo stronzio 90. Gli alimenti Le matrici alimentari da analizzare nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale, come indicato dalla Raccomandazione 2000/473/Euratom, sono le seguenti: Acqua potabile componente dell alimentazione umana il cui controllo è previsto anche dal D.L.vo 31/01 Attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alle acque destinate al consumo umano, che prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività non solo di origine artificiale. Per maggiori dettagli si rimanda alla scheda acque potabili. Novità nel controllo delle acque sono state introdotte dal D.L.vo 28/2016, già in parte recepito nel piano dei controlli dell anno Latte - componente importante nell alimentazione umana e dei bambini in modo particolare, indicatore di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. Il latte viene trattato più diffusamente in una specifica scheda (vedi: il latte vaccino). Alimenti solidi alimenti costituenti (o componenti) della dieta umana rappresentativi della dieta nazionale e regionale; per le derrate alimentari, la Raccomandazione 2000/473 prevede l esecuzione di misure sui singoli ingredienti selezionati tra i più importanti del pasto medio italiano (elenco e consumi medi sono riportati in Tabella 1) assicurando, in questo modo, la rappresentatività del campionamento rispetto alla dieta tipo della popolazione lombarda. È prevista, inoltre, la misura del pasto completo che si consuma in una mensa scolastica o aziendale. Il monitoraggio degli alimenti viene eseguito di concerto con le ASL (oggi ATS) che si occupano del prelievo degli alimenti secondo uno schema concordato tra ARPA e la Direzione Generale Welfare della Regione. Il piano di monitoraggio della radioattività negli alimenti prevede l esecuzione di controlli dei principali componenti della dieta umana (per lo più prodotti 9

16 non derivati) allo scopo di stimare la dose alla popolazione. Il criterio di selezione dei prodotti da sottoporre a controllo è pertanto quello del largo consumo: vengono prelevati presso grossi centri di distribuzione (tipicamente mercati generali) gli alimenti pronti per la vendita sul territorio regionale, anche se prodotti in altre regioni. La scelta del tipo di frutta e verdura da analizzare viene effettuato secondo il criterio della stagionalità. Le analisi sono dirette principalmente alla misura dei radionuclidi gamma emettitori, compreso il cesio 137, che costituiscono la stragrande maggioranza delle sostanze radioattive esistenti. In alcuni casi specifici viene effettuata anche la misura dello stronzio 90, che oltre al cesio 137 è l altro elemento radioattivo che è ancora possibile misurare in tracce in alcuni tipi di alimenti. Riportiamo di seguito una breve sintesi dei risultati delle misure effettuate (principalmente riferite al cesio 137). CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio degli alimenti di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2015 sono stati analizzati 427 campioni alimentari per la ricerca di gamma-emettitori (in particolare cesio 137). In 28 campioni (principalmente di latte vaccino) è stato ricercato anche l isotopo stronzio 90. Nella maggior parte dei campioni la radioattività artificiale è risultata inferiore a quanto misurabile. Nei casi in cui sono stati rilevati i radioisotopi artificiali cesio 137 e stronzio 90, le concentrazioni misurate sono così piccole da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. Le quantità rilevate sono compatibili con gli strascichi lasciati in ambiente dall incidente di Chernobyl e dai test nucleari in atmosfera degli anni

17 Tabella 1 - Consumi medi giornalieri per i principali alimenti della dieta italiana (grammi) Alimento Lattanti Bambini Adulti CEREALI LATTE DERIVATI DEL LATTE CARNI BOVINE CARNI OVINE CARNI SUINE PESCE POLLAME UOVA VEGETALI A FOGLIA ALTRI VEGETALI FRUTTA OLIO ACQUA POTABILE VINO Figura 1 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione per matrice del tipo di campioni analizzati (anno 2015) LATTE E DERIVATI 172 MANGIME 4 FUNGHI 49 PASTO MEDIO 4 PESCI E MOLLUSCHI 46 ACQUA 36 FRUTTA E VERDURA 50 ERBA E FORAGGIO 1 CEREALI E DERIVATI 16 CARNE 31 BACCHE 18 11

18 Figura 2 - Cesio 137 negli alimenti: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2015) 50 ACQUA BACCHE CARNE CEREALI E DERIVATI ERBA E FORAGGIO FRUTTA E VERDURA FUNGHI LATTE E DERIVATI MANGIME PASTO MEDIO PESCI E MOLLUSCHI BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA Figura 3 - Cesio 137 negli alimenti: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2015) MI 126 MN 20 PV 12 SO 49 LO 12 LC 40 VA 23 CR 45 CO 38 BS 28 BG 34 12

19 Tabella 2 - Riassunto delle determinazioni di cesio 137, stronzio 90 attività alfa e beta totale effettuate nel 2015 sugli alimenti e sull acqua potabile Sono riportate le macrocategorie e le singole matrici analizzate (prima e seconda colonna), il numero di campioni analizzati per singola matrice (terza colonna) e il numero di campioni che hanno dato risultati rispettivamente inferiori e superiori alla minima attività rivelabile (MAR) in quarta e quinta colonna. Nelle ultime due colonne sono riportati i valori medi e massimi di concentrazione dei radionuclidi, considerando i soli risultati superiori alla MAR. I funghi commestibili e le bacche sono contabilizzate tra i prodotti spontanei (vedi cap. "i boschi") Cesio 137 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Bq/kg ACQUA ACQUA POTABILE RETE Att. max. (> MAR) Bq/kg CARNE BOVINA ,39 0,63 CARNE CARNE POLLAME CARNE SUINA ,17 LATTE E DERIVATI CEREALI E DERIVATI LATTE ,092 0,19 DERIVATI DEL LATTE CEREALI DERIVATI DEI CEREALI MANGIME MANGIME ,065 0,080 ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO FRUTTA FRUTTA E VERDURA ORTAGGI VERDURA FOGLIA LARGA ,047 0,093 PESCI E MOLLUSCHI PESCE ACQUA DOLCE ,95 2,50 MOLLUSCHI COZZE PASTO PASTO COMPLETO Stronzio 90 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Bq/kg ACQUA ACQUA POTABILE RETE LATTE E DERIVATI LATTE ,02 0,11 MANGIME MANGIME ,28 ERBA E FORAGGIO FORAGGIO FRESCO ,23 PASTO PASTO COMPLETO ,02 0,27 Att. max. (> MAR) Bq/kg Attività α totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,088 0,099 Attività β totale Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR Att. Media ( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg ACQUA ACQUA POTABILE RETE ,081 0,088 13

20 Figura 4 - Concentrazione di cesio 137 nella carne bovina Il valore di riferimento per tutti i campioni di alimenti, indicato nel Regolamento Europeo 733/2008 modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 600 Bq/kg per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1998 quasi tutte le misure hanno fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile. Bq/kg Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 5 - Concentrazione di cesio 137 e stronzio 90 nel pasto medio nell anno 2015 Nei campioni di pasto medio la concentrazione di cesio 137 è risultata inferiore alla minima attività rivelabile in tutti i campioni (nel grafico sono rappresentati con barre tratteggiate i valori inferiori alla minima attività rilevabile). La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile, ma i valori rilevati sono estremamente piccoli e non comportano alcun tipo di rischio. 0,04 Bq/kg 0,03 0,02 0, Trim 2 Trim 3 Trim 4 Trim Cs 137 Sr 90 14

21 Il latte vaccino Il latte vaccino Il latte vaccino è l alimento monitorato con la frequenza più elevata data la sua importanza nella dieta, in particolar modo quella infantile, e la sua caratteristica di marcatore ambientale. Il metabolismo dell animale, infatti, può concentrare nel latte in modo specifico alcuni radionuclidi. Per questo motivo viene analizzato, in un numero selezionato di campioni, anche lo stronzio 90, chimicamente analogo al calcio. Contrariamente a quanto avviene per gli alimenti, nel caso del latte fresco i campionamenti si svolgono alle centrali di produzione e, in alcuni casi, direttamente alle stalle. Il latte fresco infatti tende ad avere una catena di distribuzione prevalentemente locale. Il latte vaccino Tra gli alimenti un attenzione particolare è da sempre posta nel controllo del latte vaccino fresco perché è un componente importante nell alimentazione umana (e dei bambini in modo particolare) oltre a risentire immediatamente di eventuali fenomeni di radiocontaminazione ambientale. I campionamenti di latte sono pertanto effettuati nelle principali centrali di produzione (10 in totale) che si trovano nel territorio lombardo (Figura 1). Il latte vaccino fresco è una delle poche matrici alimentari (insieme ai pesci di lago ed ai funghi spontanei vedi schede specifiche) legate al luogo di produzione, in quanto il latte fresco commercializzato in Lombardia è per lo più prodotto nelle immediate vicinanze della centrale di produzione. Sono sottoposte a controllo le concentrazioni di cesio 137 e di stronzio 90, entrambi radionuclidi artificiali immessi in ambiente sia dall incidente di Chernobyl che a seguito dei test nucleari in atmosfera degli anni sessanta (Figure 2 4). Viene inoltre effettuato il monitoraggio del latte prodotto in due aziende agricole, una a Senna Comasco (nella zona storicamente più colpita dalle ricadute di Chernobyl) ed una a Crotta d Adda (in prossimità della Centrale di Caorso). Le concentrazioni di cesio 137 nei latti di stalla risultano sempre inferiori alla minima attività rivelabile. Dai grafici riportati si evidenzia che, a quasi 30 anni dall incidente di Chernobyl, le concentrazioni di cesio 137 e stronzio 90 sono estremamente piccole e le differenze di contaminazione tra latti prodotti in diverse zone della Lombardia sono ormai quasi scomparse. Anche i controlli effettuati sul latte a lunga conservazione prodotto in una delle centrali già monitorate per il latte fresco (Peschiera) hanno dato risultati confrontabili con quelli già riportati. CONCLUSIONI Il monitoraggio del latte vaccino fresco effettuato nel 2015 ha fornito risultati coerenti con l andamento storico della radiocontaminazione. La maggior parte delle analisi di cesio 137 ha dato esiti inferiori alla soglia di rilevazione, specialmente per i campioni di latte della zona meridionale pianeggiante della regione. I valori di stronzio 90 misurati sono simili a quelli degli anni precedenti e più alti per 15

22 i campioni provenienti dalla fascia prealpina e alpina. Queste tracce di radiocontaminazione sono ascrivibili alle ricadute del passato e inferiori per diversi ordini di grandezza ai valori fissati dalla Comunità Europea. Nessun danno alla salute è pertanto ipotizzabile. La stessa conclusione vale per il latte a lunga conservazione prodotto da una delle più grandi centrali lombarde. Figura 1 - Punti di prelievo del latte vaccino in Lombardia (di stalla e di centrale) 16

23 Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate) Il valore di riferimento indicato nel Regolamento Europeo 733/2008, modificato dal Regolamento 1409/2009, è pari a 370 Bq/kg per la somma di cesio 137 e cesio 134. Dal 1992 la maggior parte delle misure ha fornito risultati inferiori alla minima attività rivelabile (vedi anche i dati in Figura 3). Bq/kg Attività Cesio 137 Valori <MAR Figura 3 - Andamento della concentrazione di stronzio 90 nel latte della Centrale del Latte di Milano (oggi situata a Vernate) tra gli anni 1986 e 2015 La concentrazione di stronzio 90 è risultata misurabile nella maggior parte dei campioni analizzati, i valori rilevati sono comunque minimi e non comportano alcun tipo di rischio. Bq/kg 0,14 0,12 0,10 0,08 0,06 0,04 0,02 0,

24 Figura 4 - Concentrazione di stronzio 90 nel latte delle Centrali di Vernate (MI), Varese, Casalmaggiore (CR), Albano S. Alessandro (BG) e Chiuro (SO) per gli anni Bq/kg 0,100 0,090 0,080 0,070 0,060 0,050 Vernate Varese Casalmaggiore Albano S.A. Chiuro 0,040 0,030 0,020 0,010 0,000 I trim 2013 II trim 2013 III trim 2013 IV trim 2013 I trim 2014 II trim 2014 III trim 2014 IV trim 2014 I trim 2015 II trim 2015 III trim 2015 IV trim

25 Le acque potabili Le acque potabili L acqua utilizzata a scopo potabile contiene normalmente sostanze radioattive di origine naturale e può contenere sostanze radioattive di origine artificiale. ARPA esegue da anni controlli sulle acque destinate al consumo umano al fine di escludere possibili rischi per la salute coerentemente alla normativa italiana ed europea vigente. I controlli sono effettuati in continuo sull acqua di rete di tre città (Milano, Bergamo e Sondrio), mentre campagne di misura più estese sono state condotte sull intero territorio regionale. L acqua potabile proveniente sia dalla falda che da acque di superficie contiene normalmente sostanze radioattive naturali. La presenza di radionuclidi di origine naturale nelle acque, infatti, è un fatto usuale dovuto a fenomeni di natura geologica e prescinde nella maggior parte dei casi da ipotesi di inquinamento antropico. Il contatto dell acqua con le rocce dell acquifero fa sì che vengano solubilizzati i composti che le costituiscono, compresi quelli radioattivi. Poiché anche le sostanze radioattive naturali possono costituire un rischio per la salute, il problema della loro presenza nelle acque potabili non può essere trascurato. La presenza di radioattività di origine artificiale è più probabile nelle acque superficiali che possono essere più facilmente contaminate da ricadute di materiale radioattivo di quanto accada per falde profonde. l controlli sulle acque sono pertanto finalizzati alla ricerca di sostanze radioattive sia artificiali che naturali. Lo scopo dei controlli è quello di ricostruire la distribuzione della concentrazione di radionuclidi nelle acque utilizzate a scopo potabile e stimare la dose alla popolazione, anche alla luce della Direttiva Europea 2013/51/Euratom del 22/10/13 che stabilisce requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano, recentemente recepita nel nostro paese col D.Lgs. 28/2016 di cui sono attesi i Decreti attuativi. Questa prevede esplicitamente l obbligo di verificare il valore di alcuni parametri legati alla radioattività quali la Dose Indicativa (DI) e la concentrazione di radon, indica inoltre i livelli di riferimento per una vasta serie di radionuclidi sia naturali che artificiali. La Direttiva inoltre individua come criterio di screening la misura dell attività alfa e beta totale, fissando dei valori al di sotto dei quali non sono necessari approfondimenti ulteriori e l acqua può essere considerata sicura dal punto di vista radiometrico. Per valori superiori devono essere effettuate indagini di approfondimento determinando le concentrazioni dei singoli radionuclidi presenti e calcolando la dose totale. Il valore di riferimento per quest ultima è fissato in 0,1 msv/anno. Il valore di riferimento per il radon 222 è invece di 100 Bq/l. 19

26 La radioattività artificiale ARPA Lombardia effettua da diversi decenni un monitoraggio in continuo in tre punti degli acquedotti di Milano, Bergamo e Sondrio, misurando l attività gamma su elevati volumi di acqua adeguatamente concentrati (Tab. 1). Si è aggiunto, nel 2015, un quarto punto rete nella città di Brescia, ubicato presso i laboratori dell acquedotto locale (A2A) e gestito in collaborazione. Nel punto rete di Milano viene inoltre misurata mensilmente l attività alfa e beta totale. La sensibilità sperimentale, in termini di limite di rivelazione, per quanto riguarda Cs 137 è di circa mille volte inferiore alla sensibilità richiesta per legge perché lo scopo non è solo quello di verificare la salubrità dell acqua da un punto di vista radiometrico ma di avvistare in modo precoce qualsiasi fenomeno di inquinamento antropico della falda. Tab. 1 Punti di controllo in continuo dell acqua di rete Città Punto di prelievo Volumi campionati (l/mese) Limite rivelazione (Cs 137) (Bq/l) Sensibilità richiesta (Cs 137) (Bq/l)* Milano Sede ARPA Bergamo Sede ARPA Brescia Sede A2A Sondrio Sede ARPA * D.Lgs. 28/2016: Allegato III, tab. 2 La radioattività naturale Negli scorsi anni ARPA Lombardia aveva realizzato un primo screening a livello regionale sulla radioattività naturale nelle acque potabili, che in Italia ha certamente una rilevanza per la salute maggiore della radioattività artificiale. Una prima mappatura aveva comportato prelievi nei capoluoghi di provincia lombardi, successivamente erano stati selezionati almeno altri due punti per provincia allo scopo di avere una prima copertura territoriale omogenea. Parallelamente sono stati realizzati approfondimenti specifici ove ritenuto necessario per motivi di densità demografica o per specificità note presenti negli acquiferi o nella geologia della zona (Fig. 1). Sono state investigate con maggior dettaglio la provincia di Sondrio, l Oltrepò Pavese, la Val Brembana, le aree circostanti a Parabiago e Lodi, la città di Milano e, più recentemente, la città di Brescia. Complessivamente sono state prelevate e analizzate acque in 152 punti misurando sempre l attività alfa e beta totale e, a seconda delle circostanze, radionuclidi naturali specifici quali radon 222, radio 226, radio 228, isotopi dell uranio. Sono stati investigati 86 comuni lombardi su 1544 per una copertura demografica corrispondente a circa il 30% del totale (Tab.2). Tutti i dati ottenuti sono disponibili sul sto di ARPA Lombardia: nell area tematica radioattività una nuova sezione 1 riguardante le acque potabili riporta, oltre ad una serie di utili informazioni e rimandi bibliografici, anche i resoconti di tutte le indagini effettuate e i risultati analitici per tutti i comuni monitorati. In sintesi si può affermare che in Lombardia non sono state finora individuate situazioni in cui il valore di parametro per la dose (0,1 msv/anno) sia superato. Anche

27 nei pochi casi in cui sono stati i parametri di screening (attività alfa/beta totale), le successive indagini di approfondimento previste dalla legge e comportanti l analisi dei singoli radionuclidi hanno permesso di dimostrare che comunque ciò non implicava un superamento del parametro di dose. Una nuova campagna regionale La Direttiva Europea (2013/51/Euratom) ed il suo recepimento (D. Lgs. 28/2016) hanno posto richieste più stringenti sia in termini di parametri da determinare che in termini di copertura demografica e territoriale: questo sia per la radioattività di originale artificiale che per quella naturale. La programmazione di una campagna di monitoraggio delle acque potabili in Lombardia è complessa data l estensione del problema: in Lombardia esistono circa reti acquedottistiche ed un numero totale di prese d acqua pubbliche pari circa a 8.000, sia sotterranee che superficiali. La popolazione, quasi 10 milioni di persone, è distribuita in comuni. Nel 2015 si è avviata, in collaborazione con la DG Welfare regionale, la programmazione di una nuova campagna regionale avente i seguenti obiettivi: Arrivare ad una copertura demografica di almeno il 50% della popolazione Realizzare una copertura territoriale omogenea Misurare, per ogni punto scelto, almeno l attività alfa/beta totale e la concentrazione di radon 222, integrando eventualmente con le determinazioni aggiuntive che si rendessero necessarie. Considerare tutte le specificità geologiche ed idrogeologiche note effettuando eventuali campionamenti ad hoc Tenere in considerazione eventuali pozzi privati di industrie alimentari Questa campagna, da avviarsi di concerto con la Direzione Welfare di Regione Lombardia, dovrà inoltre avvalersi del supporto organizzativo delle ASL (ora ATS) e della collaborazione dei gestori degli acquedotti. Si provvederà nel corso del 2016 ad attivare gli opportuni contatti per completare la pianificazione di dettaglio e ad avviare la campagna. CONCLUSIONI La radioattività presente nelle acque potabili lombarde è di origine naturale, ed è dovuta prevalentemente agli isotopi dell uranio. I livelli misurati sono tali che si ha sempre il rispetto di quanto previsto dalla normativa vigente, sia europea che nazionale. Una nuova Direttiva Europea (2013/51/Euratom) puntualizza i requisiti radiometrici richiesti alle acque potabili, ARPA Lombardia sta avviando pertanto una nuova campagna regionale di monitoraggio che ne applica i criteri; i dati ottenuti sino ad ora appaiano del tutto tranquillizzanti. 21

28 Fig. 1: Punti di campionamento nelle campagne realizzate negli anni dal 2005 ad oggi 22

29 Tab. 2: Campagne già realizzate (2005-oggi) - Popolazione e comuni lombardi esaminati almeno una volta per almeno un parametro ASL Totale popolazione Popolazione esaminata Totale comuni Comuni esaminati Popolazione esaminata (%) BG BS CO CR LC Comuni esaminati (%) LO MN MI MI MI MB PV SO Val Cam VA TOT Tab 3: Differenti criteri per coprire 50% popolazione regionale: n. di comuni 50% su base regionale 50% su base ATS Da esaminare Totali

30 La radioattività nell ambiente L ambiente Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee, viene monitorata la radioattività presente in ambiente tramite misure di dose gamma e del particolato atmosferico, il controllo dei gas in atmosfera e delle deposizioni al suolo, delle acque superficiali (acque, vegetazione, pesci, sedimenti), dei reflui fognari e depuratori, dei prodotti dell ambiente boschivo e selvatico (funghi, bacche selvatiche, muschi ). I prelievi sono estesi alla Lombardia e comportano oltre 400 analisi all anno. Le matrici Le matrici ambientali analizzate nell ambito della rete di monitoraggio della radioattività ambientale sono: Aria: sono analizzati sia la frazione gassosa dell aria che il particolato atmosferico totale sospeso (PTS), sono inoltre raccolte e analizzate le ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche. Si effettua in continuo la misura della dose gamma in aria, finalizzata alla pronta individuazione di eventi incidentali anche di origine transfrontaliera (vedi scheda Ambiente: l aria). Acque superficiali: il monitoraggio comprende non solo le acque di fiume e di lago ma anche la vegetazione acquatica, la fauna ittica, i sedimenti ed il detrito minerale organico (DMOS). Le misure hanno lo scopo di quantificare il contenuto di radioattività dei corpi idrici, che possono essere interessati da immissione locale di reflui contaminati, e di valutare l entità dell eventuale contaminazione trasferibile agli altri comparti ambientali. Vengono monitorate anche le acque reflue urbane, in ingresso agli impianti di depurazione, e le acque in uscita da questi ultimi, il cui controllo fornisce utili informazioni sull eventuale immissione locale di reflui contaminati in corpi idrici (vedi scheda: Ambiente le acque superficiali). Ambiente boschivo naturale: comprendente funghi, bacche selvatiche, muschi e selvaggina. In questi ambienti, tendenzialmente indisturbati, la contaminazione delle passate ricadute si è conservata in modo più marcato. CONCLUSIONI Il piano di monitoraggio ambientale di ARPA Lombardia copre tutto il territorio regionale e soddisfa i criteri imposti dalla regolamentazione nazionale ed europea. Nel 2015 sono stati analizzati 449 campioni ambientali. I risultati, riportati in dettaglio nelle schede specifiche, non mostrano rilevanti anomalie. 24

31 Tabella 1 - Matrici ambientali: punti di campionamento e numero di campioni analizzati 1 PARTICOLATO SOSPESO (PTS) 2 n. punti campionamento n. campioni ARIA ARIA FRAZ. GASSOSA 1 RICADUTE UMIDE E SECCHE ACQUE SUPERFICIALI ACQUA DI FIUME 1 DMO 6 72 ACQUA DI LAGO 2 PESCI D'ACQUA DOLCE 3 DEPURATORI BOSCHI FUNGHI 3 BACCHE 2 CINGHIALI 7 ALTRA SELVAGGINA Non sono stati considerati i dati di dose gamma giornaliera, precedentemente compresi nel computo dei campioni e dal 2015 conteggiati in termini di campagne di misura Figura 1 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del tipo di campioni analizzati (anno 2015) I campioni sono suddivisi per macrocategorie ARIA 225 BACCHE 3 DEPURATORI 79 FIUMI E LAGHI 72 SELVAGGINA 35 FUNGHI 35 25

32 Figura 2 - Cesio 137 in ambiente: numero e tipo di campioni analizzati per provincia (anno 2015) 140 ARIA DEPURATORI FIUMI E LAGHI FUNGHI E BACCHE SELVAGGINA BG BS CO CR LC LO MB MI MN PV SO VA N.B. Non sono stati contabilizzati i campioni giornalieri di PTS (circa 400) Figura 3 - Cesio 137 in ambiente: ripartizione del numero di campioni analizzati per provincia (anno 2015) LO 10 MB 3 MI 133 MN 14 PV 16 SO 27 LC 53 CR 7 VA 24 CO 41 BS 19 BG

33 Ambiente: l aria L aria Il monitoraggio della radioattività dell aria in Lombardia prevede misure di radionuclidi che si trovano sia nel particolato (es. cesio 137) che nella fase gassosa (es. iodio 131). Sono monitorati anche radionuclidi artificiali quali lo stronzio 90 e gli isotopi 238, 239 e 240 del plutonio nelle ricadute atmosferiche umide e secche. Viene inoltre misurata, in continuo e con sistemi semiautomatici, la dose gamma in aria. In virtù delle elevate prestazione dei sistemi adottati questi punti di misura sono stati scelti come riferimento per il nord Italia nella rete diradata europea. La misura dei livelli di radioattività in aria è il più precoce indicatore di incidenti nucleari, anche con origine esterna al territorio nazionale. I dati relativi a questo monitoraggio sono raccolti quotidianamente presso più punti di prelievo (Figura 1) e prontamente comunicati, in caso di anomalie, alla Sala Operativa del Centro Emergenza Nucleare di ISPRA a Roma. La misura della radioattività in aria viene effettuata da ARPA Lombardia con le diverse tecniche, complementari fra loro, qui descritte. Le elevate prestazioni dei sistemi di misura utilizzati da ARPA Lombardia hanno fatto sì che il punto di misura di Milano venisse identificato come rappresentativo della macroregione Nord Italia per la rete diradata (ad alta sensibilità) dell Unione Europea (vedi cap. Le reti di monitoraggio ). La dose gamma in aria La misura della dose gamma in aria è un rapido indicatore di incrementi di radioattività dovuti a rilasci di sostanze radioattive in aria, anche come conseguenza di eventi incidentali di origine transfrontaliera. Il principale limite della tecnica è la limitata sensibilità che consente di riconoscere solo anomalie di dimensioni rilevanti: l incidente di Fukushima, ad esempio, non ha prodotto alcuna variazione dei valori di intensità di dose in aria mentre è stato rilevato dalla rete per la misura del particolato atmosferico (vedi nel seguito). Sul territorio nazionale sono presenti anche altre reti per il monitoraggio in continuo dell intensità di dose gamma in aria, come la Rete Gamma di ISPRA, costituita da 55 centraline di monitoraggio automatico, di cui 6 in Lombardia (Figura 1), che forniscono in tempo reale una misura del rateo di dose gamma assorbita in aria. ARPA Lombardia effettua le misure di dose gamma in aria con sistemi semiautomatici presso le sedi di Milano e Bergamo. Il particolato sospeso (PTS) La misura del particolato totale sospeso (PTS) viene effettuata in continuo tramite il prelievo del particolato sospeso in aria, tra cui anche quello radioattivo immesso in atmosfera in seguito ad eventuali incidenti. Il filtro su cui viene raccolto 27

34 il particolato viene periodicamente sostituito e analizzato in laboratorio. In Lombardia sono attive, nel 2015, due stazioni di prelievo del particolato presso le sedi ARPA di Milano e Bergamo. Questo tipo di controllo è il più rapido ed efficace indicatore di incidenti nucleari. La stazione di Milano è attiva dal 1988 ed è stata la prima stazione a livello nazionale per il controllo ad alta sensibilità della radiocontaminazione del particolato atmosferico. I prelievi sono condotti in continuo e le determinazioni analitiche effettuate giornalmente; ciò consente l individuazione precoce di eventi incidentali di qualsiasi origine anche di modestissima entità. L elevata sensibilità del sistema (tra le migliori in Europa) ha giustificato l inserimento della stazione di Milano nella rete di allarme di ISPRA per l individuazione di incidenti nucleari. In Figura 2 si riporta l andamento della concentrazione media mensile di cesio 137 nel particolato atmosferico (polveri totali sospese) prelevato nella città di Milano. Il cesio 137 visibile nell aria è ancora conseguenza principalmente dell incidente di Chernobyl. Le concentrazioni sono diminuite costantemente nel tempo con un andamento di tipo esponenziale ed attualmente si sono attestate su valori dell ordine del µbq/m 3. Aria frazione gassosa ARPA Lombardia ha aggiunto al sistema di captazione del particolato una trappola specifica, sviluppata all inizio degli anni 2000 presso il laboratorio di Milano, in grado di catturare lo iodio 131 presente come gas e non fissato sulle particelle sospese in aria. Questo ha permesso, ad esempio, una stima molto accurata della concentrazione di radioiodio in atmosfera nel corso dell incidente di Fukushima. Le ricadute atmosferiche La misura delle deposizioni al suolo o fallout - viene effettuata tramite la raccolta in vasche delle ricadute atmosferiche umide (pioggia, neve) e secche (polvere risospesa). Tale monitoraggio, condotto in 2 stazioni, si aggiunge ai precedenti per garantire un sistema completo di controllo della radioattività in aria. In particolare per il fallout le misure sono dirette all individuazione, oltre che dei gamma emettitori come il cesio 137, anche di radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio 238, 239 e 240 (Figure 3, 4 e 5), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni 60. CONCLUSIONI In Lombardia viene costantemente monitorata la radioattività artificiale nell aria. Le misure effettuate nel 2015 hanno evidenziato valori di radioattività artificiale inferiori alla minima attività rilevabile o comunque in concentrazioni tali da non rendere ipotizzabili rischi alla salute umana. 28

35 Figura 1 - Punti di controllo della dose gamma, del particolato e delle ricadute.. 29

36 Tabella 1 - Sintesi dei risultati delle analisi di aria (particolato e frazione gassosa) e ricadute nel 2015 Matrice PARTICOLATO SOSPESO (PTS ) Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 3 Att. min. (> MAR) Bq/m 3 Att. media( > MAR) Bq/m 3 Att. max. (> MAR) Bq/m 3 Cs ,9E-06 3,4E-07 1,9E-06 4,1E-06 I ,5E ARIA (FRAZIONE GASSOSA) I ,6E Matrice RICADUTE UMIDE E SECCHE Radionuclide N. campioni N. Camp < MAR N. Camp > MAR MAR media Bq/m 2 Att. min. (> MAR) Bq/m 2 Att. media( > MAR) Bq/m 2 Att. max. (> MAR) Bq/m 2 Cs ,7E-02 2,0E-02 8,3E-02 2,8E-01 Sr ,0E Pu ,5E-04 Pu ,1E-04 Nota: sono contabilizzati solo i campioni settimanali e mensili di particolato sospeso (PTS) e non i prelievi giornalieri (circa 400). Non sono inoltre contabilizzati i dati relativi alla dose gamma in aria, valutati dal 2015 in termini di numero di campagne di misura. Figura 2 - Concentrazione di cesio 137 nel particolato della stazione di Milano (aggiornata al 2015) La misura è estremamente sensibile e consente di rilevare quantità di radioattività molto piccole e irrilevanti dal punto di vista del rischio per la salute, come quelle immesse in atmosfera a seguito dell incidente di Algeciras del 1998 o di quello di Fukushima del ,2E-04 Bq/m 3 1,0E-04 8,0E-05 Incidente di Algeciras Attività CS-137 Valori <MAR 6,0E-05 4,0E-05 2,0E-05 Incidente di Fukushima 0,0E Il picco di concentrazione relativo al mese di giugno 1998 è stato causato dall incidente presso un acciaieria ad Algeciras, nel sud della Spagna, in cui è stata involontariamente fusa una sorgente di cesio 137 che ha prodotto una nube radioattiva che, anche se di modesta entità, ha investito buona parte dell Europa. In Europa il primo laboratorio ad avvistare la nube e a dare l allarme, prima ancora che fosse stato notificato l incidente, è stato quello del Dipartimento di Milano di questa Agenzia. E visibile anche il picco dovuto all incidente di Fukushima del

37 Figura 3 - Concentrazione di cesio 137 nel fallout della stazione di Milano dal 1987 ad oggi Le rilevazioni partono dal febbraio 1987, circa 9 mesi dopo l incidente di Chernobyl. In rosso i valori inferiori alla minima attività rivelabile. 1,0E+02 Bq/m 2 1,0E+01 1,0E+00 1,0E-01 1,0E Figura 4 - Concentrazione di stronzio 90 e plutonio nel fallout della stazione di Milano dal 2006 ad oggi Le barre vuote si riferiscono a valori inferiori alla minima attività rivelabile. La presenza di stronzio 90 e plutonio è dovuta prevalentemente alle conseguenze dei test nucleari in atmosfera degli anni

38 Bq/m 2 1,0E-01 Stronzio 90 Plutonio 1,0E-02 1,0E-03 1,0E-04 mar-06 set-06 mar-07 set-07 mar-08 set-08 mar-09 set-09 mar-10 set-10 mar-11 set-11 mar-12 set-12 mar-13 set-13 mar-14 set-14 giu-15 dic-15 Figura 5 - Concentrazione di cesio 137 nel fallout campionato a Milano e Sondrio nel 2012/ Bq/m 2 0,1 Milano Sondrio 0,01 32

39 Ambiente: le acque superficiali Le acque superficiali e i depuratori Il monitoraggio delle acque superficiali prevede il controllo dei principali corsi d acqua (laghi e fiumi) tramite la misura delle acque, della vegetazione acquatica, dei sedimenti e del detrito minerale organico sedimentabile (DMOS). I pesci, ed in particolare le specie carnivore, sono in grado di accumulare i radionuclidi presenti e forniscono utili indicazioni sulla qualità delle acque superficiali. Vengono controllati anche i principali depuratori misurando le acque in ingresso (reflui fognari), le acque depurate in uscita ed i fanghi usati per i trattamenti di depurazione. Il monitoraggio radiometrico delle acque superficiali prevede il controllo dei principali laghi e fiumi tramite la misura delle acque, della fauna e della vegetazione acquatica, dei sedimenti e del detrito minerale organico sedimentabile. Vengono controllati anche i principali impianti di depurazione delle acque reflue urbane allo scopo di verificare la qualità delle acque immesse nei corpi idrici a valle della depurazione e controllare nel contempo la presenza di eventuali accumuli di radioattività presso gli impianti (in particolare nei fanghi di depurazione). Le acque superficiali Il controllo delle acque di lago e di fiume prevede la misura della concentrazione di attività alfa e beta totale, dei gamma emettitori (tra cui cesio 137 e iodio 131) nonché, in alcuni casi, analisi di approfondimento per la ricerca dei radioisotopi artificiali stronzio 90 e plutonio 238, 239 e 240. Nel 2015 sono state monitorate le acque del Lario - o lago di Como - prelevate in due distinti punti (Como e Dervio) e quelle del fiume Po prelevate immediatamente a valle dell immissione del Mincio (Ostiglia) vedi Figura 1. I risultati sono riassunti in Tabella 1 e 2. In nessun campione si evidenzia la presenza di radioattività artificiale. La misura dell attività alfa o beta totale, che in alcuni casi ha fornito dati positivi, è dovuta alla presenza della radioattività naturale normalmente presente nelle acque sia superficiali che sotterranee. I sedimenti e il Detrito Minerale Organico Sedimentabile (DMOS) Il Detrito Minerale Organico Sedimentabile (DMOS) è il materiale in sospensione nell acqua di un fiume che tende a sedimentarsi nell alveo del fiume stesso. A differenza dei sedimenti, il DMOS è in fase di sospensione, concentra i radionuclidi presenti in acqua e fornisce quindi informazioni sulla storia recente del corso d acqua superficiale, permettendo l individuazione di eventuali recenti contaminazioni. Per tale motivo le misure previste sono quelle dei radionuclidi gamma emettitori a vita breve, oltre alla misura del cesio 137. Nel 2015 sono stati esaminati con cadenza trimestrale campioni provenienti dal fiume Po a valle delle immissioni del Ticino, 33

40 Lambro, Adda e Mincio (rispettivamente prelevati presso Linarolo, Orio Litta, Cremona e Ostiglia), dai fiumi Oglio (Pumenengo), alto Adda (Dubino) e Mella (Milzano). Non sono state individuate anomalie. I pesci d acqua dolce I pesci d acqua dolce costituiscono, oltre che un alimento, anche un buon bioindicatore della contaminazione delle acque superficiali, in particolare per quanto riguarda i laghi che sono spesso caratterizzati da fattori di ricambio delle acque molto limitati. Poiché i maggiori laghi della zona prealpina, Ceresio e Lario, sono stati colpiti in modo significativo dalle ricadute di Chernobyl, il controllo della contaminazione delle specie ittiche è stato avviato subito dopo l incidente e prosegue tutt oggi (Figura 2). Il piano dei controlli prevede il prelievo, nei laghi Ceresio e Lario, di specie ittiche erbivore od onnivore, soggette a bioaccumulo dei radionuclidi, e specie carnivore soggette a biomagnificazione. L analisi delle serie storiche evidenzia una contaminazione residua più significativa nel lago di Lugano (Ceresio) rispetto al lago di Como (Lario). E continuato il monitoraggio dei pesci del lago Maggiore e del lago di Garda inserito nel 2013 nel piano di campionamento. Gli impianti di depurazione delle acque La presenza di radioattività nelle acque reflue è dovuta principalmente all utilizzo di sostanze radioattive non sigillate nelle strutture sanitarie: i radiofarmaci, che sono somministrati ai pazienti a scopo diagnostico o terapeutico, vengono parzialmente escreti e possono confluire nelle reti fognarie cittadine, sia in quelle collegate alle strutture sanitarie che in quelle delle abitazioni dei pazienti dimessi dopo i trattamenti. Le strutture sanitarie operano normalmente all interno di specifici ambiti legislativi (D.L.vo 230/95 e s.m.i.) che consentono lo scarico, in quantità controllate, di sostanze radioattive nell ambiente. Poiché i tempi di dimezzamento fisico dei radionuclidi utilizzati a questo scopo variano da poche ore ad alcuni giorni, nella maggioranza dei casi la radioattività decade rapidamente e scompare entro pochi giorni dalla somministrazione; fa eccezione lo iodio 131 che avendo un tempo di dimezzamento fisico di circa 8 giorni decade completamente in circa un mese e mezzo. Gli impianti di depurazione delle acque rappresentano di conseguenza un punto di accumulo dei reflui radiocontaminati: le campagne di indagine hanno lo scopo di verificare l impatto ambientale dell uso a scopo sanitario di sorgenti radioattive non sigillate e di appurare l efficacia dei processi di depurazione nella rimozione di sostanze radioattive. Oltre a ciò, alcuni impianti di depurazione sono autorizzati a ricevere e trattare anche alcune tipologie di rifiuti liquidi di origine industriale, che per motivi vari possono contenere tracce di radioattività. Nel corso dell anno sono stati effettuati prelievi semestrali in 12 depuratori (uno per provincia lombarda, vedi Figura 3), scelti tra i maggiori. In tutti gli impianti sono stati realizzati campionamenti, su base semestrale, delle acque in ingresso (reflui fognari), delle acque in uscita (acque depurate) e dei fanghi di depurazione. In 5 di questi 12 impianti, autorizzati anche al trattamento dei rifiuti liquidi di origini industriale, è stato effettuato anche il controllo dei rifiuti liquidi di origine industriale in ingresso all impianto e dei fanghi di trattamento di tali rifiuti. 34

41 I risultati sono riassunti in Tabella 1, tra i radionuclidi di origine sanitaria è riportato solo il più significativo (iodio 131). Il cesio 137 riscontrato, invece, è probabilmente derivante dall incidente di Chernobyl. I depuratori che sono autorizzati a trattare anche rifiuti di origine industriale hanno fornito risultati del tutto confrontabili con quelli degli altri impianti. Tenuto conto degli approfondimenti e delle valutazioni già effettuate lo scorso anno, si conferma quindi che con le modalità di gestione attualmente adottate, non è ipotizzabile alcun problema radioprotezionistico in relazione ai processi di depurazione delle acque, né nei confronti dei lavoratori degli impianti né della popolazione. Data tuttavia la diffusione di tali impianti e l ubiquitaria presenza di radioattività il loro monitoraggio costante è certamente un utile presidio a tutela della popolazione e dell ambiente. CONCLUSIONI Il monitoraggio delle acque e sedimenti dei fiumi e laghi lombardi non ha portato alla rilevazione di anomalie dal punto di vista della radioattività. La presenza di radioattività negli impianti di depurazione è un fatto atteso ed è dovuta principalmente alle deiezioni di persone cui sono stati somministrati radiofarmaci; la radioattività presente nei fanghi è dovuta in modo prioritario allo iodio 131; le concentrazioni misurate non sono rilevanti dal punto di vista della radioprotezione. Anche gli impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti liquidi di origine industriale sinora monitorati non hanno evidenziato alcun problema. Sono quindi sempre rispettati i criteri che secondo la normativa vigente in materia di radioprotezione garantiscono la non rilevanza radiologica, vale a dire l assenza di qualunque implicazione per l ambiente e per le persone. 35

42 Figura 1 - Punti di prelievo delle acque superficiali e DMO 36

43 Figura 2 - Punti di prelievo dei pesci 37

44 Figura 3 - Punti di controllo degli impianti di depurazione delle acque. Impianti autorizzati anche al trattamento dei rifiuti liquidi di origine industriale: Brescia, Caronno Pertusella (VA), Castiglione delle Stiviere (MN), Lurano (BG), Mortara (PV) 38

45 Cesio 137 Tabella 1 - Sintesi dei risultati delle misure di cesio 137 e iodio 131 effettuate sui campioni di acque superficiali, sedimenti, DMO e depuratori nel 2015 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR FIUMI E LAGHI DEPURATORI MAR media Bq/kg Att. Media ( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg ACQUA FIUME DMO FIUME ACQUA LAGO DEPURATORI (ACQUE INGRESSO REFLUI URBANI + INDUSTRIALI) DEPURATORI (ACQUE USCITA) DEPURATORI (FANGHI BIOLOGICO + CHIMICO-FISICO) Iodio 131 Categoria Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR FIUMI E LAGHI DEPURATORI MAR media Bq/kg Att. Media ( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg ACQUA FIUME DMO FIUME ACQUA LAGO DEPURATORI (ACQUE INGRESSO REFLUI URBANI + INDUSTRIALI) DEPURATORI (ACQUE USCITA) DEPURATORI (FANGHI BIOLOGICO + CHIMICO-FISICO) Tabella 2 - Sintesi dei risultati delle misure effettuate sui campioni di acqua di fiume e di lago nel 2015 Matrice Radionuclide N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR MAR media Bq/kg Att. media( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg Cs ACQUA FIUME I α tot β tot Cs ACQUA LAGO I α tot β tot

46 Ambiente: i boschi L ambiente selvatico Gli ambienti boschivi, tendenzialmente indisturbati, tendono a trattenere in maniera più pronunciata i radionuclidi artificiali delle ricadute radioattive del passato. Alcuni organismi in particolare, come i funghi e i muschi, fissano stabilmente i radionuclidi e sono efficaci bioindicatori ambientali. Alcune zone boschive di montagna a piovosità elevata hanno subito con particolare intensità gli effetti di Chernobyl. Nel 2015 è proseguita la campagna sulla selvaggina e sui prodotti alimentari spontanei come funghi e bacche che sono oggetto di una specifica normativa comunitaria che fissa un limite di 600 Bq/kg per il cesio radioattivo. Gli ecosistemi naturali e semi-naturali quali le foreste e le superfici boschive sono l'habitat naturale di animali selvatici, di muschi, di bacche e di funghi; tali ecosistemi tendono a trattenere i radionuclidi provenienti dalle ricadute atmosferiche in uno scambio ciclico tra gli strati superiori del suolo (strame), batteri, microfauna, microflora e vegetazione. Inoltre il suolo di tali ecosistemi, normalmente indisturbato e consistente per la maggior parte di materiale organico, tende ad aumentare la disponibilità biologica del cesio radioattivo. La Raccomandazione Europea 2003/274 riporta la seguente osservazione: Si ritiene che la durata della contaminazione da cesio radioattivo in seguito all'incidente di Chernobyl di un certo numero di prodotti derivanti dalle specie che vivono e crescono nelle foreste e in altri ecosistemi naturali e seminaturali si riferisca essenzialmente al tempo di dimezzamento fisico di detto radionuclide, che è di circa 30 anni, e che tuttavia nessun cambiamento degno di nota per quanto riguarda la contaminazione di cesio radioattivo di questi prodotti verrà osservato nei prossimi decenni. Per questi motivi nell ambiente boschivo e nella flora e fauna selvatica sono talvolta riscontrate concentrazioni di qualche rilievo di radionuclidi collegati alle ricadute del passato. Alcuni prodotti spontanei, come le bacche, i funghi e la carne di selvaggina sono anche utilizzati nell alimentazione umana. La citata Raccomandazione, coerentemente col Regolamento Europeo 737/1990 e s.m.i., definisce come livello accettabile, per la somma di cesio 134 e cesio 137 nei prodotti spontanei, la concentrazione di attività di 600 Bq/kg. Le bacche selvatiche Il monitoraggio della radioattività nelle bacche selvatiche (come mirtilli neri, bacche di rovo, mirtilli rossi, lamponi, more di rovo e fragole selvatiche) riveste particolare importanza a causa della radioattività ancora presente nei boschi ed 40

47 anche per la rilevanza radiologica che il consumo abituale di tali alimenti può rivestire per alcuni gruppi della popolazione. I risultati sono riassunti in Tabella 1. I funghi spontanei I funghi sono considerati utili bioindicatori della radioattività ambientale poiché sono in grado di assorbire e trattenere il cesio presente nel terreno; questa loro peculiarità fa sì che la concentrazione media di cesio 137 nei funghi sia superiore a quella di tutti gli altri prodotti alimentari, con variazioni che dipendono sia dalla specie che dal luogo di prelievo. Nel 2015 sono state analizzate unicamente specie commestibili (porcini, gallinacci, mazze di tamburo, chiodini ecc). Per 2 campioni (di cui 1 raccolto in provincia di Como ed 1 in provincia di Brescia) su 49 complessivamente esaminati sono state determinate attività superiori alla concentrazione di 600 Bq/kg indicata nella Raccomandazione Europea 2003/274 (Tabella 1 e Figura 1). La selvaggina Anche nel 2015 la maggior parte di controlli sulla selvaggina è stata effettuata sui cinghiali, che nella nostra regione è la specie più numerosa e più significativa come indicatore ambientale. I risultati ottenuti (Tabelle 1 e 2, Figura 2) hanno evidenziato che la totalità dei campioni sono caratterizzati da valori di attività per il cesio 137 largamente inferiori a quanto richiesto dalla sopra citata Raccomandazione (Raccomandazione Europea 2003/274); in nessun caso questo valore, peraltro molto cautelativo, viene superato. Vengono pertanto escluse preoccupazioni di tipo sanitario connesse al consumo di carne di selvaggina. CONCLUSIONI Il monitoraggio dell ambiente selvatico viene condotto sia per i prodotti spontanei commestibili (bacche, funghi) che per i marcatori ambientali (muschi). Per quanto riguarda questi ultimi, sono state effettuate in passato campagne di misura che hanno dato indicazioni sull entità delle ricadute pregresse. Per quanto riguarda i prodotti spontanei ad uso alimentare, le misure condotte indicano che una quantità trascurabile di cesio 137 è contenuta nelle bacche selvatiche; più rilevanti sono le concentrazioni misurati nei funghi anche se la maggior parte dei valori rilevati (47 su 49, 96%) sono risultati inferiori al livello indicato nella Raccomandazione Europea 2003/274. Nel 2015 è proseguita la campagna di monitoraggio della selvaggina che, pur riguardando prevalentemente i cinghiali, ha iniziato a comprendere altri tipi di animali selvatici. Non sono stati registrati superamenti del valore di 600 Bq/kg riportato nella sopra richiamata Raccomandazione. 41

48 Tabella 1 - Sintesi dei risultati delle misure di concentrazione di cesio 137 nei prodotti spontanei di bosco (anno 2015) Sono riportati il numero di campioni analizzati in totale, il numero di analisi che hanno fornito un risultato inferiore o superiore alla minima attività rivelabile (MAR) e la minima attività rivelabile media. Nelle ultime due colonne sono riportate la media dei valori per i campioni con attività superiore alla MAR e infine il più alto valore riscontrato. Matrice N. campioni N. camp. < MAR N. camp. > MAR MAR media Bq/kg Att. media ( > MAR) Bq/kg Att. max. (> MAR) Bq/kg BACCHE ,24 26,63 65,30 FUNGHI ,48 124, CINGHIALI ,58 34, ALTRA SELVAGGINA Figura 1 - Concentrazioni di cesio 137 nei funghi raccolti nelle varie provincie lombarde (anno 2015) La linea rossa rappresenta la concentrazione di 600 Bq/kg indicata nella Raccomandazione Europea 2003/274 come livello accettabile per il radiocesio. Un campione raccolto in provincia di Como e uno raccolto in provincia di Brescia eccedono tale livello di concentrazione BG BS CO LC SO VA 42

49 Figura 2 - Numero di campioni di cinghiale analizzati per provincia SO 5 VA 4 BG 5 BS 5 PV 5 LC 7 CO 5 Tabella 2 - Riassunto delle concentrazioni di attività di cesio 137 nei cinghiali BG BS CO LC PV SO n. campioni analizzati Attività media (Bq/kg) 50 percentile (Bq/kg) N campioni con attività > 600 Bq/kg Valore max (Bq/kg) 0,53 0,60 0 0,86 10,97 3, ,2 26,68 28, ,4 25,1 27, ,4 1,07 0,50 0 3,0 9,8 3, ,6 VA 4 19,13 18, ,9 Nella tabella sono riportati il numero di campioni misurati per provincia, l attività media e la mediana (50 percentile). Quest ultimo parametro rappresenta il valore di attività al di sotto di cui si colloca la metà dei campioni, rappresenta perciò una stima del valore medio dell attività, meno condizionata della media aritmetica da valori estremi molto alti (o bassi). In nessun caso viene superato il valore di parametro di 600 Bq/kg (Raccomandazione Europea 2003/274, vedi sezione introduttiva). Nell ultima colonna sono riportati i valori massimi registrati. 43

50 Valutazione dei risultati e stime di dose I risultati delle analisi sono costantemente confrontati con i pertinenti valori di riferimento stabiliti dall Unione Europea. Le serie storiche dei dati analitici sono costantemente verificate, allo scopo di individuare andamenti anomali ben prima che si ravvisi un superamento dei limiti di legge. I risultati di tutte le misure effettuate sugli alimenti sono utilizzati per effettuare stime di dose, che è una misura diretta del rischio per l uomo associato al consumo di cibo contaminato. I risultati di tutte le analisi sugli alimenti sono sistematicamente confrontati con i parametri ed i valori di riferimento stabiliti dalla normativa europea in vigore (Regolamenti 733/2008 e 1408/2009, Raccomandazione n.274/2003) che stabilisce che la somma delle concentrazioni di cesio 134 e cesio 137 non deve superare 370 Bq/kg per il latte e i prodotti lattiero-caseari e per gli alimenti destinati all alimentazione dei lattanti, e 600 Bq/kg per tutti gli altri prodotti. Con l eccezione di due campioni di funghi, in tutti i campioni analizzati i livelli di cesio sono risultati ben inferiori ai valori sopra richiamati. Quale conseguenza dell'incidente di Chernobyl del maggio 1986 e dei test nucleari in atmosfera degli anni 60 ad oggi sono ancora visibili in alcuni alimenti anche tracce di stronzio 90, in concentrazione variabile in funzione del tipo di alimento e della zona di produzione dello stesso. I valori di stronzio 90 misurati sono risultati irrilevanti dal punto di vista del rischio per la salute. In nessuno dei campioni di alimenti analizzati è stata individuata la presenza di altri radionuclidi artificiali oltre al cesio 137 e allo stronzio 90. La dose da consumo di alimenti I risultati delle misure sono stati utilizzati per effettuare stime puntuali di dose, che è una misura della quantità di radiazione assorbita dal corpo umano a causa dell ingestione delle sostanze radioattive contenute negli alimenti e si misura in msv/anno (millisievert per anno). La dose è la grandezza direttamente correlata al rischio per la salute umana dovuto all esposizione a radiazioni; la dose non può essere misurata direttamente, ma viene stimata moltiplicando i valori di concentrazione di radioattività presenti negli alimenti per opportuni coefficienti di conversione, che dipendono tra l altro dal tipo di sostanza radioattiva presente e dall età. La dose assorbita a causa del consumo di alimenti contaminati è stata stimata per diverse classi d età (lattanti, bambini ed adulti), valutando la media dei valori misurati nel corso dell anno e considerando nel calcolo anche i valori inferiori 44

51 alla sensibilità analitica. Sotto queste ipotesi cautelative, nel peggiore dei casi la dose è risultata dell ordine di 0,002 msv/anno, valore inferiore alla cosiddetta soglia della non rilevanza radiologica, pari a 0,010 msv/anno. La dose dovuta al consumo di acqua potabile è risultata dell ordine di 0,003 msv/anno ed è dovuta esclusivamente alle sostanze radioattive di origine naturale che sono normalmente presenti nelle acque. La somma dei contributi alla dose dovuti al consumo degli alimenti ed al consumo di acqua potabile è pari circa a 0,005 msv/anno. A titolo di confronto, ciascuno di noi è esposto ad una dose di radioattività naturale pari circa a 2,4 msv/anno principalmente a causa dell esposizione al radon nelle abitazioni. Il confronto tra la dose dovuta al consumo di alimenti e quella dovuta ad altri tipi di esposizioni, comuni nella nostra vita, è presentato in Figura 1. CONCLUSIONI Nell anno 2015, come nei precedenti, la dose di radiazioni assorbita a causa del consumo di alimenti e acqua potabile è inferiore alla soglia della cosiddetta non rilevanza radiologica, pari a 0,010 msv/anno. A titolo di confronto, l esposizione media dovuta alla radioattività naturale è pari a 2,4 msv/anno. Figura 1 - Confronto tra diversi tipi di esposizione a radiazioni ionizzanti msv consumo alimenti anno 2015 consumo acqua potabile anno volo intercontinentale FRA-NYC 1 esame RX del torace in 2 proiezioni 1 anno di radioattività naturale 45

Il latte vaccino CONCLUSIONI

Il latte vaccino CONCLUSIONI Il latte vaccino Il latte vaccino Il latte vaccino è l alimento monitorato con la frequenza più elevata data la sua importanza nella dieta, in particolar modo quella infantile e la sua caratteristica di

Dettagli

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2014 Centro Regionale di Radioprotezione Settembre 2015 ARPA LOMBARDIA Relazione

Dettagli

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012 LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale anno 2012 Centro Regionale di Radioprotezione Dicembre 2013 ARPA LOMBARDIA Relazione

Dettagli

La rete nazionale per la misurazione della radioattività negli alimenti

La rete nazionale per la misurazione della radioattività negli alimenti conferenza Ambiente Sano per una Alimentazione Sana Le agenzie ambientali tra partnership e funzioni di garanzia verso il sistema agroalimentare italiano Milano - Palazzo Pirelli, sala Pirelli - 5 e 6

Dettagli

I dati disponibili in Lombardia Rosella Rusconi. Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia Via Juvara Milano

I dati disponibili in Lombardia Rosella Rusconi. Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia Via Juvara Milano I dati disponibili in Lombardia Rosella Rusconi Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia Via Juvara 22-20129 Milano 1 La quantità di radioattività nelle acque è monitorata sin dai tempi

Dettagli

Ambiente: le acque superficiali

Ambiente: le acque superficiali Ambiente: le acque superficiali Le acque superficiali e i depuratori Il monitoraggio delle acque superficiali prevede il controllo dei principali corsi d acqua (laghi e fiumi) tramite la misura delle acque,

Dettagli

RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI

RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI RIFERIMENTI NORMATIVI E LINEE GUIDA NAZIONALI PER I CONTROLLI RADIOMETRICI SULLE ACQUE POTABILI Elena Caldognetto Osservatorio Agenti Fisici ARPAV Verona LA RADIOATTIVITÀ NELLE ACQUE POTABILI DEL VENETO

Dettagli

Radioattività: i servizi al cittadino di ARPA Lombardia

Radioattività: i servizi al cittadino di ARPA Lombardia Radioattività: i servizi al cittadino di ARPA Lombardia Maria Teresa Cazzaniga Dipartimento di Milano U.O. Agenti Fisici «Le attività di ARPA in materia di sicurezza e gestione dei rischi per l ambiente»

Dettagli

Ricognizione regionale sull attuazione del D.Lgs. Lgs.. 31/2001

Ricognizione regionale sull attuazione del D.Lgs. Lgs.. 31/2001 VERONA, 4 dicembre 2007 Ricognizione regionale sull attuazione del D.Lgs Lgs.. 31/2001 Roberto Sogni ARPA Emilia-Romagna, Sezione di PIACENZA La ricognizione è stata condotta mediante la somministrazione

Dettagli

Presentazione del rapporto sulla radioattività ambientale in Piemonte

Presentazione del rapporto sulla radioattività ambientale in Piemonte Presentazione del rapporto sulla radioattività ambientale in Piemonte L assetto organizzativo del monitoraggio della radioattività ambientale in Italia Torino 21 dicembre 2010 Museo Regionale di Scienze

Dettagli

Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi ( ), a cura dell ARPAV. I-131 nel particolato atmosferico

Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi ( ), a cura dell ARPAV. I-131 nel particolato atmosferico mbq/m3 Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi (.04.), a cura dell ARPAV PARTICOLATO ATMOSFERICO Ogni giorno (con eventuale integrazione nei fine settimana e

Dettagli

Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi ( ), a cura dell ARPAV. I-131 nel particolato atmosferico

Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi ( ), a cura dell ARPAV. I-131 nel particolato atmosferico mbq/m3 Controllo degli effetti in Veneto degli incidenti alle centrali nucleari giapponesi (19.04.11), a cura dell ARPAV PARTICOLATO ATMOSFERICO Ogni giorno (con eventuale integrazione nei fine settimana

Dettagli

ATTIVITA DI RADIOATTIVITA AMBIENTALE E RADIOCHIMICA SVOLTA DAL CENTRO REGIONALE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI DI ARPA PIEMONTE

ATTIVITA DI RADIOATTIVITA AMBIENTALE E RADIOCHIMICA SVOLTA DAL CENTRO REGIONALE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI DI ARPA PIEMONTE ATTIVITA DI RADIOATTIVITA AMBIENTALE E RADIOCHIMICA SVOLTA DAL CENTRO REGIONALE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI DI ARPA PIEMONTE M. Magnoni ARPA Piemonte Centro Regionale Radiazioni Ionizzanti e

Dettagli

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI ATTIVITÀ SVOLTE DA ARPA PIEMONTE Monitoraggio Il monitoraggio presso

Dettagli

L ARPAM ED IL PIANO ALIMENTI MARCHE (PAMA): RISULTATI DEL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA NEL BIENNIO

L ARPAM ED IL PIANO ALIMENTI MARCHE (PAMA): RISULTATI DEL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA NEL BIENNIO Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche Dipartimento Prov.le di Ancona Servizio Radiazioni/Rumore L ARPAM ED IL PIANO ALIMENTI MARCHE (PAMA): RISULTATI DEL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA

Dettagli

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN LOMBARDIA Risultati della Rete Regionale di Monitoraggio della Radioattività Ambientale - 2006-2008 INDICE 1. INTRODUZIONE... 2 2. Riferimenti normativi ed impostazione

Dettagli

Ambiente: i boschi. L ambiente selvatico

Ambiente: i boschi. L ambiente selvatico Ambiente: i boschi L ambiente selvatico Gli ambienti boschivi, tendenzialmente indisturbati, tendono a trattenere in maniera più pronunciata i radionuclidi artificiali delle ricadute radioattive del passato.

Dettagli

La radioattività negli alimenti

La radioattività negli alimenti La radioattività negli alimenti Gli alimenti Per ottemperare alle regolamentazioni nazionali ed europee viene monitorata la radioattività presente nei principali alimenti distribuiti in Lombardia. Ogni

Dettagli

Radioattività e acque potabili

Radioattività e acque potabili Radioattività e acque potabili Silvia Arrigoni Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia 1 OBIETTIVO: INQUADRARE IL PROBLEMA Consideriamo le acque destinate al consumo umano vogliamo controllare

Dettagli

IL MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL RUOLO DI ARPA FVG NELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE

IL MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL RUOLO DI ARPA FVG NELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE IL MONITORAGGIO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA ED IL RUOLO DI ARPA FVG NELLE EMERGENZE RADIOLOGICHE Concettina Giovani & Massimo Garavaglia - ARPA FVG RETE DI CONTROLLO INTERNAZIONALE

Dettagli

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2014

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2014 RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2014 Dipartimento Provinciale di Matera Ufficio Centro Regionale Radioattività (C.R.R.) Pag. 1 di 12 DESCRIZIONE Si riporta la sintesi dei dati

Dettagli

Misurare la radioattività: esempi, tecniche, requisiti, costi

Misurare la radioattività: esempi, tecniche, requisiti, costi Misurare la radioattività: esempi, tecniche, requisiti, costi Maurizio Forte Centro Regionale di Radioprotezione (CRR) ARPA Lombardia Via Juvara 22-20129 Milano 1 MISURARE LA RADIOATTIVITA Parametri oggetto

Dettagli

ATTIVITA DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE SU MATRICI ALIMENTARI EFFETTUATA DAL CRR-ARPAM

ATTIVITA DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE SU MATRICI ALIMENTARI EFFETTUATA DAL CRR-ARPAM ATTIVITA DI CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE SU MATRICI ALIMENTARI EFFETTUATA DAL CRR-ARPAM Corrado Pantalone [Responsabile U.O. Radioattività Ambientale (CRR)] Agenzia Regionale per la Protezione

Dettagli

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI ATTIVITA DI MONITORAGGIO ORDINARIO I programmi di campionamento dell

Dettagli

IL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA. Massimo Garavaglia Centro Regionale per la Radioprotezione - ARPA FVG

IL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA. Massimo Garavaglia Centro Regionale per la Radioprotezione - ARPA FVG IL CONTROLLO DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE IN FRIULI VENEZIA GIULIA Massimo Garavaglia Centro Regionale per la Radioprotezione - ARPA FVG Riassunto della presentazione 1. Controllo della radioattività:

Dettagli

ANALISI RADIOMETRICHE. Misure di caratterizzazione radiologica per la rilevazione di radionuclidi naturali e artificiali in ogni tipo di matrice

ANALISI RADIOMETRICHE. Misure di caratterizzazione radiologica per la rilevazione di radionuclidi naturali e artificiali in ogni tipo di matrice ANALISI RADIOMETRICHE Misure di caratterizzazione radiologica per la rilevazione di radionuclidi naturali e artificiali in ogni tipo di matrice Competenza Affidabilità Innovazione Approfondimento La caratterizzazione

Dettagli

RELAZIONE TECNICA. RAM 18/08 del 07/05/2018. A2A Approfondimento sull emissione di radionuclidi

RELAZIONE TECNICA. RAM 18/08 del 07/05/2018. A2A Approfondimento sull emissione di radionuclidi RELAZIONE TECNICA RAM 18/08 del 07/05/2018 A2A Approfondimento sull emissione di radionuclidi INTRODUZIONE Le centrali termoelettriche a carbone possono produrre un aumento del rischio per la salute dovuto

Dettagli

MONITORAGGIO AMBIENTALE 5.1 RETE DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE

MONITORAGGIO AMBIENTALE 5.1 RETE DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE Pag. 5.1-1 5 MONITORAGGIO AMBIENTALE 5.1 RETE DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE Nel corso degli anni la Rete di Sorveglianza Ambientale dell Impianto Eurex ha subito diverse revisioni, in relazione soprattutto

Dettagli

ARPA Campania La rete di monitoraggio della Centrale Elettronucleare del Garigliano. Primi dati 2012/2013 Napoli - Palazzo Armieri 9 luglio 2013-

ARPA Campania La rete di monitoraggio della Centrale Elettronucleare del Garigliano. Primi dati 2012/2013 Napoli - Palazzo Armieri 9 luglio 2013- ARPA Campania La rete di monitoraggio della Centrale Elettronucleare del Garigliano. Primi dati 2012/2013 Napoli - Palazzo Armieri 9 luglio 2013- Obiettivi delle attività di monitoraggio e controllo :

Dettagli

IL D.LGS 28/2016 E IL NUOVO REGIME DEI CONTROLLI. Emanuela Ammoni UO Prevenzione, DG Welfare

IL D.LGS 28/2016 E IL NUOVO REGIME DEI CONTROLLI. Emanuela Ammoni UO Prevenzione, DG Welfare IL D.LGS 28/2016 E IL NUOVO REGIME DEI CONTROLLI Emanuela Ammoni UO Prevenzione, DG Welfare Il decreto legislativo 28/2016 Attua la direttiva 2013/51/Euratom che stabilisce i requisiti per la tutela della

Dettagli

Il nuovo piano di monitoraggio della radioattività ambientale. Paola Sabatini Servizio Radiazioni Ionizzanti

Il nuovo piano di monitoraggio della radioattività ambientale. Paola Sabatini Servizio Radiazioni Ionizzanti Il nuovo piano di monitoraggio della radioattività ambientale Paola Sabatini Servizio Radiazioni Ionizzanti Il contesto normativo Il controllo della radioattività ambientale in Italia è regolato dal D.

Dettagli

La convenzione tra il Comune di Trino e Arpa Piemonte: risultati del monitoraggio radiologico ambientale

La convenzione tra il Comune di Trino e Arpa Piemonte: risultati del monitoraggio radiologico ambientale La convenzione tra il Comune di Trino e Arpa Piemonte: risultati del monitoraggio radiologico ambientale Laura Porzio Arpa Piemonte Dipartimento Tematico Radiazioni Struttura Semplice Siti Nucleari RIFERIMENTI

Dettagli

Istituto di Radioprotezione. Laboratorio sorveglianza fisica ed ambientale di radioprotezione (IRP-SFA) dell'enea

Istituto di Radioprotezione. Laboratorio sorveglianza fisica ed ambientale di radioprotezione (IRP-SFA) dell'enea Istituto di Radioprotezione Laboratorio sorveglianza fisica ed ambientale di radioprotezione (IRP-SFA) dell'enea 8 ottobre 2013 ENEA Centro Ricerche Casaccia Enrico Borra ENEA - Istituto di Radioprotezione

Dettagli

La direttiva 2013/51/Euratom stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti

La direttiva 2013/51/Euratom stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti La direttiva 2013/51/Euratom stabilisce i requisiti per la tutela della salute della popolazione relativamente alle sostanze radioattive presenti nelle acque destinate al consumo umano. ARn-222 100 Bq/l

Dettagli

4 Valutazioni dosimetriche

4 Valutazioni dosimetriche 4 Valutazioni dosimetriche 4.1 Generalità La dose è la grandezza che descrive gli effetti delle radiazioni ionizzanti sugli organismi viventi. Il calcolo della dose è complicato perché deve tener conto

Dettagli

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI. Struttura Semplice Siti Nucleari

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI. Struttura Semplice Siti Nucleari DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI TRINO E L AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA) DEL PIEMONTE AVENTE PER OGGETTO «L OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO

Dettagli

INDICE. Pagina 2 di 10

INDICE. Pagina 2 di 10 INDICE 1. PREMESSA 3 2. I LIMITI DI LEGGE 3 3. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 4 4. METODOLOGIA DI MISURA 4 5. CONTROLLI EFFETTUATI E RISULTATI DELLE MISURE 5 6. VALUTAZIONI DI RADIOPROTEZIONE 9 7.

Dettagli

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2015

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2015 RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA Dipartimento Provinciale di Matera Ufficio Centro Regionale Radioattività (C.R.R.) Pag. 1 di 15 INTRODUZIONE Il presente rapporto contiene la sintesi

Dettagli

Bollettino Giuridico Ambientale dicembre 2003, 2004/2/Euratom

Bollettino Giuridico Ambientale dicembre 2003, 2004/2/Euratom RACCOMANDAZIONE DELLA COMMISSIONE 18 dicembre 2003, 2004/2/Euratom Raccomandazione della Commissione relativa ad informazioni standardizzate sugli scarichi radioattivi liquidi e gassosi emessi nell'ambiente

Dettagli

ARPATnews AGENTI FISICI

ARPATnews AGENTI FISICI n. 123-28 Martedì 5 agosto 28 Newsletter sulle tematiche ambientali ARPATnews AGENTI FISICI RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN TOSCANA Un estratto della relazione sull attività svolta dalla Rete regionale di

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2004

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2004 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2004 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

Radioattività nelle acque e sanità pubblica: adempimenti, soggetti e sviluppi futuri

Radioattività nelle acque e sanità pubblica: adempimenti, soggetti e sviluppi futuri Radioattività nelle acque e sanità pubblica: adempimenti, soggetti e sviluppi futuri Anna Anversa, Maurizio Salamana U.O. Prevenzione, Direzione Generale Sanità - Regione Lombardia L'applicazione delle

Dettagli

Timbri e firme per responsabilità di legge

Timbri e firme per responsabilità di legge Elaborato Livello Tipo R - Relazioni tecniche ETQ-069094 D Sistema / Edificio / Argomento RS* - Radioprotezione e sicurezza Rev. Data 17/07/2017 Centrale / Impianto: Impianto: Generale - Radioprotezione

Dettagli

ATTIVITÀ DI ARPA FRIULI VENEZIA GIULIA PRESSO IL POLIGONO CELLINA-MEDUNA: MISURE DI RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE

ATTIVITÀ DI ARPA FRIULI VENEZIA GIULIA PRESSO IL POLIGONO CELLINA-MEDUNA: MISURE DI RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE ATTIVITÀ DI ARPA FRIULI VENEZIA GIULIA PRESSO IL POLIGONO CELLINA-MEDUNA: MISURE DI RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE Giovani C. S O S Fisica Ambientale ARPA FVG Area di indagine: inizio attività novembre 2013

Dettagli

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI Tavolo della trasparenza Torino, 26 gennaio 2017 Sito di Bosco Marengo

Dettagli

INDICE. Pagina 2 di 14

INDICE. Pagina 2 di 14 INDICE 1. PREMESSA 3 2. I LIMITI DI LEGGE 3 3. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 4 4. METODOLOGIA DI MISURA 4 5. CONTROLLI EFFETTUATI E RISULTATI DELLE MISURE 5 6. VALUTAZIONI DI RADIOPROTEZIONE 12 7.

Dettagli

Lo scarico delle acque trattate della piscina del reattore nucleare RTS-1 PIANO DI MONITORAGGIO

Lo scarico delle acque trattate della piscina del reattore nucleare RTS-1 PIANO DI MONITORAGGIO Riunione Prefettura di Pisa CISAM, San Piero a Grado (PI) - 16 ottobre 2013 Lo scarico delle acque trattate della piscina del reattore nucleare RTS-1 PIANO DI MONITORAGGIO Area Vasta Costa - Dipartimenti

Dettagli

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN PIEMONTE

LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN PIEMONTE LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN PIEMONTE Rapporto anni 2006-2009 Mauro Magnoni e Laura Porzio Torino, 21 dicembre 2010 Museo Scienze Naturali Autori e collaboratori Autori dei testi Luca Albertone, Maria

Dettagli

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice 21.02 Monitoraggio e controllo dei siti nucleari VALUTAZIONE DELL IMPATTO RADIOLOGICO RELATIVO ALLE OPERAZIONI DI TRASPORTO

Dettagli

RISULTATI TECNICO-OPERATIVI DELL ARPAB NEL GEMELLAGGIO

RISULTATI TECNICO-OPERATIVI DELL ARPAB NEL GEMELLAGGIO RADIOATTIVITA : Problematiche e relative soluzioni Qualificazione delle analisi di Radioattivita per l Arpa Basilicata e Istituzione della Rete Locale ARPAB Giornata conclusiva Progetto A.G.I.R.E. POR

Dettagli

Timbri e firme per responsabilità di legge

Timbri e firme per responsabilità di legge Elaborato Livello Tipo RT - Relazioni ETQ-058356 D Sistema / Edificio / Argomento SRA - Sorveglianza della radioattività ambientale Rev. Data 10/06/2016 Centrale / Impianto: Impianto: Generale - Radioprotezione

Dettagli

La rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale: la sua evoluzione e lo stato dell arte a 5 anni dall incidente di Fukushima

La rete nazionale di sorveglianza della radioattività ambientale: la sua evoluzione e lo stato dell arte a 5 anni dall incidente di Fukushima Convegno Nazionale AIRP di Radioprotezione Emergenze e incidenti radiologici: scenari ambientali, sanitari e industriali 19-21 Ottobre 2016 Trieste La rete nazionale di sorveglianza della radioattività

Dettagli

ALLEGATO A. Aggiornamento al Programma di monitoraggio radioattività ambientale nella Regione Lazio approvato con DGR 109/2011

ALLEGATO A. Aggiornamento al Programma di monitoraggio radioattività ambientale nella Regione Lazio approvato con DGR 109/2011 ALLEGATO A Aggiornamento al Programma di monitoraggio radioattività ambientale nella Regione Lazio approvato con DGR 109/2011 Premessa La rete nazionale denominata RESORAD (REte nazionale di SOrveglianza

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2005

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2005 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2005 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari

DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI Struttura Semplice Siti Nucleari DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI CONVENZIONE TRA IL COMUNE DI TRINO E L AGENZIA REGIONALE PER LA PROTEZIONE AMBIENTALE (ARPA) DEL PIEMONTE AVENTE PER OGGETTO «L OTTIMIZZAZIONE DELLE ATTIVITA DI MONITORAGGIO

Dettagli

Struttura Semplice Siti Nucleari

Struttura Semplice Siti Nucleari DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI ATTIVITA DI CONTROLLO IN RELAZIONE AL RINVENIMENTO DI FUSTI INTERRATI PRESSO IL SITO FN-SO.G.I.N. DI BOSCO MARENGO (AL) Relazione tecnica n. 8/SS21.02/2014 Redazione Verifica

Dettagli

Caratterizzazione delle matrici ambientali

Caratterizzazione delle matrici ambientali Caratterizzazione delle matrici ambientali Fabiana Vanni fabiana.vanni@iss.it Istituto Superiore di Sanità Caratterizzazione delle matrici ambientali Nell area oggetto di studio del progetto CCM2010 sono

Dettagli

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2012

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2012 RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 20 Dipartimento Provinciale di Matera Ufficio (C.R.R.) Dipartimento Provinciale di Matera RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA

Dettagli

Stabilimento di Peschiera Borromeo (MI), via 2 Giugno Cooperativa Agricola Latte Varese Stabilimento di Varese (VA), via Uberti 9

Stabilimento di Peschiera Borromeo (MI), via 2 Giugno Cooperativa Agricola Latte Varese Stabilimento di Varese (VA), via Uberti 9 PIANO DELLA RETE REGIONALE DI SORVEGLIANZA DELLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE - 2015 Dettaglio delle attività previste Matrici alimentari (Centrale del Latte di Milano) (Latte Milano) LATTE VACCINO INTERO

Dettagli

MONITORAGGIO RADIOLOGICO AMBIENTALE SITO NUCLEARE DI TRINO (VC) Rapporto anno 2015

MONITORAGGIO RADIOLOGICO AMBIENTALE SITO NUCLEARE DI TRINO (VC) Rapporto anno 2015 DIPARTIMENTO TEMATICO RADIAZIONI MONITORAGGIO RADIOLOGICO AMBIENTALE SITO NUCLEARE DI TRINO (VC) Rapporto anno 2015 Relazione tecnica n. 16/SS21.02/2016 Redazione Verifica Approvazione Funzione: Componente

Dettagli

a Claudio Vogliamo dedicarti questo lavoro, ricordando il tuo impegno, la tua determinazione e la tua lucidità nel confrontarti con le molteplici e co

a Claudio Vogliamo dedicarti questo lavoro, ricordando il tuo impegno, la tua determinazione e la tua lucidità nel confrontarti con le molteplici e co a Claudio Vogliamo dedicarti questo lavoro, ricordando il tuo impegno, la tua determinazione e la tua lucidità nel confrontarti con le molteplici e complesse situazioni in cui la nostra attività ci porta

Dettagli

Dipartimento Provinciale di Treviso DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO

Dipartimento Provinciale di Treviso DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO Dipartimento Provinciale di Treviso IL MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO Comune di San Vendemiano Periodi di indagine: 9 Febbraio 6 Marzo 2002 (semestre freddo) 31 Marzo 18

Dettagli

INDICE. Pagina 2 di 9

INDICE. Pagina 2 di 9 INDICE 1. PREMESSA 3 2. IL RUOLO DI ARPA 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 4 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 5 5. RISULTATI ANALITICI 5 5.1 Controlli radiometrici in qualità di Ente Terzo 5 5.2 Monitoraggio

Dettagli

DIPARTIMENTO TEMATICO RISCHI FISICI E TECNOLOGICI Struttura Semplice Radiazioni ionizzanti e siti nucleari

DIPARTIMENTO TEMATICO RISCHI FISICI E TECNOLOGICI Struttura Semplice Radiazioni ionizzanti e siti nucleari DIPARTIMENTO TEMATICO RISCHI FISICI E TECNOLOGICI Struttura Semplice Radiazioni ionizzanti e siti nucleari TITOLO Le reti di monitoraggio della radioattività ambientale: attività e dati del 207 INDICE.

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2006

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2006 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2006 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI. Struttura Semplice Siti Nucleari

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI. Struttura Semplice Siti Nucleari CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI STRATEGIE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI Aggiornamento 2016 Redazione Verifica Approvazione Funzione: Componente SS Siti Nucleari

Dettagli

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice 21.02 Monitoraggio e controllo dei siti nucleari MISURE DI CONTAMINAZIONE AMBIENTALE PRESSO L IMPIANTO EUREX CORRELATE

Dettagli

Il monitoraggio della radioattività ambientale in Friuli Venezia Giulia 20 anni dopo Chernobyl

Il monitoraggio della radioattività ambientale in Friuli Venezia Giulia 20 anni dopo Chernobyl Il monitoraggio della radioattività ambientale in Friuli Venezia Giulia 20 anni dopo Chernobyl Giovani C., Garavaglia M., Nadalut B., Pividore S., Scruzzi E. ARPA Friuli Venezia Giulia Dipartimento di

Dettagli

INDICE. Pagina 2 di 8

INDICE. Pagina 2 di 8 INDICE 1. PREMESSA 3 2. IL RUOLO DI ARPA 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 4 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 5 5. RISULTATI ANALITICI 5 5.1 Controlli radiometrici in qualità di Ente Terzo 5 5.2 Monitoraggio

Dettagli

ANALISI DELLE MISURE ESEGUITE SUL SITO DELLA CENTRALE NUCLEARE GARIGLIANO

ANALISI DELLE MISURE ESEGUITE SUL SITO DELLA CENTRALE NUCLEARE GARIGLIANO ANALISI DELLE MISURE ESEGUITE SUL SITO DELLA CENTRALE NUCLEARE GARIGLIANO Riprendiamo il discorso relativo all inchiesta sulla Centrale nucleare del Garigliano aperta dal procuratore della Repubblica Giuliana

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2008

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2008 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2008 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2016

RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA ANNO 2016 RAPPORTO SULLA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN BASILICATA Dipartimento Provinciale di Matera Ufficio Centro Regionale Radioattività (C.R.R.) Pag. 1 di 23 INTRODUZIONE Il presente rapporto, ad integrazione

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2010

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2010 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2010 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE

PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2014-2018 MACRO OBIETTIVO 8 Codici indicatori: 8.2.1 8.2.2 8.10.1 Programma: Monitoraggio del gas radon nelle scuole (nidi e materne, pubbliche e private) e supporto alla

Dettagli

LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO E LE MISURE DI PREVENZIONE DEI NITRATI NELLE ACQUE

LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO E LE MISURE DI PREVENZIONE DEI NITRATI NELLE ACQUE convegno DIRETTIVA NITRATI: DALLA RICERCA ALLA GESTIONE DEL TERRITORIO Legnaro (PD) 31-05-2011 LA CONOSCENZA DEL TERRITORIO E LE MISURE DI PREVENZIONE DEI NITRATI NELLE ACQUE PAOLO PARATI, PAOLO GIANDON

Dettagli

GUIDA AI SERVIZI DI ARPAV Rev. 1 del 19 Maggio 2016 MONITORAGGI

GUIDA AI SERVIZI DI ARPAV Rev. 1 del 19 Maggio 2016 MONITORAGGI MONITORAGGI Una considerevole parte dell attività di ARPAV, rilevante in termini strumentali ed economici, è rappresentata dal complesso sistema delle reti di monitoraggio, che sono un grande patrimonio

Dettagli

Rapporto anni

Rapporto anni LA RADIOATTIVITA AMBIENTALE IN PIEMONTE Rapporto anni 2015-2016 Struttura semplice Radiazioni ionizzanti Autori Maria Clivia Losana, Mauro Magnoni Hanno collaborato: Luca Bellina, Stefano Bertino, Brunella

Dettagli

INDICE ARPA Ente di diritto pubblico SC21 Centro Regionale per le Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti

INDICE ARPA Ente di diritto pubblico SC21 Centro Regionale per le Radiazioni Ionizzanti e Non Ionizzanti INDICE 1. PREMESSA 3 2. CONTROLLI EFFETTUATI 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 3 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 3 5. RISULTATI DELLE MISURE 3 6. CONSIDERAZIONI DI RADIOPROTEZIONE 4 7. GESTIONE DEL SUOLO

Dettagli

MISURE RADIOMETRICHE AMBIENTALI PER IL MONITORAGGIO DEL FALLOUT IN SEGUITO ALL EVENTO FUKUSHIMA ESEGUITE PRESSO C.R. ENEA CASACCIA

MISURE RADIOMETRICHE AMBIENTALI PER IL MONITORAGGIO DEL FALLOUT IN SEGUITO ALL EVENTO FUKUSHIMA ESEGUITE PRESSO C.R. ENEA CASACCIA AIRP - CONVEGNO NAZIONALE DI RADIOPROTEZIONE 12-14 Ottobre 2011 AUDITORIUM NICOLA CALIPARI, PALAZZO TOMMASO CAMPANELLA - REGGIO CALABRIA CODICE AGENAS 1031-15033 MISURE RADIOMETRICHE AMBIENTALI PER IL

Dettagli

INDICE ARPA Ente di diritto pubblico Dipartimento Tematico Radiazioni Struttura Semplice Siti Nucleari

INDICE ARPA Ente di diritto pubblico Dipartimento Tematico Radiazioni Struttura Semplice Siti Nucleari INDICE 1. PREMESSA 3 2. IL RUOLO DI ARPA 3 3. METODOLOGIA DI MISURA 4 4. STRUMENTAZIONE DI MISURA UTILIZZATA 5 5. RISULTATI ANALITICI 5 5.1 Controlli radiometrici in qualità di Ente Terzo 5 5.2 Monitoraggio

Dettagli

Attività di monitoraggio e controllo di Arpa Piemonte

Attività di monitoraggio e controllo di Arpa Piemonte Attività di monitoraggio e controllo di Arpa Piemonte Laura Porzio La disattivazione degli impianti nucleari piemontesi e la gestione dei rifiuti radioattivi Torino, 28 gennaio 2016 I SITI NUCLEARI PIEMONTESI

Dettagli

Timbri e firme per responsabilità di legge

Timbri e firme per responsabilità di legge Elaborato Livello Tipo RT - Relazioni ETQ-079452 D Sistema / Edificio / Argomento RS* - Radioprotezione e sicurezza Rev. Data 09/05/2018 Centrale / Impianto: Impianto: Generale - Radioprotezione e Sicurezza

Dettagli

Relazione tecnica n 406/IR del 16/06/2009

Relazione tecnica n 406/IR del 16/06/2009 CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice 21.01 Reti di monitoraggio, sviluppo e ricerca Relazione tecnica n 406/IR del 16/06/2009 STIMA DI DOSE ALLA POPOLAZIONE

Dettagli

Dipartimento Provinciale di Treviso DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO. Comune di Asolo

Dipartimento Provinciale di Treviso DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO. Comune di Asolo Dipartimento Provinciale di IL MONITORAGGIO DELLA QUALITA DELL ARIA NELLA PROVINCIA DI TREVISO Comune di Periodi di indagine: 18 Febbraio 5 Marzo 2003 (semestre freddo) 21-26 Marzo 2006 (semestre freddo)

Dettagli

Ferrara da bere: i controlli fra tradizione e innovazione

Ferrara da bere: i controlli fra tradizione e innovazione Ferrara da bere: i controlli fra tradizione e innovazione Dipartimento di Sanità Pubblica Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione Direttore Dott. Giuseppe Cosenza Ferrara 09.06.2010 Perché controllare

Dettagli

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice 21.02 Monitoraggio e controllo dei siti nucleari STRATEGIE DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI Redazione Verifica

Dettagli

Livello massimo ammissibile ( Bq kg -1 o Bq l -1 ) Prodotti lattiero caseari Isotopi dello Stronzio

Livello massimo ammissibile ( Bq kg -1 o Bq l -1 ) Prodotti lattiero caseari Isotopi dello Stronzio Tabella A3.3. Livelli massimi ammissibili di radioattività per i prodotti alimentari in caso di emergenze nucleari e radiologiche (CCE 1989a; CCE 1989b) Radionuclide Alimenti per lattanti Livello massimo

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2011

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2011 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2011 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

3. AGENTI FISICI. Autori: Antonio Conti, Antonino Granata, Domenico Pagano AGENTI FISICI. Annuario regionale dei dati ambientali 2011

3. AGENTI FISICI. Autori: Antonio Conti, Antonino Granata, Domenico Pagano AGENTI FISICI. Annuario regionale dei dati ambientali 2011 3. Autori: Antonio Conti, Antonino Granata, Domenico Pagano 2 Quadro sinottico indicatori per Agenti Fisici Tema Radiazioni ionizzanti Rumore Nome Indicatore Concentrazioni di attività di radon indoor

Dettagli

Felci come indicatori di radioattività ambientale: studio per la definizione di un protocollo di campionamento e misura

Felci come indicatori di radioattività ambientale: studio per la definizione di un protocollo di campionamento e misura Felci come indicatori di radioattività ambientale: studio per la definizione di un protocollo di campionamento e misura C. Giovani ; G. Candolini, M. Garavaglia, M. Godeassi, F. Salzillo*, E. Scruzzi*,

Dettagli

ARIA CITTA DI CASTROVILLARI AGGIORNAMENTO DATI DI QUALITA DELL ARIA ANNO Redatto dalla dr.ssa Claudia Tuoto e dalla dr.ssa Maria Anna Caravita

ARIA CITTA DI CASTROVILLARI AGGIORNAMENTO DATI DI QUALITA DELL ARIA ANNO Redatto dalla dr.ssa Claudia Tuoto e dalla dr.ssa Maria Anna Caravita Redatto dalla dr.ssa Claudia Tuoto e dalla dr.ssa Maria Anna Caravita ARPACAL - Agenzia Regionale per la Protezione dell Ambiente della Calabria Dipartimento Provinciale di Cosenza Servizio Tematico ARIA

Dettagli

ENTE/SOGGETTO GESTORE. Persona di riferimento: Ruolo:.. Questionario compilato a cura di:.

ENTE/SOGGETTO GESTORE. Persona di riferimento: Ruolo:.. Questionario compilato a cura di:. QUESTIONARIO DI RACCOLTA DATI SUGLI STRUMENTI DI MONITORAGGIO DEI DATI AMBIENTALI DA PARTE DELLE AUTORITA' LOCALI E COMUNICAZIONE DELLE INFORMAZIONI AMBIENTALI ENTE/SOGGETTO GESTORE Persona di riferimento:

Dettagli

Timbri e firme per responsabilità di legge

Timbri e firme per responsabilità di legge Il sistema informatico prevede la firma elettronica pertanto l'indicazione delle strutture e dei nominativi delle persone associate certifica l'avvenuto controllo. Elaborato del 08/09/2015 Pag. 1 di 25

Dettagli

2. LE ATTIVITA DI ARPA PUGLIA. Domenico Telesca

2. LE ATTIVITA DI ARPA PUGLIA. Domenico Telesca 2. LE ATTIVITA DI ARPA PUGLIA Domenico Telesca 19 2.1 Introduzione Con DGR n. 892 del 3 giugno 2008 è stato adottato il nuovo regolamento di ARPA Puglia che ha determinato una decisa riorganizzazione agenziale,

Dettagli

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI

ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI SS 21.02 - Monitoraggio e controllo dei siti nucleari ATTIVITA DI MONITORAGGIO E CONTROLLO DEI SITI NUCLEARI PIEMONTESI LE ATTIVITA DI MONITORAGGIO

Dettagli

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari

CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice Monitoraggio e controllo dei siti nucleari CENTRO REGIONALE PER LE RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Struttura Semplice 21.02 Monitoraggio e controllo dei siti nucleari MONITORAGGIO RADIOLOGICO AMBIENTALE DEL SITO NUCLEARE DI TRINO (VC) Aggiornamento

Dettagli

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2007

RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2007 RAPPORTO SULLA CONTAMINAZIONE RADIOATTIVA DELLE MATRICI ALIMENTARI ED AMBIENTALI DEL VENETO - ANNO 2007 PREMESSA Il CRR di Verona coordina la Rete Regionale di Rilevamento della Radioattività del Veneto

Dettagli

Contenuti della sezione ACQUE

Contenuti della sezione ACQUE Contenuti della sezione ACQUE La Qualità delle acque superficiali Azioni del Dipartimento di Como Punti di monitoraggio delle acque superficiali Descrittore: Stato ecologico dei corsi d acqua Descrittore:

Dettagli

RAPPORTO ARPAV: RETE RESORAD - DATI DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE NEL VENETO - ANNO

RAPPORTO ARPAV: RETE RESORAD - DATI DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE NEL VENETO - ANNO RAPPORTO ARPAV: RETE RESORAD - DATI DELLA RADIOATTIVITÀ AMBIENTALE NEL VENETO - ANNO 2013 29/4/2014 0 Servizio Osservatorio Agenti Fisici DT DATA REVISIONE REDAZIONE PAGINA 1 DI 16 PREMESSA Il controllo

Dettagli